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31.8.25

Ritorno - La parola della settimana [ Non bisognerebbe mai ritornare ma ..... ]

Era  da  un  po'  che  non elucubravo ma  a  volte i  pensieri assopiti    riaffiorano  . E  questo è uno  dei
da https://chatgpt.com/
casi   .Infatti avolte   basta  un  film   un    trafiletto     su  notizie      culturali   .Sono  servite   la lettura   qualche  giorno   fa    di  questa breve  notizia  
ANSA - di Massimo Sebastiani.Ritorno - La parola della settimana
Se partire è un po' morire, tornare cos'è? Per molti è una specie di morte, la fine della spensieratezza e dell'assenza di costrizioni: ma bisogna vedere da dove si ritorna: da Troia
come Ulisse e con parecchia fatica? Dal carcere? (come Al Pacino-Carlito Brigante). O dall'inferno? O ad un amore lasciato e forse rimpianto? Dal tornio al ritornello fino all'eterno ritorno di Nietzsche, tutte le implicazione di una parola che, di nuovo, esalta l'ambiguità del suo significato. Come sapeva anche Franco Battiato che rilegge Bruno Lauzi.  Ascolta il podcast: https://tinyurl.com/mtrbh946

 

da google

e la visione su mymovie, ieri di e la visione su mymovie, ieri di Un divano a Tunisi (Un divan à Tunis) film del 2019 diretto e sceneggiato da Manele Labidi Labbé. Si tratta del primo lungometraggio della regista franco-tunisina.
A farmi   chiedere   elubricamente  se   ritornare   o non  ritornare  ?  

da https://www.meta.ai/@comadayboy_10k/


 Dilemma eterno quello  del ritornare o non ritornare. È una domanda che vibra di nostalgia, di possibilità, di timore e di speranza. E nel contesto del  post su Blogger, dove la frase  del  titolo  “Non bisognerebbe ritornare ma…” sembra, come  dice    il mio  grillo  parlante,   aprire una riflessione più profonda, direi che stai toccando una corda molto umana.
Infatti  ecco  la  nostra  discussione  

--  Ecco qualche spunto che potresti sviluppare:

 Ritornare

  • Per ritrovare sé stessi: A volte il ritorno è l’unico modo per capire quanto siamo cambiati.

  • Per chiudere un cerchio: Tornare può significare dare un senso a ciò che è rimasto incompiuto.

  • Perché il cuore lo chiede: Non sempre la logica guida le nostre scelte.

 Non ritornare

  • Per non riaprire ferite: Alcuni luoghi o relazioni appartengono al passato.

  • Perché il cambiamento è necessario: Restare nel nuovo può essere un atto di coraggio.

  • Per non idealizzare: Ciò che ricordiamo non sempre corrisponde alla realtà.

-- Infatti  a  volte   , soprattutto  quando  ( e  dopo  )  che   ci si avvina  ai 50  ,  quando  s'incomincia  a rimpiangere il passato * e   a non  accettare   che    i  giorni passano** e     tu non ci  puoi fare  niente  allora     si     che  bisognerebbe  non  ritonare ***   come  mi hai  suggerito   tu  mio  caro grillo parlante   \  coscienza  . Ma  ....  come  dicevo   nel  titolo  Ci sono strade che ci chiamano anche quando pensavamo di averle dimenticate. Odori, voci, silenzi che si insinuano nei sogni e ci riportano là, dove
da  facebbok 

tutto è iniziato. Ritornare non è solo un movimento del corpo: è un atto di coraggio, un confronto con ciò che eravamo e con ciò che non siamo più. E allora, forse, non bisognerebbe ritornare. Ma chi può resistere al richiamo di un luogo che ci ha amato, o ferito, o cambiato? E poi  Il tema del ritorno  il nostos, come lo chiamavano i Greci è una delle trame più potenti della letteratura di ogni tempo.
 
--- Esatto  .ecco alcuni esempi emblematici che  io  ricordo e    che  trovano conferma  nel suggerimento di  Copilot  ( IA  di  bing\ msn.it  ) che potresti includere nella    tua   riflessione  \  elucubrazione  per arricchirlo di riferimenti letterari e dare profondità al concetto:

📚 Esempi di ritorno nella letteratura

🏛️ Odissea di Omero  Il ritorno per eccellenza: Ulisse impiega dieci anni per tornare a Itaca dopo la guerra di Troia. Il suo viaggio è pieno di ostacoli, ma il desiderio di rivedere la sua terra e la sua famiglia lo guida sempre. È il modello archetipico del ritorno come prova, nostalgia e riconquista dell’identità.

🕊️ La Divina Commedia di Dante  Anche se non è un ritorno fisico, Dante compie un viaggio nell’aldilà per ritrovare la “diritta via”. Il ritorno alla luce, alla grazia, alla comprensione del mondo è un ritorno spirituale e morale. Il tema dell’esilio e del desiderio di tornare a Firenze è sotteso in tutta l’opera.

🌍 Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati  Il protagonista, Giovanni Drogo, attende per tutta la vita un evento che non arriva mai. Il ritorno qui è negato, rimandato, e infine svuotato di senso. È un ritorno mancato, che parla della vanità dell’attesa e del tempo che consuma.

🧳 Il ritorno di Casanova di Arthur Schnitzler Casanova, ormai vecchio, torna a Venezia cercando di rivivere i fasti del passato. Ma il ritorno è amaro: il tempo ha cambiato tutto, e lui stesso non è più l’uomo che era. Un ritorno che diventa confronto con la decadenza e la memoria.

✝️ La Bibbia – Il figliol prodigo  Una parabola che incarna il ritorno come redenzione. Il figlio che abbandona la casa e sperpera tutto, torna umiliato e viene accolto con amore. Il ritorno qui è perdono, riconciliazione, rinascita.

--- Mi  hai tolto   la  parola  di bocca  .  Infatti  è  vero anche    dai miei ricordi scolastici   e  dai  tuoi    ho  trovato   la  mia   risposta  a  il  titolo  \  riflessione  del post    Non bisognerebbe ritornare, ma…
Ulisse lo ha fatto. Ha sfidato dèi, tempeste e seduzioni per rivedere Itaca, per stringere di nuovo le mani callose di Penelope, per sentire il profumo della sua terra. Il suo ritorno non è solo geografico: è il recupero di un’identità, di un nome, di un destino.
Dante è tornato dalla selva oscura, attraversando l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Il suo ritorno è interiore, è la riscoperta della “diritta via” perduta. Non torna a Firenze, ma torna a sé stesso, alla luce, alla verità.Ritornare, allora, non è sempre fuga o debolezza. È a volte il gesto più audace: riconoscere che ciò che siamo è intrecciato a ciò che siamo stati.

- Esatto  .  e quindi  cosa   hai  scelto    tra le  due opzioni cioè  ritornare o non ritornare ?

 -- Ancora     non lo so  . Forse non è una scelta, ma una necessità che ci coglie all’improvviso. Come Ulisse, torniamo per riconoscerci. Come Dante, torniamo per salvarci. E anche se il tempo ha cambiato i luoghi, le persone, e noi stessi, il ritorno resta un atto di memoria, di amore, di verità.Non bisognerebbe ritornare, ma… a volte è l’unico modo per andare davvero avanti. proprio   come   nel  film    e serie tv   visti   mi pare  anche  recensite sui social e  sul blog  ed    alcuni spezzoni usati  come  citazioni     nel  blog . Infatti    Il tema del ritorno è centrale  come  già dicevamo anche nel cinema e nelle serie TV,  spesso come metafora di crescita, nostalgia, redenzione o resa dei conti. Ecco alcuni esempi presi  al mio archivio memorico e  da  internet  ( IA  compresa  )   potenti che potresti citare nel tuo post:

 Film sul ritorno

🏠 Big Fish (2003)

Un figlio torna dal padre morente per cercare di capire chi fosse davvero. Il ritorno qui è un viaggio nella memoria, tra mito e realtà.

🧳 Into the Wild (2007)

Un giovane abbandona tutto per cercare sé stesso nella natura. Il ritorno è negato, ma il desiderio di riconciliazione con la famiglia emerge nel finale.

🕰️ Ritorno al futuro (1985)

Un ritorno letterale nel tempo: Marty McFly viaggia nel passato per sistemare il presente. Il ritorno qui è anche una riflessione su identità e destino.

🏡 Manchester by the Sea (2016)

Un uomo ritorna nella sua città natale dopo la morte del fratello. Il ritorno è doloroso, ma necessario per affrontare il lutto e il passato.

📺 Serie TV sul ritorno

🌌 Dark (Netflix)

Il ritorno nel tempo è al centro della trama. Ogni personaggio affronta il passato per cercare di cambiare il futuro. Il ritorno è circolare, inquietante, filosofico.

🧠 Tutto chiede salvezza (Netflix)

Il protagonista ritorna alla vita dopo un ricovero psichiatrico. Il ritorno qui è interiore, verso una nuova consapevolezza di sé e degli altri.

🏫 L’attimo fuggente (film, ma spesso citato come riferimento educativo)

Il ritorno alla libertà di pensiero, alla poesia, alla voce interiore. Un classico che ispira ancora oggi.

🛫 The Leftovers

Dopo una misteriosa sparizione di massa, chi resta cerca di “ritornare” a una normalità impossibile. Il ritorno è spirituale, emotivo, esistenziale.


 --Grazie 
---figurati 

concludo    con questra  poesia   dell'amica   poetessa   Donna Altri Tempi 

 La vita mi ha insegnato
che le persone sono ponti o muri
radici che ti ancorano alla terra
o spine che si infilano nella carne.
Mi ha detto di riconoscere chi cura
chi ripara con mani gentili
chi resta quando tutto trema
e di allontanarmi da chi spegne la luce
nelle stanze più belle del mio essere.
Mi ha sussurrato che non c’è vergogna nell’andarsene
che il coraggio più grande
è lasciare ciò che ti soffoca
per tornare a respirare.
La vita mi ha insegnato
che bisogna provare tutto
anche il freddo dell’abisso
anche l’errore che brucia
Perché solo inciampando
si impara a camminare
e solo perdendosi
si scopre il sapore del ritorno.
Mi ha spiegato che giudicare
è violentare lo spazio altrui
un atto che ferisce sempre prima te stesso.
E che la compassione, invece
è un dono che non pesa mai.
La vita mi ha insegnato
che i viaggi sono specchi:
ogni luogo che visiti
è un frammento di te che non conoscevi.
Mi ha detto che la solitudine
è una maestra silenziosa
un rifugio che ti costringe a guardarti
a distinguere ciò che è vero
da ciò che hai costruito per gli altri.
E che nei momenti di silenzio più profondo
si trova la voce che avevi dimenticato.
La vita mi ha insegnato
che la gentilezza è un filo invisibile
che tiene stretto l’Amore.
Che Amare è un atto rivoluzionario
un salto nel vuoto che a volte eleva
e a volte ferisce
ma che è il solo modo per restare accesi.
Mi ha svelato che la poesia non salva il mondo
ma salva chi la tocca:
chi la scrive, chi la legge
chi si lascia attraversare dalle sue ferite.
E che gli esclusi
quelli dimenticati
gli invisibili
sono i custodi di un cuore segreto
un’anima che aspetta solo
di essere vista.
La vita mi ha insegnato
che i dettagli sono mappe di verità.
Il bordo scheggiato di un bicchiere
il suono delle foglie al mattino
il gioco di luci che filtra tra le persiane:
tutto parla, tutto vive.
Mi ha detto che ciò che gli altri non vedono
è dove si nasconde il miracolo.
E ora so che la vita non si misura
in successi o fallimenti
ma in quante volte hai scelto di lottare
di disobbedire e ciò che non sentivi tuo
di guardare i dettagli e trovarci l’immenso.
So che ogni ferita può diventare una porta
che ogni addio è un seme
che la perdita non è mai la fine
ma una soglia verso qualcosa di nuovo.
Perché alla fine, la vita mi ha insegnato questo:
che non siamo qui per vincere
ma per sentire.
Per abbracciare la bellezza fragile di ogni giorno
e lasciare che la luce
anche nei suoi spigoli più duri
ci sciolga il buio di dosso
e ci renda finalmente, vivi
e ci renda finalmente, liberi.
-Cinzia

con questo è tutto   vi  lascio  alla  Colonna  sonora  

 canzoni    citate  nel  post
  • Nostalgia  canaglia - Albano e  Romina ⋇
  • Non bisognerebbe  - Francesco Guccini ***
  • un altro giorno è  andato - Francesco Guccini **
    canzoni suggeritemi  da   copilot 
  • “Back to Black” – Amy Winehouse Il ritorno qui è doloroso, legato a una relazione tossica e alla dipendenza emotiva.
  • “Home” – Michael Bublé Una canzone che parla del desiderio di tornare a casa, alla semplicità e all’amore.
  • “Take Me Home, Country Roads” – John Denver Un classico che celebra il ritorno alle radici, alla terra natale, con un tono dolce e nostalgico.
  • “The Scientist” – Coldplay “Nobody said it was easy / No one ever said it would be this hard / Oh take me back to the start” — un ritorno al punto di partenza, per ricominciare.
    “Fix You” – Coldplay “Lights will guide you home” — una frase che racchiude il concetto di ritorno come guarigione e speranza.
    “Coming Home” – Diddy ft. Skylar Grey Parla di redenzione e del desiderio di tornare a casa, con un tono positivo e liberatorio.

26.5.24

LA “COMMEDIA” DI DANTE È PER TUTTI: L’OPERA EDUCA ALLA LIBERTÀ ED AL LIBERO ARBITRIO . MA ALLA SCUOLA DI TREVISO NON LO SANNO E LA VIETANO AI MUSSULMANI

Le  polemiche      recenti    sui  fatti      di  Treviso      sono il  risultato    quando mettiamo in mano a persone prive di equilibrio un potere di indirizzo didattico, siano imam delle madrasse o evolutissimi retori o in quest'ultimo caso professori schierati in senso unico nel quadro democratico, otteniamo risultati ugualmente a senso unico. Infatti si può essere integralisti anche alla rovescia favorendo il divisionismo culturale . Ed è ciò che è successo a  Treviso   dover   due studenti di religione musulmana di una scuola media sono stati esentati dal seguire le  lezioni sulla Divina Commedia .
Il motivo? L’opera è a sfondo religioso. E il ministro Piante⁷dosi ha mandato gli ispettori. ...  continua  su  : « Il caso della Divina Commedia censurata in una scuola di Treviso 2 studenti mussulmani sono stati esonerati dallo studio dell'opera ed è scoppiato il caso » 
Allora, proviamo a fare chiarezza e lo  facciamo con questo interessante   articolo  : 


Dante Alighieri era   un poeta cristiano, seguace della Scolastica di Tommaso d’acquino.

Però era anche un uomo libero, che oltre ad avere un’idea tutta sua di Impero ( forse detestava più i Guelfi neri dei Ghibellini, chissà, nella Commedia dissemina alcuni indizi su questo) parla lungo tutto il viaggio oltremondano di libero arbitrio, fino alle parole di congedo di Virgilio: “Non aspettar mio più dir né mio cenno; / libero, dritto e sano è tuo arbitrio”. Cosa evidentemente più di ambito laico che cristiano. E poi nello scrivere la Commedia il Dante in carne ed ossa costruisce retoricamente il Dante poeta che la sta scrivendo, cristiano di stretta osservanza, ma anche il Dante poeta pellegrino, colui che cammina i tre regni dei morti, e questo sembra essere molto più laico. Un esempio su tutti: il Dante scrivente scaraventa Paolo e Francesca all’inferno tra i lussuriosi, il Dante pellegrino nel sentire la loro storia addirittura sviene " io venni men così com’io morisse. / E caddi come corpo morto cade ". E in questo svenimento per l’emozione, è evidente, c’è il perdono. Dunque sì cristiano, però con dei però. Un altro indizio: quando nel Limbo lui e Virgilio sono in prossimità di un castello Dante scorge Socrate, Platone e poi Aristotele (vidi ’ l maestro di color che sanno) e più in là vede anche due filosofi più recenti: sono Avicenna e Averroè, musulmani, per dire che Dante non faceva differenza di razza né di religione quando c’era il valore, infatti li mette al fianco dei tre grandi di cui sopra.

Addirittura nel canto XXVIII, quello dei seminatori di discordie,[ scorge un individuo che avanza squartato dalla gola al deretano con le interiora in bella vista a penzoloni: rotto dal mento infin dove si trulla. Sapete chi è lo squartato? Maometto. Dante però ha di lui notizie sbagliate, non sa che è il fondatore di una religione bensì lo crede un cristiano deluso per non aver raggiunto il soglio pontifico. Infatti poi ascolta addirittura alcune sue raccomandazioni. Ergo la Commedia è per tutti. Basta avere un po’ di arbitrio.

24.5.24

Il caso della Divina Commedia censurata in una scuola di Treviso 2 studenti sono stati esonerati dallo studio della Divina Commedia ed è scoppiato il caso

 sempre  sulla  cancell  culture  leggi

il nostro post  : << ostracizzazione  del dissenso il caso di varoufakis per Gaza ., cancel culture o non cancel culture sulle : scritte, monumenti, nomi di vie, cittadinanza , ecc del fascismo >> è il secondo articolo 


“La saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza. ” 
 (  Gregory Bateson  ) 




Un inferno, come nella Divina Commedia. È un caso che infiamma anche la politica quello dei due studenti musulmani di terza media di Treviso esentati dallo studio della Divina Commedia di Dante, che potrebbe risultare offensiva per chi abbraccia l'Islam. Sulla decisione, presa dal prof all'insaputa della dirigenza scolastica, si è scatenato un putiferio (a senso unico): tutti contro lo zelo eccessivo dell'insegnante. Perchè la dispensa da Inferno, Purgatorio e Paradiso non è arrivata dopo una protesta; è stato il professore a scrivere ai genitori dei due ragazzi, chiedendo se c'erano problemi nell'affrontare con i loro i figli l'opera a sfondo religioso del grande Alighieri. Le famiglie hanno risposto che andava evitato.  Siamo  alla  follia   .
 Ora  Non è la prima volta che la Divina Commedia è oggetto di controversie a scuola   e non  qui  i  precedenti .  Recentemente   In Olanda e Belgio l’opera è stata addirittura ritradotta per non offendere i fedeli musulmani, eliminando il nome di Maometto dal XXVIII canto dell’Inferno. ( sotto  al  centro    i  versi  22-45 )


da Inferno Canto XXVIII - La Divina Commedia weebly.com  



 La polemica intorno al poema dantesco è stata raccontata dal ‘Quotidiano Nazionale’ in un articolo del 29 marzo 2021. Nell’Inferno, Dante descrive Maometto sottoposto ad orrende mutilazioni del corpo da parte di un diavolo, con il corpo squartato e le interiora che fuoriescono. Nella Divina Commedia, “Maometto subisce un destino crudo e umiliante solo perché è il precursore dell’Islam”, aveva affermato l’editrice della nuova traduzione in Olanda e Belgio, Myrthe Spiteri
 La nuova versione dell’opera “si rivolge a lettori più giovani e il cambiamento è pensato per non ferire inutilmente gli islamici”, aveva spiegato la traduttrice Lies Lavrijsen.“È sempre il solito problema: accettare il punto di vista degli altri, da tutte e due le parti”, ha concluso il professor Pezzè.
sempre  secondo https://sapere.virgilio.it/scuola/mondo-scuola/il-caso-della-divina-commedia-censurata-in-una-scuola-a-treviso


Tutto è iniziato quando in classe è arrivato il momento di affrontare Dante Alighieri ed i suoi scritti, partendo da quella che è ritenuta uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale: la Divina Commedia. Come raccontato da ‘Antenna Tre Nordest’, prima di addentrarsi nello studio del poema, l’insegnante ha invitato gli studenti che non seguono l’ora di religione [ cosa caspita c'enmtra con il rogramma di Letteratura italliana se uno\a persona segue l'ora di religione o meno ] a scrivere sul diario una nota con la quale chiedere ai genitori di esprimersi sull’opportunità che i loro figli affrontino o meno lo studio della Commedia e di altri componimenti che abbiano riferimenti religiosi. Alla lezione successiva, è arrivata la risposta delle famiglie: 2 di queste, di religione musulmana, hanno comunicato all’insegnante la loro contrarietà. Pertanto, i ragazzi sono stati esonerati dallo studio dell’opera massima di Dante Alighieri, che racconta il suo viaggio immaginario attraverso l’inferno, il purgatorio ed il paradiso. Gli studenti che non studieranno la Divina Commedia faranno lezioni parallele su Giovanni Boccaccio, e su questo verranno interrogati, mentre il resto della classe sarà sottoposto a verifiche sull’opera dantesca.

 
Sbagliatissima la scelta del professore. Come se un cattolico non volesse o non potesse studiare il Corano. Poi non venite a parlare di integrazione, non fate altro che innalzare muri. Ottima la decisione di Valditara di mandare gli ispettori in quanto secondo  da quel  che   ho letto   in rete  è  stato deciso senza  consultare  gli organi  d'istituto  ed  pare  che  i  genitori non fossero  d'accordo  . 
Ora invece di ricorre ad imbelle ed censoria situazione cioè il buonismo d'accato e il'ipocrita politicamente corretto si poteva risolvere 1) esonerando se vuole essere rispettosi della fede altrui esonerando gli studenti islamici dallo stuio di quel canto e di quei versi e non dall'intera cantatica dell'inferno 2) scelta da me preferità e più consona utile ad un sistema scolastico \ educativo spiegare ( magari facendocelo spiegare dagli stessi studenti islamici ) che il verso di Dante è una leggenda nera a cui credeva lo stesso Dante , credere ad una leggenda, nata probabilmente in ambiente crociato e che non ha nessun fondamento di verità, per la quale Maometto sarebbe stato addirittura un prete cristiano che non è riuscito a far carriera. Arrabbiato per questo, avrebbe così fondato questa nuova religione”, ovvero l’Islam. Ma sopratutto spiegare che la presenza di contenuti antisemiti e razzisti nelle opere letterarie, artistiche, storiche e filosofiche e contestualizzata al'epoca e che vengano fornite considerazioni critiche rispetto all’antisemitismo e al razzismo spiegando come oggi non siano più validi   Quindi  invece di adottare un approccio di cancellazione, sarebbe più costruttivo promuovere una comprensione più approfondita e rispettosa delle diverse prospettive culturali e religiose. Questa situazione solleva questioni fondamentali riguardo alla delicatezza nel trattare temi culturali e religiosi all’interno dell’insegnamento delle opere letterarie, in particolare la Divina Commedia di Dante Alighieri. È evidente che esistano sensibilità diverse e talvolta conflittuali tra le varie culture e religioni riguardo all’interpretazione di determinati testi.«Conoscere Dante non toglie nulla alla confessione religiosa dei ragazzi ma aggiunge molto alla conoscenza della cultura italiana. Integrazione si fa per aggiunta, mai per sottrazione» ha scritto su X la senatrice Pd Simona Malpezzi, mentre Deborah Serracchiani si è detta incredula «che si possa mettere in discussione lo studio nelle scuole della Divina Commedia, un patrimonio dell'umanità imprescindibile per qualunque formazione culturale non solo italiana». È seguita una cascata di commenti, da maggioranza e opposizione, increduli anche se  posizioni    diverse     d'incredibilità  , l'opposizione la prima , di malanpacista   diretto   ed  indiretto   , la  maggioranza  , accomune  comunque   dal fatto  che Dante possa 'turbarè qualcuno. «È un'assurdità cancellare Dante. Ma dietro questo si nasconde un problema ancora più grande: l'integralismo ha dichiarato il presidente veneto, Luca Zaia, mentre il sindaco di Treviso (e collega di partito) Mario Conte, ha giudicato la scelta «incomprensibile». Ancora più diretti il leader della Lega, Matteo Salvini - «è demenziale non studiare Dante perchè offende qualcuno» - e il ministro turismo Daniela Santanchè: «Dante? Continuiamo a sottometterci ai musulmani. Questi politicamente corretti li avrebbe messi tra gli ignavi». Tra i giudizi più severi, quello del generale-candidato Roberto Vannacci: «Eccoli - ha detto - quelli che vogliono distruggere la nostra Italia e la nostra identità».

Negativo anche il parere degli scrittori Rita Monaldi e Francesco Sorti, che definiscono un autogol preferire Boccaccio, che «è molto più difficile da digerire, immorale anche dal punto di vista islamico», a Dante che «era inclusivo» e «lascia a porta aperta ai pagani».  L'unica  In difficoltà pare soprattutto la preside dell'istituto Felissent, che si è chiusa in una riunione fiume. «Sto cercando di chiarire cosa sia accaduto - ha detto Francesca Magnano - Di certo è un errore dire che c'è stato un via libera, io non sapevo nulla di questa storia e sto cercando di fare chiarezza con i docenti coinvolti».   concludo    che l'alternativa proposta  loro di   sostituire  Dante   con  Il Decamerone di Boccaccio è ridicolo, è un autogol assoluto. Perchè se ben ricordo dai miei  studi di letteraratura italiana  lo stesso Boccaccio in fin di vita si è pentito del Decameron e lo ha disconosciuto, ha avuto una forte crisi di coscienza e questo dovrebbe suggerire qualcosa. È molto più difficile da digerire, immorale anche dal punto di vista islamico. Dante lascia invece a porta aperta ai pagani. È del tutto insensato rifiutarlo e ignorare questa sua grande apertura.Infatti  Nel canto XX del Paradiso Dante si stupisce della salvezza dei non cristiani Traiano e Rifeo (Traiano in vita aveva addirittura perseguitato i cristiani). Già nel canto precedente, il XIX, aveva posto la questione della salvezza degli appartenenti a un'altra religione" ricorda Rita Monaldi. "Se il problema è Maometto all'Inferno, Dante pone all'Inferno (tra gli ignavi) anche Papa Celestino V, che è stato canonizzato .  <<Allora i cattolici dovrebbero rifiutare di studiare la Divina Commedia?" sottolineano Monaldi & Sorti che in alcune scene del secondo volume della loro trilogia mostrano Dante discutere animatamente di questa questione.  Mala  tempora  currunt  


18.1.23

spesso dire o scrivere provocazione vuol dire che ho detto una .... sciocchezza

 leggendo      questo post    dell'amico   https://www.facebook.com/dejudicibus/




Mi  accorgo      che   ha     ragione   l'articolista   IFQ  d'oggi  


 Siamo tutti  schiavi   dei trucchetti della  dialettica  ,  sottoscritto  compreso   . Soltanto  che  io    sono  , pur  con  una  laurea  anche  se  non specialistica  ,  un semplice  cittadino , lui è un ministro  (   o  almeno  dovrebbe   essere  )  della  cultura  . Quindi mi chiedo    



e  qui  mi  fermo    perché non saprei  cos'altro  aggiungere   a quanti  detto  da   chi ne  sa  più di me   . Ma  soprattutto  per  evitare  , essendo  di carattere  impulsivo  ,  di  scadere  nel  volgare  ed  insulto  personale  oltre  che   (  ma  questo   è  un  effetto di  chi  va  sempre  in  direzione  ostinata  e  contraria  )   nel  qualunquismo   gratuito nell' antipolitica . E poi continuare a dargli addosso  è, come  sparare  sulla  croce  rossa


29.10.21

La Divina Commedia torna a riveder le stelle., La battaglia dei writer per i muri da dipingere ., Boomer e generazione Z: la bocciofila a ritmo trap,. L'oasi nel mare di Taranto delle cozze etiche e green ., Nel parco dove si riscopre l'armonia del camminare ed altre storie

 

 La Divina Commedia torna a riveder le stelle
Verrà inviata nello spazio con la Sojuz 19, incisa su una tavoletta di titanio che un astronauta lancerà verso il sole. Come testimonianza fluttuante dell’ingegno umano

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Boomer e generazione Z: la bocciofila a ritmo trap

Al circolo pensionati Vanchiglietta c'è chi si trova per giocare a bocce e chi per partecipare a un contest musicale. Due generazioni a confronto

di Giulia Destefanis

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L'oasi nel mare di Taranto delle cozze etiche e green. Sul video magazine di questa settimana la storia della cozza tarantina: 




è unica al mondo e viene coltivata in un'oasi d'acqua, promessa di riscatto per la città, per il settore e per l’occupazione.


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Nel parco dove si riscopre l'armonia del camminare



Sulle colline alle porte di Roma è nato un centro specializzato nel riequilibrio motorio, dove si impara a percepire gli impulsi che i piedi mandano al cervello

di Francesco Giovannetti



Il paese che lavora l'argilla come gli etruschi



Castelviscardo tramanda le tecniche antiche: si modella a mano, la fornace è senza elettricità. E i manufatti sono preziosi per i restauri. Come quello del tempio di Alatri

di Francesco Giovannetti



La battaglia dei writer per i muri da dipingere



A Genova c’è voglia di street art. E se il Comune pubblica un bando per attirare firme internazionali, gli artisti locali rivendicano spazi per esercitare la creatività

di Massimiliano Salvo

26.5.20

E qui vorrei parlare Matteo tassinari ( REPRISE )

   non   riuscendo a modificare   su   richiesta 


Anna Maria Saponaro
lun 25 mag, 16:33 (2 giorni fa)

Salve. Sono l'artista Anna Maria Saponaro, autrice dell'opera dedicata alla biga Alata (creata interamente da me ispirandomi al mito di Platone) che ha inserito all'interno del suo sito web. Le chiedo cortesemente di inserire il mio nome al fine di specificare l'autore dell'opera, e il titolo veritiero che sarebbe "Il volo dell'anima".
Grazie mille, cordiali saluti.

il post   http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2016/04/e-qui-vorrei-parlare-di-matteo-tassinari.html?m=1
 Lo riprendo  con la  correzione  richiesta



S'io fosse quelli che d'amor fu degno


di Guido Cavalcanti
Guido (apostrofe), io vorrei che tu (Guido Cavalcanti), Lapo (Lapo Gianni de’ Ricevuti notaio e poeta stilnovista) ed io fossimo catturati per magia e messi su una piccola nave (vasel – metafora – diminutivo di vaso, significa qui navicella e si riferisce alla nave di mago Merlino)
                                                              fortuna,fortunale
che con qualunque vento (ad ogni vento) andasse attraverso il mare, secondo il (al) mio ed il vostro desiderio, in modo tale che una burrasca (fortuna, fortunale) o un altro tipo di cattivo tempo (tempo rio) non ci potesse essere di ostacolo; anzi, vivendo sempre secondo un’unica volontà (in un talento, si riferisce all’unione spirituale data dall’amicizia), aumentasse la voglia di stare insieme (di stare insieme crescesse ‘l disio - anastrofe).
E qui vorrei parlare (ragionar) sempre d’amore e che ciascuna di loro fosse felice come io credo che lo saremmo noi (similitudine).
Dante Alighieri e Guido Cavalcanti





















                                                   Il buon  incantatore Merlino

E poi (io vorrei che) il buon (valente) mago (Merlino) mettesse insieme a noi (con noi ponesse il buono incantatore - anastrofe) la signora (monna, indica la donna sposata) Vanna (la donna di Guido Cavalcanti) e la signora Lagia (abbreviazione di Alagia, è la donna di Lapo) insieme a quella che occupa il trentesimo posto (ch’è sul numer de le trenta - nell’elenco steso da Dante, pistola sotto forma di sirventese, oggi andato perduto, delle 60 donne più belle della città).


Cantavo di foglie dorate e
tra le foglie l'oro brillava
Cantavo del vento incantato tra le fronde e le foglie giocavan.

                                                                              Poeta stilnovista


 Cavalcanti in risposta a Dante

S'io fosse quelli che d'amor fu degno,
     del qual non trovo sol che rimembranza,
     e la donna tenesse altra sembianza,
assai mi piaceria siffatto legno.

    
 E tu, che se' de l'amoroso regno
     là onde di merzé nasce speranza,
     riguarda se 'l mi' spirito ha pesanza:
ch'un prest' arcier di lui ha fatto segno
     tragge l'arco, che li tese Amore,
     sì lietamente, che la sua persona
     par che di gioco porti signoria.


     Or odi maraviglia ch'el disia:
     lo spirito fedito li perdona,
vedendo che li strugge il suo valore.
Se io fossi la persona che era degna d’amore
della quale non ho altro che un ricordo
e la donna avesse un altro atteggiamento
mi piacerebbe molto la barca di cui parli.


Tu che appartieni a quel regno d’amore
dove la speranza nasce dal favore (della donna)
guarda fin che duran le condizioni del mio spirito,
un veloce arciere l’ha preso per stabile bersaglio
prende l’arco che ha teso per lei Amore
con tale gioia che sembra
che lo faccia per gioco.
Ma senti quello che è più stupefacente:
il mio spirito ferito non la condanna
quando la vede distruggere le sue facoltà.

Farinata degli Uberti e la città di Dite nel canto 10 dell'Inferno di Dante
S’io fosse quelli che d’amor fu degno,
del qual non trovo sol che rimembranza,
e la donna tenesse altra sembianza,
assai mi piaceria siffatto legno.


Esiste un libro antico dell'Asia che racconta che il destino di tutti è soggetto al ruotare delle epoche del tempo che si susseguono come il tiro del gioco 
S'io fosse quelli che d'amor fu degno

E tu, che se’ de l’amoroso regno
là onde di merzé nasce speranza,
riguarda se ’l mi’ spirito ha pesanza:
ch’un prest’ arcier di lui ha fatto segno





e tragge l’arco, che li tese Amore,

sì lietamente, che la sua persona

par che di gioco porti signoria.

L'Anima (La Biga Alata di Platone) opera di Anna Maria Saponaro ad esso ispirata
il titolo veritiero che sarebbe "Il volo dell'anima".

Or odi maraviglia ch’el disia:
lo spirito fedito li perdona,
vedendo che li strugge il suo valore.






                                                            L'amicizia per Dante 

Possiamo ritrovare tra gli scritti danteschi molti riferimenti alla vita sociale del poeta, grazie ai quali sappiamo che egli era molto legato a famosi poeti del suo periodo, tra i quali i noti Guido Cavalcanti e Lapo Gianni.


“Serenata”, di Di Cavalcante, diseño y cultura en latinoamérica

non riuscendo a modificare il post originale

Vedeste al mio parere onne valore



Cavalcanti fu fondamentale nella formazione poetica di Dante, egli infatti prese ispirazione fino alla stesura della Vita Nova dal suo predecessore e futuro amico. Fu proprio Dante ad instaurare un principio di amicizia, attraverso il suo primo sonetto scritto appositamente per essere inviato a Guido, “A ciascun' alma presa e gentil core” (questo fue quasi lo principio de l'amistà tra lui e me, quando elli seppe che io era quello che li avea ciò mandato), nel quale era contenuto un enigma al quale Cavalcanti provò a rispondere senza successo con il sonetto “Vedeste al mio parere onne valore”.
Questo fu il primo di una lunga serie di scambi di sonetti tra i due, che finirono però col procurare inimicizia ad entrambi ed a scatenare critiche sul  modo di scrivere dell'altro e sulle proprie aspirazioni letterarie; come sappiamo i due avevano due concezioni dell'amore completamente diverse, praticamente opposte, il primo riteneva che fosse un tramite  tra l'uomo e Dio e il secondo al contrario trovava solo aspetti negativi riguardo questo sentimento e lo riteneva strumento di sofferenza e disperazione per l'uomo.

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