Om Fahad, tiktoker irachena uccisa a colpi di pistola. Era stata condannata per i suoi video «contro pudore e moralità»
ecco a cosa è servità la guerra contro sadam hussein a portare la democrazia il caso di Om Fahad, tiktoker irachena uccisa a colpi di pistola. Era stata condannata per i suoi video «contro pudore e moralità» .
Vitale, sorridente, paffuta, vestiti sgargianti: così appariva nei filmati condivisi la settimana scorsa in cui si era ripresa davanti a uno specchio e mentre guidava il suo suv. Ogni video visto centinaia di volte su TikTok. Di Om Fahad, vero nome Ghufran Sawadi, influencer irachena da mezzo milione di follower resteranno immagini gioiose, nonostante venerdì sera uno sconosciuto le abbia sparato a bruciapelo uccidendola mentre era seduta in macchina davanti casa, nel quartiere Zayouna di Baghdad. Quello di Om Fahadnon non è il primo omicidio di una influencer in Iraq. Lo scorso anno a settembre Noor Alsaffar, una tiktoker di 23 anni seguita sui social da centinaia di migliaia di persone, è stata uccisa a colpi di pistola. Cinque anni prima, nel 2018, a cadere sotto i colpi dei killer era stata Tara Fares, modella di 22 anni. Nel Paese inoltre continua ad essere una pratica diffusa il delitto d'onore: l'ultimo a gennaio scorso quando la 22enne star di YouTube Tiba al-Ali è stata strangolata dal padre
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Si tatua una donna nuda sulla pancia, il particolare dell'ombelico lo mette nei guai: lui si toglie la maglietta in vacanza e rischia l'arresto
Farsi fare il tatuaggio più assurdo che possa venire in mente e non avere rimpianti. Nonostante gli sia quasi costato l'arresto. Richard Hart, sessantenne del Galles, ha speso 65 euro per imprimersi una donna nuda sulla pancia per il suo 40esimo compleanno. Fin qui nulla di assurdo, se non avesse però deciso di raffigurarla con le gambe spalancate, con il suo ombelico al centro a rappresentare le parti intime. «Se avessi una sterlina per tutti coloro che hanno chiesto di fare una foto, sarei un uomo molto ricco», ha
detto al Southwest News Service. Tuttavia, durante una vacanza in Spagna quel disegno gli è quasi costato l'arresto. Durante una vacanza a Benidorm, località di mare sulla costa est della Spagna, i poliziotti hanno minacciato Richard Hart di arrestarlo se non si fosse immediatamente rimesso addosso la maglietta, nascondendo quel tatuaggio. «Ero a Benidorm e faceva caldo, mi sono tolto la maglia e sono venuti due poliziotti dicendomi di coprirmi altrimenti mi avrebbero ammanettato», ha ricordato Hart, che è un ex proprietario di bar in pensione.
«Abbiamo litigato un po', poi ho dovuto accettare la loro imposizione. Ho dovuto tenere una maglietta per il resto delle vacanze». La moglie dell'uomo ha raccontato di non essere a disagio con quel tatuaggio, ma «davanti ai nipotini è sempre meglio nasconderlo».
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ELICOTTERO ATTERRA DAL BENZINAIO: DOVEVA FARE RIFORNIMENTO
Un piccolo elicottero è atterrato su una strada e ha fatto rifornimento in una stazione di servizio in Romania, tra lo stupore di automobilisti e passanti. È avvenuto a Curtea de Arges, piccola cittadina in Romania. Il pilota, un tedesco, ha spinto l’elicottero, modello Robinson R44, Fino alla pompa per fare rifornimento. Le immagini ( a lato) sono state viste migliaia di volte sui social, mentre la polizia ha avviato un’indagine per accertare l’accaduto. Molto probabilmente il velivolo è rimasto senza carburante e il pilota ha deciso di atterrare alla stazione di servizio più vicina. Fatto rifornimento, è decollato, mentre i passanti filmavano la curiosa scena.
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Porta a spasso un suricato in piazza Duomo: l’animale assediato dai curiosi che chiedono di fare una foto
I milanesi sono piuttosto abituati a vedere spettacoli fuori dall’ordinario in piazza Duomo, eppure la presenza di un suricato al guinzaglio che passeggiava tranquillamente con i suoi amici umani è riuscita a coglierli di sorpresa: ad accompagnare Timon – che è una femmina e ha preso in prestito il nome del suo famosissimo alter ego disneyano – nella sua escursione nel centro di Milano c’erano Efrem Brambilla, il sindaco di Santa Maria Hoè (nel Lecchese), e sua moglie Eleonora Maria Rizzo.
“Non mi sarei mai aspettato di ricevere un’attenzione del genere. Non riuscivamo a muovere un passo perché tutte le persone che incontravamo volevano accarezzare Timon o farci qualche domanda su di lei – sorride Brambilla – Adulti e bambini, chiedevano informazioni sulla sua età, le sue abitudini alimentari, la sua storia e così via. E lei era perfettamente a suo agio, felice di godersi tutto quell’affetto”.
Qualcuno poi ha riconosciuto in lei il suricato già visto su Facebook, dove Timon è diventata una
piccola star grazie ai numerosi post che Efrem Brambilla le dedica, raccontando la propria quotidianità domestica.
“Sia io sia mia moglie siamo cresciuti circondati dagli animali e li amiamo moltissimo. Eleonora in particolare nutre da sempre una passione per i suricati – continua – Così quando qualche mese fa una delle nostre due cavie Sheltie è morta per un tumore mi è venuto naturale pensare di regalargliene uno. Ovviamente ne abbiamo parlato a lungo prima dell’acquisto, perché ogni animale ha le sue particolari esigenze ed è fondamentale informarsi per conoscerle al meglio prima di farlo entrare in famiglia”.
Nata lo scorso novembre in un allevamento in Veneto, Timon ha trascorso i primi due mesi di vita insieme alla madre e ai fratelli e poi si è trasferita a Santa Maria Hoè.
“In casa abbiamo anche un bulldog francese e una cavia e tutti vivono insieme liberi, anche se ciascuno di loro ha i propri spazi – prosegue – Timon alla sera si accoccola sul nostro petto mentre ci rilassiamo sul divano, mentre di giorno esplora la casa o gioca con Madame Muffin, la nostra cagnolina”.
A cinque mesi, il suricato sta scoprendo il mondo e adora le passeggiate: “L’abbiamo abituata al guinzaglio e lei è felicissima di uscire – conclude il sindaco di Santa Maria Hoè – Quando siamo stati a Milano le ho protetto la punta della coda con uno strato di nastro medico, ma solo a scopo precauzionale, per evitare che raccogliesse germi e sporcizia da terra. È stata benissimo: lo so perché gli animali sono molto bravi a farci capire quando qualcosa li fa sentire a disagio. Basta saperli ascoltare”
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Ginevra, record di nonni e bisnonni per la neonata di quinta generazione: ha anche la trisavola
La città di Roma, tra le antiche mura e gli storici vicoli ci regala una storia familiare meravigliosa. infatti,questa non è stata semplicemente una nascita, ma il culmine di una storia familiare straordinaria che abbraccia cinque generazioni, tutte riunite per celebrare l'arrivo di questa piccola meraviglia.
Ginevra è una bimba fortunata: nata il 7 aprile, ha trovato ad accoglierla l’amore dei genitori e
dei nonni, ma anche di quattro bisnonni e di una trisavola di 92 anni. Un vero “record di affetti”. Ma va anche detto che i suoi genitori sono giovani per la media italiana: mamma Chiara Marchegiani ha 22 anni e papà Lorenzo Angelini 24 (nel tondo). Racconta Chiara: «Siamo molto felici di iniziare
questo percorso accompagnati dall’affetto di così tanti nonni».Insieme ai genitori, che hanno accolto la loro bambina con l’amore indescrivibile che solo una mamma e un papà possono dare, c'è un caleidoscopio di nonni e bisnonni , ciascuno dei quali portatore di una parte preziosa di quel legame che unisce il passato al presente e al futuro . qui in qiuesto video ( on sono riuscito ad estrararlo ) di www.leggo.it ulteriori dettagli su questa grande famiglia allargata
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le ultime news sono sotto forma di slide \ foto non avevo voglia di di fare cute - paste
le varie storie sdolcinate sull'ultimo n di topolino ( vedere copertia sinistra ) e la striscia d'oggi della rubrica / foto sotto a centro di penauts proposta da Il Post d'oggi mi hanno riportato alla mente una storia bellissima storia degli anni 90 che letta oggi sarebbe considerata da educande ma al'epoca c'erano ancora forti sacche di perbenissimo e bigottismo . Essa s'intitola Topolino in: “Ho sposato una strega” ( SIC a non averlo conservato oggi varebbe un bel po' di € visto che stando alle dichiarazioni rilasciate da Marconi in un’intervista del 2008, le tavole originali dovrebbero essere state distrutte) . Meno male che c'è la rete a supllire tale mancanza e desiderio di rileggerla o leggerla per la prima volta . Infatti : Questa “parodia del celebre film di René Clair interpretato da Fredric March e Veronica Lake (1944) non ha avuto vita facile. Non è mai stata ristampata, ma, di più, si potrebbe dire: non è mai statastampatacorrettamente; infatti nell'unica edizione (quella su "Topolino" numero 1785 dell'11 Febbraio 1990) le tavole 17 e 18 sono state stampate rispettivamente a pagina 22 e 21 anziché a pagina 21 e 22 come sarebbe stato esatto.
Per questi motivi offriamo per la libera consultazione questa storia, fatti salvi i diritti di ciascuno e con l'impegno di togliere dalla rete queste pagine non appena sarà disponibile in qualsiasi forma una ristampa della storia. >> da inducks.org dove potete trovare l'intera storia
C’è chi come me prova nostalgia per averla scoperta ed letta in tenera età, chi la ricorda con affetto per le sue scelte coraggiose e il suo finale malinconico e persino chi la cita con una punta di sarcasmo, riferendosi al polverone che sollevò pochi giorni dopo la sua uscita in edicola, l’11 febbraio 1990. Da allora, infatti, Topolino in: “Ho sposato una strega” non è da quel che so ed ho letto sull'articolo dell'ottimo e inmformatissimo https://www.fumettologica.it/ : << La storia d'amore più "scandalosa" mai apparsa su "Topolino">> di che trovate sotto di che mai stata ripubblicata e (anche) per questo gode ormai di una grande fama.
Il frontespizio di Topolino in: “Ho sposato una strega” (da Topolino 1785)
Prima del matrimonio
La storia, come moltealtre pubblicate all’epoca, nasceva da un’esigenza precisa: svecchiare Topolino. Il detective dalle grandi orecchie stava diventando antipatico, borioso, saccente, ed era sempre meno popolare tra i lettori. Risolveva velocemente anche i casi più difficili, senza vacillare; non si cacciava mai nei guai e trattava gli amici con fare da superiore. Era raro che ricoprisse un ruolo comico, perché sulla carta era privo di difetti e se non avesse mostrato le sue fragilità più profonde (come sapevano fare Pippo o Paperino) non avrebbe fatto ridere nessuno. Per molti era solo un tipo noioso che cominciava ad aver vissuto troppe avventure. Alcuni sceneggiatori, però, la pensavano diversamente, e tra questi c’era Massimo Marconi. Era molto noto nell’ambiente per essere stato tra i primi a cimentarsi nelle storie su commissione, realizzate in collaborazione di enti come la F.I.S. o per promuovere il lancio di alcuni gadget, e i suoi rapporti con la redazione si erano intensificati nel 1985, quando aveva iniziato a vagliare i soggetti altrui e coordinare l’attività dei colleghi. La sua influenza sull’agenda della rivista era enorme, ed essendo in ottimi rapporti con il direttore di allora, Gaudenzio Capelli, poteva permettersi il lusso di osare nei propri fumetti, che di fatto sottoponeva al suo stesso giudizio.«Quando sono diventato il responsabile delle storie mi sono subito preoccupato di Topolino, il personaggio più debole che c’era allora», ricorda Marconi a Fumettologica. «Tra le varie idee c’era la volontà di uscire dall’impasse che si era creata tra Topolino e Minni, che, a differenza di Paperino e Paperina, non litigavano mai: la loro era una relazione un po’ fiacca. Io volevo dare a Topolino la possibilità di innamorarsi sul serio». In passato era già capitato che il Topo si invaghisse di un’altra, ma alla fine, com’era logico aspettarsi, aveva sempre trionfato l’affetto per Minni. Questa volta, però, le cose sarebbero andate diversamente. Dopo una lite più dura del solito, Topolino si sarebbe concesso una piccola pausa ricreativa fuori città, conoscendo Samantha, una ragazza di cui si sarebbe innamorato e che avrebbe deciso di sposare, nonostante fosse una strega. «Era sicuramente una scelta rischiosa», prosegue Marconi, «ma, se non li avessi fatti sposare, la storia non sarebbe stata così intensa, e io non volevo che si trattasse di una sbandata come tante altre. Dovevano sposarsi».Topolino in: “Scene da un matrimonio”
Marconi era la persona più indicata per portare a termine un’operazione del genere. Già altre volte, in passato, aveva dovuto modellare il comportamento dei personaggi per far fronte alle esigenze di turno (dalla presentazione di un gadget alla réclame di un torneo sportivo) senza tradire la loro natura o lo spirito della rivista. Stavolta, però, c’era di mezzo un matrimonio, e la difficoltà più grande stava nel fare ritorno alla situazione iniziale. Topolino e Samantha si sarebbero dovuti conoscere, innamorare, sposare e poi dividere per sempre: tutto dovevano sembrare fuorché marionette che obbedivano a una volontà superiore. Per scongiurare questo rischio, Marconi trasformò la storia in un’anti-parodia di Ho sposato una strega, una commedia romantica hollywoodiana dove un uomo rispettabile (ma noioso) perdeva la testa per una fattucchiera seducente che si comportava come una ragazzina. Del film rimase soltanto l’idea di fondo, com’era già capitato in un fumetto di qualche anno prima che omaggiava Il tempo delle mele. Lo scopo non era rivisitare i film in chiave disneyana, ma utilizzarli come pretesto per far dire qualcosa di nuovo ai personaggi. Nella fattispecie, grazie all’intervento della magia era possibile mostrare la vita matrimoniale di Topolino e Samantha senza che i due si fossero realmente sposati. In seguito a un incantesimo lanciato dal padre di lei (anch’egli stregone, come nel film), i due coniugi avrebbero vissuto in una dimensione alternativa, il tempo necessario per capire che tra di loro non avrebbe potuto funzionare. Sulla carta, se si escludevano i riferimenti nuziali, c’era ben poco di trasgressivo, ma il rischio di essere fraintesi era dietro l’angolo. A un certo punto della sceneggiatura, nelle intenzioni di Marconi, Topolino e la strega avrebbero dovuto dividere lo stesso letto durante una breve lite, ma il disegnatore, Giorgio Cavazzano, colonna portante della rivista da più di vent’anni, non se la sentì di osare a tal punto e li fece sedere in poltrona. Subito prima di quel dialogo, però, aveva appena disegnato una vignetta destinata a far infuriare migliaia di italiani, buona parte dei quali, di solito, Topolino neanche lo leggevano.
Fate attenzione al riquadro in basso a sinistra…
Una storia al di sopra di ogni sospetto
Marconi sapeva fin dall’inizio che “il matrimonio di Topolino” avrebbe attirato l’attenzione della stampa generalista. «All’epoca qualunque cosa pubblicassimo che avesse un riferimento alla realtà o che fosse un minimo notevole finiva sui giornali», dice riferendosi ai fumetti tradotti in latino o alle caricature di Mike Bongiorno e Gianni Agnelli. Lui stesso, sperando di smuovere le acque, aveva inviato un comunicato stampa a qualche testata, ma senza ottenere risultati. La scintilla scoccò quando l’inserto satirico dell’Unità (il settimanale Cuore, fondato e diretto da Michele Serra) riportò la notizia a modo suo. Mise in prima pagina la vignetta in cui i due sposini cominciavano a spogliarsi e titolò con enfasi: «Topolino tromba! Ecco le prove».
Particolare della copertina di Cuore del 18 febbraio 1990. «Un altro muro è crollato» è un probabile riferimento a quello di Berlino, caduto pochi mesi prima «In quel periodo Cuore riceveva moltissime segnalazioni dai lettori», spiega a Fumettologica Andrea Aloi, caporedattore delle pagine culturali e futuro direttore del periodico. «C’era chi ci segnalava le insegne dei negozi più clamorose, articoli di cronaca bizzarri o articoli di politica scritti in modo incomprensibile. Sono convinto che anche quella notizia ci sia stata segnalata, perché poi siamo andati in edicola e abbiamo acquistato l’ultimo numero di Topolino.» Cuore realizzò anche un breve servizio che ricalcava lo stile delle riviste scandalistiche, con tanto di dichiarazioni scioccate rilasciate da alcuni personaggi Disney («una perdita incolmabile per il movimento gay», constatava Pippo sconsolato). Nessuno si prese la briga di specificare che tra Topolino e l’«appetitosa biondina» non c’era stato proprio niente, nella storia originale. Lo scopo era chiaramente dissacratorio, come ricorda Aloi: «Avevamo fatto un titolo un po’ forte, com’era nel nostro costume, ma anche molto ironico perché di fianco ci avevamo messo una trombetta. Più che altro l’idea di andare a rompere le scatole al puritanesimo Disney ci aveva fatto piacere. Eravamo degli adulti che si divertivano a fare questo genere di cose». L’equivoco, quindi, nacque per caso. La vignetta era stata estrapolata dal suo contesto e non era possibile coglierne il senso senza aver letto la storia. Lo scambio di battute e le azioni dei personaggi non fecero che peggiorare la situazione, perché sembravano proprio riferirsi a un rapporto carnale, con Topolino che si rimetteva le scarpe e Samantha che gli domandava se gli fosse piaciuto. Sarebbe bastato uno sguardo un po’ più acuto per capire che entrambi si stavano spogliando, non rivestendo, dato che lei si era appena sfilata il velo con la mano.In poco tempola vicenda fu ripresa dai grandi giornali. SuRepubblicaapparveun articolo di cronacache ospitò le dichiarazioni dello sceneggiatore, chiarendo finalmente il malinteso e riportando – per primo – la trama completa della storia. Il pezzo portava la firma di Alessandra Longo, che era anche una sporadica lettrice diTopolinoe aveva apprezzato particolarmente il fumetto incriminato, dato il suo odio per Minni. «All’epoca lavoravo in Cronaca Nazionale», ci spiega, «e l’articolo è stato ospitato in quelle pagine. Avevo trovato il “tradimento” di Topolino molto divertente, adatto ai lettori diRepubblicadi allora. Un approccio ironico e leggero, che solo qualche moralista non ha apprezzato». Ma la percezione della storia era già inevitabilmente compromessa. La redazione diTopolinocominciò a ricevere telefonate e lettere di protesta e una trasmissione radiofonica molto nota,Chiamate Roma 3131, ospitò le lamentele di un’ascoltatrice che aveva letto presumibilmente solo la copertina diCuoresenza informarsi, e si scagliava contro le «cose pornografiche che si fanno nei fumetti». In un’epoca in cui, come rileva Marconi, «tutti i fumetti erano Topolino». Le polemiche esplosero circa sette giorni dopo l’uscita della storia in edicola, e questo fece sì che molti lettori occasionali o semplici curiosi acquistarono, senza saperlo, il numero seguente, che riuscì a vendere un 10% di copie in più rispetto al solito. Ma se in Italia la vicenda stava prendendo una piega positiva, attirando l’attenzione dei giornali e incrementando le vendite,presto la notizia raggiunse la casa madre, in America, dove le disposizioni dei dirigenti non furono affatto concilianti. Dopo aver esaminato la storia, infatti, l’amministratore delegato di The Walt Disney Company Michael Eisner,chiese le dimissioni di Capellieordinò che fossero bruciate le pellicole di stampa dell’intero numero, senza limitarsi all’oggetto di scandalo. Cosa che fu prontamente fatta, tanto che per le ristampe successive delle altre storie contenute nel numero, la Disney stessa si è dovuta basare su scansioni dell’albo stampato. Capelli alla fine rimase al proprio posto, ma, stando alle dichiarazioni rilasciate da Marconiin un’intervista del 2008, le tavole originali diTopolino in: “Ho sposato una strega”dovrebbero essere state distrutte.È probabile che Walt Disney avesse agito così per non compromettere ulteriormente la propria immagine. Ormai nel dibattito pubblico italiano la storia era stata associata allo scandalo che aveva generato:non era più un fumetto coraggiosoin cui Topolino si innamorava davvero, ma un racconto di sesso e depravazione, e come tale andava estirpato, epurato, cancellato dalla memoria collettiva.Il primo litigio tra Topolino e Samantha, che in origine si sarebbe dovuto svolgere nel loro letto matrimoniale. Cavazzano, invece, optò per una location più rassicurante
Fino a quel momento la casa madre non aveva mai esercitato un vero controllo sulle storie scritte in Italia. L’unico parametro a cui dovevano rispondere, già dalla fine degli anni Settanta, era il rispetto delle minoranze etniche, ripetutamente prese di mira o stereotipizzate dagli autori del periodo precedente. Dopo quello scandalo, osservano Dario Ambrosini e Marco Barlotti in un volume monografico su Giorgio Pezzin, dalla Disney americana arrivò «un deciso giro di vite per limitare i voli pindarici degli sceneggiatori italiani».Il primo a pagarne le conseguenze fu proprio Pezzin, che aveva appena consegnato una storia di stretta attualità dove Topolino e Pippo viaggiavano nel tempo per sventare un colpo di stato ai danni di Michail Gorbaciov. Il progetto era stato approvato (dallo stesso Marconi) ma l’iter di produzione fu subito interrotto.
«Mi sarebbe piaciuto averti come genero»
Topolino in: “Ho sposato una strega” non deluse le aspettative di Marconi per via delle controversie che si crearono, ma perché quasi nessuno, tra i critici e gli addetti ai lavori, si interessò al suo effettivo contenuto. Sarebbe stata da lodare, invece, la caratterizzazione di Topolino, debole e imperfetto come non lo si vedeva da tempo e che finalmente metteva in campo tutti i risvolti della propria personalità, dallo sprezzo del pericolo alla goffaggine un po’ ingenua. Anche i disegni di Cavazzano avrebbero meritato un plauso. «Quando Giorgio si cimentava con questo genere di storie lavorava benissimo», osserva Marconi. «Era capace di realizzare un capolavoro quando lavorava col piede sinistro. Figuriamoci quando lavorava col destro.» Si potrebbero spendere fiumi d’inchiostro sulla precisione del suo tratto, sulla bravura con cui muoveva i personaggi sulla scena o sulla sua padronanza della tavola, ma in questa storia saltano subito all’occhio i costumi, mai così diversi dal solito. Vestaglie, giacche sportive, tute da ginnastica, panciotti, pantaloni col risvolto, salopette e, ovviamente, abiti da sposa. Nell’incipit persino Basettoni indossa una camicia di lana alla moda al posto della solita divisa. Il focus sul guardaroba permise a Cavazzano di interpretare alla grande anche il personaggio di Samantha, che non doveva risultare né poco attraente né troppo lontano dai canoni. Il solo modo per dire qualcosa di più sul suo conto e sui suoi gusti personali fu di farle sfoggiare un outfit dopo l’altro, rendendola memorabile nonostante la stringatezza della sceneggiatura.
Qualcuno ha per caso detto #lunedìfeels?
La storia, però, non era esente da critiche. Già nel 1991, Romano Scarpa aveva rilasciato dichiarazioni al vetriolo in un’intervista, definendo il progetto «un passo incauto» perché «esclude, toglie di mezzo Minni. Minni non può venire ignorata in quel modo». E in parte è sicuramente vero: la sua sfuriata iniziale può sembrare esagerata o artificiosa, e di certo qualche tavola in più avrebbe giovato, ma è altrettanto evidente che nei piani di Marconi il ruolo di Minni era tutt’altro che secondario.Se in apertura fosse comparsa Samantha, e Topolino avesse tradito subito la fidanzata, sarebbe stato lecito stupirsi, ma nel caso specifico era fondamentale che Mickey conquistasse le simpatie dei lettori, subendo le ire di una figura femminile palesemente nel torto. Solo così il pubblico avrebbe toccato con mano il disagio sentimentale dell’eroe, ingabbiato in un fidanzamento lungo più di 60 anni. Nonostante oggi ne siano passati più di 30 dall’uscita di Topolino in: “Ho sposato una strega”, Marconi la ricorda ancora come una delle più importanti che abbia mai scritto: «È servita a far capire a mia mamma che facevo un lavoro importante, perché sono finito su Oggi», conclude con orgoglio. Ma anche perché, come rilevava Andrea Tosti, mise in evidenza «la capacità di Marconi nel far emergere in maniera naturale e spontanea il lato romantico, e quasi “erotico”, dei propri personaggi; sempre con discrezione, naturalmente». E in modo tutt’altro che scandaloso.
Bésame mucho, canzone scritta nel 1940 dalla messicana Consuelo Velázque nella versione di Cesária Évora)
Quelli Che Benpensano + Fuori dal Tunnel (Premio Tenco 2008) - Caparezza + Frankie HI-NRG MC
. Quelli Che Benpensano - Frankie HI-NRG MC
Tonino Carotone - Me Cago En El Amor
Non avendo voglia di : uscire a fare foto e camminare , di vedere le nuove stagioni di serie netflix che sto seguendo , di cercare storie \ fatti curiosi da riportare e commentare ho deciso di rispondere facendo la seconda eccezione ( vedere post precedente ) , visto che d solito tali email le rimuovo direttamente , come facevo un tempo alle email . Rieccola redbeppe@gmail.com se qualcuno ha da mandarmi : storie , comunicati , rettificare, precisare , rivendicazioni d'immagini o video , commenti se non avete voglia di lasciarli sotto , ecc . Ne ho pescato una a caso fra le critiche ( al limite dell'omofobia ) per i post sul decreto zan e le tematiche LGBT+. Essa riguarda la nuova pubblicità Dietor Dietorelle è all’insegna del bacio, come la canzone utilizzata nello spot trasmesso dal 2 maggio 2021 n ( ne trova sopra un Png cioè un fermo immagine tratto dal video dello spot in questione ) che dimostra che da 30 anni a questa parte , come un fenomeno carsico ritorna più forte di prima , dopo la rivoluzione culturale e sociale degli anni 60\80 del secolo scorso , Il perbenismo interessato\ la dignità fatta di vuoto\L’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
Ma adesso basta cianciare ecco il mi botta e risposta
Caro Giuseppe premetto che pur essendo avanti con gli anni, ben 70 primavere, sono una persona di larghe vedute. Condivido pienamente le battaglie per l’abolizione delle discriminazioni sessuali, purché siano combattute senza imposizioni o inutili volgarità. A volte, però, il troppo stroppia. Alle 20.30, presenti i miei nipoti di 6 e 8 anni, è andata in onda una pubblicità con due donne che si baciano. Alle loro inevitabili domande ho risposto buttandola, come si dice, in “caciara”, sentendomi impreparata a dar loro delle risposte esaustive. Se è questo il modo per portare avanti le suddette battaglie, faccio un passo indietro! Perché oggi, rispetto a ieri, ho qualche dubbio sui concetti di “normalità” e “uguaglianza”?
Lettera firmata
Cara lettrice
ho letto la tua lettera e vorrei darle un consiglio: la prossima volta che si troverà in imbarazzo dopo una domanda dei suoi nipoti potrebbe rispondere: vedi tesoro, tra loro c’è amore proprio come trame e il nonno, e tra il tuo papà e la tua mamma, l’amore non ( e non dovrebbe averne ) ha recinti \ gabbie ! lo so che la mia risposta sarà banale ma come spesso le risposte banali spesso sono le più efficaci ed quelle che rimangono impresse , l'amore merita come ho commento di recente sul mio social tale notizia .
Fin quando una notizia del genere farà notizia vi sarà sempre spazio per idioti i lamentare la necessità biologica di un neonato di avere due genitori di sesso diverso.
A me non mi frega nulla ( che abbia due mamme, tre papà dodici nonni... Benvenuta al mondo e buona vita piena di salute e gioia... chiunque tu sia ... O e usato l'utero in affitto ( cosa che non mi sembra in questo caso ) chi sono io per proibire agli altri di usufruire tale pratica che io detesto ?
Il suo è un bel problema perché tra la giusta indignazione e il bacchettonismo è un attimo ... Io penso che non si possa fermare il vento con le mani. La società evolve, e con essa quello che una volta si chiamava “il comune senso del pudore”. Io aborro, come lei, le esagerazioni, ed l'esibizionismo ed ne ho scritto qualche volta . Ma Però dico anche che noi adulti, noi educatori, dobbiamo essere preparati ad accettarlo non dico passivamente ma non nascondendoci o cambiando discorso come credo lei abbia fatto con i suoi nipoti davanti alla pubblicità . L’amore è uguale per tutti e non si fa assolutamente male che i bambini conoscano e vedano altre forme d'amore oltre quello classico tra umo e donna, anzi! Questo è solo un bene per loro, in modo che capiscano già dalla tenera età quello che non è sbagliato. Saranno persone migliori da grandi, saranno loro a decidere chi amare, e ci sarà sempre meno omofobia in questo schifo di mondo! L’amore non si può comandare ! come dimostra anche la storia che ho raccontato tempo fa