Visualizzazione post con etichetta mostre. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta mostre. Mostra tutti i post

29.3.22

Stargazer: Una personale di Marco Boscani

 ieri  ho visto    a  tempio pausania Presso l' Officina dei ragazzi Piazza Aldo Moro (   nota  come  piazza  san giuseppe )  Una  personale di Marco Boscani. Un artista   poliedrico   performer, artista visivo, regista di videoarte e teatro sassarese  qui   sotto  una  sua  regia    di un video musicale


Influenzato dal teatro di Carmelo Bene, dal progressive rock e dall'arte neobarocca.E  secondo me   anche dal punk  e post  punk  . Ho fatto  un viaggio  fra  capitan  harloch  , capitan futuro    , ecc   come    ho   osservato  come suggerisce    l'autore  stesso  nella  locandina   <<  le stelle ho visto emergere tra le tele i fantasmi e gli eroi della mia galassia interiore. Un magico universo parallelo dove le leggi della fisica non funzionano. Uno spazio alternativo, un buco nero dove la luce dell'esperienza umana si mescola per generare nuovi racconti possibili>> Le  opere    contengono uno  guardo ai  grandi temi del presente: Pandemia, Guerra e quarta rivoluzione industriale, declinati su accadimenti e archetipi del passato   e  dell'onrico  rimescolati con visioni futuristiche.Amalgama distillata insieme alle nuove scoperte tecnologiche e scientifiche, messa in atto per ottenere una possibile visione apocalittica del "contemporaneo prossimo".Esperimento riuscitissimo.  un  altro lato  artistico     di Marco che  non conoscevo . <<  Queste  >> come   dice  anche  l'introduzione  alla  pagina  facebook    dell'associazione che  ospita  la mostra   <<   sono le molteplici risorse; cercare un luogo, una pagina che non sappia chi tu sia e cosa cerchi... Unknown: è una stanza vuota. un luogo che ti accolga senza colpa nessuna spiegazione potrà farti cambiare idea.>>Un ottima  mostra   ed  bei quadri  .  ecco  uno    di quelli che mi  ha  colpito  di  più

per  gentile  concessione  dell'autore 

concordo   con quanto ha  scritto  Giuseppe Pulina sulla nuova  sardegna     vedere  articolo  sottto

   

10.3.19

ERRATA CORRIGE SULA MOSTRA “Le civiltà e il Mediterraneo” DI CAGLIARI LA DATA DI CHIUSURA non è l 16 aprile ma il 16 giugno



Che cos’è il Mediterraneo?
Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una cultura ma una serie di culture accatastate le une sulle altre. Viaggiare nel Mediterraneo significa sprofondare nell’abisso dei secoli, perché è un crocevia antichissimo                                   Fernand Braudel     (  storico    francese    1902-1985 ) 
Leggendo  l'articolo    che trovate  sotto    mi sono  accorto  ,  come  specificato dal titolo     ,  che  la  data    di chiusura   della  mostra  le  civiltà  e  il mediterraneo   non è  il  16 aprile  ma il  16  giugno  . Avevo già  parlato    su queste pagine ( più  precisamente  qui  )  delle impressioni   ricavate   da  tale mostra    e   del perchè   visitarla  .
Ora  per  coloro   i  quali   non l'avessero   ancora  vista  o  vorrebbero   rivederla    (   a  volte  capita   quando le  mostre   sono  grandi o  c'è troppa  gente  di  vederle  male  ed  in maniera  incompleta  ) potete   leggere   quest'ottimo articolo  oltre al  il mio precedente post  😜😄 oppure se  volete    il   comunicato stampa    della presentazione  della mostra   che  trovate qui



La Sardegna antica al centro di una grande rete di culture

A Cagliari una spettacolare mostra per guardare dall’isola all’Africa e all’Asia. Oltre 550 opere da importanti musei internazionali e dalle collezioni sarde

CAGLIARI.
La mostra “La civiltà e il Mediterraneo”, inaugurata nei giorni scorsi nei due spazi del Museo archeologico nazionale e del Palazzo di città, mostra ciò che per lungo tempo è stato difficile ammettere: per secoli l’isola è stata culla di una civiltà florida, produttiva, crocevia di scambi e dialoghi con il resto del Mediterraneo. Fortemente voluta dall’assessorato regionale al Turismo, che ha firmato un accordo con il museo Ermitage di San Pietroburgo, il comune di Cagliari, il Polo museale della Sardegna e la Fondazione di Sardegna, sino al 16 giugno la mostra illustrerà un’isola in stretto contatto con gli altri paesi del Mediterraneo. Un viaggio nel tempo e nello spazio che, partendo dal Neolitico sino a sfiorare l’epoca romana, fa dialogare reperti dei poli museali sardi (oltre che quelli dell’archeologico di Cagliari, ce ne sono altri provenienti dal resto dell’isola) con quelli arrivati per l’occasione oltre che dall’Ermitage, dai musei archeologici di Napoli e Salonicco, dal museo Bardo di Tunisi e dal Museo di Berlino.
Collane fatte di conchiglie, pendenti in osso, pettini in pietra, statuine zoomorfe votive, e ancora spade, asce, sino a una quantità di vasellame di eccellente fattura. A guardare i tanti oggetti del passato sistemati l’uno vicino all’altro viene difficile pensare alla Sardegna come a un’isola che il mare ha separato da tutto il resto. Sì, perché dalla mostra “Le civiltà e il Mediterraneo”, inaugurata ieri nei due spazi del Museo archeologico nazionale e del Palazzo di città, emerge ciò che per lungo tempo è stato difficile ammettere: per secoli l’isola è stata culla di una civiltà florida, produttiva, crocevia di scambi e dialoghi con il resto del Mediterraneo.
L'Ermitage. Fortemente voluta dall’assessorato regionale al Turismo, che ha firmato un accordo con il museo Ermitage di San Pietroburgo, il comune di Cagliari, il Polo museale della Sardegna e la Fondazione di Sardegna, sino al 16 giugno la mostra illustrerà un’isola in stretto contatto con gli altri paesi del Mediterraneo. Un viaggio nel tempo e nello spazio che, partendo dal Neolitico sino a sfiorare l’epoca romana, fa dialogare reperti dei poli museali sardi (oltre che quelli dell’archeologico di Cagliari, ce ne sono altri provenienti dal resto dell’isola) con quelli arrivati per l’occasione oltre che dall’Ermitage, dai musei archeologici di Napoli e Salonicco, dal museo Bardo di Tunisi e dal Museo di Berlino.
L'assessore Barbara Argiolas. «La mostra– spiega l’assessora regionale al Turismo, Barbara Argiolas – si inserisce in un progetto più ampio di strategia di promozione dell’isola, che andrà avanti sino al 2020. Non si tratta di un’esposizione fine a se stessa, ma dell’ulteriore passaggio di un percorso cominciato nel 2015 con Eurasia». Anche in occasione di quell’esposizione preziosi elementi dell’Ermitage arrivarono nell’isola per testimoniare lo sviluppo di civiltà lontane. Ora quella collaborazione continua (i finanziamenti arrivano dall’Unione Europea), ma per confrontare le civiltà del Mediterraneo e far sorgere nuova curiosità sulla Sardegna: «Vorremmo – continua Argiolas – creare uno stimolo affinché chi viene a visitare l’esposizione abbia poi voglia magari di andare a vedere altri siti dislocati nella regione».
La civiltà del Mediterraneo. Curata da Yuri Piotrovsky, dell’Ermitage, e da Manfred Nawrot, del museo di Berlino, “La civiltà e il Mediterraneo” si avvale della direzione artistica di Angelo Figus. E’ lui che per l’evento ha creato una scenografia e una storia: se nel Museo archeologico diversi pezzi (collane, accette, bottoni iscrizioni) sono messi a confronto con i loro omologhi provenienti ad esempio da Salonicco e Cipro, nell’intento di creare una summa di ciò che aspetta al visitatore, nel Palazzo si città si è catapultati in viaggio. Un viaggio nel Mediterraneo che comincia la sera e prosegue sino al giorno dopo, mostrando in ciascuna delle sale che ospitano i reperti i colori delle diverse fasi della giornata (dal blu scuro della notte, ai toni rosati e violacei del tramonto successivo) visti da un’imbarcazione. E barche di colori diversi ospitano i pezzi in mostra, quasi a voler simboleggiare le navi che si muovevano da una sponda all’altra del Mare nostrum, cariche di merci. Così da una teca all’altra è un tripudio di oggetti della vita quotidiana e votivi che mostrano come spesso le civiltà del passato mutassero l’una dall’altra saperi e fogge (un esempio su tutti: la fibbia di bronzo proveniente dal Caucaso non ha molto di diverso da quelle fabbricate dai nuragici), pur mantenendo in molti casi peculiarità proprie.






La mostra e i libri. Se la mostra può essere vista con gli occhi del visitatore avido di conoscere la storia e lo sviluppo della cività, può pure diventare spunto per riflessioni sull’oggi. E’ anche per questo che nel Palazzo di città ciascuna delle nove sale propone un libro diverso (un progetto curato dall’archeologa Michela Migaleddu) con consigli di lettura da Omero a Pier Paolo Pasolini. «La mostra – spiega la direttrice del Polo museale della Sardegna, Giovana Damiani – ci fa vedere un Mediterraneo come autostrada in cui molti popoli si sono incontrati». Ciascun museo propone un biglietto ad hoc, che costerà la metà per chi andrà a vedere anche l’altra esposizione
  

13.1.18

il mondo accademico lo emargina e lo mobizza ma lui smaschera i falsi . Parla Carlo Pepi, una vita spesa a smascherare i falsari, vedi la mostra di Modigliani a Genova ma l'accademia lo ha messo in un angolo

ti potrebbe essere  utile
https://it.wikipedia.org/wiki/Amedeo_Modigliani
https://www.facebook.com/carlo.pepi.7 
  https://carlopepi.wordpress.com/

da  http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2018/01/12/



PONTEDERA. 
Lo 007 dei falsi, il Don Chisciotte dell’arte, l’uomo che fiutava gli imbroglioni. James Beck lo volle a capo della sezione contraffazione di Artwatch, l’associazione internazionale che si occupa di tutela delle opere d’arte. Da quando, solo ed isolatissimo, fu il primo a smascherare la burla delle teste gettate nel Fosso Reale a Livorno e frettolosamente attribuite ad Amedeo Modigliani, Carlo Pepi si è preso una serie di rivincite su un mondo accademico dell’arte che ha quasi sempre cercato di metterlo in un angolo.



Falsi Modigliani, l'esperto: "Sta producendo più da morto che da vivo"Intervista al critico d'arte e scovatore di falsi Carlo Pepi nella sua villa a Crespina. Che lancia un'allarme: "Nel centenario c'è il rischio di un boom di falsi"

L’ultima di queste vittorie è arrivata da Genova: la perizia dell’esperta Isabella Quattrocchi, nominata dalla Procura di Genova, che ha stabilito come 20 delle 21 opere sequestrate dalla mostra di Palazzo Reale siano degli autentici falsi. Di più, delle croste, peraltro mal riprodotte. Pepi usa un’espressione più colorita, per la verità. La stessa con cui battezzò le famigerate teste. Dei "troiai".Insomma, aveva ragione lui che, di fronte a quelle immagini, denunciò tutto con un esposto in Procura.Incontriamo Pepi nella tenuta dei Gioielli, sulle colline di Crespina, una delle due ville- caveau dove il collezionista 79enne custodisce un patrimonio di oltre 20mila opere, messe insieme a partire dalla fine degli anni ’50. E tra un Fattori e un Lega, tra i disegni di Picasso e Dalì, oltre ad una marea di volumi di storia dell’arte e cataloghi di mostre, ci accoglie con una battuta che è anche un manifesto della sua esistenza dedicata all’arte: «Modigliani? Sembra che abbia prodotto più da morto che da vivo».
Il pubblico   poco esperto  e profano   si  potrebbe chiedere  ma  chi è Carlo Pepi ?
Secondo qu,anto riferisce il  sito  http://www.modigliani1909.com/carlo_pepi.html  è  uno che    ci mette l'anima  e  con la  <<  Passione e intuito sono stati i punti cardinali che hanno orientato la ricerca di Carlo Pepi, sin dall'inizio della sua attività di collezionista. Una biografia ricca di incontri e di esperienze battagliere, in cui Carlo Pepi ha generosamente messo a disposizione dell'opinione pubblica, senza personali fini di lucro, solo per il gusto gratuito e verace della "scoperta", la sua conoscenza maturata sul campo e le sue innate doti di sensibilità artistica, per mettere in luce le luci, le ombre, le ambiguità di cui è costellato il mondo dell'arte.>> Infatti ---  sempre   il sito  secondo  Modgliani1909 ---Carlo Pepi si è dedicato all'arte per predisposizione naturale. Folgorato a sei anni dalla pittura di Van Gogh, ha coltivato sempre la sua passione. Ha iniziato molto giovane a lavorare come libero professionista e presto ha iniziato ad acquistare opere d'arte contemporanee.ngo sarebbe elencare i suoi interventi sempre vittoriosi: come quando ad esempio intervenne alla mostra di Ribera a Napoli facendo togliere una consistente serie di opere erroneamente attribuite al grande artista. Tra queste, alcune erano di coloro che sono ritenuti i maggiori esperti a livello internazionale dell’artista. Così come a Viterbo all’inaugurazione della mostra di disegni giovanili attribuiti a Modigliani, dove sostenne che di Modigliani non ce n’era neppure uno. I successivi risvolti gli dettero ragione: secondo i periti chimico-fisici la carta e l’inchiostro non potevano essere datati prima del 1925, ma Modigliani era morto nel 1920! Oppure nel caso del disegno "Donna con cappello" attribuito a Modigliani che lo vide davanti al tribunale a Livorno contro una decina di "esperti" mettendoli tutti alle corde, dimostrando che quel disegno acquistato per quaranta milioni di Lire non era lo stesso catalogato nel Pfannstiel a pag. 47 come sostenuto da due "eccellenti" certificati di autenticità (confermati da un consistente collegio di storici). Ma infinite altre sono state le sue prese di posizione che lo hanno visto sempre vincitore, anche se i mezzi d’informazione italiani, spesso indirizzati da potenti malavitosi, hanno fatto passare tutto sotto silenzio, possibilmente anche assecondando la voce dei suoi nemici falsari che hanno sempre cercato di screditarlo - con scarsi risultati - facendolo passare da semplice "appassionato" e senza mai riconoscergli neppure il merito di aver messo in piedi, con modesti mezzi, quella che é una delle più importanti raccolte d’arte d’avanguardia che va da i Macchiaioli ai giorni nostri e che spesso e volentieri concede gratuitamente a varie mostre. Sicuramente Pepi non teme rivali in quelle che sono le sue specialità: l’arte de i "Macchiaioli" con il loro allievi e delle avanguardie specialmente livornesi, in particolar modo su Modigliani, riguardo al quale, purtroppo, risulta essere sempre l'unico a pronunciarsi e a non sbagliare. Per le sue indiscusse qualità, una Università americana gli conferì una laurea honoris causa, anche se non si recò alla manifestazione per ritirarla, e sempre dall'America lo venne a cercare il famoso storico dell'arte della Columbia University di New York James Beck, per nominarlo Direttore della sezione Falsi e Contraffazioni dell’Associazione internazionale "ArtWatch International Inc" il cui unico scopo statutario è la tutela delle opere d'Arte.
Per questa associazione condusse molte importanti perizie come ad esempio sul restauro dell'ultima cena di Leonardo. Quando fu inviato da Beck a vedere i lavori del restauro in corso di realizzazione, puntualizzò il fatto che erano stati cambiati i connotati delle figure, dimostrando la sua tesi attraverso una sequenza di foto scattate nelle varie fasi di restauro. Il caso fu ripreso da Beck sollevando un clamore mondiale. Sempre per ArtWatch fu inviato per prendere visione del Crocifisso ligneo attribuito a Michelangelo, acquistato dallo Stato italiano per 3 milioni e 250 mila euro, opera che Pepi dichiarò essere stata eseguita da mano artigianale. Successivamente in molti hanno abbracciato questa tesi, tra cui James Beck che poco prima di morire riportò questa convinzione nel suo libro pubblicato nel 2007 "Da Duccio a Raffaello" tav 13 . Ed è forse per questo come segnala il primo articolo da me citato che si èfatto molti nemici e gli ambienti delle acccademie insomma la casta dell'arte ha sempre cercato di metterlo in un angolo senza riuscirci completamente visto le fiuguracce che gli fa fare. Ecco l'utima  

Pepi, come ha scoperto i falsi di Genova?
«Su Internet. Avevo letto la notizia che Chiappini organizzava una mostra di Modigliani a Genova. Mi sono incuriosito. Avevo fatto parte con lui degli Archivi Legali, poi ne uscii in polemica con quanto accadeva. Lui è rimasto. Così ho visionato il catalogo e mi è balzato agli occhi quel nudo. Scrissi subito su Facebook che era un falso».

Una delle opere attribuiteo Modigliani in mostra su cui il critico d'arte Carlo Pepi ha sollevato dubbi

  
Come se ne accorse?«Avevo visto quel dipinto in una mostra organizzata a Praga. Furono degli amici a farmi avere il catalogo e anche in quell’occasione dissi che era un falso, anche piuttosto grossolano»Cosa non andava?«Guardi, quando conosce le opere e l’artista, il contesto in cui lavora, la personalità, l’atmosfera capisce subito se il quadro è autentico»

E cosa ha fatto? «Ho visionato il catalogo e dissi subito che c’erano una ventina di opere fasulle. Così ho informato i carabinieri. Per un po’ non successe niente. Poi mi risposero e mi chiesero di fare una perizia da inviare alla Procura della Repubbliuca. L’ho fatta. C’era molta titubanza e prudenza nell’ambiente. Ma poi la Sovrintendente di Roma si pronunciò e disse che anche secondo lei c’erano dei falsi. Così è partita l’indagine. Ed in questi giorni è arrivata la perizia della Quattrocchi che conferma quanto sostenevo e spero faccia un po’ di chiarezza»
Lei è conosciuto anche per essere stato una sorta di predicatore nel deserto, o quasi, quando si dragarono i fossi di Livorno ed emersero le due famose teste. Tutti d’accordo: roba di Modì.
«Una vicenda che mi portò molti nemici. Ricordo che ero con mia madre quando seppi - quel 24 luglio del 1984 - che erano state trovate le teste. Prima quella del Froglia, poi il pomeriggio quella dei tre studenti. Mi precipitati subito dove dragavano, ma non mi fecero vedere le sculture. Il giorno dopo, invece, riuscii a visionarle. Dissi subito che erano false ed informai Jeanne Modigliani. Si vedeva chiaramente. Quelle teste avevano il volto spento, non parlavano, erano mute. Non c’era la luce di Modì».
Fu solo contro tutti...«Si, solo più tardi Spagnol sull’Espresso scrisse che anche a suo parere erano dei falsi»
Però la sua fama di castigatore dei falsi era appena cominciata. A Napoli successe un pandemonio...«Eravamo nel 1992. Ero andato a vedere una mostra del pittore del Seicento Jusepe de Ribera, conosciuto come lo "Spagnoletto". Mostra organizzata peraltro da due big come Sanchez, direttore del Prado e Spinosa, Soprintendente a Napoli. Vidi subito che c’erano dei falsi, ne identificai 20. Sa da cosa me ne accorsi? Dal disegno delle mani, il colore della pelle. Tra questi c’era anche un quadro di proprietà di Federico Zeri ed uno di Vittorio Sgarbi. Decisi di andare da Spinosa e di segnalare tutto. Sgarbi mi telefonò e mi disse che l’aveva levato. Con Zeri, invece, ci fu grande freddo. Mi ricordo uscì un articolo del Mattino sul cosa dei falsi Spagnoletto, fu uno scandalo, tanto che alcuni giorni dopo fu convocato un simposio di esperti. Vi partecipai ma non potei parlare. Alla fine tolsero 19 opere esposte. Ma non c’è solo questo» 
Vada avanti.«Mi ricordo della rassegna presentata da Sgarbi a Viterbo al Palazzo dei Papi sui disegni giovanili di Modì. Anche in quell’occasione vidì subito che non erano autentici. Lo vidi dal tratto dell’artista, non era il suo. Dall’atmosfera della scena. Dissi che secondo me era una mano femminile ad averli realizzati, più di una mano. Forse le donne della famiglia dell’artista livornese»Che successe?«All’inizio non mi credettero. Poi dissi agli organizzatori di far fare delle perizie. Convennero che la carta e l’inchiostro non potevano essere stati usati prima del 1925. Modigliani era morto nel ’20»Cosa gli resta, oggi, di queste esperienze alla luce anche di quanto si sta scoperchiando sui falsi?«È un buon inizio di anno, speriamo che si continui su questa strada e che le verità comincino veramente ad emergere. L’arte è una cosa, i mercanti sono un’altra. Io mi occupo di arte.Ma ho comunque un timore...»Si spieghi.«Nel 2020 ricorre il centenario della morte di Modì. Stanno nascendo come funghi da varie parti case natali dell’artista. Se non facciamo attenzione c’è il rischio che i falsi, che oggi sono centinaia in tutto il mondo, finiscano nuovamente in mostre e rassegne. Si è creato un artista parallelo che non ha nulla a che vedere con Modì».




1.4.17

ma un algoritmo di fb sa riconoscere un nudo volgare da uno artistico o storico ? sembra di no visti i continui casi di cancellazione e poi ripristino



  secondo me no  peccato  non poter  fare la stessa domanda   a M.Zuckerbeg  in persona 

  leggi anche 



Facebook prima censura il nudo d’arte esposto alla mostra di Gorizia, poi si scusa
Ordinata la rimozione della grafica che sulla pagina Fb dei coorganizzatori illustrava l’evento alla Biblioteca Statale. Venerdì 31 marzo il dietrofront: scuse e ripristino della foto nell'album.di Margherita Reguitti, Lillo Montalto Monella

AGGIORNAMENTO
: Una chiamata dai responsabili della comunicazione di Facebook in Italia, nella mattina del 31 marzo, ha chiuso il caso della "censura" alla grafica giapponese in mostra a Gorizia con le scuse da parte dell'azienda di Menlo Park e il ripristino della foto.
Lo screenshot del messaggio Facebook...
L'opera d'arte che ha per soggetto un nudo femminile raffinato ed elegante, esposta alla Biblioteca statale isontina nella mostra "Segni e cromie: incontri. Esperienze grafiche contemporanee in Giappone e in Italia ", allestita in collaborazione con l'Associazione nazionale incisori contemporanei, ha infatti trovato di nuovo posto nell' album Facebook da cui era stata rimossa qualche giorno prima."La foto era stata rimossa per errore, ma ora è stata ripristinata. Il nostro team esamina milioni di segnalazioni ogni settimana, e a volte commettiamo degli sbagli, come in questo caso. Ci siamo scusati per l’inconveniente causato", ha scritto al Piccolo un portavoce di Facebook.L'immagine al centro della contesa. La censura era scattata per «la visualizzazione di immagini di nudo a tutela della comunità globale particolarmente sensibile a questo tipo di contenuti per via della loro cultura o età» (così si legge al link "standard comunità") su una grafica eseguita con tecnica alla maniera nera di cm 36x20.L'opera è di grande fascino. La morbida pelle della giovane donna emerge nella potenza della sua bellezza orientale in una visibilità piena e indiscutibile dallo sfondo scuro e opaco. Il gioco di ombre sul corpo cattura chi guarda. «Sono rimasto allibito», ha spiegato Luciano Rossetto, presidente dell'associazione coorganizzatrice della mostra (allestita prima di Gorizia in varie sedi in Giappone): «Avevo inserito su Fb la locandina e alcune immagini fra le più significative per bellezza e perizia esecutiva. Prima di inserire il nudo ero però andato a controllare i termini di pubblicazione e avevo trovato che vengono specificatamente autorizzate quelle di opere d'arte. Ciò mi aveva tranquillizzato».Il direttore: una reazione sciocca e spropositata. Il presidente dell'associazione: opera di bellezza significativa, sono allibito.
Il direttore: una reazione sciocca e...
 Foto: Bumbaca
Ma Facebook aveva imposto una procedura guidata, neppure tanto semplice, per la rimozione del contenuto non consono né rispettoso della morale della comunità globale. Forse i censori della rete non hanno trovato negli archivi il soggetto incriminato, trattandosi di opera contemporanea.Il 12 aprile Takeshi Katori sarà alla Galleria d'arte "Mario Di Iorio" con altri artisti giapponesi e italiani per il finissage dell'esposizione e certo si parlerà anche di rapporto fra arte e social, ma anche di dove situare il confine fra arte e pornografia. Intanto qui si può scaricare gratuitamente il catalogo della mostra e si possono apprezzare tutti i lavori; nudi femminili e maschili inclusi, senza censure.
Le controversie passate: dalla Sirenetta al Nettuno. Facebook non è nuovo a episodi di “censura” nei confronti di opere d’arte, siano esse dipinti del passato, monumenti o fotografie che hanno fatto la storia. Anzi, la lista si allunga di giorno in giorno. 
È capitato di recente alla statua del Nettuno di Bologna , ma anche all’iconica
Sirenetta di Copenaghen : immagine rimossa per via di «eccessiva nudità o connotazioni sessuali». Sotto la scure dell’algoritmo è caduto il dipinto “L’origine del Mondo” di Gustave Courbet (1866) ma anche la più famosa foto della guerra del Vietnam, quella della piccola Kim Phuc che correva terrorizzata (e nuda) dopo un attacco al napalm. Un episodio, quest’ultimo, che aveva spinto il più grande quotidiano norvegese, Aftenposten, ad inviare una lettera aperta a Mark Zuckerberg in cui la piattaforma veniva accusata, così facendo, di «promuovere la stupidità e non riuscire ad avvicinare tra di loro gli esseri umani».La causa, sposata allora dal primo ministro Erna Solberg, spinse la chief operating officer di Menlo Park, Sheryl Sandberg, a scusarsi: «Si tratta di decisioni difficili che non sempre indoviniamo. Anche quando gli standard sono molto chiari, analizzare milioni di post caso per caso ogni settimana è una sfida». Esistono siti come Online Censorship che permettono di segnalare simili casi di censura non solo su Facebook, ma anche su altri social network per un’analisi profonda del fenomeno e del suo impatto sull’umanità.  

Nudo d'arte, Facebook prima lo censura poi si scusaGorizia. Facebook ha rimosso un'opera d'arte che ha per soggetto un nudo femminile raffinato ed elegante, esposta alla Biblioteca statale isontina nella mostra "Segni e cromie: incontri. Esperienze grafiche contemporanee in Giappone e in Italia". Qui l'articolo che racconta tutta la vicenda

Episodio dopo episodio, le policy della piattaforma si sono nel frattempo evolute e ora consentono, almeno in teoria, la pubblicazione di “dipinti e sculture”. 
L'esperto: Facebook preferisce intervenire in via preventiva. Il problema, secondo Giovanni Boccia Artieri, presidente della Scuola di Scienze della comunicazione dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, è che «Facebook ha le sue linee guida dichiarate, ma preferisce rimuovere più immagini possibili in maniera preventiva, salvo poi analizzare i singoli casi successivamente, piuttosto che correre rischi». 
Il blocco avviene quando un’immagine viene segnalata da un utente oppure tramite algoritmo. «Da quello che so il team di moderatori - un esercito che Repubblica stima annoveri oltre 100mila persone in tutto il mondo (ndr) - agisce ex post. Non passa le giornate a girare su Facebook alla ricerca di immagini non consentite». Nel dubbio, dunque, si provvede alla rimozione e all’eventuale ripubblicazione della foto una volta verificata la segnalazione. Diverso è il caso dei gruppi Facebook che inneggiano a violenza o odio razziale. «Qui il confine molto sottile e ha a che fare con la libertà di espressione», conclude Boccia Artieri. «Talvolta chiuderne uno considerato “al limite” può essere visto come censura. Ma un seno nudo è sempre un seno nudo per l’algoritmo». 
La prima risposta di Facebook. Poco può fare il quartier generale milanese di Facebook, una sede con mere responsabilità di marketing e promozione del brand: interrogato in merito dal Piccolo nella serata del 30 marzo, non ha potuto fare altro che “girare” la segnalazione a chi di dovere. La mattina dopo, però, è arrivata la buona notizia: la foto verrà ripristinata, con tanto di scuse del colosso social alla "piccola" Biblioteca statale isontina. 


14.3.17

reportage fotografico posada - man nuoro ( mostra di Berenice Abbott )

  Ho colto e  elaborato l'idea il   suggerimento  del presidente   dell'associazione  culturale  \ fotografica  la sardegna  vista  da  vicino
(...)
Lancio una piccola idea per la "giornata fotografica" se può essere di vostro gradimento, raccontare una piccola storia da 3 a 5 immagini prodotte appunto nella giornata.
Raccontando  la  giornata  la  nostra  escursione    domenica    in 5  foto . Almeno ci provo è perchè   è stata   molto ricca  di  spunti   .

Posada









era  una bella  giornata   visto   che gente  prendeva il sole  oltre  che  a pescare   estare seduta  in spiaggia




Poi al museo man di  Nuoro
a vedere le mostre di:    Berenice Abot ( 1898-1991), una delle più originali e controverse protagoniste della storia fotografica del Novecento. la prima grande retrospettiva italiana dedicata a Berenice Abbott, che durerà fino al 21 maggio 2017, divisa in tre sezioni: ritratti, New York e fotografie scientifiche.( la parte  più bella, secondo me , della mostra   come potete  vedere  dalla mia

 questa mia  foto  a destra    ) .





 Jennifer West, Action Movies, Painted Films and History Collage, a cura di Lorenzo Giusti.  
Prima personale dell’artista americana in un museo italiano,la mostra si compone di un gruppo di 10 lavori realizzati a partire dal 2005 e di una nuova opera che costituisce un punto di svolta nella produzione dell’artista.  Film Title Poem (2016)è infatti l’ultimo e unico film sonoro realizzato da West. L’artista descrive il lavoro come un "un montaggio psichico della mia interiore storia del cinema”. L’opera si presenta come un collage di immagini, tratte da oltre 500 titolature di film, trasferite su una pellicola da 35mm. La materialità del film - in seguito trasferito su supporto digitale - è sottolineata dall’intervento diretto sulla pellicola attraverso motivi incisi, contorni, tracciati e forature. Sensuale, astratto e immaginifico allo stesso tempo, il lavoro indaga l’incidenza della fiction nella nostra memoria e il modo in cui la rivoluzione digitale ha cambiato l’esperienza della visione.  

Poi una birretta   ed  altre  consumazioni   prima di riprendere , stavolta  , il viaggio  di ritorno




12.2.09

Senza titolo 1259


 Parigi,5 Feb


Duecento anni fa nasceva in Inghilterra uno degli uomini che piu' ha rivoluzionato la storia del mondo. Armato solo di una penna, Charles Darwin riusci' a forgiare una nuova concezione della natura e dell'umanita, suscitando un dibattito che ancora oggi appassiona milioni di persone: l'evoluzione e l'origine della specie. Il bicentenario del 12 febbraio (1809-2009) sara' festeggiato in tutto il mondo con dibattiti, spettacoli e cerimonie ai quali parteciperanno i piu' grandi scienziati e studiosi contemporanei che continuano a studiare quell'"Origine delle specie" che fu la principale opera di Darwin (1859). Nel libro lo scienziato esponeva la sua idea di evoluzione attraverso la cosiddetta "selezione naturale": la mutazione delle specie e' guidata da individui che hanno ereditato caratteristiche che permettano loro di dominare, di sconfiggere i piu' deboli che inevitabilmente si estingueranno. "Nella lotta per la sopravvivenza", scriveva Darwin, "i piu' forti vincono a discapito dei loro rivali, poiche' riescono ad adattarsi meglio all'ambiente" in cui vivono. Diversi scienziati di quell'epoca descrissero le parole di Darwin come un raggio di luce, una semplice ma brillante illuminazione.
  Nella sua seconda opera, Darwin affronto' la teoria dell'origine e dell'evoluzione dell'uomo decrivendolo come una particolare specie animale, piuttosto che una creatura creata a immagine e somiglianza di Dio. Affermazioni che gli costarono diverse critiche in ambienti ecclesiastici.


Lo studio di Charles Darwin


 


Quello che vedete in alto è lo studio di Charles Darwin, così come fedelmente ricostruito da Angelo Cucchi per la mostra Darwin,1809-2009 al Palazzo delle esposizioni di Roma per i duecento anni dalla nascita, che appunto cadono domani e visitabile fino al 3 maggio (dal 4 giugno al 25 ottobre sarà a Milano e dal novembre 2009 al marzo 2010 a Bari) .Si chiama semplicemente Darwin 1809-2009 la mostra organizzata in collaborazione con Codice Cultura (gli stessi del Festival della Scienza di Genova) che ricalca quella allestita dall’American Museum of Natural History di New York. La sua biografia, lo sfondo dell’Inghilterra dell’epoca, il suo viaggio intorno al mondo di cinque anni, la sua avventura umana e i suoi legami familiari sono il filo conduttore che accompagna lo spettatore nel racconto della “nascita di un’idea rivoluzionaria”, come affermano gli organizzatori.A Milano dal 13 febbraio al 13 marzo a villa Lonati si tiene la mostra “Darwin: orchidee in evoluzione”, (qui il file pdf con la brochure dell’iniziativa) che affronta la tematica dell’evoluzione attraverso le orchidee, fiori oggetto degli studi di Darwin. Intanto al Piccolo Teatro, fino al 27 Febbraio, va in scena Darwin… tra le nuvole, spettacolo nato da un’idea dell’epistemologo Giulio Giorello e di Luca Boschi, professore di Fumetto e Cinema d’Animazione, che narra “la storia vera di un uomo fuori dal comune”.Ricchissimo il programma del Darwin Year di Ferrara nella sede del Museo Civico di storia naturale ospita, a partire dal 12 febbraio e fino a fine anno, feste, conferenze, mostre e dibattiti sullo scienziato inglese. Per altre date, eventi e città si può consultare Pikaia, il portale dell’evoluzione, che offre un calendario degli appuntamenti aggiornato in tempo reale.



Londra celebra il bicentenario della nascita di Darwin


Una copia di una prima edizione del libro Sull’origine delle specie (Copyright Natural History Museum)


Celebrazioni, eventi, commemorazioni, feste e mostre di tengono in tutto il mondo, dalla Grecia al Guatemala, dalle Filippine alla Germania, dal Canada al Messico. Un evento sicuramente di rilievo è costituito dalla mostra, la più grande mai dedicata a Charles Darwin, del Museo di Storia Naturale di Londra dal titolo Big Idea. Il viaggio sul brigantino Beagle e lo studio in cui lavorò per decenni a Down House, la residenza dei Darwin nel Kent a un’ora dalla capitale, sono ricostruiti meticolosamente e in mostra c’è anche una preziosissima prima edizione dell’Origine delle specie. Se andate a Londra non ve la perdete: chiude il 19 aprile.

6.12.06

Il Mozambico per la testa

Sabato 9 Dicembre 2006



Video-presentazione del Calendario 2007



IL MOZAMBICO PER LA TESTA



Di Fabrizio Pecori


copertina_calendario07



In occasione del



VII Festival Suoni e Sapori



alla Fortezza da Basso - Firenze



ORE 19:00



Videopresentazione del Calendario



e



Galleria d'Arte di Enrico Guerrini dedicata al Mozambico



ORE 20:00



Canti dal Mondo



(musica di frontiera per un mondo senza frontiere)



del Coro Animae Voces e Orchestra Agimus Arte



ORE 21:15



Cena Africana

14.2.06

Senza titolo 1131

per chi  è  della  zona  e  non solo   segnalo questa iniziativa


Venerdì 17 Febbraio 2006 ore 21:30


Trittico Ironico, Viale Sardegna 35/b – Nuoro


Mascherada
I delitti della Rue Morgue di E.A. Poe
Reading musicale in due atti


 


 


Fabrizio Podda – voce recitante


Daniele Pasini – flauto barocco, flauto traverso, flauti dritti


Andrea Congia – chitarra baritono


Marco Spanu – basso senza tasti


Antonio Pinna – violoncello, idiofoni, percussioni


 


 


Venerdì 17 Febbraio 2006 alle ore 21:30 vi sarà l’esordio del progetto artistico-musicale Mascherada presso il caffè letterario Trittico Ironico di Nuoro.


Durante la serata sarà presentata la lettura musicata dal vivo de I delitti della Rue Morgue dello scrittore americano Edgar Allan Poe.
Un racconto poliziesco, nel quale una Parigi ottocentesca dalle tinte fortemente scure e notturne fa da sfondo a un delitto sanguinoso apparentemente insolubile e ad una indagine che è entrata nella storia della letteratura come l’archetipo del giallo.
Il testo presenta suggestioni “contemporanee”, in primo luogo la profetica visione del Melting Pot Globale, del cavalcante crogiuolo delle culture e delle etnie in dialogo/scontro, delle lingue che non si comprendono all’ombra dell’Ignoto e dell’Ignoranza più larga e diffusa possibile; in secondo luogo l’approccio sintetico all’oggetto della mente investigativa, l’approccio intuitivo, quasi pubblicitario, al rapporto tra soggetto/oggetto, ormai tipico della nostra età, la quale ruota più sulla visione istantanea che sull’analisi e sull’approfondimento.
L’obiettivo diviene comprendere lo squillante barlume della Superficialità, ovvero dell’Apparire, una delle dimensioni della Verità, la dimensione più spesso sottovalutata poiché prima facie presunta scontata; Poe da un forte stimolo in tal senso, pur controllando perfettamente la trama e pur avendo nella sua mano tutti i fili del discorso e degli eventi, dipinge l’Essere come Veste, come Cornice, come Manifestazione, come Epifania, e in questo totale culto del perimetro si rivela Autore Profondo.


 


Per informazioni:


 


Andrea Congia - Mascherada


Tel/Fax: 070 666 808


Cell: 3286481105


E-mail: casadisuonieracconti@yahoo.it


 


Trittico Ironico


Tel: 0784 37 530


E-mail: tritticolibreria@tiscali.it

13.12.05

Senza titolo 1035

 


Per   è  della  zona   o capitasse a tempio p ( la mia cittadina per chi non lo avesse ancora  capito  )   segnalo questa   iniziativa  Il 18 dicembre 2005 prende il via a Tempio, nell’Ufficio Turistico, la mostra “Frammenti di luna calante”: dipinti, disegni, vetri, fossili scolpiti su marmo, microscopici volti di gesso, talismani.Espongono Tomaso e Maria Antonietta Pirrigheddu, fratello e sorella, la cui produzione non potrebbe essere più dissimile: raffinati incubi e personaggi surreali le opere di Tomaso; luci intense e suggestioni magiche quelle di Maria Antonietta.con la  collaborazione delal rivista  \ associazione  www.gemellae.com La mostra, che si chiuderà il 2 gennaio 2006, sarà occasione d’incontro tra diverse forme d’arte: pittura e scultura ma anche poesia, musica e teatro, grazie alla partecipazione di vari artisti che animeranno alcune serate


domenica 18 dicembre ore 18,00  Inaugurazione Con Vincenzo Murino e la sua Band “Gjnìa”
martedì 20 dicembre ore 19,30 Coro Gabriel
venerdì 23 dicembre ore 19,30 Poesia e musica.  Letture a cura di Franco Fresi e M. Antonietta Pirrigheddu  Musiche di Daniele Ricciu
martedì 27 dicembre ore 19,30 Gruppo rock “Damacreola” di Ozieri
giovedì 29 dicembre ore 19,30 “Sguardi sull’Isola”: viaggio multimediale  in compagnia della Filodrammatica Gallurese
Proiezione della docu-fiction “Lu Santaiu”
Regia di Dario Bertini

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...