Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
14.3.23
reportage su primaveraingiardino milis 2023
3.2.23
Happie, la regina di Mkuru di Stefano Lotumolo Photographer
In viaggio ricerco sempre un equilibrio diverso. Mi trovo spesso a contatto con culture e tradizioni differenti dalla mia e da quando ho iniziato a giudicare il meno possibile, mi sono trovato a ottenere in cambio insegnamenti preziosi.
Ovviamente l’utilizzo di acqua durante la giornata è razionato e l’igiene dei bambini è per forza di cose relativo al contesto, alle loro abitudini.
La regina comunica con gli occhi e con il cuore. E ride spesso, emana energia e amore e sogna una lavatrice. Tra un mese avrà il terzo figlio e per farla ridere le ripeto sempre : Philipo 3 Stefano 0.
9.9.21
Il coraggio di Lucia Goracci che sfida il militare talebano a guardarla in volto | VIDEO
Il coraggio di Lucia Goracci che sfida il militare talebano a guardarla in volto | VIDEO
Lucia Goracci è tornata a Kabull per continuare il suo lavoro da corrispondente, nel servizio in onda ieri lo scontro con un talebano della brigata Badrì

Lucia Goracci, giornalista Rai. E’ la sua la voce che arriva dall’Afghanistan nel nostro paese, oltre ogni ragionevole dubbio il coraggio delle giornaliste italiane è inquantificabile. Non facile buonismo, ma coraggio vero. A raccontare i fatti afghani in Italia sono state due croniste, donne (con lei anche Cecilia Sala), in un paese che ha marcato il cambio di rotta proprio nel mutamento delle possibilità consentite al genere femminile. Tornate anni addietro in materia di diritti.
L’inviata Rai Lucia Goracci faccia a faccia con un soldato afghano che non la guarda in volto. Lo scambio
Goracci, inviata Rai, è tornata a Kabull da pochi giorni. Era andata via con l’ultimo volo degli italiani, ed ora è di nuovo in Afghanistan. Nel servizio andato in onda ieri su Rai 3 la cronista è ripresa mentre ingaggia un colloquio acceso con un militare talebano, una delle forze d’elite.
“Perchè non mi guarda in volto?” chiede l’inviata del servizio pubblico, dopo aver rivolto diverse domande alla guardia armata fino ai denti. Lui accaldato ed in mezzo alla gente con un fucile ben saldo tra le mani, ed una serie di ordigni legali sul corpo pronti ad essere utilizzati, risponde “Non mi è permesso guardare in faccia le donne”. E’ un membro della Brigata Badri, spiega Goracci, la divisione d’assalto che utilizza le armi americane. Ha gli occhiali sul volto, non si sa bene dove stia guardando. Sarebbe bello se il suo sguardo fosse in camera, dove finirebbe negli occhi di migliaia di donne davanti allo schermo.
16.4.20
“I medici e mia madre. Quel fotoreportage tra la vita e la morte”
. Una foto presa col cellulare, come ne facciamo tutti, dopo averne fatte a decine di migliaia di professionali, come fotoreporter. Nel giorno in cui il suo reportage sugli ospedali lombardi assediati dal virus esce come storia di copertina del New York Times Magazine, Andrea Frazzetta guarda con struggimento la fotografia che gli rimarrà nel cuore: mamma Anna, dietro al vetro di una finestra, scosta la tendina ricamata e sopra ai vasi di gelsomini gli manda da lontano un sorriso assieme rassicurante e dolente. [ FOTO A SINISTRA ]
L’ultimo. Come decine di migliaia di italiani, Andrea non ha potuto starle vicino nell’estremo istante, né salutarla un’ultima volta in chiesa o al cimitero. Una fotografia, una fra le decine di migliaia della sua vita, è quel che gli resta. «Le ho fatto così pochi ritratti», rimpiange, «lei così orgogliosa del mio lavoro... Noi del mestiere facciamo così, nella vita privata fotografiamo poco». Questo tempo d’eccezione ha ribaltato anche questa cosa. Il fotoreporter non è solo un testimone, adesso. Entra nella sua storia. La favola parla anche di te, gli dice il virus. E il lupo cattivo bussa alla tua porta.



7.1.18
Oltre Non si può migliorare se non si è vulnerabili.pronti ad accogliere.oltre i pregiudizi: cinque anni tra gli zingari nelle immagini di Andrea Ciprelli
[ Introduzuone fatta dalo stesso Fabrizio de Andrè al brano Khorakhané (A forza di essere vento) durante il concerto al Teatro Valli di Reggio Emilia (6/12/1997) ]
La fotografia è un invito a fare un passo oltre, a prestare attenzione, a rivalutare ed a volte ricostruire. Non si può migliorare se non si è vulnerabili.pronti ad accogliere.pronti a cambiare. ( Andrea crispelli ) . Infatti oltre cinque anni ci sono voluti per realizzare il reportage di Andrea Ciprelli ( http://andreaciprelli.it/ ) classe 1985, fotografo specializzato in ritratti e matrimoni. Le immagini, che raccontano uno spaccato di vita intimo, mai realizzate prima a Torino, immortalano diversi momenti delle popolazioni Rom che vivono sulle sponde dei fiumi della città. Fotografie intense e coinvolgenti che mostrano una realtà d’altri tempi, per realizzare le quali il fotografo ha dovuto entrare in contatto con le varie famiglie Rom
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dal suo sito |

da http://torino.repubblica.it/cronaca/2018/01/05/foto/
feste ai principi e alle principesse Rom arrivate da altri paesi d’Europa, fidanzamenti, feste religiose e momenti quotidiani come un bagno nella Stura o la nascita di un nuovo figlio. Le immagini, che presto saranno esposte in una mostra - sono state realizzate tra il 2010 e il 2016 nei campi di via Germagnano, lungo Stura Lazio e corso Vercelli. "Le persone che hanno visto le mie fotografie - racconta il fotografo - si chiedono come io abbia fatto a passare così tanto tempo con gli zingari, come abbia fatto a non odiarli, a stargli vicino, a mangiare nelle loro baracche e condividere anche le posate. Ho intrapreso la strada più difficile, cioè quella dell’amore, perché io li ho amati, fin da subito. E quell’amore è diventato il mio reportage
Un reportage coraggioso in tempi in cui i fantasmi del passato ( exenofobia , razzismo , eccessivo populismo e qualunquismo ) ritornano più forti . Infatti l'autore scrive introducendo il suo reportage , di cui alcune foto sono presenti qui nel post e le altre qui nelll'introduzione a tale lavoro : << Il mio piu’ grande atto di coraggio e’ finito per diventare il mio primo grande progetto.
4.7.17
CIBO , CAFFE' ,AMORE , MORTE ED ALTRE STORIE
Ciccio Sultano: "Io, cuoco siciliano, sfido la burocrazia per difendere i sapori più veri"

Ragusa, 15 anni a mettere costantemente a punto la sua idea di gastronomia, dal Duomo ai Banchi all'Aia Gaia. Anche a costo di entrare in conflitto con regolamenti e cavilli.







Sorseggiare un Van Gogh: barista disegna capolavori nel cappuccino
Una promessa di matrimonio fatta all'asilo: dopo vent'anni Matt e Laura si sposano








L’AUTORE
30.1.17
Chiedi alla polvere Un popolo nomade in cammino al confine con l’Etiopia, una nuvola nel paesaggio arido, una foto per portare un po’ di loro con sé.ed altre storie
Fiorella Mannoia - In viaggio
CSI - In Viaggio (official videoclip)
il film \ documentario Viaggio in Mongolia" di Marco Preti Voce narrante: Giovanni Lindo Ferretti 12 puntate da 11 minuti prima puntata le altre cercatevele voi

Gente afar in cammino. Donne afar in cammino. Una piccola carovana femminile ai confini dell’Etiopia. In Dancalia, terra arida, difficile. Un clan familiare si muove, nei primi giorni del nostro nuovo anno, lungo la strada che va verso le montagne di Gibuti. Per loro, il calendario dei mesi non ha importanza: valgono le stagioni, le piogge, i pascoli. Non so perché stiano viaggiando: si spostano per cercare nuovi pascoli, acque per dissetare gli animali, seguono il ritmo delle scarse piogge. Gli uomini sono avanti con i greggi delle capre. I bambini più piccoli sono stati «imprigionati» sulla gobba dei dromedari, protetti da una gabbia di legni ricurvi. Altri bambini sono appesi ai seni delle giovani madri. Altri ancora vengono strattonati quando non riescono a tenere il passo.
Le capanne a cupola degli afar sono smontabili, i legni degli architravi sono sui fianchi degli animali. Camminano veloci, queste donne.
Strana sensazione: da molti anni vado in Dancalia, ho «amici» laggiù. So sempre dove trovarli. Gli esperti mi dicono del nomadismo circolare degli afar. Ma in questi anni non ho mai visto le persone che conosco spostarsi di mezzo metro. So dov’è la loro casa, il loro piccolo accampamento. Poi, all’improvviso, m’imbatto in questa carovana, nel suo vortice di polvere, nel suo andare. Sono un intruso, cammino con loro per poche centinaia di metri. Per fotografarli. Nessuna lingua ci unisce. So di essere un fastidio incomprensibile. Queste donne non mi guardano, non si voltano nemmeno un istante, la donna piega il volto verso terra e accelera il passo a capo basso. Vorrei dire: voglio venire con voi, almeno per queste ore che mancano al tramonto. L’incontro non è possibile, posso solo fermarmi, lasciarli andare via.
Scatto una foto, mi giustifico e dico che si scattano da sole. No, non è così, sono io che scatto, che mi intrometto, che voglio «qualcosa» da riportare a casa. Da mostrare, da pubblicare. Da tenere nelle mia mente. Mi fermo, guardo la carovana andarsene in un orizzonte grigio e senza colori. Mi prendo addosso tutta la loro polvere.
concludo con quest'altro " viaggio "
A passeggio sulle... acque, anzi sulla sabbia del fiume Po in secca
22.6.14
concerto pearl jam jam san siro 20\6\2014
di mio cugino https://www.facebook.com/roberto.facchini.92 |
c'era già un casino di gente . E poi fra aspettare gli altri suoi amici che sono venuti con la metro e la fila per i " viveri " e il Merchandising ( la maglietta ed il poster\locandina del concerto ) dalle 16.20 che siamo entrati alle 18.15
Fortunatamente mi sono portato dietro oltre alla macchina digitale( prima slideshow ) e la videocamera ( seconda slideshow e video ) .
N.B
le foto ( sia dal cellulare , sia quelle della slideshow , ed i video )sono state prese lontano dal palco più precisamente dal anello in basso settore centrale, e poi è un po che non prendevo in mano la videocamera , ma soprattutto ero emozionato davanti ad alcune delle mie canzoni preferite . Inoltre avevo vicino , e davanti che si agitava e pogava come se fosse sono il palco . Quindi quindi mi scuso con 1) i puristi ., 2 ) il il gruppo ., 3) il fans club italiano http://www.pearljamonline.it/.Per per chi volesse delle foto decenti ecco questa galleria della radio che ha sponsorizzato il concerto www.virginradio.it/galleria/pearl-jam-in-concerto-a-milano-san-siro/
e sempre dallo stesso sito
oppure da un video trovato sulla bacheca di Stefano Steno Ceccarelli un mio contatto di facebook
un ottimo concerto mi ha commosso e fatto piangere sin dall'inizio di un concerto, con Release, Nothingman
da http://cultura.panorama.it/musica/ |
emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello
Apro l'email e tovo queste "lettere " di alcuni haters \odiatori , tralasciando gli insulti e le solite litanie ...

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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
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Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...