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28.7.25

diario di bordo anno III n 138 analfabetismo politico e quello dei politicanti il caso di meloni sul Time ., uso poilitico del calcio Le finali di calcio in cambio di petrolio e di una stretta sui migranti: così la Libia gioca (in segreto) il campionato tra Milano e Brianza ., Lettera a Salvini di un’immigrata africana.

Da qualche giorno orde di meloniani e simpatizzanti esultano in un tripudio di lodi sperticate e superlativi assoluti per questa copertina qui e si inchinano alla loro Presidente Meloni, a loro dire “celebrata come una statista” dal prestigioso “Time”.C’è chi fantozzianamente la paragona a De Gasperi.La ministra Santanché addirittura si lancia in un’invettiva conto la sinistra rosicona: “E
adesso chi lo dice ai disfattisti?”.Solo che poi vai oltre alla copertina - per chi sa leggere - e scopri che non è affatto la celebrazione di una nuova leader europea, ma anzi è un articolo, quello di Massimo Calabresi, lungo, complesso e pieno zeppo di critiche, anche pesanti. Nell’ordine:
“L’agenda politica interna della premier italiana è al passo con la schiera globale di leader autoritari in ascesa: consolidare il potere esecutivo, reprimere i media, esercitare il controllo sul sistema giudiziario, prendere di mira gli immigrati senza documenti e limitare alcune forme di protesta“.
Alla faccia della grande statista.
E ancora:
“In patria, Meloni (…) sta tentando di ‘riformare’ la magistratura attraverso una complessa serie di misure che amplierebbero il controllo del premier sui procedimenti giudiziari“.
Che grande “modello”!
Ma mica finisce qui:
“Lo scorso ottobre, l’Italia ha codificato la sua storica opposizione alla maternità surrogata, mettendo al bando la procedura all’estero, una mossa condannata dai sostenitori dei diritti degli omosessuali”.
E avanti così:
“Meloni ha attaccato i media indipendenti, citando in giudizio giornalisti e organi di stampa per diffamazione più volte”.
Sempre più duro.
Sta portando avanti “un nuovo tipo di nazionalismo: populista, nativista e filo-occidentale. Dove questo ci porterà esattamente non è solo questione di Italia. Dal Portogallo alla Romania, estremisti di ultradestra, un tempo ostracizzati, stanno superando i partiti conservatori tradizionali, proprio come il movimento MAGA negli Stati Uniti”.
Fine? Figuriamoci.
“Ci sono molti membri del suo partito che covano ancora nostalgia del fascismo. Il secondo in linea di successione alla presidenza dopo Meloni, Ignazio La Russa, un tempo teneva un busto di Mussolini nel suo appartamento”.
Fino alla chiusura impietosa.
“Ciò che inquieta in Meloni non è tanto il suo comportamento, quanto il suo adattamento alle forze che il nazionalismo ha scatenato in passato, in un momento in cui le norme del dopoguerra stanno svanendo”.

In pratica, i meloniani stanno sventolando la copertina di una rivista internazionale   come un trofeo, senza neanche essersi degnati di leggerla. Ma neppure di aprirla. Figuriamoci capirla.
Infatti Appena ho letto il titolo,vista  l'autorevolezza  della  rivista ,  ho subito pensato che si trattasse , cosa poi confermata da  ricerche in rete (  da  cui  ho  estrapolato   alcune  cose  citate  nelle righe  precedenti )   , di un articolo critico, non certo di un’ode. Basta conoscere un  d'inglese   e un  minimo il linguaggio del giornalismo internazionale e, soprattutto, il tono del Time quando decide di mettere un leader politico in copertina: non è sempre sinonimo di ammirazione, spesso è l’esatto contrario. Ma capisco che per alcuni basti una foto grande e qualche parola altisonante per scambiare una critica   per un elogio.
Peccato che la lettura — quella vera, quella che va oltre lo sfogliare con l’indice — non sia ancora obbligatoria prima di commentare entusiasticamente e   fa  r  credere   chje   parlino bene    quando   invece     ti ricorprono di  ...  letame. In pratica    sfruttano   la  nostra  fretta (  uso  il plurale  maiestatis   perchè  spesso capita  anche    a me  )   di  leggere       solo il titolo   è  non l'intero articolo o non consultano  fonti diverse  dalle  loro 

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 da  https://www.open.online/2025/07/28/

Dal 25 luglio al 4 agosto: sei squadre divise su tre campi, tra cui l'Arena di Milano. Sugli spalti una quarantina di persone arrivate dalla Libia: non il migliore dei palcoscenici. Alla base c'è il Piano Mattei

Se la Serie A punta sull’export del pallone rotondo andando a giocare la Supercoppa nei Paesi arabi, la Libia fa un investimento altrettanto oculato. Per il secondo anno consecutivo, le fasi finali della Libyan Premier League si stanno tenendo proprio in Italia. Nessuno però lo sa, e nessuno – così pare – lo deve sapere. Si gioca in un piccolo triangolo della Pianura Padana tra l’Arena civica di Milano, Sesto San
Giovanni e Meda, in piena Brianza. Gli spalti sono vuoti, eccetto una minuscola delegazione di 20 tifosi per squadra e qualche rappresentante ufficiale della lega calcio libica. Per entrare, come ha spiegato la Gazzetta, bisogna avere le conoscenze per essere inseriti in liste iper-esclusive altrimenti non c’è verso. Non proprio il palcoscenico migliore per mostrare all’intera Italia di che pasta sia fatto il calcio tripolitano.
I generali militari in tribuna e gli scontri istituzionali con Roma
Sei squadre in un girone unico, dal 25 luglio al 4 agosto. Ogni tre o quattro giorni, vanno in scena sui vari campi tre partite, tassativamente in contemporanea alle 19. Il velo di segretezza è durato poco, è bastata una colluttazione in campo che ha reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Sulle poltroncine, nel silenzio degli spalti, chissà chi c’è seduto. È probabile, trattandosi di alti dirigenti calcistici o rappresentanti politici, che si tratti di comandanti di milizie. L’anno scorso, dopotutto, alla finalissima aveva presenziato il generale Saddam Haftar, che controlla la zona orientale del Paese tramite un governo non riconosciuto da Roma. Al leader della Cirenaica era però stato impedito l’ingresso in campo, probabilmente perché le autorità italiane non volevano farsi fotografare al suo fianco. La reazione di Haftar era stata immediata: aveva chiamato la sua squadra disertando la premiazione. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva dovuto consegnare medaglie e coppa a un magazziniere, che aveva dato il via ai festeggiamenti della squadra vincitrice nel parcheggio dello stadio.
Gli accordi (politici ) tra Italia e Libia: il campionato di calcio in cambio di petrolio
Ma che senso ha sponsorizzare il calcio libico in stadi vuoti? La spiegazione è semplice: l’intento non è affatto quello di mostrare al mondo i grandi talenti del pallone nordafricano. La qualità, anzi, è distante anni luce da quella Premier League di cui il primo campionato libico imita il nome, aggiungendovi davanti l’aggettivo nazionale. Dietro a tutto c’è un semplice accordo politico, siglato dal ministro dello Sport Andrea Abodi nel 2024 in presenza della premier Giorgia Meloni. Fa tutto parte del cosiddetto Piano Mattei e di un accordo bilaterale con Tripoli: le finali del pallone in Italia in cambio di una più rigida regolamentazione sull’immigrazione clandestina. Sponsor ufficiale? Ovviamente Tamoil, l’azienda statale libica che copre il 21,5% dell’import di greggio verso il nostro Paese. La lezione di de Coubertin – l’importante è partecipare – l’abbiamo imparata alla perfezione. 

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da
Soumaila Diawara
12 h ·


Lettera a Salvini di un’immigrata africana.
«La sua faccia feroce la rivolga ai potenti che hanno occupato casa mia»
Ho visto la sua faccia ieri sera, senatore, al telegiornale. Una faccia contratta, irrigidita dalla rabbia, dura come una pietra, dipinta dei colori della paura che non conosce vergogna. E la sua voce… la sua voce colava fiele. Ha detto che per noi, che siamo arrivati qui, in questa terra, è finita la pacchia. Che viviamo nel lusso, rubando il pane ai suoi cittadini. In quel momento, ho sentito di nuovo i morsi antichi, atroci, della paura.
Chi sono? Non importa il mio nome. Tanto, per lei, i nostri nomi non valgono nulla. Sono solo un numero, un’ombra, un’invasione. Sono una di quelle che lei chiama con disprezzo “clandestina”. Vengo dalla Nigeria, da un angolo dimenticato dal mondo, dove nessuno fa la pacchia. Nemmeno per sbaglio
 Non sono scappata dal terrorismo di Boko Haram. La mia condanna non porta mitra, ma fame, povertà, silenzio, corruzione. Sono una profuga economica, come dite voi. Una che, secondo le sue leggi e le sue paure, non avrebbe alcun diritto di esistere qui.
Conosce il Delta del Niger? Non credo. Eppure ogni volta che sale in macchina, ogni volta che accende la luce, una parte di quella comodità viene da casa mia, da quella terra che voi avete saccheggiato con eleganza coloniale e mano invisibile. Io vivevo alla periferia di Port Harcourt, capitale di uno degli stati più ricchi di petrolio al mondo. Ma vivevo in una baracca, con mia madre e i miei fratelli. La sera, per avere un po’ di luce, accendevamo una candela. Una candela, senatore. Nel cuore dell’oro nero.
Vivere da noi è dura. Durissima. Un inferno, se sei donna. E io ero una ragazza. Una delle tante. Tutto costa. Anche l’illusione di sopravvivere. Le scuole pubbliche? Finte. Gli ospedali? Rovine. Se vuoi curarti, paghi. Se vuoi studiare, paghi. E se non hai soldi, semplicemente… muori lentamente.
La vedo già storcere il naso. Sta per dire che non sono affari suoi, vero? Ma lo sono. Eccome. Il mio paese dovrebbe essere ricchissimo. Ma il nostro petrolio non ci ha mai dato nulla. Ha arricchito solo pochi politici corrotti, i vostri alleati, e le multinazionali occidentali, anche italiane, anche sue. Il nostro futuro è stato barattato per qualche barile in più, in cambio di contratti osceni firmati da burattini al potere che rispondono solo alle compagnie petrolifere. E i soldi, quelli finivano nelle vostre banche, non nei nostri ospedali.
Si ricorda di Ken Saro-Wiwa? Poeta, attivista, ucciso perché chiedeva giustizia. È stato impiccato per aver alzato la voce. Il suo sangue, come quello di tanti altri, grida ancora sotto i vostri piedi, mentre camminate tranquilli nei vostri palazzi pieni di luce. Eni, Agip, le conosce bene, vero? Le stesse aziende accusate di aver versato montagne di soldi nei conti dei nostri carnefici. Soldi che avrebbero potuto cambiare la vita a milioni di persone. A me. A mia madre. A mio fratello. Forse, con quei soldi, avrei avuto una lampadina al posto di una candela. Forse sarei rimasta a casa mia.
Avrei fatto volentieri a meno della pacchia di attraversare un deserto, di essere derubata, picchiata, violentata, di essere venduta come carne da uomini che avevano in bocca la legge e nelle mani il fuoco. Avrei fatto a meno delle prigioni libiche, delle notti passate in piedi, del pane secco, dell’acqua putrida. Avrei fatto a meno delle urla di chi veniva torturato accanto a me. Avrei fatto a meno di tutto. Anche della vostra ospitalità.
Nel suo paese, senatore, troppe ragazze come me finiscono sui marciapiedi, strappate alla vita e offerte alla vostra fame di carne. La schiavitù non è finita. Ha solo cambiato volto. Io sono riuscita a fuggire, ma sono stata schiava nei vostri campi. Ho raccolto pomodori, arance, mele. In cambio di nulla. Di insulti. Di paura. Di umiliazioni. La pacchia l’avete fatta voi, sulle nostre schiene spezzate, sulle nostre vite svuotate, sui nostri sogni poveri, di una vita appena dignitosa.
Mi accorgo solo ora che non ho mai scritto il suo nome. Mi perdoni. È che mi fa paura. Paura vera. Lei ha la capacità di essere feroce solo con i deboli. Ma con i potenti, sorride sempre. Vuole che torniamo a casa nostra? Parli con chi ci ha rubato casa. Parli con i governi corrotti che sostenete, con le multinazionali che proteggete, con le banche che ingrassate. Se ha un briciolo di onestà, la sua faccia feroce la riservi a loro.
Noi, da soli, non possiamo più lottare contro tutto questo. E quando ci voltate le spalle, quando ci insultate, quando ci disumanizzate, non fate che schierarvi ancora una volta dalla parte del potere che ci ha condannati.


7.7.24

La proposta della Lega per l’abolizione dell’obbligo vaccinale per i bambini contro morbillo, rosolia, parotite e varicella è una porcheria di Lorenzo Tosa

La proposta della Lega per l’abolizione dell’obbligo vaccinale per i bambini contro morbillo, rosolia, parotite e varicella è semplicemente una porcheria populista, demagogica, antiscientifica, ignorante e pericolosa.Questa gente è pericolosa. E il loro nient’altro che il disperato tentativo di recuperare uno straccio di consenso accarezzando la pancia di milioni di analfabeti scientifici e funzionali. Ogni volta che qualcuno ha toccato l’obbligo vaccinale, tutti i dati sulla vaccinazione sono pericolosamente scesi, mettendo a rischio la salute pubblica. Eppure c’è ancora chi gioca sulla pelle dei bambini e sull’ignoranza ( la maggior parte ) dei no-va* per un pugno di voti.Quando pensi che abbiano toccato il punto più basso, loro si armano di pala e cominciano a scavare.


Infatti ha ragione Lorenzo Tosa un conto è quando si tratta di nuovi vaccini , come nel caso del covid , i cui effetti collaterali non sono stati studiati completamente . Un altro è nel caso di uan malattia contagiosa ed infettiva . Mala tempora currunt

6.3.24

un altro prof universitario vittima dell'analfabetismo funzionale ? Il caso del post di Donatella di Cesare

 

 canzone in sottofondo  Francesco Baccini - RENATO CURCIO

Ma davvero Donatella Di Cesare ha fatto questo Post (poi cancellato per vigliaccheria) per ricordare la terrorista rossa che con le BR rapì Moro e senza mai pentirsi rivendicò l’omicidio di Lando Conti ?  secondo me   , da quel che   leggo  nei  suoi scritti   ed  articoli   o interventi  tv  ( non sempre  condidivisibili  )  non mi  sembra    che  lo  abbia  cancellato e  quindi  si  sia  autocensurata   per  vigliaccheria   ma per le  polemiche  che  il  post    condivisibile  o meno 




Ma davvero , comr  sembra  sostengano   molti  , Donatella Di Cesare ha fatto questo Post (poi cancellato per vigliaccheria) per ricordare la terrorista rossa che con le BR rapì Moro e senza mai pentirsi rivendicò l’omicidio di Lando Conti ?  secondo me   , da quel che   leggo  nei  suoi scritti   ed  articoli   o interventi  tv  ( non sempre  condidivisibili  )  non mi  sembra    che  lo  abbia  cancellato e  quindi  si  sia  autocensurata   per  vigliaccheria   ma per le  polemiche  che  il  post  fraintendibile   a :   chi non ha  vissuto  quel periodo   ,  o chi  avendolo   vissuto la  ha  dimenticato  , o  senza  emapatia ( ovviamente  non  vuol  dire  condivisione  )     di    chi in quel periodo era   dalla parte  avversa  alla  loro  lo  ha  dimenticato  .  
Per  me    che   : non  ho  vissuto   direttamente   dal punto  di vista  cronologico  essendo nato  nel  1976   , se  non  la  coda  (l'omicidio ruffili  ,    la  vicenda  Sofri  \ Calabresi  , le  polemiche   per  la  canzone  " Renato Curcio "    di Baccini     contenuta nell'album Nomi e cognomi   del  1992 che    funge  da  colonna  sonora  del  post    )   e   che  ho  approffondito   tramite   libri  (  memorie  di vittime  del terrorismo rosso     , memorie    dei protagonisti  ,   la    trasmissione  la  notte  della repubblica  di zavoli  ,   racconti     di mio padre  e  di mio zio  ed  altre persone che  erano  nella sinistra  extraparlamentare    ,  ed altri  libri    di storia     sugli anni 60\80   sopratutto su  gli anni di piombo  e    per  ultimo il  fumetto  Cani sciolti  )  posso dire   che  non mi  sembra  ci sia   un elogio  sulla   lotta   armata   . Ma  un ricordo di sua  amica  \  compagna    che  a  differenza  sua  prese  via  della  lotta  armata   e  della  clandestinità  . E  quindi  non  lo  simdeve  considerare  una  cattiva  maestra  (   termine   con cui si definiscono  i  teorici  della  loro  armata  )   . 


6.7.21

Io sto con le capre

di cosa  stiamo parlando 

 canzone  suggerrita
non è  tempo  per  noi - Luciano Ligabue
Vinicio Capossela - Ovunque proteggi - Musicultura 2015


Dopo aver letto  su segnalzione    della  rivista free dell'omonima catena   di centroi  commerciali  https://www.ioacquaesapone.it/ di luglio  2021    di unno studio condotto da Skuola.net che una importante influencer è per gli studenti italiani uno dei principali modelli da seguire, ho deciso di provare  a capirne di più ,    e  di non limitarmi a  quello  che  vedo  in mia   nipote  \  cugina  di  2  grado    adolesciente      . 



Ammetto che non è un mondo che mi attira  e  spesso  mi nausea  quello degli influencer: forse  perchè essendo  della generazione  degli anni  '70  è   avendo vissuto  in prima persona   la trasfornmazione  , ne  ho parlato nel primi  post del  blog  ,    del passaggio  dagli stazzi  ( maiali  , galline ,l'orto  , api  , vigna  ed  i loro prodotti ed  la  loro  produzione    )  ala azienda  florovivivasitica     sono un po’ vecchia scuola   cioè  ho  conosciuto il periodo  di transizione  fra  la  ribelle     e il riflusso     ed  l'edonismo  \  il    craxismo  \ berlusconismo    sintetizzato   da Italiano medio un film del 2015 diretto ed interpretato da Maccio Capatonda . Ma, per comprendere i ragazzi  d'oggi  , ho deciso di proivare  a   superare questo mio limite e di andare in perlustrazione, iniziando proprio a seguire su Instagram il modello di cui sopra. E così, all’improvviso, sono entrata nella vertigine dei post. Post dei figli, post delle inaugurazioni, post della casa, post delle vacanze, post dei momenti romantici, post ancora dei figli. E poi video e best of della giornata. Tutto in funzione della pubblicità a brand. Brand di bibite, di gioielli, di abiti, di scarpe, di locali, di location, di abbigliamento per i neonati, di parchi ,  <<  [...]  ad onor del vero >>  come  dice  Angela Iantosca  l'editoriale    IOACQUASAPONE     citato <<  tutto questo influire serve a volte anche per ‘spingere’ le persone alla cultura, ma questa è un’altra storia ... [....] >>

L’ho seguita qualche giorno e mi sono immedesimato  sia   nei ragazzi (ma anche negli adulti), in ciò che tutto questo può suscitare in loro: desiderio di emulazione? Smarrimento? Rabbia? Frustrazione? Tanto più in un momento in cui quel mondo patinato che arriva dai social e che riguarda pochissime persone risulta lontanissimo dalla realtà che ci racconta tutt’altro, perché ci parla di un Paese in affanno, in cui sono aumentati i poveri e che si prepara ad affrontare lo sblocco dei licenziamenti. 
Lo ammetto era più semplice vivere quando ero io adolescente: non c’erano o almeno  erano appena  all'inzio tutti questi input social (io ho avuto il mio primo cellulare a 20 anni  beh     avendo  una  mandre  ansiaoios a  ed  andando   fuori casa  aper  l'università    eras  ovvio  ) e i disagi si gestivano in altro modo. Il confronto  \  scontro  era con i compagni di classe e non con un mondo che troppo spesso schiaccia. Che manda continui stimoli dall’esterno senza avere la capacità (e la volontà) di creare strumenti utili a difendersi e  ad essere critici  da tutto questo. Strumenti che forse dovremmo creare(  ricreare    vedere  il  post  di Cristian  Porcino   sintesi  del suo libro  Ciao Prof   copertina in alto   a  sinistra   )  noi adulti, a nostra volta schiacciati ,  ovviamente senza  generalizzare  perchè  c'è  ancora    chi  non ha  mandato  il cervello  all'ammasso    \  in cassa  integrazionme  ,dallo stesso meccanismo di frustrazione … 

Anch'io come Angela Iantosca nel suo editoriale

Sarò anacronistica, ma trovo molta più autenticità in un paesino di 150 abitanti che gioisce per il caciocavallo ottenuto dalle mucche podoliche delle montagne di cui è circondato e per le caprette che si incontrano nei campi. 
 

 che  altro aggiungere  se  non buona  lettura   alla  prossima 


22.5.21

la cultura ( ? ) dello stupro colpisce ancora . anche lady gaga se la sarebbe cercata ?

 Lo so che  più  rimestoli la merda più  puzza e  più ti sporca  . Ma   a volte   non   se  ne  può fare  a meno    specie  davanti  a   simili cose  .
Stavo   sminchionando  sui miei gruppi  facebook  e proprio su  quello  di  https://www.facebook.com/groups/analfabetismofunzionale/ ho   trovato     questo post  di 


Ora  Infilare il discorso ( ormai   stancante    e  soporifero   come aveva previsto Gaber   sia  qui che  qui  e in chiave  aggiornata Dado  poi  destra-sinistra in una notizia che parla di violenza, è il segnale che da qualche parte l'istruzione e  anche la teoria Darwiniana dell’evoluzione della specie  ha  fallito .Provi a pensare ad una situazione simile e moltiplichi per 100 e poi FORSE capirà perché per una donna stuprata è difficile denunciare subito. A questo aggiunga che spesso il colpevole non viene neanche punito. E poi provate , lo  so  che   mi legge    e dall'inizio lo avrà già visto e quindi se lo dovesse saltare non ne faccio un dramma , ad immaginare Cosa succederebbe se un uomo andasse a denunciare una rapina e le donne che raccolgono la sua denuncia cominciassero a fare domande su com’era vestito quando è stato derubato? Oppure se osservassero che i suoi abiti inducono a pensare che stia bene e che quindi, insomma, un po’ se l’è cercata se poi qualcuno ha pensato di rapinarlo ?Se state pensando  come dice    il  sito  da  cui  l'ho preso   

che siamo impazziti, aspettate un attimo. Ma se state pensando che il modo in cui ci si veste non possa in alcun modo giustificare una rapina, non possiamo che essere d’accordo con voi.
Fermi tutti, però. Perché, invece, se le stesse domande vengono poste ad una donna che denuncia una molestia o uno stupro, vengono percepite come “normali”?


Lo sketch di BBC Comedy

È quello su cui vuole far riflettere uno sketch realizzato da BBC Comedy (uno dei canali del network della TV pubblica britannica) in cui un uomo ben vestito va a denunciare di essere stato rapinato. Protagonista è la comica Tracey Ullman che conduce il seguitissimo show che porta il suo nome. Ecco il video, segue traduzione dei dialoghi.


L’agente che raccoglie la denuncia, una donna, comincia a fargli delle domande sulla dinamica dei fatti. Prima gli chiede di descrivere l’uomo che lo ha aggredito. L’uomo risponde e poi spiega che gli è stato messo un coltello alla gola e che, a quel punto, il ladro gli ha chiesto il telefono e l’orologio. È lì che cominciano le domande strane: “Era vestito come adesso?” chiede l’agente. L’uomo non capisce. “È questo l’orologio che indossava quando è successo?” insiste la donna. “Ehm, sì… ma…”. “Lei sembra provocatoriamente benestante” incalza l’agente. L’uomo si agita: “Non capisco come quello che indosso…”. “Be’, è una sorta di invito, no – lo interrompe lei -? Come se lo stesse pubblicizzando”. “Aveva bevuto? L’uomo tenta di rispondere, ma l’agente deduce che è stressato e chiama la psicologa. La seconda donna entra: “Quest’uomo è un po’ arrabbiato, è stato rapinato poco fa” le spiega l’agente. “Oh, caro… Aveva bevuto?” chiede la psicologa. “Sì, perché se aveva bevuto potrebbe aver mandato segnali confusi – spiega l’agente -. Un uomo ben vestito, con il telefono che alla fine dice: Non voglio essere rapinato…”. L’uomo tenta di riportare la questione ai fatti: “Mi ha puntato un coltello alla gola e mi ha chiesto le mie cose…” spiega. “E gliele ha date?” chiede la prima donna. “Ha urlato?” gli chiede la psicologa. “Vede, una persona come può capire che lei non è contento di dargli le sue cose se lei non chiarisce le sue intenzioni?” aggiunge l’agente. “Non ho urlato. Aveva un coltello! Ero terrorizzato” risponde l’uomo cercando di far capire la paura che ha vissuto. “E noi siamo molto solidali, ma lei deve assumersi parte della responsabilità”. Le email offensive Per aggiungere assurdo all’assurdo, entra nella stanza un agente in divisa che spiega che nell’altra stanza c’è un uomo che racconta dia vere ricevuto diverse email offensive. La donna che sta interrogando la vittima della rapina gli suggerisce di chiedere quale fonte abbia usato: “Se è qualcosa di civettuolo come l’Helvetica, probabilmente se l’è scritte da solo”.

  chi lo volesse  in italiano   sottotitolato lo trova    :  

27.2.20

abbiamo perso la capacità d'interpretare i film il caso de L'amica geniale II La controversa scena di sesso tra Lenù e Donato Sarratore che molti non hanno capito

  canzone  suggerita
Edoardo Bennato - Non Farti Cadere Le Braccia

 Cercando  le  anticipazioni , paura  di  non riuscire  a  vederlo  o per  poi confrontarlo    con quello che mi sono immaginato ,    degli episodi    7  ed  8  della II  stagione   l'amica  geniale  - il segreto  del nuovo cognome  ,    ho trovato  questa   news 


Tra le scene più forti viste nella seconda stagione de L'amica geniale c'è quella che mostra il rapporto sessuale tra una delle protagoniste, Lenù (Margherita Mazzucco), e l'ambiguo Donato Sarratore (Emanuele Valenti) sulla spiaggia dei Maronti di Ischia. La particolare sequenza, vista lunedì scorso nell'episodio 5 intitolato "Il tradimento", ha colpito molto i telespettatori, soprattutto coloro i quali L'amica geniale 2: La controversa scena di sesso tra Lenù e Donato Sarratore nel libro di Elena Ferrantenon hanno letto i romanzi di Elena Ferrante. La ragione? La scelta di Lenù che ha deciso di acconsentire a un rapporto sessuale con un uomo viscido e molto più vecchio che, per giunta, si era già approfittato di lei. Questa sconvolgente svolta nella storia, tuttavia, viene spiegata meglio direttamente dalla Ferrante nel libro Storia del nuovo cognome . [...]


 .....  continua  qui    per  coloro che  vogliono la pappa  pronta   e  non   vogliono  sviluppare  la loro  immaginazione   \ fantasia   e spirito critico d'osservazione  .





Ora Premetto che neppure io ho letto la quadrilogia o il libro intero da cui sono tratte ( e continueranno ad essere tratte ) le stagioni dell'amica geniale di Elena ferrante  . Ma sarà il mio spirito ribelle ed un infanzia precoce o la mia formazione culturale , non mi hanno ne scandalizzato nè sorpreso di tale scena , prevedibile se si guarda il film con attenzione e non ci si chjiude davanti alla realtà in una torre d'avorio. Mi lascia basito , che come fa notare questo articolo a livello culturale si arrivi a non capire una scena simile . dobbiamo farcelo spiegare come se fossimo bambini dell'asilo che stanno appena esplorando il mondo circostante . sconfortato da come stiamo perdendo la capacità di comprensione interpretativa di una semplice scena di un opera televisiva vi saluto e v'auguro buonanotte sulle note di   DENTRO LA TASCA DI UN QUALUNQUE MATTINO - Gianmaria Testa

1.8.19

effetti collaterali della propaganda e delle bufale - fake news Quelli che, su Twitter, insultano una finta ong protagonista di un romanzo: «Salvate gli italiani»

Quelli che, su Twitter, insultano una finta ong protagonista di un romanzo: «Salvate gli italiani»

di GIANMICHELE LAINO | 31/07/2019

solidarancia
  • Solidarancia è un romanzo su una fantomatica missione di una finta ong
  • L'autrice ha creato un account Twitter per presentarlo
  • Incredibilmente, sono arrivati diversi insulti sui social network
La realtà supera l’immaginazione. Non è soltanto un modo di dire. È esattamente quello che è successo a Solidarancia, il romanzo che Sarita Fratini ha pubblicato il 15 luglio scorso per People, la casa editrice di Pippo Civati. La storia è quella di una fantomatica ong e della sua nave improbabile – Solidarancia, appunto -, il cui equipaggio è formato da ottantenni anarco-insurrezionalisti. Il loro obiettivo è quello di svuotare un lager libico e riempirlo di arance di Sicilia.


L’incredibile caso di Solidarancia su Twitter

Per lanciare l’opera, Sarita Fratini ha pensato bene di costruire un account parodia su Twitter, dove faceva parlare i personaggi del suo romanzo. Un modo intelligente (e originale) per promuovere l’opera. Così, dal 1° luglio – giorno della fondazione dell’account – Sarita Fratini ha pubblicato dei piccoli estratti del suo libro sul social network, immedesimandosi a tal punto nella storia da iniziare a commentare anche fatti di politica italiana e attualità.Non avrebbe mai potuto immaginare che, dopo qualche giorno dall’apertura dell’account, una serie di utenti di Twitter, con un’azione coordinata e puntuale, si potesse spingere a insultare e a commentare come se Solidarancia fosse una vera ong, protagonista di una vera operazione di salvataggio nel Mediterraneo. «Chi vi paga per mettere su un carrozzone del genere?», «Perché prima di andare in Africa non pensate agli italiani?», «Ma non avete proprio niente da fare?». Non male per un account, il cui tweet più celebre è rappresentato da una finta mappa marina, con il logo di Solidarancia (proprio un’arancia di Sicilia) e una freccia direzionale disegnata a mano.

Le parole dell’autrice di Solidarancia

«Avevo dichiarato sin dall’inizio lo scopo dell’account – ha affermato l’autrice Sarita Fratini, contattata da Giornalettismo -. Eppure, da qualche ora Solidarancia è bersaglio di un vero e proprio shitstorm». L’ennesimo caso, insomma, in cui sulla rete non viene percepita la distanza tra realtà e finzione. «Non capisco come sia stato possibile questo fraintendimento – ha continuato la Fratini -, anche perché è evidente che su Twitter c’è una sorta di spin-off del mio romanzo e che i personaggi che parlano sono totalmente costruiti attraverso l’immaginazione. Qualcuno, dopo aver riletto i tweet di Solidarancia, si è reso conto dell’equivoco e ha cancellato le offese. Ma io ho salvato gli screenshot».
Solidarancia è un romanzo, uno dei primi pubblicati dalla casa editrice People. Si tratta di una storia che non ha peli sulla lingua: parte da una critica al governo Gentiloni e alle politiche sull’immigrazione dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti e arriva ai giorni nostri, ai tempi di un governo Lega-M5S. Tutti, ma proprio tutti sono parte del racconto: «Non pensavo di trovare una casa editrice disposta a pubblicare l’opera – ha chiuso Sarita Fratini -. Invece, People lo ha fatto. E sono particolarmente contenta di aver condiviso con loro questa avventura». Un libro che l’autrice definisce profetico: «Avete presente la scena in cui la capitana Carola entra in porto? È descritta pari pari nel romanzo (al suo posto la capitana 82enne Teresa). Ma io l’ho scritta un anno fa! Forse, semplicemente, il libro porta bene. Spero si avverino anche tutte le altre cose».
Il viaggio della Solidarancia è destinato a continuare con il vento in poppa. E non saranno certo gli account con le bandierine tricolore a fermarlo.

26.7.19

Ma è possibile che ogni interpretazione diversa di una cosa venga considerata FAKE NEWS . il caso della proposta poi ritirata contenuta nel decreto sicurezza bis in discussione alla Camera dei deputati firmata anche dal coordinatore per la Sardegna Eugenio Zoffili .

Iniziamo   analizzando il significato del    il termine
Il termine inglese fake news (letteralmente in italiano notizie false)[1] indica articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte[2], resi pubblici con il deliberato intento di disinformare attraverso i mezzi di informazione. Tradizionalmente a veicolare le fake news sono i grandi media, ovvero le televisioni e le più importanti testate giornalistiche[3][4][5]. Tuttavia con l'avvento di Internet, soprattutto con la condivisione dei media sociali[6], è aumentata grandemente anche la diffusione di notizie false.

  continua  qui  https://it.wikipedia.org/wiki/Fake_news






Ora  come giustamente dice https://tg24.sky.it/mondo/2017/03/28/faq-fake-news-post-verita.htmlFake news” è un’espressione inglese traducibile in italiano con “notizie false”. La si utilizza per indicare quelle fonti che “inventano del tutto le informazioni, disseminano contenuti ingannevoli, distorcono in maniera esagerata le notizie vere”. Questa definizione è di Melissa Zimdars, docente di comunicazione al Merrimack College, e promotrice del progetto OpenSources, nato per mappare in maniera collaborativa le “fonti false, ingannevoli, clickbait o satiriche”.
Negli ultimi mesi l’espressione “fake news” è stata utilizzata per indicare fenomeni molto diversi tra loro. Tanto che c’è chi ha proposto di abbandonare del tutto questa espressione, perché ormai svuotata di significato. Donald Trump, ad esempio, l’ha utilizzata in diverse occasioni per attaccare testate rispettate come il New York Times e il Washington Post. Anche in Italia il blog di Beppe Grillo usa questa espressione in riferimento ad alcuni quotidiani.


Ed  è  quello che  è  successo a me   commentando     questa  proposta  poi   vista  la mala parata  e   la  figuraccia     ritirata  e  non inserita  nel decreto sicurezza    bis  


nuova  sardegna   del 25 luglio 2019


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Il coordinatore della Sardegna della Lega: "L'odg non cancella questi eventi. Ma la sinistra non si preoccupi: è in quaresima di voti"Via
le maschere ma anche scialli e mucadores dei costumi della tradizione: l'obiettivo è garantire sicurezza e fare in modo che tutti i partecipanti agli eventi pubblici siano immediatamente identificabili e riconoscibili. Con questa motivazione 9 deputati della Lega, primo firmatario il coordinatore in Sardegna Eugenio Zoffili, chiedono al governo di vietare o limitare "l'utilizzo di indumenti o accessori di qualsiasi tipo, compresi quelli di origine etnica o culturale, che comportino in tutto o in parte l'occultamento del volto".



La Lega in Parlamento: stop a maschere, scialli e mucadores che celano il volto
E' già polemica sulla proposta contenuta nel decreto sicurezza bis in discussione alla Camera dei deputati firmata anche dal coordinatore per la Sardegna Eugenio Zoffili
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                                 Mamuthones di Mamoiada







La proposta è inserita nel decreto sicrezza bis attualmente in discussione alla Camera. A segnalare indignata il caso sui social è la deputata Pd Romina Mura: "Guardate cosa propone Zoffili, il coordinatore leghista in Sardegna".
La Dem evidenzia come tutte le manifestazioni della tradizione e del folclore, per esempio il Carnevale e le sfilate della Cavalcata, di Sant'Efisio e del Redentore, verrebbero snaturate se la proposta dovesse essere accolta.


Appena  l'ho posta   su https://www.facebook.com/groups/lavocedeisardi/  n'èm  nata  una  brea  ehm  litigio    , come potete notare  dalla discussione  qua  sotto  in quanto alcuni ripetendo nonostante i  documenti ufficiali    acriticamente  e passivamente il mantra leghista  e sovranista    sono  



ecco l'intera  discussione    a  voi ogni parere in merito 


A    voi  ogni  interpretazione in merito  e  scegliervi la parte .

P.s
 vista  la mala parata    la proposta   è stata  ritirata  


Procuratrice Ancona, 'non tutti i casi di violenza sono uguali'

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