navigando in internet ho trovato questo blog Nessun Dato Disponibile – Pensieri che nessuno ha chiesto, ma forse qualcuno capirà. Ed gli ho chiesto di fare scambio di url cioè condivisione \ recensione reciproca degli url . Ho iniziato io .
Ecco la ma recensione E subito ho individuato un potenziale compagno di strada . lieto di condividere post da un blog in cui nel caos si nasconde un fascino inaspettato, un ordine non convenzionale che vale la pena scoprire.>> un blog appena aperto è già promettente dove si non si cercaerità assolute, ma dubbi sapientemente narrati. dove discute con piglio anticonvenzionale, si filosofeggia senza pretese accademiche e si gioca con l’intelligenza con passione, incoscienza e quel pizzico di rischio che rende tutto più autentico.Se sei ma anche no un’anima inquieta, un curioso irriducibile, un ironico instancabile o semplicemente un esploratore annoiato della realtà, sei nel posto giusto.
Ed uno degli articoli che più mi hanno colpito per obbiettività nel presentare un tema cosi delicato
Articoli, Attualità e Società
Madrid marcia contro la gestazione per altri: riflessioni e domande aperte
9 settembre 2025Ely
Il 6 settembre 2025, le strade di Madrid si sono riempite di donne vestite di rosso, con cuffie bianche che ricordano quelle del Racconto dell’ancella. Nessun slogan urlato, nessuna bandiera sventolata: solo silenzio, rigore e un messaggio chiaro scritto su volantini distribuiti lungo il percorso: “Le donne non si usano, no ai ventri in affitto”.
L’evento, organizzato da oltre 30 associazioni femministe, tra cui la Federazione Donne, l’Associazione Donne Giuriste Themis e Apramp, ha visto centinaia di partecipanti attraversare il cuore della città, da Plaza del Callao, lungo Gran Vía e Paseo del Prado, fino al Congresso dei Deputati, concludendo alla Puerta del Sol. La manifestazione voleva denunciare la gestazione per altri come forma di sfruttamento e mercificazione del corpo femminile, richiamando l’attenzione sulla necessità di leggi e protezioni adeguate.
La gestazione per altri è una pratica complessa: una donna porta avanti una gravidanza per conto di altri, rinunciando ai diritti sul bambino. Può essere altruistica o commerciale e la sua regolamentazione varia molto da paese a paese. Ma il dibattito non riguarda solo la legalità: tocca etica, libertà, diritti e il concetto stesso di cosa sia naturale o giusto.
Chi vede la GPA come opportunità sottolinea vantaggi concreti. Permette a persone e coppie impossibilitate a concepire o portare avanti una gravidanza di avere un figlio biologico, favorendo inclusione e nuove forme di famiglia, comprese le coppie LGBT+ e le donne single. In contesti regolamentati, può rappresentare anche un beneficio economico per la gestante. In un futuro ideale, con supporto psicologico e leggi chiare, la pratica potrebbe diventare sicura e consensuale, senza vittime di sfruttamento.
Dall’altra parte, le criticità sono altrettanto evidenti. Il rischio di sfruttamento economico o psicologico non è teorico: molte donne in situazioni vulnerabili potrebbero sentirsi costrette o spinte da necessità economiche a vendere una parte di sé. Ci sono questioni legali complesse sui diritti della madre e del bambino, e i legami naturali creati dalla gravidanza non si annullano facilmente con un contratto. Dal punto di vista etico, la GPA solleva interrogativi scomodi: il corpo della donna può essere ridotto a uno strumento per altri? La libertà di scelta è mai davvero libera quando esistono disparità economiche così evidenti?
I punti di vista sul tema sono variegati. Molte femministe denunciano il rischio di trasformare i corpi femminili in merce e la violenza che questo porta con sé. Chi difende una visione più liberale mette al centro la libertà di scelta personale. Chi guarda con approccio bioetico prova a bilanciare i diritti della donna con quelli del bambino. E forse, in futuro, società più attente e regole più chiare potrebbero ridurre rischi e conflitti, con l’aiuto della psicologia e della tecnologia.
Oggi la GPA è regolamentata in alcuni paesi: negli Stati Uniti, ad esempio, diversi stati permettono la pratica con contratti legali e tutele per gestante e genitori committenti;
in Canada e in alcune nazioni europee è consentita in forma altruistica, mentre in altri contesti, come l’Ucraina prima del conflitto, era legale con alcune restrizioni.
Al contrario, in Italia e in molti paesi europei la gestazione per altri è vietata, considerata una pratica non legittima e sanzionata penalmente. In alcuni paesi, invece, il dibattito è aperto: legislatori e bioeticisti stanno valutando normative che permettano la GPA in forma sicura, regolamentata e consensuale, soprattutto per garantire diritti, protezione e trasparenza, in vista di scenari futuri in cui tecnologia e medicina potrebbero rendere più gestibile questa scelta.
Il futuro della GPA resta pieno di domande aperte. Potrà diventare un reale vantaggio senza sfruttamento? Come evolveranno le leggi internazionali per proteggere tutti i soggetti coinvolti? È possibile separare completamente l’aspetto biologico da quello affettivo nella gravidanza? E quando la tecnologia permetterà uteri artificiali, quale sarà il ruolo del corpo femminile?
La manifestazione di Madrid non è solo un corteo, ma uno specchio del nostro tempo. Ci invita a guardare, riflettere e interrogarsi sul valore dei corpi, dei diritti e delle scelte. La gestazione per altri non è un dibattito astratto: è un nodo intricato di etica, biologia, desiderio e società. E forse le risposte arriveranno solo quando saremo pronti a riconoscere la complessità di ciò che consideriamo naturale, giusto o libero.
" Ma osservare i fatti non basta: resta il pesto delle domande che ci portiamo dentro. "
Dopo aver osservato la manifestazione di Madrid, mi rimane in testa una domanda che non trova risposta facile: perché alcune pratiche, come la gestazione per altri, ci disturbano così profondamente? Forse perché toccano il cuore di ciò che la cultura, la religione e l’evoluzione hanno sempre cercato di proteggerci dal modificare: il legame tra corpo, vita e nascita. In ogni religione, in ogni mito, c’è un’idea di sacralità della maternità. Ma cosa succede quando il progresso scientifico ci permette di separare il “come” dal “perché”, di trasformare la gravidanza in un contratto o in un progetto?
C’è una parte di me che teme la mercificazione del corpo, l’idea che qualcosa di così biologicamente e psicologicamente intenso possa diventare un servizio. Eppure, c’è anche un’altra parte che vede possibilità: nuove famiglie, inclusione, libertà di scelta. È una contraddizione che pesa come una pietra, perché il cuore non è mai razionale: oscilla tra paura e desiderio, tra rabbia e meraviglia.
Mi chiedo se le nostre paure siano radicate nella religione, nelle tradizioni, o semplicemente nell’istinto. L’evoluzione ci ha plasmati con schemi antichi, ma la tecnologia li mette alla prova. Forse stiamo entrando in un’era in cui il corpo e la mente possono scegliere in modi che mai avremmo immaginato, e forse non siamo ancora pronti a gestire il peso di questa libertà.
E il futuro? Lo immagino sospeso tra uteri artificiali, intelligenza artificiale che monitora gravidanza e desideri sempre più personalizzabili. Un mondo in cui i confini tra naturale e artificiale si sfumano, e dove la maternità potrebbe diventare scelta etica, economica o tecnologica, più che biologica. Resta da vedere se riusciremo a mantenere un equilibrio tra libertà, amore, responsabilità e dignità.
In fondo, guardando le donne di Madrid marciare silenziose, ho capito che il vero nodo non è solo legale o scientifico. È dentro di noi, nelle paure, nei desideri e nelle nostre convinzioni più profonde. E forse l’unico modo per capire davvero la GPA, e ciò che porta con sé, è accettare il dubbio, il disordine e il caos che genera.
E tu cosa ne pensi?
Come ti senti riguardo alla GPA, considerando che in Italia è vietata ma in altri paesi è regolamentata o in discussione?
Credi che il punto di vista maschile e femminile sulla gestazione per altri possa differire? Se sì, in che modo?
Se la scienza e la tecnologia permettessero una GPA sicura, trasparente e consensuale, cambieresti la tua opinione su questa pratica?
Quanto pensi che la cultura, la religione o le tradizioni influenzino il nostro giudizio su ciò che è naturale o giusto?
Se dovessi dare un consiglio ai legislatori di un paese che sta considerando di legalizzare la GPA, quale sarebbe e perché?



che ci avevano dato. Aprimmo con le chiavi forniteci dall'organizzazione in quanto il padrone di casa non sempre era in grado di alzarsi dal letto.
L’omosessualità non è una malattia". Infatti egli : << (...) . Nella fase dello sviluppo, il bambino affronta problemi e situazioni creando stratagemmi che ricava dalla propria esperienza e dal confronto con quelle degli altri, soluzioni che adotta come schemi del suo comportamento, ai quali si conformeranno da allora le sue risposte. Le ricerche della psicologia individuale hanno inoltre dimostrato che un bambino sarà tanto più perverso quanto più sarà accresciuto in lui il senso di inferiorità. Naturalmente sotto questa chiave anche l'educazione assume un senso di primaria importanza: un padre-tiranno, che offusca la personalità espressiva del figlio, può essere causa dell'insicurezza dello stesso, creando un grave senso di inferiorità, ed egli si oppone all'autorità del padre in modo nascosto, acquisendo le doti tipiche del perverso. Stessa cosa accade se la madre é forte e possessiva: il bambino avrà, un domani, un forte senso di scoraggiamento e quindi di repulsione verso la donna. La fuoriuscita dallo schema tradizionale fa sì che l'omosessuale sia scarsamente adattabile alla vita sociale, dove infatti egli è condannato ad essere considerato immorale. E' molto complicato curare l'individuo omosessuale perché si tratta di una nevrosi individuale costituita in età giovanile: é necessario estirparne l'omosessualità acquisita nell'infanzia, quindi rilevare in modo preciso la distanza dal partner sessuale, evidenziare l'aspetto dell'antisocialità ed infine sciogliere il senso di superiorità adottato per compensazione. L'omosessualità, come si diceva, é un fattore di educazione dell'infanzia. La vasta diffusione di questo fenomeno, normale nei tempi antichi come tutt'oggi in ogni classe sociale, fa ad Adler dedurre che l'omosessualità sia una perversione non curabile.>> ( tratto dalla