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16.3.24

Il pene di Rocco Siffredi spaventa utenti Netflix: pioggia di disdette ed altre forme di perbenismo censorio ed uspolitico strumentale dellòa cancel culture

Supersex, la nuova serie di Netflix dedicata alla storia di Rocco Siffredi, ha fatto e sta facendo infuriare diversi spettatori con la semplice visione della clip promozionale. Il colosso dello streaming ha pubblicato su Instagram una breve scena della serie italiana, che ha suscitato lamentele per il suo
contenuto esplicito. Il breve video mostrava la star dello spettacolo, l’attore italiano Alessandro Borghi, mentre si metteva a suo agio con diverse donne poco vestite. Infatti La clip fatta sparire dall’Instagram di Netflix
US dopo poche ore. Non è chiaro però se sia stato rimosso a causa di reclami o feedback negativi. La serie, basata sulla vita del famoso attore adulto italiano Rocco Siffredi, ha già sconvolto alcuni abbonati Netflix. Le persone hanno criticato sia Netflix per aver rilasciato Supersex che Instagram per aver consentito la pubblicazione della clip . Mah neella clip, Borghi è a torso nudo su un divano rosso con una donna poco vestita in grembo, mentre altre donne li circondano. Anche se Borghi e la donna andavano su e giù, non era chiaro se stessero facendo qualcosa di volgare, e tutti i personaggi sembravano vestiti, anche se solo un po’. Ma gli spettatori si sono riversati sui social media per lamentarsi, criticando sia Netflix per aver mandato in onda lo spettacolo, sia Instagram per averne consentito la condivisione sulla loro piattaforma. Andando su X un fan ha detto: “Ora abbiamo il porno anche su Netflix? Sto cancellando l’account mentre parliamo, i miei figli non possono vederlo”.
Un altro ha scritto: “Stiamo rendendo il porno mainstream adesso? È piuttosto disgustoso che non ci siano avvertimenti su contenuti espliciti come questo”. Un terzo ha detto: “Che diavolo. Non è inappropriato per una piattaforma in cui i BAMBINI TI SEGUONO ?!”. Mentre un altro fan infastidito ha detto che la clip volgare potrebbe non aiutare coloro che hanno sofferto di dipendenza dal porno. Molte persone hanno incolpato Instagram per aver permesso che il contenuto venisse mostrato, e diversi utenti irritati si sono anche lamentati del fatto che i loro post sulla guerra tra Israele e Palestina fossero stati censurati. Ma il post sfacciato di Netflix non lo era.

Ora concordo l'indignazione pewrchè ci sono stati due pesi e due misure e che a chi come il sottoscritto soffre ed lotta contro la sua pornodipendenza possa creare problemi ma mi danno fastidoi benpensanti ipocriti infatti



per lo più visto che Sex Education è serie televisiva britannica, di 4 stagioni creata da Laurie Nunn per il servizio on demand Netflix non ha creato scandalo . Quindi invece di proibirlo , o disdire l'abonamento spiegate senza preconcetti e tabù erchè non è adatto a loro , la censura è inutile perchè andrà a vederselo d'amici o ricorrerà ad un abbonamento pirata per vederselo , come facevo io con i fumetti , giornali , film per adulti .


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L'ipocrisia culturale della sinistra: cancella in Natale, celebra il Ramadan
di Francesco Giubilei • 5 ora/e




quando la cancel culture è usata come scusa la destra accusa il pd milanese per aver augurato buon ramadam alla comunità islamica .
Mah per me non si tratta d'ipocrisia in quantro nnon si sta elogiando la religione islamica \ mussulmana a scaito di quella cristiano \ cattolica , ma si sta semplicemente augurandogli buon ramadam . quindi quanto riportato da ilgiornale


<< Ricordare le nostre radici cristiane, celebrare il Natale ed esporre il crocifisso nei luoghi pubblici viene ormai considerato dalla sinistra un attacco alla laicità dello Stato ma, elogiare il Ramadan, è consentito . [...] Si tratta di un passaggio significativo perché aiuta a comprendere la mentalità che anima la sinistra italiana (e occidentale). La solerzia con cui si spendono per ricordare e celebrare le tradizioni musulmane è pari solo all'attenzione dedicata a cercare di cancellare le nostre tradizioni.>> Risulta strumentale e fazioso . Cosi come è a mio avviso inesistente la tesi sostenuta da il giornale che arriva a citare il pensatore conservatore inglese Roger Scruton definisce fenomeni come questi «oikophobia», odio per la propria casa e perciò per l'identità occidentale. Si tratta di un fenomeno non più solo culturale e politico ma anche antropologico in una parte della popolazione occidentale che tende a vedere in modo negativo i valori occidentali e a volerli perciò cancellare esaltando al contrario tutto ciò che arriva da altre culture. A forza di essere inclusivi con gli altri abbiamo finito per odiare noi stessi.






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"La mostra in chiesa è blasfema". E i fedeli presentano un esposto in procura





© dal web

La mostra d'arte attualmente in corso presso la chiesa di Sant'Ignazio a Carpi continua a non riscontrare il favore dei fedeli, perlomeno stando a quel che riporta la stampa emiliana. Uno, in particolare, il quadro che viene contestato e reputato blasfemo. E nelle scorse ore, su istanza di alcuni parrocchiani (e non solo) è stato trasmesso un esposto alla procura della Repubblica di Modena, che invita i magistrati ad indagare l'arcivescovo Erio Castellucci e i suoi collaboratori per vilipendio della religione cattolica, bestemmia ed esposizione di immagini blasfeme in luogo sacro. Questo è quanto riporta il sito web ModenaToday, a proposito di una vicenda che sta facendo discutere e che promette di travalicare i confini regionali. Ad essere finita nell'occhio del ciclone è l'esposizione artistica "Gratia Plena", dell'artista Andrea Saltini: molti non avrebbero in particolare gradito un dipinto nel quale si vede un uomo chino sul corpo del Cristo morente. La testa dipinta all'altezza del pube lascerebbe a loro dire intendere come la persona ritratta di spalle sia impegnata nel praticare una fellatio. “Ho trasmesso alla procura competente i primi atti nei quali si precisa come tali rappresentazioni costituiscono pubblica, palese ed esplicita offesa della fede cattolica - ha spiegato l'avvocato Francesco Minutillo, che assiste i fedeli - realizzando il vilipendio tanto della fede stessa quanto delle migliaia di fedeli, che giustamente scandalizzati ed indignati, hanno già sottoscritto appelli di chiusura e rimozione della mostra e partecipato a pubbliche preghiere di riparazione.

Fin qui niente da eccepire in quanto la mostra s'è tenuta in un luogo sacro e se ne sarebbe offesa la sensibilità . Ma da li avanzare anche la richiesta del sequestro delle opere affinché venga immediatamente fermato lo scempio in corso”.Mi sembra proprio censura bella e buona

26.11.22

Femminismo, l’ultimo tabù ? di www.associazionevivarte.com

 Il femminismo è da sempre stato uno dei movimenti più importanti della storia. Se non il più importante. Quando si pensa a questo movimento, che incarna valori sacri e fondamentali come libertà, parità, giustizia, è difficile pensare che all’interno di esso ci possano essere delle sfumature. Perché sfumature e non troncamenti? Usare la parola “troncamento” - come mi è capitato leggere durante la fase di documentazione - mi è sembrato se posso dire errato, oppure non “esatto.” Partendo dal presupposto che il femminismo per tutti quei valori, quei messaggi che porta, viaggia in una linea temporale diversa, più longeva, più propensa al cambiamento, al superamento di valori basilari, si trova sempre avanti rispetto - se possiamo dire - ai giorni nostri. E qui viene posta l’attenzione su tematiche molto profonde, tematiche più mature, più sensibili, che possono creare disaccordi su questioni delicate, molto delicate. Si cerca di raggiungere un obiettivo comune, di ottenere risultati prefissati e di raggiungere un punto di arrivo, ovvero il benessere comune, la parità dei sessi, la fine del sessismo, la possibilità di potersi affermare, la possibilità di poter dipendere da uno stipendio paritario, uguale all’altro sesso. Ma soprattutto, questione più importante, la sicurezza, il rigetto contro ogni forma di violenza, abuso, contro il femminicidio, senza dimenticare quanto questo punto sia importante e riportato - come giusto che sia - in ogni protesta, ogni anno dal movimento femminista. In una dimensione così “radicata” è automatico che scaturiscano altre problematiche, altri dibattiti. E di cosa parliamo esattamente? Si parla principalmente del Sex Worker. Ma prima di iniziare ad argomentare un tema così delicato, dobbiamo fare alcuni passi indietro.  Nel 1982 ci fu la “Barnard Conference on Sexuality”, una riunione in cui presero parte due schieramenti. C’era già da tempo questa divisione interna tra femministe anti-pornografia e femministe pro sesso. Lo scopo di questa riforma era quello di cominciare a considerare il sesso come atto oltre lo scopo riproduttivo. Perché proprio negli anni ‘80? La nascita del porno vero e proprio è riportata negli anni ‘70 esattamente in Danimarca, quando il governo accettò di finanziare un documentario dal nome “Sexual Freedom in Denmark”. Un documentario in cui un intervistatore intervista 5/6 donne con quale ha successivamente rapporti sessuali. In seguito a questo, vennero girati altri documentari. Gli Stati Uniti, che avevano registrato alcuni cortometraggi con il nome di “Stag Film, Sexploitaton” per accontentare i clienti più in voga nei bordelli, non persero tempo e lanciarono i primi film pornografici. Come “Mona”, dove una ragazza vuole mantenere la sua verginità, ma praticando solo il sesso orale. Successivamente uscì il film “Deep Throat” (“gola profonda”), che diede il via a molte, moltissime polemiche.  Questi film andavano a costituire sempre di più quella forma di libertà, quel sesso pensato in maniera “libera” come “puro piacere” che si stava creando in quei tempi. Tornando alla nostra domanda (perché proprio durante gli anni ‘80?), negli anni ‘80 ci fu un vero e proprio boom, un’impennata per l’industria pornografica, dal momento che non si registravano più film nei cinema per via dell’avvento, della nascita delle videocassette, del registratore, e il mondo del porno arrivò nelle case. Era più facile interagire con esso. Tornando alla manifestazione svoltasi nel 1982, la “Barnard Conference on Sexuality”, ci fu uno scontro tra le femministe anti-pornografia e pro sesso. Le femministe anti-pornografia vedevano il porno come un qualcosa di sbagliato, sporco, senza nessuna morale, dove le donne erano viste solo come contenitori, e recitavano durante i film la parte passiva. Inoltre alcuni generi che stavano nascendo in quell’epoca, tra i quali “gonzo” - ovvero sesso violento - erano visti come privi di morale, privi di piacere e si riaffermava sempre più forte la sottomissione della donna.  Le femministe pro sesso invece ritenevano il porno come un’affermazione del sesso intenso come piacere, sesso liberatorio, una realtà nella quale la donna è libera di intraprendere esperienze sessuali alla stessa stregua di un maschio. Vedevano quindi nel porno un progresso, un passo in avanti. A questo scopo è stato creato anche il porno femminile. Un porno con produttori e attrice femminili, dove la femmina mantiene uno status paritario a quello maschile. È difficile delineare come l’evoluzione del mondo del porno abbia influenzato esattamente la prostituzione. Non ci sono abbastanza informazioni per stabilire una correlazione cronologica specifica, ed è molto difficile stabilire dei dati, ma esiste una piccola relazione tra questo mondo, il porno, e la prostituzione. Oltre il fatto di essere, al giorno d’oggi, due professioni molto contestate e condannate. Per quanto riguarda il mondo del porno, non esistono, oppure se esistono sono rari, i dibattiti in cui si parla di “tutela”. Tutela delle porno-attrici. Prima di affrontare il mondo più “vicino a noi” delle sex worker, dobbiamo soffermarci sulle migliaia di ingiustizie che si registrano nel mondo del porno.  Nella sua testimonianza Shelley Lubben, ex pornostar, afferma precisamente i disagi perpetuati nel mondo del porno. Come manchi uno sportello diretto di ascolto per le attrici. Nel mondo del porno le attrici la maggior parte delle volte si vedono costrette a girare video porno non pattuiti in precedenza, e si vedono costrette perché in caso minacciate di licenziamento o mancato pagamento. Inoltre i controlli medici eseguiti sulle attrici da parte di cliniche raccomandate dalle case pornografiche, sono fuorvianti. Shelley Lubben riporta appunto come a volte, anche ex-pornostar si fingevano dottoresse, facendo finta di eseguire i controlli. Inoltre c’è lo stress psicologico a cui deve andare una pornostar, come dimostrano i casi di suicidio registrati ultimamente, come quello di Augusta James, pornostar venticinquenne trovata impiccata in a un albero, o quello di Shyla Stylez. Tutto questo, se nel mondo del porno può essere in  parte “protetto” data la sua natura legale e la presenza di case pornografiche che tutelano la salute delle loro attrici con controlli medici effettivi, non avviene per quanto riguarda la prostituzione, il sesso per strada.  La vera domanda, la domanda principale che una femminista radicale pone a una sex worker, è sempre la stessa: “Se avessi la possibilità di scegliere, faresti veramente questo?” oppure “Perché la maggior parte delle ragazze che si prostituiscono o fanno questo tipo di lavoro scappano da situazioni di povertà e forte disagio?”. Perché un fenomeno che viaggia, purtroppo, in parallelo, intrecciato, interconnesso con quello delle sex worker - e crea questa spaccatura tra chi vorrebbe abolire definitivamente la prostituzione e chi vorrebbe invece legalizzarla - è la tratta delle persone. Se andiamo a vedere i numeri in Italia le prostitute sono per il 55% rumene e il 17% minorenni. Le ragazze vengono “raccattate” nel vero senso della parola nei loro paesi. Il pappone dopo svariate promesse le convince, in un modo o nell’altro, a venire in Italia. Esiste anche l’approccio “Big Lover” in cui il ragazzo si finge innamorato e le dice di lavorare un po’ per strada solo per fare un po’ di soldi. Queste ragazze si ritrovano, successivamente, senza soldi, senza casa, senza una guida, senza un sistema adeguato a far fronte alla loro condizione. Perché la dura realtà è questa. In questo contesto rientrano anche le sex worker, che, però, non vogliono essere confuse per vittime della tratta. Loro condannano la tratta, ma condannano anche un governo che applica una politica totalitaria senza trovare delle sfumature in tutto quello che reputa sbagliato. Perché nelle varie interviste presenti qui, con appositi link, si vede come le sex worker si autodefiniscono come dei veri e propri lavoratori e come vorrebbero pari dignità rispetto ad altri lavori. E le sex worker condannano come il regime applicato dal governo, sia negli stati esteri, sia in Italia, sia sempre una politica un po’ di “facciata”. In Italia una sex worker è costretta a lavorare in strade periferiche, lontane dal centro dove corre più pericoli. In un’intervista condotta a una sex worker Italiana che lavora in Germania si vede come ci siano dei veri e propri limiti. Alcuni siti, ad esempio, dove la sex worker interagiva con altre sex worker e con i clienti che frequentava, sono stati chiusi dal governo. Si mettono, insomma, sempre più pericolo le sex worker, e si vuole una maggiore libertà affinché questa manifestazione venga accettata, legalizzata, così da poter correre meno rischi. Dall’altra parte c’è chi vede l’affermazione delle sex worker, la legalizzazione della prostituzione, come qualcosa di utopico che non metterà fine allo sfruttamento.  Perché si vive con la concezione di un mondo malato, un mondo sporco, e si vede quella frontiera, quel raggiungimento di nuovi obiettivi come qualcosa di lontano, forse irraggiungibile. È stato riscontrato che molti magnaccia usano video porno per preparare molte ragazze - arrivate dalla tratta - a prostituirsi per strada. Alcuni studi dicono che il porno spinge a molti comportamenti abusivi, aggressivi, spinge a riprendere alcuni comportamenti nella vita reale. Come ad esempio riporta la ex pornostar Shelly Urber, il sesso è inteso nel porno come un qualcosa come “voler ferire, voler fare male, abuso”. Tutte tematiche riportate anche nel mondo reale. E in questa frattura che si crea, ci sono vittime, ci sono ragazze spinte a prostituirsi, e ci sono sex worker costrette ad andare incontro a una criminalizzazione sempre più marcata delle loro attività.  È un processo forse partito molto tempo fa. Un processo in cui non si può creare quel mondo sicuro dove tutte le professioni possono essere “libere” di essere svolte. E la parola “libera” si riferisce sempre ad un grado di sicurezza di tutti, un grado che sembra difficile da poter mantenere, con la tratta, ma anche con la realtà in cui ci troviamo. La domanda è questa: il non legalizzare il sex worker è veramente un tabù? È veramente sicuro in un mondo come questo? E mondo non in un senso generico perché tutto qui è riportato solo ed esclusivamente in un’ottica concreta, reale, attraverso testimonianze. Perché quando il porno ebbe il suo boom con l’avvento delle videocassette, molte persone chiedevano, una nicchia cospicua, porno brutale, porno animale, violento. Difficile, certo, immaginare una netta correlazione tra questo e prostituzione. Ma c’è una sorta di “sottotesto”. C’è un “sottotesto” che ci porta ad interrogarci di fronte alle mille perplessità che possono scaturire da questa “lotta” tra la legalizzazione e non, tra giusto e sbagliato. Perché il porno di tratta è ancora vigente e mostra molti disagi. Per numero di vittime, per numero di morti, abusi, violenze perpetuate da magnaccia e da clienti. Si legge di clienti più anziani che non si fanno scrupoli nel finire a letto con  ragazze più giovani. E quindi quanto questo potrebbe essere veramente rimosso, in un contesto di legalizzazione? Oppure, se anche ci fosse la legalizzazione, la tratta verrebbe veramente eliminata ? 

Seguono alcuni dei link che trattano a fondo il tema delle sex worker e femminismo. Per una maggiore documentazione:

9.5.21

ma basta mestolare sul caso grillo e company un po' di rispetto per le vittime

sfogliando https://news.google.com/foryou?hl=it&gl=IT&ceid=IT%3Ait sono capitato in questa anteprima
Mi    chiedo   ma  basta parlare di questi assatanati ( metaforicamente  parlando  )     che da come si sarebbero comportati  e  dalle   acuse  che li vengono rivolte      sembra che non abbiano ai visto .... e considerano il sesso come un diritto ed un obbligo . Quindi   per rispetto   soprattutto  delle due vittime  i come afferma Luca Marfé 



 << [...] 𝒶𝒹ℯ𝓈𝓈ℴ 𝓈ℯ 𝓂𝒶ℊ𝒶𝓇𝒾 𝓁𝒶𝓈𝒸𝒾𝒶𝓂ℴ 𝓁𝒶𝓋ℴ𝓇𝒶𝓇ℯ 𝒾 𝓂𝒶ℊ𝒾𝓈𝓉𝓇𝒶𝓉𝒾, ℯ 𝒶𝒹𝒹𝒾𝓇𝒾𝓉𝓉𝓊𝓇𝒶 𝓁𝒶 𝓈𝓂ℯ𝓉𝓉𝒾𝒶𝓂ℴ 𝒹𝒾 𝓂𝒶𝓈𝓉𝓊𝓇𝒷𝒶𝓇𝒸𝒾 𝒸ℴ𝓃 𝓆𝓊ℯ𝓈𝓉𝒶 𝓋𝒾𝒸ℯ𝓃𝒹𝒶, 𝒸𝒾 𝒻𝒶𝒸𝒸𝒾𝒶𝓂ℴ 𝓉𝓊𝓉𝓉𝒾 𝓆𝓊𝒶𝓃𝓉𝒾 𝓊𝓃𝒶 𝒶𝓈𝓈𝒶𝒾 𝓅𝒾𝓊̀ 𝒷ℯ𝓁𝓁𝒶 𝒻𝒾ℊ𝓊𝓇𝒶 .>>


Almeno fino  a processo   

24.5.20

il documentario porno e libertà racconta il viaggio dalla trasgressione e libertà al conformismo e alla mercificazione della pornografia

Durante il periodo lock down coprifuoco per codiv 19 \ coronavirus avevo letto e riletto dei saggi sulle conquiste degli anni 60\80 in particolare quelle sula sfera sessuale , ed alcune di queste facevano riferimento al documentario porno e libertà . Non riuscendolo a trovare free in rete o a noleggio in un negozio di cd e dvd , l'ho noleggiato con youtube . Esso è Il racconto di una generazione di attori e cineasti. ma non solo , che ha deciso di sfidare la cultura religiosa e puritana attraverso la realizzazione di film pornografici, intesi come strumento di liberazione sessuale .
Un documentario , interessantissimo e senza peli sulla lingua  sopratutto affronta l'argomento senza tabù e giudizi preconcettuali .
Infatti  secondo la   voce  https://it.wikipedia.org/

“Per liberare la sessualità bisognava portarla al suo culmine. Come pornografia”. Era l’Italia degli anni Settanta, del moralismo cattolico e del comunismo che si ammantava di puritanesimo. “Nei confronti del sesso c’era ( ed  ancora  c'è anche  se  non più come  prima    ma  c'è   corsivo mio    )   un clima da Inquisizione spagnola, si veniva arrestati solo perché in possesso di riviste pornografiche. Fu allora che decisi di fare la mia rivoluzione”. A parlare è Lasse Braun “inventore” del cinema a luci rosse e re della “Sex Revolution” che nel 1969 contribuì a far abolire il reato di “oltraggio al pudore” in Danimarca, aprendo la strada al resto d’Europa. Scomparso nel 2015, è uno dei protagonisti di “Porn to be free- Porno e libertà ” di Carmine Amoroso, il documentario sulla controcultura pornografica degli anni Settanta, presentato in anteprima al Biografilm Festival di Bologna, in sala dal 24 giugno. "Il porno l'ho inventato io, questa è la verità" rivendica nel film colui che nel 1974 fu il primo a sbarcare a Cannes con un hard, “French Blue”. “Volevo far deflagrare la pornografia nel tempio del cinema”.Da Ilona Staller (in arte Cicciolina) al “Che Guevara del porno” Riccardo Schicchi, dalla “porno femminista” Giuliana Gamba a Helena Valena, un’allegra banda di rivoltosi ironici e dissacranti combatté negli anni Sessanta  \ Settanta una battaglia contro censura e tabù, pronti a farsi arrestare guidati da un sogno: lo "stato di felicità permanente" si raggiunge attraverso la liberazione del piacere. Così il porno si fece gesto politico, militanza contro sensi di colpa e perbenismo che soffocavano il sesso e l’amore. “Nudi sì, ma contro la Dc” gridava nel 1976 al Parco Lambro di Milano una folla di ragazzi e ragazze completamente svestiti contro i formalismi e in nome dell’utopia, mentre la pornografia diventa buona per l’arte, bucando l’immaginario collettivo, riscattando qualunque volgarità: le sale cinematografiche tradizionali chiudevano lasciando il posto al cinema porno (si arrivò a produrre 200 film in un solo anno), nel fumetto arrivarono Vincenzo Sparagna e l’ardimentosa rivista Frigidaire, che in copertina accostava con naturalezza Ilona Staller a Norberto Bobbio, in Francia faceva capolino Charlie Hebdo e a Bologna Andrea Pazienza. Un’onda d’urto che si infranse anche in Parlamento: sostenuta dai radicali con Marco Pannella (che nel film ne racconta la candidatura) Cicciolina fu la prima attrice porno a entrare a Montecitorio dal 1987 al 1992, eletta nelle file del Partito dell’Amore, fondato da quell’uomo “a metà tra l’avventuriero, l’intellettuale e il businessman” che era l’eclettico Schicchi, dirà nel documentario Giampiero Mughini.
Erano quelli i tempi dell’ “Ultimo Tango a Parigi” censurato, “la libertà di pornografia come unico mezzo per vincere la pornografia dirà il regista Bernardo Bertolucci facendo appello al suo partito, il Pci, affinché non vincesse l’oscurantismo, e di “Porci Con Le Ali” di Marco Radice e Lidia Ravera, che in “Porn to be Free” ricorda come le attrici fossero chiamate a incarnare l’immaginario maschile. In questo mix che alterna spezzoni di film a interviste, materiali d’archivio a retroscena sul set, “mi premeva raccontare, in un’epoca di neopuritanesimo qual è la nostra, la storia incredibile e poco conosciuta di un gruppo di provocatori che negli anni settanta hanno condiviso con coraggio una visione della pornografia come espressione politica”, dice Amoroso. “La pornografia, oggi più che mai, va difesa dagli oscurantismi politici e religiosi”. Curioso che il film sia stato respinto da tutti i produttori italiani cui il regista si è rivolto e abbia dovuto far appello al crowdfunfing. "Siamo creature politiche e sessuali insieme" conclude Judith Malina, anima del Living Theatre, scomparsa nel 2015. "Ma a volte cerchiamo di separare le due cose, stupidamente".

 Ma sopratutto affronta l'argomento senza tabù e giudizi preconcettuali . Infatti  esso  è Un ulteriore viaggio , che completa ed approfondisce questo questo saggio interessantissimo 


Pornocultura : viaggio in fondo alla carne
Mimesis, 2016 - 142 pagine
Copertina anterioreSelfie maliziosi, Youporn, Grindr, sexting, online dating, scenari politici traboccanti di umori e allusioni sexy, performance oscene e dedali a luci rosse, estetiche morbose a ornamento delle comunicazioni più disparate, live cam, gay-for-pay, gif porno, dickpic, stanze private, dark room, pornhorror, feticismo gotico e barocco, love doli, fucking machine, realcore, lingerie erotica, jockstrap: dissoluto e fastoso, crudo e sovresposto, il porno brulica trionfante dalle maglie del web 2.0 agli scenari urbani, dagli schermi mediatici agli interstizi del quotidiano, invadendo le trame della vita pubblica, surriscaldando le connessioni elettroniche e impregnando di sesso la socialità contemporanea. Benvenuti nella pornocultura. Quali sono le origini, la genealogia e gli effetti di questa scena convulsa? Di quale condizione annuncia la venuta? Cosa sacrificano e battezzano i riti pagani, gli orgasmi multipli e gli scambi di questo teatro dell'osceno senza pareti? Quali nuove frontiere implica la rivelazione degli abissi fino a poco tempo fa inesplorati dai più? Investigando fino alle sue più estreme conseguenze il legame intimo tra l'erotismo e la morte qui in opera, il saggio intravede nell'irruzione della pornocultura, al di là del bene e del male, il declino del soggetto moderno e i primi vagiti di una nuova carne di cui è ormai urgente comprendere la forma, il senso e l'etica.

  da  me recensito   me  autori intervistati 

Un   Viaggio  iniziato    con   Fq -Millenium  ( inserto mensile de il fatto quotidiano  )  Luglio 2018


Un addentrarsi nel mondo del proibito al fianco di storici, sociologi, scrittori e pornostar.Praticamente   porno e libertà  è la  sintesi      di questi due  viaggi  . fa  capire  come  si  sia  passati  da   una pornografia hot   cioè   dove  c'era   ancora  la  distinzione fra erotismo  e  pornografia    alla pornografia  vera  e propria  ,  da  qualcosa  di liberatorio   d'apertura     che   si metteva  in  aperto contrasto  con  il controllo  sociale  diretto  e  indiretto del Vaticano   da  solo o tramite i  suoi , ipocriti  per  lo più  ,  referenti politici  -.  Un viaggio  da   ciò  che  prima  era      trasgressione ora   è solo merce    \  contentino   per la massa  e  non più liberazione  

7.9.19

non tutto il porno viene per nuocere C’è una buona ragione per guardare video porno su Pornhub (e non è quella che state pensando)

Leggi anche Microplastiche, l’invasione invisibile


da https://www.peopleforplanet.it/

La piattaforma ha lanciato un video hot per sostenere la raccolta fondi a favore di un'associazione che si impegna nella pulizia di oceani e spiagge“The Dirtiest porn ever” è il video di LeoLulu pubblicato su PornHub che aiuterà a raccogliere fondi per la pulizia dei mari (fonte: Pornhub)

Un video a luci rosse per raccogliere fondi per la pulizia dei mari. È questa l’ultima trovata di Pornhub. Il portale erotico ha pubblicato The Dirtiest Porn Ever, un video di 11 minuti in cui una coppia di attori hard (gli amatoriali Leolulu) è impegnata su una spiaggia ricoperta di spazzatura, che durante il filmato viene ripulita.


Infatti    dalla  descrizione del video

Pornhub is all about getting dirty, and so are we. But when it comes to the millions of tons of waste that wash up on our shores each year, we could all stand to clean up our act. That’s why we teamed up with them to create The Dirtiest Porn Ever: An adult film shot on one of the most polluted beaches in the world. And to help clean it up… we want you to get down and dirty. For every view of this video, Pornhub will make a donation to Ocean Polymers to help them in their efforts to help preserve our oceans and beaches. For more information, and tips on how you can help, visit www.dirtiestporn.com To find out more about Ocean Polymer, visit https://www.cleanourocean.com/
Pornhub si occupa di sporcarsi, e anche noi. Ma quando si tratta di milioni di tonnellate di rifiuti che si riversano sulle nostre coste ogni anno, potremmo tutti sopportare di ripulire il nostro atto. Ecco perché abbiamo collaborato con loro per creare The Dirtiest Porn Ever: un film per adulti girato su una delle spiagge più inquinate del mondo. E per aiutarti a ripulirlo ... vogliamo che ti sporchi e ti sporchi. Per ogni visione di questo video, Pornhub farà una donazione a Ocean Polymers per aiutarli nei loro sforzi per aiutare a preservare i nostri oceani e le nostre spiagge. Per ulteriori informazioni e suggerimenti su come aiutare, visitare il sito www.dirtiestporn.com Per ulteriori informazioni su Ocean Polymer, visitare https://www.cleanourocean.com/

Ottima  la provocazione    trovata  di marchenting. , infatti  , ogni volta che plastica e altri rifiuti vengono rimossi, si libera la visuale sui due attori porno. L’obiettivo del sito è ammiccare agli utenti del portale hot per raccogliere fondi per l’associazione Ocean Polymers, impegnata nella pulizia di spiagge e oceani.
Pornhub non è nuova a iniziative fuori dagli schemi per sostenere la difesa dell’ambiente. Nel 2014 si è impegnato a piantare un albero ogni 100 video guardati dai propri utenti. Al momento il video della spiaggia ha totalizzato quasi 3 milioni di visualizzazioni. Se volete contribuire alla causa sapete cosa fare.


8.6.17

dopo i fatti alle scuole elementari di Modena Scuola, l'educazione sessuale è ancora una questione irrisolta







Frasi e disegni espliciti sull'atto sessuale tra un uomo e una donna in un libretto di educazione sessuale destinato ad una quinta elementare di #Modena (  trovate  oltre  che nel  video   sotto  anche    nell'url sopra  i fatti  nel dettaglio   )  






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 I genitori hanno protestato per i contenuti troppo spinti per i figli di dieci anni. Ma al di là di questo caso, il tema dell'educazione sessuale in Italia resta una questione irrisolta. Il nostra Paese infatti è uno dei pochi in Europa dove questa materia non rientra nel programma scolastico ministeriale . Infatti  sia  nel  paese  rela (  iniziative  culturali  , politiche  , sociali , religiose , eccdal basso e  dalla gente  )  sia  in  quello  istituzionale (  delle leggi , dei burocrati , degi apparati   , dei politicanti  ,  dellecaste  \  griuppi di pressione ecc )  è  sempre  stato ,  nonostante   lo svecchiamento  degli anni  60\80 (  anche   se  ancora  ne  sopravvivono delle  forti sacche  )  in matreria di morale  sessuale  ed  etica    vedere  sia i  commenti  all'articolo  : 1)  sia le proteste  di Adinolfi e Binetti    contro il decreto sulle  unioni civcili  ., 2)  la    semicensura  alla  puntata  ( ne trovate  maggiori  dettagli su questo blog  , cercatelo nell'archivio ) alla trasmissione  presa  diretta  dello scorso anno   sul  cyber bullismo  sulla mancasnza  di educazione sessuale  nelle scuole   italiane  e  il confronto con quelle europee  .3 ) la legge  , poi  smontata pezzo per  pezzo d sentenze   costitruzionali  della magistratura  ,  sula procreazione assista ed  il mancato raggiungimento del quorium al referendum  abbrogrativo   dovuto  all'invito  all'astensione da partedel  vaticano  e  dai suoi lachè plitici  e falsi  convertiti cattolici , Ecco l'eterno dibattito  



Bruno Mari · 

I genitori devono imparare a stare fuori dalla didattica di una scuola, a dieci anni c'è già chi inizia ad eiaculare e più della metà dei bambini già si è masturbato
Mi ricordo che anche io a 10 anni feci educazione sessuale a scuola e i termini sono e devono essere quelli: pene e vagina.

Se avete problemi a spiegare una cosa così naturale ai vostri figli è vostro il problema, non della scuola.
Cristina Cri Raffi · 

E gli insegnanti dovrebbero avvisare i genitori se si toccano argomenti di un certo livello.
Il signore intervistato ha chiesto questo, e ha perfettamente ragione.
Poi, quello che non hanno figli, che non ci arrivino non è un problema: prima o poi capiranno.
Mi piaceRispondi227 giugno 2017 13:18
Bruno Mari · 

Cristina Cri Raffi L'educazione sessuale in quinta è in programma almeno dal 2001. Non è compito degli insegnanti avvertire i genitori di ogni cosa succeda a scuola, è compito dei genitori avere fiducia del lavoro degli insegnanti. E non ce n'è.
E comunque magari date uno smartphone ai vostri figli e pensate di controllare ciò che imparano?
Mi piaceRispondi187 giugno 2017 13:29
Claudio Pelli
se crediamo che i figli sono importanti possiamo lasciar fare a veri esperti non al nostro "buon senso". E gli esperti insegnano che c'è tempo e tempo. Se si vuole dare una corretta educazione affettivo sessuale a dei bambini è necessario partire dei loro bisogni e non dai nostri. A 10 anni non gliene può fregare di meno della meccanica dell'atto sessuale. Si può stare più sul vago senza negare loro il fatto che un bimbo derivi dall'amore tra mamma e papà.
Mi piaceRispondi237 giugno 2017 14:19
Vincenzo Derobertis
Avessero gli insegnanti dato una cosa del genere a mio figlio senza avvisarmi, il minimo che avrebbero ottenuto da me sarebbe stata un'infuriata seguita da una denuncia. Il minimo.
Altro che fiducia.
Mi piaceRispondi157 giugno 2017 14:25

Claudio Claudio
E' una soddisfazione constatare i progressi della gloriosa cavalcata italica verso nuove, inesplorate vette di assolutismo statalista orwelliano. A quanto pare abbiamo raggiunto un nuovo traguardo: ora i nostri figli potranno guardare allo stato come fornitore unico della dose di pornografia quotidiana prescritta a norma di legge. Attendo fiducioso altre conquiste sul fronte del monopolio statale sui bisogni naturali; chessò, potremmo introdurre l'eutanasia obbligatoria per gli over-settanta, così la smettono di rompere i coglioni alle povere risorse nordafricane costrette a emigrare per venire qui a mantenerli. Del resto, constato con incredulità, per non dire con disperazione, che secondo alcuni dei malati mentali che hanno commentato qui sotto "i genitori devono imparare a stare fuori dalla didattica di una scuola". Insomma, non siamo più individui sovrani, e i nostri figli non sono più cosa nostra. Li abbiamo sfornati per affidarli entusiasticamente alle amorevoli e premurose braccia dello stato. Di questo stato mafioso e clientelare, per inciso. A tutti i genitori che non hanno nulla da eccepire alla pornografia somministrata dalla scuola elementare pubblica ai loro figli, ed anzi plaudono perché fa tanto progressista, sapete che c'è? Fate vomitare. Siete un gregge belante di pecore decerebrate, e meritate pienamente l'estinzione demografica, culturale e identitaria verso cui la penisola si è incamminata ormai da tempo a passo inesorabile
Bruno Mari · 

Infatti la questura è piena di denunce ad insegnanti fatte da genitori ignoranti che invece di figliare avrebbero dovuto continuare ad aspettare la cicogna. Se non vuoi che tuo figlio impari "troppo presto" come funziona la natura lo tieni a casa, o lo porti dalle suore, o gli dai una zappa in mano, sicuramente non denunci una persona che sta facendo il suo fottuto lavoro. Se non vi è chiaro, è perché siete stupidi

[---] (  continua  nei comenti all'articolo  ,  vedere  url   sopra    al post  )  

 . Io  i sto     co n Bruno e  Cristina  perchè la presa  di posizione  dei genitori   ( o almeno  di alcuni  d'essi  è  un contro senso    visto che danno il cellulare    e ipad  ai propri figli   senza    educarli ad  unso critico   o  mettono  le  loro foto  sui social   con il rischio   che  finiscano in mano ai pedofili  vedi    l'allarme  lanciatoi da soro   -- garante  della privacy --  e  dala polixza  postale  , e poi si lamedntano  con insegnanti  se   fanno circolare  libretti  come questi    o  deipedofili  magari chiedendo ed  invocando provvedimenti forcaioli come pena  di morte     o castrazione  chimica  .
A 10\12 anni io e i miei compagni di classe parlavamo di sesso. Era uno degli argomenti più gettonati. Se ne parlava in modo ignorante, stereotipato e spesso volgare.Ed  io  facecvo  già  discorsi  da  film porno e   iniziavo a vedere  i   fumnetti  hard   per  poi passare ai  14\5  ai film  
Non far fare educazione sessuale nelle scuole significa scegliere di lasciare i bambini da soli nell'affrontare questo argomento. Perchè i genitori come  i più retrogradi dei  commenti   all'articolo  con il loro stupore e la loro indignazione dimostrano solo di non rendersi conto di cosa pensano i bambini di quell'età.Inoltre nell'articlo  non é fatto nessun riferimento sull'autore /gli autori dell'opuscolo. Verosimilmente sono sessuologi esperti o psicologi esperti che sanno come scrivere per i bambini di questi argomenti. Dall'articolo si capisce che più che altro si sono trovati in difficoltà i genitori e non i bambini....Forse perché quando erano piccoli loro non hanno ricevuto questo tipo di lezioni e quindi non sanno rispondere alle normali curiosità dei bimbi senza essere loro,per primi, in imbarazzo.
C
oncludo   condividendo  quanto   dicono sempre  dai  commenti  all'articolo  (  ne  trovate  sopra    l'url dell'articolo )    di http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/ 

Mauro Savazza · 

Chiara, ha perfettamente ragione: ogni cosa a suo tempo. Ecco perché è giusto che la scuola intervenga laddove i genitori non siano in grado di fare corretta educazione sessuale. Mia figlia ha 10 anni e queste cose le conosce benissimo, ed è in grado di capire cosa accade al suo corpo e a quello delle sue amiche in una fase di trasformazione che talvolta può anche spaventare. Aspettare oltre i 10 anni è assolutamente inutile.

e



Elisa Cafissi · 
Lavora presso Cafissi Spa

Vorrei dire a tutti quelli a cui ciò pare normale e che giudicano chi dice che tutto ciò è vermante assurdo Come moralisti o bigotti ecc ! lamentatevi poi se vostra figlia vi torna incinta a 12 anni mi raccomando !! . ok l'educazione sessuale ( l'abbiamo fatta anche noi a scuola ) ma così con tali disegnini e soprattutto desrcizioni esplicite per un BAMBINO perchè in TEORIA a 10 anni ancora sono bambini !, mi pare veramente troppo ! se poi vi pare normale vi dico solo che una mia parente aveva in classe una sua amica ...rimasta incinta a 13 anni !e andata ad abortire !vi paiono cose normali ? MA giàààà ora la società è cambiataaaa , siamo nell'"era moderna " e noi siamo i bigotti ( buffo sentirselo dire a 31 anni ) !!!  ... imi hanno scritto " le ragazzine restano incinta a 13 anni perchè il genitore non insegna al figlio come mettere il preservativo " ,.....ma sta demente perchè non dice al figlio che il preservativo può anche rompersi e la ragazzina può cmq restar incinta ? ( e ad alcune mie amiche è successo così ...fortunatamente a 20 anni ) ! .....
perchè non insegnano invece cosa è un follicolo ? cosa è una cisti ovarica ? o magari il varicocele ? dato che molti uomini si trovano a 40/45 anni senza manco sapere di averlo ??
perchè non si insegna il RISPETTO ? altrui .
no ma siamo nell'era moderna dove il sesso è normale a 10 anni ,dove TUTTI DEVONO avere per forza l'i-phone nuovo perchè sennò non va bene e magari il genitore deficente fa pure la fila fuori per comprarglielo e poi si lamenta che nn arriva a fine mese ! siamo nell'era in cui i BAMBINI di 10 anni devono uscire e tornare alle due la sera perchè sennò piccinini non va bene ! dovew tutto è dovuto .
insegnate ad avere un pò di doveri ! che sarebbe meglio che poi vi ritrovate figli che a 30 anni non sanno fare un cazzo !


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...