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19.8.23

Evelina Santangelo: “L’indifferenza della città segno di una subcultura sessista e machista”

Nel Paese soffia un clima politico \ culturale che oggettivizza il corpo della donna e tende a trovare sempre giustificazioni per i carnefici. Prima Grillo e poi Ignazio La Russa sono intervenuti pubblicamente con il peso del suo potere mediatico il primo , politico il secono per difendere il figlio dalla ragazza che lo ha accusato di stupro .
Clima appunto  ‹‹ che tende a sdoganare la subcultura del sessismo. Sta riemergendo una mentalità machista che oggettivizza il corpo della donna, fa passare la violenza di gesti e parole come goliardia e tende a trovare sempre giustificazioni per i carnefici ». È un’analisi impietosa quella della scrittrice palermitana Evelina Santangelo ( foto a   destra   ) nell'intervista rilasciata sotto a repubblica d'oggi sullo stupro di gruppo di cui è rimasta vittima una diciannovenne palermitana, prima stordita con l’alcol e poi trascinata in un cantiere. Un’analisi che allarga lo sguardo a tutti i livelli sociali e istituzionali.






Quale meccanismo scatta nel branco?

«Dal racconto della ragazza emerge che la violenza è stata premeditata al bar. Non c’è stato nulla di occasionale. Viviamo in una società in cui gli uomini odiano le donne libere, non sottomesse, pronte a ribadire la propria autodeterminazione. Questo odio si esplicita con violenze materiali, sino al femminicidio, e immateriali, nelle varie forme di sottomissione psicologica. Lo stupro di Palermo è la tragica conseguenza di qualcosa di strutturale nella società, una mentalità viscerale che oggettivizza e sessualizza il corpo della donna».


Ci sono contesti specifici in cui questa mentalità attecchisce?

«È una mentalità diffusa, come dimostrano certe domande poste anche nei tribunali alle vittime di violenza. Come eri vestita? Avevi bevuto? Avevi tirato cocaina? Sono probabilmente le stesse domande che covavano nella mente del barman accondiscendente nei confronti delle richieste degli stupratori di versare ulteriore alcol nel bicchiere della ragazza, ma anche nella mente degli stupratori che continuavano a ripetere “poi ci pensiamo noi”. Come se lo scandalo, la provocazione fosse intrinseca al corpo e al comportamento della vittima, così come le conseguenze»

Si può parlare di cultura dello stupro?


«Mi ha colpito l’espressione di uno dei ragazzi che per giustificare i suoi comportamenti parlando all’amico: “La carne è carne” o ancora “eravamo cento cani sopra una gatta”. Come se la violenza fosse dettata da uno stato di natura e i rapporti tra persone fossero fondati sull’istinto e la sopraffazione. In un Paese in cui negli anni Novanta, dopo tante battaglie, si è arrivati a considerare lo stupro come un crimine contro la persona e non contro la morale pubblica, riconoscendo così i diritti della vittima, tutto questo è inaccettabile. Ho l’impressione che ci troviamo in una fase di grande regressione e di crescente machismo. E forse il fatto che si è arrivati solo 27 anni fa a riconoscere la natura di offesa alla persona dello stupro c’entra: è come se sopravvivesse il retaggio di una mentalità dura a morire».

Nessuno è intervenuto per aiutare la ragazza che chiedeva aiuto. Palermo è indifferente, distratta o assuefatta alla violenza?

«Non parlerei di Palermo in generale. Penso però che questo voltare le spalle sia il segno della subcultura che ancora attecchisce nelle viscere del Paese, anche nelle nuove generazioni. In qualche modo serpeggia in molti l’idea che la ragazza se l’è cercata. O forse non siamo abituati a riconoscere la violenza di gesti e parole prima che diventi crimine. Il barman continua a versare alcol stando al gioco di quelli che di lì a poco stupreranno la ragazza, la gente intorno assiste come se si trattasse di pura goliardia. Lo stupro invece comincia già nelle connivenze di chi al bar è stato partecipe a gesti e parole che avevano già insiti l’epilogo. A forza di sottovalutare la violenza di genere considerandola innocua, si finisce per spianare la strada ai peggiori crimini».

A Firenze due ragazzi sono stati assolti perché secondo il giudice non avevano capito che la vittima non era consenziente al rapporto sessuale. Anche questo fa parte della subcultura di cui parla?

«Il caso Firenze è scandaloso e si inserisce in una lunga lista di sentenze contro il corpo della donna. Qualche anno fa un giudice assolse da un’accusa di stupro sostenendo che la ragazza non fosse abbastanza avvenente. Nella cultura dello stupro c’è sempre la tendenza a trovare attenuanti e a considerare questi atti episodici e improvvisi come accade per i femminicidi».

Perché si filma la violenza e la si condivide sui social?

«C’è l’idea di aver compiuto un’impresa in cui il corpo martoriato della donna diventa trofeo da mostrare. Filmare ha a che vedere con una sorta di autorappresentazione di virilità e di impunità. D’altro canto in questo Paese si sta diffondendo il senso di impunità, complice il clima che si respira».

Quale clima?

«Penso al libro “Il mondo al contrario” del generale Vannacci, al primo posto nelle classifiche di Amazon. Un libro omofobo, antifemminista, antiambientalista e razzista. Ma anche alle parole del presidente del Senato Ignazio La Russa, intervenuto pubblicamente con tutto il peso del suo potere per difendere il figlio contro la ragazza che lo ha accusato di stupro, prima che un tribunale si pronunciasse. La vicenda di Palermo si iscrive in un clima politico che lascia spazio a dichiarazioni di peso istituzionale improntate all’odio, al sessismo, alla violenza, alla discriminazione».


10.6.22

non sempre il silenzio è indifferenza ma è ancora sconforto è rassegnazione davanti ad orrori della realtà


  nel post precedente : senza parole davanti all'ennesimo stavolta doppio femminicidio sono stato in silenzio perchè   per  parafrasare   questa   frase     di  homer   Simpson   questa  frase     se la memoria  non m'inganna  è  questa   riporta  dal video   qua  sotto  


 ho preferito  non scrivere niente  piuttosto che dare  l'impressione  l'impressione di essere un  tipo retorico e moralista    ecco  che  ho scelto  di non scrivere niente  , ed ero ancora  scosso , visto che  stavolta     le  donne uccise  sono due   ,   ex  e  nova   partner  . Oltre ad essere  già  stato condannato ed  aver  fatto  un percorso  psicologico     che   evidentemente     è stato  causa  burocrazia  ,  e chissà  cos'altro  ,   fallimentare .  Quindi  il  mio  silenzio  non  è  , come mi  avete  accusato  via  email    ,  da indifferenza  . Infatti  in periodi  come      questi    che  stiamo attraversando  , mi  capita  di rifiugiarmi   in  quella   che   gli studiosi  (  seri e  improvvisati   )   di  scienze  sociali  chimano anestesia  sociale  che  può esere messo  in atto con  droghe  naturali o  sintetiche  , legalio illegali   o come nel mio caso  fantasia  ed  immaginazione  (  anche    se nel passato     non ho  disdegnato  , per  provare  e   farmi un esperienza   gli altri   casi  🤣😢  )  .
  E poi certi  fatti , mi hanno fatto esaurire  le parole   ed  i pensieri  razionali  , ed  per  evitare  di cadere nel  populismo \  qualunquismo  o peggio  nella pancia  . meglio il silenzio  e  lasciare  che a parlare  siano  i fatti  

10.5.18

ma che i italia sta diventando ? hanno più coraggio gli stranieri che noi italiani dal Roxy Bar della Romanina ci arriva una "lezione dai meno garantiti, disabili e romeni, che si dividono gli ultimi gradini della nostra sconnessa scala sociale".





La mafia sa assumere mille volti, altrettante ragioni d'essere, sa insediarsi in strati diversi della società, operare con mani diverse. Ma sempre mafia è.

                                                                      Casamonica

Onofrio Dispenza


Dice bene Paolo Fallari sul Corriere della Sera: dal Roxy Bar della Romanina ci arriva una "lezione dai meno garantiti, disabili e romeni, che si dividono gli ultimi gradini della nostra sconnessa scala sociale".Un romeno che nella sua vita, prima in patria, poi in Italia, ne avrà visto di cotte di crude: fame, povertà e disperazione, poi l'Italia che sicuramente all'inizio gli avrà riservato disprezzo e discriminazione. Marian avrà ingoiato saliva mille volte, ma è andato avanti, fino a quel Roxy Bar che alla periferia Est di Roma non è cosa facile da gestire. Ma quel bancone era per Roman un successo personale, la garanzia di una vita mai sicura, ma senza tanti patemi. Quel bancone era la dignità cercata e conquistata con i calli delle mani, con le braccia e con i denti.
Nessun testo alternativo automatico disponibile.I bulli dei Casamonica, che nella sconnessa realtà della capitale sono il letame che fa germogliare il peggio, hanno insultato Roman, gli hanno sfasciato il bar, hanno seminato distruzione e paura pensando di poter contare sull'ennesima immunità. Avranno pensato che al massimo poteva arrivare solo un buffetto della giustizia. Nient'altro che potesse compromettere il loro sciamare criminale e mafioso. Ora sono in una cella, la speranza è che arrivi una punizione pesante e che si avvii una profonda azione di "bonifica" che cancelli ogni rischio legato al clan dei bulletti della Romanina. Roman non ha avuto paura, non ha paura, promette di non aver paura. Roman ci regala una lezione e noi, comunità, dobbiamo rispondere regalandogli un'adeguata protezione, a lui e alla sua attività economica. Un"romeno di merda", come lo hanno apostrofato i due Casamonica ha avuto il coraggio che in questo Paese imprenditori, professionisti e tanti bravi e stimati cittadini spesso non si ritrovano. Roman quel giorno di Pasqua violento e mafioso si è ritrovato al fianco solo il coraggio e la dignità di una donna disabile. Pure lei una vita difficile, un lavoro che era stata costretta a lasciare per una malattia invalidante. Non è rimasta a tacere, come hanno fatto tanti altri, ha ribattuto con fermezza, mai con volgarità, alle volgarità violente ed anche razziste dei giovani Casamonica. Coraggio e dignità che le sono costati giorni e giorni in ospedale, poi altri giorni a letto, a casa, ed ora il legittimo ed umano timore che quelli possano vendicarsi. Ma anche in lei, come in Roman, sulla paura prevale quello che è senso civico. E forse non sanno che senso civico è.
La mafia sa assumere mille volti, altrettante ragioni d'essere, sa insediarsi in strati diversi della società, operare con mani diverse. Ma sempre mafia è. E alla luce di quel che accaduto al Roxy Bar, alla luce dell'aggressione arrogante di questa mattina ad una troupe televisiva presente all'arresto dei pargoli dei Casamonica, appare stucchevole e irresponsabile l'azione di chi preferisce spaccare in pelo in due per verificare se a Roma la mafia c'è davvero. Si, la mafia a Roma c'è ed ha anche il volto dei Casamonica. Ma anche quello della gente di rispetto che evade le tasse e corrompe, e quello della peggiore politica che cerca e si fa penetrare dalle mafie nel nome del potere e del denaro.

(Globalist)

17.7.16

San Teodoro, ragazzo disabile pestato e fifilmato messso sui social .i media oscurano i volti , la famiglia ne autorizza la circolazione senza filtri e senza censure

E noi "civilizzati" ci indigniamo per ciò che accade fuori dai nostri confini ????  Ma guardate che feccia di individui (  sia  l'agressore  , ma il codazzo di gente  che non interviene  o  non chiama le forze  dell'ordine  ) fa nascere e pascere la nostra Italia. Tale fatto  spiega meglio il mio atteggiameto    di non mettere scome foto  nel  mio   profilo  di fb   bandiere  francesi  o  simili  per  i fatti   francesi del 2015\16  ed  in particolare  quello   di Nizza ed  altri  attewntati fondamentalisti


ultimi aggiornamenti sul fatto di san teodoro

N.b
 la  pubblicazione integrale  e senza  censure   dei volti   come hanno  fatto i media  italiani    e  come impone  questo  ......    di legge  sulla  proivacy   che protegge  i criminali e  i delinquenti   (  ion fatti i video   degli arresti   o di telecamere  che  soorprendono  ladri a rubare  o altro  i visi  sono oscurati  ) ma  rompe  le scatole  e punisce  , esperienza personale  i poveri diavoli  ,  è  stata  autorizzata  dala famiglia  èper  chiarire meglio i dettaglio (  il picchiatore   è, vedere  url  sopra  con gli ulti i aggiornamenti   già stato individuato   ed  , nonostante   abbia dei precedenti  , la  solita giustizia italina  a  piede  libero   )  di come  nessuno  sia intervenuta  a difesa   del ragazzo   handicappato   e  a  bloccare  l'agressore  anzi applaudivano ed  incitavano

se  non  lo vedete  lo trovate  qui

 E  poi  Credo  che  :
1)  sia "giusto" pubblicare questo video dove un bastardo picchia selvaggiamente un disabile.
Lo pubblico per mostrare sia la violenza bestiale del bastardo e sia la vigliaccheria di chi non interviene a difendere Luca.  << Questo è il tempo che ci è dato vivere. Questo tempo "devastato e vile". >> (  Emiliano Deiana )
2)   che    visti  i precedenti del  tipo  il carcere non  serva   e  che  come  suggerisce  nei cmmenti  della  pagina  fb  dell'unione sarda 



Giorgio Pintus
Giorgio Pintus
 Metterlo in galera non serve a nulla. Menarlo neanche perché poi bisogna pagarlo per buono. La famiglia di questo sfortunato dovrebbe affidarsi a un buon avvocato e chiedere i danni. Fisici e morali. Non c'è altra strada. Chi propone stravaganti forme di vendetta e posta commenti che vorrebbero far grondare sangue è un animale. Siccome di animale ce n'è già uno, questo basta e avanza. Si procede civilmente e sono convinto che per questo ubriacone fargli cacciare il dovuto sarà molto più doloroso delle botte.


 Non so che altro aggiungere    se  non queste parole di


3 h · 
  condivise  non ricordo da  chi sulla  mia  bacheca  di fb  

 
UN ABBRACCIO A LUCA ISONI E ALLA SUA FAMIGLIA.
Per chi, come noi, ha la fortuna e il privilegio di vivere la disabilità (o la bis-abilità come amiamo definirla), sta male anche fisicamente, nel sentire del barbaro pestaggio subito da Luca, il bis-abile sassarese. Sapere di come egli, Luca appunto, abbia cercato di nascondere ai propri genitori quanto capitatogli, probabilmente per paura di ulteriori rappresaglie e nondimeno per via dell’affiorare dei sensi di colpa tipici in chi subisce violenze, ci fa piangere amaramente (da intendere in maniera letterale e senza retorica…). Poi, il dolore diviene addirittura lancinante, quando si scopre che nessuno è intervenuto in sua difesa; ecco, in questi frangenti, si prende coscienza di un dato terribile: nessuna legge, dunque né il “dopo di noi”, né altre, potrà essere effettivamente messa in pratica, poiché viviamo in una società come quella attuale, popolata da bestie feroci che, quando va bene, vivono gli eventi in maniera passiva; quando va male, girano il capo dall’altra parte, poiché il non vedere lava tutte le coscienze.
Nel nostro piccolo, per quanto poco possa servire, ci stringiamo simbolicamente intorno a Luca e alla sua famiglia, nella speranza che il loro Amore spazzi via questi orribili momenti.


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...