per chi dice che : le favole non esistono ed i sogni non si realizzino, che il carcere non educa e chi esce dal carcere continuare a delinquere le ecco due storie .
Il ponte e la favola bella: Marisa Leonzio, la bambina di Hollywood, oggi fa la nonnaLei aveva solo 9 anni e ogni giorno percorreva chilometri a piedi per andare a scuola. Chiese alla Befana di avere un aiutino. La sua lettera fece il giro del mondo e un produttore americano esaudì il suo sogno. Ma il viaggio tra i divi non l’ha cambiata di Dino Dini
Marisa Leonzio attraversa il ponte sul Chioma al taglio del nastro: è il 1958
Una storia che sembra un film: la piccola Marisa da Nibbiaia, frazione di Rosignano Marittimo, catapultata nel magico mondo di Hollywood accanto a star come William Holden (protagonista di “Sabrina” a fianco di Audrey Hepburn e Humphrey Bogart). Diva lei stessa, immortalata su quel ponte da favola. Ma la piccola Marisa non perderà mai di vista la vita vera. Come ci racconta...
Sessantanove anni ma non li dimostra, nata da una famiglia di contadini a Gorgo, località sperduta nelle campagne di Nibbiaia, oggi è residente a Collesalvetti, sposata, due figli e cinque nipoti. Lei si chiama Marisa Leonzio ed è un po’diversa dalle donne della sua età perché ha un passato favoloso, anzi la sua storia è davvero una favola. Tutto cominciò esattamente 60 anni fa quando di anni ne aveva solo 9. Nell’anno scolastico 1957-1958 frequentava la quarta elementare a Nibbiaia e la sua maestra era la signorina Rossana Cecconi diplomatasi da poco.
La "bambina del ponte" è diventata nonnaLa storia di quando Hollywood esaudì un suo desiderio, espresso in un tema a scuola, resta solo un bel ricordo. Aveva 9 anni e fu invitata negli Stati Uniti, alla Casa Bianca, al Quirinale e in televisione. Ora, nonna felice, racconta questa storia alle nipotine come fosse una fiaba
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La piccola Marisa in braccio all'attore William Holden |
In quel dicembre del 1957 la maestra dette agli alunni il compito di descrivere quali doni desideravano per le feste natalizie. Molti ragazzi scrissero che la loro aspirazione era di ottenere un trenino o un fucile, mentre per le ragazze l’oggetto del desiderio era in genere una bambola. Bisogna dire che Marisa, abitando in campagna a tre chilometri dalla scuola, ogni mattina doveva anche attraversare quasi a guado il torrente Chioma. E allora nella sua letterina alla Befana scrisse che il dono per lei più bello sarebbe stato un ponte su quel torrente in modo che il suo viaggio giornaliero fosse un po’più agevole.
L’allora direttore del Circolo didattico del comune di Rosignano prof. Benincasa, colpito dall’originalità di quel desiderio, pubblicò la lettera alla Befana sul giornalino scolastico “Sei Rose” da lui creato. Subito dopo sulle cronache locali uscirono articoli che riprendevano integralmente ciò che aveva scritto Marisa.
La notizia rimbalzò poi sulle pagine di alcuni quotidiani nazionali e dopo qualche giorno la favola della bambina di Gorgo ebbe inizio. Un grosso dirigente della casa cinematografica americana Columbia, che stava per lanciare nel mondo il film “Il ponte sul fiume Kwai” con Alec Guinness e William Holden, per la regia di David Lean, chiese il permesso al comune di Rosignano di costruire un ponte sul torrente Chioma identico a quello del film per regalarlo a Marisa Leonzio.
In tempo di record il ponte in legno lungo 16 metri e largo 5 fu realizzato e, il 19 gennaio 1958, quel fantastico dono fu ufficialmente “consegnato” all’alunna di Gorgo. Alla cerimonia erano presenti il prof. Demiro Marchi sindaco di Rosignano con la fascia tricolore, il provveditore agli studi della provincia di Livorno, alcuni dirigenti della Columbia, una quantità di giornalisti dei quotidiani nazionali e quasi tutti gli abitanti di Nibbiaia. Ancora oggi Marisa ricorda che mentre attraversava il ponte molti di loro piangevano e lei a quel tempo non riuscì a comprendere perché. «Solo qualche anno dopo – dice – ho capito il significato di quelle lacrime».
Il ponte sul Chioma in costruzione
Fu comunque una festa meravigliosa che scintillava negli occhi stupefatti e anche un po’increduli della piccola Marisa bersagliata dai flash e dalle domande. Quel ponte era destinato a segnare una svolta radicale nella vita di quella bambina. Lei, cresciuta in modo semplice nella campagna di Gorgo fra le galline che razzolavano nell’aia e i buoi che tiravano l’aratro nei campi, venne catapultata in un mondo che non era il suo. Infatti dopo l’inaugurazione Marisa fu ricevuta al Quirinale da donna Carla, moglie di Giovanni Gronchi a quel tempo presidente della Repubblica. Lei si presentò con due regali: il giornalino scolastico “Sei Rose” dove era pubblica la sua lettera alla Befana e un mazzo di sei rose che sono il simbolo del comune di Rosignano Marittimo.
Marisa ospite a "Lascia o raddoppia" con Mike Bongiorno
Il 2 febbraio del 1958 Marisa conquistò addirittura la pagina della copertina della Domenica del Corriere che in un grande disegno a colori la rappresentava mentre attraversava il ponte seguita dalla banda musicale. Anche i giornali americani pubblicarono foto e articoli della vicenda di “Marisa del ponte” . Una vicenda che a questo punto divenne ancora più favolosa perché l’Associazione Americana Scambi Studenteschi Internazionali con sede a Washington, la cui presidentessa onoraria era Mamy Eisenhower, consorte del presidente degli Stati Uniti, la invitò per una visita di dieci giorni in quel Paese.
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La copertina della Domenica del Corriere (2 febbraio 1958) dedicata alla "bambina del ponte" |
Marisa Leonzio con suo padre Alberto il 19 marzo partirono da Roma alla volta di New York. Il viaggio di andata e ritorno fu offerto dall’Alitalia. Con loro era un interprete messo a disposizione dalla Columbia che li avrebbe accompagnati durante tutta l’avventura americana. Su quell’aereo salì anche l’attore William Holden che prese posto accanto a Marisa e che scese a Parigi dove aveva impegni di lavoro. Lei racconta che durante il viaggio lui fu molto gentile e le regalò perfino un mazzolino di violette.
Poi ci fu il gran salto Parigi-New York e Marisa arrivò nella Grande Mela dove rimase 5 giorni. Fu sottoposta a una lunga serie di interviste televisive, filmati, foto... La portarono sull’Empire State Building, a quel tempo il più alto grattacielo della città, e in cima alla Statua della Libertà. Partecipò poi alla prima del film in uno dei più famosi cinema della metropoli. Gli altri cinque giorni di questa straordinaria vacanza li trascorse a Washington dove fu accolta alla Casa Bianca dalla nuora di Eisenhower. Poi fu ospite dell’allora vicepresidente Nixon che aveva due figlie quasi coetanee dell’alunna di Nibbiaia e finalmente ebbe occasione di trascorrere qualche giorno divertendosi molto a giocare con loro.
Ricorda che nel giardino di casa Nixon faceva le pallate di neve con le due nuove amichette. Un giorno la portarono in giro per negozi di giocattoli e le regalarono due bambole. I Leonzio, padre e figlia, rientrarono in Italia il 19 marzo ma la favola di Marisa non era finita. Fu invitata a Milano alla prima nazionale del film e poi fu ospite nella trasmissione di Mike Bongiorno “Lascia o raddoppia” e qualche giorno dopo in quella dello “Zecchino d’oro” condotta dal Mago Zurlì Cino Tortorella.
Marisa Leonzio con il marito in un'immagine recente
La favola si concluse in bellezza perché la Croce Rossa Italiana comunicò ufficialmente che dopo le elementari avrebbe completamente mantenuto agli studi Marisa fino alla maturità. Un anno dopo i Leonzio si trasferirono da Gorgo al Castellaccio vicino a Montenero. Marisa frequentò le medie all’Istituto Santo Spirito di Livorno. Poi scelse le magistrali e allora, sempre a spese della Croce Rossa, entrò in collegio all’Istituto Sacro Cuore di Cecina, dove si diplomò maestra.
Qualche anno dopo si fidanzò e poi sposò Angelo Antonio Olivola che era un dipendente della CMF di Guasticce e si trasferì quindi a Collesalvetti. Nel 1988 Marisa partecipò alla trasmissione televisiva “Trent’anni della nostra storia” condotta da Paolo Fraiese su Raiuno ed ebbe modo di raccontare la sua straordinaria vicenda. Nel 1997 il Comune di Rosignano la festeggiò in una manifestazione al Castello Pasquini di Castiglioncello durante la quale le fu consegnata una targa. I suoi due figli Andrea e Davide le hanno regalato cinque nipoti: Benedetta, Edoardo e Filippo il primo, Alberto e Alice il secondo.
Oggi Marisa Leonzio fa la nonna a tempo pieno ed è felicissima di questo suo ruolo. Dice che quando racconta ai nipoti la sua storia, quasi non le credono e allora lei gliela racconta come se fosse davvero una favola. Il ponte sul torrente Chioma non esiste più. Sono rimasti soltanto i 4 pali piantati in terra che lo sostenevano ma la favola che nacque da quel ponte forse non sarà mai dimenticata.
Dopo 36 anni riceve le scuse per il furto
Lorenzo Alberton, di Cassola, si è visto recapitare una lettera e un assegno provenienti dal Bellunese: «Vorrei conoscerlo»
di Valentina Voi
BELLUNO.
Ne è passata di acqua sotto il ponte di Bassano da quando, quel marzo di tanti anni fa, Lorenzo Alberton si trovò il finestrino dell’auto rotto e l’autoradio sparita. Se ne era quasi dimenticato, preso dalla vita che va avanti, dal lavoro, dalla passione per il canto. Qualcuno, però, ha continuato a pensare a quel gesto. E, dopo 36 anni, ha deciso di porvi rimedio con una lettera di scuse e un assegno di 100 euro.
Parte da Belluno la raccomandata con ricevuta di ritorno che lascia a bocca aperta il signor Alberton, residente a Cassola, nel vicentino. Porta la data del 25 maggio di quest’anno ma racconta una storia risalente al 1981. «Scrivo la presente in merito al furto dell’autoradio posta all’interno dell’autovettura di sua proprietà» si legge nella missiva «avvenuto a Bassano del Grappa, episodio per il quale sono stato prima arrestato, poi condannato alla pena di mesi tre di reclusione e al pagamento di lire 30 mila di multa, oltre al pagamento delle spese processuali».
«Quel giorno ero andato a trovare mia moglie, che aveva avuto la mia seconda figlia» ricorda Alberton «e poi ho parcheggiato l’auto sul ponte degli alpini. All’epoca si poteva fare. Dopo un po’ ho sentito dei colpi: qualcuno aveva rotto il vetro dell’auto e aveva portato via l’autoradio». La vittima del furto non poteva immaginare che 36 anni dopo il destino gli avrebbe fatto ricordare quei momenti grazie al postino che gli ha recapitato una lettera firmata con nome e cognome.
«Da anni vivo e lavoro regolarmente nel Bellunese ed ho deciso di intraprendere un percorso di riabilitazione» spiega l’autore della lettera, «vorrei pertanto scusarmi per la condotta posta in essere all’epoca dei fatti e sono pronto, quale piccola azione riparatoria, a corrispondere una somma pari ad euro 100».
«Ricevere questa lettera è stata una grande sorpresa» spiega Alberton «non ho mai incontrato questo signore prima e di certo non mi aspettavo di ricevere una sua comunicazione». Tanto è stato lo stupore, e anche la gioia per essere stati destinatari di un gesto così raro, che ha deciso di raccontare la sua storia in televisione, a Rete Veneta. E grazie al Corriere delle Alpi spera di incontrare di persona l’autore del gesto.
«Per il momento non ho intenzione di spendere quei soldi» -- aggiunge Alberton -- «li vorrei usare per brindare, insieme a lui, a questa vicenda. Mi trovo spesso a passare per il Bellunese e mi piacerebbe incontrarlo per farmi raccontare come ha maturato questa idea, qual è la sua storia. Un atto così non è comune ed è da ammirare»