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21.7.25

Domusnovas, il ricamo diventa terapia: successo per il progetto “La Quercia” Tra i protagonisti dei laboratori con gli ospiti delle Rsa anche la signora Delfina Melis, ancora abilissima con ago e filo alla veneranda età di 102 anni

Oltre a essere come ho raccontato in « Trend Fashion Tatreez, il ricamo tradizionale che custodisce la storia della Palestina: quando la resistenza passa da ago e filo. Dalle sue radici ai collezionismo » e in « La ragazza che con ago e filo, seduta ai tavolini di un bar di Roma, aiuta il popolo palestinese a sopravvivere. .... »Il ricamo  è strumento di cura dell’anima e della mente

DA   www.cagliaripad.it

A Domusnovas si è conclusa con un grande successo la prima edizione del progetto “La Quercia”, percorso di ricamo terapeutico ideato dalla socia Orsola D’Ambrosio e promosso dall’associazione I Fili emozionali di Alma in collaborazione con la Fidapa Sulcis. Un’iniziativa che ha coinvolto tutti i 54 ospiti delle Rsa del paese, la Residenza Santa Maria Assunta e la Residenza del Parco, e che ha visto 34 partecipanti cimentarsi per 5 settimane in un laboratorio dedicato al ricamo su lino. Guidati da esperte e volontarie, gli anziani hanno realizzato ciascuno una quercia personale, ricamata a mano con ago e filo su una fettuccia di tessuto, simbolo di forza, radici e rinascita. I singoli lavori sono stati poi uniti in un unico mosaico tessile che sarà presentato ufficialmente domani, alle 17.30, con una cerimonia presso la Residenza Santa Maria Assunta. Tra le protagoniste del progetto anche Delfina Melis, originaria di Gonnesa, che con i suoi 102 anni è diventata il simbolo dell’iniziativa. Con entusiasmo e precisione ha ricamato la sua opera, partecipando attivamente al laboratorio. “Gli anziani, per ragioni oggettive sono fragili, a volte non del tutto autosufficienti o non del tutto autonomi e a questo stato fisico non di rado si unisce la mancanza di una rete familiare o amicale” spiega l’ideatrice Orsola D’Ambrosio. “Ciò li porta a isolarsi. Il nostro progetto, dunque, viene loro incontro, proprio perché non si sentano soli o abbandonati”. “La Quercia” ha rappresentato molto più di un’attività ricreativa: è stata un’esperienza di stimolazione cognitiva, benessere emotivo e socialità. Un progetto che ha saputo intrecciare fili di memoria, pazienza e cultura, lasciando un segno profondo in chi vi ha preso parte.




2.6.25

La ragazza che con ago e filo, seduta ai tavolini di un bar di Roma, aiuta il popolo palestinese a sopravvivere., Keanu Reeves a 60 anni ci dà una lezione di stoicismo contemporaneo: "Perdona le persone in silenzio e cerca di non rivolgergli più la parola ., Il segreto di Yang Xinmin, il “nonno di ferro” del bodybuilding: ha 77 anni ma ne dimostra meno di 50

Non servono particolari ricerche statistiche per affermare che nella grandissima maggioranza dei casi una persona seduta da sola ai tavolini di un bar guarda il suo telefonino. Qualcuno più anticonformista sfoglia un giornale, qualche stravagante magari legge un libro. Ma davvero non ci si aspetta di vedere una ragazza solitaria che davanti a un caffè lavora con ago e filo. Si chiama Yasmine, ha poco più di vent'anni, vive e studia a Milano, starà a Roma pochi giorni. Con il suo accento settentrionale ci spiega che sta ricamando una kefiah. Che però non ha niente a che vedere con il tessuto a quadrati che tutti
conoscono come simbolo della lotta palestinese: Yasmine sta cucendo pochi punti colorati su un panno tutto bianco. «Io sono di origine palestinese, mio padre è figlio di palestinesi esiliati, è nato in Giordania e dopo tanti viaggi si è stabilito a Napoli dove si è sentito finalmente a casa. Mia madre è napoletana. In Palestina ci sono stata solo una volta da piccola, ma voglio tornarci per imparare l'arabo». Il lavoro che sta facendo non è un passatempo qualsiasi: è un modo di tramandare la cultura di un popolo sventurato. Il “tatreez” è l'arte del ricamo palestinese, ma è anche una forma di resistenza perché, trasmessa da una generazione all'altra, preserva l'identità di una nazione nella diaspora. Così Yasmine - che vende i suoi ricami e con il ricavato aiuta i suoi connazionali in Palestina - in un bar romano, tra le macchine che si affannano ai margini della circonvallazione, con ago e filo sta dando il suo piccolo contributo alla sopravvivenza di un popolo.

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Keanu Reeves a 60 anni ci dà una lezione di stoicismo contemporaneo: "Perdona le persone in silenzio e cerca di non rivolgergli più la parola




Keanu Reeves, attore conosciuto in tutto il mondo per il suo talento sul grande schermo e per la sua umiltà nella vita quotidiana, a 60 anni è considerato un'icona non solo per i suoi film, ma anche per il suo atteggiamento nei confronti della vita. Il suo approccio alle avversità e la sua serenità gli hanno fatto guadagnare il soprannome di "stoico moderno", un concetto apparso in un video sul famoso account TikTok @porticoestoico e che ha accumulato migliaia di visualizzazioni. Il video esplora il motivo per cui Reeves incarna i valori dello stoicismo, un'antica filosofia sostenuta da pensatori come Marco Aurelio ed Epiteto e oggi molto di moda.
In sostanza, lo stoicismo insegna che non possiamo controllare ciò che accade intorno a noi, ma possiamo controllare le nostre reazioni. Una lezione che l'attore stesso riassume perfettamente in una riflessione sul perdono che ha condiviso in diverse interviste...
"Perdonare le persone in silenzio e scegliere di non rivolgergli più la parola. Non si tratta di rabbia o risentimento, si tratta di prendersi cura di sé. Lasciare andare ciò che ci siamo lasciati alle spalle senza riaprire la porta a altro dolore." Il messaggio di Reeves si collega direttamente a uno dei pilastri dello stoicismo. Ciò che ci disturba non è il fatto in sé, ma la nostra opinione su di esso. Questa prospettiva ci invita ad accettare ciò che non può essere cambiato e a concentrarci su ciò che dipende da noi: il nostro atteggiamento e le nostre decisioni. Perdonare in silenzio non è un atto di debolezza o risentimento, ma di forza e saggezza emotiva. Come spiega @porticoestoico, questo tipo di perdono cerca di liberarsi dal peso emotivo senza riaprire ferite che causano solo maggiore sofferenza. "Perdonare non significa dimenticare. Significa scegliere la pace con se stessi", afferma Reeves.
La lezione di Keanu Reeves è particolarmente preziosa in un mondo in cui molte persone convivono con risentimenti, conflitti irrisolti ed emozioni negative che incidono sul loro benessere. "Se stai attraversando una situazione difficile con qualcuno, l'unica cosa che dipende da te è come reagisci", riflette l'attore. Quindi, lasciar andare il passato e impedire a quelle emozioni di controllare la nostra vita è un atto di libertà e di cura di sé.


Giusto, ma non facile. Se il tuo avversario è il mondo in cui vivi, e molto spesso lo è quando non ti vengono riconosciuti o addirittura ti vengono negati i tuoi diritti, diventa difficile "perdonare in silenzio".
E aggiungo: È anche peggio quando per il riconoscimento di un tuo diritto ti devi rivolgere ad un giudice, aspettando mesi o anni e nel frattempo pagando uno dei tanti "avvocati" poco corretti che aspettano come avvoltoi i problemi di chi per legge dovrebbe essere tutelato, ma in realtà È la vittima da RAPINARE! Avete mai avuto a che fare con un AMMINISTRATORE/TRICE di CONDOMINIO ? Ecco un esempio di categoria "professionale" assolutamente LIBERA DI FARE TUTTO QUELLO CHE VUOLE ALLA FACCIA TUA e DELLE LEGGI!

Facile  secondo  alcuni    perdonare da Miliardario...😎🤣😃




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Tutti lo chiamano il "nonno di ferro" e a ben vedere hanno ragione: Yang Xinmin è un classe 1948 e sulla carta di identità riporta ben 77 anni. Ma a vederlo sembra un cinquantenne in perfetta forma fisica, a tal punto che è uno dei più famosi e seguiti bodybuilder al mondo, sia perché è stato tra i primi a praticare questa disciplina in Cina laddove è rimasta per anni proibita, sia perché è un esempio di longevità unico. Che "nasconde" dietro alla sua strepitosa forma fisica, segreti legati ad alimentazione e allenamento
Xinmin, il primo culturista che sfidò il Governo cinese
Il nome di Xinmin nel mondo del bodybuilding è circondato da un alone di immenso rispetto: ha iniziato a praticarlo quasi in clandestinità, agli inizi degli anni 80 quando il governo cinese osteggiava questa disciplina, considerata vietata. Poi, i primi risultati e successi, anche a livello internazionale, che lo hanno fatto conoscere e apprezzare nell'ambiente. Ora, a distanza di oltre 40 anni, il suo nome è riconosciuto perfettamente anche dalle più giovani generazioni anche dopo il ritiro ufficiale dalle competizioni. Perché alla veneranda età di 77 anni suonati è ancora un esempio da seguire per una strabiliante prestanza fisica.
Xinmin: "L'allenamento è la parte più importante della mia vita"
Nessun elisir di eterna giovinezza per Xinmin ma una maniacale dedizione alla cura del proprio corpo. La sua costanza nel mantenere il fisico da competizione anche in età avanzata è a dir poco impressionante a tal punto che dopo alcuni esami ha dimostrato ad avere una forma fisica, una forza muscolare e una potenza complessiva addirittura migliore di quelle della maggior parte dei giovani. "L'allenamento è la parte più importante della mia vita" ha ripetutamente sottolineato il culturista cinese. "Dopo anni di esperienza, il mio obiettivo è mantenermi in salute e prevenire l'invecchiamento per avere l'energia necessaria per fare altro. Ricordate le mie parole, mi allenerò ancora a 80 anni. Che siano 80. Amici culturisti: ci vediamo a 80 anni!"
Il "segreto" di Xinmin: "Da oltre 10 anni mangio sempre la stessa cosa"
Come? Allenandosi tutti i giorni, con sessioni lunghissime di workout, in aggiunta ad una rigorosa autodisciplina anche nell'alimentazione: "Da oltre dieci anni ogni mattina mangio sempre la stessa cosa". Tra le otto e le dieci uova condite con fiocchi d'avena, cetrioli e pomodori, insieme all'immancabile petto di pollo.

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...