Mi sa che collodi con il suo pinocchio lo avevo previsto.
da repubblica online del 13\6\2021
L’uomo è finito in bocca al cetaceo che poi lo ha sputato fuori: probabilmente perché era troppo grande per essere digerito
IN BOCCA alla balena! La crasi fra due dei più celebrati esclamativi beneauguranti di cui tradizionalmente disponiamo è riuscita a un americano che si chiama Michael Packard. Ha cinquantasei anni, vive al nord della East Cost, nei paraggi di Provincetown, (Massachusetts), sulla punta adunca della baia di Cape Cod, dove impiega il suo tempo nel settore aragoste. Più precisamente è considerato un espertissimo pescatore subacqueo, forse l’ultimo veterano di un mestiere attualmente considerato un po’ troppo duro e pericoloso. Dobbiamo però concludere che per quanto navigatissimo Packard non avesse messo in conto proprio tutti i rischi del mestiere, se la sua fotografia più famosa lo ritrae a pollice alzato, nel suo letto di ospedale. Senza alcun dubbio è una delle immagini più sorridenti e foriere di buon umore che mai siano state scattate a un capezzale ospedaliero.
Lo scorso venerdì, alle otto del mattino Packard era già alla seconda immersione dalla sua barca, quando ha sentito uno strano urto e tutto si è fatto buio attorno a lui. Era successo che una balena, della specie delle megattere, lo aveva inavvertitamente risucchiato nella propria vasta cavità orale.Non si era accorto subito, il biblico bestione, che il boccone aveva dimensioni abbastanza differenti da quelle dei crostacei, molluschi e plancton che come tutte le sue consimili va a procacciarsi vicino alle coste. Sembra che quando spalancano la bocca le balene non vedano più nulla: a selezionare quello che vi entra dovrebbero essere quelle lamine dette fanoni che hanno al posto dei denti. Questa volta qualcosa non deve avere proprio funzionato perché nulla ha trattenuto il povero Packard dal fare ingresso nella bocca del cetaceo.Essere però inghiottito dall’esofago, che è assai meno pervio, quello non gli è toccato. Non appena si è riavuto dallo smarrimento, Packard ha impiegato la sua attrezzatura da sub per abbreviare al possibile il suo soggiorno nella salle à manger della balena. Balena che nel frattempo si era un po’ agitata: chissà se ha provato il panico che per noi è usuale quando un boccone ci va di traverso. Sta di fatto che dopo una quarantina di secondi - certo non i più fulminei della sua esistenza - e qualche sgraziato conato Packard stava di nuovo nuotando nel mare.Involto un po’ arduo da mandar giù, persino per una balena, Packard è dunque tornato libero e a galla, ricordando a tutti i lettori della Bibbia la sorte del profeta Giona e a tutti gli italiani quella di Geppetto e Pinocchio, sia pure al netto delle incertezze tassonomiche del pur grande Carlo Collodi. Giona però non voleva pescare aragoste: Dio gli aveva dato un compito (andare a predicare a Ninive) e lui, non avendone voglia, aveva cercato di eluderlo: ovvero, come diciamo chissà se in sua memoria, aveva “marinato”. I tre giorni passati nella balena erano stati l’altissima punizione per il suo fallo. Geppetto non aveva invece fatto, lui, nulla di male: voleva solo cercare Pinocchio in mezzo al mare e in bocca alla presunta balena o “Pesce-cane” dovette permanere un paio di annetti.Due storie molto diverse, ma entrambe caratterizzate dall’esistenza di un livello di lettura morale, salvifico, forse addirittura anagogico, che infatti ha in entrambi i casi prezioso valore catechistico. Giona non oserà più opporsi ai voleri divini e persino Pinocchio, una volta passato dentro e poi fuori dalla bocca del mostro marino, diverrà ubbidiente e sconterà tutte le sconsideratezze della sua burattinesca esistenza precedente.Ma Packard? Sappiamo che poco a sud di Cape Cod c’è Nantucket, l’isola da cui il capitano Achab e la sua disgraziata ciurma salpa per andare a caccia di Moby Dick. Una balena! Il segno bianco, vuoto, misterioso, dell’incongruo abitante dell’oceano si è offerto alle più emozionanti interpretazioni simboliche.La disavventura avrà conseguenze su Packard? «Considererà l’aragosta», secondo il precetto enunciato dallo scrittore David Foster Wallace e sottinteso dal fervido animalismo contemporaneo? Non possiamo saperlo.Dal suo letto d’ospedale, sembra solo congratularsi con sé stesso per essersela cavata senza conseguenze né letali né gravi. Ecco: ora non si metta in cerca di lupi, per carità.