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28.6.12

La rabbia


Ma sì, ci sta: troppi simboli, e noi, in fondo, viviamo di metafora. Trasliamo, interpretiamo. Forse per debolezza, forse per eccesso di sensibilità. Così umani. Ma come rimanere insensibili, vorrei dire inerti, di fronte a quella micidiale doppietta di Balotelli? Il simbolo è lui e se lo merita tutto. Non perché in campo fosse solo, tutt'altro. C'eravamo tutti, invece, accorpati, massicci, soprattutto rabbiosi. Ma Mario è un'occasione troppo ghiotta, e forse facile, per lasciarsela sfuggire. E' l'italiano nuovo, l'italiano nero, o negro, ed ebreo, contro la Germania. Si può resistere? No che non si può.

In campo, io non tifosa, e proprio perché non tifosa, ho visto finalmente l'Italia. Balotelli è un riassunto di quest'Italia. Non completo, si spera, ma vivo. E' il ragazzaccio intemperante, che spoglia il bel corpo annichilendolo però in una smorfia caricaturale degna di Big Jim. (Ma ammonirlo? Scherziamo!) E' il tenace che reagisce d'istinto: s'aggrappa al suo paese, spesso con lui ingrato, con tutte le forze della spontaneità irrequieta. Ineducato, diretto, passionale, dionisiaco tanto quanto Pirlo è apollineo e neoclassico. Se c'era un tedesco stasera, l'ho visto in Andrea e in quel volto mezzo sfingeo mezzo contadino di Buffon, uno che non ride mai, che forse esiste solo sul campo, ma le cui parate valgono tre gol.
Ho scritto "c'eravamo", perché mi sono immedesimata anch'io in quegli assist, l'ho vissuta anch'io quella sofferenza. So bene che è solo una partita, che i problemi si riproporranno domani, ma che dico, adesso, prima di coricarmi. Ma non cedo al moralismo d'accatto. Il cuore necessita di passione per ripartire. E di momenti completamente spaziati, lineari, fisici. Di prorompenza ed effluvio.
I ragazzi tedeschi, più giovani, più riposati e più in forma dei nostri, sono ovviamente incolpevoli delle scelte del loro governo. Ma alla logica dei simboli non possono sottrarsi nemmeno loro. E, in quella squadra meno composita della nostra, io non riuscivo a non vedere l'Europa vincente. Forse, l'unica Europa. L'unica che conti, che venga considerata realmente tale. Non potevo sopportarlo: come europea, come democratica, come italiana.
Mario Balotelli è stato la risposta visiva a quest'Europa asettica, prepotente, unidirezionale, rigida dominatrice dell'unica razza del mercato. Esagero, probabilmente: concedetemelo, stasera gira così.
Rabbia, dunque, perché rabbia ci voleva, ci vuole, una rabbia entusiasta e perseverante. I ragazzi del gol hanno fatto la loro parte. Tocca a noi concretizzare, materializzare quella rabbia e quell'entusiasmo nella lotta quotidiana dell'esistenza di cui l'incontro di calcio è - ci risiamo - l'ovvia metafora. Un riposo alla tensione, ogni tanto, è necessario. E' come il sorriso per strada d'un affascinante sconosciuto. Ritempra il nostro cuore. Adesso, però, voltiamo pagina, e proseguiamo.

3.9.09

RABBIA GIOVANE

sabato, 29 agosto 2009


RABBIA GIOVANE     da blog http://www.diteloame.splinder.com di rossella drudi.







Volutamente provocatorio, per tutte e tutti gli aspiranti protagonisti che sgomitano per apparire, per tutti quelli che rinunciano all'amore per paura di dover soffrire poi, per tutti quelli che non credono più a nulla e si fanno scivolare addosso qualsiasi cosa, per tutti quelli che hanno rinunciato a credere nella possibilità di costruirsi un domani e l'elenco è lunghissimo ... ragazzi non mollate, abbiamo bisogno di voi ... dov'è finita la rabbia giovane quella che una volta radunava masse per un unico intento comune, l'isolamento porta solo distruzione e l'individualismo alla catastrofe di una società già tanto vacillante...













Cervelli addomesticati al tutto,







muovono come fronde al vento, nei fragili germogli sterili allo sbocciar d'idee ...



narcolessi di coscienze sotto spirito...



Sentimenti in scatola, emozioni da discount ...



Palpiti di cuore, battiti di ciglia stipate al buio delle cantine murate,



vuote, e replicanti ... Chiusi nell'io imperativo, ingannati



dal nuovo riflettente illusioni, nuotano nel sè dell'egoismo narciso, affogando l'un l'altro ... piccoli tenui vagiti del noi ...



Ancora una volta sordi alle risa cristalline dell'insieme, ciechi ai bagliori del futuro, muti nell'oceano del confrontarsi, sempre più nero e in secca, vinti nei deserti di rabbia, ove l'eco dell'incertezza, alimenta panico nella paura del dover soffrire poi, nel dolore dell'abbandono, fine di un amore o sconfitta ... Chiudono la vita fuori dai recenti sicuri, rinunciando ad essere per non darsi... Sperando in un domani che non è in vendita, nè plasmabile, nei ricordi appena passati e mai defunti, di una spenzieratezza eterna, mai reale,



meglio non darsi, continuando a fingere di esistere, facendosi schiacciare da chi ha interesse che sia così ...







Rossella Drudi.







postato da: rosdrudidurella alle ore 16:17 | link | commenti (8) | commenti (8)

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...