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Impastato, il mistero dell'archivio sparito. Il fratello: "Non chiudete l'inchiesta"

La mattina del 9 maggio 1978, il corpo dilaniato di Peppino Impastato fu ritrovato sui binari della ferrovia Palermo-Alcamo. L'allora maggiore, Antonio Subranni, orientò subito le indagini sulla pista dell'attentato terroristico suicida. Invece, il giovane attivista che denunciava la mafia dai microfoni di Radio Aut era stato assassinato. Siamo tornati sul luogo del delitto, con il fratello di Peppino, Giovanni, e con due suoi compagni, per ripercorrere il depistaggio istituzionale che per troppo tempo ha tenuto lontana la verità. Giovanni Impastato chiede che l'inchiesta sul depistaggio non venga chiusa e che l'archivio di Peppino sia restituito alla famiglia, "perchè - dice - quella notte fu sequestrato illegittimamente dai carabinieri". Per il depistaggio, sono indagati il generale Subranni (di recente condannato a 12 anni nel processo Trattativa Stato-mafia) e tre sottufficiali, la procura di Palermo ha chiesto l'archiviazione per prescrizione.

Memoria: tra mistificazione e realta'

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Lo so  che spesso viene  da fare  anche  me  , discorsi del genere  :   se  ci fosse  ancora lui , chi sa  come  reagirebbe , ecc  . Ma  poi  leggendo  questo articolo e il relativo intervento di Pippo Pollina  ,  ho rimesso in discussione  tale   mie   elucubrazioni  nostalgiche   e  pessimiste . E   credo  che  mi saranno  utili  per  i  post  sulla   giornata  della memoria  e sul  giorno del ricordo  . emoria: tra mistificazione e realtà DI RADIO AUT · PUBBLICATO 5 GENNAIO 2016 · AGGIORNATO 5 GENNAIO 2016 Oggi Peppino avrebbe 68 anni. Sarebbe facile scrivere di come Peppino avrebbe reagito nell’osservare la realtà del 2015. Disgusto, orrore, ribellione. Sarebbe facile. Ma in cosa differirebbe la reazione di Peppino dalla nostra? Di certo, non solo nel nome. “Pinco Pallino è disgustato dall’attuale situazione politica italiana ” sarebbe molto diverso da “Peppino Impastato è disgustato dall’attuale situazione politica italiana”. Il punto è che Peppino è morto a 30

Cinisi paese di Peppino impastato festeggia i cento anni del boss Di Maggio con i botti

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Nel paese di Peppino Impastato, i cento anni del capomafia più anziano del mondo sono stati festeggiati con i fuochi d'artificio. Il 6 gennaio, è stato un gran via vai davanti alla palazzina dove abita il boss Procopio Di Maggio, uno dei fedelissimi di Totò Riina, l'unico componente della Cupola di Cosa nostra rimasto in libertà. Parenti e amici (tanti amici) gli hanno fatto gli auguri in una processione interminabile. Poi, la sera, una grande cena in una delle sale ricevimenti più eleganti di Cinisi. E per finire, uno spettacolo di fuochi d'artificio. Nonostante il divieto del sindaco di lanciare giochi pirotecnici fino al 10 gennaio. Il primo cittadino annuncia: "Prenderò provvedimenti". Ecco il videoreportage a Cinisi di Salvo Palazzolo e Giorgio Ruta, che hanno b bussato anche a casa del vecchio padrino Sono basito da non riuscire a commentare le parole del sindaco . Dico solo due cose . La prima che nonostante come dice masscmax nel co

OGGI FORSE SÌ

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«Tanti auguri ai fabbricanti di regali pagani! Tanti auguri ai carismatici industriali che producono strenne tutte uguali! Tanti auguri a chi morirà di rabbia negli ingorghi del traffico e magari cristianamente insulterà o accoltellerà chi abbia osato sorpassarlo o abbia osato dare una botta sul didietro della sua santa Seicento!» . E via così, d'invettiva in invettiva, di rabbia in rabbia, perché il cristianesimo di Pasolini non poteva che schiumare, maledire e imprecare. Logorroico, o stanco, o annoiato e deluso. Questo era il suo panteismo, come lo definiva (sbagliando) qualche suo illustre collega, dato che cattolico no, era attributo da non dover utilizzare per chiunque avesse nomea d'intellettuale. E, del resto, non si professava ateo, Pier Paolo? Sì, e proprio in virtù di questo radicale ateismo, che nel suo temperamento e nella sua fase storica assumeva i tratti d'un vitalissimo umanesimo, gli era lecito fustigare senza pietà, con un empito degno di Savona

toto riina nel nuovo carcere di sassari ? la sardegna ancora una volta come destinazione di feccia

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leggendo  online  sia  lanuovasardegna  (  da cui  ho tratto foto ed  asrtticolo  )  sia  l'unione sarda  la  news  in questione Mi viene  in mente   tale  scena,  del  film cento passi      :<<  (  ... )   diciamolo  una volta per tutte che noi siciliani [ sardi ] la mafia la vogliamo. Ma non perché ci fa paura, perché ci dà sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace. Noi siamo la mafia >>  dal film  , eccetto  la  frasi  tra parentesi  (   qui il resto del  monologo ) oppure   chi non ha  voglia  o tempo  d'andare   a vedere l'url  la  trova  qui sotto http://www.youtube.com/embed/ywOKak2ZReY " frameborder="0" allowfullscreen>  Scusate  questa  mio sfogo  .  Eccovi la news  CAGLIARI. «Occorre fermare immediatamente l’arrivo di Riina e di metà di Cosa Nostra in Sardegna e a Sassari. Bisogna opporsi con tutte le forze ad una decisione dissennata che rischia di provocare un danno gravissimo all’isola sia sul piano so