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15.11.22

solitudini


Non   ho  figli o  nipoti  e  quindi  mi baso  su osservazioni empiriche  ed indirette  cioè da  figli e nipoti  d'amici\che  o   dalle  cronache     dei media     che  vedono come protagonisti  i  giovani  d'oggi , ma  do    ragione   all'autore dell'articolo    usciuto   il 13\11\2022  sula  nuova  sardegna 


 








15.2.22

Su Yiming, il 'principino' è diventato re: "Per lo snowboard ho smesso di fare l'attore

dopo  Il primo oro di Eileen Gu, la principessa che incanta la Cina (  foto sotto a  sinistra  )  ecco un  altro  oro  baby  cinese  


Su Yiming, il 'principino' è diventato re: "Per lo snowboard ho smesso di fare l'attoreSu Yiming (reuters)
A pochi giorni dai 18 anni, il cinese conquista uno storico oro nel big air. Una ascesa divisa con la carriera di attore: è stato Shuan Zi in The taking of Tiger Mountain, uscito pure in Italia,

PECHINO - Da giovane promessa del cinema a imperatore dello snowboard. Ad appena 17 anni. Su Yiming, il "principino", si è fatto grande tutto d'un colpo. Dopo l'argento della settimana scorsa, questa mattina si è superato vincendo uno storico oro nello snowboard big air, staccando il norvegese Roisland e il canadese Parrot. "Era il sogno più grande che avevo fin da bambino", dice. Il bambino diventerà maggiorenne tra tre giorni, il 18 febbraio: non male queste due medaglie come regalo di compleanno. "Per questa", dice mostrando l'oro, "ho dovuto smettere al momento di recitare, per concentrarmi meglio".
Una carriera di attore accantonata, per ora... Sì perché Yiming si è trovato di fronte ad una scelta non facile: proseguire con la promettente carriera da attore (tre serie tv e due film all'attivo) o dedicarsi esclusivamente allo snowboard per prepararsi alle Olimpiadi proprio qui in Cina?
I piedi sulla tavola Yiming li ha messi a 4 anni a Jilin, nell'estremo nordest dove è nato, spinto anche dai genitori, Qun e Lei, veri appassionati. Dieci anni dopo entra nel giro della nazionale, dopo aver recuperato da un brutto infortunio. A seguirlo arriva il campione giapponese Yasuhiro Sato. "Mi alleno 320 giorni all'anno", disse un mese fa in una delle rare interviste. Anche se il cinema però non lo vuole abbandonare del tutto. "Voglio che le persone vedano che non c'è soltanto questa parte di me, che non sono soltanto uno snowboarder e che non ho paura di nessuna sfida".
Amici con Eileen Gu sin dall'infanzia
Primo cinese a compiere un backside triple cork 1620, due anni fa. A gennaio 2021 primo cinese a completare un Cab 1800 e in ottobre entrato pure nel Guinness World Records con un backside 1980 Indy Crail. Il grande pubblico che lo snowboard non lo mastica lo ha conosciuto otto anni fa nei panni del piccolo Shuan Zi in The taking of Tiger Mountain, uscito pure in Italia, del regista hongkonghese Tsui Hark, tratto dal romanzo di Qu Bo. Ruolo guadagnato proprio al talento di questo ragazzino sulla neve. Poi di film ne è arrivato un altro, Rock Kid, e pure tre serie televisive.
Amico d'infanzia di Eileen Gu, l'altra eroina di casa nelle acrobazie con gli sci ai piedi (un oro e un argento finora pure lei), la diciottenne nata in America che tre anni fa decise di gareggiare per la Cina, patria della mamma. I social sono impazziti la settimana scorsa quando Eileen ha postato su Instagram una foto di lei e Yiming da piccolini, sci e tavola rispettivamente in mano, sorridenti. "Congratulazioni, ti voglio bene", scriveva lei dopo l'argento dell'amico. Eccoli i baby campioni che la Cina aspettava.

2.7.21

Contro i femminicidi l'inno in sardo di una generazione in un videoclip dalla scuole medie di ozieri ,CHENA TIMIRE adattamento in Sardo del brano Cancion sin miedo della cantautrice messicana Vivir Quintana

E’ una piaga sociale quella dei femmicidi difficile da estirpare per le sue radici profonde nella violenza a sua volta ben radicata nella cultura maschilista di cui è ancora permeata la nostra società.I giovani sono la speranza del cambiamento. E il cambiamento può 

3^ F G. Deledda di Ozieri

arrivare solo cominciando dal basso, cioè dalla scuola. Un mondo migliore è possibile; costruire una società dove le donne possano vivere libere, è necessario .  E  norizia     dei giorni  scorsi  (  trovate  a lato  prese  dalla loro  pagina fb   trovate  sotto  l'url     gli articoli della  nuova  e  dell'unione    sarda    )    di  una   terza media  di Ozieri     che    ha       creato  Il brano Chena Timire  






una  versione sarda dell'originale     Canciòn sin miedo”   della cantautrice messicana Vivir Quintana.

 
 

La canzone di Vivir Quintana parla della violenza che subiscono le donne, è diventata un inno nelle proteste femministe non solo  in Messico  . Essa 
 

da  https://es.wikipedia.org/wiki/Canci%C3%B3n_sin_miedo  tradotto in automatico  con google  

 è stata presentata per la prima volta al concerto del Festival Tiempo de Mujeres 2020 eseguita da Mon Laferte, Vivir Quintana e il Coro Palomar . , più di 70 cantanti e musiciste.La canzone è stata eseguita in diverse parti del mondo, come: Argentina, Cile, Colombia, Ecuador, Spagna, Honduras, Perù, Francia, tra gli altri, per sradicare la violenza di genere.  A marzo 2021, il video sul canale del compositore aveva 8 milioni di visualizzazioni. Nel 2021 esce la versione mariachi eseguita con gli studenti della Ollin Yoliztli Mariachi School. Così come un adattamento al contesto dello Yucatan, con una traduzione e frammenti in Maya.  La canzone descrive la realtà messicana della violenza contro le donne che include sparizioni e femminicidi e parla anche della lotta che le donne danno contro la violenza "Oggi le donne ci tolgono la calma, hanno seminato paura, hanno messo le ali":

Ogni minuto, ogni settimana
Rubano i nostri amici, ci uccidono sorelle
Distruggono i loro corpi, li fanno sparire
Non dimenticare i loro nomi, per favore, signor Presidente
Cantiamo senza paura, chiediamo giustizia
Gridiamo per ogni scomparso
Lascia che risuoni ad alta voce "ci vogliamo vivi!"
Lascia che il femminicidio cada forte

—Estratto dalla canzone


La canzone descrive la realtà messicana  (  ed  ora    non solo  )    della violenza contro le donne che include sparizioni e femminicidi e parla anche della lotta che le donne danno contro la violenza "Oggi le donne ci tolgono la calma, hanno seminato paura, hanno messo le ali"
È un oggetto di studio su come il dolore ci unisca davvero tanto, ci leghi molto alle donne non solo del Messico, ma dell'America Latina e del mondo. È come un ossimoro di dolce gioia ma anche di dolcezza amara. 


Tale  lavoro   ha come obiettivo di contribuire al dibattito sull’argomento e per ricordare alcune delle donne vittime di femminicidio in Sardegna. Che cosa possiamo fare contro la violenza sulle donne, per combattere ogni forma di discriminazione e sensibilizzare l’opinione pubblica? È probabilmente questa la domanda che si sono posti i 18 “Caddhos Rujos”, il collettivo scolastico composto dalle ragazze e i ragazzi della III F della scuola media G. Deledda di Ozieri. I quali hanno ideato un videoclip dal titolo Chena Timire, traducendo in lingua sarda la canzone “Canciòn sin miedo” della cantautrice messicana Vivir Quintana, diventata un inno internazionale contro la piaga dei femminicidi. Il brano, riadattato alla nostra realtà, si rivolge alle donne e agli uomini della Sardegna per contribuire al dibattito sull’argomento e per ricordare alcune delle donne vittime di femminicidio nell’Isola.
Il progetto, ideato nel contesto della materia Arte e Immagine, è stato coordinato dai professori Alessandro Carta e Maria Paola Maieli. «Per buona parte del secondo quadrimestre si è lavorato a questo progetto – spiegano i docenti – sia dal punto di vista artistico-comunicativo, studiando un logo, traducendo il brano di Quintana, realizzando la sceneggiatura, l’arrangiamento musicale e un ufficio stampa per proiettarne la comunicazione all’esterno. Ma anche da quello storico sociale, ricostruendo i casi di femminicidio e di violenza di genere che hanno coinvolto il territorio sardo. Analizzando inoltre la condizione femminile in Italia dal Ventennio fascista fino ai giorni nostri».


«Osservando l’evoluzione dei diritti delle donne ci siamo domandati – spiegano gli studenti   a  https://www.logudorolive.it/ da  cui  ho tratto  le foto  – in quale modo questi debbano essere tutelati e difesi, e perché ancora oggi molte altre fondamentali conquiste civili non siano state ancora raggiunte. Partendo dal tema del femminicidio in Sardegna, abbiamo osservato come questo fenomeno sia diffuso a macchia d’olio in tutte le culture moderne».Il testo grida i nomi di Romina Meloni (49 anni di Ozieri), Zdenka Krejcikova (41 anni uccisa a Sorso), Speranza
Ponti
 (50 anni di Uri), Susanna Mallus (55 anni di Quartu Sant’Elena), Michela Fiori (40 anni di Alghero), e ricorda anche i movimenti di lotta femminile che hanno combattuto   ed  ancora  combattono  in Sardegna per la libertà, per i propri diritti e per la salute dei loro cari. Il messaggio centrale, cantato e urlato chiaramente dalle ragazze, è «vogliamo giustizia, che le istituzioni e le strade devono tremare perché non abbiamo più paura e perché le donne le vogliamo vive».

Gli interpreti del videoclip: Irene Monni (voce), Alessandro Carta (chitarra), Angelo Sotgiu (fisarmonica), Giuseppe Bulla (guitalele e charango), Simona Gioia, Miriam Lutzu, Clara Mura, Anna Puddu, Laura Saba, Melania Soro, Alessia Tanda e Francesca Tanda (Coro).  Un grazie di cuore alle ragazze, ai ragazzi ed ai professori che







hanno pensato e lavorato al progetto, prezioso per 
aumentare la sensibilizzazione ed accrescere la consapevolezza della popolazione su questo grave problema sociale. Ci auguriamo, questa volta con forza, che questo video diventi ancora  più“virale” e ci piace unirci al coro delle ragazze: “Manc’una de Mancu”  ma    soprattutto   con  Nos ponent tramentu, nos creschent sas alas  ! (  Più ci mettono paura, più ci crescono le ali  !  ) 

  dall  'introduzuone     del loro  video  
 
Questo il senso del brano che inneggia al coraggio e alla sorellanza femminile nella lotta al femminicidio e alla violenza di genere. Nel contesto della materia Arte e Immagine si è costituito un informale collettivo scolastico, 18 CADDHOS RUJOS, che fa capo alla classe III F della scuola media G.Deledda di Ozieri, coordinata dai professori Alessandro Carta e Maria Paola Maieli. Per buona parte del secondo quadrimestre si è lavorato a questo progetto sia dal punto di vista artistico-comunicativo, costituendo una sorta di troupe con lo studio di un logo, costruendo una traduzione in Sardo, una sceneggiatura condivisa, un arrangiamento musicale e un ufficio stampa per proiettarne la comunicazione all'esterno; sia dal punto di vista storico sociale, ricostruendo i casi di femminicidio e di violenza di genere che hanno coinvolto il territorio sardo e analizzando la condizione femminile in Italia dal ventennio fascista fino ai giorni nostri. Osservando l’evoluzione dei diritti delle donne ci siamo domandati in quale modo questi debbano essere tutelati e difesi, e perchè ancora oggi molte altre fondamentali conquiste civili non siano state ancora raggiunte. Partendo dal tema del femminicidio in Sardegna, si è osservato come questo fenomeno sia diffuso a macchia d’olio in tutte le culture moderne. In Messico la cantautrice Vivir Quintana ha realizzato una canzone contro la violenza che opprime le donne del suo paese. Questo brano, “Canciòn sin miedo”, è diventato un inno contro la piaga dei femminicidi e viene cantato in tutto il mondo durante le manifestazioni di protesta e di sensibilizzazione. Abbiamo tradotto in Sardo la canzone di Vivir Quintana e l’abbiamo riadattata alla realtà sarda realizzando il videoclip di CHENA TIMIRE, canzone in limba che si rivolge alle donne e agli uomini della Sardegna per contribuire al dibattito sull’argomento e per ricordare alcune delle donne vittime di femminicidio in Sardegna. Il testo grida i nomi di Romina Meloni (nostra compianta compaesana), Zdenka Krejcikova, Speranza Ponti, Susanna Mallus, Michela Fiori, e ricorda anche i movimenti di lotta femminile che hanno combattuto in Sardegna per la libertà, per i propri diritti e per la salute dei loro cari. Questo lavoro non è stato concepito per rimanere all’interno di un’aula scolastica, bensì per proiettare il suo messaggio sul territorio e per denunciare le continue e infami violenze che ci circondano e che non hanno fine. Con la forza della nostra giovinezza, e con Vivir Quintana, cantiamo e urliamo chiaramente che vogliamo giustizia, che le istituzioni e le strade devono tremare perché non abbiamo più paura e perché le donne le vogliamo vive.


  che altro aggiungere a questa bellissima   iniziativa    se   non i  loro colleggamenti  








5.3.17

anoresia , incoscienza , generosità , passioni ( non solo bimbiminkia ) , delle nuove generazioni

eccovi  alcune   storie  .  ne trovate altre  sulla mia  bacheca  di fb  e  o su quella di 
La Cronaca Italiana


La prima  è  la vittoria  (   uno su  mille   che la  fa    ) contro l'anoressia  

01 marzo 2017

CASTIGLIONE DELLE STIVIERE
Anna racconta la sua anoressia: «Così sono uscita dall’inferno»
A tredici anni i primi disturbi alimentari, poi il controllo delle calorie e infine il rifiuto totale del cibo I genitori l’hanno affidata a un’équipe dell’ospedale di Pieve: «A medici e assistenti dobbiamo tutto»





CASTIGLIONE DELLE STIVIERE. Una storia di gravi disturbi alimentari, di un’adolescente che porta con sé la consapevolezza che uniti si può vincere la paura degli altri e si può risalire la scala dell’inferno. Non senza impegno, ma uscire a rivedere le stelle è possibile. È la storia di una ragazzina che oggi ha quindici anni e che soffriva di anoressia da due anni (la chiameremo Anna, anche se non è il suo vero nome) e di una famiglia di Castiglione delle Stiviere che ha affrontato con lei un lungo calvario. E che ha saputo, non senza fatica, trovare una via d’uscita, un aiuto e una soluzione.
Tanto da arrivare alla guarigione di Anna, una cosa che sembrava impossibile. «Non è stato facile» dicono i tre componenti della famiglia, uniti in un racconto intimo che li ha visti prima separati e isolati e ora seduti attorno allo stesso tavolo a parlare del lungo percorso non ancora terminato.
«Vorremmo far conoscere la nostra storia per dare una mano a chi vive questa situazione – dicono in coro – abbiamo perso del tempo ma siamo riusciti a trovare il giusto percorso e questo ci ha permesso di essere aiutati. Non c’è nulla di male a chiedere aiuto, questo è il primo consiglio. Perché servono specialisti e perché da soli non si può fare nulla. Bisogna stare attenti alle piccole cose che sfuggono nella routine quotidiana o si camuffano nelle tensioni tipiche degli adolescenti verso la propria famiglia».
«Forse il tutto inizia così – racconta Anna, che ha cominciato ad avere disturbi alimentari a tredici anni – di preciso non so dire come sia iniziata. Forse alle scuole medie, con le amicizie, i primi discorsi sull’essere apprezzata, ma anche i primi rapporti con il cibo spazzatura». E allora ecco la dieta forzata, il vomito indotto, il corpo che si fa sempre più sottile, come il rapporto con gli altri.
Questa storia aggiunge un elemento, figlio della nostra epoca, molto spesso sottovalutato, il mondo dei social. Facebook, Tumbler, ma soprattutto Instagram. La colpa non è tutta loro, ma in questa vicenda (e non solo in questo caso) i social entrano da co-protagonisti.
«Arrivata alle scuole Superiori il confronto con le compagne, nel contatto diretto e via social, piano piano mi ha spinto alla ricerca di informazioni sul cibo e sull’essere sana. Questo volevo essere, una ragazza sana. Ho scoperto le cure proposte dai social, quella dell’acqua e limone e dell’acqua e fragole ad esempio, per purificare l’organismo. O quella del the verde. Bevevo litri di the verde. Poi sono arrivata alla fase vegetariana e alla fine vegana. Non volevo grassi, latticini, cibi animali. Poi sono passata alla fase dell’ortoressia, la scelta e l’eliminazione volontaria dei cibi. Poi al calcolo delle calorie, in ultimo sono arrivata a ingerirne solo 200 al giorno, fino alla scoperta di cibi con 5 calorie (le gallette) o con 1 caloria (la Coca-cola 0 o quella Light). Ero sola, per me esisteva solo la bilancia. Mi pesavo di continuo. Mangiare a tavola con i miei era una lotta. Mentivo di continuo, a me stessa e ai miei genitori. A loro dicevo che mangiavo di pomeriggio ma non era vero. Se facevo sport non volevo mangiare, avrei ripreso quello che avevo perso. Masticavo 80 volte prima di ingurgitare il cibo; mangiavo lo yogurt, ma poco e con il cucchiaio girato, sfiorandolo e basta. Tenevo un diario, i miei genitori lo hanno visto dopo. Ci scrivevo quello che mangiavo e che non volevo più mangiare. Ero in un nido, continuavo a perdere peso, esistevo solo io, chiusa in me stessa».
Non è una questione di piacere agli altri – continua Anna – ma solo di ossessione verso il cibo. Non è vero che non hai fame; ne hai, eccome. Qualcosa dentro di te, però, ti dice di non mangiare. Sono uscita da questo inferno con le unghie. Ho chiesto aiuto ai miei, e dopo una dura lotta con me stessa ho trovato nell’equipe di Pieve persone che sanno come si entra in quel nido costruito con tanta cura e tanto dolore. Voglio dire alle altre ragazze che quel nido non è vita, la vera vita è la libertà di non aver paura di mangiare. Nascondersi in quel nido non ci protegge, ma ci isola e tutto perde valore e si resta soli. Chiedere aiuto, anche se difficile, è fondamentale. Chiedere aiuto, uscire dal nido e riassaporare la libertà restituisce tutto, ma è un percorso lungo, bisogna aggrapparcisi con le unghie. E così torna il sorriso...».
«Abbiamo scoperto un mondo di cui non avevamo alcuna coscienza – raccontano i genitori – pagine e pagine sui social, foto, applicazioni, blog dove si parla di fantomatiche diete, di soluzioni per purificare il corpo e renderlo sano, dove vengono messi in mostra corpi scheletrici e l’autolesionismo come vetrina di esposizione».
In questo caso funziona il contrario di quanto insegna ogni personal trainer che si rispetti. E cioè: dividi il problema e affrontane un pezzo alla volta. La nascita di questo problema va guardata nella sua complessità, senza tralasciare nulla, senza poter separare una cosa dall’altra, perché tutti questi elementi concorrere insieme a genera e far esplodere il problema.
«Per questo è complesso – afferma la famiglia – serve l’aiuto di un’equipe preparata che lavori coordinata. Noi abbiamo avuto questa fortuna, ma non è stato facile. Il medico di base è spesso impreparato e inoltre, svuotato della sua funzione, non può essere di grande aiuto. Siamo stati a Gussago (Brescia) ma in quella struttura curano dai 16 anni in su. Siamo stati al reparto di neuropsichiatria al Civile di Brescia, ma anche in quel caso la struttura non è adatta a questi problemi, che sono di diversa natura. Ci sono stati mesi di attesa. Siamo stati anche da una psicologa, però non si è rivelata la persona giusta. Spesso il problema viene letto come causa di noia, indecisione se non di eccesso di possibilità, anche perché colpisce soprattutto ragazze con situazioni familiari e una situazione economica sicure. Dopo mesi di attesa siamo arrivati all’ospedale Poma, al reparto di Neuropsichiatria. E da lì, finalmente, ci hanno indirizzati a Pieve di Coriano dove, nel reparto di Pediatria, c’è un settore di neuropsichiatria, Qui abbiamo trovato l’equipe giusta, a cui va tutta la nostra riconoscenza. Da quel momento, lentamente, abbiamo iniziato una lunga risalita. L’équipe è formata e specializzata in disturbi dell’alimentazione ed è in grado di affrontare la situazione nella sua complessità. Dobbiamo tutto alle dottoresse Accorsi (primario), Bellissimo, Faldoni e Di Genni, alla coordinatrice Ferraresi e a tutto il personale infermieristico e agli Oss che hanno preso a carico la nostra situazione. Nostra figlia è stata ricoverata in una struttura che ha pochi letti e meriterebbe molto più spazio: purtroppo ci sono molte situazioni come la nostra. Il fattore tempo è decisivo, non serve perderne. Se fossimo arrivati qui prima, sarebbe stato meglio per tutti».
Il tempo gioca un ruolo decisivo in tutta la vicenda, sia sul fronte dei genitori – «abbiamo vissuto mesi duri, di lotte e di liti feroci, ma anche di attese alla ricerca di un aiuto che abbiamo trovato e che oggi ci vede frequentare un gruppo di genitori per parlare e confrontarci» sia sul fronte di Anna.


Luca Cremonesi



 la seconda  ( come la terza , non ricordo la  fonte  , ricordo solo che  è un dei tanti giornali  del gruppo GeoLocal (  pagina  fb La Cronaca Italiana ed  account  twitter  @gelocalcronacaitaliana

Empoli, il piccolo Gabriele ha chiesto ai genitori una colletta in favore dei suoi coetanei vittime del terremoto. Poi ha devoluto i soldi all'associazione di volontariato Misericordia. Il suo gesto non è rimasto innoservato tanto che L’Empoli calcio l'ha premiato con una maglia e invitato ad assistere ad un allenamento per farla firmare dai giocatori azzurri

Gabriele Bochicchio (a sinistra), accanto il fratellino Lorenzo e dietro i genitori Stefania e Massimiliano (Foto Agenzia Carlo Sestini)

EMPOLI. Un detto popolare dice che, dai bambini c'è solo da imparare. Il loro animo puro, il loro altruismo e la loro generosità devono essere presi da esempio da molti aduli La generosità e l'altruismo dei quali fare tesoro questa volta sono quelli del piccolo Gabriele Bochicchio. Un "pulcino" di 8 anni, ma con un cuore grande, anzi gigantesco che ha deciso di aiutare chi non è stato fortunato come lui. Gabriele vive a San Pantaleo, una piccola frazione collinare adagiata sulle colline di Vinci. Va a scuola e gioca a pallone nel Montalbano. Come tutti i suoi coetanei passa le giornate tra i banchi e in mezzo al campo di pallone.
A fine agosto era a casa con i genitori, quando sullo schermo della tv ha visto passare le terribili immagini del terremoto che ha colpito il Centro Italia. Case crollate, paesi straziati, piccole frazioni come quella dove abita lui completamente distrutte. Bambini, proprio come lui che hanno perso tutto quello che avevano. Scene che lo hanno impressionato e colpito, a tal punto che parlando con i genitori ha deciso di fare una scelta inconsueta e generosa. Pochi giorni più tardi, l' 8 settembre, sarebbe stato il suo compleanno, da festeggiare come sempre con amici e parenti e soprattutto con tanti regali. Ma lui ha detto no e ha chiesto a mamma e a papà di non ricevere regali ma di utilizzare i soldi che amici e parenti avrebbero speso per farlo felice per aiutare chi ha più bisogno.
«Di regali e giochi ne abbiamo già tanti a casa - racconta il papà Massimiliano - qualcuno in più probabilmente non lo avrebbe reso più felice».
Niente doni, ma un regalo ben più grande è prezioso lo ha fatto a quei bambini come lui, ai quali il terremoto ha strappato il sorriso. E così ha messo su una colletta con il denaro raccolto tra amici e parenti e che doveva essere utilizzato per i doni. Con la somma raccolta lui e la famiglia hanno effettuato un bonifico alla Misericordia di Empoli per aiutare l'Arciocnfraternita nei progetti di aiuto e sostegno alle famiglie terremotate. «Abbiamo scelto la Misericordia perché so quanto impegno mettono in queste iniziative - racconta ancora il papà - proprio alla Miserciordia di Empoli ho fatto l'obiettore». Ha spalancato le sue braccia a chi aveva più bisogno, il piccolo Gabriele, ma un gesto così nobile non poteva certo cadere nel vuoto. È così giovedì 2 marzo proprio la Miserciordia ha voluto donare a Gabriele, quei regali a cui lui aveva rinunciato per il suo compleanno.
Nella sede dell'Arcionfraternita in via Cavour il piccolo Gabriele è arrivato emozionantissimo insieme al papà Massimiliano, alla mamma Stefania e al fratellino Lorenzo. Ad accoglierlo Fabrizio Sestini - presidente della Misericordia - e Alessia Puccini responsabile locale della Onlus Empoli for Charity, l'associazione benefica dell'Empoli calcio che collabora proprio con la Misericordia nei progetti di aiuto alle popolazioni terremotate. Al piccolo Gabriele è stato consegnato un kit con zaino, quaderno e altro materiale dell'Empoli, oltre ad una maglia della squadra azzurra, con l'invito ad assistere ad un allenamento per farla firmare dai calciatori azzurri. «Sono molto contento» ha detto con un filo di voce un emozionantissimo Gabriele. Ma di tante parole questa volta non ce n'è bisogno. Questa volta a fare la differenza è stato un gesto. Semplice ma allo stesso tempo immenso.



Si fanno i selfie lungo i binari e bloccano il traffico dei treni

Protagonisti tre giovani di Montelupo che sono stati identificati dai carabinieri per aver mandato in tilt la circolazione sulla linea Empoli- Firenze



MONTELUPO. Mezz’ora di traffico bloccato sulla linea Empoli Firenze. Il motivo? Tre selfie di troppo che altrettanti giovani si sono fatti lungo i binari ignari o comunque non curanti del fatto che questo avrebbe provocato il blocco della circolazione ferroviaria. Con centinaia e centinaia di passeggeri bloccati nelle stazioni del tratto interessato. E in attesa per decine di minuti che la circolazione potesse ripartire.

L’allarme è scattato intorno alle 15,30 di venerdì 3: «Ci sono persone lungo i binari», questa la notizia data anche da “Muoversi in Toscana”. E si è subito pensato a un incidente, a qualcosa che giustificasse la presenza di persone poco prima della stazione di Montelupo venendo da Firenze, in un tratto vicino a una galleria.Da qui l’intervento della polizia ferroviaria di Empoli. Essendo, però, impegnati in un servizio vicino a Pisa, sul luogo sono giunti prima i carabinieri della stazione di Montelupo fiorentino. Che hanno perlustrato tutto il tratto fino a capire chi erano le persone che erano state segnalate da un macchinista di uno dei treni in transito.In pratica all’altezza di un’ ex vetreria abbandonata sono stati trovati i giovani che, dall’immobile abbandonato, aveva deciso di trasferirsi in prossimità dei binari per farsi selfie col telefono, come da loro stessi candidamente affermato.
Sono tre i ragazzi, giovani e italiani, che i carabinieri hanno trovato e identificato. Nel frattempo nelle stazioni i disagi si stavano accumulando. Con centinaia di pendolari e studenti in attesa dei treni e di notizie su quanto stesse accadendo lungo la linea.Alla fine il bilancio del loro svago è stato pesante. Hanno subito ritardo numerosi treni regionali: 3167 Firenze Santa Maria Novella – Livorno Centrale 30 minuti; 11779 Firenze SMN – Siena 30 minuti; 3115 Firenze SMN – Grosseto 20minuti; 23363 Firenze SMN – Pontremoli 30 minuti; 23384 La Spezia - Firenze SMN 30 minuti; 3156 Livorno Centrale - Firenze SMN 20 minuti; 6876 Siena - Firenze SMN 25 minuti.
Non solo: grazie ai selfie Rete ferroviaria italiana è stata costretta anche a due cancellazioni: la corsa numero 11724 Empoli –Firenze Porta a Prato e la
11725 Firenze Porta a Prato – Empoli.Il traffico ferroviario è ripreso a scorrere regolarmente dopo le 16. Per quanto riguarda i responsabili dei disagi, dopo la loro identificazione, bisognerà capire ora se i carabinieri proseguiranno con una denuncia per interruzione di pubblico servizio.


Mezzana Bigli, il maestro delle campane ha solo 14 anniIl campanaro più giovane d’Italia è di Mezzana Bigli e ha solo 14 anni. Riccardo Stabilini, studente del primo anno del corso per geometri, ha la passione delle campane, dei campanili, delle chiese. Suona ogni domenica le cinque campane della parrocchiale del paese; manovra con le corde quelle della chiesa della frazione di Cascine nuove; è un abile “tastierista” del suono a percussione e ha una collezione di oltre cinquanta campane che conserva in ogni angolo della sua casa. L'ARTICOLO
«Si dice che campanari si diventa – dice Riccardo – ma nel caso mio, pare che campanaro sia nato per pura vocazione. A soli due anni mi portavano sotto il campanile del paese e, al suono delle campane, dicono che rimanevo estasiato». Riccardo Stabilini cominciò da piccolo a disegnare, a mano libera, campanili e chiese ed imparò a distinguere i vari rintocchi di campane: dai concerti festosi ai suoni funebri, fino ai rintocchi battesimali.
«A otto anni – dice – imparai a suonare utilizzando le campane che mi regalavano genitori e parenti, sino alle prime esperienze da campanaro nella chiesa del mio paese. A Mezzana c’è una centralina computerizzata che, attraverso una tastiera, fornisce gli impulsi alle cinque campane in Fa-crescente che dominano dall’alto il paese. Ho imparo a comporre anche diverse melodie».Ogni domenica, prima della messa, Riccardo si esibisce nella chiesa del paese, poi si dedica al suono a corde, cioè alla vecchia maniera, delle due campane della chiesa di Cascine Nuove. «Sono un autodidatta sia con il suono a computer sia con l’uso tradizionale a corde, ma l’ultimo passo l’ho fatto imparando il suono delle tastiere a percussione – spiega il 14enne –. E a Castelnuovo Scrivia, sulla chiesa di San Desiderio, è ancora funzionante una tastiere che si aziona a colpi di palmi delle mani: un suono straordinario di cinque campane in Mi bemolle. Mi sono esibito già alcune volte sotto le indicazioni di alcuni campanari del Monferrato. È stata una vera emozione destare la gente con un concerto a distesa».Riccardo ha anche una collezione di campane: «Tra le varie campane metalliche che negli anni ho ricevuto in regalo, ne spiccano alcune di valore storico tra cui una in bronzo risalente a metà ‘800, comprata da un antiquario, un’altra altrettanto antica, anche se più piccola, che ho inserito nella torre campanaria del mio modellino di chiesa antistante la casa, una nuova e di ottimo valore realizzata l’anno passato dalla celebre fonderia di Reggio Emilia. È una collezione destinata a crescere».Intanto Riccardo pensa al suo futuro. «Dopo il diploma di geometra, vorrei specializzarmi in “campanologia”, la scienza che studia i suoni delle campane e i loro restauri – dice -. A Mezzana Bigli, due delle cinque che svettano dal campanile sono rovinate e potrebbero essere proprio le prime su cui intervenire. E poi il restauro delle chiese. Per ora ho disegnato a mano libera le facciate delle parrocchiali di Mezzana, Sannazzaro, Pieve del Cairo, Mede, Castelnuovo».Dinanzi casa il modellino della chiesetta in legno costruito da papà Paolo e mamma Raffaella con quattro piccole campane ben accordate: «Le uso per esercitarmi con un allenamento ormai quotidiano». E, quando Riccardo non è a scuola, suona anche il mezzogiorno per l’intero rione con un ben accordato scampanio.

Paolo Calvi 


22.2.17

Sesso fin dai 14 anni ma nessuno conosce rischi e malattie e poi ci si lamenta se ....

un prof   fa  leggere  ai ragazzi  "Facciamolo a skuola" e "Ho 12 anni faccio la cubista mi chiamano principessa" di Marida Lombardo Pijola, giornalista, già inviata del quotidiano "Il Messaggero".



argomento censurato perchè considerato un semplice fatto di cronaca locale dai media ufficiali nazionali . meno male che c'è internet e qualche media non allineato e  nazionale se  occupa 


da http://www.leggo.it/news/italia  Mercoledì 15 Febbraio 2017, 18:01

GENITORI IN RIVOLTA CONTRO IL PROF DI RELIGIONE: "LIBRI TROPPO SPINTI AI RAGAZZI"









Scoppia la bufera in due scuole medie della Sardegna. Le famiglie si sono rivolte ai rispettivi presidi perché un docente ha suggerito agli alunni la lettura di due libri giudicati "spinti". Si tratta di "Facciamolo a skuola" e "Ho 12 anni faccio la cubista mi chiamano principessa" di Marida Lombardo Pijola, giornalista, già inviata del quotidiano "Il Messaggero". La vicenda, riporta da "L'Unione Sarda" è arrivata fino alla Curia e il vescovo di Nuoro, Mosè Marcia è stato durissimo: "Il docente se ne deve andare a casa, siamo in attesa di capire meglio dal preside delle due scuole". Lo segnala Skuola.net. Il fatto. Il professore aveva suggerito ai suoi alunni di due scuole di Nuoro e Ottana durante una lezione sul cyber-bullismo questi due libri. Però i genitori non ci stanno e giudicano quelle pagine scabrose, tra l'altro in un testo assente nei programmi didattici. Se a Nuoro non arrivano a comprare il libro, a Ottana, invece, molti genitori acquistano i volumi. E anche qui scoppia il finimondo. Non tutti però la pensano come queste famiglie. Il titolare della libreria Mielamaro di Nuoro su Facebook è critico: "Questi genitori, al di là dell'essere puritani o ben pensanti, stanno cercando di impedire ai propri figli di comprendere il mondo reale che li circonda attraverso la mediazione di uno strumento culturale, ma quando sul mondo reale ci sbatteranno la faccia, quali armi di conoscenza avranno questi ragazzi?". L'autrice si difende. La reazione di una delle due scuole coinvolte non si è fatta attendere: "L'autorità scolastica si sta occupando della questione. Seguiamo tutto con molto attenzione come sempre in casi del genere". Anche il sindaco di Ottana interviene: "Abbiamo raccolto le preoccupazioni delle mamme, ma sappiamo che le autorità scolastiche hanno in pugno la situazione". Cosa ne pensa invece l'autrice del libro? "Mi dispiace di essere al centro di un caso, ma penso siano polemiche abbastanza sterili. La lettura dei libri non è consigliati ai soli ragazzini, ma devono essere accompagnati da un adulto. Sono convinta - aggiunge - che possa essere una lettura molto utile per loro. L'intento del libro è cercare di colpire al cuore e al cervello, per far sentire loro la miseria dei comportamenti di cui scrivo e le loro conseguenze". A suo figlio lo farebbe leggere? "A mio figlio così piccolo da solo non lo avrei fatto leggere, ma in questi casi è stato proposto da un docente, quindi intenso come strumento di riflessione, in linea con il messaggio educativo che io stessa ho voluto dare al mio scritto".


poi  non lamentiamoci   se  commettono atti di bullismo  ,  o  atti di pedo pornografia  , ecc   o  se  secondo  





I risultati di una ricerca eseguita fra gli studenti delle superiori. C'è chi crede che il diabete sia sessualmente trasmissibile  di Alessandra Ceschia



Fanno sesso in modo disinibito sin dai 14 anni, ma dei rischi di salute che corrono non sanno niente, o quasi. A parte l’Aids, che conoscono in maniera piuttosto approssimativa, i ragazzi conoscono poco o nulla delle altre malattie sessualmente trasmissibili, tanto che alcuni di loro pensano che il contagio avvenga attraverso la saliva e il sudore.Non solo, fra le malattie che si trasmettono facendo sesso collocano anche il diabete, il vaiolo, la scabbia, la cistite e perfino la zika.Nonostante i “millennials”, ovvero i ragazzi nati a ridosso del nuovo millennio, rappresentino la più grande generazione interconnessa che il mondo abbia visto, e nonostante abbiano tutte le informazioni a portata di mouse, sembrano essere meno informati di quanto lo erano i loro genitori, più di una ventina di anni fa, almeno sul fronte della prevenzione.

A mettere tutto nero su bianco è stato un progetto avviato in collaborazione fra Dipartimento di prevenzione, Scuole, Comune di Udine attraverso Città sane e Clinica Malattie infettive dell’ospedale di Udine, diretta dal dottor Matteo Bassetti, su oltre un migliaio di studenti di Sello, Copernico, Percoto e Malignani.Oltre un migliaio di studenti sono stati sottoposti a un test per valutare le loro competenze sulle malattie sessualmente trasmissibili e sul rischio di contrarle.«Abbiamo proposto il questionario ai ragazzi di 16 e 17 anni prima di tenere un corso di informazione in classe – è la premessa del dottor Bassetti – quindi abbiano valutato a posteriori le conoscenze acquisite. Ciò che è emerso è sorprendente: non solo conoscono pochissimo le malattie sessualmente trasmissibili e le confondono con patologie di tutt’altra origine, ma sono piuttosto confusi sulle modalità di trasmissione».Complessivamente sono stati distribuiti oltre duemila questionari Una delle domande cui lgi studenti erano chiamati a rispondere era: «Quanti tipi di malattie sessualmente trasmissibili conosci?». La stragrande maggioranza degli intervistati ha elencato l’Aids, una malattia di cui il 78,8% dei ragazzi ha sentito parlare. Eppure, non altrettanti sanno che cosa sia il virus da immunodeficienza umana, noto come Hiv, vale a dire la vera causa dell’Aids, che solo il 70,8% dei ragazzi ha dichiarato di conoscere. Tutto ciò che riguarda la altre malattie, poi, è immerso in una fitta nebbia.Solo il 15,7% degli studenti ha ammesso di conoscere la sifilide (percentuale che dopo il corso è salita al 31,4%); va ancora peggio per l’herpes, noto al 13,4% dei ragazzi (sono diventati 30,3% dopo il corso). E scendono vertiginosamente le competenze riferite a malattie come la candida (9,7% prima del corso e 29,5 dopo), l’epatite (8,8% prima degli incontri di formazione, 20,2% dopo), quindi la gonorrea, meglio nota come “scolo” (dal 7,2 al 18,1%).Va ancora peggio per la clamidia, l’infezione a trasmissione sessuale batterica più diffusa al mondo che conta 50 milioni di casi all’anno e può causare l’infertilità (conosciuta solo il 5,5% dei ragazzi), così come il papilloma (5,6%) e la mononucleosi, nota al 3,7% dei ragazzi. Sorprende che nella categoria delle malattie trasmissibili attraverso il sesso alcuni abbiano collocato il diabete, il vaiolo, la cistite, la tubercolosi e perfino il virus zika, veicolato da zanzare infette.Nè i ragazzi sembrano interessati ai progressi della medicina e alla ricaduta sulla cura delle malattie sessualmente trasmissibili, visto che solo l’87,1% degli intervistati ha ritenuto falsa l’affermazione “Tutte le malattie sessualmente trasmissibili sono incurabili” dimostrando un pericoloso fatalismo.I test somministrati dopo il corso hanno dimostrato come la prevenzione si può e si deve fare attraverso l’informazione. Indispensabile, specialmente perché vi sono ragazzi che ritengono possibile la trasmissione di malattie veneree o del virus dell’Hiv attraverso la saliva.Ne era convinto il 24% degli intervistati (scesi appena al 16% dopo il corso). Senza contare che il 3,9% pensava – e pensa tuttora nonostante le informazioni ricevute – che il vettore delle malattie sia il sudore. Il 78% ha indicato come vettore il sangue (percentuale che nel questionario finale è salita a 90,5%), il 55% ha indicato i fluidi vaginali (il 72% alla fine), e il 72% lo sperma, percentuale che dopo gli incontri di informazione è salita di una decina di punti. In definitiva, per essere la generazione senza tabù, più esposta al contagio, i teen agers hanno dimostrato di avere molto da imparare

24.9.16

non si sconfigge l'odio , il razzismo , l'antisemitismo , l'islamofobia , omofobia censurando o proibendo lo studio a scuola delle opere letterarie del passato

in sottofondo  proibito  - Litfiba  e  a seguire il  giardino  proibito - Sandro Giacobbe

A volte succede mi succede che certi post nascano per caso . E questo è uno dei casi . Leggendo la bacheca generale cioè la home di fb , sono capitato su un post dell'amica \ compagna di viaggio prima  splinderiana ora blogger  ed utente  facebook









Premettendo che non sono un fautore delle bocciature... ma qualcuno può spiegarmi dove sarebbero le novità?? Saranno venti anni che non si boccia più alle elementari... alle medie e superiori poi per fermare un ragazzo non solo occorre fare la "guerra" contro dirigenti e colleghi finti buonisti (alias nullafacenti), ma occorre pure che un ragazzo si impegni a dismisura per ripetere l'anno... a questo punto più che abolire la bocciatura, abolite direttamente la scuola, facciamo prima... e in tutta sincerità, dal momento che sono ormai nauseato, sarei strafelice di cambiare lavoro... W la meritocrazia... manica di incompetenti ignoranti... Nico Iannaccone










Al Ministero si lavora per abolire definitivamente le bocciature alle elementari. Una novità che affiancherà la riforma degli esami di stato per secondaria di …
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stavo cercando   con google ( dante  and  pecore )  perché non ricordavo con precisione  i riferimenti  esatti quelli che  poi   erano versi  81\84   canto  terzo purgatorio  della  Divina  Commedia  di Dante 
 
 Come le pecorelle escon del chiuso
a una, a due, a tre, e l’altre stanno
timidette atterrando l’occhio e ‘l muso;                        
 e ciò che fa la prima, e l’altre fanno,
addossandosi a lei, s’ella s’arresta,
semplici e quete, e lo ‘mperché non sanno;    

e  mi sono  imbattuto  in questo articolo  del corriere della sera  del  12 marzo 2012 (modifica il 13 marzo 2012)


Un'immagine della Divina Commedia un incunabolo
stampato presso Bonino de Boninis, Brescia 1487, con commenti di Landino


«Dante antisemita e islamofobo. La Divina Commedia va tolta dai programmi scolastici»
in alternativa alcune parti del capolavoro andrebbero espunte dal testo
«Dante antisemita e islamofobo. La Divina Commedia va tolta dai programmi scolastici»
L'accusa di Gherush92 organizzazione di ricercatori consulente dell'Onu



MILANO - La Divina Commedia deve essere tolta dai programmi scolastici: troppi contenuti antisemiti, islamofobici, razzisti ed omofobici. La sorprendente richiesta arriva da «Gherush92», organizzazione di ricercatori e professionisti che gode dello status di consulente speciale con il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite e che svolge progetti di educazione allo sviluppo, diritti umani, risoluzione dei conflitti. (  ...... continua  qui  ) 

Infatti    fra i risultati della ricerca  internet    ho  trovato   sul questo portale   dantesco http://divinacommedia.weebly.com/ che nei  i versi  81-84  del canto  V   del paradiso    ( e nei canti   riportati dall'articolo    prima citato  )    compare  in senso   antisemita la  parola  giudeo  .   Risultato    testimoniato anche  da letture  ed  approfondimenti extra  scolastici  \ universitari   e  dalla  ricerca  su  internet   del  testo   dell'opera  di Dante .
Ora   leggendo   tale  articolo  trovo  conferma   dell'idiozia   e  l'ipocrisia     del politicamente  corretto  a  tutti i costi .Quindi  no alla censura  o   al divieto ipocrita  , la  soluzione   sarebbe  si  a filtri  perché   se  fatti studiare  senza  note  ed  apparati   critici    e slegate  dalla cultura   del tempo   cioè senza  spiegare  che  la  chiesa  in quel periodo  fomenteva  tali mali   , onde  evitare   che queste nuove  generazioni ( al  90  % defilipilizzatibimibiminkia  e la maggior  parte  delle  generazioni social  cresciuti  all'epoca  dei  Game , reality ,  talk  show   in somma   tipo :  1984  di Orweel  e  Fahrenheit 451) prenderebbero  sul serio ed  acriticamene  ciò  che l  viene  spiegato   vedere il film L'onda (Die Welle) del 2008 diretto da Dennis Gansel, tratto dal romanzo omonimo di Todd Strasser

Infatti   Sempre  secondo   l'articolo   in   questione 

CRIMINI - «Oggi - conclude Sereni - il razzismo è considerato un crimine ed esistono leggi e convenzioni internazionali che tutelano la diversità culturale e preservano dalla discriminazione, dall'odio o dalla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, e a queste bisogna riferirsi; quindi questi contenuti, se insegnati nelle scuole o declamati in pubblico, contravvengono a queste leggi, soprattutto se in presenza di una delle categorie discriminate. È nostro dovere segnalare alle autoritá competenti, anche giudiziarie, che la Commedia presenta contenuti offensivi e razzisti che vanno approfonditi e conosciuti. Chiediamo, quindi, di espungere la Divina Commedia dai programmi scolastici ministeriali o, almeno, di inserire i necessari commenti e chiarimenti». Certo c'è da chiederci cosa succederebbe se il criterio proposto da «Gherush92» venisse applicato ai grandi autori della letteratura. In Gran Bretagna vedremmo censurato «Il mercante di Venezia» di Shakespeare? O alcuni dei racconti di Chaucer? Certo è che il tema del politicamente corretto finisce sempre più per invadere sfere distanti dalla politica vera e propria. Così il Corriere in un articolo del 1996 racconta come, al momento di scegliere personaggi celebri per adornare le future banconote dell'euro , Shakespeare fu scartato perchè potenzialmente antisemita Mozart perché massone, Leonardo Da Vinci perché omosessuale. Alla fine si decise per mettere sulle banconote immagini di ponti almeno loro non accusabili di nulla.


Ora   leggendo   tale  articolo  trovo  conferma   dell'idiozia   e  l'ipocrisia     del politicamente  corretto  a  tutti i costi .Quindi  no alla censura  o   al divieto ipocrita  . 
Ora   sarà anche  una news   vecchia  , infatti l'articolo risale  al  2012  , ma  l'imbecillità  non  ha  confini temporali , geografici ,  culturali  , ideologici  . Queste persone  ignorano  il  fatto  che  ( successe  anche  a me     giovane studente  universitario  all'esame di letteratura  italiana   che  definìe  fu  per  questo che il prof  mi fece ripetere  l'esame   senza  però  darmi l'occasione di spiegare l'errore   che mi  usci fuori  quando lui  anziché passare  ad  altro continuava   e  rimaneva insoddisfatto  dello striminzito    riassunto che  feci dell'opera    teatrale , mi pare  fosse  rose  caduche    e lo stile   di verga  ,  attualizzando  e decontestualizzandolo dal  suo  contesto storico  ,  come pedestre  e barbino  ) un opera letteraria  scritta     quasi mile  anni fa  sia  figlia del proprio tempo   e come tale  vada letta ed  attualizzata  all'oggi . E' vero   che  in Dante  , lo stesso discorso potremmo   dirlo  di altri autori ed  artisti   ( scrittori    filosofi   sceneggiatori   registi  , ecc  )  ,  sono presenti  elementi  di : razzismo  , antisemitismo  , omofobia  ,  islamfobia  , ecc ,ma  con questo  mica bisogna  proibirli o censurarli   o chiederne  in base  a leggi   giuste certo    perché tali crimini  non  si diffondano ulteriormente    facendo ulteriori guasti   come    è avvenuto ed  avviene ancora  oggi   nel corso della storia  e    sia  estirpati o ridotti    


la  soluzione   sarebbe ,  come proposto  in alternativa (  forse  in un  barlume  di  falsa  democrazia  e libertà )      dallo stesso  Sereni dell' Gherush92 , d' inserire i necessari commenti e chiarimenti  insoma  le  classiche  note   critiche  . Tesi  che   condivido   rispetto  ala  censura  e al divieto stupido  e cretino    perché   se  fatti studiare  senza  note  ed  apparati   critici    e slegate  dalla cultura   del tempo   cioè senza  spiegare  che  la  chiesa  in quel periodo  fomenteva  tali mali   , onde  evitare   che queste nuove  generazioni ( al  90  % defilipilizzatibimibiminkia  e la maggior  parte  delle  generazioni social  cresciuti  all'epoca  dei  Game , reality ,  talk  show   in somma   tipo :  1984  di Orweel  e  Fahrenheit 451) prenderebbero  sul serio ed  acriticamene  ciò  che l  viene  spiegato   vedere il film L'onda (Die Welle) del 2008 diretto da Dennis Gansel, tratto dal romanzo omonimo di Todd Strasser

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...