mi chiamo Samanta Di Persio sono una ragazza di 28 anni precaria, membro del Comitato Centrale del Pdci. Non scrivo per me.
Il 1° maggio Lei ha consegnato le medaglie ai familiari dei Caduti sul lavoro della ThissenKrupp e di Molfetta. Lei sa che l’anno scorso sono morte 1047 uomini e donne. Lei sa che l’anno prima ne sono morti 1341, e sono morti l’anno prima ancora, ancora e ancora. L’Eurispes ha stimato che dal 2003 al 2006, nel nostro Paese i morti sul lavoro sono stati 5.252.
Quante lacrime, quanto dolore.
Lei ha vissuto la guerra, la resistenza. Io no. Lei ha potuto combattere per dei valori, per la libertà da una dittatura. Io no.
Oggi si devono portare avanti altre battaglie. Anch’io volevo lasciare qualcosa: un libro. Ho deciso di iniziare un viaggio per l’Italia, parlare con le persone che hanno perso i loro familiari sul lavoro. Quando ho iniziato ero digiuna sulle condizioni di lavoro, nel senso: so dai giornali, dalla televisione. Ma poi, quando ascolti e vedi con le tue orecchie e con i tuoi occhi, ti senti impotente di fronte all’inciviltà del nostro Paese. continua qui sul sito gemello
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
29.9.13
3.2.12
cosa è la censura ?
1.9.09
Orecchie d'asino
Questo è solo l'inizio, ma rischiamo di non sapere nemmeno di aver di fronte un autunno incandescente.
Daniela Tuscano
20.4.09
Rai, se il buongiorno si vede dal mattino preparate i parapioggia adessoi censurano anche ui senatori a vita
Camilleri, l’italiana più importante del secolo ha compiuto un secolo di vita e fa paura al centro destra. Rita Levi Montalcini, scienziata e premio Nobel, rischiava di essere censurata da Mauro Masi, neo direttore generale Rai, che non la voleva da Fazio il 26 aprile: non può essere invitata perché “è una senatrice”. Il giornalista Loris Mazzetti ha avvertito l'associazione Articolo21 e lo stop è rientrato. Il cavallo che Caligola nominò senatore si chiamava “Incitatus”. E quanti sono gli “Incitatus” ai quali la Rai non fa mancare la biada di microfono e telecamera? Per un minimo di par condicio, fra cavalli e premi Nobel, almeno ogni cento “Incitatus”, Masi si conceda il lusso di invitare una Rita Levi Montalcini! Il buongiorno si vede dal mattino, e il mattino della nuova dirigenza Rai promette una giornata da cappotto e parapioggia. I primi atti sono stati censori e intimidatori: la richiesta di una puntata “riparatrice” a Santoro; l’espulsione di Vauro con un gelminiano 5 in condotta; la richiesta, rientrata, di non far partecipare a una puntata di Fazio il premio Nobel Rita Levi Montalcini, per i suoi cento anni. La scusa era che, essendo la Montalcini anche una senatrice, la sua presenza avrebbe alterato i delicati equilibri della par condicio che, però, non vengono alterati dall’ossessiva presenza di Berlusconi in ogni Tg pubblico e privato. «Lo riprendiamo in quanto presidente del consiglio» si difendono i direttori Tg. E che così si fa un’indiretta ma redditizia campagna elettorale. «A me la morte non fa paura», ha dichiarato la Montalcini. È vero: sono i vivi a fare paura, soprattutto se appartengono a quel grande allevamento di cavalli berlusconiano da dove vengono scelti, sì, gli «Incitatus» senatori, ma anche ministri, onorevoli, manager, direttori generali.
9.12.08
la destra non vuole che la gente ragioni i caso soru da fazio
<<
L'effetto-Soru ha fatto scomodare Maurizio Gasparri, inviperito contro Fabio Fazio. Il capogruppo del Pdl al Senato, da sempre il più berlusconiano di Alleanza nazionale, ha addirittura invocato l'intervento nientemeno che di Rosario Villari. Quello scelto dalla destra nelle file del Pd per presiedere la commissione di vigilanza Rai: rimasto stoicamente al suo posto nonostante la successiva indicazione unanime per Sergio Zavoli. Villari è stato poi espulso dal Pd, dove era approdato dall'Udeur di Mastella: coerenza, innanzitutto. Indubbiamente una figura di altissimo profilo morale politico, la più adatta a sanzionare eventualmente Fazio per aver ospitato a “Che tempo che fa” Renato Soru. Deve aver lasciato davvero il segno, l'intervista di domenica, se oltre Gasparri anche il suo vice Francesco Casoli, è all'attacco del conduttore. Ma il fatto più sorprendente è che i due non contestano il contenuto dell'intervista. Non hanno censurato la trasmissione per una sola parola di Soru. Non potevano. Non è stato un comizio né una sparata politico-elettorale, non ci sono state parole forti e neanche polemiche verso Berlusconi, il centrodestra o gli avversari nel Pd. Ha proposto la sua idea della politica, le sue ragioni, solo pacatamente confermando la linea arcinota sulla situazione alla Regione e la decisione di continuare a fare politica in e per la Sardegna, escludendo un orizzonte nazionale. “Schivo e pensieroso”, lo ha definito il “Corriere della Sera”, che come altri quotidiani nazionali segue come mai è accaduto in passato il percorso di un presidente della Sardegna non più alieno ma certo anomalo nella politica nazionale. Non le parole ma solo la presenza di Soru da Fazio hanno scatenato le ire di Gasparri e Casoli. Forse neanche gli applausi scroscianti, l'ultimo particolarmente vibrante e prolungato, di un pubblico che non è una doppia claque di sinistra e destra come a “Ballarò” o unilaterale come da Santoro: meno schierato e impegnato politicamente ma non per questo meno sensibile a temi alti. Evidentemente è stato davvero notevole l'impatto del Soru più tranquillo e in palla, disteso, sorridente ma intenso visto finora in tv. Sicuramente ha dato grande fastidio che da una platea televisiva nazionale ad alto gradimento e di elevata audience arrivasse l'immagine e la sostanza che un altro politico non solo è possibile ma anche c'è: stride con i mestieranti vocianti, ottiene naturaliter un consenso complessivo ben superiore a quello in caduta libera del Pd. La reazione di Gasparri non è solo indirizzata alla Sardegna e alle probabili elezioni anticipate, in vista delle quali crea disagio e fastidio un sicuro candidato credibile e convincente come è apparso il presidente dimissionario. All'esponente della destra è riuscito sicuramente sgradito che in un momento di grande difficoltà di Veltroni e del Pd, il maggior partito di opposizione proponesse di sé l'immagine di una personalità ormai stabilmente all'attenzione di tutto il Paese, non solo della Sardegna. È ormai è chiaro e noto a tutti che Soru ha conquistato tanta parte degli italiani, sicuramente anche il rispetto dell'elettorato di destra, con la sua sobrietà, la diversità dell'approccio ma anche la semplicità e profondità efficaci e coinvolgenti delle sue affermazioni. È ugualmente noto che ai sardi in transito in tanti ambienti della penisola - specie tra personalità prestigiose, simpatizzanti e dirigenti di base del centrosinistra - accade sempre più spesso di sentirsi dire: “Beati voi che avete Soru”. Questo non è un dato encomiastico: è un dato e basta, segnale di una popolarità e di un gradimento estesi e consolidati, a ragione o torto, piaccia o non. Soru ha fatto breccia nel comun sentire nazionale. Come pesa e peserà in Sardegna, dove mai nessuno è stato profeta in patria se non per brevi stagioni? E soprattutto, quale impatto avrà fra gli avversari di Soru nel Pd, alcuni davvero lividi per l'attenzione e il rispetto che gli tributa la grande informazione, anche quella molto severa nei confronti del centrosinistra? Senza dimenticare le recenti parole nient'affatto ostili dello stesso Berlusconi alla presentazione del G8 di la Maddalena. Insomma, la domanda era e resta: conquistati tanti italiani, Soru conquisterà o riconquisterà i sardi e il consenso ottenuto nel 2004, confermato nei primi due anni, declinato nel 2007 e che pare essere fortemente risalito per le sue dimissioni contro gli avversari interni in sinergia col centrodestra? In questo periodo circolano e vengono diffusi abusivamente i sondaggi più stravaganti con una caratteristica: se ne parla e se ne scrive senza mai che qualcuno rispetti l'obbligo di indicare chi l'ha commissionato e la metodologia impiegata. Soru non ne ha ordinato alcuno, mentre è di questi giorni la notizia che sta provvedendo il Pd per volontà di Veltroni. Sondaggi più o meno fasulli e strumentali a parte, ora si tratta di capire se anche la performance da Fazio gioverà o nuocerà a Soru nella valutazione degli oppositori del Pd. Che ne disarmi l'ostilità, è quasi da escludere. Ci sono personaggi che vogliono la sua testa e basta: la sua popolarità nazionale crescente potrebbe rinfocolarne l'avversione rancorosa. Sembrano totalmente indifferenti al fatto che anche i sondaggi segnalano oggi e per giugno il Pd in grave caduta di consensi per le europee rispetto alle politiche di aprile. E che a oggi la Sardegna potrebbe essere un argine all'avanzata del centrodestra: sempre che il marasma nazionale del Pd non travolga tutto e tutti. Ma non è affatto probabile perché il Pdl, tutto ancora da costruire, resta fortemente diviso, senza un candidato credibile da opporre a Soru. E che tanti sardi non hanno dimenticato la tremenda esperienza del Polo alla Regione. Segnata - altro che questione morale - anche da una serie impressionante di illeciti sfociati in una stagione giudiziaria che ha visto e vede tanti suoi esponenti di primo piano (inclusi un presidente e tanti assessori regionali) alla sbarra, condannati o costretti al patteggiamento. Servirà tutto questo a raffreddare le tensioni? Non è affatto detto. Tra Cagliari e Roma si deve decidere se nominare un commissario autorevole che guidi il partito,specie se si andrà alle elezioni, anche nella formazione delle liste. Per superare la disamistade attorno alla segretaria Francesca Barracciu, di fatto non riconosciuta da una parte e impedita nello svolgimento di un mandato fragile, servirebbe un personaggio di grande autorevolezza fra i pochi rimasti nel Pd: del livello di Bersani o Letta, giusto per esemplificare. Quanto alle elezioni anticipate, con tutte le comprensibili riserve e dubbi, sembrano un esito inevitabile. Non si è trovato un accordo in oltre un anno, del tutto impensabile che ci si arrivi adesso, in una settimana. Il ricorso alle urne, paradossalmente, stringendo i tempi e riducendo i temi ai punti decisivi, potrebbe indurre o imporre una qualche intesa. Oppure lasciare le cose come stanno e che comunque marcirebbero e peggiorerebbero se si decidesse di tirare a campare. Infine tirando le cuoia a giugno, quando il voto europeo - col Pdl avanti di dieci punti, almeno a oggi - trainerebbe la destra anche alla Regione. Ci sono sempre stati dei passaggi cruciali in cui il ricorso alle urne è stata non un'avventura ma un liberazione da nodi che si possono recidere, mai sciogliere. Quello in atto sembra appunto uno di questi momenti senza vie d'uscita negoziabili. Si rischia una scissione nel Pd, viene detto. E dove, verso un ipotetico terzo polo? Con la legge elettorale in vigore, non c'è trippa per gatti terzi e quarti. Il vincitore relativo incamera i seggi del listino, il ruolo di opposizione va al secondo maggior schieramento, ad altri neanche le briciole. E comunque, la quadratura del cerchio non è ancora riuscita ad alcuno. Perciò, accada quel che può, succeda quel che deve.
>>
Sono stati cinque anni pieni di contraddizioni ma anche di forti conquiste. Soru non è un presidente perfetto, ma di sicuro il migliore degli ultimi decenni. Le sue idee daranno frutto in futuro,spero che in questi mesi i sardi riescano a chiarirsi le idee senza dare retta ai mass media isolani soprattutto le tv
7.12.08
adesso è ufficiale youtube censura
Capisco che si debbano potegere i minori da certe cose ed prevenire che si facciano gesti di emulazione , ma ndfava bene come era prima , cioè cera l'etichetta \ l'avviso sei sicuro che vuoi vederlo , tale video è adatto ad un pubblico maggiorenne o, ecc ma ora ecco come intitola l'articolo di repubblica online del 7\12\08 sotto riportato
La svolta moralista di YouTube
Censura di clip e filmati sexy
Regole rigide su video da bollino rosso e violenti: via dalla prima pagina di ALESSANDRO LONGO
Sorprende, questa svolta, perché YouTube è stato da sempre il completo opposto: l'insegna dell'anarchia creativa, dove ci si può trovare di tutto. L'adolescente che fa o dice cose bizzarre e si guadagna 15 minuti di notorietà, videogiornalismo dal basso, cori di neonazisti (di recente banditi dal portale), video pirata tratti senza permesso dalla tivù tradizionale. Questi ultimi hanno valso numerose denunce a Google da parte delle emittenti, anche da Mediaset. Il motivo è che su YouTube tutti possono pubblicare i propri video senza controlli preventivi. Un clic e sono subito visibili al mondo. Solo in un secondo momento, se si scontrano con qualche regola, vengono eliminati o bollati dagli amministratori. Questa libertà, nel bene o nel male, ha dato a milioni di persone l'opportunità di esprimersi. Ha ribaltato gli schemi dei media tradizionali, in nome di una visione libertaria che è alle origini del web e in fondo anche di Google agli esordi.
Che cosa è cambiato, allora? "È noto che YouTube ancora non dà profitti ma solo grane legali a Google, che per comprarlo ha speso un'enormità, 1,65 miliardi di dollari", spiega Adam Daum, esperto di questi temi per l'osservatorio di ricerca Gartner. YouTube si dovrebbe reggere solo sulla pubblicità, ma finora ha spaventato grossi sponsor, che non gradiscono far comparire il proprio marchio vicino a certi contenuti. La crisi, che colpisce anche Google, aumenta l'ansia di profitti. Di qui il cambio d'immagine, che parte da lontano. Da tempo YouTube sta aumentando il numero di video provenienti da accordi con le emittenti televisive, sport e intrattenimento tradizionale. Così il ruolo degli utenti diventa sempre più marginale. E ora subiscono regole che sembrano uscite dal sermone di un predicatore puritano.
19.5.08
appello per una cultura partecipata e non d'elitè
Ricevo e pubblico molto volentieri questa lettera
Il testo di questo articolo è stato inviato a:
Presidenza della Repubblica
Ministero per i Beni Culturali
Fondazioni promotrici del Manifesto denominato “Italia – Paese della cultura e della bellezza” e ai relativi responsabili
ConvEMergenze
A Cannes portiamo sullo schermo i vizi italiani ben rappresentati dai due migliori registi di casa nostra. Nel frattempo, dalle emittenti e sui quotidiani parliamo poco di malapolitica e di camorra. Trascuriamo mafia e ‘ndrangheta, come fossero fenomeni organici con i quali convivere. I nostri mali sono gli accampamenti Rom e le badanti prive di permesso.
Accumuliamo “nuove” emergenze dopo averne ignorato l’esistenza per decenni. La mondezza ricopre un’intera regione. Diffuse testimonianze di disperazione giovanile vengono archiviate con noncuranza e l’assenza di futuro per milioni di ragazze e ragazzi diventa fattore marginale rispetto alle ultime esternazioni di Adriano Celentano.
Una prodigiosa ondata di convergenze si profila magicamente all’indomani di una lunghissima stagione di veleni che hanno indebolito l’Italia rendendo grottesco, volgare o stucchevole, a seconda dei casi, il nostro panorama istituzionale. Nei fatti abbiamo un governo di solidarietà (unità?) nazionale che tenta di gestire il tracollo prodotto dagli stessi uomini che si autoincaricano di risolverlo. Nessuna pregiudiziale e nessun commento. Non possiamo far altro che augurarci che ci riescano.
Noi ggente (da gens) siamo alle prese con altri problemi: affitto, spesa, attese per analisi e ricoveri, istruzione allo sfascio, giustizia lenta e diseguale, precarietà, salari da fame e chi più ne ha più ne metta. Siamo società civile e abbiamo il problema della quotidianità. Della sopravvivenza.
Alle incantevoli convergenze si aggiungono fusioni dal suggestivo tempismo e dichiarazioni di intenti che annunciano l’avvento di principi azzurri e cenerentole, in un paese delle meraviglie in cui gli orribili Shrek del potere diventano cavalieri senza macchia.
In questo fiabesco scenario non mancano naturalmente i paladini della cultura che ogni 365 giorni propongono la loro pozione magica per la difesa di qualcosa su cui già spadroneggiano.
Un anno fa la corporazione dei 100 autori raccolse 940 firme (da Citto Maselli a Ramona Badescu, da Ray Lovelock a Nadia Bengala. Non firmarono né Sorrentino né Garrone) su un documento che venne presentato al Presidente della Repubblica. L’allora Ministro dei Beni Culturali Rutelli partecipò alle riunioni dei notabili del cinema e accolse con favore il loro accorato grido di dolore. Un passaggio di quella lettera recitava così: ” Il 7 maggio, per la prima volta dopo molto tempo, noi del cinema abbiamo deciso, in tanti, tutti assieme, che siamo pronti a lottare e ad accendere fuochi anche nelle altre arti e nell’informazione per riaffermare l’idea che la cultura è momento fondante dell’identità del nostro Paese ed elemento strategico del suo sviluppo.” A un anno di distanza i 100 autori sono tornati nel loro etereo regno dell’invisibile accordo dopo esser corsi ad incontrare il neoeletto Barbareschi per trovare nuove protezioni.
Fortunatamente un nuovo Mago Merlino ha escogitato un nuovo incantesimo per rinverdire l’impeto delle forze del bene. Alan Elkann ha presentato un manifesto al quale hanno aderito a oggi (18 maggio) 1.160 aristocratici italiani. Non c’è più Ramona Badescu ma moltissimi dei 100 prodi autori ricompaiono puntuali nella lista. E poi Fedele Gonfalonieri, Giovanni Cobolli Gigli, Lapo Elkann, Raffella Carrà, Federico Moccia, Mario Ciancio, Marco Tronchetti Provera, Klaus Davi, Rita Forte e cosi via così
Una nuova lettera al Presidente della Repubblica e un altro significativo intervento dell’appena nominato Ministro dei Beni Culturali Bondi.
Molti passaggi di questo manifesto sono stati copiati dai nostri documenti programmatici e possiamo esserne onorati. Molti firmatari di questo manifesto avevano però contrastato la nostra iniziativa e ce ne dispiace, ma noi non c’eravamo rivolti alle elite per elemosinare protezioni e abbiamo operato in quanto società civile, nella società civile. Le nostre forze, la nostra grande unione sono parte della quotidianità che ci riguarda e con cui facciamo i conti ogni giorno. Noi conosciamo il pese reale. Noi siamo il paese reale. Noi abbiamo sollevato per primi il problema della cultura e dell’indipendenza artistica. Noi abbiamo lavorato sul territorio con passione e impegno. Non siamo figli di papà, né mariti di mogli o viceversa, né picciotti, né padrini. Spesso non abbiamo nemmeno un conto in banca e non possiamo pagare un affitto, ma abbiamo dignità da vendere e amiamo sul serio il nostro paese. Sul serio abbiamo scelto di farlo rinascere dalle degenerazioni che le elite organiche hanno prodotto.
I documenti che stiamo per presentare alle Istituzioni non sono frutto di accordi ristretti e aristocratici. Non nascono nel privilegio e non si rivolgono ai compari. Sono il risultato di scelte direttamente approvate tra Cittadini. Sono esperienza diretta e consapevole. Una nostra testimonianza di partecipazione derivata dal lavoro sul campo vale quanto 50.000 firme di baroni ottenute grazie alla potenza mediatica e alla relazione particolare.
I soliti schemi elitari che hanno distrutto il tessuto popolare italiano cancellando identità e valori condivisi non sono più accettabili.
In questi prossimi 20 giorni qualcuno dovrà risponderci e dovrà dialogare con noi. Ce lo auguriamo. Molti Cittadini italiani se lo augurano. I moltissimi giovani che stanno partecipando attivamente a questo progetto di civiltà se lo augurano.
Noi viviamo in Italia e non nel Regno delle Favole.
La prima richiesta d’incontro è già giunta al Sindaco di Roma Giovanni Alemanno.
Entro questa settimana un altro invito al confronto per un tavolo di lavoro verrà inviato al Ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi.
Tutti i firmatari del Manifesto denominato “Italia – Paese della cultura e della bellezza” da un’iniziativa di Alan Elkann e lo stesso promotore con le fondazioni collegate, sono ugualmente invitati ad un confronto democratico e partecipato con gli artisti indipendenti e i Cittadini.
Rivolgiamo pertanto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano un appello, affinché venga prestata maggiore attenzione alle istanze che provengono dalla Società civile e che costituiscono metodo imprescindibile di partecipazione democratica e di crescita e armonia sociale, nel rispetto della nostra Costituzione e nel segno di un sempre più vivo impegno profuso a favore del bene comune.
Stefano Pierpaoli
Risposta di napolitano a Samanta di Persio
16.5.08
Senza titolo 541
Senza titolo 536
Sul Blog Censurato abbiamo spesso parlato di fumetti censurati e dello stesso Tex Willer, il cui nome sarebbe un caso di autocensura degli autori.
In questo post segnaliamo il sito web www.tinosimonetti.it ( trovate alla fine del post le pagine dirette su Tex più altri link per tutti coloro che desiderano approfondire su tex , sui fumetti Western , censura e altro trovate sotto ala fine del post una serie di link )
Gli anni Cinquanta furono un periodo difficile per i fumetti; inserite in un contesto generale di restaurazione e di moralizzazione "all'americana" furono ad essi rivolte accuse di immoralità e di corruzione dei ragazzi costretti a leggerli quasi clandestinamente
Pur senza raggiungere gli eccessi degli Stati Uniti, dove si bruciavano nelle piazze cataste di "comics", i fumetti erano da più parti criminalizzati e banditi. Nel 1951 due deputati democristian [ sempre loro ] presentarono un disegno di legge con il quale si intendeva istituire un controllo preventivo sulle pubblicazioni a fumetti; cioè ogni fumetto prima di arrivare nelle edicole doveva passare il vaglio di una apposita commissione. Il progetto di legge passò alla Camera ma non al Senato. Proposte analoghe furono presentate negli anni seguenti senza mai essere convertite in legge, ma misero in allarme gli editori che decisero di correre ai ripari. Alcuni di essi, tra cui Bonelli, stabilirono di adottare un codice di autoregolamentazione per le pubblicazioni a fumetti, identificando i fumetti realizzati nel rispetto di tale codice con il marchio di Garanzia Morale, che all'inizio degli anni Sessanta comparve sulle copertine di numerose testate."
Il termine scagnozzi è stato rimpiazzato da "uomini"
"Nelle storie inedite erano bandite le scene eccessivamente violente, i vestiti e le pose "sconvenienti", soprattutto per i personaggi femminili, il linguaggio crudo e scurrile (per cui era frequente che un malvivente disarmato o preso a pugni dall'eroe di turno esclamasse un improbabile "Accidempoli!" invece di ben altre più realistiche espressioni); inoltre doveva sempre trasparire il rispetto per la Patria, per le istituzioni, per i sani principi.
Per le pubblicazioni che ristampavano storie già edite in precedenza, come nel caso di Tex Gigante II serie, si trattava di modificare quanto, nei testi e nei disegni, non fosse rispettoso del codice morale di autoregolamentazione. E' a queste modifiche che ci si riferisce quando si parla di censure nei Tex II serie. Dato il contesto in cui si trovavano, gli editori erano sempre all'erta, per cui dopo una prima serie di modifiche, ritenevano opportuno rimaneggiare ulteriormente edizioni successive dello stesso albo, in una progressiva opera di autocensura. Esistono infatti edizioni diverse dello stesso albo di Tex, che si differenziano solo per l'entità delle modifiche apportate. Dal numero 15, "La montagna misteriosa", le modifiche furono apportate fin dalla prima edizione. I primi 14 numeri, invece, furono pubblicati in una prima edizione non censurata e furono poi modificati progressivamente nelle edizioni e ristampe successive. Non è semplice, perciò, riconoscere gli albi completamente non censurati. Vi sono però in essi delle vignette che furono probabilmente le prime ad essere modificate, per cui se esse sono non censurate anche l'albo relativo lo è, purchè esso risponda anche ai requisiti esposti nella sezione .
Nell'analisi delle censure nei primi 14 albi, saranno indicate le strisce e le singole vignette da esaminare per stabilire se l'albo è o no censurato. In ogni albo vi sono numerosi casi di censura. Si è cercato, di solito, di indicare i casi di più facile controllo, quindi per lo più le strisce all'inizio o alla fine di un albo..."
Per Approfondire su tex , sui fumetti Western , censura e altro eccovi una serie di link
- www.tinosimonetti.it/TEX/Guida1.htm
- www.tinosimonetti.it/7.htm
- censurato.splinder.com/tag/fumetti
- Fumetti western
- Western
- Tex sul sito della Sergio Bonelli Editore
- Tex Willer su uBCFumetti.Com
- Tex Unofficial Site - Sito non ufficiale
- Tex Willer online - Sito non ufficiale con forum
- Tex Willer Space - Sito non ufficiale su Tex; Il forum di Tex Willer Space - Attivo e con autori Texiani
- Tex Killer - parte prima ; parte seconda ; parte terza
- Tex e il signore degli abissi (film)
28.3.08
Senza titolo 375
da sito gemello www.censurati.it ricevo e pubblico volentieri
Abbiamo creato una Petizione [ per firmare la petizione in questione http://www.censurati.it/voxpeople/arciere/ oppure cliccare vi ci porta direttamente , il banner sotto ] perchè stare vicini a un combattente a vittoria finita è da codardi. Un esercito di straccioni e di sognatori, non si piega con queste intimidazioni di palazzo.
Firma la petizione anche tu e diffondila più che puoi
Ecco il testo
estratto dell'ordinanza
"…per Ravera ci si trova di fronte a un'unica spericolata manovra compiuta una volta saggiato il terreno dal quale poteva scaturire un'operazione che AVREBBE POTUTOIN TERMINI DI IMMAGINE E DI CARRIERA". FRUTTARE UN RICONOSCIMENTO RILEVANTE
Al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Tempo fa, si parlava dell'impossibile cattura del boss di Cosa Nostra. Latitante per decenni, fu affidata alla squadra di Ultimo la sua cattura.
Dopo tre mesi di estenuante lavoro e di sacrifici, l'impresa riuscì. In tanti sono stati a sollevare dubbi su Ultimo, ma nessuno ha sollevato dubbi su chi per decine di anni, non ha neanche tentato la ricerca del pericoloso latitante. Questo, si sa, è lo Stato che premia "chi non fa", e punisce "chi fa" il proprio dovere.
A distanza di 15 anni il fatto si ripete. Avviene un furto dall'entità colossale. Nessuno trova la refurtiva. Ci riesce un semplice maresciallo, che trova anche qualcosa in più di quello che era stato trafugato. Medaglia al valore? Negativo! Una meritata punizione. Arrestato per aver "tentato un'estorsione". Nessuno ha voluto ascoltare le dichiarazioni del maresciallo, che non aspettava altro che essere ascoltato da un pm. Si è preferito passare direttamente al rinvio a giudizio. Così come è avvenuto per UItimo, adesso è il suo turno. In tanti ci chiediamo come mai in privato non è stato possibile spiegare come sono andate le cose (anche perchè nulla è stato fatto senza il consenso della Procura).
Ci chiediamo se sia di utilità a Cosa Nostra, più che a un tribunale italiano, sapere il modus operandi di questi uomini, che uno per uno sono stati puniti, umiliati, processati. Se dubbi vi sono stati, sarebbe bastato ricevere il maresciallo Ravera (nome ormai pubblico) e ascoltare le sue spiegazioni, più che rendere note le tecniche investigative.
Pensiamo che questa operazione voglia essere un deterrente verso le persone che combattono contro la criminalità organizzata.
La chiarezza e la trasparenza ci sarebbero state comunque, senza portare in tribunale e di dominio "pubblico a TUTTI" le tecniche investigative usate, oltre che le generalità di chi ha combattuto Cosa Nostra in modo serio e non per apparire in talk show, ma per dovere morale.
Chiediamo che al più presto venga fatta luce sull'accaduto, con la certezza assoluta della totale estraneità dei fatti di cui è accusato "Arciere", ma chiediamo anche che si cominci a indagare su chi sta facendo un favore a Cosa Nostra con queste operazioni punitive, atte solo a mettere un mirino intorno alle persone che hanno contribuito alla cattura di Riina.
Distinti saluti
Gruppo del Capitano Ultimo
hanno già aderito all'appello
- www.censurati.it
- www.lesiciliane.org/casablanca/ Rivista antimafia catanese
- desaparecidos.it/homepage.html informazione da La Maddalena e non solo
17.10.07
mastella sei un caffone e poco democratico
WWW De Magistris e il movimento di ammazzatecitutti
7.10.07
per sensibilizzare le persone
visto che le campagne educative di sensi bilizzazione al 90% lasciano il tempo che trovano e non ottengono nessun effetto duraturo riporto questo due video
Essi sono presi dal bravissimo e coraggiossimo compagnodistrada cemsurato
N.B
I video non è sono adatti e sono sconsigliati a persone impressionabili.
il primo è spot contro la velocità sulle strade
Esso è uno spot andato in onda in Irlanda, dove per affrontare un tema così importante non sono stati usati mezzi termini. Poichè in Italia è emergenza morti sulle strade e visto che non ci spingeremmo mai a realizzare uno spot così crudo, lo proponiamo in queste pagine.
il secondo un post sull'abbandono dei cani
Le vacanze estive sono finite ormai da qualche tempo, chi di voi avverte una strana assenza in casa? L'80% dei cani abbandonati finisce così.
Non abbandonate i cani ( e gli animali in genere ) bastardi !
22.9.07
cristicchi accetta la censura alle suie canzoni e non si ribella ?
dal compagno di viaggio esterno ( cioè invitato , ma che non ha accettato , in questo caso , oppure che ha accettato ma non ha mai scritto ) www.censurato.splinder.com
Questa canzone è di Simone Cristicchi e si'intitola "Prete". Per il suo testo è stata censurata. Qui di seguito pubblichiamo il video e il testo della canzone (trovato sul piccolo blog degli orrori).
Ecco il testo:
Mi ricordo da bambino mi portavano alla messa,
ed io seguivo la funzione con un’aria un po’ perplessa…
il prete stava in piedi sull’altare col microfono
spiegava i passi del Vangelo con tono monotono
col tempo e con la scusa di giocare all’oratorio
mi infilarono nel mucchio catechismo obbligatorio
perché non sta bene, non puoi essere diverso,
emarginato come pecora smarrita dentro a un bosco…
al di fuori del contesto…
inginocchiati per bene, adesso dì le preghierine
non dubitare mai dell’esistenza del Signore,
lascia stare le tue fantasie sessuali di bambino,
quante volte ti sei masturbato il pistolino?
Il prete in molti casi è un uomo molto presuntuoso,
nonostante l’apparenza di un sorriso zuccheroso,
crede di essere il depositario di una verità assoluta,
ad ogni tua obiezione, lui rigira la frittata!
Prete! Io non ho voglia di ascoltarti,
Prete! Non hai il diritto di insegnarmi
Niente! Sei bravo ad inventare e a raccontare favole
Per addomesticare le paure della gente!
Non ho bisogno più di credere a un
Prete! Se la Madonna piange sangue, è noia!
Sei bravo e fai di tutto per alimentare, per tenere in piedi
La bugia più grande della storia.
La bugia più grande della storia.
La storia della Chiesa è seminata di violenza, di soprusi,
la Santa Inquisizione è prepotenza,
e poi genuflessioni collettive dei politici,
salvezza delle anime, la rendita degli immobili
ma quanti begli affari fate con il Giubileo
e quanti bei miliardi che sta alzando Padre Pio
Se Gesù Cristo fosse vivo si vergognerebbe
Delle tonnellate di oro e delle vostre banche,
Se Gesù Cristo fosse vivo si vergognerebbe
Delle chiese piene d’oro e delle banche…
Prete! Io non ho voglia di ascoltarti,
Prete! Non hai il diritto di insegnarmi
Niente! Sei bravo ad inventare e a raccontare favole
Per addomesticare le paure della gente!
Non ho bisogno più di credere a un
Prete! Se la Madonna piange sangue, è noia!
Sei bravo e fai di tutto per alimentare, per tenere in piedi
La bugia più grande della storia
La bugia più grande della storia.
Perdonate questo sfogo troppo anti-clericale,
in fondo ognuno è libero di scegliersi la sua prigione,
libero di farsi abbindolare, ipnotizzare,
dal papa, dal Guru, dal capo spirituale
ma la cosa deprimente e che mi butta giù
è vedere quella folla alla Giornata della Gioventù,
la mia sola religione è vocazione per il dubbio , IO
non crederò a qualsiasi cosa dica un
Prete! Io non ho voglia di ascoltarti,
Prete! Non hai il diritto di insegnarmi
Niente! Sei bravo ad inventare e a raccontare favole
Per addomesticare le paure della gente!
Non ho bisogno più di credere a un
Prete! Se la Madonna piange sangue, è noia!
Sei bravo e fai di tutto per alimentare, per tenere in piedi
La bugia più grande della storia
La bugia più grande della storia
La bugia più grande della storia
PRETE!
15.8.07
la mafia non è solo racket e lupara
Il racket che interdice
Di Antonella Serafini e Brigida Traderi
Sane di mente o psichicamente disturbate? Lucide testimoni di gravissimi atti criminali o instabili mitomani da manicomio? Pezzi di giustizia asserviti a potenti poteri criminali o casuali coincidenze ?
A proporre il dubbio due storie. Protagoniste due donne. Di età, città, vissuti diversi, ma con un unico filo conduttore: due cause di "interdizione," che si inseriscono in vicende per nulla chiare. Secondo il codice civile si può richiedere l'interdizione quando una persona maggiorenne si trova in situazione di abituale infermità di mente. Si applica dunque in casi di incapacità legale a compiere atti giuridici.Questa è la storia di Piera Crosignani e di Claudia Mariani .
17.7.07
una grande vittoria dell'antimafia in sardegna
Gergei, i ragazzi di don Ciotti liberano la villa della mafia
Quella villa, che sorge a Gergei nella località Su Piroi, apparteneva ad una organizzazione criminale del Sarcidano. Nel 2000 è stata confiscata dallo Stato e poi assegnata all’associazione cagliaritana «La Strada» che si occupa di formazione alla legalità. I quindici giovani, provenienti un po’ da tutto il mondo, che, armati di vanga, rastrelli, pennelli e quant’altro necessario ai lavori di manutenzione vi saranno impegnati, partecipano al campo estivo promosso da Libera, l’associazione contro le mafie di don Luigi Ciotti, Legambiente, la stessa associazione «La Strada» e il Csv (Centro di servizio per il volontariato) Sardegna solidale. Fatica manuale assicurata la mattina, mentre al pomeriggio i volontari saranno impegnati in una serie di seminari e lezioni. Tra gli ospiti Antonio Maruccia, il nuovo commissario governativo per i beni confiscati, il deputato Peppe Lumia, componente della commissione antimafia e lo stesso Don Ciotti. La villa di Su Piroi è quindi uno degli immobili strappati alle organizzazioni criminali che hanno già avuto una destinazione sociale come prevede la legge. «La stiamo predisponendo per farne il centro d’incontro del volontariato sardo - spiega il professor Giampiero Farru, referente di Libera nell’isola e presidente del Csv Sardegna solidale -. Viene già utilizzata come sede per incontri tra associazioni del sociale, e campi estivi e invernali per scout. Ma che fatica mettere a posto questa proprietà... Quando è stata assegnata definitivamente, abbiamo trovato uno sfacelo». Quattro anni di abbandono e di raid che l’hanno spogliata di tutto quanto potesse essere riutilizzato, l’avevano ridotta quasi a un rudere. «Complice l’assenza di controlli, i ladri hanno portato via oggetti e arredi di ogni tipo - ricorda Giampiero Farru - Adesso, continuiamo a riattare i locali, e con il campo estivo ci prefiggiamo di compiere ulteriori lavori necessari. C’è da ripulire l’area delle erbacce, considerato il grosso rischio di incendi, da rimuovere qualcosa come duemila pneumatici che si sono accumulati, da rimettere in sesto le stradine interne di comunicazione. I volontari attesi per i prossimi giorni avranno davvero molto da fare. Ma è soltanto mettendo in campo tutte le nostre forze che possiamo permetterci di affrontare il costo di una ristrutturazione». E qui Farru mette il dito su due degli aspetti che più ostacolano le associazioni destinatarie dei beni ad uso sociale. «Ci troviamo difronte al paradosso per cui ci viene consegnato un bene di alto valore ma senza alcuna risorsa per renderlo fruibile - fa notare -. Di qui le difficoltà che ne derivano, considerato che dobbiamo provvedere direttamente con quanto abbiamo a disposizione e non sempre questo ci consente di predisporre gli interventi necessari in tempi rapidi». L’altro argomento è che «trascorre purtroppo troppo tempo dal momento in cui gli immobili vengono confiscati a quello in cui vengono assegnati - sottolinea Farru -. Questo comporta che molti beni si deteriorino, come è avvenuto nel caso della villa di Su Piroi. E questi tentennamenti e intoppi non hanno ragione di esistere. Terreni e abitazioni sequestrati sono frutto dell’illegalità e la loro nuova destinazione d’uso serve a siglare un’esproprio che tocca nei loro interessi le lobby criminali. Un messaggio chiaro che si deva dare anche accelerando le procedure di consegna».
Esso è, significativo perchè come testimonia sempre lo stesso giornale l'isola è stata , e purtroppo lo è tutt'ora,dagli anni '70 terra di fortissime infiltrazioni mafiose .
<<
Dalla banda della magliana alla camorra Tante le organizzazioni di primo piano con investimenti nell’isola Sassari. In Sardegna sono sessantadue. Tanti i beni immobili confiscati dallo Stato in base alla legge antimafia che si applica anche ai reati di criminalità comune, dai sequestri di persona fino all’usura e alla ricettazione. Un patrimonio del valore di decine di milioni di euro che comprende appartamenti, locali commerciali, cantine, box, terreni edificabili, agricoli e fabbricati rurali.
Acquisti eseguiti con i proventi dei traffici illeciti di singoli e di organizzazioni criminali che hanno scelto anche la Sardegna per riciclare denaro sporco. Prestanome, personaggi in odore di mafia, truffatori, componenti di gang che hanno fatto la storia della criminalità in Italia, come l’arcinota banda romana della Magliana, ma anche protagonisti di primo piano dell’Anonima sequestri. Un mix variegato con il denominatore comune della delinquenza e degli investimenti in terra sarda, anche in zone a sviluppo turistico, a conferma del fiuto per gli affari dei gruppi della malavita.
Un’attività che ha avuto un freno dalla legislazione vigente. Ora quei beni messi assieme dalle holding dell’illegalità e da personaggi di spicco della malavita vengono assegnati per usi sociali: negli anni sono diventati sedi del volontariato, centri per anziani, tossicodipendenti o per le famiglie, aree destinate a verde pubblico e punti di aggregazione.
Un lungo iter e molto sangue avevano accompagnato negli anni la formulazione della legge 109 del 1996, quella che strappando i patrimoni frutto di attività illecite alle lobby del crimine li mette a disposizione di tutti. Nel 1982 il deputato siciliano del Partito comunista, Pio La Torre, presentò un disegno di legge che definiva per la prima volta l’associazione di tipo mafioso, e introduceva il sequestro preventivo e la confisca dei beni alle cosche sullonda dell’orrore e dell’indignazione suscitati dalla serie di omicidi provocati dalla guerra di mafia dei primi anni Ottanta.
Ma vediamo dove e a chi, in Sardegna, sono stati strappati gli immobili. Villasimius è il Comune che conta il maggior numero di confische, tutte eseguite nel 1998: ben 19 tra appartamenti, terreni edificabili e agricoli. Vengono utilizzati come sedi di associazioni, centri per il tempo libero e aree per utilità sociali. Gallura.
A Loiri Porto San Paolo, dietro il villaggio I fari, di cui sono stati sequestrati 14 tra appartamenti e box, si nascondevano nomi legati alla banda della Magliana. Ma in questo caso lo Stato ha tenuto per sé le strutture, destinandole ad alloggi di servizio.
A Golfo aranci sono stati confiscati terreni agricoli che, come nel caso precedente, facevano riferimento a personaggi della stessa Magliana. Nel territorio di Cannigione la magistratura ha bloccato aree ed edifici che risultavano intestati alla convivente di un imprenditore della capitale. La coppia era stata indagata per mafia verso la fine degli anni 90 e le indagini, che avevano portato al sequestro di beni per 40 miliardi, avevano messo in luce, anche in questo caso, rapporti con la banda della Magliana e con la nuova Camorra organizzata del boss Raffaele Cutolo.
Oristano. Sequestrato l’appartamento di un imprenditore siciliano sospettato di collusioni con la mafia. Quartu. Bloccata la villa di un imprenditore. Nel nord-ovest dell’isola i sequestri hanno riguardato le proprietà di personaggi minori della criminalità legata soprattutto a piccole truffe ed usura. Il patrimonio portato via dallo Stato comprende un appartamento con due garage in viale Umberto e due box in via Dalmazia, a Sassari, e un appartamento con box e autorimesse ad Alghero. Calagonone. Sequestrato un appartamento. Lula.
Un appartamento sequestrato è stato destinato all’amministrazione comunale che lo utilizza come centro per anziani. Dunque, anche in Sardegna sembra avere trovato un uso positivo la legge che attacca direttamente il patrimonio della criminalità.
Un lungo iter e molto sangue avevano accompagnato negli anni la formulazione della legge 109 del 1996, quella che, strappando i patrimoni frutto di attività illecite alle organizzazioni della malavita, li mette a disposizione di tutti.
Nel 1982 il deputato siciliano del Pci, Pio La Torre, presentò un disegno di legge che definiva per la prima volta l’associazione di tipo mafioso, e introduceva il sequestro e la confisca dei beni alle cosche mafiose sull’onda dell’orrore e dell’indignazione suscitati dalla serie di omicidi susseguenti alla guerra di mafia dei primi anni Ottanta. Il 3 settembre dello stesso anno La Torre fu ucciso e, come rivelò successivamente il pentito di mafia Leonardo Messina, a dare lordine fu il boss Totò Riina, capo dei corleonesi, proprio a causa della proposta di legge presentata dallesponente comunista sui patrimoni dei mafiosi. Stessa sorte sarebbe toccata al generale Della Chiesa, che aveva sviluppato la proposta di La Torre. Ma intanto, il provvedimento era stato promulgato nello stesso anno come legge Rognoni-La Torre, con un appoggio bipartisan in Parlamento. La legislazione demergenza ha continuato a funzionare nonostante l’assalto della mafia ad esponenti politici e magistrati. All’inizio degli anni Novanta erano state create prima la Direzione investigativa antimafia (DIA), che ha il compito di coordinare l’attività informativa e di indagine e successivamente la Direzione nazionale antimafia, più conosciuta come Super Procura. Nel 1993 dopo le stragi di Capaci e di via d’Amelio a Palermo, dove morirono i giudici Falcone e Borsellino, era stato approvato il 41 bis, per rendere più duro il regime carcerario dei mafiosi e limitarne il contatto con lesterno, contatti che consentivano ai boss di gestire i loro affari anche dal chiuso di una cella. In questo quadro si è arrivati al 1996, quando è stata varata e votata all’unanimità la legge che disciplina l’uso sociale dei beni confiscati. E’ una legge di iniziativa popolare presentata dall’associazione Libera di don Luigi Ciotti e sostenuta da un milione di firme, di cui cinquantamila raccolte in Sardegna. Lo scorso giugno Libera e Cittadinanza attiva, altra associazione impegnata nel sociale, si sono consorziate per riproporre la confisca anche dei beni dei corrotti, confisca che era stata cancellata durante liter del precedente provvedimento legislativo. Dal 1982 al 2005 sono stati complessivamente 6.556 i beni sequestrati in tutto il territorio nazionale: di questi 2.962 sono già stati assegnati, per 300 la procedura è stata sospesa, 64 non risultano accatastati e 3.220 sono ancora da assegnare. In Sardegna ne sono passati allo Stato sessantadue, di cui quattordici devono essere ancora utilizzati per scopi sociali. Nell’isola non risulta invece alcuna delle 671 aziende sequestrate nel territorio nazionale. La procedura prevede che i beni confiscati diventino patrimonio dello Stato e poi, tramite l’Agenzia del Demanio, vengano assegnati ai Comuni titolari che successivamente li consegnano ad associazioni e cooperative che operano nel territorio spiega Giampiero Farru, referente di Libera per la Sardegna e presidente del Csv Sardegna solidale. Un processo che comporta spesso tempi lunghi e difficoltà. Assoluto il divieto di vendita perché, nel gioco dei prestanome, quelle proprietà potrebbero tornare in mano alla malavita. Sempre pronta a far di tutto pur di non rinunciare ai suoi affari. (p.f.)
>>
Essa è anche una risposta al pessimismo nei commenti ai miei post(1.,2) scritti recentemente ( in quanto tale fenomeno interessa tutta l'italia e non solo il sud come dimostra quanto dice Saviano , l'autore di Gomorra sulle infiltrazioni e penetrazioni al nord della mafia ) nel profilico e attivo forum dei compagnidistrada www.ammazzatecitutti.org che è anche una risposta coloro mi scriveranno dopo questo post concludo questo post rispondendo anticipatamente ha chi mi dice non esagerare non fare vittimismo ed inutile can can ., ecc .
13.7.07
la censura dis tato colpisce pietro ricca
Io propongo che se nel caso lo censurassero ancora flo invito a scrivere qui da noi voi cosa ne pensate ? siete d'accordo ?
"Emilio Fede mi ha querelato e la finanza ha cambiato le chiavi di accesso al mio blog, impedendomi di pubblicare nuovi articoli. Il blog mi è stato chiuso su richiesta del pubblico ministero romano Giuseppe Saieva, con atto del gip Cecilia Demma. Il “sequestro preventivo” mi è stato notificato alle 14,00 di oggi 10 luglio da due agenti del “nucleo speciale contro le frodi telematiche” della guardia di finanza, venuti appositamente dalla capitale. Il sequestro proviene da una querela per diffamazione presentata da Emilio Fede nei miei confronti per la contestazione al circolo della stampa di Milano del 16 aprile 2007. In esecuzione del medesimo provvedimento è stato cancellato dal blog un mio articolo relativo alla vicenda Fede e i commenti a margine dei lettori. Per motivi tecnici non è stato possibile, come pure era stato richiesto dall’autorità giudiziaria, togliere il video da youtube. Non si è arrivati all’oscuramento totale del blog, che pure era stato prospettato nel decreto di sequestro preventivo, solo perché gli agenti della finanza hanno adottato la soluzione di modificare la mia password di amministratore di www.pieroricca.org, previa missione mattutina a Sarzana (La Spezia), sede legale della società di gestione del blog. Naturalmente farò immediata richiesta di dissequestro. E mi riservo di querelare a mia volta il signor Fede. Ricordo infatti che la contestazione ebbe come antefatto una mia domanda (sul caso Europa 7 e le frequenze abusivamente occupate da Rete 4), alla quale il direttore del tg4 rispose dandomi dell’ “imbecille”. Per non parlare dello sputo che mi indirizzò nell’androne del circolo della stampa, come testimonia il video reperibile. Con il querelante ci confronteremo dunque in tribunale, magari davanti a qualcuno dei magistrati diffamati e spiati negli anni del governo del suo adorato datore di lavoro. Sarò lieto di farmi processare un’altra volta per aver espresso opinioni condivise dalle persone che stimo. Nel frattempo non smetterò di interpellare e criticare i personaggi pubblici che non stimo, esercitando il mio diritto-dovere di dissenso. Nessuno riuscirà a sequestrare la libertà di espressione, mia e degli amici del gruppo Qui Milano Libera e del blog: questo è certo. Ringrazio fin d’ora chi vorrà far circolare questa notizia".
Piero Ricca
24.6.07
Senza titolo 1910
Insomma di fare quello che gli pare impunemente. In un film recente sul processo di Norimberga una scena in particolare esce dalla retorica che (ahimé) prevale in quasi tutti i film sulla II guerra mondiale ho visto con particolare interesse un dialogo, avvenuto realmente, fra Hermann Goering ed uno psichiatra americano d’origine ebraica, incaricato di parlare con tutti i criminali nazisti di alto grado, per capire come fosse possibile che persone “normali” e spesso di elevata cultura avessero potuto anche solo concepire lo sterminio di decine di milioni di persone.Alla faccia della vecchia idea che il progresso tecnico e culturale portino maggiore civiltà.
Ma non usciamo dal seminato.
Su un punto l’americano viene preso in castagna: alla domanda sul come avesse il popolo tedesco potuto accettare una cosa simile, il nazista avrebbe risposto grossomodo: “quello che abbiamo fatto noi con gli Ebrei l’avete sempre fatto voi con gli Afroamericani”, ghettizzati, discriminati per legge, sfruttati.ra, nessuno ha mai messo i Neri in campi di concentramento, era un’esagerazione retorica volta a spiazzare l’avversario, ma nella sostanza Goering aveva ragione, aveva mostrato come anche un paese democratico può conservare sia a livello istituzionale che psicologico forme di razzismo e discriminazione che sono difficili da superare.
Passiamo ai nostri giorni.
Se una persona che viene dal Marocco in Italia
1) lavora onestamente
2) studia
3) conosce e si innamora di una donna italiana (Khadija)
4) i due si sposano
5) lavorano insieme per tradurre e diffondere documenti in lingua araba
qual è la nostra reazione ?
Non c’è niente di male. Fanno la loro vita e diffondono la fede in cui credono.
Buona fortuna.
Ma se l’uomo, Abou Elkassim Britel cittadino italiano d’origine marocchina, viene arrestato in Pakistan e poi con una extraordinary rendition della CIA (quella che il parlamento UE ha dichiarato illegale, facendo finta di non saperne nulla) consegnato alle amorevoli cure della polizia marocchina, dove viene pestato, torturato e processato in modo sommario, lo stato italiano e l’opinione pubblica, informati dalla nostra stampa di parastato non dovrebbero intervenire ?
Questo pover’uomo e sua moglie sono in difficoltà, ed è nostro dovere intervenire e fare il possibile per aiutarlo: siamo esseri umani e del resto…cittadinanza comune, ca77i comuni
Lo stato italiano fa schifo: se aiutiamo il povero Abou (detto Kassim) ad essere trattato come qualunque essere umano ha diritto di essere trattato non cambieremo le cose da così a così, ma certamente faremo un piccolo, grande passo avanti.
L’apparato democratico va preservato negli aspetti che funzionano bene e migliorato in quelli poco curati, per evitare che la macchina si inceppi.
Per mettere un po’ d’olio negli ingranaggi è possibile aderire alla campagna No More Word, indetta da varie ONG, come IND, UNACR e Secondo Protocollo (ma non sono le sole), inviando una email con nome e cognome all’indirizzo email che trovate sotto nomoreword@secondoprotocollo.org.
In questo modo verrà recapitata una email di protesta all’ambasciata marocchina in Italia, oltre che ai ministeri italiani degli Interni, degli Esteri e di Grazia e Giustizia
Consiglio anche di leggere le considerazioni-appello, che condivido in pieno, di Elisa
e Khadi e Falecius per avere un’idea più chiara della vicenda e dei numerosi risvolti che essa ha possono essere preziose informazioni sulle relazioni italo-marocchine, importantissime per capire alcuni risvolti della vicenda, sono consultabili qui
«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur
corriere della sera tramite msn.it \ bing Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...
-
https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
-
Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
-
Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...