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Visualizzazione dei post con l'etichetta rinascita

La nuorese Pierpaola Porqueddu si rimette in gioco per il pubblico a 47 anni Venti anni fa lo stop alla carriera. Oggi conquista la copertina di “Amadeus”

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queesta  vicenda    conferma   come già  dicevo nell'introduzione del precedente post  : <<   Cagliari, aveva chiamato i carabinieri per interrompere il violinista: ora lo invita a suonare all’inaugurazione del negozio .... >>  l'importanza  e   la base  musicale   critica  o  acritica  che  sia     è  contenuta  nella  vita  di tutti  i  giorni  da  lanuova  sardegna  del  19\6\2023 Ha un tono di voce che il suo racconto sembra un preludio in sol minore. Le parole, le vibrano. Modulate, leggere, decise. L’accordatura è perfetta, la stessa frequenza di un diapason. Dita lunghe e affusolate, pronte a danzare, a carezzare e picchiare, a esultare lungo i tasti bianchi e neri. Sorride, soprattutto. Ha un sorriso grande così, vero, profondo. È un sorriso felice. «Sì, ora sono pronta» gioisce Pierpaola Porqueddu. «Ci sono voluti venti anni, ma adesso non vedo l’ora di tornare sul palcoscenico» dice la pianista nuorese. È così che rinasce una musicista: a 47 da co

ho incominciato a ridere e a vivere forte proprio andando incontro alla morte

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 colonna  sonora   Quando la morte avrà - Claudio Lolli Aspettando Godot  -  "      

Moristi per noi - © Daniela Tuscano

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                                                          Moristi per noi. E chi lo nega Vuol crocifiggerti ancora. Moristi per noi Non per placare ire divine Ma perché ormai Non potevi più fermarti Anche se tremavi Di paura e dolore. Moristi per noi Perché avesti un corpo Nudo e solcato Di vene, membra, muscoli Un corpo di maschio Dalla dolcezza di donna Un tratto levigato Con ruvidezze semite Un corpo giovane Estenuato come un vecchio Un corpo esangue Ma da schiavo, schiavo nero Come quella croce Per stranieri e malfattori. Moristi per noi Perché ci unisti tutti E tutte, e il mandorlo, Gli uccelli, i cani E per questo sei scandalo Per chi vorrebbe cancellare Questo sesso che unisce E seca le ipocrisie E i neutri tepori © Daniela Tuscano

Il cambiamento radicale di una 31enne dopo i tatuaggi diventati virali e una vita criminale: oggi è rinata

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Alyssa Zebrasky, 31 anni, una donna dell'Ohio le cui foto segnaletiche sono diventate virali per i tatuaggi spaventosi sul viso, ha mostrato la trasformazione drammatica dopo aver subito trattamenti laser estenuanti per rimuoverli. La donna è stata al centro delle cronache per la prima volta nel dicembre 2018, dopo essere stata arrestata in Ohio per furto e possesso di droga. La sua foto segnaletica mostrava la fronte coperta da un tatuaggio a forma di ragnatela, insieme a un teschio ispirato al "Giorno dei Morti" intorno agli occhi, alle guance, al naso e alle labbra.  Nell'aprile 2019, Zebrasky e i suoi tatuaggi macabri sono tornati al centro delle notizie dopo essere stata arrestata nuovamente. Ma ora, più di tre anni dopo, Zebrasky ha cambiato vita completando un programma di riabilitazione. Come parte del suo processo di recupero, ha deciso di eliminare tutti i suoi tatuaggi sul viso per dimenticare l'ex fidanzato, membro di una gang (e che l’aveva costretta

C'è chi nasce con un'anima grande, c'è chi lo diventa per le prove della vita. il caso di Vittorio Pisano da Piero Guerrieri e dalla pagina fb @Resilienzaoriginalfanpage

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  Tutti conosciamo Vittorio Pisano ( foto a sinistra ) il papà di Alessia e Giulia, le due ragazzine che il 31 luglio furono travolte da un treno. Quel giorno lo aveva detto, d'ora in poi mi dedicherò agli altri, farò qualcosa per loro e questo sarà il senso del tempo che mi rimane. Ebbene, non sono state parole dettate dal dolore. In appena quattro mesi, Vittorio ha creato un'associazione cui ha dato il nome delle sue figlie, per aiutare i ragazzi come loro, e soprattutto per fare in modo che ciò che è accaduto a lui abbia minori possibilità di ripetersi. "Non sarà più il mio Natale senza loro due" ha detto, ma intanto è lui, vestito da Babbo Natale, che anima le feste in parrocchia, ed è sempre lui che sta preparando un treno navetta, che la notte porterà i ragazzi nei luoghi del divertimento riportandoli poi indietro, al sicuro. C'è chi nasce con un'anima grande, c'è chi lo diventa per le prove della vita. Papà Vittorio, comunque sia ha saputo tr

la storia di Annalisa sanna Sconfigge il tumore e riprende a cavalcare l’abbraccio ai medici dalla sella di Macrusa

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 Sassari «Sono qui per dimostrare alle pazienti del reparto di Oncologia che c’è sempre un domani dopo la malattia». Si asciuga le lacrime che per l’emozione le scendono sul viso Annalisa, poi con dolcezza bacia e riempie di carezze sulla criniera la sua Macrusa, la cavalla purosangue inglese che ha avuto un ruolo da protagonista nel suo viaggio di ritorno verso una vita normale, dopo l’incubo del tumore, la chemioterapia e l’intervento al seno. Ha voluto regalare a tutti un messaggio di speranza e di incoraggiamento ieri mattina Annalisa Sanna, sassarese di 41 anni, operata nel 2017 per un tumore alla mammella dai medici del reparto di Oncologia del “Santissima Annunziata” di Sassari e ora tornata a sorridere e a cavalcare dopo la grande paura. A metà mattina insieme a tre amici della scuola di equitazione “Associazione Ippica il Monello” di Sant’Orsola la 41enne ha indossato un costume da elfo e si è diretta al trotto verso l’ingresso dell’ospedale di via De Nicola

La Crisi Fa Emergere Una Forza Che Non Pensavamo Di Avere ---- Elena Bernabè - 26 Gennaio 2021

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« Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri. Basta vivere da uomini, cioè cercare di spiegare a sé stessi il perché delle azioni proprie e altrui, tenere gli occhi aperti, curiosi su tutto e tutti, sforzarsi di capire ogni giorno di più l’organismo di cui siamo parte, penetrare la vita con tutte le nostre forze di consapevolezza, di passione, dì volontà; non addormentarsi, non impigrire mai. »                               Antonio Gramsci, “Quaderni del carcere” Oltre in me  stesso   e   agli amici     trovo la  forza  l'aaiuto in articoli    come  questo   di   Elena Bernabè (   Autrice del libro “Alla conquista delle stelle”  )   - 26 Gennaio 2021  pubblicato  su    https://www.eticamente.net/ La crisi non è da allontanare ma da attraversare.  E’ l’unico modo per sciogliere nodi, prendere decisioni, avviare cambiamenti. E’ arrivato il momento di spogliarci da tutti i pregiudizi legati alla crisi: non è una sfortuna, una disgr

cavalcando il fiulmine - ride the lightning

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  conna  sonora   Riders On The Storm - The Doors  Extended Remastered Version / Video produced by David Edison l'album    Ride The Lightning    - Mettalica    soprattutto  l'omonima  canzone Pierangelo Bertoli ed i Tazenda-  Spunta la luna dal monte Considerando  il  tema  della mia  elucubrazione   filosofica   odierna stavolta  parto dai consigli musicali ed in questo  caso letterrarii  \  cinematografici  .  E' Inutile   dire  che  ,   fatta  eccezione   per  chi    decide   di  leggere il post  basandosi  sul   titolo e  rinunciando   addirittura   alle prime  righe   ,  che  i  riferimenti   da  cui  parte la  riflessione   d'oggi    sono     :  l'album  Ride The Lightning   dei Mettalica   soprattutto  l'omonima  canzone    sia  nella  versione    normale  sia  in  quella  Remastered .,  la  canzone   Riders On The Storm - The Doors il  racconto bellissimo romanzo   a puntate  ,  poi  diventato  libro  e  poi  film  IL  miglio  verde  di  Stephen King 

Nella casa famiglia di Napoli che ospita la bimba vittima della violenza dei genitori, segregata tra indicibili sofferenze: "Non parla, ma adesso ti guarda se la chiami"

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da   repubblica   Elsa a 9 anni "impara a vivere e ti stringe la mano": coccole, frullati e peluche                        di Bianca de Fazio ,  foto Stefano Renna Ha il sorriso obliquo di chi per 9 anni di sorrisi non ne ha fatti a nessuno e non ne ha ricevuti. I fratellini che la nutrivano di nascosto dai genitori, con quel che avanzava loro di latte e biscotti, le dimostravano affetto così, preoccupandosi che sopravvivesse all'abbandono, nel migliore dei casi, e alla violenza cieca di genitori che l'hanno rifiutata da sempre. Picchiata, maltrattata, e chissà cos'altro. Ma adesso Elsa, nome di fantasia, ha una casa colorata e pulita, attrezzata e piena di giocattoli. Un nido, finalmente, dove comincia per lei una nuova vita. Circondata da altri 5 bambini, il più grande ha 13 anni, e soprattutto dalle cure e dall'amore del gruppetto di educatori, infermieri e terapeuti che gestiscono "La casa di Matteo" a Napoli. Una struttura socio assistenziale

non t'arrendere vedrai alla fine qualcuno ti aiuta la storia di Carlos Martins, il pianista più sfortunato che riprende a suonare con i guanti bionici

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da   https://www.pianistmagazine.com/ Tale stotria viene riassunta nel video sotto è la storia di João Carlos Gandra da Silva Martins; nato il 25 giugno 1940 a San Paolo, in Brasile, è un acclamato pianista e direttore d'orchestra classico brasiliano, che si è esibito con importanti orchestre negli Stati Uniti, in Europa e in Brasile. L'amore per il pianoforte dell'81enne João Carlos Martins va oltre ogni limite. Nonostante la distonica focale, un incidente, un'aggressione e altre sfortune si siano accanite sulle sue mani, il musicista e direttore d'orchestra brasiliano non si è dato  fino  all'ultimo  per vinto  grazie  al  suo amore per il pianoforte  che   va oltre ogni limite.   Infatti  Nonostante la distonica focale, un incidente, un'aggressione e altre sfortune si siano accanite sulle sue mani, il musicista e direttore d'orchestra brasiliano non si è dato per vinto  ed   ha  finché le  sue  condizioni di  salute  lo  hanno permesso  .

Da Assunta Legnante a Vincenzo Boni, da Angela Procida a Gianni Sasso, capitano della nazionale di calcio per amputati: sono i portavoce di 2000 atleti disabili e chiedono che non si spenga l'eco delle Paralimpiadi di Tokyo: "Perché qui in gioco c'è la vita"

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 leggi anche   Il cammino di Santiago in stampelle, l’ultima sfida di Gianni Sasso   di PASQUALE RAICALDO  29 Novembre 2018 Oltre la disabilità: i campioni e le storie dello sport campano senza barriere Angela Procida  Sono storie di passione e di coraggio. Storie straordinariamente normali. Perché loro rispondono tutti allo stesso modo, più o meno: "Non chiamateci eroi, semplicemente ci mettiamo gioco, come se i limiti non esistessero". Eppure i limiti ci sono, o meglio: ci sarebbero. Un arto mancante, la sedia a rotelle, la vista che non c'è più, o quasi. Quanto basta per smettere di giocare? Per nulla. Perché  l 'esercito silenzioso degli atleti paralimpici campani  suona la carica per chi vorrebbe desistere, dopo una diagnosi o dopo un incidente. O non vorrebbe neanche iniziare, in caso di una malattia congenita.  La nazionale di calcio  E se va spegnendosi l'eco delle ultime  Paralimpiadi di Tokyo , dove l'Italia ha conquistato 69 medaglie (secondo risul