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28.5.22

da dove nascono le storie ? Cosa serve per scrivere una buona storia? Dove si trovano le idee migliori?

La curiosità dei bambini non ha limiti, soprattutto quando si tratta d'indagare realtà molto distanti da loro. Per trasmettere la passione per i libri e per la lettura, sarebbe bellissimo se i bimbi, oltre a frequentare librerie e biblioteche con spazi a loro destinati e con libri di qualità, potessero incontrare, di tanto in tanto, chi quei libri li scrive e li illustra, chi li dà alla luce.Infatti   La prima  risposta  che  ho  dato  alla figlia  (  ha  15  anni  )  di mio cugino che  incuriosita dall'ultimo numero  di Dylan Dog  (  copertina  a sinistra  ) che innesta sulla vicenda principale una riflessione metanarrativa sul concetto di idea e una sorta di seduta di analisi leggera e brillante sul lavoro dello scrittore e sui meccanismi della scrittura è   : << Forse dalla primavera  ,  dai bei  sogni  , dai  fiori di pesco  e   di ciliegio , dalle passioni che ci  avvolgono  dall'amore     che   ci unisce  dal sangue  e dalla carne  >>( AntoAngelo Liori    ) . 
    Ma  in verità per  parafrare ,  sucusatemi  se mi ripeto  , ma  purtroppo  per  me  è  cosi  (  sfido  qualcuno\a  a dimostrarmi il contrario  ) ,  questa bellissima  canzone  



le storie   siamo   noi  .
Infatti è proprio dall’esplorazione del proprio Immaginario e del proprio Mondo Interiore, che  ovviamente    va  sviluppato  con il  <<  potenziare le proprie risorse creative. I PERCORSI DI DNLS prevedono una pratica guidata dei processi creativi, che grazie alla mediazione di molteplici codici artistici favoriscono la scoperta e lo sviluppo del principio creativo proprio di ciascun essere umano e lo sviluppo di nuovi linguaggi e codici con cui esprimersi, per un miglioramento globale della consapevolezza di se stessi e delle abilità comunicative e relazionali.>>  come   fa il progetto di Pratiche Artistiche per il Benessere, che propone laboratori espressivi di DRAMMATERAPIA, TEATRO CREATIVO, STORYMAKING e ARTE. qui  su  Dove nascono le storie



Bisogna aspettare che l’ispirazione giunga a illuminarci la mente, come facevano i poeti romantici dell’800, oppure è meglio lanciarsi in esperimenti di scrittura automatica come i surrealisti? Dipende tutto dal subconscio? Calma, gente: forse per trovare una buona storia non è necessario fare troppe peripezie.
Per scatenare la fantasia può essere sufficiente esplorare il quartiere come se fossimo turisti appena atterrati da Saturno, fare quattro chiacchiere con il vicino di casa che ci sembra un po’ matto, masticare una Big Babol, o mettere sul giradischi un LP che non ascoltavamo da anni. In poche parole, dribblare l’abitudine e cambiare, anche di poco, l’angolazione da cui guardiamo il mondo. Ogni piccola cosa diventerà la miccia capace di far partire una storia, ogni giorno sarà un’avventura.

Dove nascono le storie? Nascono dal ventaglio del caso o del destino, sgorgano come acqua dalle sorgenti delle famiglie, sorgono come alberi svettanti dalle insidie della vita come afferma ques articolo : Dove nascono le storie (tantestorie.it) .



 Oppure dai racconti inventati o mescolasti di realtà come faceva mio nonno paterno con me e mio fratello quando eravamo piccoli , come dimostra anche il libro di H.Kuresishi riportsto a sinistra ( vedi Da dove vengono le storie? di Hanif Kureishi - Cronache Letterarie ) Ogni essere umano ha un suo patrimonio di esperienza di vita e di immaginazione, una ricchezza di storie che non chiede altro che essere sprigionata e portata alla luce.
Scrivere significa ampliare queste potenzialità, allenare il vostro sguardo ad osservare il movimento della vita. “Le cose che accadono”, come diceva Virginia Woolf.
Le grandi storie ci emozionano e ci appassionano perché parlano di noi, dei nostri drammi, dei nostri conflitti. Siamo noi Raskolnikov e Madame Bovary, Shylock e il giovane Holden.


Come scrittori il vostro compito principale è restare attaccati alla vita, alla realtà quotidiana, che non è mai misera, ai nostri desideri, alle nostre paure.
Le storie nascono da questo costante esercizio di osservazione che non deve venire mai meno: lo scrittore è un uomo che si preoccupa degli altri uomini, del suo tempo e del suo destino, delle ingiustizie
che patisce e delle gioie che prova.
Ogni storia che ci è stata raccontata, in un fiato da nostra madre   dai nostri nonni  \e che ci ha parlato dei suoi ricordi della guerra, o di un amico prima di partire per un viaggio, è uno spunto per una
narrazione.L’unico modo che esiste per scrivere e raccontare una storia è alzarsi e cominciare a farlo.Ma anche la nostra stessa diversità ha una storia ed è contenitore di storie Alcune diventate patrimonio universale come L'illiade e l'Oddisea . Concordo con quest articolo di (ferrucciogianola.com) :  << Come nascono le storie 
 Ci sono cose che sono in grado di condizionarci la vita in maniera profonda. Magari per tutta la vita e non lo sappiamo neppure. A volte sono cose che riteniamo senza importanza e rimangono sepolte nell'inconscio, poi in determinate condizioni si risvegliano e ci si trova di colpo ad avere delle risposte a quesiti che prima di quel momento sembravano insormontabili. Magari anche riguardo a come nascono certe storie che scrivo.
Difficilmente mi chiedo da dove vengono certe idee che metto nei miei racconti. Di solito parto da un'immagine e da esperienze del mio passato ben presenti nella mente o da un fatto che mi colpisce o che mi ha colpito. A volte magari da studi. Insomma le casistiche sono tante.
Ci sono però alcuni racconti talmente fuori da questi schemi e dai contesti miei abituali che più di una volta mi sono domandato del perché li ho scritti e cosa, sopratutto, li ha ispirati.
A volte tuttavia riesco a darmi una risposta...
Un paio di settimane fa, per esempio, mi sono passati davanti agli occhi dei video musicali e tra questi c'era un video con una canzone delle Orme. Ricordo di come questa canzone mi


piacesse molto quando ero bambino, tanto che fu una delle prime che imparai gli accordi per la chitarra. Ma fondamentale è il testo di quella canzone, Felona.
Dico fondamentale perché mi ha fatto capire, riascoltandola, che le sfere contenute nel mio racconto Buio all'alba che cadono dal cielo dopo un buio improvviso, sono molto simili alle sfere di luce del brano firmato da Aldo Tagliapietra, Antonio Pagliuca e Gian Piero Reverberi.
Luci che hanno dato vita a un racconto fantastico e metafisico, magari un po' diverso dalla mia produzione ma che non mi sento di ripudiare proprio perché il punto di partenza di questa storia era situato nel profondo del mio inconscio, finalmente decifrato.Be' forse, qualche colpa ce l'ha pure il quadro di Nino di Mei che ho inserito.


che  altro aggiungere    se  non  che   la  storia  siamo  noi .   sta  a noi   prendere  i nostri pensieri    , i nostri sogni  e  le  nostre  fantasia e     fermarle  o   in  uno scritto  o  in qualunque  altra  forma  

5.8.19

invasioni barbariche , Unità d'Italia, Fascismo,lotta partigiana,, foibe ed esodo Giuliano Dalmata solo colpa del pci ed di tito , 1960\1980 dominio della cultura comunista le cazzate sulla storia italiana sono praticamente infinite.

Lo so      che non è   sempre   è bello smontare   li miti e  le leggende   perchè  si  fa    a toccare  l'identità di ciascuno di noi  ma  tale lavoro  fa    va  fatto  per     evitare  sia  castronerie   come  questa  

L'immagine può contenere: testo


 ho deciso di  applicare  quanto dice  questo articolo  di   cui    trovate  qui il  testo  originale  de d integrale     con delle aggiunte    messe  in corsivo  e    altri miti    \  luoghi comuni  da  smontare     :  <<  Il popolo italiano davvero voleva l'Unità, o l'Italia come la conosciamo è stata soltanto una macchinazione dei massoni? Mussolini è stato traviato da Hitler? I partigiani erano tutti dei comunisti che portavano avanti una guerra civile ideologica? Questi tre sono soltanto alcuni dei temi storici che ancora oggi spaccano l'opinione nel nostro paese, e attorno a cui si creano dei falsi miti.
Un po' perché in generale ogni scusa è buona per schierarsi, anche a costo di forzare la memoria dei fatti; e un po' perché effettivamente gran parte della storia italiana è complessa e si presta a interpretazioni tirate per le maniche. Così abbiamo deciso di smontare o valutare alcuni degli stereotipi più abusati sulla storia italiana: quelli che ancora oggi restituiscono al presente delle forzature pretestuose per perorare cause politiche e sociali.>>  ed  usare  strumentalmente   contro l'avversario  politico  .  E facendo sciacallaggio   su  temi   che  ancora sanguinano  come le  foibe  ed  l'esodo Istriano- dalmata    facendo diventare menzogna  verità  e  verità menzogna o  nascondendo una parte  della storia   ed  ingigantendone  un altra , per  giunta istituzionalizzandola    con il giorno  del ricordo  . 


a  questo  STEREOTIPO 2: L'UNITÀ D'ITALIA È STATA UNA FARSA ORGANIZZATA DAI MASSONI, IL POPOLO NON VOLEVA L'UNIFICAZIONE, E GARIBALDI È STATO UN DELINQUENTE ASSASSINO.    aggiungo   che  anche  a  sinistra   si dice  che l'unità d'italia  fu  solo    fatta  da una classe  borghese  . Castroneria ideologica . In  quanto  ci furono anche  i  " proletari  "   vedi i  cacciatori  dele alpi  ( seconda  guerra  d'indipendenza  )  e  poi i mille  .  Certola  borghesia  contribui  anch'essa  ed  vedere  il film  sopratttutto il finale
 Perchè come  testimonia  anche  il  film   specialmente  queste  due scene





  di noi  credevamo     (  film del 2010 diretto da Mario Martone su sceneggiatura dello stesso regista e di Giancarlo De Cataldo, liberamente ispirato a vicende storiche realmente accadute e al romanzo omonimo di Anna Banti. ) l'Unità realizzata da uomini di potere per i propri interessi, senza un autentico coinvolgimento del popolo   che  fu  usato   vedi Garibaldi 

 ed  ecco  le  mie 

  Le  foibe ed l'esodo  sono solo opera  dei comunisti di Tito e  di Stalin  ?
Esattamente quattordici anni fa, nel 2005, gli italiani furono chiamati per la prima volta a celebrare il «Giorno del Ricordo», in memoria dei quasi ventimila (  anche se   alcuni studi  dicono  di meno  , ma   a mio avviso questo  ha  poca importanza perchè su certe  tragedie  è  difficile avere  numeri  certi ed  esatti in quanto   Per estensione i termini "foibe" e il neologismo "infoibare" sono diventati sinonimi di uccisioni che in realtà furono in massima parte perpetrate in modo diverso: la maggioranza delle vittime morì nei campi di prigionia jugoslavi o durante la deportazione verso di essi. Si stima che le vittime in Venezia Giulia e nella Dalmazia siano state circa 11 000, comprese le salme recuperate e quelle stimate, più i morti nei campi di concentramento jugoslavi ) torturati, assassinati e gettati nelle foibe (le fenditure carsiche usate come discariche) dalle milizie della Jugoslavia di Tito alla fine della seconda guerra mondiale.
La memoria delle vittime delle foibe e degli italiani costretti all'esodo dalle ex province italiane della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia è un tema che ancora divide. Soprattutto  perchè  a  causa  ,  ne parlato  in diversi  miei post   .  a   causa  della guerra  fredda    cade il silenzio  ,   alvo poche  voci   che  non ci stessero  . Eppure quelle persone meritano, esigono di essere ricordate senza  strumentalizzazioni  sorta  ne  da  una prte  ne dal'altra  vista  la complessità dele vicende del confine orientale  che  ha visto   agire   ed  evolversi   in una sola zona   il  Fascismo , il nazismo  , il  comunismo    con annessi i  loro crimini  . Le  colpe quindi   non furono  solo  dei  comunisti  ma  anche   di chi  c'era  prima   quindi  vanno    distribuite  e  contestualizzate

Gli anni  60\80   furono dominati dalla  sinistra  ed    causa  loro  se  siam  cosi oggi . Sono loro  con  i  loor cattivi maestri  e le uccisioni e  stragi i cosiddetti anni  di piombo  .

 Fesseria e ipotesi più  stramba    di cosi  non si  può  perchè  :  1  )    il periodo  in questione  fu    uno  dei  più  fecondi  per  le  innovazioni e  trasformazioni  sociali e culturali    ( statuto dei lavoratori  ,   partecipazione degli studenti e dei genitori    nelle  istituzioni scolastiche   divorzio   aborto  ,  nuovo  diritto  di  famiglia  ,   abolizione del delitto d'onore  )  che    si sono affermante  e che  ora sono state  ed  continuano   ad  esserlo   distrutte  dall'interno per  paura  di proteste  se  si aboliscono  direttamente  . Quindi  non    oltre  che  uno  dei  più  terribili  , droga ( eroina in particolare  )  , repressione  e  reazione  del potere alle  richieste  di cambiamento  ed paura   che  la  sinistra  parlamentare   salisse  a governo  [   strategia  della tensione  e bombe   di stato  sui  treni e  nelle  piazze   ] , omicidi   di politici, giornalisti  ,  operai  , magistrati  e forze  dell'ordine    da parte    di frangie della  sinistra   extra parlamentare  o almeno  gran parte  d'essa  comunemente e chiamati      etichettatati solo ed  esclusivamente come  anni di   anni di piombo   ,. 2)  non tutti    furono   anche se  furono influenzati     appartenenti o simpatizzanti   della  sinistra  extra  parlamentare   ci furono  :     sia  chi passo   come  l'autore    del romanzo  autobiografico  il   fascio comunista e  alcuni esponenti  dell  'extra  sinistra  parlamentare    dalla  destra    a  sinistra    sia  anche  i  cosiddetti   "cani sciolti",  (  di cui  parla  , la  serie  cani sciolti   edita   Sergio Bonelli Editore, esordita a novembre 2018 sotto l'etichetta Audace ed  ancora  in corso     di pubblicazione   . vedere    del trailer  sotto   )







  ovvero  quelle   persone  aperti ai cambiamenti, tutti in qualche misura "ribelli" rispetto alle generazioni che li hanno preceduti.  ci   fu poi  (  e  parte   c'è  ancora oggi  )  anche  la destra    extraparlamentare  ( qui  magiori  news  sia  di quella  europea    che di  quella  italiana   ) ed 
quella a metà tstrada fra una e l'altra la cosidetta maggioranza silenziosa (in inglese silent majority) è quella parte ritenuta maggioritaria in una data società che non esplicita pubblicamente le proprie opinioni ed è generalmente scarsamente partecipante alla vita politica ma che spesso la  3 ) la  colpa   non è  solo di alcuni  appartenenti  alle  due  frange  che  come capita  in ogni  movimento  poi  voltano gabbana  e   da  incendiari  diventano pompieri  , ma  della  classe politica   che   dopo  aver  accolto  alcune proposte   e  sconfitto   ed  usato per  aderire   alla politica  Usa  e   alla teoria    della  guerra fredda    non seppe incanalare     finendone   per   essere disintegrata ( con il   croillo di tale  sistema  politico  \  culturale     con i fatti del  1989\92  )   ed  arrivare   dove  siamo ora   a  livello   parlamentare  \  istituzionale  i frutti  che  aveva  raccolto    facendoli appassire    4)  quel periodo  pur  fra  molte  ambiguita    secondo  Giovanni Giardi     non portarono    e   furono   solo anni  di piombo      come testimoniano questi interessanti libri  : 





 può costituire un’occasione per ripensare a quegli anni interrogandoci sulle categorie interpretative attraverso le quali guardiamo a quel periodo e a quello, immediatamente precedente, che lo ha generato (il Sessantotto). ed    anni  70   e   utile per  capire  il cosidetto refliusso

10.3.19

ERRATA CORRIGE SULA MOSTRA “Le civiltà e il Mediterraneo” DI CAGLIARI LA DATA DI CHIUSURA non è l 16 aprile ma il 16 giugno



Che cos’è il Mediterraneo?
Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una cultura ma una serie di culture accatastate le une sulle altre. Viaggiare nel Mediterraneo significa sprofondare nell’abisso dei secoli, perché è un crocevia antichissimo                                   Fernand Braudel     (  storico    francese    1902-1985 ) 
Leggendo  l'articolo    che trovate  sotto    mi sono  accorto  ,  come  specificato dal titolo     ,  che  la  data    di chiusura   della  mostra  le  civiltà  e  il mediterraneo   non è  il  16 aprile  ma il  16  giugno  . Avevo già  parlato    su queste pagine ( più  precisamente  qui  )  delle impressioni   ricavate   da  tale mostra    e   del perchè   visitarla  .
Ora  per  coloro   i  quali   non l'avessero   ancora  vista  o  vorrebbero   rivederla    (   a  volte  capita   quando le  mostre   sono  grandi o  c'è troppa  gente  di  vederle  male  ed  in maniera  incompleta  ) potete   leggere   quest'ottimo articolo  oltre al  il mio precedente post  😜😄 oppure se  volete    il   comunicato stampa    della presentazione  della mostra   che  trovate qui



La Sardegna antica al centro di una grande rete di culture

A Cagliari una spettacolare mostra per guardare dall’isola all’Africa e all’Asia. Oltre 550 opere da importanti musei internazionali e dalle collezioni sarde

CAGLIARI.
La mostra “La civiltà e il Mediterraneo”, inaugurata nei giorni scorsi nei due spazi del Museo archeologico nazionale e del Palazzo di città, mostra ciò che per lungo tempo è stato difficile ammettere: per secoli l’isola è stata culla di una civiltà florida, produttiva, crocevia di scambi e dialoghi con il resto del Mediterraneo. Fortemente voluta dall’assessorato regionale al Turismo, che ha firmato un accordo con il museo Ermitage di San Pietroburgo, il comune di Cagliari, il Polo museale della Sardegna e la Fondazione di Sardegna, sino al 16 giugno la mostra illustrerà un’isola in stretto contatto con gli altri paesi del Mediterraneo. Un viaggio nel tempo e nello spazio che, partendo dal Neolitico sino a sfiorare l’epoca romana, fa dialogare reperti dei poli museali sardi (oltre che quelli dell’archeologico di Cagliari, ce ne sono altri provenienti dal resto dell’isola) con quelli arrivati per l’occasione oltre che dall’Ermitage, dai musei archeologici di Napoli e Salonicco, dal museo Bardo di Tunisi e dal Museo di Berlino.
Collane fatte di conchiglie, pendenti in osso, pettini in pietra, statuine zoomorfe votive, e ancora spade, asce, sino a una quantità di vasellame di eccellente fattura. A guardare i tanti oggetti del passato sistemati l’uno vicino all’altro viene difficile pensare alla Sardegna come a un’isola che il mare ha separato da tutto il resto. Sì, perché dalla mostra “Le civiltà e il Mediterraneo”, inaugurata ieri nei due spazi del Museo archeologico nazionale e del Palazzo di città, emerge ciò che per lungo tempo è stato difficile ammettere: per secoli l’isola è stata culla di una civiltà florida, produttiva, crocevia di scambi e dialoghi con il resto del Mediterraneo.
L'Ermitage. Fortemente voluta dall’assessorato regionale al Turismo, che ha firmato un accordo con il museo Ermitage di San Pietroburgo, il comune di Cagliari, il Polo museale della Sardegna e la Fondazione di Sardegna, sino al 16 giugno la mostra illustrerà un’isola in stretto contatto con gli altri paesi del Mediterraneo. Un viaggio nel tempo e nello spazio che, partendo dal Neolitico sino a sfiorare l’epoca romana, fa dialogare reperti dei poli museali sardi (oltre che quelli dell’archeologico di Cagliari, ce ne sono altri provenienti dal resto dell’isola) con quelli arrivati per l’occasione oltre che dall’Ermitage, dai musei archeologici di Napoli e Salonicco, dal museo Bardo di Tunisi e dal Museo di Berlino.
L'assessore Barbara Argiolas. «La mostra– spiega l’assessora regionale al Turismo, Barbara Argiolas – si inserisce in un progetto più ampio di strategia di promozione dell’isola, che andrà avanti sino al 2020. Non si tratta di un’esposizione fine a se stessa, ma dell’ulteriore passaggio di un percorso cominciato nel 2015 con Eurasia». Anche in occasione di quell’esposizione preziosi elementi dell’Ermitage arrivarono nell’isola per testimoniare lo sviluppo di civiltà lontane. Ora quella collaborazione continua (i finanziamenti arrivano dall’Unione Europea), ma per confrontare le civiltà del Mediterraneo e far sorgere nuova curiosità sulla Sardegna: «Vorremmo – continua Argiolas – creare uno stimolo affinché chi viene a visitare l’esposizione abbia poi voglia magari di andare a vedere altri siti dislocati nella regione».
La civiltà del Mediterraneo. Curata da Yuri Piotrovsky, dell’Ermitage, e da Manfred Nawrot, del museo di Berlino, “La civiltà e il Mediterraneo” si avvale della direzione artistica di Angelo Figus. E’ lui che per l’evento ha creato una scenografia e una storia: se nel Museo archeologico diversi pezzi (collane, accette, bottoni iscrizioni) sono messi a confronto con i loro omologhi provenienti ad esempio da Salonicco e Cipro, nell’intento di creare una summa di ciò che aspetta al visitatore, nel Palazzo si città si è catapultati in viaggio. Un viaggio nel Mediterraneo che comincia la sera e prosegue sino al giorno dopo, mostrando in ciascuna delle sale che ospitano i reperti i colori delle diverse fasi della giornata (dal blu scuro della notte, ai toni rosati e violacei del tramonto successivo) visti da un’imbarcazione. E barche di colori diversi ospitano i pezzi in mostra, quasi a voler simboleggiare le navi che si muovevano da una sponda all’altra del Mare nostrum, cariche di merci. Così da una teca all’altra è un tripudio di oggetti della vita quotidiana e votivi che mostrano come spesso le civiltà del passato mutassero l’una dall’altra saperi e fogge (un esempio su tutti: la fibbia di bronzo proveniente dal Caucaso non ha molto di diverso da quelle fabbricate dai nuragici), pur mantenendo in molti casi peculiarità proprie.






La mostra e i libri. Se la mostra può essere vista con gli occhi del visitatore avido di conoscere la storia e lo sviluppo della cività, può pure diventare spunto per riflessioni sull’oggi. E’ anche per questo che nel Palazzo di città ciascuna delle nove sale propone un libro diverso (un progetto curato dall’archeologa Michela Migaleddu) con consigli di lettura da Omero a Pier Paolo Pasolini. «La mostra – spiega la direttrice del Polo museale della Sardegna, Giovana Damiani – ci fa vedere un Mediterraneo come autostrada in cui molti popoli si sono incontrati». Ciascun museo propone un biglietto ad hoc, che costerà la metà per chi andrà a vedere anche l’altra esposizione
  

6.10.13

Vajont 9\10\1963. -9\10\2013 una ferita ancora aperta

Questa è una dele rare  volte  che  , anziché mettere   direttamente  il video da  youtube ,  uso  donwloadhelper  di  mozilla firex   in maniera  da  salvare  questo  video  .


 Il post  d'oggi  è , per provocazione   e scelta  personale  davanti  al fiume  di  inchiostro\bit   che ci  sarà fra qualche  giorno  ( per  poi  cadere nel dimenticaio  fino  alla prossima  celebrazione  ) per  i  50 anni dell'evento  , senza  parole  . Lascio che  a parlare  siano  i link riportati sotto per  chi volesse    approfondire   (  chi non conosce  )  e ricordare  (  chi  ha dimenticato  ) o  vuole  ricordare  ancora  .



 concludo  con quanto detto   dal mio prof  di  francese  delle superiori    , quando  ho postato    questo documentario sulla sua bacheca  di facebook  : << é bene ricordarlo a un popolo senza memoria>>

10.9.12

un italia lontana dai media o ai margini : 1) paraolimpiadi 2012 ., 2 ) arte ed ortoterapia




Paralimpiadi Londra 2012 video: tutte le medaglie e le emozioni azzurre
Lunedì 10 Settembre 2012, 18:48 in Paralimpiadi di Massimo Brignolo

 Rai Sport per ricordare tutte le emozioni italiane alle Paralimpiadi di Londra
Alessandro Zanardi
L'immagine di Alessandro Zanardi (foto Infophoto) che solleva la propria handbike dopo la vittoriosa prova in linea sul circuito di Brands Hatch è l'icona della avventura azzurra alle Paralimpiadi di Londra ma sono decine le emozioni che la pattuglia italiana ci ha riservato. A partire dalle 28 medaglie con i 9 titoli olimpici conquistati da Cecilia Camellini (2),Alessandro Zanardi (2), Oscar De PellegrinMartina CaironiAssunta LegnanteRoberto Bargna e i fratelli Ivano e Luca Pizzi.

Le Paralimpiadi italiane
Rai Sport, che come per le Olimpiadi di Londra ha fornito un ottimo servizio caldo e ricco di emozioni a differenza degli asettici feed internazionali di Sky Sport, ha prodotto due splendidi video per rivivere le Paralimpiadi italiane in 3 minuti e per riassaporare in 40 minuti tutte le medaglie italiane.









dall'amico   Dario Cicchero  riporto  tratto  da http://www.videomedica.org/   , il video  sopra intervista che porta alla luce (nel suo piccolo) il bel lavoro che ogni giorno viene fatto nelle ASL e di cui non parla mai nessuno perché non essendo "malasanità" non fa notizia..... Intervista a Luca Pinciaroli, psicologo del Centro Diurno ASL TO 2, Pietro SanFilippo, infermiere Centro Diurno ASLTO2 e a un Gruppo di pazienti del Centro dell’ASLTO2. 
Un bel lavoro tra arte e orto praticamente artorterapia..... Una bella iniziativa  far incontrare la malattia con altri mondi “possibili” per parlare di altre vite “possibili”: un progetto di ASLTO2 e PAV (Parco d’Arte Vivente)La costruzione di un orto urbano nel cortile dell’ASLTO2: uno spazio per sperimentare ruoli diversi e identità nuove.I pazienti del servizio di arteterapia incontrano la natura: la capacità di prendersi cura con arte e consapevolezza può arricchire la terapia.Vite, storie e racconti per far conoscere la rinascita, non il disagio




















       
 ,  u







n

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27.6.12

italia - germania una grande sfida fra ricordi indiretti e diretti


il primo è la semifinale  del mondiale  del messico   1970  ricordato indirettamente sono del 1976 attraverso i miei genitori e io mediocre film omonimo sotto una sintesi e qui la versione integrale del primo grande scontro mondiale . Esso come i successivi è tratto da La Grande Storia della Nazionale Italiana di Calcio" Storiadelcalcio2012




il secondo la  finale , con la  quale  l'italia conquisto il  suo III  titolo mondiale  , di Spagna  1982 ,  da  entrambi  avevo  6  anni 




la  terza semi  finale   mondiale 2006  vissuto direttamente  


18.6.12

La discesa


Centoquaranta giorni estremi. Di vita, di resistenza, di ferraglia. Centoquaranta giorni dall'alto, di fronte a un panorama di gomitoli bigi, in un'altezza che non sfiorava il cielo. La bandiera è stata arrotolata e Stanislao ha toccato nuovamente terra. La sua battaglia si è conclusa. Forse. 

A lato: il sindaco Pisapia in compagnia dei lavoratori Treninotte durante le feste pasquali 2012
.
Stanislao era l'ultimo dei dipendenti della Wagon Lits, i treni-notte soppressi lo scorso dicembre. Da allora era salito sul traliccio assieme ad altri compagni. Da lassù, guardava scorrere i serpenti grigi e la sua vita filante. Li sentiva fischiare e la mente correva dalle sabbie infuocate ad ali di gabbiano, ad albe irrorate di sole, a ottocenteschi tramonti. L'Orient Express, chissà.
Lui non si fermava mai. Per questo, il 10 giugno, quando li hanno reintegrati tutti, Stanislao era rimasto in alto. "Perché ancora trenta lavoratori rischiano il posto", spiegava. Fin quando il caldo non l'ha vinto. Non la solitudine, perché uno come Stanislao non ha timore di sé stesso. Quella torre futurista era diventata il suo confessionale, il suo specchio, l'albero su cui si arrampicava da bambino.
Adesso la canicola fiacca Milano, e anche questo è normale, questo untume appiccicoso che tutto travolge. Ma la torre, io la vedo sempre gelida, come la prima volta, in due ore piovose. Muta e sordida, monumento di moderne schiavitù. Ma Stanislao l'ha promesso: tornerà presso quel gigante scuro. Lo farà per quei trenta colleghi. Lo farà per i suoi occhi di stelle. Lo farà per i fulgidi raggi di sole.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...