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“I medici e mia madre. Quel fotoreportage tra la vita e la morte”

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repubblica  14 APRILE 2020 Queste foto sono state scattate negli ospedali lombardi nei giorni peggiori della crisi DI MICHELE SMARGIASSI . Una foto presa col cellulare, come ne facciamo tutti, dopo averne fatte a decine di migliaia di professionali, come fotoreporter. Nel giorno in cui il suo reportage sugli ospedali lombardi assediati dal virus esce come storia di copertina del  New York Times Magazine , Andrea Frazzetta guarda con struggimento la fotografia che gli rimarrà nel cuore: mamma Anna, dietro al vetro di una finestra, scosta la tendina ricamata e sopra ai vasi di gelsomini gli manda da lontano un sorriso assieme rassicurante e dolente. [  FOTO  A  SINISTRA   ]  L’ultimo. Come decine di migliaia di italiani, Andrea non ha potuto starle vicino nell’estremo istante, né salutarla un’ultima volta in chiesa o al cimitero. Una fotografia, una fra le decine di migliaia della sua vita, è quel che gli resta. «Le ho fatto così pochi ritratti», rimpiange, «lei così orgogl

finalmente Una storia di ordinaria buona sanità in ospedali e struttuire saitarie sempere più allo sfascio

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Prima di  iniziare  questo post  , vorrei chiedere scusa   per le  generalizzazioni dei post precedenti  , a  tutti  quelli  che nele strutture  ospedaliere  e di pronto soccorso  coraggiosamente   lottano  contro  tagli assurdi , malaburocrazia  , per  salvare   vite  e garantirci la minor sofferenza possibile  . Finalmente  dopo   news  mala sanità   cattiva sanità e    dopo  " Tre Angeli volati in cielo", pietoso eufemismo per un dolore troppo grande da sopportare, perchè non si può accettare che tre bimbi muoiano, uno dietro l'altro, Catania, Trapani, Napoli, accomunati "dall'inefficienza" delle strutture sanitarie pubbliche, che avrebbero dovuto curarli e salvarli! Ma quando la sanità funziona, a ben guardare, è soprattutto grazie all'impegno, alla professionalità e allo spirito di sacrificio di tanti operatori sanitari, oltre le carenze anche gravi del settore, a tutti i livelli! E' giusto darne atto! da Carmìna Conte capita

Medico in Guinea per Ebola. “A Parigi mi sono licenziata. Volevo tornare sul campo”

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da  http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/08/ Medico in Guinea per Ebola. “A Parigi mi sono licenziata. Volevo tornare sul campo” Gabriella, 34 anni, è infettivologa e lavora per Medici senza frontiere. A Lampedusa ha assistito gli immigrati, a Kinshasa i malati di Hiv. Poi è stata assunta come medical advisor a Parigi, ma ha preferito licenziarsi per rientrare in missione. E, ad esempio, seguire l'epidemia Ebola in Africa di  Mariangela Maturi  |  8   agosto 2014 Commenti (55) Più informazioni su:  Cervelli in Fuga Francia ,  Cervelli in Fuga Guinea ,  Lampedusa ,  Malattie , Medici Senza Frontiere ,  Medicina ,  Repubblica Democratica del Congo ,  Tubercolosi . Email Gabriella Ferlazzo Natoli  è una siciliana di 34 anni, è medico  infettivologo  e da anni svolge il suo lavoro in giro per il mondo, a servizio di  Medici Senza Frontiere  (MSF). Quando parla di sé, pare lo faccia in punta di piedi. “La prospettiva di lavorare in