da OLBIA.IT DEL 15\10 \2025
Laura Scarpellini
Olbia.
Escursioniolbia continua a crescere con adesioni continue, non solo come gruppo di camminatori ed esploratori, ma anche come simbolo di gioia di vivere e di gratitudine verso chi dona, trasformando la scoperta del territorio in una storia di rinascita personale e collettiva. Ma dietro a questo progetto collettivo inaspettatamente c’è anche una storia personale di grande forza. Midulla infatti ha affrontato un delicatissimo trapianto di cuore che gli ha regalato una seconda possibilità, ed è tanto grande la sua riconoscenza verso il suo donatore, che ora il suo desiderio più profondo è ringraziare pubblicamente i genitori di colui che gli ha permesso una nuova vita.
Condividere questa esperienza di resilienza con la comunità ci porta a riflettere su come la passione per la propria terra possa unirsi alla valorizzazione della vita umana tenendo di buon conto, se mai ve ne fosse bisogno,ogni minuto speso a contatto con la magnificenza del territorio circostante.
Qual è stata l’idea originale dietro la nascita di Escursioniolbia e come è cresciuta nel tempo?
"L'idea è nata dopo quasi 16 anni che facevo escursioni, senza creare un gruppo ben preciso. Ho pensato di includere nel nome dell'iniziativa "Olbia accanto a Escursioni" perché a quanto pare parecchia gente non conosce il territorio olbiese. La mia idea era quella di andare oltre la conscenza del nostro mare, e fare esplorare anche le suggestive montagne intorno a Olbia e nel territorio della Gallura come: Monte Pinu,Monti di Limbara, Monte Plebi, Le montagne di San Giacomo, i monti di San Pantaleo, Monte Moro, Capo Figari, Capo Ceraso. Ci sono così tante altre piccole montagne, e piccole colline che si trovano a poca distanza dalla cittadina, degne di una visita. Tutto il territorio della Gallura è caratterizzato da posti bellissimi con dei panorami veramente fantastici che siano mare, cascate, prati o semplice vegetazione. Il nostro gruppo si può dire che sia cresciuto nel tempo attraverso il passa parola e un po’ anche grazie al gruppo creato su Facebook, dove periodicamente pubblico annunci per poter partecipare gratuitamente a qualche uscita. Ciò ha aiutato tantissimo la crescita del gruppo, perchè in molti vogliono conoscere meglio il nostro territorio, a pochi passi da casa. Addirittura c'è chi è nato qui e non conosce nulla al di fuori dei soliti posti di mare che tutti frequentano".
Può descrivere un esempio emblematico di escursione recente che abbia rappresentato lo spirito del gruppo?
Quali consigli daresti a chi volesse fondare un gruppo simile in un’altra zona, mantenendo gratuità, partecipazione spontanea e rispetto reciproco?
Hai affrontato un trapianto di cuore: come ha influito questa esperienza
sulla tua visione della vita, delle escursioni e del rapporto con i partecipanti al tuo gruppo escursionistico?
"Beh, il trapianto di cuore mi ha fatto capire che ora debbo dare più peso alla vita, concedendo più tempo a me stesso, cosa che non facevo prima. Ero molto appesantito dal lavoro, pensando solo a guadagnare di più, credendo così di poter stare sempre meglio. Avevo la convinzione che i soldi potessero sopperire a qualsiasi cosa. Poi mi sono accorto che invece i soldi non sono tutto. Su tanti aspetti il trapianto mi ha insegnato questo, e soprattutto mi ha insegnato una cosa molto, molto bella: rispettare chi è meno fortunato di me. Non si sa mai cosa ci riservi la vita e se io oggi sono qui, è perchè sono stato davvero fortunato. Ho una cara amica Mary che vive a Parma. E' stata lei che mi ha convinto a fare dei controlli. Se non mi fossi sottoposto a degli esami, non sarei mai potuto arrivare in tempo al trapianto. Sono arrivato a Parma praticamente in fin di vita ma il mio ringraziamento più grande va alla famiglia del donatore e a tutto lo staff dell'Ospedale Sant’Orsola di Bologna, alla Dottoressa Martinez, e al Dott Potena. Un grazie immenso anche a Gianna Canu quale responsabile del mio percorso dopo il trapianto. Spesso non ci si sofferma a pensare che il trapianto di organi è un vero e proprio dono, che non si deve mai sprecare!".
"Oggi il mio sogno più grande è quello di poter abbracciare prima o poi i genitori di chi mi ha donato questa seconda vita perché porto questo ragazzino dentro di me. Io so che è un ragazzino, e che adesso avrebbe avuto 23 anni. Prima o poi vorrei di ricevere una chiamata da parte dei genitori di questo ragazzo e che come me abbiano il desiderio di poterci abbracciare. Credo nei sogni e sono sicuro che prima o poi accradrà. Da poco ho avuto anche la fortuna innamorarmi di una donna meravigliosa che mi sta dando nuova gioia e allegria. Sono convinto che nella vita nulla accada per caso, per cui ripeto spesso a chi mi conoce: sognate perché spesso i sogni si realizzano!".









Bruno, Giuliana e Mafalda Naldi con il soldato Adler, dopo il rocambolesco incontro a Monterenzio, nel 1944 (ansa)




Antonio Butti con la moglie Marcella