Nel post d'oggi riprendo l'argomento precedente : << uguaglianza a tutti i costi ed il politicamente corretto obbligato uccidono la diversità oltre che creare - rafforzare il conformismo le polemiche il caso di Michela Marzano >> riportando questa storia .
DI COSA STIAMO PARLANDO
Dal coming out a scuola al suicidio, tutta la storia di Cloe Bianco: la prof di fisica uccisa dalla transfobia
Cloe Bianco, l’ex docente trovata carbonizzata sabato mattina in un camper parcheggiato in provincia di Belluno, sarebbe stata uccisa dalla «transfobia opprimente che la circondava». Questo clima ostile, secondo Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, l’avrebbe spinta a togliersi la vita. Bianco aveva già parlato nel suo blog dei «tentativi di annientamento» e della sofferenza che le causava chi le stava intorno, annunciando le sue intenzioni suicidarie. Il coming out e le sue conseguenze .... segue su https://www.open.online/2022/06/15/cloe-bianco-transfobia-suicidio-storia/
Ma prima d'iniziare il post d'oggi oltre al classico riepilogo della vicenda che trovate sopra ad inizio Post alla voce divisa stiamo parlando ,a scanso di equivoci onde evitare possibilmente accuse o shitstorm ) , devo fare una precisazione :
N.b
NON STO FACENDO NESSUN ELOGIO O PANEGIRICO DEL SUICIDIO , PERCHE' ESSA E' UN SCELTA PERSONALE ED PRIVATA . MA STO SEMPLICIMENTE DICENDO CHE PER ALCUNI\E IL SUICIDIO , ATTO CHE PER NOI SOPRATTUTTO QUANDO SI TRATTA D'AMICI \ CONOSCIENTI O FAMILIARI PUO' SEMBRARE EGOISMO O DI RESA ,MA PER LORO E' UNA SCELTA DI LIBERTA' DA UN PESO E DALLE SOFFERENZE FISICHE E PSICHICHE
NON STO FACENDO NESSUN ELOGIO O PANEGIRICO DEL SUICIDIO , PERCHE' ESSA E' UN SCELTA PERSONALE ED PRIVATA . MA STO SEMPLICIMENTE DICENDO CHE PER ALCUNI\E IL SUICIDIO , ATTO CHE PER NOI SOPRATTUTTO QUANDO SI TRATTA D'AMICI \ CONOSCIENTI O FAMILIARI PUO' SEMBRARE EGOISMO O DI RESA ,MA PER LORO E' UNA SCELTA DI LIBERTA' DA UN PESO E DALLE SOFFERENZE FISICHE E PSICHICHE
repubblica online
La docente era stata allontanata dall'insegnamento. Lavorava nelle segreterie scolastiche e viveva nella "piccola casa a quattro ruote". Sul blog
l'annuncio del suicidio: "Così termina tutto ciò che mi riguarda". L'avvocata: "In Veneto mancano tutele per le persone transessuali"
AURONZO - Lo scheletro di un camper divorato dal fuoco in mezzo a un bosco tra Auronzo e Misurina, con all’interno un cadavere carbonizzato. È stato scoperto l’11 giugno scorso in provincia di Belluno e quella che si cela dietro quei rottami è una storia di sofferenza che nessuno ha saputo intercettare, capire, risolvere.
Una storia che comincia nel 2015, nel giorno in cui Luca Bianco, insegnante di laboratorio dell’istituto Scarpa di San Donà di Piave, si presenta ai suoi studenti vestito da donna e dice: “Buongiorno a tutti, da oggi sono Cloe”. Sette anni dopo, cercando attraverso i rottami di un incendio misterioso, si inciampa
sul dramma di una persona che prima di morire ha scritto questo: “Il possibile d’una donna brutta è talmente stringente da far mancare il fiato, da togliere quasi tutta la vitalità. Si tratta d’esistere sempre sommessamente, nella penombra. In punta di piedi, sempre ai bordi della periferia sociale, dov’è difficile guardare in faccia la realtà. Io sono brutta, decisamente brutta, sono una donna transgenere. Sono un’offesa al mio genere, un’offesa al genere femminile. Non faccio neppure pietà, neppure questo”.
Non è stato un incidente, quindi, la morte di Cloe Bianco, 58 anni, di Marcon (Venezia) trovata carbonizzata all’interno del suo camper chiamato “la piccola casa a quattro ruote”. Cloe si è uccisa e, prima di farlo, lo ha annunciato in un post nel suo blog dedicato alle persone transgender.
ecco i suo messaggio d'addio ripreso da
Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte. In quest’ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l’ultima volta vini e cibi che mi piacciono. Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica nella mia piccola casa con le ruote, dove ora rimarrò. Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto. Addio. Se mai qualcuna o qualcuno leggerà questo scritto
Nello stesso post allega copia del testamento biologico e di quello olografo, documenti che spiega di avere lasciato accanto al suo corpo assieme al libro che aveva scritto sulla sua esperienza e sulla decisione di diventare Cloe. Una decisione che le era costata la sospensione dal lavoro di tre giorni, oltre all’allontanamento definitivo dall’insegnamento. Per lei, da quel momento in poi, solo posti di lavoro nelle segreterie di vari istituti della provincia veneziana.
“Oggi la mia libera morte, così termina tutto ciò che mi riguarda”, è il titolo del post in cui ha annunciato di togliersi la vita. “In quest’ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l’ultima volta vini e cibi che mi piacciono” scrive sempre Cloe. “Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica... Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto”.
Il camper bruciato
Le indagini sono state affidate ai carabinieri di Auronzo, che sono arrivati a Luca Bianco controllando l’intestatario del mezzo bruciato. L’esito del Dna darà la certezza, anche se già oggi non ci sono più dubbi sull’identità di quel corpo distrutto dal fuoco.
“In Veneto mancano le tutele per le persone transessuali e la vicenda di Cloe, lasciata sola dalle istituzioni e dalla Regione di Luca Zaia, lo dimostra”, dice alla Nuova Venezia l’avvocata transgender Alessandra Gracis, 64 anni, di Conegliano. “Purtroppo, per quanto riguarda la cura delle persone affette dalla disforia di genere, siamo all’anno zero. Il vero problema è che nel Veneto, nonostante le promesse di Zaia e i suoi obiettivi o tentativi di dar voce a un centro regionale che affronti questa tematica a fianco delle famiglie, non è stato fatto nulla. La legge regionale 22 del 1993 c’è, per tutta l’assistenza necessaria. È rimasta però una lettera morta, dato che la giunta avrebbe dovuto individuare i centri entro 30 giorni. Di giorni ne sono passati oltre 10 mila, senza i necessari adempimenti. Ora siamo davanti al suicidio di una persona transessuale”.
Telefono Amico Italia, ricorda alle persone che stanno vivendo una fase di crisi e di disagio profondo e che hanno pensieri suicidari, che è sempre in linea e a disposizione. Si può parlare con esperti, tutti i giorni dalle 10 alle 24 al numero 02.2327.2327. Oppure si può contattare il Servizio Psicologico inOltre della Regione Veneto al numero verde 800.33 43 43.