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5.9.24

La storia di Yasamin A. R. è una medico del Sant'Orsola di Bologna -. 38 anni , nata , cresciuta , e laureata qui ma per lo Stato non sono italiana".

 È nata a Cesena ed è cresciuta a Treviso. Ha frequentato la facoltà di Medicina e
Chirurgia dell'Università di Bologna, dove si è laureata a pieni voti. E dopo un eccellente percorso di specializzazione ora lavora a tempo indeterminato al Policlinico Sant'Orsola
Eppure per lo Stato italiano non è italiana. È la storia Yasamin A. R., medico di 34 anni che ogni giorno vive sulla sua pelle il paradosso generato dalla burocrazia del nostro Paese. Yasamin, infatti, paga le tasse in Italia e qui ha vissuto quasi ininterrottamente da quando è nata. Ma a causa dei requisiti tanto stringenti quanto astratti, se tutto va bene potrà ottenere il passaporto soltanto quando spegnerà quaranta candeline. "Vuoi sapere la beffa? - aggiunge al telefono contattata da BolognaToday -. La cosa che le persone mi chiedono più spesso è: 'Da quanto tempo sei in Italia? " 
La richiesta negata per il trasloco a Londra per motivi famigliari

Yasamin risponde alla chiamata subito dopo che ha finito il suo turno nel reparto di Medicina fisica e riabilitativa. Nonostante la stanchezza, ha una voce energica da cui trapela una lieve inflessione romagnola. Racconta che ha la cittadinanza britannica perché britannica era sua mamma, mentre suo papà era iraniano. Dopo aver fatto l'asilo e i primi tre anni di elementari a Treviso, a otto anni deve con tutta la famiglia trasferirsi a Londra perché la madre è malata e ha bisogno di cure. Per frequentare la quarta elementare deve iscriversi all'anagrafe londinese. "Passati dodici mesi siamo rientrati in Italia perché mamma non ce l'aveva fatta - continua -. Da quel momento ho vissuto sempre qui". Quando compie diciotto anni, però, Yasamin non può inoltrare la richiesta di cittadinanza: la legge richiede dieci anni di continuità di residenza italiana.

L'inferno degli uffici e del permesso di soggiorno

Ma la sua vita va avanti. Diploma con voti brillanti e iscrizione all'Unibo. Sotto le Due Torri si trova anche un lavoretto per mantenersi: "Ho anche tre fratelli di cui due più piccoli - racconta - e a quel tempo le cose a mio padre non andavano molto bene dal punto di vista economico". Dopo il primo anno di Medicina scompare anche il papà. Diventando orfana, sfuma di nuovo la possibilità di richiedere la cittadinanza: "A ventidue anni avevo la continuità, ma non più una famiglia alle spalle per rientrare nei parametri economici richiesti".

La ragazza continua a studiare, affianca agli esami impieghi part-time come baby-sitting e ripetizioni e si laurea perfettamente in tempo. Prosegue con la specialistica e la conclude con il massimo dei voti. Nel frattempo, però, l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea con la Brexit stravolge di nuovo tutto e Yasamin diventa addirittura un'extracomunitaria. Comincia l'inferno dell'ufficio migrazioni e della burocrazia per ottenere il permesso di soggiorno: "È stato un periodo drammatico - ricorda il medico -. Nessuno rispondeva alle mail, non capivo come prendere appuntamento. Agli sportelli le persone vengono trattate malissimo. Io avevo bisogno del documento per partecipare a un concorso e la prima volta me lo consegnarono con il nome scritto sbagliato. Da gennaio 2025 avrò bisogno del visto per circolare in Europa e questa è un'altra 'comodissima' cosa che mi si prospetta davanti".

"Chi ha un parente italiano può arrivare a votare, mentre io non l'ho mai fatto"

Oggi Yasamin ha un visto permanente, ma questo non basta a fare la stessa vita di un'italiana. La mancanza della cittadinanza si ripercuote nella sua quotidianità, dalla partecipazione ai bandi ai controlli di sicurezza fino alle denunce: "Due mesi fa sono stata scippata, e l'agente di polizia mi chiedeva se avessi un lavoro e da quanto fossi in Italia. È la prima cosa che tante persone mi chiedono sempre. Ed è veramente snervante".

Grazie al suo lavoro, tra due anni potrà finalmente fare l'agognata richiesta perché sarà in grado di dimostrare almeno tre anni di reddito. Dopodiché, se tutto fila liscio ce ne vorranno ancora quattro perché le venga finalmente riconosciuto un diritto: a quarant'anni Yasamin diventerà una cittadina italiana dopo aver vissuto 39 anni in Italia. Ma l'amarezza rimane: "Provo tanta rabbia, a volte ho pensato di andarmene dall'Italia - ribadisce la medico -. Tantissimi sono nella mia stessa situazione: persone che sono nate e hanno studiato e che sentono l'Italia come casa propria. Ed è assurdo invece che dall'altra parte del mondo c'è gente che non è mai stata in Italia, ha diritto a chiedere la cittadinanza perché ha sposato un italiano o perché ha un parente italiano, e può potenzialmente addirittura votare. Mentre io, che alle ultime elezioni europee ho fatto il medico scrutatore nell'ospedale in cui lavoro, non ho mai potuto farlo".

La lettera a Lepore, Zuppi e Bergonzoni: "Mi hanno risposto ma poi nulla"

Due mesi fa Yasamin ha scritto una lettera in cui raccontava la sua storia e il suo problema. L'ha inviata alle istituzioni locali, tra cui "il sindaco di Bologna Matteo Lepore, l'arcivescovo Matteo Maria Zuppi e l'attore Alessandro Borgonzoni". Da tutti loro, dice, ha ricevuto una risposta solidale, ma, aggiunge, "poi non è più successo nulla". La stessa lettera è stata ripresa dal giornalista del Post Francesco Costa nella puntata del podcast 'Morning' mercoledì mattina. Con le sue parole Yasamin spera di "contribuire a una maggiore apertura, una maggiore sensibilità. Perché le regole smettano di essere così rigide, perché chi nasce e cresce in Italia è italiano".

30.6.24

Sbaglia la traccia di Maturità ma la commissione lo crede un genio: prende il massimo dei voti al tema

   fortuna  \  culo   o  ingegno  secondo me    entrambe  perchè : va bene la fortuna, ma diamo anche a Cesare quel che è di Cesare: buona parte del merito va comunque allo studente che, sì, ha inconsapevolmente mixato due tracce in un cocktail vincente, ma che ha anche svolto un ottimo tema a prescindere. Non si ottiene il punteggio pieno solo ed esclusivamente con l’originalità, né tantomeno soltanto con la fortuna !

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                                 di  Francesco Bertoldi

28.4.24

ma in iraq non avevano portato la democrazia ? Om Fahad, tiktoker irachena uccisa a colpi di pistola. Era stata condannata per i suoi video «contro pudore e moralità» ed altre storie


   

Om Fahad, tiktoker irachena uccisa a colpi di pistola. Era stata condannata per i suoi video «contro pudore e moralità»


ecco a cosa è servità la guerra contro sadam hussein a portare la democrazia il caso di Om Fahad, tiktoker irachena uccisa a colpi di pistola. Era stata condannata per i suoi video «contro pudore e moralità» .


Om Fahad, tiktoker irachena uccisa a colpi di pistola. © Ansa

Vitale, sorridente, paffuta, vestiti sgargianti: così appariva nei filmati condivisi la settimana scorsa in cui si era ripresa davanti a uno specchio e mentre guidava il suo suv. Ogni video visto centinaia di volte su TikTok. Di Om Fahad, vero nome Ghufran Sawadi, influencer irachena da mezzo milione di follower resteranno immagini gioiose, nonostante venerdì sera uno sconosciuto le abbia sparato a bruciapelo uccidendola mentre era seduta in macchina davanti casa, nel quartiere Zayouna di Baghdad. Quello di Om Fahadnon non è il primo omicidio di una influencer in Iraq. Lo scorso anno a settembre Noor Alsaffar, una tiktoker di 23 anni seguita sui social da centinaia di migliaia di persone, è stata uccisa a colpi di pistola. Cinque anni prima, nel 2018, a cadere sotto i colpi dei killer era stata Tara Fares, modella di 22 anni. Nel Paese inoltre continua ad essere una pratica diffusa il delitto d'onore: l'ultimo a gennaio scorso quando la 22enne star di YouTube Tiba al-Ali è stata strangolata dal padre

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Si tatua una donna nuda sulla pancia, il particolare dell'ombelico lo mette nei guai: lui si toglie la maglietta in vacanza e rischia l'arresto

Farsi fare il tatuaggio più assurdo che possa venire in mente e non avere rimpianti. Nonostante gli sia quasi costato l'arresto. Richard Hart, sessantenne del Galles, ha speso 65 euro per imprimersi una donna nuda sulla pancia per il suo 40esimo compleanno. Fin qui nulla di assurdo, se non avesse però deciso di raffigurarla con le gambe spalancate, con il suo ombelico al centro a rappresentare le parti intime. «Se avessi una sterlina per tutti coloro che hanno chiesto di fare una foto, sarei un uomo molto ricco», ha
detto al Southwest News Service. Tuttavia, durante una vacanza in Spagna quel disegno gli è quasi costato l'arresto. Durante una vacanza a Benidorm, località di mare sulla costa est della Spagna, i poliziotti hanno minacciato Richard Hart di arrestarlo se non si fosse immediatamente rimesso addosso la maglietta, nascondendo quel tatuaggio. «Ero a Benidorm e faceva caldo, mi sono tolto la maglia e sono venuti due poliziotti dicendomi di coprirmi altrimenti mi avrebbero ammanettato», ha ricordato Hart, che è un ex proprietario di bar in pensione.
«Abbiamo litigato un po', poi ho dovuto accettare la loro imposizione. Ho dovuto tenere una maglietta per il resto delle vacanze». La moglie dell'uomo ha raccontato di non essere a disagio con quel tatuaggio, ma «davanti ai nipotini è sempre meglio nasconderlo».

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ELICOTTERO  ATTERRA DAL   BENZINAIO:  DOVEVA FARE   RIFORNIMENTO
Un piccolo elicottero è  atterrato su una strada e  ha fatto rifornimento in una  stazione di servizio in Romania, tra lo stupore di automobilisti e  passanti. È avvenuto a Curtea  de Arges, piccola cittadina in  Romania. Il pilota, un   tedesco, ha spinto l’elicottero,  modello Robinson R44, Fino alla pompa per fare rifornimento. Le immagini  (  a  lato) sono state viste  migliaia di volte sui social, mentre la polizia ha avviato  un’indagine per accertare l’accaduto. Molto   probabilmente il velivolo è  rimasto senza carburante e il  pilota ha deciso di atterrare  alla stazione di servizio più  vicina. Fatto rifornimento, è  decollato, mentre i passanti  filmavano la curiosa scena. 


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Porta a spasso un suricato in piazza Duomo: l’animale assediato dai curiosi che chiedono di fare una foto


I milanesi sono piuttosto abituati a vedere spettacoli fuori dall’ordinario in piazza Duomo, eppure la presenza di un suricato al guinzaglio che passeggiava tranquillamente con i suoi amici umani è riuscita a coglierli di sorpresa: ad accompagnare Timon – che è una femmina e ha preso in prestito il nome del suo famosissimo alter ego disneyano – nella sua escursione nel centro di Milano c’erano Efrem Brambilla, il sindaco di Santa Maria Hoè (nel Lecchese), e sua moglie Eleonora Maria Rizzo.
“Non mi sarei mai aspettato di ricevere un’attenzione del genere. Non riuscivamo a muovere un passo perché tutte le persone che incontravamo volevano accarezzare Timon o farci qualche domanda su di lei – sorride Brambilla – Adulti e bambini, chiedevano informazioni sulla sua età, le sue abitudini alimentari, la sua storia e così via. E lei era perfettamente a suo agio, felice di godersi tutto quell’affetto”.
Qualcuno poi ha riconosciuto in lei il suricato già visto su Facebook, dove Timon è diventata una
piccola star grazie ai numerosi post che Efrem Brambilla le dedica, raccontando la propria quotidianità domestica.
“Sia io sia mia moglie siamo cresciuti circondati dagli animali e li amiamo moltissimo. Eleonora in particolare nutre da sempre una passione per i suricati – continua – Così quando qualche mese fa una delle nostre due cavie Sheltie è morta per un tumore mi è venuto naturale pensare di regalargliene uno. Ovviamente ne abbiamo parlato a lungo prima dell’acquisto, perché ogni animale ha le sue particolari esigenze ed è fondamentale informarsi per conoscerle al meglio prima di farlo entrare in famiglia”.
Nata lo scorso novembre in un allevamento in Veneto, Timon ha trascorso i primi due mesi di vita insieme alla madre e ai fratelli e poi si è trasferita a Santa Maria Hoè.
“In casa abbiamo anche un bulldog francese e una cavia e tutti vivono insieme liberi, anche se ciascuno di loro ha i propri spazi – prosegue – Timon alla sera si accoccola sul nostro petto mentre ci rilassiamo sul divano, mentre di giorno esplora la casa o gioca con Madame Muffin, la nostra cagnolina”.
A cinque mesi, il suricato sta scoprendo il mondo e adora le passeggiate: “L’abbiamo abituata al guinzaglio e lei è felicissima di uscire – conclude il sindaco di Santa Maria Hoè – Quando siamo stati a Milano le ho protetto la punta della coda con uno strato di nastro medico, ma solo a scopo precauzionale, per evitare che raccogliesse germi e sporcizia da terra. È stata benissimo: lo so perché gli animali sono molto bravi a farci capire quando qualcosa li fa sentire a disagio. Basta saperli ascoltare”

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Ginevra, record di nonni e bisnonni per la neonata di quinta generazione: ha anche la trisavola

La città di Roma, tra le antiche mura e gli storici vicoli ci regala una storia familiare meravigliosa. infatti,questa non è stata semplicemente una nascita, ma il culmine di una storia familiare straordinaria che abbraccia cinque generazioni, tutte riunite per celebrare l'arrivo di questa piccola meraviglia.
Ginevra è una bimba fortunata: nata il  7 aprile, ha trovato ad   accoglierla l’amore dei genitori e 
dei nonni, ma anche di quattro   bisnonni e di una trisavola di  92 anni. Un vero “record di  affetti”. Ma
va anche detto   che i suoi genitori sono   giovani per la media  italiana: mamma Chiara  Marchegiani ha 22 anni e   papà Lorenzo Angelini 24   (nel tondo). Racconta Chiara: «Siamo molto felici di iniziare 
questo percorso accompagnati   dall’affetto di così tanti nonni».Insieme ai genitori, che hanno accolto la loro bambina con l’amore indescrivibile che solo una mamma e un papà possono dare, c'è un caleidoscopio di nonni e  bisnonni  , ciascuno dei quali portatore di una parte preziosa di quel legame che unisce il passato al presente e al futuro  .  qui  in qiuesto video ( on sono riuscito ad estrararlo ) di www.leggo.it ulteriori dettagli  su questa grande   famiglia   allargata 

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le  ultime   news  sono      sotto   forma  di  slide  \  foto    non avevo  voglia  di   di  fare  cute  - paste

 






6.7.22

Il fatidico sì in terapia intensiva convinto di morire. Ma il cuore compatibile arriva, 12 ore dopo il matrimonio .,La storia surreale del tifoso che si è perso a San Siro: ha vissuto 11 anni da vagabondo a Milano





L'uomo, 47 anni, ora è salvo. Una cerimonia con un bouquet fatto con i tappini delle provette del sangue, palloncini e cuori rossi illuminati dalla luce del diafanoscopio



Il matrimonio in terapia intensiva, pensando che quelle fossero le ultime ore della sua vita e che non restasse altro che soddisfare il desiderio di sposare la sua compagna, da cui ha avuto una bimba che ora
ha due mesi. Una cerimonia in fine vita organizzata in cardiochirurgia dove un uomo di 47 anni era stato ricoverato per un grave infarto che lo aveva portato ad essere alimentato con l' ecmo, la ventilazione extracorporea.
Invece il destino ha voluto diversamente, il cuore compatibile che avrebbe potuto salvarlo è arrivato, l’équipe del direttore della cardiochirurgia Mauro Rinaldi è entrata in sala operatoria e ora la coppia potrà rivivere la cerimonia con amici e parenti.
Ma la cerimonia in terapia intensiva resterà indimenticabile, una cerimonia così insolita con un bouquet fatto con i tappini delle provette del sangue, palloncini e cuori rossi illuminati dalla luce del diafanoscopio davanti all’ufficiale del Comune di Torino.
Dopo la segnalazione del Centro Nazionale trapianti della disponibilità di un cuore compatibile, sono iniziati subito i preparativi per il trapianto. Il donatore era a Napoli, il cuore nuovo arriva dopo dodici ore dal matrimonio e il trapianto viene eseguito da Massimo Boffini con Erika Simonato e Matteo Marro.
L’intervento è durato sette ore, l’Ecmo può essere rimossa. Dopo qualche giorno il trasferimento nell’Unità coronarica della cardiologia diretta da Gaetano De Ferrari. “Che questo sia un inizio di una nuova vita felice insieme” commenta il direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle.

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La storia surreale del tifoso che si è perso a San Siro: ha vissuto 11 anni da vagabondo a Milano
da www.fanpage.it/sport/calcio/


🗣"Vado un attimo in bagno, ci vediamo tra poco".
va bene che il tempo è un concetto relativo, ma 11 anni non sono esattamente "poco". La storia di Rolf Bantle è tanto assurda quanto incredibilmente vera ed assomiglia ai peggiori incubi che si fanno da bambini, con la differenza che qua parliamo di un uomo di 60 anni che è letteralmente sparito nello stadio Meazza in una calda sera di agosto.⁣⁣
Il tifoso infatti si perde nell'impianto milanese e non riesce a tornare dov'è il suo gruppo: "Improvvisamente mi sono trovato in un settore completamente diverso", racconterà una vita dopo.⁣⁣
Ed allora assiste alla partita dal suo nuovo posto e vede il Basilea crollare sotto i colpi di Adriano (doppietta), Stankovic e Recoba.⁣⁣
Finito il match, Rolf cerca la macchina dei suoi amici fuori dallo stadio, ma non la trova. In tasca ha solo 20 franchi svizzeri e 15 euro. Il cellulare non ce l'ha e non ricorda a memoria il numero di casa, né qualsiasi altro numero che lo possa mettere in contatto con una voce amica che gli dia una mano. Passa una notte per strada, poi il limbo in cui è precipitato si estende come una voragine spazio-temporale che finisce per inghiottirlo. Casa sua diventa il quartiere Baggio, non lontano da San Siro: "Ben presto non ho più avuto motivi per tornare a casa". ⁣⁣
Possibile che nessuno in Svizzera si sia posto il problema della sua scomparsa? In realtà l'ufficio di tutela di Basilea ne denuncia due settimane dopo la sparizione, ma – complice il fatto che nessuno in patria fa pressioni per ritrovarlo – Rolf può sparire piano piano nella nebbia milanese, fino ad arrivare al 2011, quando l'avviso di ricerca viene ritirato. Nessuno lo cerca più, di fatto si pensa che sia morto. ⁣⁣
Ad aprile inciampa su un marciapiede, cade e si rompe un femore. Portato in ospedale, si scopre che non ha copertura sanitaria. A quel punto, essendo cittadino svizzero, interviene il Consolato che si prende cura di lui. Dopo 11 anni di vita da vagabondo fa ritorno a Basilea, ricoverato nell'ospedale universitario. Poi viene trasferito in una casa per anziani e oggi si gode la sua nuova vita.⁣

18.7.21

Madre coraggio denuncia figlio 'pirata della strada'. Il plauso social: "Datele una medaglia". Amputata gamba all'investito


Visto  l'andazzo,  esperienza    avuta ieri durantre   il concerto di chiusura    el  faber  festival  2021     dove  una  madre  ha  cazziato   ed   quasi linciato   gli organizzatori     rei  d'aver   civilmente   e pacatamente    ripreso il  loro pargoli  che disturbavano  il  concerto    ,  sono rimasto senza  parole   da  non  saper     scrivere  di mio  ,  nel leggere    che   , cosa  che io sappia  inesistente    nel caso  di  omicidi  stradali , una madre  facesse  arrestare  il  figlio . 

  da  repubblica  del  1\8\7\20201 


Madre coraggio denuncia figlio 'pirata della strada'. Il plauso social: "Datele una medaglia". Amputata gamba all'investito

                             di Alberto Custodero e Lucia Landoni


Il giovane investito dall'auto è arrivato in ospedale in arresto cardiaco e con la gamba destraamputata. L'investitore è fuggito. Il plauso social: "Purtroppo oggi madri così sono rare"


E' stata una madre coraggio a consentire alle forze dell'ordine, nella notte, di rintracciare un pirata della strada che in divieto di sorpasso ha investito frontalmente una moto sulla quale viaggiavano due giovani: uno dei due nell'impatto ha subito l'amputazione di una gamba ed è andato in arresto cardiaco.
La donna, quando suo figlio, 27 anni, studente, è arrivato a casa in stato di shock, a Paderno Dugnano, ha intuito subito che era successo qualche cosa di grave. Il giovane tra le lacrime le ha raccontato quanto era accaduto e la madre non ha avuto esitazioni. Ha subito composto il numero unico dell'emergenza, uno-uno-due, e a chi ha risposto dall'altro capo del filo ha raccontato la drammatica verità. "State cercando un pirata della strada che ha investito una moto a Senago, in via Alcide de Gasperi: è mio figlio. Venitelo a prendere".







ll centralinista ha girato la telefonata alla centrale operativa dei carabinieri che ha immediatamente attivato la stazione di Arese e il 118. "La prima chiamata - raccontano al 118 - è arrivata all'1 e mezza, segnalavano inizialmente una banale caduta di due motociclisti. Subito dopo, tuttavia, in rapida sequenza, sono arrivate altre chiamate che ci hanno avvisato della gravità dell'incidente".
E il 'pirata della strada', grazie alla denuncia di sua madre, è stato subito identificato. Ora la sua posizione è al vaglio della magistratura: dovrà rispondere di lesioni personali stradali gravissime, fuga a seguito di incidente stradale e omissione di soccorso.
Il passeggero della moto investita è stato ricoverato al Policlinico San Gerardo di Monza in gravissime condizioni: secondo le informazioni dell'Azienda regionale emergenza urgenza, intervenuta sul posto con due ambulanze e un'automedica, il 19enne che ha subito l"amputazione alla radice dell'arto inferiore destro" era in arresto cardiaco e il cuore ha ricominciato a battere solo "dopo manovre di rianimazione avanzata".
L'amico che era alla guida, 20 anni, è stato trasportato all'ospedale Niguarda di Milano con diverse contusioni.
Il pirata della strada, sorpassando dove era vietato, ha centrato la moto su cui viaggiavano due ragazzi e poi è scappato senza prestare loro soccorso. L'impatto è stato violentissimo.






Il plauso social: "Purtroppo oggi madri così sono rare"
Intanto il gesto della madre che ha deciso di denunciare il proprio figlio alle forze dell’ordine, dimostrando un profondo senso civico, non è passato inosservato sui social network, dove nelle ultime ore sono stati pubblicati vari complimenti e attestati di stima rivolti alla donna sui gruppi Facebook che raccolgono gli abitanti di Paderno Dugnano e Senago e non solo.
“Purtroppo al giorno d’oggi madri così sono rare” scrive qualcuno e altri fanno eco: “Brava mamma, hai fatto la cosa giusta, anche se molto difficile e dolorosa”.
E c’è anche chi prova a mettersi nei suoi panni - “Posso immaginare lo strazio che ha dovuto affrontare” - e propone di premiarla: “Date una medaglia a questa mamma. Non è facile denunciare il proprio figlio. Deve averne sopportato tante. Applausi a questa mamma”, che ha compiuto “un atto di coraggio”.



15.6.21

Colto da infarto durante la rapina si accascia a terra: salvato dalla vittima due esempi di come due giornali di destra riportano la notizia

un famoso  cantautore     descriveva bene la  situazione    ormai pluri ventennale  del nostro  paese 

   ecco  i due  articoli   a voi ogni commento  
Il  primo  è l'unione  sarda  





Prima il furto ai danni di un automobilista poi, improvvisamente, il malore e il rapinatore che si accascia a terra.
È accaduto a Brescia dove la vittima della rapina non ha esitato un istante a soccorrere l’uomo che l’aveva derubato, un 45enne tunisino, allertando poi immediatamente i soccorsi.
Il ladro si era avvicinato alla macchina parcheggiata della vittima, e aveva sgonfiato una gomma con un coltello. L’ignaro malcapitato si era quindi messo al lavoro per cambiare la ruota, distraendosi e lasciando il cellulare e il borsellino sul sedile dell'auto, che era rimasta con lo sportello aperto.
A quel punto è intervenuto il malvivente che ha preso la refurtiva. Mentre tentava di scappare, però, si è accasciato a terra, senza nemmeno riuscire a chiedere aiuto.
A intervenire per primo è stato proprio il derubato che ha immediatamente allertato i soccorsi.
I ladro, ora piantonato in ospedale, è fuori pericolo.


 Il   secondo  è  https://www.liberoquotidiano.it/

Brescia, bandito tunisino colto da infarto mentre rapina un'automobilista? Incredibile: come si salva la vita



12 giugno 2021

E' una storia incredibile quella accaduta a Brescia il 10 giugno. Dopo aver effettuato un furto ai danni di un automobilista, il ladro, un tunisino di 45 anni, si è sentito male e si è accasciato a terra in preda a un attacco di cuore. A salvarlo è stato proprio l'uomo che era stato derubato e che vedendo il malvivente in condizioni disperate è intervenuto chiedendo aiuto anche ai passanti. Proprio fra questi c'era anche un infermiere che ha eseguito il primo intervento in attesa dell'arrivo di un'ambulanza del 118. L'episodio è avvenuto giovedì in via Cefalonia.
Il ladro si era avvicinato alla macchina parcheggiata della vittima, sgonfiandogli una gomma con un coltello, riporta Tgcom. La vittima, che era completamente ignara di quello che stava accadendo, si è quindi messa subito al lavoro per sostituire la ruota. Ma distratto dall'intervento meccanico non si è accorto di aver lasciato il cellulare e il portafoglio sul sedile dell'auto, che era rimasta con lo sportello aperto.
A quel punto è intervenuto il malvivente che ha preso il bottino. Ma mentre cercava di darsi alla fuga si è accasciato a terra, senza il tempo di chiedere aiuto. Stava avendo un infarto. A intervenire per primo è stato proprio la sua vittima che non ci ha pensato due volte ad allertare i soccorsi. Un vero gesto di solidarietà che ha salvato la vita del ladro, che ora si trova piantonato in ospedale, , Le sue condizioni sono gravi, ma stavolta se l'è cavata.


13.6.21

Michael e la balena il pescatore ingoiato come Pinocchio

 Mi  sa  che  collodi   con il suo pinocchio lo avevo previsto.  

  da  repubblica   online  del 13\6\2021

L’uomo è finito in bocca al cetaceo che poi lo ha sputato fuori: probabilmente perché era troppo grande per essere digerito  



IN BOCCA alla balena! La crasi fra due dei più celebrati esclamativi beneauguranti di cui tradizionalmente disponiamo è riuscita a un americano che si chiama Michael Packard. Ha cinquantasei anni, vive al nord della East Cost, nei paraggi di Provincetown, (Massachusetts), sulla punta adunca della baia di Cape Cod, dove impiega il suo tempo nel settore aragoste. Più precisamente è considerato un espertissimo pescatore subacqueo, forse l’ultimo veterano di un mestiere attualmente considerato un po’ troppo duro e pericoloso. Dobbiamo però concludere che per quanto navigatissimo Packard non avesse messo in conto proprio tutti i rischi del mestiere, se la sua fotografia più famosa lo ritrae a pollice alzato, nel suo letto di ospedale. Senza alcun dubbio è una delle immagini più sorridenti e foriere di buon umore che mai siano state scattate a un capezzale ospedaliero.



Lo scorso venerdì, alle otto del mattino Packard era già alla seconda immersione dalla sua barca, quando ha sentito uno strano urto e tutto si è fatto buio attorno a lui. Era successo che una balena, della specie delle megattere, lo aveva inavvertitamente risucchiato nella propria vasta cavità orale.Non si era accorto subito, il biblico bestione, che il boccone aveva dimensioni abbastanza differenti da quelle dei crostacei, molluschi e plancton che come tutte le sue consimili va a procacciarsi vicino alle coste. Sembra che quando spalancano la bocca le balene non vedano più nulla: a selezionare quello che vi entra dovrebbero essere quelle lamine dette fanoni che hanno al posto dei denti. Questa volta qualcosa non deve avere proprio funzionato perché nulla ha trattenuto il povero Packard dal fare ingresso nella bocca del cetaceo.Essere però inghiottito dall’esofago, che è assai meno pervio, quello non gli è toccato. Non appena si è riavuto dallo smarrimento, Packard ha impiegato la sua attrezzatura da sub per abbreviare al possibile il suo soggiorno nella salle à manger della balena. Balena che nel frattempo si era un po’ agitata: chissà se ha provato il panico che per noi è usuale quando un boccone ci va di traverso. Sta di fatto che dopo una quarantina di secondi - certo non i più fulminei della sua esistenza - e qualche sgraziato conato Packard stava di nuovo nuotando nel mare.Involto un po’ arduo da mandar giù, persino per una balena, Packard è dunque tornato libero e a galla, ricordando a tutti i lettori della Bibbia la sorte del profeta Giona e a tutti gli italiani quella di Geppetto e Pinocchio, sia pure al netto delle incertezze tassonomiche del pur grande Carlo Collodi. Giona però non voleva pescare aragoste: Dio gli aveva dato un compito (andare a predicare a Ninive) e lui, non avendone voglia, aveva cercato di eluderlo: ovvero, come diciamo chissà se in sua memoria, aveva “marinato”. I tre giorni passati nella balena erano stati l’altissima punizione per il suo fallo. Geppetto non aveva invece fatto, lui, nulla di male: voleva solo cercare Pinocchio in mezzo al mare e in bocca alla presunta balena o “Pesce-cane” dovette permanere un paio di annetti.Due storie molto diverse, ma entrambe caratterizzate dall’esistenza di un livello di lettura morale, salvifico, forse addirittura anagogico, che infatti ha in entrambi i casi prezioso valore catechistico. Giona non oserà più opporsi ai voleri divini e persino Pinocchio, una volta passato dentro e poi fuori dalla bocca del mostro marino, diverrà ubbidiente e sconterà tutte le sconsideratezze della sua burattinesca esistenza precedente.Ma Packard? Sappiamo che poco a sud di Cape Cod c’è Nantucket, l’isola da cui il capitano Achab e la sua disgraziata ciurma salpa per andare a caccia di Moby Dick. Una balena! Il segno bianco, vuoto, misterioso, dell’incongruo abitante dell’oceano si è offerto alle più emozionanti interpretazioni simboliche.La disavventura avrà conseguenze su Packard? «Considererà l’aragosta», secondo il precetto enunciato dallo scrittore David Foster Wallace e sottinteso dal fervido animalismo contemporaneo? Non possiamo saperlo.Dal suo letto d’ospedale, sembra solo congratularsi con sé stesso per essersela cavata senza conseguenze né letali né gravi. Ecco: ora non si metta in cerca di lupi, per carità.

27.2.21

come nei romanzi dI Saramago La donna è morta da un anno, ma per il Comune di Castelsardo è ancora viva

 Questi  errori   , di cui  trovate  sotto  , uno  degli ultimi  ,  in realtà  bisognerebbe  chiamarli paradossi  burocratici   sono   "l'applicazione  "  de  Le intermittenze della morte   romanzo di José Saramago ( 1922-2010 )  scritto a Lisbona nel 2005.


 [....] Il libro, come afferma l'autore, non è una riflessione filosofica sulla vita e neanche una “meditazione metafisica” sulla morte. È una situazione assurda espressa con un tono ironico e sarcastico, possibile grazie all'abilità dello scrittore, che dà giudizi severi sulla politica, sulla Chiesa e anche sull'uomo contemporaneo che, nonostante il suo trionfo sulla natura, senza la presenza della morte, riscopre tutta la sua fragilità. L'autore chiede di sospendere per un attimo il comune senso di realtà, inserire un aspetto nuovo, impossibile, assurdo e semplicemente di credervi. Tutto prenderà così senso e ogni cosa sarà perfettamente coerente e ovvia. Ci offre un panorama dove ci sono personaggi legati insieme da un'unica paradossale situazione, quell'appunto dell'assenza della morte, tutti presi a progettare e a filosofeggiare sulla nuova e anomala realtà presente davanti a loro. La protagonista assoluta è la morte, che vuole conoscere da vicino il violoncellista, resa antropomorfa, legata alle vicende umane, non astratta, impersonale, e invincibile. Il libro è narrato da un narratore eterodiegetico e contiene opinioni e commenti dell'autore. [...] 

                  da  https://it.wikipedia.org/wiki/Le_intermittenze_della_morte


Insomma chi è vivo risulta morto ,chi è morto risulta vivo 🤪🤪🤪   e come   succede  spesso   anche    di recente    quando  vai  in ufficio  pubblico   e  l'impiegato\a  mostrandoti il terminale     ti dice  ma lei  è deceduto .  Poi    tu  ,  anziché  loro    che  fanno  gli errori  ,  devi porvi  rimedio    e dimostrare    con una fatica  del  genere 

Asterix e la burocrazia: Come richiedere un documento in Italia? from Simone Giacometti on Vimeo.

che  sei  vivo\a  e  purtroppo  non serve  la  carta  d'identità  o la  tua  presenza  .  

Ecco la storia d'oggi in sintesi perchè ovviamente l' Articolo completo e nel giornale in edicola e nella sua versione digitale ovviamente a €


da la nuova Sardegna del 26\2\2021

                          di Nadia  Cossu 

La donna è morta da un anno, ma per il Comune di Castelsardo è ancora viva  

Impossibile aprire la successione per l'eredità di una anziana deceduta durante un viaggio in Romania






SASSARI.
«Questo è un mio pensiero per tua figlia». Così l’anziana signora Michelina Marceddu, di Castelsardo, aveva detto a Costanza Delogu mentre le consegnava una busta gialla. Si conoscevano bene perché Costanza, insieme a sua figlia, lavorava in una cartoleria e l’immobile era di proprietà dell’anziana a cui spesso sbrigava commissioni e risolveva piccoli intoppi della vita quotidiana che una persona di quell’età e sola non avrebbe potuto gestire. Il 13 gennaio la Marceddu muore. Costanza Delogu viene a saperlo dopo un po’, perché nel frattempo si era trasferita a Tergu. A un certo punto, mentre rievoca ricordi di quella signora che si era sempre mostrata tanto buona e gentile con lei e con sua figlia, le torna in mente la busta gialla: «Quando l’abbiamo aperta siamo rimaste senza parole: mia figlia era stata designata erede universale». Ma dopo oltre un anno le due donne non sono ancora riuscite a beneficiare del lascito. Il motivo? Al Comune di Castelsardo la signora Michelina Marceddu risulta viva. E quindi non possono rilasciare il certificato di morte agli eredi.

5.11.20

UN VIGILE ALLA MECCA di ©Giulia Acerba

 Da un sarda   immigrata  per  lavoro   A  Genova   riporto  questa  storia 

UN VIGILE ALLA MECCA
Via San Luca, pomeriggio.
In giro persone e Polizia Municipale con quelle grosse moto che secondo me in certi vicoli manco ci passano.
Un vigile si ferma davanti al fruttivendolo che c'è a fianco all'Ekom , lo chiama, suona il clacson. Niente.
Solo quando mi avvicino capisco cosa sta succedendo.
Il fruttivendolo è dentro al suo negozio senza mascherina. In piedi su un tappetino, ha gli occhi chiusi, è rivolto verso la Chiesa di San Luca, ma penso che mirasse più alla Mecca che alla Chiesa di San Luca.
Non apre gli occhi neanche quando il vigile suona il clacson.
Un signore passa e dice al vigile: " sta pregando".
Il vigile ci pensa un attimo e poi decide di non interrompere la preghiera e di proseguire il suo giro.
Di fronte al fruttivendolo c'è una parrucchiera cinese che guarda, chissà cosa pensa e sotto la mascherina sorride, si capisce dagli occhi.
Avrei voluto avere con me uno smartphone e la prontezza di fare una foto.
Sarebbe stata una foto stupenda.
In pochi secondi, un trattato di intercultura: una multa non data per non interrompere la preghiera, una cinese che guarda un bengalese pregare mentre viene guardato da un italiano in divisa.Poteva finire in maniera diversa sta storia, poteva finire con il vigile che si impuntava e faceva aprire gli occhi al fruttivendolo in preghiera, poteva farlo rientrare dalla Mecca per fargli pagare una multa. Non l'ha fatto. In pochi secondi evidentemente il suo buon senso gli ha detto che fosse meglio non farlo. Questa storia è difficile da rendere con le parole, ma vi assicuro che negli occhi avevo lo stesso stupore che provo di fronte a un ciliegio in fiore.


12.9.19

ritrovarsi dopo 100 anni il caso di Emanuele Basciu e di Maria Luisa Cossu di Carbonia: lui 101 anni, lei 104, i due si sono rivisti dopo circa un secolo alcuni giorni fa.

È arrivata sino al cantautore Ron l'eco della storia di Emanuele Basciu e di Maria Luisa Cossu di Carbonia: lui 101 anni, lei 104, i due si sono rivisti dopo circa un secolo alcuni giorni fa. Giocavano
insieme quando erano bambini nei pressi di un borgo di Carbonia che esisteva ancora prima che nascesse la città. A salutare con affetto la loro vicenda è stato proprio Ron, l'artista che vinse il festival di Sanremo assieme alla cantante Tosca proprio con la canzone intitolata "Vorrei incontrarti fra cent'anni". Un brano che egli stesso ha voluto ricordare. Ron ha voluto inviare un video messaggio carico di auguri ai due nonnini

21.2.19

a volte nella pattumiera si trovano tesori . Pensionato trova buoni per 1,5 milioni di euro nella spazzatura


da https://www.caffeinamagazine.it/italia12 febbraio 2019/ 

È stato attratto da alcuni vecchi documenti nella spazzatura vicino a un cassonetto, e ha controllato. È stato così che Gaetano Cannavò, 83enne di Belpasso e residente a Messina, ha scoperto un tesoro in buoni fruttiferi emessi negli anni Trenta e Quaranta. Buoni del valore di 5mila lire ciascuno. L’uomo, dopo aver denunciato il ritrovamento, non ha avuto riscontro dagli eredi ed è così diventato titolare dei buoni. Cannavò si è così ritrovato titolare di un patrimonio che, ha detto ad Askanews, gli servirà per una vecchiaia serena, oltre che per fare un po’ di beneficenza.Il pensionato si è già messo in contatto con due avvocati, Sara Gitto e Ilaria Napolitano del Foro di Roma, che tuteleranno i suoi interessi. A loro ha dato mandato di agire per recuperare la somma presso Poste italiane e ministero delle Finanze, obbligati in solido a “onorare” tutti i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica italiana.

Sono i due enti, infatti, a rispondere in solido non solo dei Titoli di Stato emessi durante la Repubblica Italiana, ma anche ai tempi del Regno d’Italia. L’udienza per Gaetano Cannavò è stata fissata davanti al Tribunale civile di Roma il 23 maggio. In Italia sono circa 10 milioni i titoli di credito “antichi” (tra buoni postali, libretti bancari, Bot, ecc. non riscossi ed ancora riscuotibili) ancora in circolazione, e relativamente ad essi c’è molta disinformazione, spiega il dottor Luigino Ingrosso, dello studio legale referente del signor Cannavò. Anche da parte degli Enti preposti al pagamento. 



I buoni fruttiferi postali sono titoli che garantiscono ai risparmiatori la possibilità di riottenere in ogni momento il capitale versato, maggiorato degli interessi che maturano e aumentano anno dopo anno. Sono prodotti esclusivamente da Poste Italiane e sono garantiti direttamente dallo Stato italiano. Si tratta di una delle tipologie di prodotti finanziari più diffusi e longevi tra quelli proposti da Poste Italiane. Sono sul mercato in Italia da quasi cent’anni, cioè dal 1924.
 

La sottoscrizione dei buoni fruttiferi postali può essere fatta sia recandosi presso un qualsiasi ufficio postale che, in alcuni casi, attraverso internet. La loro forma è duplice: cartacea o dematerializzata. I buoni fruttiferi postali cartacei possono cadere in prescrizione, a 10 anni dalla data di scadenza del titolo. La trasformazione in Società per Azioni della Cassa Depositi e Prestiti, nel 2003, ha determinato il trasferimento di tutti i buoni fruttiferi postali emessi fino alla data del 13 aprile 2001 al Ministero dell’Economia e delle Finanze e la loro equiparazione ai titoli del debito pubblico.

17.2.19

Serie C; il Pro Piacenza con 7 baby in campo perde 20-0.


Serie C; il Pro Piacenza con 7 baby in campo perde 20-0. Gravina: "Sarà l'ultima farsa"
La distinta di Cuneo-Pro Piacenza 


Obbligata a scendere in campo da Figc e Lega Pro per non incorrere nella 4ª rinuncia e, di conseguenza, nell’esclusione dal campionato, la squadra emiliana si è presentata contro il Cuneo con soli sette ragazzini in distinta, senza staff tecnico, e con un classe 2000 come allenatore. Il n° 1 della Federcalcio: "Un insulto allo sport"

PIACENZA - È una vicenda surreale quella che ha visto come protagonista il Pro Piacenza. Obbligata a scendere in campo da Figc e Lega Pro per non incorrere nella quarta rinuncia e, di conseguenza, nell’esclusione dal campionato (come accaduto al Matera), la squadra piacentina si è presentata alla sfida contro il Cuneo con soli sette giocatori, tutti ragazzini, perdendo alla fine 20-0. 
"Sarà l'ultima farsa", ha detto il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina. "Quanto accaduto a Cuneo con la squadra del Pro Piacenza è un insulto allo sport e ai suoi principi fondanti - ha ammonito Gravina annunciando un intervento della Figc - in questa situazione surreale, la federazione aveva il dovere di far rispettare tutte le regole ed ha esercitato questo ruolo. La nostra responsabilità è quella di tutelare la passione dei tifosi, gli imprenditori sani e la credibilità dei nostri campionati: quella cui abbiamo assistito, nostro malgrado, sarà comunque l'ultima farsa".
Gli emiliani, per iniziare la partita ed evitare la radiazione, sono arrivati a Cuneo con soli sette elementi e con Picciarelli (classe 80, massaggiatore dei rossoneri) che ha giocato con il numero 11 attaccato con lo scotch alla maglia ed è uscito al 31' della ripresa per infortunio, lasciando i suoi in 7 e ricevendo l'applauso di tutto il pubblico. In più Isufi aveva dimenticato la carta d'identità a casa. Dopo una corsa in autostrada il documento è arrivato e l'arbitro ha dato l'ok per l'ingresso in campo del calciatore al 16' della ripresa.
"E poi ci sono domeniche dove ti ritrovi così.. sul 13 a 0 nel primo tempo contro una squadra che gioca con 6 ragazzi di 17 anni e un dirigente come difensore centrale... senza parole..Provo solo vergogna per chi ha reso possibile tutto ciò..". È il commento di Fabiano Santacroce, ex difensore di Napoli e Parma e ora capitano del Cuneo, dopo il surreale 20-0 finale inflitto dalla sua squadra al Pro Piacenza

12.6.17

la realtà a volte è una favola la storia Marisa Leonzio, la bambina di Hollywood ed il suo ponte ., Dopo 36 anni riceve le scuse per il furto la storia di Lorenzo Alberton

per chi dice che   :  le favole non esistono ed i sogni non si realizzino,   che    il carcere     non educa  e  chi  esce  dal carcere continuare a delinquere le ecco due storie .

per  chi acvesse  dubbi  trova  qui  sotto    oppure  qui direttamente dall'archivio dell'istituto luce il vido dell'evento






Il ponte e la favola bella: Marisa Leonzio, la bambina di Hollywood, oggi fa la nonnaLei aveva solo 9 anni e ogni giorno percorreva chilometri a piedi per andare a scuola. Chiese alla Befana di avere un aiutino. La sua lettera fece il giro del mondo e un produttore americano esaudì il suo sogno. Ma il viaggio tra i divi non l’ha cambiata

Marisa Leonzio attraversa il ponte sul Chioma al taglio del nastro: è il 1958

Una storia che sembra un film: la piccola Marisa da Nibbiaia, frazione di Rosignano Marittimo, catapultata nel magico mondo di Hollywood accanto a star come William Holden (protagonista di “Sabrina” a fianco di Audrey Hepburn e Humphrey Bogart). Diva lei stessa, immortalata su quel ponte da favola. Ma la piccola Marisa non perderà mai di vista la vita vera. Come ci racconta...
Sessantanove anni ma non li dimostra, nata da una famiglia di contadini a Gorgo, località sperduta nelle campagne di Nibbiaia, oggi è residente a Collesalvetti, sposata, due figli e cinque nipoti. Lei si chiama Marisa Leonzio ed è un po’diversa dalle donne della sua età perché ha un passato favoloso, anzi la sua storia è davvero una favola. Tutto cominciò esattamente 60 anni fa quando di anni ne aveva solo 9. Nell’anno scolastico 1957-1958 frequentava la quarta elementare a Nibbiaia e la sua maestra era la signorina Rossana Cecconi diplomatasi da poco.
La "bambina del ponte" è diventata nonnaLa storia di quando Hollywood esaudì un suo desiderio, espresso in un tema a scuola, resta solo un bel ricordo. Aveva 9 anni e fu invitata negli Stati Uniti, alla Casa Bianca, al Quirinale e in televisione. Ora, nonna felice, racconta questa storia alle nipotine come fosse una fiaba
La piccola Marisa in braccio all'attore William Holden
In quel dicembre del 1957 la maestra dette agli alunni il compito di descrivere quali doni desideravano per le feste natalizie. Molti ragazzi scrissero che la loro aspirazione era di ottenere un trenino o un fucile, mentre per le ragazze l’oggetto del desiderio era in genere una bambola. Bisogna dire che Marisa, abitando in campagna a tre chilometri dalla scuola, ogni mattina doveva anche attraversare quasi a guado il torrente Chioma. E allora nella sua letterina alla Befana scrisse che il dono per lei più bello sarebbe stato un ponte su quel torrente in modo che il suo viaggio giornaliero fosse un po’più agevole.
L’allora direttore del Circolo didattico del comune di Rosignano prof. Benincasa, colpito dall’originalità di quel desiderio, pubblicò la lettera alla Befana sul giornalino scolastico “Sei Rose” da lui creato. Subito dopo sulle cronache locali uscirono articoli che riprendevano integralmente ciò che aveva scritto Marisa.
La notizia rimbalzò poi sulle pagine di alcuni quotidiani nazionali e dopo qualche giorno la favola della bambina di Gorgo ebbe inizio. Un grosso dirigente della casa cinematografica americana Columbia, che stava per lanciare nel mondo il film “Il ponte sul fiume Kwai” con Alec Guinness e William Holden, per la regia di David Lean, chiese il permesso al comune di Rosignano di costruire un ponte sul torrente Chioma identico a quello del film per regalarlo a Marisa Leonzio.
In tempo di record il ponte in legno lungo 16 metri e largo 5 fu realizzato e, il 19 gennaio 1958, quel fantastico dono fu ufficialmente “consegnato” all’alunna di Gorgo. Alla cerimonia erano presenti il prof. Demiro Marchi sindaco di Rosignano con la fascia tricolore, il provveditore agli studi della provincia di Livorno, alcuni dirigenti della Columbia, una quantità di giornalisti dei quotidiani nazionali e quasi tutti gli abitanti di Nibbiaia. Ancora oggi Marisa ricorda che mentre attraversava il ponte molti di loro piangevano e lei a quel tempo non riuscì a comprendere perché. «Solo qualche anno dopo – dice – ho capito il significato di quelle lacrime».

Il ponte sul Chioma in costruzione


Fu comunque una festa meravigliosa che scintillava negli occhi stupefatti e anche un po’increduli della piccola Marisa bersagliata dai flash e dalle domande. Quel ponte era destinato a segnare una svolta radicale nella vita di quella bambina. Lei, cresciuta in modo semplice nella campagna di Gorgo fra le galline che razzolavano nell’aia e i buoi che tiravano l’aratro nei campi, venne catapultata in un mondo che non era il suo. Infatti dopo l’inaugurazione Marisa fu ricevuta al Quirinale da donna Carla, moglie di Giovanni Gronchi a quel tempo presidente della Repubblica. Lei si presentò con due regali: il giornalino scolastico “Sei Rose” dove era pubblica la sua lettera alla Befana e un mazzo di sei rose che sono il simbolo del comune di Rosignano Marittimo.

Marisa ospite a "Lascia o raddoppia" con Mike Bongiorno

Il 2 febbraio del 1958 Marisa conquistò addirittura la pagina della copertina della Domenica del Corriere che in un grande disegno a colori la rappresentava mentre attraversava il ponte seguita dalla banda musicale. Anche i giornali americani pubblicarono foto e articoli della vicenda di “Marisa del ponte” . Una vicenda che a questo punto divenne ancora più favolosa perché l’Associazione Americana Scambi Studenteschi Internazionali con sede a Washington, la cui presidentessa onoraria era Mamy Eisenhower, consorte del presidente degli Stati Uniti, la invitò per una visita di dieci giorni in quel Paese.

La copertina della Domenica del Corriere
(2 febbraio 1958) dedicata alla "bambina del ponte"

Marisa Leonzio con suo padre Alberto il 19 marzo partirono da Roma alla volta di New York. Il viaggio di andata e ritorno fu offerto dall’Alitalia. Con loro era un interprete messo a disposizione dalla Columbia che li avrebbe accompagnati durante tutta l’avventura americana. Su quell’aereo salì anche l’attore William Holden che prese posto accanto a Marisa e che scese a Parigi dove aveva impegni di lavoro. Lei racconta che durante il viaggio lui fu molto gentile e le regalò perfino un mazzolino di violette.
Poi ci fu il gran salto Parigi-New York e Marisa arrivò nella Grande Mela dove rimase 5 giorni. Fu sottoposta a una lunga serie di interviste televisive, filmati, foto... La portarono sull’Empire State Building, a quel tempo il più alto grattacielo della città, e in cima alla Statua della Libertà. Partecipò poi alla prima del film in uno dei più famosi cinema della metropoli. Gli altri cinque giorni di questa straordinaria vacanza li trascorse a Washington dove fu accolta alla Casa Bianca dalla nuora di Eisenhower. Poi fu ospite dell’allora vicepresidente Nixon che aveva due figlie quasi coetanee dell’alunna di Nibbiaia e finalmente ebbe occasione di trascorrere qualche giorno divertendosi molto a giocare con loro.

Ricorda che nel giardino di casa Nixon faceva le pallate di neve con le due nuove amichette. Un giorno la portarono in giro per negozi di giocattoli e le regalarono due bambole. I Leonzio, padre e figlia, rientrarono in Italia il 19 marzo ma la favola di Marisa non era finita. Fu invitata a Milano alla prima nazionale del film e poi fu ospite nella trasmissione di Mike Bongiorno “Lascia o raddoppia” e qualche giorno dopo in quella dello “Zecchino d’oro” condotta dal Mago Zurlì Cino Tortorella.

Marisa Leonzio con il marito in un'immagine recente

La favola si concluse in bellezza perché la Croce Rossa Italiana comunicò ufficialmente che dopo le elementari avrebbe completamente mantenuto agli studi Marisa fino alla maturità. Un anno dopo i Leonzio si trasferirono da Gorgo al Castellaccio vicino a Montenero. Marisa frequentò le medie all’Istituto Santo Spirito di Livorno. Poi scelse le magistrali e allora, sempre a spese della Croce Rossa, entrò in collegio all’Istituto Sacro Cuore di Cecina, dove si diplomò maestra.
Qualche anno dopo si fidanzò e poi sposò Angelo Antonio Olivola che era un dipendente della CMF di Guasticce e si trasferì quindi a Collesalvetti. Nel 1988 Marisa partecipò alla trasmissione televisiva “Trent’anni della nostra storia” condotta da Paolo Fraiese su Raiuno ed ebbe modo di raccontare la sua straordinaria vicenda. Nel 1997 il Comune di Rosignano la festeggiò in una manifestazione al Castello Pasquini di Castiglioncello durante la quale le fu consegnata una targa. I suoi due figli Andrea e Davide le hanno regalato cinque nipoti: Benedetta, Edoardo e Filippo il primo, Alberto e Alice il secondo.
Oggi Marisa Leonzio fa la nonna a tempo pieno ed è felicissima di questo suo ruolo. Dice che quando racconta ai nipoti la sua storia, quasi non le credono e allora lei gliela racconta come se fosse davvero una favola. Il ponte sul torrente Chioma non esiste più. Sono rimasti soltanto i 4 pali piantati in terra che lo sostenevano ma la favola che nacque da quel ponte forse non sarà mai dimenticata.

Dopo 36 anni riceve le scuse per il furto  


Lorenzo Alberton, di Cassola, si è visto recapitare una lettera e un assegno provenienti dal Bellunese: «Vorrei conoscerlo»

BELLUNO.
 Ne è passata di acqua sotto il ponte di Bassano da quando, quel marzo di tanti anni fa, Lorenzo Alberton si trovò il finestrino dell’auto rotto e l’autoradio sparita. Se ne era quasi dimenticato, preso dalla vita che va avanti, dal lavoro, dalla passione per il canto. Qualcuno, però, ha continuato a pensare a quel gesto. E, dopo 36 anni, ha deciso di porvi rimedio con una lettera di scuse e un assegno di 100 euro.
Parte da Belluno la raccomandata con ricevuta di ritorno che lascia a bocca aperta il signor Alberton, residente a Cassola, nel vicentino. Porta la data del 25 maggio di quest’anno ma racconta una storia risalente al 1981. «Scrivo la presente in merito al furto dell’autoradio posta all’interno dell’autovettura di sua proprietà» si legge nella missiva «avvenuto a Bassano del Grappa, episodio per il quale sono stato prima arrestato, poi condannato alla pena di mesi tre di reclusione e al pagamento di lire 30 mila di multa, oltre al pagamento delle spese processuali».
«Quel giorno ero andato a trovare mia moglie, che aveva avuto la mia seconda figlia» ricorda Alberton «e poi ho parcheggiato l’auto sul ponte degli alpini. All’epoca si poteva fare. Dopo un po’ ho sentito dei colpi: qualcuno aveva rotto il vetro dell’auto e aveva portato via l’autoradio». La vittima del furto non poteva immaginare che 36 anni dopo il destino gli avrebbe fatto ricordare quei momenti grazie al postino che gli ha recapitato una lettera firmata con nome e cognome.
«Da anni vivo e lavoro regolarmente nel Bellunese ed ho deciso di intraprendere un percorso di riabilitazione» spiega l’autore della lettera, «vorrei pertanto scusarmi per la condotta posta in essere all’epoca dei fatti e sono pronto, quale piccola azione riparatoria, a corrispondere una somma pari ad euro 100».
«Ricevere questa lettera è stata una grande sorpresa» spiega Alberton «non ho mai incontrato questo signore prima e di certo non mi aspettavo di ricevere una sua comunicazione». Tanto è stato lo stupore, e anche la gioia per essere stati destinatari di un gesto così raro, che ha deciso di raccontare la sua storia in televisione, a Rete Veneta. E grazie al Corriere delle Alpi spera di incontrare di persona l’autore del gesto.
«Per il momento non ho intenzione di spendere quei soldi»  -- aggiunge Alberton  -- «li vorrei usare per brindare, insieme a lui, a questa vicenda. Mi trovo spesso a passare per il Bellunese e mi piacerebbe incontrarlo per farmi raccontare come ha maturato questa idea, qual è la sua storia. Un atto così non è comune ed è da ammirare»

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...