Casamonica
Onofrio Dispenza
Dice bene Paolo Fallari sul Corriere della Sera: dal Roxy Bar della Romanina ci arriva una "lezione dai meno garantiti, disabili e romeni, che si dividono gli ultimi gradini della nostra sconnessa scala sociale".Un romeno che nella sua vita, prima in patria, poi in Italia, ne avrà visto di cotte di crude: fame, povertà e disperazione, poi l'Italia che sicuramente all'inizio gli avrà riservato disprezzo e discriminazione. Marian avrà ingoiato saliva mille volte, ma è andato avanti, fino a quel Roxy Bar che alla periferia Est di Roma non è cosa facile da gestire. Ma quel bancone era per Roman un successo personale, la garanzia di una vita mai sicura, ma senza tanti patemi. Quel bancone era la dignità cercata e conquistata con i calli delle mani, con le braccia e con i denti.

La mafia sa assumere mille volti, altrettante ragioni d'essere, sa insediarsi in strati diversi della società, operare con mani diverse. Ma sempre mafia è. E alla luce di quel che accaduto al Roxy Bar, alla luce dell'aggressione arrogante di questa mattina ad una troupe televisiva presente all'arresto dei pargoli dei Casamonica, appare stucchevole e irresponsabile l'azione di chi preferisce spaccare in pelo in due per verificare se a Roma la mafia c'è davvero. Si, la mafia a Roma c'è ed ha anche il volto dei Casamonica. Ma anche quello della gente di rispetto che evade le tasse e corrompe, e quello della peggiore politica che cerca e si fa penetrare dalle mafie nel nome del potere e del denaro.
(Globalist)