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fonte unione sarda 19\5\2025
Nel Campo Accademia cinofila di Margine Rosso c’è un gran fermento. Biassu, Wendy, Dylan, seguono attentamente i comandi degli istruttori: si siedono, si alzano, corrono, si fermano. Accanto a loro ci sono alcuni ragazzi: emozionati, guardano e imparano, per riuscire anche loro a rapportarsi con i cani coinvolti. Perché uscire dal tunnel, e trovare la speranza di una vita migliore, è possibile anche grazie a un amico a quattro zampe. Ed è questo che si prefigge il progetto “Il filo conduttore” rivolto ai minori che hanno compiuto reati ma che non si trovano in carcere e sono sotto la supervisione di servizi specializzati. Un progetto promosso dalla Bau Club Onlus assieme a Vsm (area minori esterna penale) che prevede un corso per assistenti educatori cinofili per favorire l’inclusione.
L’impegno per crescere
«Lo scopo di questi corsi», spiega la presidente della Bau Club Onlus Elena Pisu, «è garantire che il minore abbia la possibilità di crescere in un ambiente positivo, facendosi carico dei propri errori e lavorando per crescere e maturare». Le lezioni, spiega, «stanno andando benissimo, tutti i partecipanti sono felicissimi. Stanno lavorando con cani che frequentano l’Accademia cinofila, sotto la guida di istruttori esperti. Sono ragazzi che hanno bisogno di essere indirizzati in qualcosa, di avere uno scopo e si stanno dimostrando molto attenti e collaborativi».
Il rispetto manifestato
A guidarli in questa avventura è l’educatrice cinofila Erika Striulli che spiega, «mi sono commossa quando uno di loro mi ha detto “lei è bellissima, troverà il modo di conquistarla”, riferendosi ovviamente al cane, Olanda, che gli era stato assegnato. Una frase che denota un rispetto massimo per il cane che spesso non troviamo neanche negli adulti. Ragazzi così giovani che arrivano a dire cose molto profonde con un approccio delicatissimo. Una cosa che mi ha colpito molto». Questa esperienza, «è per noi, come centro cinofilo, molto positiva. Ci sta dando tanto sia dal punto di vista emotivo che professionale. I ragazzi stanno imparando valori come quello della collaborazione, e il cane diventa un veicolo sociale molto importante».
Teoria e pratica
Il corso prevede prima una parte teorica, «nella quale ad esempio spieghiamo come comunicare con il cane, parliamo delle differenze tra le diverse razze e così via». Poi si passa alla pratica, «con il team dei cani. A ogni ragazzo ne viene affidato uno. Un cane che dovrà preparare. E questo richiede da lui impegno e responsabilità». Il lavoro con il cane, sottolinea, «entusiasma di base tantissimi giovani. Ti fa vivere un’esperienza all’aria aperta, e tutti sono molto felici di partecipare». Sulle storie dei ragazzi non trapela niente: essendo anche minori c’è la massima segretezza. Certo è che spesso, per lasciarsi alle spalle una vita difficile, a volte basta un campo all’aria aperta e un nuovo amico.

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