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18.9.24

diario di bordo n 76 anno II . Da studente lanciò un mappamondo contro un docente e ferì con una pala un compagno di classe. Ora è pentito e ha scritto un libro: “Voglio diventare educatore” ., el'ex studente lorenzo rati raccontra a mattarella ., la sindaca di firenze e lo ius scholae .,

 Un passato turbolento segnato da atti di violenza, un presente di riabilitazione e un futuro che Gianfranco, diciottenne con una fedina penale non immacolata, sogna da educatore. La sua storia, raccontata in un’autobiografia di settanta pagine, è un grido di aiuto rivolto a chi, come lui, combatte demoni interiori e rischia di perdersi.Al sito web locale Casteddu Online, il ragazzo non nasconde il suo passato, anzi lo sbatte in

prima pagina: un mappamondo scagliato contro un professore, un pugno a un altro docente, fino all’episodio più grave, l’aggressione con una pala ai danni di un compagno di classe, per il quale si è sottoposto a un percorso di messa alla prova. “Ho provato a contattare il mio compagno per scusarmi, ma non ho ricevuto risposta”, confessa, consapevole del dolore inflitto.Oggi, dopo un percorso riabilitativo e la maggiore età, il ragazzo ha deciso di esporsi, di dare un volto e una voce al suo vissuto. “Soffro di un disturbo bipolare che sto curando”, rivela, sottolineando l’importanza del supporto medico e familiare nel suo percorso di crescita 
“Quanti ragazzi ancora devono soffrire come ho sofferto io senza ricevere aiuto?”, si chiede il 18enne, trasformando la sua esperienza in un monito per le istituzioni e la società. “Il mio libro è un messaggio di speranza, la dimostrazione che una seconda possibilità è possibile”.Dopo aver frequentato l’istituto alberghiero, il ragazzo ha intrapreso un percorso universitario in ambito umanistico, con l’obiettivo di diventare educatore. Una scelta che può apparire paradossale, ma che per lui rappresenta la chiusura di un cerchio: “Chi, se non io, può capire il disagio di questi ragazzi e aiutarli a trovare la strada giusta?”.Solo il tempo dirà se la scelta di Gianfranco sarà quella giusta, ma la sua storia, per quanto controversa, rappresenta un esempio di come il recupero e la redenzione siano possibili, anche dopo aver commesso gravi errori.

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 da  lorenzo tosa  del  17\9\2024  

Edoardo Prati ha 20 anni. Venti.
Poche ore fa è intervenuto a Cagliari alla cerimonia inaugurale del nuovo anno scolastico, alla presenza del Presidente Mattarella, e agli studenti ha dedicato un monologo che oggi, in questi tempi balordi di Sangiuliani, di trash elevato a intrattenimento, di scuola e insegnanti
umiliati e di cultura in macerie, merita di essere letto fino in fondo, riletto, assaporato, condiviso.
“Gli studenti meritano un discorso pensato. Sono uscito da poco dalle aule scolastiche e mi sono trovato a fare un bilancio. Di vent’anni che ho tredici li ho passati a scuola. Ho pensato di dirvi una cosa tipo ‘siate voi stessi’. Poi mi sono accorto che tutti i discorsi così mi stanno antipatici, vi invitano a essere qualcosa di unitario che io non sono.Quando abbiamo cercato di creare una lingua unitaria nel ‘500 ci siamo resi conto che non esiste alcuna lingua senza una tradizione letteraria. E non esiste un me stesso senza un insieme di tessere. Ecco cosa ho capito della scuola. Io sono stato Lorenzo Balla, un umanista del ‘400, ho copiato i grandi. Poi sono stato Poggio Bracciolini, un altro umanista. Ho cercato al di fuori di ciò che mi veniva proposto. La scuola è il luogo sacro della disubbidienza, soprattutto verso sé stessi. Poi sono stato Lorenzo Il Magnifico, ho rivendicato la novità.Poi sono stato Ariosto, Tasso, ho assecondato la malinconia, il dolore. Sono stato Pascoli e Leopardi. Ho anche mentito a me stesso, e sono stato D’Annunzio. Poi sono stato onesto, sono stato Saba. Poi sono stato Pirandello: la scuola ci permette di essere il contrario di quello che eravamo prima. Mi sono visto indietro e ho visto tutti questi anni costellati di persone in questo laboratorio dell’ascolto. Ho visto i docenti che sono ancora lì in un mondo che sembra non riconoscere la loro importanza. Professori con pregi e difetti che tuttavia rimangono, ai quali spero arrivino le nostre scuse prima o poi. E noi, che ci apprestiamo ad iniziare questo nuovo anno, non siamo solo il futuro del Paese, siamo il presente. Con le nostre battaglie e la polvere non peserà sulle nostre spalle finché saremo Michela Murgia e avremo ben chiaro che il mondo ci deve sapere”.Io, da ex studente, a Edoardo voglio solo dire una parola, di cuore e di stima.

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La sindaca di Firenze Sara Funaro, insieme alla sua giunta, ha approvato un provvedimento simbolico ma di grande civiltà.Una sorta di “Ius Scholae” grazie a cui il Comune riconoscerà la cittadinanza onoraria a tutti gli studenti stranieri residenti in Italia che abbiano completato un ciclo scolastico. E, insieme, nell’Ordine del giorno, sollecita un intervento immediato al Governo per colmare questa vergognosa lacuna legislativa.Mentre Meloni nega l’evidenza e si arrocca in difesa di non si sa quali principi, abbiamo una sindaca che colma le lacune dello Stato centrale, dimostrando di essere anni luce avanti a chi vuol fermare il vento con le mani.Questa è la differenza, spiegata bene, tra una prima cittadina che apre, include, estende diritti (sul solco di Lepore a Bologna) e una prima ministra che li nega, li cancella, e lo rivendica pure con orgoglio.La dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che no, non sono tutti uguali. Che votare (o meno) persone perbene cambia la vita delle persone.


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Lo so che l'ultima storia non c'entro con la scuola , ma io l'ho troivata bellissima perchè smonta il luogo comune che siano solo i cani amici fedeli




Come mostra il video pubblicato su TikTok (@x_laurabee_x),   lo riporto anmche qui sotto
@x_laurabee_x

The most wholesome cute thing ive ever witnessed 😭🐾🫶🏻

♬ New Home - Frozen Silence


 


ad accompagnare il nonno di Laura è un amico speciale. Al suo fianco c’è sempre Tattie, una gatta dal pelo tigrato, che lo accompagna passo dopo passo con una dedizione rara.
Sembra quasi impossibile pensare che un gatto, notoriamente indipendente e distante, possa comportarsi così. Eppure, Tattie è lì ogni giorno, come se volesse assicurarsi che il suo anziano amico non fosse mai solo.
"È incredibile," racconta Laura. Ogni mattina, appena mio nonno esce per la sua passeggiata, Tattie lo segue senza esitazione. Non importa dove lui vada, lei è sempre al suo fianco, camminando con lui come una piccola guardiana silenziosa”. Una scena ha conquistato il cuore di molti, soprattutto perché spesso a queste passeggiate si aggiungo anche altri gatti della zona. E non è raro vedere il nonno e Tattie inseguiti da altri mici, un po’ come nelle favole.Il modo in cui il gatto si ferma per aspettarlo è adorabile. I due si conoscono bene e lei quasi prevede la sua andatura e le sue pause, consapevole delle difficoltà che il nonna ha a camminare e che compensa con la sua forza di volontà. E con la sua presenza costante, Tattie vuole dimostrare al mondo che anche i gatti possono essere fedeli compagni che non hanno nulla da cui invidiare ai cani.

11.8.14

Daniela Ducato, “contadina dell’edilizia”: trasformare i rifiuti in risorse - See more at: http://www.italiachecambia.org


  La  storia     che leggerete  sotto    mi ha  riportato  alla mente sia la poesia sfogo    dell'amico

a volte gli angeli cadono sulla terra
anche in posti come la sardegna o la calabria o la puglia o la lucania o la sicilia
mica solo a new york o berlino o roma...
inciampano o si distraggono e finiscono in un effetto tunnel
si ritrovano in mezzo a noi e sono come noi
nemmeno loro sanno di essere angeli
che la caduta porta con sé l'oblio di ciò che si è.
non portano ali nascoste sulla schiena
e non sono celestiali o buoni in assoluto, anzi
spesso sono irrequieti, si sentono fuori posto
hanno un'osservazione del mondo tutta loro
e quando li incontri ti trasmettono come un tempesta elettrica
ti finiscono sottopelle
e non lo sai perché e non lo sai il come
loro arrivano e ti prendono per mano
e il mondo sembra un po' più bello.
a volte gli angeli cadono in questi luoghi
e hanno una visione del mondo che ti lascia un po' così
arrivano e ti cambiano le cose
e niente è come prima
e non hai capito perchè
arrivano e ti portano per mano

sia  questo  bellissimo  e commovente  numero di  dylan  dog   

Un brutto giorno un Sindaco poco illuminato decise di approfittare di qualche fondo regionale per “modernizzare” la propria città. Diede così ordine di tagliare gli alberi e togliere gli arredi urbani che Daniela Ducato e gli altri membri della locale Banca del Tempo avevano contribuito a realizzare. Cadevano gli alberi e cadevano i nidi degli uccellini che si trovavano sugli alberi. Alcuni bambini, piangendo, portavano questi nidi a Daniela e fu così, quasi “per caso”, che tutto ebbe inizio. Osservando i nidi dei pettirosso, infatti, Daniela si rese conto che erano perfetti: lana, terra e fibre, intrecciati. Lana, un materiale che certo non manca in Sardegna, regione nota per la presenza di milioni di pecore. Quello che non tutti sanno, però, è che una parte di questa lana, quando viene lavorata a livello industriale, diventa un rifiuto speciale e le aziende devono pagare per smaltirla…




Nel 2008, quindi, Daniela fece avviare gli studi e in poco tempo aprì una nuova azienda, Edilana, che realizza coibentanti per la casa – i famosi cappotti termici che tengono la casa fresca d’estate e calda d’inverno – proprio con gli scarti di questa lana ricreando con una ingegnerizzazione industriale all’avanguardia, il movimento del becco e del petto del pettirosso. Fu solo l’inizio. In pochi anni e basandosi sullo stesso principio, Daniela ha infatti dato vita a sei aziende, tutte basate sull’uso di rifiuti – pardon eccedenze! – come materie prime. Dagli scarti del latte è nata Edilatte (vernici e pitture), dalle poseidonie ammassate sulle spiagge sarde Edimare, dall’attività delle farfalle e delle formiche, Editerra, “un prodotto innovativo a base di terra cruda e lana di pecora che produce l’efficienza termica con una tecnologia che non ci fa consumare energie”.




Daniela Ducato
                                                               Daniela Ducato

Innovazioni fondamentali per un’economia veramente sostenibile. Daniela ci spiega infatti che spesso dietro il mondo dell’eco e del green si nascondono grandi speculazioni. Se ad esempio tutti decidessero di produrre coloranti naturali basandosi su coltivazioni ad hoc, ettari ed ettari di terreno verrebbero sottratti all’agricoltura o alle foreste. Comprando gli scarti, invece, si ha veramente un impatto minimo sul pianeta e si contribuisce anche ad arricchire i produttori che vedono eliminato un costo importante.
“Usiamo gli scarti che preferiamo chiamare eccedenze, ovvero dono. Si tratta di doni abbondanti che occorre riconoscere come tali. Dobbiamo evitare di prosciugare risorse, inquinando il pianeta e impedendo la vita umana e non”.



Da tutte queste innovazioni e grazie al Polo Produttivo per la Bioedilizia “CasaVerdeCO2.0″ coordinato da Daniela, sono stati assegnati circa 600 posti di lavoro e molti altri ne nasceranno. “Qui l’innovazione si fa attraverso lo scambio, per promuovere l’utilizzo di materie e prodotti realizzati senza ulteriore consumo di suolo e di denaro pubblico e senza ulteriori aggravi di CO2″, spiega la Ducato. Molti altri posti di lavoro, inoltre, sono stati conservati grazie alla riconversione di aziende che altrimenti avrebbero chiuso e che invece si sono inserite in questi circuiti virtuosi.
Daniela si definisce una “contadina dell’edilizia” perché si va a cercare le materie prime e le “coltiva” un po’ come fa un cuoco con i propri ingredienti, ma si definisce anche in modo classico, ovvero come un’imprenditrice. Cosa molto diversa da quelli che lei invece chiama “prenditori“, ovvero pseudo-imprenditori che orientano le loro attività in base ai fondi pubblici di turno che spesso non premiano le innovazioni e il buon senso. Secondo Daniela, infatti, “i soldi pubblici dovrebbero servire a fare ricerca (ricerca vera) che produce novità e opportunità lavorative. Nella mia esperienza, invece, ho visto spreco di denaro e finte ricerche in nome del green! Non solo i politici, ma anche una parte di imprenditori ha le sue responsabilità quando si prendono fondi pubblici, senza produrre lavoro ma assistenzialismo, e così alimentando all’infinito logiche di sprechi, di consumi inutili. La nostra ricchezza sono le relazioni. Per credere in un’innovazione non bisogna sentirsi soli”.




                                         Daniela Ducato e Daniel Tarozzi



Noi non ci consideriamo greeneconomy – prosegue Daniela –, siamo parte della blueeconomy. La green è stata l’economia delle “grandi cose”, grandi pale eoliche, grandi impianti nei deserti, grandi giri di soldi tra politici e imprenditori. Blueeconomy significa invece piccoli investimenti, piccole opere, tutto controllabile a livello locale”.
Daniela ha vinto numerosi premi italiani e internazionali, tra cui Donna Sarda 2012, il premio internazionale Donna per l’ambiente nel 2013 e – sempre nel 2013 – il Gold Winner – Euwin International Award 2013 come migliore innovatrice europea nel settore ecofriendly. La sua filosofia però è rimasta sempre la stessa: costruire “multirelazionali” anziché “multinazionali”.
Il sito di Edilana

Per saperne di più leggi:
io-faccio-cosi-libro-70810
Daniel Tarozzi


Viaggio in camper alla scoperta dell’Italia che cambia





9.5.14

Giocare a calcio: diventa realtà il sogno di Francesco, nato senza una gamba A Cagliari due giorni di sport all’aria aperta per il Centro sportivo Day con la Nazionale Calcio Amputati

alla  bellezza dei  margini  - yo yo mundi




da la nuova sardegna di qualche giorno fa e da http://www.castedduonline.it/sport/altri-sport/14987/



CAGLIARI. Due giornate di gioco e di gare tra Coni e piazza dei Centomila organizzate dal Centro sportivo italiano, con la partecipazione della Nazionale di Calcio Amputati. Vale la pena di raccontare la storia di questa Nazionale. È cominciato tutto nel 2011 – si spiega in una nota. Francesco Messori, dodicenne di Correggio in provincia di Reggio Emilia, nato senza una gamba, esprime due desideri: "Voglio giocare a calcio da tesserato, non solo in amichevole, con la squadra con cui mi alleno (la Virtus Mandrio), ma anche formare una Nazionale di Calcio Amputati con ragazzi col mio stesso problema, per misurarmi alla pari con altre nazionali amputati che esistono all'estero". Da allora, passo dopo passo, iI Centro Sportivo Italiano ha realizzato entrambi i sogni di Francesco: viene tesserato al CSI e gioca il suo primo torneo ufficiale il 5 febbraio 2012 a Cremona, inoltre, grazie al gruppo Facebook da lui creato, viene contattato da diversi ragazzi e così l'8 Dicembre 2012 ad Assisi nasce la Nazionale Italiana Calcio Amputati.
nazionale  calcio amputati  da http://www.castedduonline.it/


Il resto è storia recente: 27 aprile 2013 prima partita amichevole internazionale ad Annecy (Francia) e ritorno a Cremona II 5 ottobre 2013. Ma l'anno appena trascorso è fatto anche di allenamenti mensili di preparazione svolti in giro per l'Italia grazie alla Generosità di amministrazioni comunali Società sportive. Associazioni varie. Comitati territoriali e regionali CSI.
Ora la Nazionale Italiana può considerarsi all'altezza delle altre nazionali europee. Gli azzurri, che recentemente hanno aderito alla WAFF (World Amputee Football Federation), hanno in programma amichevoli e tornei con altre nazionali europee, ma il sogno del 2014 è poter partecipare at mondiali in Messico di fine anno. Il sogno continua.

Infatti   secondo  castedduonline  da  cui  ho preso la  foto

Il Centro Sportivo Italiano quest’anno compie 70 anni e in contemporanea in tutta Italia si terrà il CSI Day, due giornate all’insegna dello sport all’aria aperta e gratuito per tutti. Anche il Comitato Provinciale di Cagliari festeggia sabato 10 e domenica 11 maggio in Piazza dei Centomila con un weekend dedicato a “Sport, Giovani e Disabilità” per avvicinare i cittadini al mondo dello sport e dei disabili con tornei e giochi. Ospiti della manifestazione saranno gli atleti della Nazionale Italiana di Calcio a 11 Amputati, che sfideranno i ragazzi degli oratori cagliaritani in un’amichevole, per un’esperienza di vita e di divertimento.Il CSI Day sarà un’occasione di festa e riflessione sui valori dello sport come gioco e sana competizione nel rispetto delle regole. Altro obiettivo della manifestazione è dimostrare, grazie alle partite disabili-normodotati, che nello sport le barriere fisiche e mentali possono essere superate. Il CSI Day è anche colore e divertimento: verranno allestiti aree giochi (con campi per minibasket, pallavolo calcio balilla umano), gonfiabili e stand colorati.La giornata di sabato. La prima giornata (dalle 9.00 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19.30) si apre con le finali del progetto Stand Up, che ha coinvolto degli Istituti superiori di Cagliari in un torneo interscolastico e polisportivo (unihokey, dodgeball, pallavolo e basket). Nel pomeriggio sarà la volta delle semifinali e finali regionali de “I Campanili”, campionato di calcio a 5 delle squadre degli oratori, per le categorie Under 14 e Allievi. A seguire, quadrangolare di calcio A 5. Durante tutta la giornata è possibile usufruire delle aree giochi e del campo CONI per tornei di pallavolo, minibasket e calcio balilla umano con squadre genitori contro figli.La giornata di domenica. L’11 maggio alle 9.30 prenderà il via la manifestazione podistica a staffetta di mezzo chilometro per bambini e ragazzi dai 7 ai 15 anni, con partenza da piazza dei Centomila. Nel mentre sarà possibile divertirsi con il calcio balilla umano genitori/figli. Alle 10 circa la premiazione de “I Campanili”, e alle 11.00, dopo l’Inno di Mameli, si disputerà l’amichevole di calcio a 5 tra la Nazionale Italiana Calcio Amputati e una rappresentanza dei ragazzi degli oratori del cagliaritano. Alle 13.00 saranno consegnati dei defibrillatori dal CSI Cagliari all’Arcivescovo Mons. Arrigo Miglio, quale dono dell’ente alle squadre degli oratori. La cena di gala “MareSolidale” chiude il CSI Day ed è organizzata dal CSI Cagliari nel ristorante di Luigi Pomata, per ringraziare le aziende che hanno sostenuto la causa sociale del CSI Day con un contributo

24.9.13

Su vecchie locomotive per un viaggio a ritroso nel tempo

  Leggendo  questo   articolo  dal portale   Tiscali    mi ritorna in mente  la  strofa  di questa bellissima  canzone  di de Gregori   :  << una storia d'altri tempi, di prima del motore  >> e  l'immortale  Gucciniana 


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Il treno a vapore porta la mente indietro nel tempo, ai film western, in cui il treno era immancabilmente attaccato dagli indiani, o ai romanzi di ambientazione vittoriana di Agatha Christie, con il suo Murder on the Orient Express. Ma il trenino, elettrico questa volta, è da sempre uno dei giochi preferiti dai bambini (e spesso anche dai loro genitori). Il treno, mezzo affascinante, è capace di legare le nostalgie dei più grandi e la curiosità dei più piccoli e rappresenta l’elemento ideale per un viaggio on the road molto sui generis.
 Il viaggio di cui stiamo parlando è quello proposto dalle Ferrovie Turistiche, associazioni di volontariato che danno nuova vita ai vecchi treni e alle linee ferroviarie non più utilizzate per il trasporto commerciale. L’idea di una ferrovia turistica è di matrice anglosassone; le prime associazioni di questo tipo sono nate in Gran Bretagna all’inizio degli anni ’50 con il duplice obiettivo di preservare il patrimonio storico delle ferrovie e di renderlo disponibile per la curiosità dei viaggiatori. In questo modo sono state recuperate linee ormai lontane dai tracciati del trasporto locale e nazionale ed è stata offerta la possibilità di scoprire zone del territorio altrimenti dimenticate.
L’idea col tempo si è diffusa anche in Italia. Le prime associazioni si sono formate negli anni ’90, con la nascita della Ferrovia del Basso Sebino (FBS) e della Ferrovia della Val d’Orcia (FVO) che, con la Ferrovia Turistica Camuna (FTC), rappresentano le tre associazioni che, nel 1998, si sono unite dando vita alle Ferrovie Turistiche Italiane (FTI). L’obiettivo è sempre lo stesso: salvaguardare il patrimonio ferroviario, fatto di treni, di binari morti e di stazioni abbandonate, e sviluppare un’idea di turismo innovativa e a impatto ambientale ridotto.
Accanto a queste tre associazioni, in Italia esistono altri esempi di ferrovie turistiche: la Ferrovia Colle val d’Elsa-Poggibonsi, in Toscana, che ha terminato la sua attività nel 2010, la Ferrovia della Valmorea, al confine tra Italia e Svizzera, che collega Castellanza, in provincia di Varese, e Mendrisio, nel Canton Ticino, e il Trenino Verde della Sardegna. Le linee non svolgono un servizio regolare ma possono essere prenotate per singoli eventi e vengono attivate secondo un calendario, spesso legato alle manifestazioni locali.

e proprio  sulle  note  di  un'altra  celebre  canzone   di viaggio     che   concludo  il post




   

10.9.12

un italia lontana dai media o ai margini : 1) paraolimpiadi 2012 ., 2 ) arte ed ortoterapia




Paralimpiadi Londra 2012 video: tutte le medaglie e le emozioni azzurre
Lunedì 10 Settembre 2012, 18:48 in Paralimpiadi di Massimo Brignolo

 Rai Sport per ricordare tutte le emozioni italiane alle Paralimpiadi di Londra
Alessandro Zanardi
L'immagine di Alessandro Zanardi (foto Infophoto) che solleva la propria handbike dopo la vittoriosa prova in linea sul circuito di Brands Hatch è l'icona della avventura azzurra alle Paralimpiadi di Londra ma sono decine le emozioni che la pattuglia italiana ci ha riservato. A partire dalle 28 medaglie con i 9 titoli olimpici conquistati da Cecilia Camellini (2),Alessandro Zanardi (2), Oscar De PellegrinMartina CaironiAssunta LegnanteRoberto Bargna e i fratelli Ivano e Luca Pizzi.

Le Paralimpiadi italiane
Rai Sport, che come per le Olimpiadi di Londra ha fornito un ottimo servizio caldo e ricco di emozioni a differenza degli asettici feed internazionali di Sky Sport, ha prodotto due splendidi video per rivivere le Paralimpiadi italiane in 3 minuti e per riassaporare in 40 minuti tutte le medaglie italiane.









dall'amico   Dario Cicchero  riporto  tratto  da http://www.videomedica.org/   , il video  sopra intervista che porta alla luce (nel suo piccolo) il bel lavoro che ogni giorno viene fatto nelle ASL e di cui non parla mai nessuno perché non essendo "malasanità" non fa notizia..... Intervista a Luca Pinciaroli, psicologo del Centro Diurno ASL TO 2, Pietro SanFilippo, infermiere Centro Diurno ASLTO2 e a un Gruppo di pazienti del Centro dell’ASLTO2. 
Un bel lavoro tra arte e orto praticamente artorterapia..... Una bella iniziativa  far incontrare la malattia con altri mondi “possibili” per parlare di altre vite “possibili”: un progetto di ASLTO2 e PAV (Parco d’Arte Vivente)La costruzione di un orto urbano nel cortile dell’ASLTO2: uno spazio per sperimentare ruoli diversi e identità nuove.I pazienti del servizio di arteterapia incontrano la natura: la capacità di prendersi cura con arte e consapevolezza può arricchire la terapia.Vite, storie e racconti per far conoscere la rinascita, non il disagio




















       
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