la nuova saregna 15\10\2025
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15.10.25
«Aiutare è una scelta egoistica lo fai per gli altri ma lo fai anche per te »Ugo Bressanello da maneger di successo a a fondatore dell'ong domus de luna
2.9.22
La psichiatra sassarese Laura Fumagalli in Iraq per aiutare i sopravvissuti a un genocidio e La favola di «Nadia Petite»: da Nuoro alle sfilate a Miami
La psichiatra sassarese Laura Fumagalli in Iraq per aiutare i sopravvissuti a un genocidio
In missione con Medici senza frontiere in un villaggio colpito dall’Isis. «Si portano dentro il ricordo dell’orrore»
l’agosto di otto anni fa: seicento uomini vengono uccisi a colpi di kalashnikov, le donne rapite diventano schiave e merce di scambio. La piccola stoica minoranza religiosa Yazida, nell’Iraq settentrionale, vittima di un sanguinoso genocidio da parte dei terroristi dell’Isis. Una tragedia raccontata da “L’ultima ragazza”, il libro del premio Nobel Nadia Murad, che da quell’orrore ; riuscita a salvarsi. Otto anni dopo, Laura Fumagalli ha raccolto, ma in maniera diversa, storie di vite – ancora – strappate alla quotidianità .![]() |
| Laura Fumagalli (al centro) assieme al resto dell'équipe impegnata nella missione in Iraq |
Laura le ha ascoltate dai letti di ospedale di un piccolo villaggio. I pazienti di fronte, che forse nemmeno sanno di essere tali, e lei, psichiatra, a cercare di capirli e farsi capire in inglese. Laura, 42 anni, di Sassari, rientrata da poco da una missione umanitaria per conto di Medici senza frontiere a Sinuni, in Iraq. partita lo scorso gennaio, era la sua prima volta. Dice di aver bisogno di qualche mese per metabolizzare l’esperienza.
La cosa più; sorprendente, Laura Fumagalli la dichiara subito:La comunità yazidi \ una minoranza etnoreligiosa che ha subito nel 2014 il genocidio da parte dell’Isis, ma nella loro storia ne ha subiti ben 74. E nonostante ciò continua a essere aperta e disponibile col prossimo. Le persecuzioni continuano, ora hanno gli echi delle bombe. Racconta Laura che durante il suo servizio di sei mesi presso una piccola struttura ospedaliera, ci sono stati due episodi di bombardamenti particolarmente pesanti da parte della Turchia. La prima volta ci è tato dato ordine di evacuare, si stava formando un corridoio di sicurezza ma era notte, una situazione pericolosa, e siamo rimasti nell’ospedale – dice la psichiatra –. La seconda volta è stato bombardato un edificio a un minuto da noi. In entrambi i casi vedevamo i miliziani sparare dai tettiLa guest house di soccorso era per\u0026ograve; marchiata Medici senza frontiere: I bombardamenti erano precisi, fatti coi droni, per questo sul tetto avevamo il logo cosi' da evitare di diventare un target direttLaura era l’unica italiana nella equipe di assistenza formata da medici di tutto il mondo, da Inghilterra, Francia, Svizzera, Germania e Grecia nel gruppo europeo, da Congo, Nigeria, Tanzania e Camerun in quello africano. Laura definisce la sua esperienza e in quell’aggettivo ci sono situazioni vissute estremamente profonde. Ho visto una comunità molto forte, unita purtroppo nella tragedia. Il momento peggiore arrivava quando bisognava comunicare le patologie croniche, ma ho trovato persone che cercavano sempre di reagire, senza perdere la speranza o farsi sopraffare dallo sconforto. Un atteggiamento diverso rispetto a quello degli occidentaliCi sono quelle che restano impresse più di altre. Il camice da psichiatra costringe a guardare le cose dall’alto. Raccontarle ora significa invece rivestirle di emozioni: Molti non si sono ripresi dal genocidio. Una ragazza – ricorda Laura Fumagalli – era rimasta prigioniera dell’Isis per tre mesi e quando riuscita a tornare a casa era completamente psicotica. Era libera ma segnata nell’animo. Poi mi ha colpito moltissimo il caso di un uomo con disturbo post traumatico da stress: lui \u0026egrave; riuscito a scappare nelle montagne ma ha visto e vissuto cose che lo hanno segnato per sempre. Quando le famiglie fuggivano – racconta Laura – non avevano modo di portare nulla e alcuni lasciavano per strada i neonati. Quest’uomo continua ad avere gli incubi legati proprio a quell’immagine, dei bambini abbandonati nella fuga. E quest’uomo è riuscito a buttare fuori i propri demoni attraverso le sedute psichiatriche, ma l’aiuto \u0026egrave; su tutti i fronti, sul campo ci sono diverse Ong e ognuna d\u0026agrave; il proprio apporto. Ci sono le sedute, i farmaci, la psicoterapia, l'ospitalita' il cibo. Un lavoro di squadra con l’obiettivo di rimettere insieme i pezzi di vite strappate. La domanda più; secca: ripartirebbe per una missione umanitaria? La risposta lo è ancora di più
16.8.21
Dalle bufale sulla chiave inglese alla santificazione ipocrita: l’Italia uno come Gino Strada non lo meritava
leggi anche
- Cecilia Strada: «A qualcuno non mancherà mio padre, perché attirava l’odio di tanti. Mi ha insegnato a esserci per chi ha bisogno» – Il video
- https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2021/08/non-esistono-piu-gli-odiatori-di-una.html
Olttre alla caterva d'insulti e calunnie a lui e all'associazione che vi risparmio in quanto le trovate sul web e riportarle ulteriormente significa dare spazio a tali cloachè di cui una delle ultime è quella del consigliere di Cogoleto che fece il saluto romano in aula
da https://www.nextquotidiano.it/francesco-biamonti-consigliere-cogoleto-inferno-gino-strada/
Francesco Biamonti, consigliere del Comune di Cogoleto (Genova) sospeso dalla Lega per aver fatto il saluto romano in assemblea, si scaglia contro Gino Strada nel giorno della sua morte con un commento becero e sgrammaticato


Un errore di grammatica di base, un punto di vista populista e xenofobo e un augurio scabroso. Si può sintetizzare così il commento che Francesco Biamonti, il consigliere comunale leghista di Cogoleto (Genova) che lo scorso 28 gennaio era passato alle cronache per aver fatto il saluto romano nel Giorno della Memoria durante una votazione, ha riservato alla notizia della morte di Gino Strada, fondatore di Emergency. “Un’insopportabile compagno che voleva africanizzare l’Italia, che bruci all’inferno”, ha scritto Biamonti (l’errore, ribadiamo, è suo e non nostro) sotto al post di Francesco Calderoli che rilanciava la notizia dell’Ansa sulla morte del medico attivista.[.... segue sul sito citato ]
Il compianto Gino strada ha ricevuto come sempre più spesso accade con personaggi di primo piano la classica santificazione da morto con post e parole grondanti nella maggior parte dei casi frasi di circostanza e pelosa ipocrisia dopo averlo calpestato, ignorato, umiliato in vita, con quel sospiro di sollievo, in fondo, di chi sa che non dovrà più fare i conti con la coscienza di Gino, le sue sentenze dritte, nette, senz’appello che ti inchiodavano di colpo alle tue responsabilità politiche, umane, civili.
Infatti
La morte di Gino Strada sta facendo risalire a galla lo spurgo fetido di un’Italia meschina, provinciale, malmostosa, spaurita di fronte a una bellezza che non è neanche in grado di immaginare (figuriamoci apprezzare), incapace di riconoscere la grandezza di questo essere umano, medico e filantropo che il mondo ci invidia. da Lorenzo Tosa su https://www.nextquotidiano.it/
È proprio vero purtroppo . L’Italia uno come Gino Strada proprio non se lo meritava.Quindi si dall'una che dall'altra fazione facciamo silenzio al meno ai funerali e lasciamo in pace in vece di tirarlo per la giacchetta
1.9.19
Il medico di Lampedusa, oggi europarlamentare, continua a essere presenza fissa sul molo Favaloro. Perché 30 anni non possono essere dimenticati, e tanto ancora si può fare
«Nell’ultimo anno abbiamo notato noi, che siamo la prima frontiera, una riduzione drastica degli arrivi con le barche grandi, ma di piccole ne arrivano tantissime, ogni giorno, dalla Libia, dalla Tunisia. Inutile parlare solo delle ONG, è solo fare campagna elettorale. E anche dire che “diminuendo il numero degli sbarchi, sono diminuiti i morti” è un’altra grande bugia. Non sappiamo quante barche partono ogni giorno dall’Africa, quante ne affondano. Non c’è più nessuno in mare né a controllare, né a documentare, né a salvare queste persone. Pochi giorni fa un peschereccio ha recuperato tre persone da un gommone che stava affondando. Non sappiamo quante altre ne sono morte».
«Ho pensato ad altre parole ma non ne trovo: è una porcheria immane. E spero che uno dei primi atti del nuovo governo possa essere quello di eliminarlo, almeno per quel che riguarda la parte in cui si stabilisce che salvare le persone è un reato. Salvare le persone è un obbligo, un dovere etico e morale di ogni uomo. A me avevano insegnato che quando una persona ne salva un’altra, diventa un eroe. Salvare una persona è salvare il mondo intero. Adesso le sanzioni previste vanno contro i diritti umani. Ma sono sicuro che un pescatore, davanti a un gommone che sta affondando, se ne frega delle sanzioni, del sequestro, continuerà a salvare vite umane.

«Io so che i lampedusani continuano ad accogliere. Certo l’onda malefica, come la chiamo io, è arrivata anche qui, c’è chi si è fatto spaventare. Ma sono pochi. Sono quasi 30 anni che mi occupo del fenomeno dell’emigrazione, e lo chiamo fenomeno e non “problema” perché siamo stati noi a farlo diventare un problema. In realtà non c’è mai stata nessuna invasione, i numeri sono sempre ridicoli, si cerca solo di fomentare l’odio ingiustificato. Ma in pericolo c’è la nostra cultura, la nostra costituzione, noi italiani non siamo così, siamo molto meglio. Il Mediterraneo è stato attraversato da tutti i popoli. Da turchi, fenici, egiziani, arabi, greci, spagnoli, tutti hanno navigato in questo mare che ha unito i popoli, mescolato i DNA. Certo, ci sono state anche le guerre ma ci siamo scambiati cultura, religione. Credo che si possa prendere coscienza che, certo, l’immigrazione va regolata ma non esiste alcun pericolo. I valori della nostra civiltà sono quelli dell’accoglienza, della solidarietà, del rispetto alla vita».
«Ho scoperto che anche a livello europeo si parla di flussi, di numeri, di porti chiusi, ma spesso si dimentica di parlare di uomini, di persone. L’Europa ha sempre tenuto in considerazione l’Italia, tra i Paesi fondatori, ma ultimamente contiamo poco per via della politica antieuropeista. L’Europa dovrebbe essere più attenta a quelli che sono i diritti umani, intorno a cui è stata fondata, e noi dovremmo occuparci di renderla più forte, più stabile».
«Gli immigrati vengono usati per coprire tutti gli altri problemi. Perché, invece, non si parla di lavoro? Quello è un problema reale del nostro Paese. Ma fortunatamente, lo stiamo vedendo, la coperta è corta. Il re può ritrovarsi nudo».
1.8.19
effetti collaterali della propaganda e delle bufale - fake news Quelli che, su Twitter, insultano una finta ong protagonista di un romanzo: «Salvate gli italiani»
Quelli che, su Twitter, insultano una finta ong protagonista di un romanzo: «Salvate gli italiani»
di GIANMICHELE LAINO | 31/07/2019

- Solidarancia è un romanzo su una fantomatica missione di una finta ong
- L'autrice ha creato un account Twitter per presentarlo
- Incredibilmente, sono arrivati diversi insulti sui social network
L’incredibile caso di Solidarancia su Twitter
Anche oggi la navedi #Solidarancia lascia la Sicilia per andare a salvare #migranti in #Libia. Con l'intento, non secondario, di salvare anche l'umanità degli italiani.
Affronteremo la #cosiddettaGuardiaCostieraLibica e vinceremo noi!
SEGUITECI
Le parole dell’autrice di Solidarancia
Solidarancia è un romanzo, uno dei primi pubblicati dalla casa editrice People. Si tratta di una storia che non ha peli sulla lingua: parte da una critica al governo Gentiloni e alle politiche sull’immigrazione dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti e arriva ai giorni nostri, ai tempi di un governo Lega-M5S. Tutti, ma proprio tutti sono parte del racconto: «Non pensavo di trovare una casa editrice disposta a pubblicare l’opera – ha chiuso Sarita Fratini -. Invece, People lo ha fatto. E sono particolarmente contenta di aver condiviso con loro questa avventura». Un libro che l’autrice definisce profetico: «Avete presente la scena in cui la capitana Carola entra in porto? È descritta pari pari nel romanzo (al suo posto la capitana 82enne Teresa). Ma io l’ho scritta un anno fa! Forse, semplicemente, il libro porta bene. Spero si avverino anche tutte le altre cose».
Il viaggio della Solidarancia è destinato a continuare con il vento in poppa. E non saranno certo gli account con le bandierine tricolore a fermarlo.
25.6.18
Quanto ci influenzano i pregiudizi?
Dalla discalia del video
Abbiamo chiesto ad Anano, una bambina attrice, di interpretare un doppio ruolo: quello di una bambina benestante e quello di una coetanea sporca e mal vestita. Le reazioni delle persone che interagiscono con lei nelle differenti situazioni sono prevedibili, ma pur sempre scioccanti. E l'esperimento ha termine quando Anano, ferita per l'ennesimo atteggiamento ostile nei suoi confronti, scoppia a piangere.
11.8.17
legge del contrappasso ..... aggiornamenti sul caso della nave nera' anti-migranti degli estremisti di destra: soccorsa da una Ong : rifiuta l'aiuto
In avaria la 'nave nera' anti-migranti degli estremisti di destra: soccorsa da una Ong rifiuta l'aiuto

La nave degli estremisti di destra C-Star
Un portavoce degli attivisti C-star ha detto che non si trovano in condizioni di emergenza e che la nave ha semplicemente spento i motori per risolvere un problema tecnico. Quadruplicati arrivi migranti in Spagna. I dati forniti dall'Oim rilevano che via mare sono arrivate più di ottomila persone.
ROMA - La 'nave nera' contraria ai soccorsi resta in avaria ma rifiuta l'aiuto della nave umanitaria che si era avvicinata. La tedesca Sea Eye è stata chiamata dalla guardia costiera di Roma per dare soccorso alla C-star, la nave anti Ong noleggiata dalla Defend Europe che da alcuni giorni incrocia davanti alle coste libiche con l'intento di disturbare l'azione delle imbarcazioni che prestano soccorso ai migranti. Questa mattina la C-star era stata costretta a fermare il motore e stava andando alla deriva ma quando la nave umanitaria tedesca è arrivata in aiuto via radio ha rifiutato il soccorso. Succede anche questo, nel Mediterraneo. Un portavoce degli attivisti C-star ha detto che non si trovano in condizioni di emergenza e che la nave ha semplicemente spento i motori per risolvere un problema tecnico.
Su facebook il presidente dell'ong tedesca Sea-Eye, Michael Buschheuer, ha detto di essere stato informato delle difficoltà di "una nave nazista", sottolineando che aiutare persone in difficoltà in mare è un dovere, "indipendentemente dalla loro origine, colore della pelle, religione o idee". La Sea-Eye è stata quindi dirottata verso la C-star, ma una volta creato un contatto radio, l'equipaggio ha rifiutato ogni aiuto.
Il viaggio della C-star è stato, sin dall'inizio, abbastanza tribolato. Dopo il fermo per 48 ore dal comandante a Cipro, la nave non è mai riuscita ad attraccare in nessun porto, nè in Grecia, nè in Italia nè in Tunisia a causa delle annunciate manifestazioni di protesta contro la missione dell'equipaggio di estrema destra che è stato costretto proprio ieri a ricevere rifornimenti al largo dell'isola di Sfax. Oggi evidentemente un problema deve aver spinto la centrale di soccorso di Roma a chiedere ai tedeschi di Sea eye di recarsi in soccorso.
• MOBILITAZIONE CONTRO LA 'NAVE NERA'
Nei giorni scorsi era montata la mobilitazione contro la C-Star, la cosiddetta 'nave nera': "Facciamo appello a tutti gli attori della società civile, a tutti i responsabili, a tutti i marittimi, i guardacoste, a tutti i portuali, a tutte le parti interessate in Tunisia, Algeria, Libia ed Egitto, affinché si oppongano all'arrivo della nave C-Star in uno dei nostri porti, a impedire che entri nelle nostre acque territoriali e a rifiutarsi di trattare o comunicare con il suo equipaggio", aveva denunciato in un comunicato il neonato "Collettivo contro la C-Star in Tunisia".
DEFEND EUROPE, i GRUPPI DI ESTREMA DESTRA ANTI ONG
Il Collettivo segue gli spostamenti della nave. "Riportare i migranti verso le coste libiche dove già molti di loro sono detenuti in condizioni disumane e ostacolare le attività delle Ong e le operazioni di soccorso, mettendo così a grave rischio chi si mette in viaggio e, naturalmente, assicurarsi una chiassosa campagna di comunicazione". Questi gli obiettivi di queste organizzazioni fasciste si legge ancora nel comunicato.
"Rigiriamo contro di loro - concludeva il comunicato del Collettivo - lo slogan dell'operazione Defend Europe: che se ne tornino a casa, qui non sono i benvenuti! In Egitto, in Grecia e anche in Sicilia, gruppi di cittadini/e antirazzisti/e hanno già debellato i tentativi d'approdo della C-Star e ridicolizzato la sua propaganda. Si stanno avvicinando alle coste tunisine, allora facciamo la stessa cosa qui! Defend Europe - go home!"
legge del contrappasso vai a .boicottare le ong che salvano i migranti e poi lanci un SOS perchè sei in avaria e ti soccorrono loro
28.4.17
elaborare il lutto aiutando gli altri ed amare la propria terra senza paura di allontanarsi



11.8.14
Medico in Guinea per Ebola. “A Parigi mi sono licenziata. Volevo tornare sul campo”
Medico in Guinea per Ebola. “A Parigi mi sono licenziata. Volevo tornare sul campo”
Gabriella, 34 anni, è infettivologa e lavora per Medici senza frontiere. A Lampedusa ha assistito gli immigrati, a Kinshasa i malati di Hiv. Poi è stata assunta come medical advisor a Parigi, ma ha preferito licenziarsi per rientrare in missione. E, ad esempio, seguire l'epidemia Ebola in Africa

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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iniziamo dall'ultima news che è quella più allarmante visti i crescenti casi di pedopornografia pornografia...
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Ascoltando questo video messom da un mio utente \ compagno di viaggio di sulla mia bacheca di facebook . ho decso di ...


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