Infatti come dicevo dal titolo il fatto di roma lo dimostra . visto che
Il FQ del 29\6\2023
mi fermo qui non perchè abbia perso le arole ma perchè come ho già scritto precedemente per il femminicidio di giulia tramontano due parole sono troppe ed una è oco cioè si rischia : l'ovvietà ed la retorica con il rischiuo di creare assueffazione , qualunquismo giudiziario , o peggio che a fuori di parlarne troppo venga di più parti chiesto il silenzio mediatico come era per il fascismo che tali fatti di cronaca venivano nascosti e taciuti per legge .
ho preferito non scrivere niente piuttosto che dare l'impressione l'impressione di essere un tipo retorico e moralista ecco che ho scelto di non scrivere niente , ed ero ancora scosso , visto che stavolta le donne uccise sono due , ex e nova partner . Oltre ad essere già stato condannato ed aver fatto un percorso psicologico che evidentemente è stato causa burocrazia , e chissà cos'altro , fallimentare . Quindi il mio silenzio non è , come mi avete accusato via email , da indifferenza . Infatti in periodi come questi che stiamo attraversando , mi capita di rifiugiarmi in quella che gli studiosi ( seri e improvvisati ) di scienze sociali chimano anestesia sociale che può esere messo in atto con droghe naturali o sintetiche , legalio illegali o come nel mio caso fantasia ed immaginazione ( anche se nel passato non ho disdegnato , per provare e farmi un esperienza gli altri casi 🤣😢 ) .
E poi certi fatti , mi hanno fatto esaurire le parole ed i pensieri razionali , ed per evitare di cadere nel populismo \ qualunquismo o peggio nella pancia . meglio il silenzio e lasciare che a parlare siano i fatti
Leggo dalla bacheca facebook di Lorenzo Tosa una delle poche penne giornalistiche come siu si deve sui social questa news
Torino.
Una studentessa di 14 anni, di origini straniere, iscritta all’alberghiero, viene avvicinata da un compagna all’ingresso della scuola. Prima le offese: “Neg**, devi tornare al tuo Paese.” “Quelli come te devono morire, neg** di mer**”. Poi i pugni, i calci. Tanti, violenti. Un pestaggio in piena regola, al punto che la vittima finisce in ospedale con varie lesioni.Ma la cosa più sconvolgente di tutta la vicenda è che nessuna delle compagne - nessuna - è intervenuta, limitandosi a osservare una coetanea massacrata di botte.
E una terza ragazza che ha osato quantomeno filmare la scena, perché ne rimanesse traccia, è stata a sua volta colpita.No, non chiamatelo bullismo. Questo è razzismo, della peggior specie. Quello che si alimenta ogni giorno degli odiatori di professione e si nutre della violenza degli indifferenti. Il razzismo è il mostro. Ma chi resta a guardare, senza alzare un dito, fa ancora più paura.
Torino, 14enne aggredita con insulti razzisti da una compagna: “Non copiarmi su Instagram, scimmia”
Aggredita con insulti razzisti, calci e pugni davanti alla scuola. Una ragazzina di 14 anni di Torino è la vittima ripresa in alcuni video che hanno fatto prima il giro dell’istituto alberghiero che frequenta e poi quello dei cellulari dei genitori degli studenti. “Mi ha chiamato scimmia – racconta – e mi ha detto che quelli come me devono morire”
A cura di Gabriella Mazzeo
Picchiata e insultata fuori da scuola per il colore della pelle. Un episodio raccapricciante avvenuto a Torino lo scorso 5 ottobre. A raccontare per primo la storia il quotidiano La Stampa che ha raccolto la testimonianza della 14enne aggredita con appellativi razzisti fuori dall'istituto alberghiero che frequenta. A scagliarsi contro di lei una compagna di scuola ora denunciata ai carabinieri. La violenza è stata ripresa con un cellulare e il video è stato diffuso tra gli studenti fino a raggiungere la madre della vittima. "Non riesco a guardarlo – ha detto la donna -. Sentire quegli insulti nei confronti della mia bambina mi ha fatto male. In tanti anni in Italia non sono mai stata offesa per le mie origini mentre mia figlia si trova a combattere contro il razzismo. Le dico di andare avanti, ma so che non è semplice".
"Mi ha chiamata scimmia, mi ha detto che devo tornare da dove sono venuta e che quelli come me devono morire" ha raccontato la ragazzina al quotidiano. "Ero appena arrivata a scuola con le mie amiche quando questa ragazza si è avvicinata a me e mi ha detto di smettere di copiarla su Instagram. "Finiscila o ti ammazzo", questa è stata l'ultima frase. Poi mi ha tirato i capelli e mi ha strappato alcune treccine. Si è seduta sopra di me, schiacciandomi il costato con un ginocchio e ha iniziato a colpirmi". L'autrice dell'aggressione si è poi presentata in ospedale con alcune contusioni alle mani. Al preside ha detto di essersele procurate mentre difendeva un compagno disabile da "atteggiamenti ingiusti della 14enne". La vittima dell'aggressione, però, ha rispedito le accuse al mittente ribadendo al preside che il ragazzo disabile in questione è in realtà uno degli studenti che la bulla prende spesso di mira. "Mio fratello è autistico – ha specificato la quattordicenne -. Potrei mai comportarmi male con qualcun altro come lui?".
La ragazzina è stata curata all'ospedale Maria Vittoria di Torino. Una volta tornata a scuola, sarebbe stata ulteriormente minacciata da un'amica della bulla. "Mi ha detto che non era finita lì, ma io non ho paura. Ci sono le mie amiche e io ho le prove di quanto dico. Spero che chi ha assistito non abbia paura di parlare adesso. Quella ragazza terrorizza tutti ed è ora che questa cosa finisca".