da https://feministpost.it/ del 17\3\2025
«Le sue parole sono esplosive». Chissà se Corrado Augias si è reso conto dell’umorismo involontario (ancorché nero) contenuto nel suo commento alla riflessione di Umberto Galimberti, ospite de «La Torre di Babele» su La7. Esplosiva, senza dubbio.
Quello di Galimberti è stato infatti un vero e proprio appello alle armi. Eccolo: «Guardo i pacifisti con sospetto» perché «la pace intorpidisce» e le armi sono «un ottimo deterrente». Ma Galimberti è in buona compagnia, anzi, tra buoni commilitoni. Così Antonio Scurati su «Repubblica»: «La principale carenza dell’Europa è la mancanza di guerrieri».
La pace «torpida», l’Europa privata del «senso della lotta» e dello «spirito combattivo». Questo lessico ci pare di averlo già ascoltato, masticato e sputato: da Papini ( rileggersi il leggendario « Amiamo la guerra »), ai futuristi a D’Annunzio passando per Spengler, Heidegger e naturalmente Nietzsche, è tutto un revanscismo guerriero (sempre presente nell’immaginario maschile) e una lagna ininterrotta sulla degenerazione e sull’infiacchimento dell’Europa (sono almeno 400 anni, dal razzista Gobineau in giù, che il nostro continente è dato per morto). Morte le cui cause sarebbero, naturalmente, la pace «torpida» – Galimberti dimostra di non conoscere la differenza, lucidamente delineata da Simone Weil, tra pace e pacificazione, pacifismo e nonviolenza – e in ultima analisi tutto ciò che ostacola l’espandersi della mascolinità audace, muscolare, dicotomica.
O amici o nemici. È tutto così semplice. È tutto così bestiale.
Strano, vero? Galimberti e Scurati non sono mai stati dei reazionari. Erano piuttosto gli alfieri del progressismo e della correctness, postulatori della «causa» laica e liberal che adesso svela tutta la sua ipocrisia.
Sembra davvero impossibile per il più dei maschi concepire una convivenza umana che possa fare a meno del dispositivo della guerra.
Anche dietro ogni apparentemente “ragionevole” strategia di deterrenza, di interposizione, dell’ “avere le armi ma senza usarle” (nonsense ascoltato sabato in Piazza del Popolo alla manifestazione pro-Europa chiamata da Michele Serra), romba sempre qualche zang-tumb-tumb, uno spermatozoico e intrattenibile orgoglio guerriero che ci risveglia alla verità di una civiltà maschile che non dichiara mai la resa.
DANIELA TUSCANO E MARINA TERRAGNI