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18.11.21

cosa passa per la testa di un femminicida di ®© ❤ Madre Terra e amici di ❤ Roberta Broccia

Le  donne    in questo  caso    riesco  ad  esprimere   meglio    le loro  emozioni      davanti  a  simili fatti  .  Ecco quindi  che ammutolito  riporto   il post  ( eccetto il titolo     che  è  mio )     di  un mio utente    Facebook     


Era di origini sarde Elisa Mulas, la madre uccisa a Sassuolo assieme ai suoi due bambini e sua madre e null'altro sono riuscito a trovare su di lei nei maggiori mezzi di informazione.
Di lei si sa che si era separata una prima volta da un marito con cui aveva avuto una ragazzina oggi 11enne, un marito poi che era stato denunciato per violenza domestica.
Poi l'incontro col nuovo compagno di origini tunisine, da cui erano nati due figli, uno di 5 e l'altro di 3.
La domanda che ci facciamo tutti è cosa può spingere un uomo a commettere quattro delitti uno dietro l'altro, contro una donna che era anche mamma, contro due anime innocenti senza colpa, sangue del suo
sangue, circuiti con due ovetti kinder per riuscire ad entrare in casa, e contro un altra donna, sua suocera madre di lei e anche nonna ...
In molti oramai lo ripetono da troppo tempo, c'è questa visione malata da parte di molti uomini sul possesso di una donna, come se fosse un animale da batteria, un soggetto da utilizzare solo per i propri bisogni e soddisfacimenti, come se dentro quel corpo non battesse una intelligenza, un' anima, un cuore di mamma, pieno d'amore per i suoi figli.
Nonostante le denunce era rimasta sola, le istituzioni come sempre aspettano l'ineluttabile prima di muoversi, appunto quando i fatti criminali si compiono.
Era sarda, e ben pochi in Sardegna hanno detto qualcosa per lei, nemmeno a livello politico, nessuna preghiera per lei e i suoi angeli, che con un gesto eroico e improbabile ha cercato di sottrarre a quelle furia cieca e omicida...niente da aggiungere..
  

24.12.18

Violenza sulle donne | La storia di Marta che dopo le botte e lo stalking ha detto basta e trovato la forza per denunciarlo






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lo so che siano a natale e nessuno \ a di voi vorrai sentire o leggerle storie come questa , ma purtroppo le vigliaccate ed i femminicidi non conoscono pause e riposo  come  dimostra quello  successo ieri ad   Alghero    . Tale  storia  sarà pure  di  novembre       ma  tali  vicende   e testimonianze  non hanno   tempo  .  Noi altro prchè il video e la storia dice tutto . Ma un appello   voglio dirlo  quindi care donne ribellatevi e picchateci pure quando noi uomini vi trattiamo cosi .

Ecco da   https://www.tpi.it/2018/11/28/  una  classica  storia    d'amore  malato      diventato quaso  femminicidio  . Deriva  bloccata  dalla  protagonista   che   dopo le  numerose   botte  e violenze  ha  saputo dire    BASTA    e r ribellarsi   ad  tale situazione  .  Dopo     queto spiegone  ecco la storia  






Quando aveva 18 anni Marta si è innamorata di un ragazzo e i due hanno iniziato una relazione che “all’inizio sembrava normalissima”. Poi è arrivato il controllo, e poi i sospetti, la violenza e i ricoveri in ospedale.
All’inizio sono i genitori di Marta che provano a salvarla: denunciano il fidanzato e cercano di allontanarlo da lei. Ma lei non vuole, lo difende, lo ama e ha paura. Resta con lui per tre anni: “Lui riusciva a raggirarmi con le parole. Ma non era amore. L’amore vero è un altro”, racconta.
Poi la svolta: una nuova relazione, il ritorno a casa dai genitori e il desiderio di cominciare a vivere. Ora è Marta a volersi salvare. E finalmente lo denuncia. In questo video, 

vincitore del premio giornalistico Tania Passa (sezione scuole di giornalismo), Marta racconta la sua storia e come è riuscita a sopravvivere.


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...