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Visualizzazione dei post con l'etichetta ‬ le storie

Rivoglio i capo d'anno d'ieri

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Io non avrei saputo  dirlo meglio  aggiungo al  post    che  trovate  sotto    solo   questa  citazione     musicale  : << Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico\e come sono contento\di essere qui in questo momento,\vedi, vedi, vedi, vedi,\vedi caro amico cosa si deve inventare\per poterci ridere sopra,\per continuare a sperare. [...] L'anno che sta arrivando tra un anno passerà io mi sto preparando è questa la novità  >> da Sergio Pala   Tenetevi pure il cenone di Gracco . Tenetevi le casse di champagne e le tavolate di ostriche. Tenetevi le " storie" , i selfie e le dirette al concertone. Tenetevi le sciate a Cortina, il trenino di mezzanotte, gli abiti da cerimonia e le stelline che illumineranno il nuovo anno. Tenetevi i petardi ed il karaoke. Ridateci un garage a malapena intonacato, il calore di un camino ed un divano sgangherato e polveroso per appisolarci all'alba. Ridateci le lasagne cucinate dalle nostre madri, i sottaceti mai mangiati, lo s

Io me la ricordo bene, l'estate del 1973 -- di Daniela Tuscano

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  Fu, forse, l'ultima estate pienamente estate. Le estati dei bambini, interminabili, sprofondate, azzurre, che duravano mesi e non bastavano mai. Le estati delle nonne, delle letture e delle scoperte. Anch'io ero scoperta, il mio petto minuscolo e fiorito, ma acerbo e senza sesso. Per gli adulti. Talvolta anche per me. Ma non sempre. Nell'estate del '73 ero "fidanzata" con Giorgio, da  #Vercelli . Durò due lunghi anni, sapeva di ghiaccioli multicolori, di spiagge libere, di short e di labbra. Sì, le labbra avevano un sapore. D'acqua tiepida e molle, rotonda e innocente. Lo vissi, quel momento di pace totale, di libertà spontanea, per cui anche i vecchi sorridevano, e per quel momento ancora vivo, viviamo tutti. E scrivevo, sempre e ovunque. Poi l'autunno, l' #austerity . Anche quella la ricordo bene. E gli  #anni70  dovrei raffigurarli così, strade nere, abiti ridicoli e strizzati con qualche retrogusto di povertà. Ma sono realtà parziali, da adul

disparita di trattamento sulla gestione dei figli in caso di violenza di genere . i fatti di Roncadelle - di Patrizia Cadau

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COLONNA SONORA   A Roncadelle, un bambino di quattro anni costretto dalla legge e dagli assistenti sociali ad incontrare il padre che aveva già aggredito la madre, è stato sequestrato ieri dal padre mostro, che si è barricato con lui in casa, dopo essere scappato alla fine di un incontro protetto. Quindi, viviamo in un paese dove la violenza domestica denunciata da una madre vale come una banconota del Monopoli, e un padre, legittimato da una legge oscena è "comunque" il padre padrone e a nulla vale l'interesse di un minore. È stato il bambino a telefonare alle forze dell'ordine per dire che al momento sta bene. Al momento: perché ancora è sequestrato dal padre e sono in corso le trattative per "liberarlo". Queste le conseguenze estreme dell'indifferenza con cui noi donne veniamo prese in considerazione, ma soprattutto le conseguenze di una legge che nega la violenza e consente agli uomini violenti l'impunità, la sfrontatezza di sentirsi al d

la storia di Marco Menin che scopre suo padre Ennio fascista e torturare e deportatore di partigiani e chiede scusa a Ennio Trivellin fatto deportare da suo padre nei lager l'unico a tornarvi

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 corriere  veneto del  22 settembre 2022 - 07:54 LA STORIA Mio padre, spia dei fascisti: un segreto tenuto per tutta la vita Verona, a 64 anni il professore Marco Menin scopre per caso il ruolo del genitore che s’infiltrò tra i partigiani e rivelò i loro nomi alle camicie nere. Furono uccisi o deportati                               di Andrea Priante Marco Menin «Nel 2020 ero a casa, davanti al computer. Quasi per gioco, mi è venuta l’idea di provare a digitare il nome di mio padre sul motore di ricerca. È così che il suo segreto è venuto a galla. Su internet c’era tutto: i verbali, le testimonianze, le sentenze di condanna. A 64 anni ho scoperto che l’uomo che per tutta la vita avevo sempre considerato solo come un genitore, un marito e un nonno amorevole, in realtà era il responsabile delle torture, della deportazione e della morte di decine di persone». Come un film Sembra un film, di quelli che provano a raccontare le ferite della guerra e dei vagoni che da Bolzano portavano i prig

La psichiatra sassarese Laura Fumagalli in Iraq per aiutare i sopravvissuti a un genocidio e La favola di «Nadia Petite»: da Nuoro alle sfilate a Miami

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  La psichiatra sassarese Laura Fumagalli in Iraq per aiutare i sopravvissuti a un genocidio In missione con Medici senza frontiere in un villaggio colpito dall’Isis. «Si portano dentro il ricordo dell’orrore»  l’agosto di otto anni fa: seicento uomini vengono uccisi a colpi di kalashnikov, le donne rapite diventano schiave e merce di scambio. La piccola stoica minoranza religiosa Yazida, nell’Iraq settentrionale,  vittima di un sanguinoso genocidio da parte dei terroristi dell’Isis. Una tragedia raccontata da “L’ultima ragazza”, il libro del premio Nobel Nadia Murad, che da quell’orrore ; riuscita a salvarsi. Otto anni dopo, Laura Fumagalli ha raccolto, ma in maniera diversa, storie di vite – ancora – strappate alla quotidianità . Laura Fumagalli (al centro) assieme al resto dell'équipe impegnata nella missione in Iraq Laura le ha ascoltate dai letti di ospedale di un piccolo villaggio. I pazienti di fronte, che forse nemmeno sanno di essere tali, e lei, psichiatra, a cercare di c

A Milano c'è un circolo del tennis pubblico e gratuito: "Ma quale padel, il nostro è il vero sport" Nel 2006 il comune di Milano riconvertì nei pressi del parco Trenno

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 A Milano c'è un circolo del tennis pubblico e gratuito: "Ma quale padel, il nostro è il vero sport" Nel 2006 il comune di Milano riconvertì nei pressi del parco Trenno un parcheggio di fronte a una scuola in due campi da tennis pubblici e gratuiti, una rarità non solo per il capoluogo lombardo ma anche per il resto del Paese. Da allora, negli anni, si è formato un nucleo storico di frequentatori che si sono autonominati "TCT", ovvero "Tennis Club Trenno", che, tramite una divertente pagina Facebook, raccontano la gestione dei campi e associano - anche se informalmente - i nuovi arrivati. "Il nostro - racconta Fabio Maffini, tra i gestori della pagina e insegnante di tennis - non è un circolo ufficiale ma ideale, dove tutti possono associarsi. Il tennis ha un costo, da noi no". E così, fra inverni passati a spalare la neve dal campo e pomeriggi estivi tra volée o partite a carte, il club è arrivato fino a 140 iscritti. "Questo - argoment

Nella casa famiglia di Napoli che ospita la bimba vittima della violenza dei genitori, segregata tra indicibili sofferenze: "Non parla, ma adesso ti guarda se la chiami"

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da   repubblica   Elsa a 9 anni "impara a vivere e ti stringe la mano": coccole, frullati e peluche                        di Bianca de Fazio ,  foto Stefano Renna Ha il sorriso obliquo di chi per 9 anni di sorrisi non ne ha fatti a nessuno e non ne ha ricevuti. I fratellini che la nutrivano di nascosto dai genitori, con quel che avanzava loro di latte e biscotti, le dimostravano affetto così, preoccupandosi che sopravvivesse all'abbandono, nel migliore dei casi, e alla violenza cieca di genitori che l'hanno rifiutata da sempre. Picchiata, maltrattata, e chissà cos'altro. Ma adesso Elsa, nome di fantasia, ha una casa colorata e pulita, attrezzata e piena di giocattoli. Un nido, finalmente, dove comincia per lei una nuova vita. Circondata da altri 5 bambini, il più grande ha 13 anni, e soprattutto dalle cure e dall'amore del gruppetto di educatori, infermieri e terapeuti che gestiscono "La casa di Matteo" a Napoli. Una struttura socio assistenziale

Un ragazzo si è riunito con la propria madre biologica dopo 20 anni; stavano lavorando nello stesso posto

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 lo so che    sono noioso   o sembrerò un vecchio  ma  essendo cresciuto  con anime che  trattavano argomenti  simili   e con  racconti   simili da parte dei nonni  specie quelli paterni  ,  certe  storie mi  affascinano ancora  .  da  https://curiosandosimpara.com/2022/06/25/ Un ragazzo si è riunito con la propria madre biologica dopo 20 anni; stavano lavorando nello stesso posto Elena Franchini 25 Giugno 2022  2 minuti di lettura Facebook   Twitter   Pinterest   Reddit Benjamin Hulleberg è un ragazzo di 21 anni che vive nello stato dello Utah insieme alla sua  famiglia adottiva  da quando aveva solamente pochi giorni di vita. Angela e Brian Hulleberg, i suoi genitori adottivi, non gli hanno mai nascosto le sue origini e hanno sempre espresso la loro gratitudine nei confronti di Holly, la ragazza che l’aveva messo al mondo e che molti anni prima, il  giorno del Ringraziamento , aveva dovuto separarsi da lui. Instagram/St. Mark’s Hospital Per questo, Benjamin ha sempre avuto il  deside

Da analfabeti a diplomati e ora pronti per l’Università La nuova vita di Barry, Milly e Dikson arrivati dall’Africa con i barconi. L’incontro con donne speciali che li hanno adottati e fatti studiare

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Da analfabeti a diplomati e ora pronti per l’Università la nuova sardegna del 06 luglio 2022                                             Silvia Sanna La nuova vita di Barry, Milly e Dikson arrivati dall’Africa con i barconi. L’incontro con donne speciali che li hanno adottati e fatti studiare Uno in fuga dalla miseria, un altro spinto dalla voglia di libertà, il terzo che sul gommone c’è finito per caso e in Sardegna è sbarcato a petto nudo, con le sole mutande che aveva indosso. Tre storie di tre ragazzi, di due madri e di una comunità chioccia che li ha protetti, indirizzati, amati. Si chiamano Barry, Milly e Dikson: hanno 27, 24 e 23 anni, sono arrivati tra il 2015 e il 2016 dalla Guinea Conakry, dal Mali e dalla Nigeria. Oggi sono diplomati, dopo una full immersion sui libri che si è chiusa con tre anni di Serali all’Alberghiero di Arzachena. E ci hanno preso gusto perché, come dice Barry «lo studio ti aiuta a trovare il tuo posto nella società». E infatti tutti e tre sognano d

I pugili di Auschwitz, veri e improvvisati: costretti a battersi nei lager per sopravvivere

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  repubblica  online   La storia di Noah Klieger, che sarebbe poi diventato scrittore, giornalista e dirigente sportivo in Israele, ha ispirato José Ignacio Perez a scrivere ''K.O. Auschwitz". Atleti nell'inferno dei campi di concentramento   Noah Klieger  ha avuto un vita lunga, dal 1925 al 2018. E’ stato scrittore, dirigente sportivo, giornalista: ha raccontato il basket in dieci mondiali e cinque olimpiadi. Tutto o quasi passa però in secondo piano rispetto ad anni maledetti, a un maledetto: 1944, 1945,  Auschwitz . “Sai fare la boxe?”. In quella miriade di porte che il destino apre e chiude, la sua vita può ruotare anche intorno  a una banale domanda. No, la boxe Noah non la sa fare, ma coglie la sfumatura, capisce che può essere una via di scampo. “Sì”, nonostante non abbia mai messo un paio di guantoni e sul ring non sia ammessa improvvisazione, perché su quel quadrato ci salgono non solo kapo fisicamente molto più in forma di lui, ma anche gente che prima di ent