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14.7.12

IL CAPITANO ULTIMO AND FALCOLANDIA 2012



    • 21 luglio
       alle ore 10.00
       fino a 23 luglio alle ore 0.00

  • via della tenuta della Mistica
  • Prima mostra/mercato di rapaci, festa e fiera dell'artigianato organizzata dall'associazione Volontari Capitano Ultimo onlus, il 21 e 22 luglio. Musica, stand, dimostrazione di volo libero dei rapaci. 

    Ingresso libero. www.volontaricapitanoultimo.it 






    "L'ambiente di tutti, per tutti. Senza distinzioni, senza ambiguità, con il coraggio di essere semplicemente esseri umani, finalmente esseri umani. Ambiente e umanità, ambiente e rispetto delle diversità, ambiente e legalità". ultimo

12.5.12

la normalità è il vero eroismo . nuova concezione d'eroe


Ricollegandomi  a  quanto dicevo  nel mio post precedente sul tipo di eroi ,    sia i fatti   che  sotto vado a narrare ( ed a riprendere  perchè ne  avevo già parlato in qualche post    , sul blog  ) e la canzone che trovate  alla fine sembrano che mi diano ragione  e in culo a  tutto il resto  






Reportage di    www.linkiesta.it/ 12 maggio 2012 - 09:24 
Storia eroica di un impiegato costretto a diventare imprenditore


Sembrava finita. Dopo la chiusura dello stabilimento della Metal Welding Wire, che lavorava il ferro, Stangalini e i suoi colleghi erano stati licenziati. Sembrava che ci fosse solo la cassa integrazione, e poi il nulla. Ma Stangalini non molla e, convinto che il settore fosse comunque in espansione, decide di vendere la casa per trovare il capitale iniziale e fondare una nuova impresa. Ce la fa e riassume i suoi vecchi colleghi. Una storia che finisce bene nell’Italia in cui chi riesce a fare impresa diventa un eroe.






ARZERGRANDE (Padova) – Cristian Stangalini, imprenditore quarantaquattrenne lombardo, è seduto dietro la scrivania dell’ufficio della sua O.m.p. Fili. L’azienda, quasi due anni di attività, produce fili per saldatura e ha sede nella zona industriale tra Piove di Sacco e Arzergrande, nel padovano. «La cabina elettrica dell’Enel è quella». Si gira un attimo, scosta la tenda che copre la vetrata dell’ufficio e indica una torretta dall’altra parte della strada, a pochi metri di distanza dal cancelletto d’ingresso. «Non hanno dovuto fare 150 chilometri di oleodotto per andare in una turbina. Il cavo passa proprio sopra di noi».
È il novembre 2010 quando Stangalini e moglie fanno apposita richiesta all’Enel. L’allacciamento, tuttavia, arriva solo nel giugno del 2011. Per sei mesi l’imprenditore paga l’affitto del capannone e (a vuoto) il noleggio di cabina elettrica e trasformatore. L’intoppo burocratico sull’elettricità, dice Stangalini, «è l’unica cosa che ci ha fatto veramente traballare». Di farsi rifondere le spese anticipate, però, neanche a parlarne. «Il consulente che mi seguiva dal lato energetico ha detto: “lascia perdere, te l’han data. Ringrazia il cielo che te l’han data”».
Qualche mese prima, nel luglio 2010, la Metal Welding Wire – un grosso gruppo della lavorazione del ferro con sede principale a Bergamo – decide di

29.3.12

Quaresimale

Fakra Younas, giovane pachistana, ex ballerina, alle spalle un'infanzia cancellata dalla madre prostituta e tossicodipendente e da un marito vecchio, aveva creduto di trovare un riscatto in un secondo matrimonio, ricco, felice, appassionato. Cancellato anche quello, ben presto, da una sequela di violenze, umiliazioni, stupri. Fakra si oppone, resiste: non ha che sé stessa, e si raccoglie ai quattro stracci della sua anima violata ma viva, solida, l'unica presenza reale, quasi fisica, in quel suo mondo cancellato. Il marito acculturato e facoltoso non tollera quella che considera lesa maestà: la "sua" donna ha osato ribellarsi, si è sciolta dalle sue catene. Le rovescia addosso un odio ancestrale, possente, che sembra provenire dai secoli, come direbbe Primo Levi. La cancella, ancora. Il volto con l'acido. Non la sopporta come persona, come entità slegata da quel guinzaglio muto al quale lui la pretende "naturalmente" confinata. La brucia col liquido. Abrasivo ossimoro. Fakra sopravvive, fugge, il suo volto azzerato diventa simbolo della bestialità del potere. Scrive anche un libro: Il volto cancellato è il logico titolo. Ma non basta. E' rimasto qualcosa d'incancellabile nella vita cancellata di Fakra, ed è quell'anima stuprata, che adesso è diventata fantasma, e grida, in un vorticoso salto all'indietro, reclama i suoi diritti di bambina mai sbocciata, e vuole tutto e tutti con sé per non finire inghiottita nel gorgo fatale dell'ossessione.

Poi, viene il giorno dell'abbandono. In un palazzone di Roma, dove si sente sola, insopportabilmente sola. Quel suo corpo cancellato è diventato catena. Peso. Lo getta letteralmente via, dalla finestra, come un rifiuto. E' un volo cencioso, un'anima singola non può che appartenere all'aria e lì ritorna.La marocchina Amina Filali è ancor più giovane di Fakra: solo sedicenne. E' stata abusata, picchiata e costretta a sposare il suo carnefice. Soffoca. Nel suo chiuso universo comprende che non può né deve tacere ma che, ancora, l'unica possibilità a lei concessa per urlare è tacere per sempre [l'articolo 475 del codice penale marocchino dà la possibilità allo stupratore di evitare il processo e il carcere sposando la sua vittima se questa è minorenne. Firma qui per chiederne l'abolizione, n.d.A.]. Lo fa. Tanto, quella non è vita. Non si tratta di suicidi, ma di omicidi per procura.Daniel Zamudio è un ragazzo cileno di 24 anni, ma dalle foto ne dimostra quattro di meno. Ha uno sguardo tenerissimo e notturno, d'una inerme consapevolezza. Di quel che gli riserverà il destino. Sguardo di croci, di desideri e sospiri. Sguardo indagatore di segrete e vellutate gioie. Sguardo adolescente. Non so se i suoi coetanei aggressori abbiano occhi. Fatico a immaginarli, nei neonazisti. Sono occhi, i loro, che non guardano, ma vedono: la curiosità chirurgica e gelida dei criminali torturatori di Salò. Torturatori di ragazzi anch'essi, sadici sezionatori di occhi. Senza gioia, peraltro, senza nemmeno godimento sensuale. Seviziano Daniel, colpevole di essere omosessuale, per sei ore. Come accadde sette anni fa a un altro ragazzo gay, Matthew Shepard. Gli staccano un orecchio, gli massacrano il cranio, gli incidono svastiche sul corpo agonizzante. Forse non si divertono abbastanza, forse sono annoiati. Alla fine lo massacrano di botte e lo lasciano lì esanime sul selciato. Come quel Nazareno in croce col quale si era deciso di farla finita, e allora tanto valeva una lancia nel costato. Daniel defunge dopo breve agonia e senza aver ripreso conoscenza. Del resto, era impossibile. E i crocifissi moderni non hanno resurrezione.

Altrove.
Nuova Delhi, India. Un giovane attivista tibetano, Ciampa Yeshj, 26 anni, muore dopo essersi dato fuoco per protesta contro la visita del leader cinese Hu Jintao, a capo di uno dei governi più tirannici del mondo, soprattutto verso la minoranza tibetana. Una dittatura con la quale il democratico Occidente, sensibile ai diritti umani, non ha scrupoli a intessere affari. A Bologna Giacomo, artigiano 58enne oberato dai debiti, compie lo stesso gesto davanti alla sede dell’Agenzia delle Entrate. Vittima d'un fascismo non meno spietato, quello del Mercato. Un ragazzo romeno cerca di soccorrerlo, ma senza successo. Lui glielo ripete, con ostinazione da martire perduto, prima di sprofondare nel buio: voglio morire. Nemmeno tanto per i soldi: per la vergogna. Chiede persino scusa del gesto di cui pure è convinto. Come annota acutamente Michele Serra ("Repubblica" di oggi), solo i galantuomini avvertono il peso del loro debito, solo gli onesti se ne lasciano travolgere, al contrario dell'evasore, che esibisce la propria filibusteria come un trofeo. E la lista non è conclusa. Contemporaneamente, a Verona, un operaio edile marocchino di 27 anni si brucia davanti al municipio di Verona. Non riceveva lo stipendio da quattro mesi.
Morti, tutte, che ardono. Quasi tutte accomunate dal fuoco: barbare, primitive, mattanze dell'ingiustizia, della discriminazione e del potere, politico ed economico. Solo all'apparenza maturate in contesti diversi, hanno in realtà un unico comun denominatore: la disumanizzazione. Ordalie, provocazioni, smembramenti, questi addii al calor bianco, quest'incenerimento grondante sangue, ci riporta al presente impassibile, ci rilascia alla pietra, all'urlo primordiale, spaventoso, immane. E colpevole. La lunga Quaresima sembra non aver fine.

6.6.08

Memoria, speranze e futuro

PELLEROSSA E MERIDIONALI

Con questo articolo vorrei rievocare la memoria di alcune terribili esperienze storiche in cui sono stati consumati veri e propri eccidi di massa, troppo spesso dimenticati o ignorati dalla storiografia e dai mass-media ufficiali. Mi riferisco allo sterminio degli Indiani d’America e ai massacri perpetrati a danno dei “Pellerossa” del Sud Italia, vale a dire i briganti e i contadini del Regno delle Due Sicilie.


Dopo la scoperta del Nuovo Mondo ad opera di Cristoforo Colombo nel 1492, quando giunsero i primi coloni europei, il continente nordamericano era popolato da circa un milione di Pellerossa raggruppati in 400 tribù e in circa 300 famiglie linguistiche. Quando i coloni bianchi penetrarono nelle sterminate praterie abitate dai Pellerossa, praticarono una caccia spietata ai bisonti, il cui numero calò rapidamente e drasticamente rischiando l’estinzione totale. I cacciatori bianchi contribuirono così allo sterminio dei nativi che non potevano vivere senza questi animali, da cui ricavavano cibo, pellicce ed altro ancora.



Ma la strage degli Indiani fu operata soprattutto dall’esercitocinematre_conquistawest statunitense che pur di espandersi all'interno del Nord America cacciò ingiustamente i nativi dalle loro terre attuando veri e propri massacri senza risparmiare donne e bambini. I Pellerossa vennero letteralmente annientati attraverso uno spietato genocidio. Oggi i Pellerossa non formano più una nazione, sono stati espropriati non solo della terra che abitavano, ma anche della memoria e dell’identità culturale. Infatti una parte di essi si è integrata completamente nella civiltà bianca, mentre un'altra parte vive reclusa in alcune centinaia di riserve sparse nel territorio statunitense e in quello canadese.



Un destino simile, anche se in momenti e con dinamiche diverse , accomuna i Pellerossa d'America e i Meridionali d'Italia. Questi furono chiamati “Briganti”, vennero trucidati, torturati, incarcerati, umiliati. Si contarono 266 mila morti e 498 mila condannati. Uomini, donne, bambini e anziani subirono la stessa sorte.

Processi manovrati o assenti, esecuzioni sommarie, confische dei beni. Ma noi Meridionali eravamo cittadini di uno Stato molto ricco. Il Piemonte dei Savoia era fortemente indebitato con Francia e Inghilterra, per cui doveva rimpinguare le proprie finanze.

Il governo della monarchia sabauda, guidato dallo scaltro e cinico Camillo Benso conte di Cavour, progettò la più grande rapina della storia moderna: cominciò a denigrare il popolo Meridionale per poi asservirlo invadendone il territorio: il Regno delle Due Sicilie, lo Stato più civile e pacifico d'Europa. Nessuno venne in nostro soccorso.                        Soltanto alcuni fedeli mercenari Svizzeri rimasero a combattere fino all'ultimo sugli spalti di Gaeta, sino alla capitolazione.
















I vincitori furono spietati. Imposero tasse altissime, rastrellarono gli uomini per il servizio di leva obbligatoria (che invece era già facoltativo nel Regno delle Due Sicilie); si comportarono vigliaccamente verso la popolazione e verso il regolare ma disciolto esercito borbonico, che insorsero. Ebbe così inizio la rivolta dei Briganti Meridionali.

Le leggi repressive furono simili a quelle emanate a scapito dei Pellerossa. Le bande di briganti che lottavano per la loro terra avevano un pizzico di dignità e di ideali, combattevano un nemico invasore grazie anche al sostegno delle masse popolari e contadine, deluse e tradite dalle false e ingannevoli promesse concesse dal pirata massone e mercenario Giuseppe Garibaldi.

Contrariamente partigianiad altre interpretazioni storico-meridionaliste, non intendo equiparare il fenomeno del Brigantaggio meridionale alla Resistenza partigiana del 1943-45. Per vari motivi, anzitutto per la semplice ragione che nel primo caso si è trattato di una vile aggressione militare, di una guerra di conquista violenta e sanguinosa (come è stata del resto anche la guerra tra fascisti e antifascisti), ma che ha avuto una durata molto più lunga (un intero decennio) dal 1860 al 1870. Una guerra civile che ha provocato eccidi spaventosi, massacri di massa in cui sono stati trucidati centinaia di migliaia di contadini e briganti meridionali, persino donne, anziani e bambini, insomma un vero e proprio genocidio perpetrato a scapito delle popolazioni del Sud Italia.






Una guerra che si è conclusa tragicamente dando inizio al fenomeno dell’emigrazione di massa dei meridionali. Un esodo di proporzioni bibliche, paragonabile alla diaspora del popolo ebraico. Infatti, i meridionali sono sparsi e presenti nel mondo ad ogni latitudine, in ogni angolo del pianeta, hanno messo radici ovunque, facendo la fortuna di numerose nazioni: Argentina, Venezuela, Uruguay, Stati Uniti d’America, Svizzera, Belgio, Germania, Australia, eccetera.


Ripeto. Se si vuole comparare la triste vicenda del Brigantaggio e della brutale repressione subita dal popolo meridionale, con altre esperienze storiche, credo che l’accostamento più giusto da suggerire sia appunto quello con i Pellerossa e con le guerre indiane combattute proprio nello stesso periodo storico, ossia verso la fine del XIX secolo.




Guerre feroci e sanguinose che hanno provocato una strage altrettanto raccapricciante, quella dei red indiannativi nordamericani. Un genocidio troppo spesso ignorato e dimenticato, come quello a danno delle popolazioni dell’Italia meridionale. Nel contempo condivido in parte il giudizio (forse troppo perentorio) rispetto al carattere anacronistico, retrivo e antiprogressista, delle ragioni politiche, storiche, sociali, che stanno alla base della strenua lotta combattuta dai briganti meridionali. In politica ciò che è vecchio è (quasi) sempre reazionario. Tuttavia, inviterei ad approfondire meglio le motivazioni e le spinte ideali che hanno animato la resistenza e la lotta di numerosi briganti contro i Piemontesi invasori. Non voglio annoiare i lettori con le cifre relative ai numerosi primati detenuti dalla monarchia borbonica e dal Regno delle Due Sicilie in vasti ambiti dell’economia, della sanità, dell’istruzione eccetera.




Né intendo in tal modo esternare sciocchi sentimenti di inutile nostalgia rispetto ad una società arcaica, di stampo dispotico e aristocratico-feudale, ossia ad un passato che fu prevalentemente di barbarie e oscurantismo, di ingiustizia ed oppressione, di sfruttamento e asservimento delle plebi rurali del nostro Meridione. Ma un dato è certo e inoppugnabile: la monarchia sabauda era molto più retriva, molto più rozza, ignorante e dispotica, meno illuminata di quella borbonica.

Il Regno delle Due Sicilie era indubbiamente molto più ricco, avanzato e sviluppato del Regno dei Savoia, tant’è vero che esso rappresentava un boccone assai invitante ed appetibile per tutte le maggiori potenze europee, Inghilterra e Francia in testa.








Tuttavia, questo è un argomento vasto e complesso che richiederebbe un approfondimento adeguato. Infine, concludo con una breve chiosa a proposito della tesi circa le presunte spinte progressiste incarnate dai processi di unificazione degli Stati nazionali nel XIX secolo e dello Stato europeo oggi.




Non mi pare che tali processi abbiano garantito un reale, autentico borghezioprogresso sociale, morale e civile, ma hanno favorito e generato quasi esclusivamente uno sviluppo prettamente economico. Voglio dire che l’unificazione dei mercati e dei capitali, prima a livello nazionale ed ora a livello europeo, o addirittura globale, non coincide affatto con l’unificazione e con l’integrazione dei popoli e delle culture, siano esse locali, regionali o nazionali. Ovviamente, le forze autenticamente democratiche, progressiste e rivoluzionarie devono puntare a raggiungere il secondo traguardo.







P.S.: Riconoscete il famigerato "brigante padano" raffigurato nella caricatura a destra ?

13.5.08

Senza titolo 524

Con questo post intendo rispondere a tutti\e quelli che  sia via email che  chiaccherando  m'accusano  d'essermi venduto a Grillo   e d'aver gettato  via i miei ideali  . Ma prima di chiarire le divergenze  fra ciò che dice  Grillo e me  , provo a spiegare perchè ho adeito  criticamente   a differenza di altri  che lo hanno fatto acriticamente  .

Visto che la sinistra da quella centrista (  il pd  ) , da quella massimalista e riformista  ( radicali , sinistra arcobaleno , ecc ) , pensa solo a leccarsi le ferite e a rinnovare le cariche interne dei partiti ( importante certo , ma non primario ) ed a piangersi addosso ,  e si ostina  a non capire  che , per parafrasare  la  canzone   mia dolce rivoluzionaria  dei Mcr   : <<(...) L'utopia è rimasta la gente è cambiata\la risposta ora è più complicata!(....) e scuoteva la testa quando le dicevo\che servono nuove parole (.... )  >>  e  si  è fatta  a livello parlamentare  \ partitico  e forse  anche  a livelo extraparlamentare   superare  dalla destra  come dimostra questa  inchiesta del quotidiano al repubblica  ha perso il contatto con la piazza e con al base .
Infatti Beppe Grillo, a volte, dice cose condivisibili. il malcontento esiste. Ognuno di noi è in varia misura infelice, triste, scontento, frustrato e talvolta esasperato   di questa situazione politica   , e a dimostrarlo non c'è solo  grillo  ma  c'è  anche un affollamento  a  dibattiti di  Travaglio  e  la  vendita notevole  tanto che  è stato riostampato  più  volte   del libro La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili è un libro-inchiesta uscito il 2 maggio 2007 e curato da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, due giornalisti del Corriere della Sera. Grillo fa cassa: è l’espressione di malumori forti e legittimi.che sono poi quelli che hanno portato a votare destra oppure  all'aumento dell'astensionismo , visto che la sinistra  è riuscita  a far dire al popolo Cosa  che succedeva  con i governi pre tangentopoli  francia o spagna purchè se magna
Per queste  ragioni  , ho deciso di aderire al movimento di  grillo anche se con riserva su alcuni punti come potete notare sotto . E' vero sarà  : demagogo per certi aspetti ma chi fà specie quella partitica  non lo è ? cosi pure  sarà  qualunquista , ed  in  parte è vero, però il suo qualunquismo  , è un qualunquismo attivo ( cioè te lo dimostra , e tenta di costruire una politica dal basso , partendo dalle liste civiche e non dala segreterie di partiti ) a diffeenza del qualunquismo  della   massa cioè dela  gente   ( che si limita a dire sono tutti ladri , pensano soo a scaldare le poltrone , ecc )
Il problema sono i contenuti e il modi. A volte condivisibili, a volte no. Entro nel merit
  parlamento pulito
  concordo \ Divergenze  . ok   sono d'accordissimo   non mi sembra degno    che  il paese  sia  rappressentato  da  gente   corrotta  e ambigua  o con la  fedina penale   lercia o insulti le istituzioni  . Unica  cosa che non concordo  sono  che Gr  mette  sullo stesso piano   gente che  ha reati per  corruzione  e mafia  sullo stesso piano   di  chi  ha condanne per resistenza , blocco stradale  , ecc  , perchè se cosi fosse in italia  non potrebbe partecipare all a vita parlamentare  chi  ha condanne per aver  fatto dele  lotte sociali ed in alcuni casi   di disubbidienza  civile  e  non violento


 “Il Pd e il Pdl sono uguali. Non bisogna più andare a votare
”.
Concordo  ma innparte non concordo
Tra i politici del Pd e del Pdl c’è un abisso anche se per chi è poco esperto di politica partitica non viene subito notato Un abisso politico, culturale e di etica pubblica.Infatti nessuno di loro nonostante le condanne per corruzione e alrtri reati si è fatto leggi ad personam anche se ha fatto inciuci . Un abisso di persone infatti ci sono ( vedere la lista di travaglio http://www.ilcannocchiale.it/blogs/allegati/FEDINE_PENALI.pdf ) dove Tutte le altre liste, presenti alle elezioni nazionali, contengono molti candidati nei guai con la giustizia: condannati, indagati, rinviati a giudizio, salvati dalla prescrizione, miracolati dalle leggi vergogna o da immunità ed insindacabilità parlamentare. Temo che i futuri cinque anni lo dimostreranno. Capiamo e condividiamo la delusione per l’operato della classe politica dell’attuale centro-sinistra ma non si può dire che i due schieramenti siano totalmente uguali.

“I partiti sono il cancro della democrazia: io li voglio distruggere”
Più che  distruggere io direi da riformare il partito come forma di espressione politica democratica. Qualcuno di voi ha mai visto una democrazia senza partiti? Siete a conoscenza di un’alternativa alla democrazia rappresentativa ? E poi c'è una contraddizione , prima odia i partiti e poi fa le liste civiche   sono s dei partiti  ma  dal basso  e non dei vertici
 Tra le proposte di legge del primo V-day c’era il limite massimo di due mandati parlamentari.
Non hanno tutti i torti quelli che dicono  ; << E perché mai dovrebbe essere così? Il professionalismo politico può anche essere un valore. La politica è un mestiere serio che ha bisogno di anni e di esperienza. >>certo ma ne bastano 3 mandati ovvero 15 anni  ma non di più  non 20 0 40 perchè altrimenti  sia ha il  mancato rinnovamento dei partiti e dei gruppi dirigenti, che in Italia è un problema enorme.
 “basta con i finanziamenti pubblici ai giornali”
 Ha perfettamente  ragione non concordo con dice  : <<  Posto che per finanziamenti s’intende soprattutto sgravi fiscali, abbiamo qualche dubbio. Dal manifesto a radio popolare, tantissime testate scomparirebbero, alla faccia del pluralismo dell’informazione. I pochi giornali in grado di sopravvivere costerebbero di più. Il liberismo economico nel settore dei media è una soluzione rischiosa: la tv insegna.>> 
Perchè con la rete si puo fare un giornale o  una  tv  . Ma  soprattutto  molti giornali come il manifesto  , l'unita  , sono sopravvisuti anni senza tali finanziamenti . basta fare ( come si faceva allora )  oltre il porta a porta dei militanti , mettere a fondo pagina un conto corrente  con  le cordiante bancarie \postali  o  per il pagamento elettronico ,  per farsi dare un aiuto volontario dai lettori , oltre insistere sugli abbonamenti o copie  omaggio . Ora molti si diranno che quella legge va riformata ma non abolita , ma tutte le riforme sono fallite guarda questa puntata della trasmissione report una del poche trasmissioni giornalistiche e politiche ancora guardabili in rai

 Sul blog Beppe denuncia “il silenzio dell’informazione sul V2-day”. Con la variante “i tg non ci hanno dedicato neppure un secondo”
 fesserie . Tutti i tg della Rai ne hanno parlato nei titoli di apertura e con un servizio dedicato sempre nella prima parte del telegiornale chi  lungo  e dettagliato  chi corto  come il tg1 al primo v day . In tarda serata “Matrix” ha trasmesso ampie parti dello spettacolo , cosi pure  santoro  ad  anno zero del 1 maggio
 Il giorno dopo il V2-day era sulla prima pagina dei Repubblica e Corriere e Stampa con relativi pezzi “interni” (dalle due alle quattro pagine).
Repubblica.it ha raccontato la giornata con una diretta da piazza San Carlo Sulla homepage de LaStampa.it c’era un link alla diretta video dell’evento e un dossier dedicato all’evento. Un conto  e dire   come  dice  Gr   che   c'è stato il silenzio  un 'altro e dire  che (   in alcune trasmissioni è avvenuto)  i sono  soffermati solo su quello che lui ha detto e le reazioni degli interessati , senza analizzare ( salvo rari casi )  con ospiti  in studio    a favore  e contro 
Considera  tutti  i giornalisti servi
Concordo in parte  esiste un’informazione di regime o la verità. Esistono giornalisti capaci e giornalisti incapaci. Ma anche: c’è una cosa, nei giornali, che si chiama linea editoriale ed è vero che  nella maggioranza dei casi poco libera  ma  ce ne passa  a dire come  fa Lui   i giornali italiani sono “fascisti”, “fogli di regime "
Perchè se  è Vero al 90 % I giornali italiani sono un esempio di caotico e di un marasma di notizie d'agenzia e sono praticamente la fotocopia dei tg  sentire  cosa dice travaglio ce ne sono un 10 %  che non lo sono  e  sono seri 
Sull'abolizione Ordine dei giornalisti dal meetup  di padova 
www.cantondelgrillo.net/ << Mussolini creò nel 1925, unico al mondo, un albo nel quale si dovevano iscrivere i giornalisti. L'albo era controllato dal Governo e messo sotto la tutela del ministro della Giustizia, il Mastella dell'epoca.
Nel 1963 l'albo divenne con una nuova legge ordine professionale dei giornalisti con regole, pensione, organismi di controllo, requisiti di ammissione. Una corporazione con dei saldi principi. Infatti nella legge 69/1963 è scritto che: è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d'informazione e di critica, mentre è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede.
Einaudi scrisse: "L'albo obbligatorio è immorale, perché tende a porre un limite a quel che limiti non ha e non deve avere, alla libera espressione del pensiero. Ammettere il principio dell'albo obbligatorio sarebbe un risuscitare i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti"
Berlinguer aggiunse: "Io sono contrario al requisito di qualsiasi titolo di studio per la professione di giornalista, perché considero questo come una discriminazione assurda, una discriminazione di classe, contraria alla libertà di stampa e alla libera espressione delle proprie opinioni".
L'informazione è libera e l'ordine dei giornalisti limita la libertà di informazione. Chiunque deve poter scrivere senza vincoli se non quelli previsti dalla legge.I giornalisti liberi straccino la tessera, non ne hanno bisogno, il loro unico punto di riferimento è il lettore.>> Concordo basti vedere il caso Farina \ betulla ex giornalista ora eletto parlamentare del Pdl , è stato espulso dall'ordine perchè nel libro paga della Cia (qui e qui la  cronologia della  vicenda ) che ha continuato a scrivere come opinionista prima di candidarsi ed essere eletto con berlusconi  . Ma il caso più grave  è quello di  Ciancio( 1 2 )  editore siciliano  che  l'ordine non ha mai espulso  Tale storia   è confermata  anche 
Giuseppe Lavenia  giornalista  che racconta la difficile esperienza di alcuni giornalisti con l' editore siciliano ciancio  nella puntata  d'anno zero  trovate la sua storia  su  sito  d'anno zero più precisamente qui nella   sezione generazione
*Abolizione della legge Gasparri*  sono  d'accordissimo    si tratta  di  una illegalità legalizzata  . Infatti la Corte europea di giustizia ha condannato il regime italiano di assegnazione delle frequenze radiotelevisive.
La Corte ha dato ragione a Europa 7, le cui frequenze sono occupate dalla rete di propaganda di Arcore, detta anche Rete 4. La Corte ha evidenziato che il regime di assegnazione delle frequenze nel nostro Paese:

- non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi
- non ha criteri di selezione obiettivi – trasparenti – non discriminatori – proporzionati (poi ha finito gli aggettivi)

La sentenza europea segue quelle a favore di Europa 7 della Corte costituzionale, del Consiglio di Stato e dell’Avvocato generale della Corte di Giustizia europea del 12 settembre 2007 (che ha bocciato la legge Gasparri).
Mi aspetto che si faccia applicare la sentenza senza invocare la Nato e l’ONU. Ma sono sicuro che non succederà. Con il solito trucco: cambieranno la legge.
Le frequenze radiotelevisive sono in concessione, significa che sono di proprietà dello Stato, che può decidere, liberamente, a chi assegnarle. Le frequenze sono quindi dei cittadini, di nostra proprietà.
Le leggi che hanno regolamentato il sistema radiotelevisivo, dalla Mammì alla Gasparri, hanno creato un mostro: il Testo Unico. Cambiarlo solo in parte è inutile, va eliminato per poter definire, da zero, nuove regole che garantiscano una vera informazione.
 

13.7.07

la censura dis tato colpisce pietro ricca

ancora una  volta  la  repressione  colpisce  ancora   dopo  il caso  ecn.org  \ isole della rete  - cardonna  poi  vinto dal  primo ( qui e qui maggiori dettagli ) e  semnpre  di ecn l'opuscolo\Controinchiesta sul  criminale rogo di primavalle in cui la colpa fu attribuita a una faida interna tra esponenti di destra .Un depistaggio  insomma   ma non per  questo da censurare )  della pista  fascista sul rogo di primavalle . Dire la verità è rivoluzionario  come  testimonia  anche questo video  di  pietro  ricca in cui  <<  (... )  L’altro giorno l’abbiamo incrociato alla libreria Feltrinelli di Milano, dov’era atteso per la presentazione dell’ultimo capolavoro letterario di Pierfrancesco Majorino. il giovin segretario (uscente) dei diesse di Milano, ex bambino kinder che non ha vocazione né per la politica né per la letteratura. Dopo avermi ricoperto di insulti, il pregiudicato per truffa allo Stato ha chiamato la polizia. Che è arrivata in forze. E voleva a tutti i costi identificarmi, per la millesima volta. Ho resistito. S’è radunata un po’ di gente. E ho tenuto un lungo comiziaccio nell’afa di piazza Duomo.(... continua qui sul suo blog )







Io  propongo    che se nel caso lo censurassero ancora  flo invito a scrivere qui da noi    voi cosa ne pensate  ?  siete d'accordo  ?


"Emilio Fede mi ha querelato e la finanza ha cambiato le chiavi di accesso al mio blog, impedendomi di pubblicare nuovi articoli. Il blog mi è stato chiuso su richiesta del pubblico ministero romano Giuseppe Saieva, con atto del gip Cecilia Demma. Il “sequestro preventivo” mi è stato notificato alle 14,00 di oggi 10 luglio da due agenti del “nucleo speciale contro le frodi telematiche” della guardia di finanza, venuti appositamente dalla capitale. Il sequestro proviene da una querela per diffamazione presentata da Emilio Fede nei miei confronti per la contestazione al circolo della stampa di Milano del 16 aprile 2007. In esecuzione del medesimo provvedimento è stato cancellato dal blog un mio articolo relativo alla vicenda Fede e i commenti a margine dei lettori. Per motivi tecnici non è stato possibile, come pure era stato richiesto dall’autorità giudiziaria, togliere il video da youtube. Non si è arrivati all’oscuramento totale del blog, che pure era stato prospettato nel decreto di sequestro preventivo, solo perché gli agenti della finanza hanno adottato la soluzione di modificare la mia password di amministratore di www.pieroricca.org, previa missione mattutina a Sarzana (La Spezia), sede legale della società di gestione del blog. Naturalmente farò immediata richiesta di dissequestro. E mi riservo di querelare a mia volta il signor Fede. Ricordo infatti che la contestazione ebbe come antefatto una mia domanda (sul caso Europa 7 e le frequenze abusivamente occupate da Rete 4), alla quale il direttore del tg4 rispose dandomi dell’ “imbecille”. Per non parlare dello sputo che mi indirizzò nell’androne del circolo della stampa, come testimonia il video reperibile. Con il querelante ci confronteremo dunque in tribunale, magari davanti a qualcuno dei magistrati diffamati e spiati negli anni del governo del suo adorato datore di lavoro. Sarò lieto di farmi processare un’altra volta per aver espresso opinioni condivise dalle persone che stimo. Nel frattempo non smetterò di interpellare e criticare i personaggi pubblici che non stimo, esercitando il mio diritto-dovere di dissenso. Nessuno riuscirà a sequestrare la libertà di espressione, mia e degli amici del gruppo Qui Milano Libera e del blog: questo è certo. Ringrazio fin d’ora chi vorrà far circolare questa notizia".

Piero Ricca



8.5.07

Senza titolo 1810

n.4 - Aprile-Maggio 2007
liberoreporter_miniatura
Liberoreporter

una nuova rivista mensile di attualità,
costume cultura e politica anche in edicola
che va oltre le solite notizie scontate,

per dare una mano
a dar voce a chi,
come me, ha bisogno di uscire
dall'invisibilità. Se lo gradite leggete
l' articolo qui

Chi lo desiderna può fare copia e
divulgare l'articolo in formato pdf

nigris

23.4.07

Senza titolo 1776

Fra   due giorni si celebra il 25 aprile  anniversario della liberazione   o della  vergogna  secondo alcuni siti e blog e sulla  scia  dellla trasmissione Rt  d'ieri  condotta da Enzo Biagi  , intitolata appunto  "Resistenza e resistenze" a deciso  di  celebrare tale avvenimento  in maniera non retorica  raccontando  attraverso  la  musica  ( stavolta  è toccato alla canzone  linea gotica degli ex Csi , di cui trovate sotto il testo   con delle note sui protagonisti  citati  nella  canzone  )

A chi dice  che la resistenza  non più attuale  rispondo  invitandovi  a  vedere la punte trovare  con emule  ( meglio noto come  il mulo ) di   Rt  in cui  si metteva in evidenza che La Festa della Liberazione e le resistenze esemplari della gente comune, "perché la Resistenza non è mai finita,anche oggi c'è sempre da resistere a qualcosa ": questo il tema scelto dal giornalista per il suo rientro televisivo, con un occhio agli ascolti ("spero che la gente lo guardi" dice a Fabio Fazio, nell'intervento a Che tempo che fa) e l'animo del cronista, "mi preoccupo di cercare di dire una verità in più di quelle che si dicono, e questo esaurisce la mia parte". Nella prima puntata ci sono i "padri della patria" Vittorio Foa ( socialista )  e Tina Anselmi ( democristiana ) , l'ex magistrato Gherardo Colombo , monsignor Giancarlo Brigantini vescovo di Locri ( che lotta  insieme al gruppo ammazzatecitutti.org contro le mafie  ) con la fatica di resistere alla 'ndrangheta, lo scrittore Roberto Saviano a parlare del suo Gomorra e delle oltre 700 mila copie vendute, di Sud, giovani, camorra . Ci sono le storie: gli operai di Bollate che sono riusciti a rilevare la loro fabbrica dismessa, i "nuovi poveri" che occupano le case a Roma. E un lungo omaggio ai giornalisti morti al fronte, che fosse guerra o terrorismo: Cutuli e Fava, Alpi e Impastato, Casalegno e Baldoni, Alfano e Ciriello. C'è Paolo Rossi, "il signor Rossi" alle prese con i conflitti di un condominio-Paese, dietro i quali si intravedono Aldo Moro e Piazza Fontana, Ustica, Bologna, Calvi e Sindona .
Inoltre a testimoniarne la sua  attualità c'è il   fatto  che  la resistenza  è sempre messa indiscussione  da : 1) un revisionismo estremo  i cosidetto negazionismo   di tali eventi   e   nella equiparazione   fra chi ha combatutto  contro  la   dittatura fascista e nazista  ( pur  facendo  stragi  e vendette anche personali dopo la   guerra )   per la democrazia e chi invece ha combattuto dalla parte opposta , indipendemntemente dal suo colore politico  ed ideologicpo  ( pro usa o pro Urss )  ovvero avvalando un regime \ dittatura che ha portato  l'Italia  alla  II guerra mondiale  ed ad allearsi   con il nazismo  ; 2) dall'impossibile   e utopistica  ricerca
(sia  a destra  che a sinistra )  di una memoria collettiva  fin quando  :  ancora si mitizzerà   ( da una parte )  , si negherà  e\o criminalizzerà   (  dall'altra ) o la  si userà  per  attaccare  l'avversario politico  ovvero non riconoscendo  che  le cause  delle morti  non sono  tutte uguali.
E che  questa nuova  destra  sia parlamentare  che non parlamentare   non ha  ancora imparato 
come  sembra  dimostrare  questo  file  audio ( che trovate presso i multimedia di www.emptyvoice.splinder.com neo entrato nella  nostra  comunity ) e di questo  video  di una vcecchia edizione della trasmissione televisiva ( una  del poche perle  in mezo alla merda  che  c'ènella tv )  blob di qualche  anno fa





 di  un discorso di Borghezio    per cosa   si  è finiti   morti  per  le bastonature delle squadraccie fasciste  ( Piero Gobetti ed Giovanni Amendola) , che  si è finiti in esilio  o  nelle  carceri  e  al confine  , e per  cosa  ( chi coerentemente  con il proprio antifascismo  o perchè  in particolare  dopo il 25 luglio e l'8 settembre del 1943  ha  aperto gli occhi,e chi invece  per opportunismo e\o voltare gabbana capita in  tutti i movimenti \ cambiamenti non esiste  una verginità - perfezione  assoluta al 100 %)  è ha fatto la scelta di andare in montagna  o  fiancheggiare  nelle  città  la resistenza \ movimento di liberazione 






                                               

                                            
Linea Gotica 


«Alba la presero in duemila il dieci ottobre, e la persero in duecento il due novembre dell'anno 1944»  ( Beppe Fenoglio da I ventitré giorni della città di Alba " )

Anche la disperazione impone dei doveriBeppe Fenoglio
E l'infelicità può essere preziosa
Non si teme il proprio tempo
È un problema di spazio
Non si teme il proprio tempo
È un problema di spazio
Beppe Fenoglio
Geniali dilettanti in selvaggia parata
Ragioni personali, una questione privata
Geniali dilettanti in selvaggia parata
Ragioni personali, una questione privata
La facoltà di non sentire
La possibilità di non guardare
Il buon senso la logica i fatti le opinioni
Le raccomandazioni
Occorre essere attenti per essere padroni di se stessi
Occorre essere attenti
Luogo della memoria pomeriggio di festa
Giovane umanità antica fiera indigesta
Cielo padano plumbeo denso incantato incredulo
Beppe Fenoglio
Un canto partigiano al Comandante Diavolo[1]
Non temere il proprio tempo
È un problema di spazio
Non temere il proprio tempo
È un problema di spazio
Geniali dilettanti
In selvaggia parata
Ragioni personali
Beppe Fenoglio
Una questione privata
La facoltà di non sentire
La possibilità di non guardare
Il buon senso la logica i fatti le opinioni
Le raccomandazioni
Occorre essere attenti per essere padroni di se stessi
Occorre essere attenti
La mia piccola patria dietro la Linea Gotica
Sa scegliersi la parte
Occorre essere attenti per essere padroni di se stessi
Occorre essere attenti
Occorre essere attenti occorre essere attenti
e scegliersi la parte dietro la Linea Gotica
Comandante Diavolo
[1] Monaco Obbediente [2]
Giovane Staffetta Ribelle Combattente
La mia piccola patria dietro la Linea Gotica
Sa scegliersi la parte...
Mai come ora...





1
Germano nicolini ( Correggio 1919 )

Partigiano Di formazione cattolica,partecipa alla guerra di Liberazione diventando comandante del terzo battaglione  SAP della 77ª brigata Manfredi, con il nome di battaglia "Diavolo".Finita la guerra, giovanissimo divenne sindaco di Correggio, in una zona e in un periodo ancora turbati dalle vendette e dai delitti di stampo politico.Tra questi delitti, fece molto scalpore l'assassinio di Don Umberto Pessina, parroco a Correggio, il 18 giugno 1946. Del delitto vennero accusati Ello Ferretti, Antonio Prodi e lo stesso sindaco comunista di Correggio, Germano Nicolini.
Condannati a 22 anni di carcere, scontarono 10 anni di pena in cella, mentre i veri responsabili rimasero liberi, protetti da un intreccio di paure e omertà che legava gli ambienti cattolici e della Dc ansiosi di trovare dei capri espiatori, e lo stesso
Pci, che preferì proteggere la fuga dei veri responsabili per calmare la situazione e non riaprire un caso che avrebbe potuto far emergereNel 1990 venne riaperto il caso e furono individuati i veri colpevoli: Cesarino Catellani, Ero Righi ( già rei confessi nel 1946, ma condannati per autocalunnia) e William Gaiti ( anch'esso reo confesso). I tre furono assolti nel 1993 in seguito all'amnistia fatta nel  2  dpopoguerra  dallallora  ministro  dela giustizia  Togliatti.
Nel 1994 anche Nicolini, Prodi e Ferretti vennero definitivamente prosciolti, e l'ex "comandante Diavolo" venne inisignito della medaglia d'argento al valor militare. eventuali responsabilità di dirigenti locali (frattanto che William Gaiti, il veroIl comandante Diavolo assassino, abbandonava il suolo italiano).Ancora oggi Germano Nicolini, ultraottantenne, continua a prestare la sua testimonianza degli orrori della guerra.La storia di Germano Nicolini, comandante Diavolo, è stata ripresa da gli ex CSI con Linea gotica, nella quale è presente anche un altro personaggio simbolo della lotta antifascista Giuseppe Dossetti ( il monaco ubbidiente ) e dai Modena City Ramblers, che con la canzone Al Diével  traduzione emiliana di "Diavolo"
( qui potete trovare il testo con la traduzione in italiano  e altri dettagli  sul personaggio in questione ) l'hanno fatta conoscere al grande pubblico


2
Giuseppe Dossetti ( Genova, 1
3 febbraio 1913 - Oliveto di Monteveglio,Bologna, 15 dicembre 1996 )
fu giurista, uomo politico e, dal 1959, sacerdote .
Da giovane si iscrisse all'Azione Cattolica e a soli ventuno anni si laureò in giurisprudenza. Animato da profonde convinzioni politiche e moral ied  antifascista, partecipò alla Resistenza e al CNL ( Comitato di Liberazione Nazionale  ) di Reggio Emilia, anche se rifiutò sempre di usare le armi.
Alla fine del fascismo, divenne professore incaricato di Diritto ecclesiastico
all'Università di Modena .
Divenne vicesegretario della Dc ( La sua carriera politica fu poi rapidissima: nel 1945 ) e il Democrazia Cristiana2 giugno 1946 fu eletto alla Costituente, di cui fu uno dei membri più attivi. Nello specifico fece parte della cosiddetta Commissione dei 75, che elaborò la prima bozza della nostra Costituzione, e della prima Sottocommissione che aveva come compito i "diritti e doveri dei cittadini". Sempre nel 1946, con tre  dei più  importanrti esponenti della Dcfino agli anni 70\80  Amintore Fanfani,Giorgio la Pira e Giuseppe Lazzati (definiti, non senza una punta di disprezzo, i "professorini"), fondò l'associazione Civitas Humana. Decise di non ricandidarsi alle elezioni del 1948 e tornò sulla sua decisione solo per obbedire alla volontà di monsignor Montini (poi Papa Paolo VI). All'interno della D.C. le posizioni di Dossetti, improntate ad un ideale evangelico, si contrapposero quasi inevitabilmente a quelle decisamente pragmatiche di Alcide De Gasperi.
Contrario all'ingresso nella NATO, in cui vedeva la riproposizione di pericolose contrapposizioni internazionali, favorevole a riforme sociali che favorissero gli strati più poveri del paese, Dossetti si presentò al Congresso del partito tenutosi nel luglio 1949 con oltre un terzo dei consensi. La contrapposizione con De Gasperi fu netta; Dossetti accettò la sfida del suo avversario e tornò a coprire la carica di Vicesegretario del partito da cui in precedenza si era dimesso. In questi anni si impegnò a fondo per la realizzazione di grandi riforme che videro luce negli anni successivi: quella agraria, quella tributaria, l'istituzione della Cassa del Mezzogiorno.
Abbandonò la politica attiva nel 1951 per concorrere, senza successo, alla poltrona di e vi fece solo una brevissima riapparizione nel 1956sindaco di Bologna, nel cui consiglio comunale siederà nei due anni successivi.
Nel frattempo, il 6 gennaio 1956, pronunciò dei voti religiosi dopo che, pochi mesi prima, le autorità ecclesiastiche avevano dato la loro approvazione alla regola della comunità monastica della "Piccola Famiglia dell'Annunziata", da lui fondata e basata su "silenzio, preghiera, lavoro e povertà". In seguito Dossetti, già terziario francescano, ricevette, esattamente tre anni dopo i voti, l'ordinazione sacerdotale.
Negli anni '60 partecipò ai lavori del Concilio Vaticano II come collaboratore del cardinale Lercaro ma, anche in questo caso, la sua presenza mal vista da alcuni settori delle gerarchie ecclesiastiche gli fece scegliere il ritiro, senza clamori e polemiche, com'era nel suo stile.
Negli anni la comunità da lui fondata si espanse: dalla prima sede nei pressi di Bologna, alla Terrasanta, dalla Giordania a Casaglia di Monte Sole, frazione di Marzabotto, che negli anni della guerra era stata teatro di un eccidio nazista
(il massacro di Marzabotto).
Tornò sotto i riflettori della stampa nel 1994, quando espresse pubblicamente la sua preoccupazione per i propositi di stravolgimento della Costituzione repubblicana, che da vari ambienti politici venivano espressi con sempre maggiore chiarezza e radicalità. Sorsero in tutta Italia associazioni e circoli in difesa della Costituzione che si rifecero al messaggio lanciato dal vecchio sacerdote. La caduta del primo governo Berlusconi e il fallimento di quel disegno affievolirono l'attenzione intorno al movimento in difesa della Costituzione.
Dossetti morì due anni dopo, il 15 dicembre 1996 e fu sepolto insieme con il nome di "Benigno" e divenne Presidente del ai martiri dell'eccidio nel piccolo cimitero di Casaglia di Monte Sole.


Concludo  una frase  di un'altro  " padre della patria " << Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì O giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione. >> Piero Calamandrei ( Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza. Milano, 26 gennaio 1955 )   che oggi  definscono ( quando in realtà no lo mai stato era  un liberale  \ repubblicano  come potete leggere dala  sua biografia in senso dispreggiativo, comunista


 
P.s


a causa dei soliti problemi  le  frasi  in neretto e sottolineate  sono dei colegamenti ipertestuali 











Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...