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9.11.21

finalmente un uomo difende una donna da un tentato stupro si chiama Andrea Marcelli è un ex pugile e allenatore di boxe di 55 anni.

Domenica notte si trovava nella sua casa di Prati, a Roma, quando è stato svegliato dalle urla di una donna, vittima di un tentativo di stupro nell’androne del palazzo. Marcelli è corso di sotto senza pensarci e si è ritrovato di fronte un “energumeno di 100 chili che le stava sopra, la palpeggiava, mentre cercava di sfilarle i collant e provava a trascinarla giù nei sotterranei”. A quel punto lo ha spinto via, è riuscito a stenderlo, immobilizzarlo e, infine, grazie anche all’arrivo di altri condomini, a farlo arrestare. Mi Vengono i brividi a pensare a quello che sarebbe accaduto senza la prontezza, il coraggio e anche le
capacità fisiche e mentali di quest’uomo di 55 anni che ha fermato a mani nude un “bestione” di vent’anni più giovane, evitando uno stupro. << Non sono un eroe - si schermisce lui con Lorenzo Tosa - Ho fatto quello che ogni cittadino per bene dovrebbe fare, fermare una violenza contro una donna indifesa >>. Può dire quello che vuole ma per me questo è un eroe. Che merita di essere conosciuto e poi riconosciuto dalle istituzioni per quello che ha fatto. Ora

Lorenzo Tosa
Prima che arrivino gli sciacalli a banchettare, li anticipo: lo stupratore è un ucraino di 36 anni, contenti? Come se spostasse di una virgola la questione o ne cambiasse il senso. Non esistono gli stranieri tutti buoni o gli stranieri tutti cattivi, se non nella propaganda di qualche demagogo di quart’ordine. Esistono solo gli esseri umani. E la nazionalità non conta. Ora possiamo parlare di cose serie, grazie.


Non sempre sono d'accordo con lui , ma stavolta con questo commento che smorza ogni tentativo di becera polemica utile solo ad alimentare verità distorte merita, secondo me , un applauso . Infatti In questi tempi dove regnano sovrani l’indifferenza e l’egoismo assoluto, l’atto altruistico del signor


Marcelli è veramente meraviglioso e merita di essere riconosciuto!
 La razza l'etnia  e la nazionalità non contano nulla ! Ci vuole solo coscienza e giustizia. E la certezza della pena . Con concludo con una delle mie solite elucubrazioni mentali : se non fosse stato un pugile, oggi staremmo probabilmente raccontando oltre a uno stupro anche un pestaggio. Dove non può arrivare la polizia, cioé, nell’immediato, praticamente da nessuna parte, in casi particolari padroneggiare le basi di autodifesa può salvarti e salvare qualcuno. È qualcosa che interroga le mie convinzioni e mette in discussione le mie idee, ma è una questione che è giusto porsi. Voi cosa ne pensate?

10.6.21

40 anni fa #AlfredinoRampi, il bimbo che non salvammo Di © Daniela Tuscano

Ci sono eventi del passato per i quali ciascuno può dire: «Mi ricordo dov’ero e cosa facevo quando è successo». Che so, le Torri Gemelle nel 2001. Poi ci sono luoghi che evocano un fatto, lo descrivono compiutamente al solo citarli, e quindi a renderli emozionanti anche a chi anagraficamente non c'era a come per esempio Caporetto. Infine ci sono nomi capaci di riacutizzare un dolore. Vermicino
da quello che leggo in questo articolo di dell'utente Daniela Tuscano che trovate sotto è tutte e tre queste cose insieme.



Avevo quasi 17 anni quando Alfredino Rampi scivolò in quel maledetto pozzo artesiano nelle campagne di Roma, per non tornare mai più. Incollata come tutta l'Italia davanti allo schermo a snocciolare i minuti, a chiedermi cosa mai ci volesse a estrarre un pischello così esile, eppure quello sgusciava via, sempre più in basso, nell'umidore maligno che lo ghermiva senza pietà. Quando poi rinvenne, ormai esanime, ricordava uno di quegli insettini imbozzolati nella tela del ragno.


Solo che i fili erano ghiaccioli, e le immagini in bianco e nero richiamavano scenari di guerra, Italia stracciona, volti neorealisti, a cominciare dal dolore inespressivo della madre, allo stesso Alfredo, gracile e quasi sottopeso, a quell'Angelo - di nome e di fatto - che si fece calare fin nelle viscere, insetto anch'egli, con mani da elitre rivelatesi poi tenaglie: "Scivolava, lo presi per le vesti, poi per il polso, sentii crac, glielo avevo rotto. Per anni fui tormentato dall'incubo: volevo salvarlo, gli ho pure spezzato un braccio". Il piccolo non emise un lamento, come Cristo sulla croce. Era già tardi. Rivedo la compostezza ruvida e partigiana del presidente Pertini, lo stellone civile e degno. E impotente. "Povero bambino tanto amato" esclamò appena si trovò davanti al corpicino freddo. Sì, Alfredo fu davvero amato, ma l'amore non bastò. E non servì.


9.5.21

ma basta mestolare sul caso grillo e company un po' di rispetto per le vittime

sfogliando https://news.google.com/foryou?hl=it&gl=IT&ceid=IT%3Ait sono capitato in questa anteprima
Mi    chiedo   ma  basta parlare di questi assatanati ( metaforicamente  parlando  )     che da come si sarebbero comportati  e  dalle   acuse  che li vengono rivolte      sembra che non abbiano ai visto .... e considerano il sesso come un diritto ed un obbligo . Quindi   per rispetto   soprattutto  delle due vittime  i come afferma Luca Marfé 



 << [...] 𝒶𝒹ℯ𝓈𝓈ℴ 𝓈ℯ 𝓂𝒶ℊ𝒶𝓇𝒾 𝓁𝒶𝓈𝒸𝒾𝒶𝓂ℴ 𝓁𝒶𝓋ℴ𝓇𝒶𝓇ℯ 𝒾 𝓂𝒶ℊ𝒾𝓈𝓉𝓇𝒶𝓉𝒾, ℯ 𝒶𝒹𝒹𝒾𝓇𝒾𝓉𝓉𝓊𝓇𝒶 𝓁𝒶 𝓈𝓂ℯ𝓉𝓉𝒾𝒶𝓂ℴ 𝒹𝒾 𝓂𝒶𝓈𝓉𝓊𝓇𝒷𝒶𝓇𝒸𝒾 𝒸ℴ𝓃 𝓆𝓊ℯ𝓈𝓉𝒶 𝓋𝒾𝒸ℯ𝓃𝒹𝒶, 𝒸𝒾 𝒻𝒶𝒸𝒸𝒾𝒶𝓂ℴ 𝓉𝓊𝓉𝓉𝒾 𝓆𝓊𝒶𝓃𝓉𝒾 𝓊𝓃𝒶 𝒶𝓈𝓈𝒶𝒾 𝓅𝒾𝓊̀ 𝒷ℯ𝓁𝓁𝒶 𝒻𝒾ℊ𝓊𝓇𝒶 .>>


Almeno fino  a processo   

25.10.15

Loris Stival, parenti stipendiati per comparsate tv. “3mila euro per andare da Barbara D’Urso” Loris Stival, parenti stipendiati per comparsate tv. “3mila euro per andare da Barbara D’Urso”

Nonostante Renato Zero non sia l'emblema della coerenza, come del resto la stragrande maggioranza dei vip e salottieri nostrani  . "Le sue canzoni specie quelle trasgressive sono ancora valide a distanza di tempo . Infatti egli nel 1981 (anno della morte in diretta del piccolo Alfredino). cantava in "Per carità":Se muore un bambino c'è un teleobiettivo"







 Ma è attuale oggi più che mai. nel  Aggiungendo , come  suggerisce  Massimiliano Frassi dell'associazione   prometeo   la frase: " e pure un bancomat". 


Dalle intercettazioni depositate dalla procura di Ragusa agli atti dell’indagine sull’omicidio del piccolo emerge come i familiari di Veronica, mamma della vittima accusata di avere ucciso il figlio, abbiano ricevuto compensi per rilasciare interviste a trasmissioni televisive, soprattutto quelle delle reti Mediaset
di Giuseppe Pipitone |  da  il  fattoquotidiano  16 ottobre 2015

Pagamenti anticipati per le interviste, richieste di “regalini”e offerte di aiuti, anche attraverso il pagamento di visite mediche. È un quadro inquietante quello che emerge dalle decine d’intercettazioni telefoniche depositate dalla procura di Ragusaagli atti dell’indagine sull’omicidio del piccolo Loris Stival, il bambino trovato morto nel comune di Santa Croce Camerina il pomeriggio del 29 novembre 2014. La procura guidata da Carmelo Petralia ha chiuso le indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio di Veronica Panarello, la madre di Loris, per omicidio aggravato.
Quello ricostruito dalle oltre 250 pagine d’informativa, depositate nelle ultime ore, è però uno scenario che racconta di come i familiari di Veronica abbiano ricevuto migliaia di euro per rilasciare 
La D’Urso dice all’Anguzza che deve tornare in trasmissione a dire che ha visto sua figlia e, guardandola negli occhi, costei le ha detto che è innocente. La D’Urso insiste sul fatto che in questo momento devono rimanere sul pezzo perché altrimenti l’opinione pubblica si convince sempre più che Veronica è colpevole”. La donna però ha qualche tentennamento. “Cercano in tutti i modi diconvincerla – continuano gli investigatori – dicendole che sono disposte ad aiutare il figlio minore con eventuali consulti presso strutture mediche e con dei piccoli regali”.
E se all’inizio la madre di Veronica dice di non volere andare in tv perché le sembra di fare “sciacallaggio”, in seguito le chiamate registrate dagli inquirenti diventano una vera e propria trattativa: alla donna vengono offerti duemila euro. Lei “risponde, dapprima che non sa ancora se sarà possibile e successivamente, chiede il motivo dell’esiguità del compenso”. Poi, “si consulta con il figlio in merito ai compensi offerti precedentemente e risponde alla giornalista” chiedendo “se è possibile anticipare a 30 il pagamento, anziché a 60 giorni, perché ha bisogno di soldi”.
Stesso copione quando a chiamare è il produttore della trasmissione Delitti e Segreti. “La informa – scrivono gli inquirenti – del fatto che lei era venuta in trasmissione a Domenica Live e avevano percepito la prima volta 3.500 euro e la seconda volta 2 mila euro. Lui le farà direttamente 3 mila euro”. E quando ipagamenti arriveranno, ma “a pezzi a pezzi”, e cioè rateizzati, la sorella di Veronica non si lamenterà. “È come se gli stanno dando uno stipendio un po’ alla volta”. Ma non solo. Perché dalleintercettazioni emergono anche delle profonde divisioni tra i familiari di Veronica. Come quando Antonella Stival (prozia diLoris), confida ad un amico di ritenere Francesco Panarello, e cioè il padre di Veronica, “un parassita”. Il motivo? Si sarebbe appropriato del denaro versato dai sostenitori della tesi innocentista su una Postepay intestata alla stessa Veronica.

interviste a trasmissioni televisive, soprattutto quelle delle reti Mediaset (contattati dal Fatto Quotidiano, dallo staff della società del Biscione preferiscono non commentare) . “La morte di Loris per l’intera famiglia Panarello è diventato un business economico”, scrivono gli inquirenti, guidati dal capo della mobile Nino Ciavola. Carmela Anguzza e Antonella Panarello, rispettivamente madre e sorella di Veronica, “hanno trovato un’ottima risorsa economica nei proventi derivanti dalle loro partecipazioni ai programmi televisivi, nei giorni a seguire, mutando totalmente il contenuto delle loro dichiarazioni rese innanzi agli organi inquirenti, in presenza delle telecamere, fanno dichiarazioni totalmente contrastanti rispetto a quanto riferito”. Un esempio? È il 21 gennaio 2015 e un’addetta della trasmissioneDomenica Live, chiama Carmela Anguzza. “Successivamente – annotano gli inquirenti – l’Anguzza interloquisce direttamente con la conduttrice del programma Barbara D’Urso.

A questa gente non posso che augurare un giorno di trovarsi dava ti ad uno specchio e vedere finalmente ció che vediamo noi quando li guardiamo leggendo   i  giornali  e  i media  ( evito    di fare  perchè ormai   si sono fusi  uno con l'altro tanto da non capire    da  un giornale di gossip e  cronaca nera  da   un quotidiano    vedere  sotto    una delle  poche  cose   giuste  che dice   il cervellotico  Nanni Moretti   )





 nelle insulse    e  trash  ,  metaforicamente  parlando  ,  trasmissioni  tv     di raimediaset  ( scritto volutamente    tutto  attaccato  per  evidenziare    che  ormai    dai  tempi di  Craxi Rai    e mediaset  sono la stessa  cosa   , eccetto per  il canone  ) 



Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...