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3.2.23

Un anziano e ricco signore inglese racconta: ..... di Tommaso Notarstefano

 


 
Un anziano e ricco signore inglese racconta:
«Avevo perso i miei genitori da ragazzo e
all’età di nove anni ero stato mandato in
un orfanotrofio vicino a Londra.
Sembrava una prigione. Dovevamo lavorare 14 ore
al giorno, in giardino, in cucina, nelle stalle, nei
campi.
Così tutti i giorni. C’era un solo giorno di festa:
il giorno di Natale. L’unico giorno in cui ogni ragazzo riceveva un regalo: un’arancia. Niente dolci.
Niente giocattoli. Per di più l’arancia veniva data
solo a chi non aveva fatto nulla di male durante
l’anno ed era sempre stato obbediente. Questa
arancia a Natale rappresentava il desiderio dell’anno intero.
Ricordo il mio primo Natale all’orfanotrofio. Ero
tristissimo. Mentre gli altri ragazzi passavano
accanto al direttore dell’orfanotrofio e tutti ricevevano la loro arancia, io dovevo stare in un angolo
del dormitorio. Questa era la mia punizione per
aver voluto scappare dall’orfanotrofio, un giorno
d’estate.
Finita la distribuzione dei regali, gli altri ragazzi
andarono a giocare in cortile.
Io dovevo stare in dormitorio tutto il giorno. Piangevo e mi vergognavo. Mi ero messo una coperta
fin sulla testa e stavo rannicchiato là sotto.
Dopo un po’ sentii dei passi nella stanza. Una
mano tirò via la coperta. Guardai. Un ragazzino di
nome William stava in piedi davanti al mio letto,
aveva un’arancia nella mano destra e me la tendeva
sorridendo. Non capivo. Le arance erano contate,
da dove poteva essere arrivata un’arancia in più?
Guardai William e il frutto e improvvisamente
mi resi conto che l’arancia era già stata sbucciata e,
guardando più da vicino, tutto mi divenne chiaro.
Sapevo che dovevo stringere bene quell’arancia
perché non si aprisse. Che cosa era successo?
Dieci ragazzi si erano riuniti in cortile e avevano
deciso che anch’io dovevo avere la mia arancia per
Natale. Ognuno di essi aveva tolto uno spicchio
dalla sua arancia e i dieci spicchi erano stati accuratamente messi insieme per creare una nuova,
rotonda e delicata arancia.
Quell’arancia è stato il più bel regalo di Natale
della mia vita.
Mi ha insegnato quanto
può essere confortante
la vera amicizia»


2.6.13

come farei senza le nuvole ?

leggendo    questo  post (  che  poi  era una  domanda \  riflessione  che mi viene  ogni  volta  che  piove  o  vedo  nuvole  )  : <<    Che cosa sarei, che cosa farei senza le nuvole ?Trascorro la maggior parte del tempo a guardarle passare. Cioran  >>  dalla bacheca    facebook  della mia  amica  Chicca Signorina Fantasia
ho ricordato  questa  canzone   che poi   non è altro  che la risposta  ed  un estensione dello stesso tema  



2.12.08

Senza titolo 1063

Ernesto Che Guevara


 "Siccome egli è anche stato duro coi traditori, si sappia che per essere rivoluzionari bisogna avere forti sentimenti di fondo. Cosa ne pensate....o sapete?"

24.3.08

Senza titolo 364

Strana la vita. Quando uno è piccolo, il tempo non passa mai. Poi, da un giorno all'altro ti ritrovi a cinquant'anni, e l'infanzia o quel che ne resta è in una piccola scatola, che è pure arrugginita  . da " il favoloso mondo di Ameliè " 2001 con Audrey Tautou, regia di Jean-Pierre Jeunet.



16.3.08

Senza titolo 331












Collabora a Wikiquote « Noi viviamo insieme, agiamo e reagiamo gli uni agli altri; ma sempre, in tutte le circostanze, siamo soli. I martiri quando entrano nell'arena si tengono per mano; ma vengono crocifissi soli. »

(Aldous Huxley, Le porte della percezione)

16.8.07

Sul valore dell'esperienza (e della vita)

    Il dottor Rogé ha bevuto il suo calvados. Il suo gran corpo s'affloscia, le palpebre gli s'abbassano grevi. È la prima volta che vedo il suo viso senza occhi. Sembra una maschera di cartone, come quelle che si vendono oggi nei negozi. Le sue guance hanno un colore rosa orribile. La verità m'appare d'un tratto: quest'uomo morirà presto. Di sicuro lo sa anche lui; basta che si sia guardato ad uno specchio: di giorno in giorno rassomiglia sempre più al cadavere che sarà. Ecco che cos'è la loro esperienza; ecco perché mi son detto tante volte che odora di morte: è la loro ultima difesa. Il dottore vorrebbe pur credervi, vorrebbe mascherarsi l'insopportabile realtà: ch'egli è solo, che non ha capito nulla, che non ha passato; con un'intelligenza che gli s'intorbida, e un corpo che si sfascia. E allora egli ha apprestato ben bene, ha ben sistemato e imbottito il suo piccolo delirio di compensazione: dice a se stesso che progredisce. Il suo pensiero ha delle falle? Vi sono momenti in cui il cervello gira a vuoto? è perché il suo giudizio non ha più l'impazienza della gioventù. Non capisce più quel che legge nei libri? Ma è perché è così lontano dai libri, ormai. Non può più fare l'amore? Ma l'ha fatto. Aver fatto l'amore è molto meglio che farlo ancora: a distanza, si può giudicare, si può confrontare, si può riflettere. E in quanto a quell'orribile viso di cadavere, per poterne sopportare la vista sullo specchio si froza di credere che vi siano impresse le lezioni dell'esperienza.


tratto da: Jean-Paul Sartre, La nausea, Einaudi, 2007, pagg. 97-98

16.6.07

Senza titolo 1890




(...)
Grande è la confusione sopra e sotto il cielo
Osare è impossibile, osare, osare è perdere
Grande l'impossibile, osare è la confusione
Il cielo è sopra e sotto
Ci si può solo perdere ci si può solo perdere
Ci si può solo perdere...


          manifesto dal cd  Socialismo e barbarie  degli ex Cccp 






                         
www.flickr.com/photos/confusedvision/546760705/


Rispondo a chi via  email o via sms  , o  in una discussione  sul  blog  del compagno ...ehm...  compare  mario pischedda più precisamente 
tinyurl.com/3xao94 in cui dopo un post ( riportato anche qui non ricordo l'url ) in cui dicevo basta  ai fantasmi mi s'invitava  a parlare  dei miei fantasmi\incubi,che (sottoscritto compreso  (a volte  ci trasciniamo nolenti o dolenti dentro  di noi .
D'essi mi viene  un po' male  a parlarne  perchè non è semplice parlarne in generale  ed eliminare i dettagli  
che  sono troppo personali,ma i cui  effetti spesso  creati  in maniera  auto lesionista come : il rimpianto, il rimorso,il piangere sul latte versato, il piangersi addosso, il chiedersi inutilmente chi me lo ha fatto fare o peggio perchè l'ho fatto , ecc  . Essi  sono comuni a  tutti i viaggiattori  sia attivi  sia passivi  che   ci portiamo \  teniamo dentro di noi  , dentro le nostre profondità  lasciandoli (  è a volte  è anche il mio caso  ) per  paura della sofferenza  e di riaprire vecchie  ferite oppure perchè non  ci decidiamo o non sappiamo come , talmente sono  diventati parti di noi  , ad ucciderli \ rimuoverli oppure  a traformarli \ incanararli  in qualcosa di costruttivo  cioè "pezzi " della nostra opera d'arte  che ci costruiamo giorno  per  giorno  , attimo per  attimo . Comportandoci quindi come  Donna  Vincenza  una dei  personaggi  del romanzo prondoe bellissimo    (  che ho  fra i libri per  l'esame di letteratura Italiana II ) il giorno del giudizio di  Salvatore  Satta in cui ritrovate le  stesse atmosfere  di Cent'anni di solitudine del premio nobel per la letteratura  Gabriel Garcia Marquez e la casa degli spiriti ( sia libro che film ) di Isabella Allende
Ora questa   risposta   s'innesta   su un dubbio che  mi ha sempre  tormentato  da quando  ho iniziato  il mio viaggio ( poi  messo  su  blog )  all'interno di me ed  è rappressentato dala canzone degli ex Cccp sopra riportata   e mi porta  ad interrogarmi  su  come  procedere   nell'affrontare  tali problemi  . Ecco dal mio archivio cartaceo  un estratto di  dialogo  interiore avvenuto durante il sonno e scritto appena  svegliatomi  prima che,come capita per il 90% con i sogni\incubi,svanisca  con le luci del mattino  :




(...) 
D) Si deve lottare  contro  i propri incubi  o  propri fantasmi  oppure   farsi trascinare dal flusso della vita 
R)
Lottare  contro i proprio fantasmi  \ incubi  non è cosa facile  e non sempre dà soddisfazioni immediate, ma  è causa  di  ferite sanguinanti di  dolore  . Ma  ciò è neccessario  se si vuole raggiungere   ( anche se  è sempre  instabile  come barche in mezzo al mare per parafrasare  una famosa canzone  (  già  citata più volte in questo blog  ) di Luca  Carboni o anzi meglio come un Bolormaa per parafrasare  l'omonima canzone degli ex Csi   contenuta  nel loro  ultimo  disco  tabula rasa elettrificata  )  un centro di gravità permanente  per parafrasare una  famosa canzone di  battiato . infatti questa  è  una di quelle  battaglie   necessarie e continue per mantenerti vivo e costruire su  macerie  come  dice Guccini    , ma soprattutto non  << (...) So che riprenderò \ il mio giusto tempo \per non sopravvivere \ solo \monumento  >>  come dicono i Mau Mau nella  bellissima e intensa canzone Resistenza,marzo '95

(...)




Quindi come potete cvedere   non sempre ( almeno io  la vedo cosi )  ci si può perdere, come dice la  canzone   sopra riportata,ovvero lasciarsi  trascinare  dal flusso \ dalla  corrente della vita e da  tutti gli aspetti  razionali e  irrazionali   costruttivi  e  distruttivi   ovviamente  cercando di controllarne  le  degenerazioni 
C'è qualcuno\a  di voi che si trova ( o che magari  ha superato ) in tale situazione  \ bivio  su  quale  sisterma usare  ?  
Se si mi piacerebbe ,sempre  se  vi và, leggere in merito le  vostre  esperienze


alla prossima  semper  vostro  cdv







12.6.06

Un grande uomo giornalista

“Abbiamo combattuto contro il nazismo e il fascismo, molti hanno dato la vita per la libertà, mai avrei pensato che un giorno nel nostro Paese si tornasse a parlare di epurazione, censura, regime, secessione e si mettesse in discussione la Carta dei Padri della Patria.”

Enzo Biagi, un  grande giornalista, ma soprattutto un grande uomo è tornato alla Tv nazionale. Ho guardato il viso di un uomo che ha molto sofferto per quanto ha subito in questi ultimi cinque anni. Voglio dimostrargli tutta la mia stima e simpatia e fargli avere un sorriso da chi come lui ha vissuto questi ultimi  anni con dolore.

Giovanna Nigris






19.1.06

Senza titolo 1102

da quando  nel mio ops  nostro  blog  e nei altri dove sono invitato  e   lascio scrivere di religione  e  di  credere , ricevo molte  email  in cui mi si chiede  come faccio  a conciliare  il mio credere  con la mia  concezione politica  ovvero : << ma  se  sei anarchico \ libertario  -  comunista  come ...  fai a credere in ... di religione  ? >> .  Prima di rispondere    vorrei smentire un luogo comune   non è assolutamente  vero  che   essere  di  sinistra   sia  per  forza ateo  . poi perchè  è questa  è una  interpretazione  fatta mia   del pensiero di marx che  trovate qui (,,,,, )   è l’uomo che fa la religione, e non è la religione che fa l’uomo (...) .La religione è il sospiro della creatura oppressa, è l'anima di un mondo senza cuore, di un mondo che è lo spirito di una condizione senza spirito. Essa è l'oppio del popolo. Eliminare la religione in quanto illusoria felicità del popolo vuol dire esigere la felicità reale. L’esigenza di abbandonare le illusioni sulla sua condizione è l’esigenza di abbandonare una condizione che ha bisogno di illusioni. (...) La critica della religione approda alla teoria che l'uomo è per l'uomo l'essere supremo. In pratica  la religione  in se  oppio dei popoli ma  è il potere  non solo quello politico  ma  anche quello culturale   che  fanno (  e  hanno sempre fatto )  diventare  la religione  \ il credere  quello che dice  Marx  e   jacopo fo  nel " libro nero del  cristianesimo " qui la trama oppio  dei popoli o peggio culto di stato  . Reprimendo  ( torturando ,  scomunicando , bruciando libri ,  sospendendo a divinis   giudicando  eretici  , ecc  )  quella  che  religione  che  viene dal basso  cioè prende  alla lettera  le sacre scritture Adesso di voi  crederanno che sono ateo  ed invece no  sono  se proprio  non potete   fare  a meno di etichettarmi  un laico  credente  tiepido  o non  praticante  ( se non a natale e  a  pasqua  )  . qui  come  dice Corrado Guzzanti  : << guardo  in alto  è mi convinco che  Dio è laico come  me  (.....). Concludo con la  lettera  integrale  richiesta  all'autore  in cui in parte  è stata  pubblicata  dalla sezione  lettere a corrado augias  del quotidiano la repubbblica  il 18\1\2006







<<

Caro Augias,


sono un pastore valdese e le scrivo a proposito della lettera del sig. Gavazzi e della sua risposta. Ha ragione nel dire che sulle domande poste dal sig. Gavazzi, e dunque sulla questione della teodicea, "nessuno ha finora saputo trovare una risposta soddisfacente". Premetto perciò che la mia non intende essere quella risposta soddisfacente, che in questo mondo non c’è. Ma entrambi i vostri contributi si concludono con il richiamo all’angoscia e dunque vorrei intervenire per questo. Mi permetto di suggerire al sig. Gavazzi la lettura di un libro che affronta le tematiche da lui enunciate e denunciate. L’autore non è un teologo o un filosofo che si metta a ragionare in astratto sul problema della teodicea con l’unico intento di giustificare e riabilitare Dio. E’ un rabbino, Harold S. Kushner, che fa sulla sua pelle l’esperienza del giusto che soffre ingiustamente: il figlio gli muore a 14 anni per una malattia terribile che si chiama progeria e che porta il corpo di chi ne è affetto ad invecchiare e giungere alla morte precocissimamente. Alla morte del figlio il rabbino si rende conto che nessuna delle risposte tradizionali della fede gli è di conforto, incluse le risposte che lui aveva a suo tempo dato da rabbino sia dal pulpito che nei colloqui privati con credenti che si sentivano colpiti ingiustamente da lutti, malattie o catastrofi e chiedevano "perché Dio l’ha permesso?" Il libro, in traduzione italiana, si intitola appunto "ma cosa ho fatto per meritare questo?" (il titolo originale è invece "When bad things happen to good people"). Prendendo spunto dalla sua esperienza e rileggendo il libro biblico di Giobbe (per eccellenza nella Bibbia ebraica il giusto che soffre ingiustamente), Kushner riflette sulla questione della bontà, della giustizia e della onnipotenza di Dio (un po’ come Hans Jonas, da lei giustamente citato) arrivando a dire che nel caso di Giobbe, come in tutti i casi che richiamano la questione della teodicea (e dunque anche le questioni richiamate dal sig. Gavazzi e da lei stesso) diventa evidente che Dio non può essere tutte e tre le cose: buono, giusto e onnipotente. Se è onnipotente, bastano le questioni richiamate dal sig. Gavazzi per affermare che non è né buono né giusto. Se invece è buono e giusto dovremo allora rinunciare all’idea che sia onnipotente. E a questa rinuncia arriva Kushner. Non so se posso far mie fino in fondo le sue conclusioni sulla non onnipotenza di Dio; mi piace però che il suo libro non si concluda con un lamento angoscioso e angosciato. Alla domanda dov’è Dio nella nostra sofferenza e nelle ingiuste tragedie che colpiscono il nostro prossimo e il mondo, Kushner risponde che Dio è colui che ci da la forza di affrontarle e superarle, colui che ha dato la forza agli ebrei sopravvissuti agli orrori dei lager nazisti di ricostruirsi una vita e andare avanti, che ha dato a lui e a tante persone la forza di riprendersi da esperienze di lutto e dolore dalle quali non avrebbero mai pensato di poter uscire; Dio è colui che ispira tante persone a dedicarsi alla cura di coloro che sono colpiti dalle tragedie che la vita comporta, e il miracolo che talvolta Dio compie e di riportare la speranza in situazioni di cupa disperazione. Da pastore valdese sono stato per anni cappellano ospedaliero e ho fatto esperienza di tutto questo. Ho compreso che la domanda "perché Dio mi fa questo?", molto spesso, più che una domanda sulla teodicea è una richiesta d’aiuto e che la mia risposta non deve consistere nel tentativo di giustificare Dio, come fanno gli amici di Giobbe, ma nello stare accanto a chi soffre, accettandone e talvolta perfino condividendone le bestemmie. Mi è già capitato di vedere come persone gravemente e ingiustamente colpite da mali terribili che maledicevano Dio, come vedendo in lui l’origine dei propri mali, siano poi giunte a riconoscerlo non più e non tanto nella loro malattia, o nella mancanza di guarigione, quanto piuttosto nella presenza costante di coloro che le hanno accompagnate, aiutate e sostenute, con amore, pazienza, rispetto, senza alcuna forma di giudizio o pregiudizio. Non ho visto tante guarigioni miracolose, ho visto però quest’altro genere di miracoli: persone la cui unica preghiera poteva essere "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?" (Salmo 22,1) che hanno concluso la propria esistenza dicendo "Anima mia, benedici il Signore" (Salmo 103,1). So bene che purtroppo in molti casi la vita si conclude comunque con quel grido terribile: "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?", sono anche le ultime parole di Gesù sulla croce, ma da credente mi consola il fatto che la risposta di Dio a quella preghiera, per Gesù come per noi, esiste e si chiama resurrezione.


Sergio Manna   ser.manna@tin.it (pastore valdese)



>>




Spero  che questa  lettera  
metta fine una  volta  per  tutte  alle   accuse  di ateismo  che   ancora adesso mi giungono via  email


24.10.05

Senza titolo 922






L'UOMO E IL MARE
(I fiori del male - Baudelaire)


Uomo libero, sempre tu amerai il mare! Il mare è il tuo specchio; tu miri, nello svolgersi infinito delle sue onde, la tua anima. Il tuo spirito non è abisso meno amaro.



Ti compiaci a tuffarti entro la tua propria immagine; tu l'abbracci con gli occhi e con le braccia, e il tuo cuore si distrae alle volte dal suo battito al rumore di questo lamento indomabile e selvaggio.



Siete entrambi a un tempo tenebrosi e discreti: uomo, nessuno ha mai misurato la profondità dei tuoi abissi; mare, nessuno conosce le tue ricchezze segrete, tanto siete gelosi di conservare il vostro mistero.



E tuttavia sono innumerevoli secoli che vi combattete senza pietà né rimorsi, talmente amate la carneficina e la morte, eterni lottatori, fratelli implacabili.


A Frida....

Spero che la mia fine sia allegra e spero di non tornare mai più(Frida Kahlo)



Ya me canso de llorar y no amanece
Yo no se si maldecirte o por ti rezar,
Tengo miedo de buscarte y encontrarte
Donde me aseguran mis amigos que te vas.


Hay momentos en que quisiera mejor rajarme
Pa'arrancarme ya los clavos de mi penar,
Pero mis ojos se mueren sin mirar tus ojos
Y mi cariño hoy con locura te vuelven a buscar.


Ya agarraste por tu cuenta la parranda,
Paloma negra, paloma negra donde estaras
Ya no juegues con mi honra parrandera, si
Tus caricias deben ser mias de nadie mas.


Aunque te amo con locura ya no vuelvas,
Paloma negra tu eres la causa de mi sufrir,
Quiero ser libre, vivir mi vida con quien
Yo quiera, Dios dame fuerzas que me
Estoy muriendo por irla a buscar.


Ya agarraste por tu cuenta la par

19.10.05

La speranza...

Non perdiamo mai la speranza.....crediamo sempre nei nostri sogni,sono quelli il motore della nostra vita......




'A speranza


Ogne semmana faccio na schedina:
mm a levo 'a vocca chella ciento lire,
e corro quanno è 'o sabbato a mmatina
'o Totocalcio pe mm' 'a ji a ghiucà.

Cuccato quanno è a notte, dinto 'o lietto,
faccio castielle 'e n'aria a centenare;
piglio 'a schedina 'a dinto 'a culunnetta,
'a voto, 'a giro, e mm' 'a torn' 'a stipà

Io campo bbuono tutta na semmana,
sultanto 'o lluneri stongo abbacchiato,
ma 'o sabbato cu 'a ciento lire mmano
io torno n'ata vota a gghi a ghiucà.

Nun piglio niente, 'o ssaccio... e che mme 'mporta?
io campo solamente cu 'a speranza.
Cu chi mm'aggia piglià si chesta è 'a sciorta,
chisto è 'o destino mio... che nce aggia fà?

'A quanno aggio truvato stu sistema
io songo milionario tutto ll'anno.
'A ggente mme pò ddi: - Ma tu si scemo?
Ma allora tu nun ghiuoche pe piglià? -

Si avesse già pigliato 'e meliune
a st'ora 'e mo starrie già disperato.
Invece io sto cu 'a capa dinto 'a luna,
tengo sempe 'a speranza d' 'e ppiglià


30.9.05

Senza titolo 837

Vorrei scaricare un po' del senso di colpa che provo, visto e considerato che sono stato "reclutato" su questo splendido blog e avrò postato su di esso sì e no 3 volte.... dopo aver letto la catena della formica supervisionata poi....


"Un amore ametà è un amore mal vissuto, ma ha l'irresistible fascino delle cose incomplete"

Pura farina doppio zero del mio sacco.

Senza titolo 836

9.9.05

non bisognerebbe ma non sempre ci si riece

Carissimi \e


Lo so   dovrei lasciare perdere  e  cestinare  detterminate   email  , cosa  che farò visto che la maggioranza  sono di persone in malafede  ,  e  che  dovrei seguire l'esempio    dell'avvelenata  di Guccini ( evito di  riportare ie il link perchè   è stato da   me più  volte  riportato in questo blog e  poi lo trovate fra le faq  )  , ma  non ci riesco  . Sperando che questa sia l'ultima volta  che  debba mandare  a  vaffanculo vfncl  lo faccio  utilizzando  loa  rubrica   quotidiana  del fronte del video di maria Novella Oppo   sull'unità di oggi  9\IX\2005 intitolata Te la do io l’America : <<  GIOVEDÌ È TORNATA finalmente l'informazione televisiva. E non solo con Matrix su Canale 5, ma anche con uno Speciale di Gaia e Primopiano su Raitre.Equi, con la conduzione di Maurizio Mannoni e Mario Tozzi, ci è stato spiegato quali cause abbiano reso tanto disastrosa l'alluvione di New Orleans. E cioè la scelta della destra Usa di decurtare tutte le spese pubbliche, comprese quelle ambientali. Abbassando le tasse ai più ricchi, rifiutando gli accordi di Kyoto e finanziando ricerche scientifiche di comodo (petrolifero), per dimostrare che l'effetto serra non esiste. All'inviato
di Repubblica, Rampini, che documentava questi fatti, ilministro La Malfa dallo studio ha replicato che, sì, va bene, noi europei certe cose non le capiamo,ma le sue erano tesi antiamericane. La solita solfa: chi attacca Bush è antiamericano. Perciò i primi antiamericani sono proprio gli americani, visto che Bush è in minoranza nel suo Paese. Mentre i veri amici dell'America sono LaMalfa, Berlusconi e Ferrara, chesono in minoranza in Italia. >> a  voi  decidere    se sonoa nti  Americano oppure  no  . Mi raccomando  se  o  fate  via  email  o qui  cercate  ( anche  se  d'opinioni contrarie   alle  mie  non impoprta  anzi meglio voci  contrarie  ceh appiattite  come  le pecore  a  quello  che io dico   )d'essere i più costruttivi  possibili nelle  critiche    GRAZIE 


6.9.05

Grazie! - 1

Ciao, sono Krissy, sono poassata per ringraziarti dell'invito. Sono onorata di poter scrivere qui, mi dispiace solo di non aver potuto rispondere prima...un bacio, a presto...kiss

27.8.05

pensieri sparsi - 1

"... Vorrei difendere questo momento
e penso di sentirmi confusa e felice..."

Carmen Consoli



Il ricordo ostacola il cammino della speranza.

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...