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31.10.23

Prato, la prof incinta dell'alunno 14enne condannata a 6 anni, il marito: «Quel bambino lo crescerò come fosse mio. Mia moglie? L'ho perdonata»

 


riordinando  i  giornali per  la  diferenziata     ho trovato  che    nei giorni  scorsi    c'è  stata   la  conclusione della  vicenda  processuale  della  professoressa di Prato che ha avuto un figlio da un suo alunno 14enne. La vicenda ha suscitato molto scalpore in Italia e ha avuto una vasta copertura mediatica. La  donna è stata condannata a sei anni di carcere per atti sessuali e violenza sessuale per induzione su minore


Qui  un sunto  della  vicenda 


I  giornali  ed  i media    parlano  anche della  reazione del marito per  le reazioni    " non violente   " nei  confronti  ella  moglie   e  del ragazzo  minorenne  . Il marito della donna, come riportato da Internapoli.it e Fanpage.it, ha dichiarato di voler crescere il bambino come se fosse suo .  Infatti    a Vanityfarair  ha  dichiarato :  «Non mi piace passare per quello che non ha colpe, in passato avevo commesso errori anche io. Abbiamo parlato dopo lo scandalo, come si fa fra persone civili. Tutto si può salvare se si analizza. Stiamo insieme sin da giovani, ne abbiamo passate tante».Uno di quei pochi uomini che  , non a  parole  ,  a saputo mettere in pratica  il perdono  ed  la  comprensione  , è riuscito  lucidamente  senza  farsi trasportare  dall'odio  ed  dal rancore  la  situazione   anche analizzandosi   senza  scaricare  tutto  su  di lei  ed  a mettere   da parte   la  sua mascolinità     e il suo orgoglio ferito    .Un altro   l'avrebbe lasciati al  loro  destino  ( nei  migliori  dei  casi )  oppure  insultata   ed stalkerizzata   se non addirittura  uccisa\i (  nel peggiore  dei casi  )  .  Un  uomo  cosa  , rara  parlo per  esperienza  personale ,  che mette    da parte  il suo  orgoglio  ferito  da  un  tradimento .Molto saggia la  ecisoe  :    « Molti pensavano che avrei lasciato mia moglie, ma il nostro rapporto, invece, si è rafforzato. Tutto si può salvare se si analizza. Stiamo insieme sin da giovani, ne abbiamo passate tante», spiega il marito della donna pratese al Corriere della Sera. Egli  dovrà badare da solo a due bambini, il quindicenne di cui è padre biologico e il bambino di 5 anni di cui ha rivendicato la paternità. «Ma per me non esiste differenza, sono i miei figli», precisa immediatamente.

8.6.17

dopo i fatti alle scuole elementari di Modena Scuola, l'educazione sessuale è ancora una questione irrisolta







Frasi e disegni espliciti sull'atto sessuale tra un uomo e una donna in un libretto di educazione sessuale destinato ad una quinta elementare di #Modena (  trovate  oltre  che nel  video   sotto  anche    nell'url sopra  i fatti  nel dettaglio   )  






.


 I genitori hanno protestato per i contenuti troppo spinti per i figli di dieci anni. Ma al di là di questo caso, il tema dell'educazione sessuale in Italia resta una questione irrisolta. Il nostra Paese infatti è uno dei pochi in Europa dove questa materia non rientra nel programma scolastico ministeriale . Infatti  sia  nel  paese  rela (  iniziative  culturali  , politiche  , sociali , religiose , eccdal basso e  dalla gente  )  sia  in  quello  istituzionale (  delle leggi , dei burocrati , degi apparati   , dei politicanti  ,  dellecaste  \  griuppi di pressione ecc )  è  sempre  stato ,  nonostante   lo svecchiamento  degli anni  60\80 (  anche   se  ancora  ne  sopravvivono delle  forti sacche  )  in matreria di morale  sessuale  ed  etica    vedere  sia i  commenti  all'articolo  : 1)  sia le proteste  di Adinolfi e Binetti    contro il decreto sulle  unioni civcili  ., 2)  la    semicensura  alla  puntata  ( ne trovate  maggiori  dettagli su questo blog  , cercatelo nell'archivio ) alla trasmissione  presa  diretta  dello scorso anno   sul  cyber bullismo  sulla mancasnza  di educazione sessuale  nelle scuole   italiane  e  il confronto con quelle europee  .3 ) la legge  , poi  smontata pezzo per  pezzo d sentenze   costitruzionali  della magistratura  ,  sula procreazione assista ed  il mancato raggiungimento del quorium al referendum  abbrogrativo   dovuto  all'invito  all'astensione da partedel  vaticano  e  dai suoi lachè plitici  e falsi  convertiti cattolici , Ecco l'eterno dibattito  



Bruno Mari · 

I genitori devono imparare a stare fuori dalla didattica di una scuola, a dieci anni c'è già chi inizia ad eiaculare e più della metà dei bambini già si è masturbato
Mi ricordo che anche io a 10 anni feci educazione sessuale a scuola e i termini sono e devono essere quelli: pene e vagina.

Se avete problemi a spiegare una cosa così naturale ai vostri figli è vostro il problema, non della scuola.
Cristina Cri Raffi · 

E gli insegnanti dovrebbero avvisare i genitori se si toccano argomenti di un certo livello.
Il signore intervistato ha chiesto questo, e ha perfettamente ragione.
Poi, quello che non hanno figli, che non ci arrivino non è un problema: prima o poi capiranno.
Mi piaceRispondi227 giugno 2017 13:18
Bruno Mari · 

Cristina Cri Raffi L'educazione sessuale in quinta è in programma almeno dal 2001. Non è compito degli insegnanti avvertire i genitori di ogni cosa succeda a scuola, è compito dei genitori avere fiducia del lavoro degli insegnanti. E non ce n'è.
E comunque magari date uno smartphone ai vostri figli e pensate di controllare ciò che imparano?
Mi piaceRispondi187 giugno 2017 13:29
Claudio Pelli
se crediamo che i figli sono importanti possiamo lasciar fare a veri esperti non al nostro "buon senso". E gli esperti insegnano che c'è tempo e tempo. Se si vuole dare una corretta educazione affettivo sessuale a dei bambini è necessario partire dei loro bisogni e non dai nostri. A 10 anni non gliene può fregare di meno della meccanica dell'atto sessuale. Si può stare più sul vago senza negare loro il fatto che un bimbo derivi dall'amore tra mamma e papà.
Mi piaceRispondi237 giugno 2017 14:19
Vincenzo Derobertis
Avessero gli insegnanti dato una cosa del genere a mio figlio senza avvisarmi, il minimo che avrebbero ottenuto da me sarebbe stata un'infuriata seguita da una denuncia. Il minimo.
Altro che fiducia.
Mi piaceRispondi157 giugno 2017 14:25

Claudio Claudio
E' una soddisfazione constatare i progressi della gloriosa cavalcata italica verso nuove, inesplorate vette di assolutismo statalista orwelliano. A quanto pare abbiamo raggiunto un nuovo traguardo: ora i nostri figli potranno guardare allo stato come fornitore unico della dose di pornografia quotidiana prescritta a norma di legge. Attendo fiducioso altre conquiste sul fronte del monopolio statale sui bisogni naturali; chessò, potremmo introdurre l'eutanasia obbligatoria per gli over-settanta, così la smettono di rompere i coglioni alle povere risorse nordafricane costrette a emigrare per venire qui a mantenerli. Del resto, constato con incredulità, per non dire con disperazione, che secondo alcuni dei malati mentali che hanno commentato qui sotto "i genitori devono imparare a stare fuori dalla didattica di una scuola". Insomma, non siamo più individui sovrani, e i nostri figli non sono più cosa nostra. Li abbiamo sfornati per affidarli entusiasticamente alle amorevoli e premurose braccia dello stato. Di questo stato mafioso e clientelare, per inciso. A tutti i genitori che non hanno nulla da eccepire alla pornografia somministrata dalla scuola elementare pubblica ai loro figli, ed anzi plaudono perché fa tanto progressista, sapete che c'è? Fate vomitare. Siete un gregge belante di pecore decerebrate, e meritate pienamente l'estinzione demografica, culturale e identitaria verso cui la penisola si è incamminata ormai da tempo a passo inesorabile
Bruno Mari · 

Infatti la questura è piena di denunce ad insegnanti fatte da genitori ignoranti che invece di figliare avrebbero dovuto continuare ad aspettare la cicogna. Se non vuoi che tuo figlio impari "troppo presto" come funziona la natura lo tieni a casa, o lo porti dalle suore, o gli dai una zappa in mano, sicuramente non denunci una persona che sta facendo il suo fottuto lavoro. Se non vi è chiaro, è perché siete stupidi

[---] (  continua  nei comenti all'articolo  ,  vedere  url   sopra    al post  )  

 . Io  i sto     co n Bruno e  Cristina  perchè la presa  di posizione  dei genitori   ( o almeno  di alcuni  d'essi  è  un contro senso    visto che danno il cellulare    e ipad  ai propri figli   senza    educarli ad  unso critico   o  mettono  le  loro foto  sui social   con il rischio   che  finiscano in mano ai pedofili  vedi    l'allarme  lanciatoi da soro   -- garante  della privacy --  e  dala polixza  postale  , e poi si lamedntano  con insegnanti  se   fanno circolare  libretti  come questi    o  deipedofili  magari chiedendo ed  invocando provvedimenti forcaioli come pena  di morte     o castrazione  chimica  .
A 10\12 anni io e i miei compagni di classe parlavamo di sesso. Era uno degli argomenti più gettonati. Se ne parlava in modo ignorante, stereotipato e spesso volgare.Ed  io  facecvo  già  discorsi  da  film porno e   iniziavo a vedere  i   fumnetti  hard   per  poi passare ai  14\5  ai film  
Non far fare educazione sessuale nelle scuole significa scegliere di lasciare i bambini da soli nell'affrontare questo argomento. Perchè i genitori come  i più retrogradi dei  commenti   all'articolo  con il loro stupore e la loro indignazione dimostrano solo di non rendersi conto di cosa pensano i bambini di quell'età.Inoltre nell'articlo  non é fatto nessun riferimento sull'autore /gli autori dell'opuscolo. Verosimilmente sono sessuologi esperti o psicologi esperti che sanno come scrivere per i bambini di questi argomenti. Dall'articolo si capisce che più che altro si sono trovati in difficoltà i genitori e non i bambini....Forse perché quando erano piccoli loro non hanno ricevuto questo tipo di lezioni e quindi non sanno rispondere alle normali curiosità dei bimbi senza essere loro,per primi, in imbarazzo.
C
oncludo   condividendo  quanto   dicono sempre  dai  commenti  all'articolo  (  ne  trovate  sopra    l'url dell'articolo )    di http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/ 

Mauro Savazza · 

Chiara, ha perfettamente ragione: ogni cosa a suo tempo. Ecco perché è giusto che la scuola intervenga laddove i genitori non siano in grado di fare corretta educazione sessuale. Mia figlia ha 10 anni e queste cose le conosce benissimo, ed è in grado di capire cosa accade al suo corpo e a quello delle sue amiche in una fase di trasformazione che talvolta può anche spaventare. Aspettare oltre i 10 anni è assolutamente inutile.

e



Elisa Cafissi · 
Lavora presso Cafissi Spa

Vorrei dire a tutti quelli a cui ciò pare normale e che giudicano chi dice che tutto ciò è vermante assurdo Come moralisti o bigotti ecc ! lamentatevi poi se vostra figlia vi torna incinta a 12 anni mi raccomando !! . ok l'educazione sessuale ( l'abbiamo fatta anche noi a scuola ) ma così con tali disegnini e soprattutto desrcizioni esplicite per un BAMBINO perchè in TEORIA a 10 anni ancora sono bambini !, mi pare veramente troppo ! se poi vi pare normale vi dico solo che una mia parente aveva in classe una sua amica ...rimasta incinta a 13 anni !e andata ad abortire !vi paiono cose normali ? MA giàààà ora la società è cambiataaaa , siamo nell'"era moderna " e noi siamo i bigotti ( buffo sentirselo dire a 31 anni ) !!!  ... imi hanno scritto " le ragazzine restano incinta a 13 anni perchè il genitore non insegna al figlio come mettere il preservativo " ,.....ma sta demente perchè non dice al figlio che il preservativo può anche rompersi e la ragazzina può cmq restar incinta ? ( e ad alcune mie amiche è successo così ...fortunatamente a 20 anni ) ! .....
perchè non insegnano invece cosa è un follicolo ? cosa è una cisti ovarica ? o magari il varicocele ? dato che molti uomini si trovano a 40/45 anni senza manco sapere di averlo ??
perchè non si insegna il RISPETTO ? altrui .
no ma siamo nell'era moderna dove il sesso è normale a 10 anni ,dove TUTTI DEVONO avere per forza l'i-phone nuovo perchè sennò non va bene e magari il genitore deficente fa pure la fila fuori per comprarglielo e poi si lamenta che nn arriva a fine mese ! siamo nell'era in cui i BAMBINI di 10 anni devono uscire e tornare alle due la sera perchè sennò piccinini non va bene ! dovew tutto è dovuto .
insegnate ad avere un pò di doveri ! che sarebbe meglio che poi vi ritrovate figli che a 30 anni non sanno fare un cazzo !


19.12.16

Si fa foto "hot" a 13 anni e l'amichetta le divulga Sexting, allarme in rete: in Veneto due casi al mese di abusi a sfondo sessuale con minori e non solo proragonisti

Leggendo- la news sotto mi viene  da pensare   che se , lo so  che sarà un po'  masachilista  e  al limite del sessismo  ma  è la prima  volta  che sento  di  fatto di sexting   commesso  da  una ragazza  ,  i  genitori del ragazzo in questione  Non hanno fatto denuncia perchè la vittima è un ragazzo, se invece era una ragazza la vittima vedevate che putiferio veniva fuori.Purtroppo    Due  considerazioni  non biasimo  anche  se io avrei usato    al termine  volgare  e sessistya  " troiette  " poco di  buono   

Marco Desi · 

Lavora presso Ingegnere civile

a 13 anni sono gia dei piccoli delinquentelli o troiette e non sono cosi innocenti come gli vogliono far passare
Mi piaceRispondi28 h
Inoltre  bisogna  precisare  come fa 
Sarah Fantato
"Tiziana Cantone, la ragazza napoletana suicidatasi dopo che i suoi video intimi col fidanzato sono diventati virali in rete.".
Intanto quello non era il fidanzato, e i video li aveva messi in rete lei stessa.
Attenzione che adesso tutti questi deficienti esibizionisti diventano santi martiri.
Mi piaceRispondi6 h


concordo   con  
Efren Volpi · 


La famiglia che sappia e abbia voglia di educare ormai è un reperto da libro cuore. Con tutte le schifezze sociali che i media ci propongono ogni battere di ciglia ( corruzione, furti, estorsioni ricettazione , violenze, favoreggaiamenti vari) come possono dei genitori di media cultura presi dall'idoleologia da grande fratello e dalla frenesia di accumulare l'accumulabile...come e dove possono trovare il tempo da dedicare ai pargoli.....Ma se li portemo tuti i fin de la semana a magnar na pissa in ristorante o quando che xe bel tempo via a Sottomarina o Asiago?...una delle tante scuse per costringere i figli ad andare dove piace ai grandi.
Soluzioni non ne vedo, anche perchè affidarli ai nonni oggigiorno c'è il rischio che il nonno si trasformi in pedofilo...e allora?
Forse rimetterli in un collegio di gesuiti e finiti gli studi (da convittori) fargli fare due anni di naia. In passato questo sistema ha funzionato ed il paese non è caduto nel letamaio in cui tutti ci troviamo ora. Ultima ratio: censurare stampa e televisione e pretendere la patente alla maggior età per l'uso di cyberattrezzi.


http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/ 18 dicembre 2016


Si fa foto "hot" a 13 anni e l'amichetta le divulga
Sexting, allarme in rete: in Veneto due casi al mese di abusi a sfondo sessuale con minori proragonistidi Sabrina Tomè






VENEZIA. Due casi al mese con minori come vittime, una cinquantina all’anno con gli adulti. Sono i dati veneti sugli abusi a sfondo sessuale commessi in rete. Dati preoccupanti per entità, sui quali pesano anche i reati legati a un fenomeno relativamente nuovo e in forte espansione nel territorio regionale: il sexting, l’invio di messaggi o di foto sessualmente esplicite tramite il cellulare o altri mezzi informatici.






LA POLIZIA POSTALE «Un fenomeno la cui diffusione è spaventosamente alta», spiegano alla direzione centrale della Polizia Postale del Veneto, a Mestre, competente per le indagini in materia di reati informatici. Spesso la produzione e lo scambio di tale materiale si trasformano in una violazione penale, dalla “semplice” diffamazione per arrivare al più grave reato di pedopornografia.
E anche quando non c’è reato - o esso non è immediatamente individuabile - si verificano situazioni di disagio talmente pesanti da sfociare nel dramma, come il caso di Tiziana Cantone, la ragazza napoletana suicidatasi dopo che i suoi video intimi col fidanzato sono diventati virali in rete.





VITTIMA DELLA FIDANZATINA Non c’è reato, ma solo perché le parti hanno preferito evitare la denuncia per proteggere i giovanissimi protagonisti, nel caso di un ragazzino tredicenne veneto finito nella “trappola” del sexting.
La sua vicenda è stata seguita in questi mesi dalla Polizia Postale che è intervenuta dopo la segnalazione della scuola media frequentata dal ragazzino. Il quale, dopo essersi preso una cotta per una coetanea dello stesso istituto, ha risposto a una precisa richiesta della giovanissima compagna: che si scattasse una foto “intima” e gliela inviasse.
Il tredicenne si è fatto il sexy selfie e l’ha spedito via cellulare alla ragazzina. Che, forse per ingenuità o forse per scherzo, ha a sua volta mandato l’immagine alle amichette. Le conseguenze? Immaginabili.
La foto ha fatto il giro della scuola e il tredicenne è diventato bersaglio di battute e di derisione da parte degli studenti di tutto l’istituto. Un incubo per il giovanissimo; fortunatamente quella foto è finita anche nelle mani di un insegnante e sono scattati i provvedimenti. Della cosa sono stati informati i genitori. La ragazzina ha rischiato la denuncia al tribunale dei Minori, ma le parti hanno preferito evitare - vista l’età dei protagonisti - la soluzione penale e le pesanti conseguenze relative puntando a recuperare la situazione attraverso il dialogo.
Così è stato chiesto l’intervento della Polizia Postale per un’attività di prevenzione e pacificazione: gli investigatori si sono presentati a scuola e hanno fatto lezione sui pericoli e le violazioni via web. Colloqui mirati sono stati fatti inoltre con la vittima e con la ragazzina che ha messo in moto il perverso meccanismo.
SEXY RICATTO DI MASSA Ma non sono soltanto i minori, le vittime degli abusi in rete. Anche gli adulti, senza arrivare al caso del suicidio di Napoli, rischiano di restare intrappolati nei meccanismi di qualche macchinazione a sfondo sessuale. Proprio il Veneto è diventato epicentro di una sexy estorsione di massa.
Il caso è esploso a fine estate: da allora, agli uffici della Polizia Postale, arriva una denuncia alla settimana, mentre le telefonate con richiesta di informazioni sono quotidiane. Tutto è iniziato con una serie di messaggi da parte di bellissime ed ammiccanti ragazze che, sui social, hanno cominciato ad adescare maschi di diverse età.
Dopo un primo scambio di messaggi, la chat è diventata privata con invio di video nei quali la bellissima si spogliava. La fase successiva è stata la richiesta al maschio di fare altrettanto. Molti hanno accondisceso e sono finiti nella trappola.
Una volta trasmesso il video è partito infatti il ricatto: «O mi invii 500 euro oppure le tue immagini hard verranno divulgate dicendo che tali gesti sono stati compiuti davanti a minori». Un incubo per moltissimi: lo scandalo rischiava di travolgere la loro vita, la loro professione, la loro famiglia. Qualcuno si è rivolto subito alla Postale, qualcuno lo ha fatto - stremato - dopo aver pagato ripetutamente. C’è chi ha sborsato “solo” 500 euro, chi è arrivato a versare 30 mila euro e in un caso anche 40 mila. Tra le modalità di pagamento richieste, anche il nuovissimo sistema dei “bitcoin”.
SOLDI IN COSTA D'AVORIO Le indagini condotte dai poliziotti informatici, indagini tuttora in corso, hanno portato a scoprire che i soldi partiti dal Veneto sono finiti in Costa d’Avorio e che dietro il profilo delle bellissime ragazze si nascondevano in realtà uomini specializzati in reati sul web. «Abbiamo consigliato alle vittime di segnalare immediatamente la presenza 



concludo   segnalando  :  
questo articolo  di    http://www.paroleostili.com/



Quando gli amici di Parole Ostili mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sulle mie, di parole ostili, mi è sembrato quasi troppo facile. Perché ognuno ha le sue idiosincrasie; nel mio caso, tante. Ci sono le parole inglesi montate su desinenze italiane (brieffare, skillato). Ci sono i gerghi burocratici, del marketing, delle aziende, che farebbero salire brividi sulla spina dorsale di Calvino (se oggi diciamo obliterare il biglietto, povero Italo, quanto hai parlato e scritto invano sull’antilingua). Ma siccome una delle mie qualifiche è quella di giornalista, per me ci sono soprattutto le aberrazioni dei titoli, degli articoli. Ci sono i velivoli, le vetture, i “gialli”, le splendide cornici di mille servizi delle sedi Rai regionali. Fastidiosi, ma in fondo innocui. Ci sono le espressioni molto meno innocue: lo stupro del branco, l’odio del web, la montagna killer, la strada assassina. Molto meno innocue perché deresponsabilizzano. Se è il branco a stuprare, non siamo noi. Non sono io. Se è il web che odia, io che c’entro? Se è la strada a essere killer o la montagna assassina, non sono io che eccedo i limiti di velocità, guido ubriaco o affronto una scalata senza l’adeguata preparazione. Sono le forze della natura. È colpa di qualcun altro. Tornare a dare alle parole il loro significato. Prendersi le giuste responsabilità. Evitare le frasi fatte, i cliché , la pigrizia, la sciatteria. Tornare a pensare e a scrivere di conseguenza. Sarebbe già un grande risultato - (....    continua  qui  )   


e   questo   libro   Pornocultura  viaggio  in fondo  ala carne  di 
Claudia AttimonelliVincenzo Susca



Pornocultura
Claudia Attimonelli, Vincenzo Susca

DESCRIZIONE BREVE

Selfie maliziosi, Youporn, Grindr, sexting, online dating, scenari politici traboccanti di umori e allusioni sexy, performance oscene e dedali a luci rosse, estetiche morbose a ornamento delle comunicazioni più disparate, live cam, gay-for-pay, gif porno, dickpic, stanze private, dark room, pornhorror, feticismo gotico e barocco, love doll, fucking machine, realcore, lingerie erotica, jockstrap: dissoluto e fastoso, crudo e sovresposto, il porno brulica trionfante dalle maglie del web 2.0 agli scenari urbani, dagli schermi mediatici agli interstizi del quotidiano, invadendo le trame della vita pubblica, surriscaldando le connessioni elettroniche e impregnando di sesso la socialità contemporanea. Benvenuti nella pornocultura. 
di cui prossimamente su queste pagine e sui miei social ci sarà un intervista agli autori del libro sopra  citato

25.2.13

occhio al pc se avete bimbi piccoli Pedofilia, abusi e adescamenti: i nuovi orchi navigano in Rete

musica  di sottofondo  bambini di Paola  Turci 

ho deciso di fare anzi meglio a riprendere ( vedere archivio del vecchio blog ) questo post dopo questa news mi pare  sull'unione  sarda   o la nuova  sardegna di qualche  giorno fa  



Il rapporto di Meter sui pericoli per i bambini nell'era digitale

di Luigi Barnaba Frigoli 

Adulti senza scrupoli che, utilizzando internet, adescano minori ignari per soddisfare le loro insane prurigini pedofile. Un fenomeno subdolo e inquietante che, purtroppo, in un'era dominata dalle nuove tecnologie come quella attuale, risulta essere sempre più all'ordine del giorno. 

LA DENUNCIA L'allarme arriva dall'associazione Meter, sodalizio sociale con sede ad Avola (in provincia di Siracusa), fondato nel 1989 da don Fortunato Di Noto proprio per tutelare l'infanzia a 360 gradi. Impietosi i dati contenuti nell'ultimo rapporto divulgato in questi giorni. Un dossier che punta i riflettori su molte delle principali emergenze che interessano il mondo dei piccoli. Come il moltiplicarsi del numero di bambini con meno di 13 anni che aprono profili su Facebook e sugli altri social network all'insaputa dei genitori, esponendosi alle insidie dei cyber-orchi (1.274 le segnalazioni arrivate a Meter lo scorso anno contro le 1.087 del 2011). 
LA ZONA OSCURA Ma a destare preoccupazione e sconcerto sono anche i numeri relativi al proliferare dei siti internet pedopornografici: oltre 100mila quelli scoperti dal 2002 a oggi, di cui 35mila individuati negli ultimi due anni. E questo solo per quel che concerne il web “visibile”. Quello, cioè, tradizionale, accessibile a tutti. L'ultima frontiera della cyberpedofilia, infatti, è rappresentata dal cosiddetto “deep web”. Si tratta di una sorta di sottorete internet, ad accesso più ristretto, quindi più subdola e difficilmente individuabile dalle autorità preposte (altamente specializzati in Italia sono gli agenti della Polizia Postale) dove sta aumentando in maniera pressoché incontrollabile la divulgazione di immagini che ritraggono minori in pose osé se non addirittura video di abusi e sevizie. In questa parte nascosta dell'universo internet sono stati ben 56.357 i siti finiti nel mirino negli ultimi mesi. Un mondo oscuro “a parte”, insomma; un luogo virtuale, che consente ai pedocriminali di tutto il pianeta di “incontrarsi” e di scambiarsi materiale indecente in perfetto anonimato. Una “free zone” 550 volte più vasta rispetto al web tradizionale, dove vengono illecitamente trafficati quasi 600 miliardi di file, che forze dell'ordine, agenzie educative ed enti in prima linea per la prevenzione fanno sempre più fatica a tenere sotto controllo. 
GEOGRAFIA DEGLI ORCHI Il rapporto redatto da Meter riguarda anche la geografia dei siti pedofili. In questo senso, l'osservazione dei domini conferma il ruolo di spicco dei Paesi Europei nell'utilizzo della Rete per la diffusione di materiale a contenuto pedopornografico e, in particolare, della Russia che con le estensioni .ru e .su copre 571 degli oltre 1.500 siti segnalati negli ultimi tempi. L'Asia è rappresentata in primo luogo dal Giappone con il dominio .jp (267 siti), l'Africa in egual misura dalla Libia e dalle Isole Mauritius (rispettivamente 80 e 79), l'America dagli Stati Uniti (67) e l'Oceania dalle Isole Cocos (37). 
Non esente dal giro, purtroppo, l'Italia. Anche la Penisola, infatti, ricopre il suo piccolo, squallido ruolo all'interno del panorama della criminalità pedofila in rete con 36 siti individuati. Più in generale, ad alimentare la rete pedopornografica mondiale è sicuramente l'Europa, che da sola detiene il 50,7 per cento della fetta di questa amara torta. 
SEXTING Ancora, il rapporto Meter mette l'accento anche su nuovi, preoccupanti fenomeni che serpeggiano tra i giovanissimi parallelamente al diffondersi di internet. A cominciare dal sexting. Un neologismo composto dalle parole inglesi sex (sesso) e texting (digitare), che indica l'abitudine ad avere conversazioni a sfondo sessuale con amici o sconosciuti, arrivando anche a scambiarsi foto e filmati in atteggiamenti più che espliciti. Il risultato (tralasciando ovviamente le implicazioni sociologiche e psicologiche di questa vera e propria moda) è che i minori, più o meno inconsapevolmente e comunque senza riflettere sulle conseguenze, diventano essi stessi produttori di materiale pedopornografico, esponendosi al rischio di essere ricattati oppure di finire sugli schermi e nelle grinfie elettroniche delle persone sbagliate. Per comprendere l'entità del fenomeno anche in questo caso sono eloquenti i numeri: nel 2012 sono stati (parlando solo dei casi accertati) 5.640 i minori rimasti vittima di questo insano e sprovveduto giochetto. 
FACEBOOK E CO Da questo punto di vista, la diffusione dei social network tra gli adolescenti - o meglio l'uso di questi ultimi senza debita supervisione da parte degli adulti – può contribuire ad amplificare il rischio. Da uno studio effettuato nel mese di novembre 2012 dallo staff di Meter nelle scuole primarie di Avola (770 gli alunni complessivamente intervistati) emerge che il 99 per cento dei bambini (di età compresa tra i 9 e i 10 anni) possiede un profilo su Facebook, quasi sempre attivato dopo aver falsificato età e identità. La conclusione? «È impressionante - osserva Meter - come bambini così piccoli abbiano la libertà, senza alcun controllo da parte dei genitori, se non marginale, di utilizzare i social network, che vengono percepiti più come un gioco che non come mezzo di comunicazione». 
CYBERBULLI Non espressamente monitorato dal dossier di Meter, ma comunque diffuso tra le nuove generazioni, è anche il fenomeno del cyberbullismo, ovvero le molestie messe in atto da adolescenti nei confronti di altri adolescenti utilizzando email, messaggistica istantanea, blog e via dicendo. Senza tralasciare, anche in questo caso, Facebook, Twitter e gli altri social network. Stando a un rapporto del Telefono Azzurro, relativo al 2011, in Italia un ragazzo su cinque ha scoperto in Rete informazioni false sul proprio conto. Menzogne e accuse che in certi casi possono trasformarsi in minacce e persecuzioni. Un altro studio, del 2008, ha rilevato che su un migliaio di studenti delle scuole medie inferiori e superiori del nostro Paese circa il 15 per cento è stato vittima di bulli via chat, sms o posta elettronica.  (....)  
Questo perché, si legge nelle dichiarazioni d'intenti dell'associazione, «non basta solo la denuncia demandata alle forze di polizia, non basta solo un report o statistiche per la repressione o per stroncare il turpe commercio pedopornografico, ma ci vuole anche una rete capillare di persone competenti e motivate, capaci di collegarsi con la società in cui vivono, perché si crei una mentalità di vigilanza, di sostegno e protezione dell'infanzia come tale, rendendo l'abuso, e l'omertà che lo copre con i suoi paludosi silenzi, un crimine insopportabile per la coscienza collettiva». 
Affidandosi a questa convinzione, dal 2002 l'opera di sensibilizzazione dello staff di Meter sul rischio rappresentato dalle nuove tecnologie per i minori ha raggiunto e coinvolto complessivamente oltre 18mila persone, tra cui 8.190 studenti, grazie a iniziative nelle scuole, convegni, dibattiti, corsi di formazione e incontri privati, organizzati in tutta Italia, da Roma a Savona, da Messina a Bari, passando per Siracusa, Marsala, Milano, Catania e Padova. 
Ma, fortunatamente, sono molte le organizzazioni a tenere costantemente puntati i propri radar sulle insidie e sui problemi che riguardano i giovanissimi. Il già citato Telefono Azzurro, l'Unicef, l'associazione Prometeo solo per citarne alcune. 
I RISULTATI E proprio in virtù dell'opera meritoria di queste realtà, che operano a stretto contatto con le forze dell'ordine, molti casi di pedofilia o di molestia nei confronti dei minori sono stati scoperti e sbaragliati. L'ultimo in ordine di tempo in Sicilia, ancora una volta grazie a Meter. Una segnalazione effettuata alla Procura di Siracusa proprio dal fondatore don Fortunato Di Noto ha infatti permesso di individuare e denunciare un uomo di 35 anni per aver adescato on-line un ragazzino di 11. Il sacerdote aveva ricevuto il racconto del padre del fanciullo, che era stato contattato da uno sconosciuto su Facebook ed era stato oggetto di alcune proposte di natura sessuale. 
Dopo l'esposto di Meter, i magistrati hanno immediatamente autorizzato la Polizia Postale ad agire sotto copertura e dopo avere conquistato la fiducia del pedofilo, fingendosi a loro volta ragazzini sul social network, i cyberagenti sono riusciti ad ottenere un appuntamento con il sospettato, mettendolo di fronte alle sue responsabilità. Un caso eloquente, e purtroppo non isolato, dove le autorità hanno potuto intervenire, tra le prime volte in Italia, in virtù della Convenzione di Lanzarote, adottata anche dal nostro Paese lo scorso autunno. 
LA CARTA DI LANZAROTE Si tratta di una serie di norme riconosciute a livello internazionale, che consentono, una volta inserite nei codici penali vigenti, di contrastare la pedocriminalità e i nuovi fenomeni di sfruttamento sessuale dell'infanzia. 
Tra i capisaldi della Convenzione (fatta propria, oltre che dal governo italiano, anche da Danimarca, Francia, Grecia, Malta, Olanda, San Marino, Serbia, Albania e Spagna) l'introduzione di nuovi reati prima non previsti, come l'istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia e, appunto, l'adescamento attraverso internet. 
La Convenzione, inoltre, prevede pene più severe per i maltrattamenti in famiglia, l'associazione a delinquere a danno dei minori, la prostituzione e la pornografia minorile. 
Uno strumento importante, insomma, per condurre una battaglia sempre più ostica, ma che è necessario vincere a tutti i costi.

 sia perchè le piaghe   ( io condanno di più la 2 in quanto :   sono cose diverse vedere i collegamenti citati. Ma soprattutto perchè  :1)  spessissimo anche  se   come  dice  una degli esperti   d'antipedofilia   Loredana Morandi  : <<  non sono la stessa cosa. La pedopornografia è il commercio della pornografia su minori, la pedofilia invece è la malattia e la perversione dell'acquirente delle foto. Ovvero: chi scatta foto e gira filmati pedopornografici potrebbe non essere pedofilo, ma di fatto è certamente la più schifosa razza di criminale esistente per il dolore che provoca a creature innocenti. >>  Infatti   molto spesso la pedofilia è in molti casi degenerazione della  pedopornografia . E poi non è detto che un pedopornografo pratichi anche la pedofilia o viceversa anche se per la maggior parte delle associazioni dell'infanzia e  anti pedofile    è difficile pensare di scindere le due cose. )  della pedopornografia e pedofilia

veicolata attraverso internet che merita una lotta a 360 gradi. Scuola, genitori, società civile, mondo dell’associazionismo devono mobilitarsi prima che questa «peste» continui a mietere vittime . 
Lo so che a molti  , non solo i mie  amici\conoscenti   con prole  o nipoti  darà fastidio il fatto che un single non i faccia i c...i suoi si metta a pontificare ( mettere il nbaso si diceva una volta ) sulle loro decisioni \ metodo d'educare i figli .Ma purtroppo la pedofilia o la pedo pornografia ( per no parlare di cyber bullismo , ma non è questo l'argomento del post ) sta avendo il sopravvento .E poi e qui ( ed   questo   una  delle origini di questo post  )n  mi rivolgo agli amici\che , conoscenti e\o semplici utenti di facebook e degli altri social network , che mettono come  foto di profilo e\o negli album fotografici le foto del proprio figlio\an o nipote ma non lo sapete che esse posso essere preda di sporchi  pedofili visto chela privacy in rete è una chimera ? .
Come difendersi allora  ?   sempre  secondo  l'articolo prima  citato  : << (....)  La domanda, allora, nasce spontanea: cosa è possibile fare per proteggere i più piccoli da questa vasta, pericolosa, tentacolare selva oscura? Come spesso accade, di grande utilità possono rivelarsi educazione e prevenzione. Ma un aiuto può arrivare anche dalle realtà in prima linea in questa battaglia sempre più dura. La stessa associazione Meter, ad esempio, che, nel suo piccolo, di risultati ne sta ottenendo parecchi. Il tutto, grazie a un centro di ascolto, (collegato al numero verde 800.455270) cui rivolgersi per chiarimenti o segnalazioni. Una mano tesa ai genitori che in una decina d'anni ha fornito supporto e sostegno a centinaia di famiglie. In particolare, quelle di Sicilia, Lazio, Lombardia e Veneto, regioni che si confermano ai primi posti per numero di richieste. Tre, invece, i casi emersi nel 2012 dalla Sardegna . Importante, anzi fondamentale, resta comunque la prevenzione, capillare, nelle scuole e nelle parrocchie. >> . Infatti  un primo passo   sarebbe   quello  da   parte dei genitori   e parenti ( nonni , zii , cuigni ) di  non mettere pubblico sui sociual network o blog le foto di bambini . Controllando o chiedere alle maestre o ai docenti di scuola media ( perchè dopo i 14 non c'è più niente da fare o è più difficile , parlo per esperienza personale controllare il voler essere se stessi \ il slegarsi dalle pressioni dela famiglia dei ragazzi\e ) ad un uso consapevole e criticop della rete e dei cellulari


ecco cosa suggerisce  http://www.commissariatodips.it/
 e quest'altro sito  http://www.webalice.it/jack.rota/pclandia%20kids/difesa.htm, anche se per  i filtri è antiquato perchè  ormai i bambini  ( ad esempio mia  nipote  acquisita  nipote  di un cugino di mio padre , riesce  ed  ha  6  anni  ad usare  l'ipad  e l'aifone  e le nuove  tecnologie  ) al di sotto dei  10 anni sanno già smanettare  e   con un po' di pratica  riescono ad  aggirare i filtri . Ma  soprattutto  fare pressioni sui politicanti   ( di destra , sinistra  , centro  ) perchè  :1 )
 non siano candidati  persone  del genere  

  2)  sia  ripristinato  l'osservatorio nazionale  sulla  pedofilia 

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...