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18.8.24

questa si che è destra non quella della meloni e LA POLITICA DELLA (E NELLA) CACCA di Emiliano Morrone


 ha  ragione  Lorenzo Tosa  : <<  Il problema, semmai, su cui interrogarci serissimamente è che in tutta Europa Forza Italia rappresenterebbe una normale destra conservatrice. Qui da noi al confronto con Meloni e Salvini appare di centro (con punte di centro-sinistra), tale è lo scivolamento della politica verso la destra estrema. Ed è la stessa ragione per cui i liberali negli ultimi anni si sono tendenzialmente spostati sempre più a sinistra. Perché di liberale, in questo governo di busti e di nostalgici, non c’è neanche l’ombra per terra.>> infatti anch'io Non avrei mai pensato di dirlo, ma Antonio Tajani, pur con tutti i suoi limiti e contraddizioni, nelle ultime 48 ore sta dando letteralmente una lezione di Politica e Civiltà a Lega e Fratelli d’Italia (ci vuole poco, eh…) su Ius Scholae, carceri, Europa, diritti, welfare, inclusione, dimostrando (tardivamente) che può esistere anche una destra decente, liberale, capace di adeguarsi alla realtà e ai cambiamenti sociali e civili di un Paese.Una destra che in (quasi) tutta Europa è da decenni la normalità e che qui da noi, in un Paese che non ha fatto ancora i conti col fascismo (al punto da rimandarlo al potere) è pura utopia.E gli attacchi feroci e sbavanti che Tajani sta subendo da tutta la destra estrema in queste ore sono lì a dimostrarlo. Non dimentico nulla, sia chiaro. Ma con una destra come quella che oggi (non ieri, OGGI) incarna Tajani non solo è giusto discutere e dialogare sui singoli temi, ma dobbiamo augurarci anche che prevalga sul populismo di Salvini e il neofascismo di Meloni.
 Ed  su  questa   strada  aperta  da lorenzo tosa s'innesta il pensiero del giorno del compagno di strada Emiliano Morrone : 

  LA POLITICA DELLA (E NELLA) CACCA
Emiliano Antonino Morrone 
11 min ·



Quando il discorso politico si basa sull'insulto, per di più gratuito, significa che si è toccato il fondo, che non si vogliono risolvere i problemi perché manca la competenza, la capacità e le volontà di indicare soluzioni e orizzonti. Dalle mie parti, a sud del Sud, vedo un'affezione sempre più diffusa e compiaciuta per il ricorso a diffamazioni anonime, come se la politica fosse la gara degli asini che la sparano più grossa o delle bisce che sputano il veleno più tossico. È, infine, un master della demolizione incontrollata, della confusione totale che lascia i territori nella loro marginalità e lontananza, nell'ombra più cupa rispetto allo sguardo del governo nazionale e del legislatore, che in genere si muovono in autunno, in occasione della legge di Bilancio, nella quale vengono previsti gli interventi principali e stanziate le risorse occorrenti. Che cosa volete che in quella sede sia disposto, per l'interno della Calabria, se la gente comune, tra cui educatori e acculturati, continua a occupare il proprio tempo per gettare fango e deiezioni addosso al vicino, la cui erba è, da manuale, sempre più verde? Mai una lettera anonima – meglio sarebbe se firmata –su come impiegare le ultime risorse (in parte in prestito) del Pnrr, su come rifinanziare e riorganizzare i servizi sanitari pubblici, attrarre investimenti o creare vantaggi fiscali, acceleratori di sviluppo, premialità per le imprese in grado di impiegare, promuovere e valorizzare le risorse territoriali. Sempre meglio non assumersi le proprie responsabilità, non soltanto civili e penali, e scadere nel linguaggio e nelle argomentazioni, prive di basi, analisi, prospettive. Qualcuno dovrà pur muoverla questa critica, perché siamo diventati un posto in cui si producono rifiuti e scorie della mente e dell'anima, non discussioni ragionate, confronti, proposte, azioni utili alla collettività. Non c'è da meravigliarsi, poi, se l'emigrazione aumenta e i Comuni si svuotano. E basta con lo scaricabarile sulla politica, che dovrebbe essere l'arte della costruzione, mediante l'ascolto, il coinvolgimento e l'inclusione, di società più civili e progredite. Nessuno si senta assolto, soprattutto le vecchie guardie, che ora, in tutta comodità e senza ansie personali o familiari, giocano (all'"ammucciuni") a interpretare il ruolo delle verginelle e perfino delle vestali, dimentiche della trave che hanno nel loro occhio.

13.10.19

La politica degli incapaci, l’uso spregiudicato della minaccia. DI Galluranews

«Quanto straripante è l’ignoranza individuale per carenza patologica di istruzione, nutrito il menefreghismo sociale, latitante il civismo, il disprezzo per il bene comune, la disonestà sistematica e patologico il familismo amorale, tanto maggiore è la putrescenza della comunità di cui si è parte. Virulente malattie sociali che degenerando oltre i limiti dell’eccezione divengono regolare cancrena, finendo parallelamente nelle istituzioni contagiandole attraverso i loro rappresentanti reclutati nello stesso terreno culturalmente infetto (Omar Massaro, Il Fatto Quotidiano)»






La politica degli ultimi decenni ci ha abituato all’uso spregiudicato delle armi minatorie, quelle che usano sostituirsi alla reale incapacità di efficacia amministrativa o di semplice visione delle oggettività. Il politico attuale ha solo spregiudicatezza, fame di arrivare a ricoprire un proprio ruolo che ritiene non solo un prestigio personale ma una vera arma da brandire contro chi semplicemente pone domande.
Dal momento che giungono ad avercela quella seduta comoda, credono di essere onniscienti e potenti al punto di potersi permettere qualsiasi azione per difendersi quel ruolo. Osano al limite delle licenze consentite dal loro ruolo. E quando anche quel limite lo varcano, credono di godere di qualsiasi tutela, anche se ben oltre il confine stabilito dalle leggi vigenti. Possono, forse perché qualcuno glielo ha fatto intendere o perché sono finalmente riusciti a colmare una vita senza colore e con tanta, troppa, disinvolta arroganza.
La politica degli incapaci, di coloro che frettolosamente hanno bruciato le tappe del potere senza avere una minima idea di cosa sia e di come anche il potere meno essenziale, debba essere gestito. Perché ci sono poteri e poteri, sistemi e modi per arrivarci e altrettanti per restarci con cognizione e veridicità. Quando la sete cresce, e con essa l’ambizione patologica, inevitabili arrivano gli errori, le scivolate, o gli interventi a gamba tesa. Perché, a loro dire, il potere, purché si espliciti in una qualche misura, va protetto, difeso, mica gestito o messo a disposizione della collettività. E nel momento stesso che questo avviene, chi non dispone di necessaria preparazione di base, pensa di potersi permettere di tutto. Dalle minacce alle querele, come se piovesse. Che nessuno osi infrangere il mio sogno. “Sono arrivato e nessuno mi deve ostacolare”.La politica crea mostri incapaci e improvvisati.
A parte che alla maggior parte della gente poco importa di chi raggiunge una posizione privilegiata. Penso e spero che si pensi di più ai risultati che un politico riesce a raggiungere per il bene comune. A me che uno diventi sindaco, assessore, ministro, interessa relativamente. Mi piacerebbe che chiunque ricopra un ruolo istituzionale, lavori per la gente che lo ha eletto e lo faccia pensando al bene collettivo e non alle becere questioni personali, o peggio, al denaro e alla posizione economica certamente favorevole. C’è differenza tra chi si barcamena tra pensioni risicate o stipendi mortificanti e chi percepisce emolumenti elevati per mettersi a disposizione della popolazione.
La differenza è solo economica ma si pretendono almeno regole e doveri.
La prima regola è che quel bonus economico gli dia il tempo per fare ciò per cui è stato chiamato a gestire la cosa pubblica.
La seconda è che lo faccia nel rispetto delle leggi vigenti, con coraggio e assoluta dedizione. Pur se personalmente mi interessa di più che il lavoro la politica lo svolga nell’interesse dei cittadini, detesto chi le leggi le infrange compromettendo quel bene comune per cui è chiamato a lavorare. Garantisti quanto si vuole, ma leggere e sapere che esistono politici (sanitari) che hanno agito per sistemare amici e parenti, mi da nausea. E quando quel politico viene acchiappato dalle maglie della giustizia, non è che mi faccio prendere dalla disperazione. Non godo, ma nemmeno mi tormento.
Questa politica ha creato dei mostri del tutto incapaci, improvvisati e ligi esclusivamente a proseguire un percorso personale, una carriera nel partito, con spolverate di decisioni, azioni verso l’interesse comune. Prevalentemente tracotanti, baldanzosi, spregiudicati, arroganti ma del tutto inservibili in quelle posizioni raggiunte.
A questa politica manca il rispetto per la gente .
Si nascondono, agiscono spesso all’ombra della stessa gente che li ha chiamati a rappresentarla. Non tutti, per fortuna, ma una buona e succulenta porzione di soggetti che hanno scelto il carrierismo a tutti i costi. Individui che intrecciano rapporti con il sistema che dovrebbero combattere. Si lasciano avvolgere dall’incarico ricevuto e si scordano del perché lo abbiano voluto e raggiunto.
Non sono chiacchiere da bar queste, è il sentire comune della gente quando riflette sulle azioni tese alla salvaguardia del ruolo ricoperto e non del solo scopo che dovrebbero esplicitare con il loro operato. Allora si lasciano andare ad esternazioni populiste, volte a colpire avversari dubbiosi così come semplici concittadini che chiedono ragione della loro azione. Senza alcun rispetto, vanno avanti spavaldi al punto di minacciare veementi azioni legali contro chi osa mettersi in mezzo. “Lei non sa chi sono io!”. Tipica espressione di chi non ha rispetto, ma lo pretende. Un classico a cui non dovremmo mai abituarci e che pesa come una minaccia.
Chi, da comune cittadino, commette uno sbaglio, diventa in automatico un fuorilegge, chi la legge la considera uno strumento da usare per i propri fini, è solo un politico che viaggia ai limiti della legge stessa. Non è uno slogan, è la frase che rispecchia questa politica inservibile creata da incapaci improvvisati.

15.12.18

salvinisti predica bene ma razzola male .il silenzio sui fatti di del boscaiolo moldavo morto sul lavoro in provincia di Trento

https://www.ilpost.it/2018/12/15/boscaiolo-moldavo-morto-lavoro-trento/
https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_novembre_11/desiree-mariottini-fermato-italiano-che-ha-fornito-stupefacenti-02f2e57e-e590-11e8-a424-cbaa2fa93806.shtml

Tommaso Fattori
7 h
Italia 2018, ritratto.
Vitali Mardari, 28 anni, era nato in Moldavia e lavorava in nero per una ditta italiana. Un cavo gli ha spaccato la testa e il titolare lo ha caricato in auto e ha gettato il corpo in un dirupo. Come fosse spazzatura.
Non si registra alcun tweet del loquace ministro dell’inferno.


cosi comecome è passata sotto silenzio la condanna dello  spacciatore   che  ha  venduto la   dose  letale " era italiano "a  desirè mariottini  .Mancano commenti non solo del capitano ma anche di tutta la ciurma che adora e sbava per le gesti del capitano

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...