da http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca del 07 luglio 2017
Lui diventa Silvia, lei diventa Alessandro: si incontrano e ora si sposano
Doppio cambio di sesso per la coppia che abita e lavora a Padova
di Vera Mantengoli
PADOVA. Una volta si chiamavano Gian Luca e Lisa. Lui abitava a Roma, faceva il parrucchiere e frequentava dei ragazzi. Lei invece è sempre rimasta a Padova, lavora ancora nella stessa grande azienda e nel suo passato ha una convivenza di dieci anni con una donna.
La loro vita procedeva come quella di tante altre, ma c’era qualcosa che li tormentava: entrambi si sentivano in un corpo che non era il loro e non potevano più mentire a sé stessi. Oggi quei due sono rispettivamente Silvia e Alessandro, hanno 31 e 44 anni, vivono a Padova e contano i giorni che li separano dal matrimonio, già fissato per il prossimo anno.
«Eravamo in un locale a Londra», racconta Silvia che da poco si è trasferita a Padova per seguire Alessandro. «Stavamo bevendo un bicchiere di Porto, avevamo chiesto del vino, ma non lo avevano. Alessandro continuava a dirmi di berlo, ma io non ne avevo voglia. Poi ho visto qualcosa luccicare nel fondo: era un brillante. Si è inginocchiato e mi ha chiesto di sposarlo. E ora eccoci qui insieme».
La loro vita ha una svolta quando Gian Luca a 27 anni decide di diventare Silvia e Lisa a 36 diventa Alessandro. Allora non si conoscevano, ma entrambi nel 2012 avevano deciso di fare un passo senza possibilità di ritorno. Purtroppo l’operazione di Silvia non è andata come sperava. «Mi sono accorta che qualcosa non andava in quarta elementare e ne sono sempre stata consapevole», racconta Silvia.
«A un certo punto ho deciso di farmi operare a Roma, ma è stato un disastro perché non mi hanno messo al corrente di tante possibili conseguenze. Ora ho fatto causa con l’avvocatessa Alessandra Gracis e sto valutando se operarmi ancora».
In pratica l’operazione non era riuscita in quanto i tessuti della vulva si erano richiusi. Ieri pomeriggio Silvia è andata a Venezia per incontrare la chirurga americana Marci Bowers, icona mondiale per chi si occupa di operazioni di riassegnazioni di genere e, a sua volta, uomo tantissimi anni fa. L’appuntamento è stato organizzato da Gracis che è diventata donna nel 2013, grazie a Bowers.
«Voglio avere una relazione completa con Alessandro», racconta Silvia, «quindi sto pensando se farmi operare ancora». Per Alessandro le cose sono andate in modo diverso e si sono concluse in modo positivo. Lui ha dovuto prima sottoporsi a un intervento per togliere il seno e l’apparato vaginale, realizzato a Bologna. Poi però è arrivata la parte ancora più complicata, quella della ricostruzione del pene.
«Quando ho deciso di fare l’operazione per cambiare sesso», racconta, «sono andato dal presidente della mia azienda a dirglielo. Lui si è dimostrato una persona davvero aperta. Mi ha detto che se la sua azienda si fosse fermata negli anni davanti alle diversità, non sarebbe mai cresciuta. Io ne sono rimasto colpito, soprattutto perché quel giorno ha aspettato che finissi di lavorare e poi ha chiamato tutti i dipendenti dicendo loro che non voleva sentire né battute, né barzellette, né nessun commento a riguardo. Mi ha chiesto però di non dire il nome dell’azienda».
Alessandro si è affidato al Belgio per la falloplastica: «Non mi sarei fidato in Italia», spiega, «ma devo ringraziare l’Asl di Padova perché mi ha aiutato a farmi riconoscere l’operazione che costa circa 70 mila euro e che mi hanno in gran parte rimborsato».
Oggi Alessandro contribuisce a dare supporto al vero ritrovo di chi ha «un disturbo di identità di genere»: la pagina Facebook FTM o MTF &Friends. La questione è attuale: «La biologia stessa insegna che la vita è diversità e non ci si può fermare all’idea che nasci uomo o donna», ha detto Bowers,in viaggio a Venezia.
«Le religioni fanno del bene, ma in questo caso bloccano la scienza impedendo ad alcune persone di diventare se stesse. Tutta la società è cresciuta opponendosi alla natura, tirarla in ballo solo per la questione sessuale è una mancanza di onestà».
PADOVA. Una volta si chiamavano Gian Luca e Lisa. Lui abitava a Roma, faceva il parrucchiere e frequentava dei ragazzi. Lei invece è sempre rimasta a Padova, lavora ancora nella stessa grande azienda e nel suo passato ha una convivenza di dieci anni con una donna.
La loro vita procedeva come quella di tante altre, ma c’era qualcosa che li tormentava: entrambi si sentivano in un corpo che non era il loro e non potevano più mentire a sé stessi. Oggi quei due sono rispettivamente Silvia e Alessandro, hanno 31 e 44 anni, vivono a Padova e contano i giorni che li separano dal matrimonio, già fissato per il prossimo anno.
«Eravamo in un locale a Londra», racconta Silvia che da poco si è trasferita a Padova per seguire Alessandro. «Stavamo bevendo un bicchiere di Porto, avevamo chiesto del vino, ma non lo avevano. Alessandro continuava a dirmi di berlo, ma io non ne avevo voglia. Poi ho visto qualcosa luccicare nel fondo: era un brillante. Si è inginocchiato e mi ha chiesto di sposarlo. E ora eccoci qui insieme».
La loro vita ha una svolta quando Gian Luca a 27 anni decide di diventare Silvia e Lisa a 36 diventa Alessandro. Allora non si conoscevano, ma entrambi nel 2012 avevano deciso di fare un passo senza possibilità di ritorno. Purtroppo l’operazione di Silvia non è andata come sperava. «Mi sono accorta che qualcosa non andava in quarta elementare e ne sono sempre stata consapevole», racconta Silvia.
«A un certo punto ho deciso di farmi operare a Roma, ma è stato un disastro perché non mi hanno messo al corrente di tante possibili conseguenze. Ora ho fatto causa con l’avvocatessa Alessandra Gracis e sto valutando se operarmi ancora».
In pratica l’operazione non era riuscita in quanto i tessuti della vulva si erano richiusi. Ieri pomeriggio Silvia è andata a Venezia per incontrare la chirurga americana Marci Bowers, icona mondiale per chi si occupa di operazioni di riassegnazioni di genere e, a sua volta, uomo tantissimi anni fa. L’appuntamento è stato organizzato da Gracis che è diventata donna nel 2013, grazie a Bowers.
DAL GAY PRIDE DI SASSARI 8\7\2017 DI www.facebook.com/claudiacrabuzzaofficial/ |
«Quando ho deciso di fare l’operazione per cambiare sesso», racconta, «sono andato dal presidente della mia azienda a dirglielo. Lui si è dimostrato una persona davvero aperta. Mi ha detto che se la sua azienda si fosse fermata negli anni davanti alle diversità, non sarebbe mai cresciuta. Io ne sono rimasto colpito, soprattutto perché quel giorno ha aspettato che finissi di lavorare e poi ha chiamato tutti i dipendenti dicendo loro che non voleva sentire né battute, né barzellette, né nessun commento a riguardo. Mi ha chiesto però di non dire il nome dell’azienda».
Alessandro si è affidato al Belgio per la falloplastica: «Non mi sarei fidato in Italia», spiega, «ma devo ringraziare l’Asl di Padova perché mi ha aiutato a farmi riconoscere l’operazione che costa circa 70 mila euro e che mi hanno in gran parte rimborsato».
Oggi Alessandro contribuisce a dare supporto al vero ritrovo di chi ha «un disturbo di identità di genere»: la pagina Facebook FTM o MTF &Friends. La questione è attuale: «La biologia stessa insegna che la vita è diversità e non ci si può fermare all’idea che nasci uomo o donna», ha detto Bowers,in viaggio a Venezia.
«Le religioni fanno del bene, ma in questo caso bloccano la scienza impedendo ad alcune persone di diventare se stesse. Tutta la società è cresciuta opponendosi alla natura, tirarla in ballo solo per la questione sessuale è una mancanza di onestà».
concludo con le note di
questione sessuale è una mancanza di onestà».