Il fascio comunista vita scriteriata di Accio Benassi .






Essendoci molte  canzoni italiane  e internazionali adatte per  fare da  colonna sonora  \ sopttofondo musicale  a tale post   ho scelto a  malincuore  : 1) mio frate4lo è figlio unico   di rino gateano   ( ne trovate sopra un video e qui il testo  )   di rino Gaetrano ;  2) la colonna sonora del film tratto dal romanzo ; 3) vagabondo dei nomadi  qui un bellissimo video  ., 3) l'avvelenata di Guccini  qui il testo
nel regno del nulla televisivo e adesso anche radiofonico , salvo che per i sonnambuli , un libro ( bello , brutto , mediocre, pessimo , ecc ) costituisce una valida alternativa insieme ad una bella camminata .
Ultimamente ho letto , anzi divorato ( ero da era da Romanzo criminale di De Cataldo che non mettevo in moto un simile ambaradàn
) essendo appassionato oltre che ai triller e hard bollet alle biografie ( anche se romanzate ) , ai romanzi a sfondo storico o politico , oltre che incuriosito ( è questo è uno dei casi ) di vedere come un regista ha reso un romanzo o qualche altra opera letteraria come il romanzo di formazione   “ il fasciocomunista vita scriteriata di Accio Benassi “ di Antonio pennacchi da cui è tratto il film daniele lucchetti  “mio fratello è figlio unico” titolo isiprato all'omonima canzone  (  trovate sopra il video )  di rino gaetano 
Il libro è uscito nel 2003, ma oggi è tornato alla ribalta dopo che dal romanzo è nato il film di Daniele Luchetti "Mio fratello è figlio unico", che vede come interpreti Elio Germano
e Riccardo Scamarcio.
Un libro toccante ( molto più del film le cui differenze nonostante siano poche sono abbastanza notevoli ma che hanno in comune il un confronto senza fine una stagione fatta di fughe , ritorni , botte , ma soprattutto di grandi passioni ) , allegro , triste , allo stesso tempo .
<< La lingua di Pennacchi è >> come dice l'ottimo sito  http://www.wumingfoundation.com/ <<
efficacissima, piena di prestiti dialettali e stratagemmi reiterati fino a diventare tormentoni, come quel "Dice:" a cui seguono domanda retorica e risposta auto-assolutoria. L'effetto è indicibile. Esilaranti le descrizioni delle scazzottate, con l'immancabile incipit: "Gliene misi due in faccia". Sapete come la penso: se riesci a rendere viva una rissa o una scazzottata, allora sei un bravo scrittore.Il fasciocomunista contiene alcune perle, come la storia della partecipazione dei giovani fascisti alle prime occupazioni del '68 romano. Stando a Benassi/Pennacchi, non solo i militanti di Avanguardia Nazionale, guidati da Stefano Delle Chiaie, presero parte agli scontri di Valle Giulia, ma addirittura li cominciarono: furono i primi a controcaricare la polizia . In seguito, il celebre intervento squadristico alla Sapienza voluto da Almirante e Michelini (che stavano facendo il maquillage al MSI per trasformarlo in " partito d'ordine " anti-estremisti ) impedì la "fraternizzazione" e costrinse i giovani di destra a schierarsi "di qua" o "di là". Benassi si schiera "di là", coi rossi. << (....) E' lo stesso giorno in cui Oreste Scalzone rimase ferito alla spina dorsale. Nel suo libro autobiografico Biennio rosso (a cura di Ugo Maria Tassinari, edizioni SugarCo, 1988), sempre secondo Wm1 , lo stesso Scalzone è molto evasivo sulla presenza dei giovani di destra a Valle Giulia: solitamente tanto logorroico da provocare edemi cerebrali in chi lo ascolta, in quel passaggio se la cava in due righe, dicendo più o meno: "Boh, può darsi, c'era un tale casino..." (...) >>                                                                                           Altro passaggio bellissimo è una lite con Pasolini sulla questione della "degenerazione antropologica" dei giovani italiani. Oppure il finale tutt'altra cosa  rispetto a quello sdolcinato del film .Si puo' quindi dire che il romanzo è la storia di una generazione o almeno una parte d'essa che in un periodo ancora aperto 19601980 passo' dalla destra alla sinistra extra parlamentare e ala sinistra parlamentare o che come è il caso del sindaco di Roma Alemanno e è rimasto a destra .Erta da tempo , almeno dai libri che ho letto direttamente o di cui ho sentito parlare o letto recensioni , che -- come dice la quarta di copertina del libro-- Accio Benassi è un personaggio come da tempo non se ne vedevano nella letteratura italiana: ribelle, attaccabrighe, goffo, innamorato, illuso, ingenuo, disubbidiente, sentimentale, arruffapopoli.La cosa che più mi ha colpito, fin dall'inizio, in questo romanzo, è la capacità dell'autore di mantenere un ritmo elevatissimo, incalzante, che incolla il lettore alla pagina, senza ricorrere alla scrittura secca, mitragliata, telegrafica, che abbiamo imparato ad amare sulle pagine di Ellroy.Ciò che risulta torrenziale, ne Il fasciocomunista,è l'affabulazione, la miriade di aneddoti, di personaggi, di situazioni assurde e strampalate. Una lingua che imita o usa abbondantemente il parlato, anzi, il "raccontato", proprio del cantastorie, che spesso dialoga col suo pubblico, altre volte si fa prendere dall'emozione perché , in fondo, è della sua stessa vita che si sta parlando. Un anarchico di costituzione e di DNA alle prese con le grandi istituzioni totali del recente passato: la famiglia - dominata da una madre anaffettiva e del tutto fuori di testa; la Chiesa - cioè il seminario e la crisi di vocazione; il neofascismo pecoreccio della provincia di Latina, e quello più violento ed eversivo della capitale; quindi i "preti rossi" di Servire il Popolo; la Droga - ma solo di sfuggita, come passaggio dal farsi le pippe al farsi le pere; la Fabbrica.Un vero pugno in faccia a tante scritture autobiografiche che non raccontano nulla, non trasmettono alcuna emozione, non coinvolgono nessuno.Pennacchi, fondamentalmente, mette in scena sé stesso: a volte, forse, si lascia scappare qualche indulgenza su aspetti più personali, ma sono momenti brevi, comunque gustosi.
Inoltre secondo Wm2
Quello che spicca - e che salva, rendendo il libro uno dei migliori italiani della stagione - è la voglia di raccontare che straborda da ogni parola, e con essa il desiderio di fare letteratura corale, un vero affresco dell'Italia di ieri l'altro, filtrato attraverso lo spirito incontenibile di un grandissimo rompicoglioni.>> e  come dimostra la stessa  biografia dell'autore ( foto  a destra     e qui la  sua biografia ) . Un buon romanzo anche se  troppo affrettato nel  finale  , dato  non si parla  deil  funerale   del fratello ,   dele reazioni  dei geniitori  alla sua sbandata verso la droga  . Ha avuto  iol pregio e qui facciom complimenti all'autore   d'eviutare  un finale strappa lacrine   ovvero vogliamoci bene  e\o  ciò che è bene   finisce  bene . Sulla stessa linea  del  il voltafgabbana  di lajolo  ( vedere righe  successive  )  ma  con parti più romanzate   che  autobiografiche  , ma  abilmente fuse insieme   dall'ottima scrittura creativa  .
Concludo che è un libro molto polemico ma purtroppo nel clima culturale d'oggi , le polemiche si sono spente subito , cosa che invece non sarebbe successo se il libro fosse stato scritto prima del 1989-1992 e avrebbe provocato specie a sinistra polemiche a non finire come quelle che si succedevano con Davide lajolo ( in particolare "Classe 1912" (1945) (ristampato nel 1975 e nel 1995 con il titolo A conquistare la rossa primavera) e ne Il voltagabbana (1963) ristampato  nel 2005 , in cui l'autore analizza le ragioni che lo portarono a schierarsi, dopo una giovinezza fascista, dalla parte della Resistenza. Finestre aperte a Botteghe Oscure (1975), che suscita notevoli polemiche a sionistra ) Pier paolo pasolini ( con le  sue opere in  particolare i saggi )  e Beppe fenoglio ( con i suoi romanzi sulla resistenza anti predominio del Pci  )


contesto storico e culturale




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