in gara nel Mobile Film Festival, un concorso internazionale che premia video di un minuto girati con uno smartphone."Una donna dovrebbe fare del proprio corpo ciò che vuole, senza che la società o la religione la reprimano, la giudichino e la insultino. Oggi chiediamo alle donne di dire sì alla loro libertà". Queste le parole del regista che ha voluto esprimere un'esigenza non più procrastinabile.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
22.10.23
SMONTIAMO UN TABU SESSISTA non dobbiamo mai giudicare una donna per le sue scelte sessuali un cortometraggio ricorda il diritto delle donne a fare del proprio corpo ciò che si vuole
11.8.23
l'italia sta diventando sempre più exenofoba ed razzista . il caso del ristorante Ginger People & Foodad Agrigento
N.B il post doveva essere diverso ma la risposta del il titolare del locale Carmelo Roccaro sotto riportata , a differenza di molti media , integralmente , mi ha spiazzato e fatto cambiare percorso
24.11.22
le donne che si rifanno e si guastano o si mettono dieta senza bisogno non le capisco
le donne spesso cadono vittime di questo preconcetto che noi uomini guardiamo (in parte è verissimo anche se non tutti siamo così come dimostra il finale del filmato sotto riportato e che mi ha spronato per il post d'oggi ) solo ed esclusivamente il corpo di una donna. Io avevo un amica / conoscente che studiava con me al liceo a mio avviso molto bella . Tempo fa la ritrovo , dopo averla persa di vista , su un necrologio funebre . Ricordo che dalle superiori si confrontava con le con le amiche e leggeva articoli riguardanti diete ed alimentazione e allora iniziava a parlare di diete assurde e cambi di pettinatura, non ho mai capito cosa le facesse scaturire questi comportamenti, ma vedevo che comunque non arrivava mai alla soddisfazione personale di piacersi così come era . E poi a furia di diete esagerate e fuori misura è caduta per poi morire nell'anoressia . Un fenomeno molto diffuso visto che un'altra che s'è salvata dopo un lunghissimo calvario , che ha raccontato in un libro autobiografico . O altre che si sono rovinate come una rirovat d poco ad una riunione della classe del 76 trasformandosi in canotti con interventi alle labbra o ai seni Hanno ragione le due protagoniste di questo video emozionale di story impactv italia
Infatti Bisogna sempre scegliere con la propria testa e mai farsi condizionare dagli altri. Molte volte pensiamo di dover cambiare per piacere agli standard che la società ci impone ma il bello è proprio questo, ognuno di noi è unico, autentico, originale! Non dobbiamo cercare in tutti i modi di rientrare nei canoni di ciò che vogliono gli altri. Noi siamo noi, ed è questo che ci renderà sempre e semplicemente NOI...
5.6.22
l'amore merita non importa se etero o lgbt Dio ha detto semplicemente amatevi uno con l'altro
LA PACE SIA CON TE (Renato Zero)
L'amore merita - Simonetta Spiri, Greta Manuzi, Verdiana Zangaro, Roberta Pompa
Ricevo una notifica su messanger che ××××× ( non essendo tra i miei contatti ne avendo contatti in comune ) mi vuole mandare un messaggio .Vado a vedere se si tratta del solito spam pornografico , invece
appresa delle sorprese ricevo una toccante ed bellissima email che trovate pubblicata sotto . Che mi conferma che il mio raccontate /riportare storie del mondo LGBT+ deve continuare . Ma è anche una risposta a tutti gli omofobi diretti ed indiretti o chi ( lo capisco ci sono passato anch'io ed a volte ci cado ed non è facile liberarsene o rimetterli in discussione ) ha pregiudizi e preconcetti dovuti all'educazione familiare e all'ambiente in cui si è cresciuti . Mi ha tolto le parole di bocca ed ogni ulteriore aggiunta al di fuori di queste righe e degli approfondimenti a fine post sarebbe superflua
"Ciao Giuseppe, mi chiamo ***** e mi permetto di darti del tu perché sento di parlare con una persona "amica".
Poche volte scrivo in privato a qualcuno che non conosco ma questa volta mi sento di farlo per esprimere verso di te la mia più grande gratitudine. Leggo spesso i tuoi post, in cui altrettanto spesso ritrovo similitudini con il mio percorso, leggo di storie che hanno volti, che attraversano difficoltà nell'affrontare giudizi e #pregiudizi e mi ci rivedo maledettamente.
Ma di quelle storie prendo il bello, prendo il fatto che qualcuno si adoperi per raccontarle e riprenderle , per farle conoscere e per sostenerle, e quel qualcuno sei tu.
Sto con mia moglie da 15 anni, con lei ho attraversato tantissime avventure che la vita ci ha messo davanti e all'inizio l'ho fatto con tanta paura. #Paura che la gente non capisse, paura che qualcuno reagisse male alla nostra relazione, paura di prenderla per mano e di baciarla per strada, paura di una parola di troppo.
E poi mi sono detta che chiunque non accetti, non capisca, non condivida, allora non è il benvenuto e
A parole è semplice, poi i fatti mi dicono che spesso mi limito ancora, meno di prima, ma lo faccio ancora.
Leggere delle storie che condividi, che fai conoscere, storie in cui credi, mi mette voglia di guardare al futuro con un sorriso più lucente, mi dà coraggio per il percorso che sto facendo con mia moglie, per il desiderio che abbiamo di allargare la nostra #famiglia, mi fa sperare anche se la strada è lunga che la prossima generazione sarà più aperta, più buona, più altruista, perché consapevole.
La consapevolezza gliela daranno le persone come te che riescono a parlare di amore con una dolcezza e una semplicità incredibile, rendendo facile quello che facile è, basta saperlo riconoscere. Spero di crescere i miei figli così, con questa semplicità e questo amore.Quindi grazie, grazie davvero per quello che fai e per come lo fai, continuo a seguirti e a sostenerti."
Infatti citando il mio utente


5.11.18
la paura del diverso e di una diversa religione porta a caso come questoSaif ul-Malook, l’avvocato della donna pakistana: «Io musulmano mi sono battuto per una cattolica. A Roma accolto da terrorista»
Sull’aereo per Amsterdam con Saif ul-Malook, l’avvocato della donna pakistana: «Io musulmano mi sono battuto per una cattolica. A Roma accolto da terrorista»
di Alessandra Muglia, inviata sul volo Roma-Amsterdam

«Non metterò più piede in Italia, a Roma mi sono sentito accolto come un terrorista, è stato avvilente per uno che ha messo a repentaglio la sua vita per combattere contro i fondamentalisti. E fa ancora più male che mi abbiano trattato così nel Paese del Papa, dopo che sono stato costretto a lasciare la mia casa in Pakistan per difendere una donna cattolica». È arrabbiato Saif ul-Malook, l’avvocato a capo del collegio difensivo di Asia Bibi, atterrato a Fiumicino ieri nel primo pomeriggio. Tutto il mondo si chiedeva dove fosse finito dopo che la moglie in mattinata aveva dato la notizia della partenza dell’uomo che è riuscito per la prima volta nella storia a far annullare una condanna a morte per blasfemia. Eccolo comparire in completo blu e camicia bianca dove ci aveva dato appuntamento prima di lasciare il Pakistan alla volta dell’Italia. Ma al controllo passaporti viene portato via in una sala attigua dagli agenti dell’antiterrorismo per ulteriori controlli, nonostante fosse dotato di un visto regolare. Ne esce dopo mezzora. «Mi hanno fatto il terzo grado, dubitavano dei miei documenti». Gli agenti hanno seguito il protocollo, lo hanno scortato a prendere un biglietto per la prossima destinazione: Amsterdam, dove terrà una conferenza per una ong. Poi andrà a Parigi qualche giorno e infine a Londra dove intende stabilirsi. Ieri anche il marito di Asia Bibi ha chiesto asilo per tutta la famiglia nel Regno Unito.
Lei non ha con sé nessun bagaglio, viaggia soltanto con una bottiglietta d’acqua e un sacchetto con dentro alcuni indumenti per la notte...
«Questi che indosso sono i vestiti che avevo in aula mercoledì scorso a Islamabad quando è stata revocata la condanna a morte di Asia Bibi. Da allora non sono più tornato a casa, a Lahore. Sono rimasto nascosto in un posto sicuro fino a venerdì notte, e una volta ottenuto il visto sono partito. La richiesta l’avevo fatta da tempo».
Era sicuro di vincere.
«Certo»
E pure Asia Bibi?
«L’ultima volta che ho parlato con lei era il 13 ottobre. Sono andato a trovarla in cella, era radiosa, sicura che ce l’avremmo fatta. Non l’hanno ancora liberata perché tra la sentenza e la liberazione intercorrono dieci giorni per le formalità burocratiche».
Lei è un musulmano, perché ha deciso di difendere una donna cattolica?
«Non è una questione di religione, ma di un caso dove l’evidenza non c’era, lo stesso vale per i medici o qualunque altro serio professionista. Davanti a un’accusa falsa, non ho chiuso gli occhi. Io credo che la libertà di parola non significhi che uno è autorizzato a insultare gli altri dei o profeti, quindi non sono contrario alla legge sulla blasfemia ma sulle sue errate applicazioni».
C’è una proposta di revisione di questa legge in Parlamento, proprio per cercare di limitarne l’uso strumentale contro le minoranze, crede che passerà?
«No non credo. Almeno non nei prossimi anni. Il fiume di manifestanti che ha bloccato il traffico, bruciato macchine e provocato morti non si era mai visto».
Si dice che il governo pachistano per fermare le proteste dei radicali islamici abbia fatto concessioni per potrebbero bloccare in Pakistan Asia Bibi?
«Sono concessioni politiche di facciata, per permettere ai leader della protesta di poter sventolare un qualche risultato davanti ai propri seguaci, in realtà la petizione che chiede di riaprire il caso ha il 5% di possibilità di essere accolta, ovvero nessuna».
Lei è da anni nel mirino, ha preso i casi che i colleghi rifiutavano. Nel 2011 ha fatto il procuratore capo contro Mumtaz Qadri, l’ex poliziotto diventato idolo dei giovani per aver ucciso il governatore del Punjab Salman Taseer che proteggeva Asia Bibi.
«Da allora non sono più un uomo libero, vivo appartato, nascosto, con la paura che mi accompagna sempre. Ma ora che sono diventato il principale obiettivo degli estremisti non sarei sopravvissuto, non avevo scelta. Per questo ho dovuto scappare via».
Anche i tre giudici che hanno emesso la sentenza non hanno vita facile.
«I giudici possono contare su dispositivi di sicurezza che io non ho».
Ha qualche rimpianto?
«No, quello dell’assoluzione è stato il giorno per me più felice. Ho lavorato duramente per tre anni e infine trovato le incongruenze tra le testimonianze che hanno permesso di revocare l’accusa ad Asia».
Lei ha lasciato a casa a Lahore sua figlia di 12 anni e sua moglie, la raggiungeranno a Londra?
«Non lo so, lo spero. Per ora c’è uno schieramento di poliziotti che li protegge ma non durerà per molto».
25.6.18
Quanto ci influenzano i pregiudizi?
Dalla discalia del video
Abbiamo chiesto ad Anano, una bambina attrice, di interpretare un doppio ruolo: quello di una bambina benestante e quello di una coetanea sporca e mal vestita. Le reazioni delle persone che interagiscono con lei nelle differenti situazioni sono prevedibili, ma pur sempre scioccanti. E l'esperimento ha termine quando Anano, ferita per l'ennesimo atteggiamento ostile nei suoi confronti, scoppia a piangere.
23.4.18
ma perchè i salvinisti devono struimentalizzare tragedie come quella di Sana Cheema Una ragazza di 25 anni di origini pakistane,
17.12.12
non sempre la chiesa discrimina i gay il caso di Arino

4 dicembre, 2012
Abbiamo già parlato in precedenza delle numerosi voci contrarie alla legge che verrà varata dal governo Hollande tra un paio di mesi, che aprirebbe il matrimonio e l’adozione alle persone dello stesso sesso con relativa abolizione dei termini “mamma” e ”papà” per evitare presunte discriminazioni nei loro confrontiTra i vari psicologi, giuristi e filosofi abbiamo citato anche l’omosessuale (e non credente) Xavier Bongibault, presidente dell’associazione Plus gay sans mariage, il quale ha affermato: «Il piano del governo è tutt’altro che unanime nella comunità gay. Contrariamente a quanto dicono i mezzi di comunicazione, la richiesta non viene dalla maggioranza degli omosessuali. La maggior parte non è interessata, ma l’influenza del movimento LGBT è tale che molti non osano dirlo». Una conferma, dunque, della violenza dell’intollerante lobby gay: «Ogni volta che affermo di essere contro il matrimonio, contro l’adozione, gli attivisti LGBT mi indicano come reazionario, fascista e omofobo, che nel mio caso è paradossale! Al contrario, quelli che mi conoscono dicono: “E ‘fantastico quello che dici”, ma non osano fare il grande passo. Molti temono di perdere gli amici. Hanno paura a parlare». Ha poi proseguito l’omosessuale: «Un bambino ha bisogno di un padre e una madre».Un’altra voce omosessuale importante che è tornata a far sentire la propria contrarietà è quella di Philippe Ariño, giovane docente di spagnolo e affermato saggista, il quale ha appena pubblicato il suo ultimo libro: L’Homosexualité en vérité . Intervistato da Famillechretienne , Ariño ha affermato: «Il desiderio omosessuale appare in contesti in cui la libertà umana è stata ridotta, o c’è stata una mancanza di incarnazione della personalità. In particolare nei casi in cui non vi era alcuna forza in termini di personalità, vale a dire, nelle fasi dell’adolescenza, quando siamo a corto di identità. Ma c’è anche un desiderio di fuggire da se stessi, una mancanza di libertà e la mancanza del riconoscimento delle differenze fondamentali dell’umanità, compresa la differenza sessuale».Parlando della posizione della Chiesa cattolica, il giovane omosessuale ha proseguito: «La Chiesa ha capito l’omosessualità. Davvero! Senza saperlo, sono gli stessi omosessuali a darle ragione perché associano, come dice la Bibbia, l’omosessualità ad una idolatria. La Chiesa cattolica mi riconosce innanzitutto come persona, e non mi chiede di negare l’esistenza del mio desiderio omosessuale, ma piuttosto di valorizzarlo offrendolo pienamente a Dio, che mi ha amato fin dall’inizio per quello che sono, con i miei punti di forza e di debolezza». Ha quindi biasimato coloro che «applaudono chi fa coming out e le coppie gay che pensano di non essere i benvenuti nella Chiesa!».Come Ariño, anche in Italia alcuni noti omosessuali cattolici hanno voluto smontare l’errata idea che vuole una Chiesa contro le persone omosessuali. Ad esempio, Nichi Vendola, leader di Sel, ha affermato: «E’ stato forse più facile dire la mia omosessualità ai preti che al partito. Ho parlato della mia omosessualità con molti preti, con uomini e anche con donne di Chiesa. Non mi sono mai sentito rifiutato. Sono state anzi interlocuzioni belle, profonde. La Chiesa è un universo ricchissimo e complicato, non riducibile a nessuna delle categorie politiche che usa la cronaca». L’opinionista gay Alfonso Signorini, ha invece spiegato con maggior turbamento: «Essere cattolici e gay non è facile, non perché la chiesa non accolga i peccatori, Dio è accoglienza, è più mamma che papà. Ma è il fatto che ogni volta devi avere un confronto con il sacerdote che imbarazza sempre un po’» .Questa apertura da parte della Chiesa è nota a Crema, dove c’è una specifica pastorale per le persone omosessuali, lo stesso ha voluto a Cremona il vescovo mons. Dante Lafranconi, a Palermo è attivo un dialogo intenso, così come è stato quello tra il grande poeta omosessuale Giovanni Testori e il movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione. A Torino il vescovo Nosiglia, ha chiaramente affermato: «Non c’è alcuna volontà di identificare l’omosessualità con una malattia da curare. La nostra Chiesa continua a perseguire un atteggiamento di incontro e accoglienza delle persone omosessuali, credenti e non, come finora si è fatto con frutto attraverso un tavolo di studio composto da due sacerdoti delegati dal Vescovo e alcuni rappresentanti di gruppi di credenti omosessuali». Negli USA è noto l’impegno del cardinale John O’Connor, arcivescovo di New York fino al 2000, nei confronti degli omosessuali malati di AIDS, ma anche nei Paesi meno sviluppati la Chiesa è una delle uniche autorità a difendere gli omosessuali, come accade ad esempio in Cile e in Uganda. Il motivo di questa doverosa accoglienza è stato ben specificato da mons. Juan José Asenjo, vescovo di Siviglia (Spagna), quando ha spiegato che gli omosessuali sono «figli di Dio, che la Chiesa li abbraccia e vuole accompagnarli. Sono figli di Dio e fratelli miei, devo amarli, il che non significa necessariamente che devo canonizzare le loro azioni, che secondo la dottrina della Chiesa hanno uno specifico carattere morale». Infatti, come affermato dal cardinal Ratzinger, quando era a capo della Congregazione per la dottrina della fede, «la Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all'approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali».Questo corrisponde all’invito del Catechismo della Chiesa cattolica che, mentre definisce gli atti di omosessualità come «intrinsecamente disordinati» chiede che le persone omosessuali siano accolte «conrispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione». Una prescrizione che sembra proprio essere rispettata, tanto che secondo un recente studio il 38% degli omosessuali frequenta abitualmente servizi liturgici (la stessa percentuale della popolazione cattolica generale).
emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello
Apro l'email e tovo queste "lettere " di alcuni haters \odiatori , tralasciando gli insulti e le solite litanie ...

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