Riordinando il magazzino del negozio , dopo il periodo dei morti , ho trovato questo articolo interessante che ricorda il caso di Alfredino Rampi
Due anni dopo la morte di Alfredino Rampi a Oristano rischiò di ripetersi la stessa tragedia. Il padre del bambino che fu ingoiato dal ventre della terra, ora cerca gli uomini-eroi che gli restituirono suo figlio sano e salvo.
La cosa mi fa ridere per il fatto che se ricorda e sente il bisogno solo ora dopo di più di 30 anni dal fatto . Quindi concordo con i commenti lasciati sul sito dell'unione sarda a tale nees e che sotto riporto
Ma ora la vicenda dall'unione sarda del 3\11\2012
Nicola Pinna
nicola.pinna@unionesarda.it
Oristano.Tiziano Trogu oggi ha 31 anni. Pinuccio Nonnis lo liberò infilandosi nel pozzo
«Devo conoscere il mio salvatore»
Trent’anni fa un pompiere evitò la stessa tragedia di Alfredino
La cosa mi fa ridere per il fatto che se ricorda e sente il bisogno solo ora dopo di più di 30 anni dal fatto . Quindi concordo con i commenti lasciati sul sito dell'unione sarda a tale nees e che sotto riporto
ray60
04/11/2012 20:17
pubblicita
senza troppa pubblicita credo che basterebbe andare al posto di polizia oppure dai vvff. sicuramente ci sara un verbale redato in cui saronno riportati i nomi e cognomi di questi (uomini eroi ) che salvarono la vita ha suo figlio
Pietropaolo2
04/11/2012 03:50
meglio tardi che mai.
sind'è scirau unu pagheddu tardi... sig mario. farlo 29 anni fà ? ma possibile che neanche il "salvato" tiziano, oramai ben oltre i 30 anni, non abbia mai avuto, in questi anni, il pensiero di dover ringraziare i suoi salvatori personalmente ? Bamboccione... ci pensa papà !!
Nicola Pinna
nicola.pinna@unionesarda.it
Oristano.Tiziano Trogu oggi ha 31 anni. Pinuccio Nonnis lo liberò infilandosi nel pozzo
«Devo conoscere il mio salvatore»
Trent’anni fa un pompiere evitò la stessa tragedia di Alfredino
Era il 23 agosto del 1983. Il piccolo Tiziano Trogu giocava con un amichetto in vico Marroccu (oggi via Neapolis). Mentre inseguiva il pallone cadde in una cavità del terreno che, nascosta dal fango, si era aperta al suo passaggio. Cinque vigili del fuoco e due poliziotti lo tirarono fuori dal ventre della terra. Ora Mario, padre di Tiziano, cerca quegli uomini che lo salvarono dall'inferno che toccò invece ai genitori di Alfredino Rampi, morto nel pozzo di Vermicino.
Il dramma è tutto raccontato in quella foto scattata al San Martino da Romolo Concas: un bambino di due anni con le guance insanguinate e lo sguardo terrorizzato. Abbracciato a mamma Linda ripeteva che in
fondo al pozzo sentiva solo il profumo della mortadella. Erauna strana suggestione,perché quel 23 agosto 1983 Tiziano Trogu ha visto la morte molto da vicino.Ha trascorso due ore e mezza a sei metri di profon-
dità,in fondo a un sifone lasciato scoperto da una squadra di muratori distratti.
DRAMMA A CHIRIGHEDDU. Tiziano quel pomeriggio stava giocando con un altro bambino, a due passi da casa, e inseguendo una palla è scivolato nel vuoto. Si è ritrovato incastrato in un’intercapedine tra il terreno fangoso e i tubi in cementoche reggevano il pozzo.Per salvarlo i vigili del fuoco si sono calati con le corde e con una fatica disumana hanno smontato in poco tempo dieci piloni da un quintale ciascuno.Vico Marroccu, che ora si chiama via Neapolis,sembrava Vermicino:erano passati due anni dal dramma di Alfredino Rampi e in quel pomeriggio d’inferno la città intera pregava perché Tiziano venisse tirato fuori sano e salvo.
Cinque vigili del fuoco e due poliziotti compirono un’operazione da eroi a tempo di record.
«Li vorrei ritrovare,vorrei abbracciarli,perché quel giorno hanno fatto qualcosa di straordinario»,dice Mario Trogu, il padre di quel bambino che ora è diventato un uomo grande e anche papà.
L’INCONTRO. Degli eroi in divisa,Mario Trogu non ricorda neanche il nome, ma di una cosa è sicuro: «Se leggeranno il mio appello si ricorderanno della storia, non si saranno dimenticati di Tiziano.A Oristano quel
pomeriggio lo ricordano in tan-ti». I primi indizi saltano fuori dall’archivio de L’Unione Sarda. Il 25 agosto, nella pagina della Cronaca di Oristano,compare l’intervista ai soccorritori di Tiziano.
Il capo reparto che coordinava i soccorsi era Michele Piretto. Così lui stesso raccontava quei momenti di disperazione e speranza: «Non abbiamo perso tempo e abbiamo deciso subito di smontare quanti più tubi fosse possibile.Ho fatto scendere il vigile Pinuccio Nonnis in fondo al pozzo con la scala di corte, aiutato dagli agenti della Mobile,Peppino Putzolu e Salvatore Meloni.
Con l’aiuto di altri vigili ( Scognamillo,Addari,Adolfi,Fancello ) abbiamo imbragato i tubi e li abbiamo tirati fuori.Poi Pinuccio Nonnis è sceso di nuo-vo nel pozzo e si è infilato nell’intercapedine. A testa in giù ha afferrato il bambino e lo ha portato su.Quando lo ha stretto bene lo ha passato a un altro vigile che si era calato con una scala.A quel punto Tiziano è tornato in superficie e ha riabbracciato la mamma».
TRENT’ANNI DOPO. TizianoTrogu ora ha trentun’anni e vive a Ghilarza, realizza tatoo e piercing e ha aperto uno studio.Incontrare quegli uomini in divisa che lo hanno salvato è stato il sogno di tutta la vita.Ma se quella disavventura è finita nel migliore dei modi è anche merito di un altro bambino: Nicoa Montisci quel giorno giocava insieme a Tiziano, aveva solo quattro anni ma ha capito subito che l’amichetto era in pericolo. È corso a casa e ha lanciato l’allarme: «Mamma, mamma,Tiziano è caduto nel pozzo».
Il dramma è tutto raccontato in quella foto scattata al San Martino da Romolo Concas: un bambino di due anni con le guance insanguinate e lo sguardo terrorizzato. Abbracciato a mamma Linda ripeteva che in
fondo al pozzo sentiva solo il profumo della mortadella. Erauna strana suggestione,perché quel 23 agosto 1983 Tiziano Trogu ha visto la morte molto da vicino.Ha trascorso due ore e mezza a sei metri di profon-
dità,in fondo a un sifone lasciato scoperto da una squadra di muratori distratti.
DRAMMA A CHIRIGHEDDU. Tiziano quel pomeriggio stava giocando con un altro bambino, a due passi da casa, e inseguendo una palla è scivolato nel vuoto. Si è ritrovato incastrato in un’intercapedine tra il terreno fangoso e i tubi in cementoche reggevano il pozzo.Per salvarlo i vigili del fuoco si sono calati con le corde e con una fatica disumana hanno smontato in poco tempo dieci piloni da un quintale ciascuno.Vico Marroccu, che ora si chiama via Neapolis,sembrava Vermicino:erano passati due anni dal dramma di Alfredino Rampi e in quel pomeriggio d’inferno la città intera pregava perché Tiziano venisse tirato fuori sano e salvo.
Cinque vigili del fuoco e due poliziotti compirono un’operazione da eroi a tempo di record.
«Li vorrei ritrovare,vorrei abbracciarli,perché quel giorno hanno fatto qualcosa di straordinario»,dice Mario Trogu, il padre di quel bambino che ora è diventato un uomo grande e anche papà.
L’INCONTRO. Degli eroi in divisa,Mario Trogu non ricorda neanche il nome, ma di una cosa è sicuro: «Se leggeranno il mio appello si ricorderanno della storia, non si saranno dimenticati di Tiziano.A Oristano quel
pomeriggio lo ricordano in tan-ti». I primi indizi saltano fuori dall’archivio de L’Unione Sarda. Il 25 agosto, nella pagina della Cronaca di Oristano,compare l’intervista ai soccorritori di Tiziano.
Il capo reparto che coordinava i soccorsi era Michele Piretto. Così lui stesso raccontava quei momenti di disperazione e speranza: «Non abbiamo perso tempo e abbiamo deciso subito di smontare quanti più tubi fosse possibile.Ho fatto scendere il vigile Pinuccio Nonnis in fondo al pozzo con la scala di corte, aiutato dagli agenti della Mobile,Peppino Putzolu e Salvatore Meloni.
Con l’aiuto di altri vigili ( Scognamillo,Addari,Adolfi,Fancello ) abbiamo imbragato i tubi e li abbiamo tirati fuori.Poi Pinuccio Nonnis è sceso di nuo-vo nel pozzo e si è infilato nell’intercapedine. A testa in giù ha afferrato il bambino e lo ha portato su.Quando lo ha stretto bene lo ha passato a un altro vigile che si era calato con una scala.A quel punto Tiziano è tornato in superficie e ha riabbracciato la mamma».
TRENT’ANNI DOPO. TizianoTrogu ora ha trentun’anni e vive a Ghilarza, realizza tatoo e piercing e ha aperto uno studio.Incontrare quegli uomini in divisa che lo hanno salvato è stato il sogno di tutta la vita.Ma se quella disavventura è finita nel migliore dei modi è anche merito di un altro bambino: Nicoa Montisci quel giorno giocava insieme a Tiziano, aveva solo quattro anni ma ha capito subito che l’amichetto era in pericolo. È corso a casa e ha lanciato l’allarme: «Mamma, mamma,Tiziano è caduto nel pozzo».