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22.10.21

il cibo ed i prodotti locali posso essere l'incipit contro lo spopolamento dei piccoli borghi . il caso fare la festa" alle mele dell’Appenino. di Castel del Giudice, [ Isernia ]

Cazzeggiando in rete e cercano storie \ fatti curiosi per il blog ho appreso che  : Sabato 9 e domenica 10 ottobre i coltivatori di mele e prodotti bio di Abruzzo e Alto Molise si sono ritrovati a Castel del Giudice, un comune italiano di 311 abitanti della provincia di Isernia, in Molise. Fino al 1790 il suo territorio era ancora parte integrante dell' Abruzzo Citeriore secondo quanto risulta dalle Carte della Calcografia Camerale e di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, per "fare la festa" alle mele dell’Appenino.


 Oltre a degustazioni, visite guidate ai meleti e al birrificio agricolo, escursioni nella natura a piedi e in e-bike, esperienze a contatto con le api per grandi e piccoli, raccolta delle mele 



e delle patate viola, c'era  in programma anche l'esposizione fotografica itinerante a cura del fotografo Emanuele Scocchera, spettacoli di divertenti buskers, street band e laboratori.
Tale  manifestazione    è stata un’occasione unica per scoprire il simbolo della rinascita di un borgo che vuole contrastare lo spopolamento delle aree interne dell’Appennino. 

Parliamo della mela di Castel del Giudice, paese dell’Alto Molise ad 800 metri di altitudine al confine con l’Abruzzo, ad un passo da Castel di Sangro Roccaraso. Qui i filari di mele, che si differenziano per eclettiche varietà, occupano circa 50 ettari di superficie. Un tempo in stato di abbandono ed esposti a rischio idrogeologico, questi terreni sono stati recuperati grazie ad un progetto pubblico-privato che ha visto in prima linea il comune e alcuni imprenditori locali.
<< In particolare >>  da quel che siu egge  su  repubblica  del 8\10\2021    l'evento è    <<  nato nel 2003 riqualificando circa 20 ettari di meleti con l’idea di coltivare nel rispetto della biodiversità del territorio, il meleto biologico Melise è diventato motivo di sviluppo per quest’area di montagna a rischio spopolamento. Promosso dall’agronomo Michele Tanno e dalla sua associazione Arca Sannita, il “Giardino delle mele antiche” custodisce, a sua volta, circa 60 varietà di mele dell’Appennino molisano-abruzzese che rischiavano l’estinzione. Tra queste, mele dalle cultivar resistenti alla ticchiolatura, ideali per la montagna. Come la Limoncella, la più antica del meleto, o la Zitella, dal sapore dolce e dal colore giallo con sfumature rosa. Autoctona è anche la Gelata, caratterizzata da alcune parti vetrose, e la Tinella, molto piccola e piatta con la facciata rosa. Oltre alle autoctone, c’è la mela Florina, dal colore rosso, e la Dolorina, dalla forma più allungata e dal colore rosso brillante. Poi ci sono ancora la Primiera, le Golden LasaGolden DelicusGolden OrangeGala SansaGala Galaxi, Fuji kukuRedChiefRed Canada Renette Canada.>>

2.8.17

sfruttare le risorse italiane invece di fae come l'imperoromano importare tutto da fuori è possibile Alla scoperta delle saline di Comacchio

  din  quelle  sarde  ne ho parlato  in un post  precedente  (  cercatelo in archivio )  oppure    trovate  qui in questo articolo  dell'anno scorso del corriere della sera   qualcosa

da   http://lanuovaferrara.gelocal.it/ferrara/cronaca/2017/08/02/


COMACCHIO
Oro bianco in Salina, torna la produzione e rinasce la storia
Dopo più di trent’anni si ricomincia a lavorare Il sindaco: tutela e valorizzazione di un sito davvero unico


Katia Romagnoli
COMACCHIO.
Nell’VIII secolo Comacchio era al centro di un crocicchio di vie commerciali che in tutto il bacino del Mediterraneo smistavano l’oro bianco, il sale, aspetto testimoniato dal capitolare di Liuprando, una preziosissima pergamena del 715 d.C. custodita nel Museo Delta Antico, con cui il re longobardo concede ai milites clomaclenses, in cambio di tributi in natura, il diritto di risalire Po, Mincio, Oglio, Adda e Lambro. Le guerre del sale hanno segnato fortuna e decadenza della salina lagunare che, per passare ai tempi più recenti, dopo la dismissione attuata nel 1984 dai Monopoli di Stato, è tornata a produrre il sale.
«Ringrazio gli enti e le persone che hanno offerto il loro contributo per il recupero delle nostre tradizioni - ha sottolineato il vicesindaco Denis Fantinuoli -, a riprova di un vivere in equilibrio con l’ambiente, riportando in auge, in chiave turistico ambientale, maestranze che stavano andando perdute».
Un percorso ambizioso condiviso con partners istituzionali e con i novelli salinari, reduci da un corso di formazione, che ha beneficiato anche dell'apporto dei colleghi di Cervia. Maira Passarella, neoeletta presidente del Cadf, ha ricordato le tappe della convenzione sottoscritta nel 2015 con il Comune ed il Parco del Delta, nel perseguimento di un obiettivo strategico congiunto, ossia la riqualificazione della salina.


«Le attenzioni del Cadf verso tematiche ambientali e la sua azione si stanno estrinsecando sia sul piano strutturale - ha detto Maira Passarella -, sia attraverso visite guidate in salina, eventi concertistici e di educazione ambientale».








Il Cadf infatti ha provveduto con opere di messa in sicurezza degli argini, con la realizzazione di pompe per la gestione idraulica delle acque nella salinetta. Entusiasta, Franco Verdi, presidente dell’associazione salinari comacchiesi, che conta una quarantina di iscritti: «Grazie al nostro impegno volontario - ha aggiunto -, stiamo ottenendo i primi buon risultati, facendo riscoprire l’antico mestiere del salinaro». Il sindaco Marco Fabbri ha parlato di “rivoluzione culturale” attraverso una «primissima produzione del sale, che ha reso fruibile ed accessibile dopo oltre 30 anni un luogo unico. Tutela e valorizzazione del sito contraddistinguono anche l’opera dell'Ente Parco, «che ha deciso di occuparsi insieme a Comune e Cadf del mantenimento - ha dichiarato Massimo Medri, presidente del Parco del Delta -, dell'equilibrio ecologico di questo comparto».

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...