PELLEROSSA E MERIDIONALI
Con questo articolo vorrei rievocare la memoria di alcune terribili esperienze storiche in cui sono stati consumati veri e propri eccidi di massa, troppo spesso dimenticati o ignorati dalla storiografia e dai mass-media ufficiali. Mi riferisco allo sterminio degli Indiani d’America e ai massacri perpetrati a danno dei “Pellerossa” del Sud Italia, vale a dire i briganti e i contadini del Regno delle Due Sicilie.

Dopo la scoperta del Nuovo Mondo ad opera di Cristoforo Colombo nel 1492, quando giunsero i primi coloni europei, il continente nordamericano era popolato da circa un milione di Pellerossa raggruppati in 400 tribù e in circa 300 famiglie linguistiche. Quando i coloni bianchi penetrarono nelle sterminate praterie abitate dai Pellerossa, praticarono una caccia spietata ai bisonti, il cui numero calò rapidamente e drasticamente rischiando l’estinzione totale. I cacciatori bianchi contribuirono così allo sterminio dei nativi che non potevano vivere senza questi animali, da cui ricavavano cibo, pellicce ed altro ancora.

Ma la strage degli Indiani fu operata soprattutto dall’esercito
statunitense che pur di espandersi all'interno del Nord America cacciò ingiustamente i nativi dalle loro terre attuando veri e propri massacri senza risparmiare donne e bambini. I Pellerossa vennero letteralmente annientati attraverso uno spietato genocidio. Oggi i Pellerossa non formano più una nazione, sono stati espropriati non solo della terra che abitavano, ma anche della memoria e dell’identità culturale. Infatti una parte di essi si è integrata completamente nella civiltà bianca, mentre un'altra parte vive reclusa in alcune centinaia di riserve sparse nel territorio statunitense e in quello canadese.

Un destino simile, anche se in momenti e con dinamiche diverse , accomuna i Pellerossa d'America e i Meridionali d'Italia. Questi furono chiamati “Briganti”, vennero trucidati, torturati, incarcerati, umiliati. Si contarono 266 mila morti e 498 mila condannati. Uomini, donne, bambini e anziani subirono la stessa sorte.

Il governo della monarchia sabauda, guidato dallo scaltro e cinico Camillo Benso conte di Cavour, progettò la più grande rapina della storia moderna: cominciò a denigrare il popolo Meridionale per poi asservirlo invadendone il territorio: il Regno delle
Due Sicilie, lo Stato più civile e pacifico d'Europa. Nessuno venne in nostro soccorso. Soltanto alcuni fedeli mercenari Svizzeri rimasero a combattere fino all'ultimo sugli spalti di Gaeta, sino alla capitolazione.

I vincitori furono spietati. Imposero tasse altissime, rastrellarono gli uomini per il servizio di leva obbligatoria (che invece era già facoltativo nel Regno delle Due Sicilie); si comportarono vigliaccamente verso la popolazione e verso il regolare ma disciolto esercito borbonico, che insorsero. Ebbe così inizio la rivolta dei Briganti Meridionali.



Una guerra che si è conclusa tragicamente dando inizio al fenomeno dell’emigrazione di massa dei meridionali. Un esodo di proporzioni bibliche, paragonabile alla diaspora del popolo ebraico. Infatti, i meridionali sono sparsi e presenti nel mondo ad ogni latitudine, in ogni angolo del pianeta, hanno messo radici ovunque, facendo la fortuna di numerose nazioni: Argentina, Venezuela, Uruguay, Stati Uniti d’America, Svizzera, Belgio, Germania, Australia, eccetera.


Né intendo in tal modo esternare sciocchi sentimenti di inutile nostalgia rispetto ad una società arcaica, di stampo dispotico e aristocratico-feudale, ossia ad un passato che fu prevalentemente di barbarie e oscurantismo, di ingiustizia ed
oppressione, di sfruttamento e asservimento delle plebi rurali del nostro Meridione. Ma un dato è certo e inoppugnabile: la monarchia sabauda era molto più retriva, molto più rozza, ignorante e dispotica, meno illuminata di quella borbonica.

Il Regno delle Due Sicilie era indubbiamente molto più ricco, avanzato e sviluppato del Regno dei Savoia, tant’è vero che esso rappresentava un boccone assai invitante ed appetibile per tutte le maggiori potenze europee, Inghilterra e Francia in testa.


Non mi pare che tali processi abbiano garantito un reale, autentico
progresso sociale, morale e civile, ma hanno favorito e generato quasi esclusivamente uno sviluppo prettamente economico. Voglio dire che l’unificazione dei mercati e dei capitali, prima a livello nazionale ed ora a livello europeo, o addirittura globale, non coincide affatto con l’unificazione e con l’integrazione dei popoli e delle culture, siano esse locali, regionali o nazionali. Ovviamente, le forze autenticamente democratiche, progressiste e rivoluzionarie devono puntare a raggiungere il secondo traguardo.
P.S.: Riconoscete il famigerato "brigante padano" raffigurato nella caricatura a destra ?
3 commenti:
Da approfondire. Hai letto il libro di Del Boca del 1998? S'intitola MALEDETTI SAVOIA. A presto.
concordo con ulysses54 il tuo post è d'approfondire , manca la parte del danno che la repubblica ha fatto al sud , distruggendo forme culturali e antropologiche ed economiche come esempio qui da noi in sardergna
Grazie, Ulysses54, per l'indicazione, il libro di Del Boca non l'ho ancora letto.
In merito all'argomento del post sono pienamente cosciente che bisogna procedere a ulteriori approfondimenti. L'ho scritto chiaramente nella conclusione. Magari, sarebbe bello se qualche altro "compagno di viaggio" volesse fornire un contributo personale sullo stesso tema. Per quanto mi riguarda, se possibile, farò seguire altri post sull'argomento: brigantaggio postunitario e questione meridionale.
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