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8.1.19

finalmente in genitore che non mi minimizza le azioni dei figli A 15 anni ruba quattro felpe al negozio, «preso a schiaffi dai genitori»vorno A 15 anni ruba quattro felpe al negozio, «preso a schiaffi dai genitori»


Leggendo  il fatto di cronaca   sotto     riportato   preso,    grazie all'aggregatore  facebook ILTulipano Il Web  da    http://iltirreno.gelocal.it/livorno/ del  5\1\2019

Alcuni   dicono      Questi sono genitori da prendere per esempio, anche se un pochino più' di controllo non farebbe male, ma fare il genitore e' il mestiere piu' difficile del mondo, difficile controllare le compagnie esterne. Strano che nessuno commenti l'accompagnatore ultra diciottenne che affiancava il ragazzino. Per lui niente da dire ? E' vero che ha pagato ma forse la sua compagnia non è delle migliori. Vi pare ?
 io     invece   avrei usato un altro sistema    avrei  fatto lavorare    d'accordo    con i padroni  , magari facendoli lavare il pavimento dopo le lezioni   o  se  ha   16 anni    fargli fare  uno \  due   giorni  il lavoro di commesso  . cosi  avrebbe imparato più  il  valore  dei soldi   e la  fatica  che si fanno per  guadagnarseli  .Perchè le  botte  possono    creare l'effetto  opposto e  magari    farti arrivare  gli assistenti  sociali in casa  che    ti tolgono  tutti i  figli


LIVORNO. A quindici anni ha avuto la cattivissima idea di entrare insieme a un amico da Eurasia, l’emporio in piazza Damiano Chiesa, cercando di uscire senza pagare quattro felpe che nel frattempo aveva provato a nascondere. Il peggio, però, per l’adolescente è arrivato quando i proprietari hanno chiamato i genitori che sono arrivati nel negozio addirittura prima della polizia. «Erano molto arrabbiati – racconta un testimone – sia il padre che la madre lo hanno preso a schiaffi continuando a chiedergli il motivo per cui l’avesse fatto».

Sono stati gli agenti delle volanti, a ricostruire quello che era accaduto intorno alle 18 di venerdì 4 gennaio. Secondo la polizia, i due ragazzi, dopo aver rubato le quattro felpe hanno cercato di uscire aggirando le barriere antitaccheggio, ma sono stati fermati dai vigilantes. Vendendosi scoperti e nel tentativo di sistemare le cose, l’amico del quindicenne, che di anni ne ha più di diciotto, ha saldato il conto con i proprietari versando la somma dovuta, vale a dire 85 euro. Ma nel frattempo i titolari avevano già chiamato sia i genitori del quindicenne che la polizia. «La madre – spiegano dalla questura – a sua volta ha restituito i soldi all’amico del figlio».
A questo punto gli agenti hanno chiesto ai proprietari se volessero fare denuncia, ma questi hanno preferito non avviare una contestazione penale a carico del quindicenne. Chissà se lo hanno fatto dopo aver visto come i genitori avessero già punito il figlio per quello che aveva fatto.


Questi sono genitori da prendere per esempio, anche se un pochino piu' di controllo non farebbe male, ma fare il genitore e' il mestiere piu' difficile del mondo, difficile controllare le compagnie esterne.
Questi sono genitori da prendere per esempio, anche se un pochino piu' di controllo non farebbe male, ma fare il genitore e' il mestiere piu' difficile del mondo, difficile controllare le compagnie esterne.

2.8.17

sfruttare le risorse italiane invece di fae come l'imperoromano importare tutto da fuori è possibile Alla scoperta delle saline di Comacchio

  din  quelle  sarde  ne ho parlato  in un post  precedente  (  cercatelo in archivio )  oppure    trovate  qui in questo articolo  dell'anno scorso del corriere della sera   qualcosa

da   http://lanuovaferrara.gelocal.it/ferrara/cronaca/2017/08/02/


COMACCHIO
Oro bianco in Salina, torna la produzione e rinasce la storia
Dopo più di trent’anni si ricomincia a lavorare Il sindaco: tutela e valorizzazione di un sito davvero unico


Katia Romagnoli
COMACCHIO.
Nell’VIII secolo Comacchio era al centro di un crocicchio di vie commerciali che in tutto il bacino del Mediterraneo smistavano l’oro bianco, il sale, aspetto testimoniato dal capitolare di Liuprando, una preziosissima pergamena del 715 d.C. custodita nel Museo Delta Antico, con cui il re longobardo concede ai milites clomaclenses, in cambio di tributi in natura, il diritto di risalire Po, Mincio, Oglio, Adda e Lambro. Le guerre del sale hanno segnato fortuna e decadenza della salina lagunare che, per passare ai tempi più recenti, dopo la dismissione attuata nel 1984 dai Monopoli di Stato, è tornata a produrre il sale.
«Ringrazio gli enti e le persone che hanno offerto il loro contributo per il recupero delle nostre tradizioni - ha sottolineato il vicesindaco Denis Fantinuoli -, a riprova di un vivere in equilibrio con l’ambiente, riportando in auge, in chiave turistico ambientale, maestranze che stavano andando perdute».
Un percorso ambizioso condiviso con partners istituzionali e con i novelli salinari, reduci da un corso di formazione, che ha beneficiato anche dell'apporto dei colleghi di Cervia. Maira Passarella, neoeletta presidente del Cadf, ha ricordato le tappe della convenzione sottoscritta nel 2015 con il Comune ed il Parco del Delta, nel perseguimento di un obiettivo strategico congiunto, ossia la riqualificazione della salina.


«Le attenzioni del Cadf verso tematiche ambientali e la sua azione si stanno estrinsecando sia sul piano strutturale - ha detto Maira Passarella -, sia attraverso visite guidate in salina, eventi concertistici e di educazione ambientale».








Il Cadf infatti ha provveduto con opere di messa in sicurezza degli argini, con la realizzazione di pompe per la gestione idraulica delle acque nella salinetta. Entusiasta, Franco Verdi, presidente dell’associazione salinari comacchiesi, che conta una quarantina di iscritti: «Grazie al nostro impegno volontario - ha aggiunto -, stiamo ottenendo i primi buon risultati, facendo riscoprire l’antico mestiere del salinaro». Il sindaco Marco Fabbri ha parlato di “rivoluzione culturale” attraverso una «primissima produzione del sale, che ha reso fruibile ed accessibile dopo oltre 30 anni un luogo unico. Tutela e valorizzazione del sito contraddistinguono anche l’opera dell'Ente Parco, «che ha deciso di occuparsi insieme a Comune e Cadf del mantenimento - ha dichiarato Massimo Medri, presidente del Parco del Delta -, dell'equilibrio ecologico di questo comparto».

13.4.17

care donne II Treviso: "è lui", insegue e fa catturare l’uomo che l’ha stuprata Ventottenne s’improvvisa detective insieme al fidanzato e riconosce un giovane di colore: «È stato lui». Arriva la polizia

N.b
Indipendentemente   dall'appartenenza   etnica   del criminale  in questione  ,  questo  è l'esempio    che  " le  nostre " (  ma non solo  )  dovrebbero  seguire  sia    verso i  partner  ( vedere  prima url  sotto  )    sia   verso gli altri
   
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Lunedì notte era stata violentata, umiliata ed offesa per quasi due ore nei giardini di porta Altinia. Dopo la violenza, la polizia l’aveva soccorsa e all’ospedale i medici avevano confermato gli abusi. Ma lei, nonostante lo choc ed il peso di una così efferata violenza fisica e psicologica, non si è data per vinta ed ha voluto reagire, senza piangersi addosso per una cicatrice che l’ha segnata per sempre. Ha raccontato ai genitori e al fidanzato quello che era successo nella notte tra lunedì e martedì. E all’indomani delle dimissioni dall’ospedale, assieme al fidanzato, si è messa a caccia del suo violentatore. Ha battuto palmo a palmo la zona di via Roma tra i giardini di porta Altinia, Riviera Santa Margherita e i giardinetti di Sant’Andrea. In cuor suo sentiva che lì l’avrebbe trovato. E così è successo.Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo qualche ora di ricerche, quando ormai il pessimismo stava per prevalere sulla sua forza di volontà, la giovane donna di 28 anni, che due notti prima, nei 
giardini di porta Altinia, era stata violentata (come confermerebbero i primi esami effettuati al Ca’ Foncello), ha riconosciuto in un uomo di colore il presunto autore degli abusi di lunedì notte ed ha chiamato la polizia. La donna, con il fidanzato, l’ha seguito a distanza, ha tentato di fermarlo, c’è stata anche una colluttazione finché, grazie alle indicazioni via cellulare, la pattuglia della squadra volante l’ha bloccato davanti all’Armeria Piacentini in via Roma. L’uomo è stato poi portato in questura a Treviso dove le procedure di riconoscimento e le verifiche da parte degli investigatori sono continuate fino a tarda sera.
Il fatto è successo pochi minuti prima delle 18. È nella zona dei giardinetti di Sant’Andrea che la 28enne trevigiana, assieme al fidanzato, riconosce in un giovane di colore colui che, tra le 23 e l’una della notte tra lunedì e martedì, l’ha violentata. La giovane prende il cellulare e chiama il 113. «Sono la donna che è stata violentata due notti fa, presto venite in Riviera Santa Margherita: l’ho riconosciuto è qui».
Dalla questura vengono fatte convergere un paio di pattuglie della volante. La 28enne, assieme al fidanzato, lo seguono a piedi e per telefono danno alla centrale le indicazioni sulla via di fuga. In Riviera trovano anche una pattuglia della polizia locale. Anche i vigili fanno la loro parte e si lanciano a piedi all’inseguimento del giovane di colore indicato dalla donna. Il fidanzato riesce anche a bloccarlo. C’è una breve ma violenta colluttazione. Lo straniero riesce a sfuggire. Ma la breve fuga termina in via Roma, davanti all’Armeria Piacentini dove gli agenti della polizia locale e i colleghi della questura, giunti nel frattempo sul posto, bloccano il fuggitivo che viene portato a bordo di una pattuglia della squadra volante nella sede di piazza delle Istituzioni, dove gli accertamenti sono proseguiti fino a tarda sera.




emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...