23.4.07

Senza titolo 1776

Fra   due giorni si celebra il 25 aprile  anniversario della liberazione   o della  vergogna  secondo alcuni siti e blog e sulla  scia  dellla trasmissione Rt  d'ieri  condotta da Enzo Biagi  , intitolata appunto  "Resistenza e resistenze" a deciso  di  celebrare tale avvenimento  in maniera non retorica  raccontando  attraverso  la  musica  ( stavolta  è toccato alla canzone  linea gotica degli ex Csi , di cui trovate sotto il testo   con delle note sui protagonisti  citati  nella  canzone  )

A chi dice  che la resistenza  non più attuale  rispondo  invitandovi  a  vedere la punte trovare  con emule  ( meglio noto come  il mulo ) di   Rt  in cui  si metteva in evidenza che La Festa della Liberazione e le resistenze esemplari della gente comune, "perché la Resistenza non è mai finita,anche oggi c'è sempre da resistere a qualcosa ": questo il tema scelto dal giornalista per il suo rientro televisivo, con un occhio agli ascolti ("spero che la gente lo guardi" dice a Fabio Fazio, nell'intervento a Che tempo che fa) e l'animo del cronista, "mi preoccupo di cercare di dire una verità in più di quelle che si dicono, e questo esaurisce la mia parte". Nella prima puntata ci sono i "padri della patria" Vittorio Foa ( socialista )  e Tina Anselmi ( democristiana ) , l'ex magistrato Gherardo Colombo , monsignor Giancarlo Brigantini vescovo di Locri ( che lotta  insieme al gruppo ammazzatecitutti.org contro le mafie  ) con la fatica di resistere alla 'ndrangheta, lo scrittore Roberto Saviano a parlare del suo Gomorra e delle oltre 700 mila copie vendute, di Sud, giovani, camorra . Ci sono le storie: gli operai di Bollate che sono riusciti a rilevare la loro fabbrica dismessa, i "nuovi poveri" che occupano le case a Roma. E un lungo omaggio ai giornalisti morti al fronte, che fosse guerra o terrorismo: Cutuli e Fava, Alpi e Impastato, Casalegno e Baldoni, Alfano e Ciriello. C'è Paolo Rossi, "il signor Rossi" alle prese con i conflitti di un condominio-Paese, dietro i quali si intravedono Aldo Moro e Piazza Fontana, Ustica, Bologna, Calvi e Sindona .
Inoltre a testimoniarne la sua  attualità c'è il   fatto  che  la resistenza  è sempre messa indiscussione  da : 1) un revisionismo estremo  i cosidetto negazionismo   di tali eventi   e   nella equiparazione   fra chi ha combatutto  contro  la   dittatura fascista e nazista  ( pur  facendo  stragi  e vendette anche personali dopo la   guerra )   per la democrazia e chi invece ha combattuto dalla parte opposta , indipendemntemente dal suo colore politico  ed ideologicpo  ( pro usa o pro Urss )  ovvero avvalando un regime \ dittatura che ha portato  l'Italia  alla  II guerra mondiale  ed ad allearsi   con il nazismo  ; 2) dall'impossibile   e utopistica  ricerca
(sia  a destra  che a sinistra )  di una memoria collettiva  fin quando  :  ancora si mitizzerà   ( da una parte )  , si negherà  e\o criminalizzerà   (  dall'altra ) o la  si userà  per  attaccare  l'avversario politico  ovvero non riconoscendo  che  le cause  delle morti  non sono  tutte uguali.
E che  questa nuova  destra  sia parlamentare  che non parlamentare   non ha  ancora imparato 
come  sembra  dimostrare  questo  file  audio ( che trovate presso i multimedia di www.emptyvoice.splinder.com neo entrato nella  nostra  comunity ) e di questo  video  di una vcecchia edizione della trasmissione televisiva ( una  del poche perle  in mezo alla merda  che  c'ènella tv )  blob di qualche  anno fa





 di  un discorso di Borghezio    per cosa   si  è finiti   morti  per  le bastonature delle squadraccie fasciste  ( Piero Gobetti ed Giovanni Amendola) , che  si è finiti in esilio  o  nelle  carceri  e  al confine  , e per  cosa  ( chi coerentemente  con il proprio antifascismo  o perchè  in particolare  dopo il 25 luglio e l'8 settembre del 1943  ha  aperto gli occhi,e chi invece  per opportunismo e\o voltare gabbana capita in  tutti i movimenti \ cambiamenti non esiste  una verginità - perfezione  assoluta al 100 %)  è ha fatto la scelta di andare in montagna  o  fiancheggiare  nelle  città  la resistenza \ movimento di liberazione 






                                               

                                            
Linea Gotica 


«Alba la presero in duemila il dieci ottobre, e la persero in duecento il due novembre dell'anno 1944»  ( Beppe Fenoglio da I ventitré giorni della città di Alba " )

Anche la disperazione impone dei doveriBeppe Fenoglio
E l'infelicità può essere preziosa
Non si teme il proprio tempo
È un problema di spazio
Non si teme il proprio tempo
È un problema di spazio
Beppe Fenoglio
Geniali dilettanti in selvaggia parata
Ragioni personali, una questione privata
Geniali dilettanti in selvaggia parata
Ragioni personali, una questione privata
La facoltà di non sentire
La possibilità di non guardare
Il buon senso la logica i fatti le opinioni
Le raccomandazioni
Occorre essere attenti per essere padroni di se stessi
Occorre essere attenti
Luogo della memoria pomeriggio di festa
Giovane umanità antica fiera indigesta
Cielo padano plumbeo denso incantato incredulo
Beppe Fenoglio
Un canto partigiano al Comandante Diavolo[1]
Non temere il proprio tempo
È un problema di spazio
Non temere il proprio tempo
È un problema di spazio
Geniali dilettanti
In selvaggia parata
Ragioni personali
Beppe Fenoglio
Una questione privata
La facoltà di non sentire
La possibilità di non guardare
Il buon senso la logica i fatti le opinioni
Le raccomandazioni
Occorre essere attenti per essere padroni di se stessi
Occorre essere attenti
La mia piccola patria dietro la Linea Gotica
Sa scegliersi la parte
Occorre essere attenti per essere padroni di se stessi
Occorre essere attenti
Occorre essere attenti occorre essere attenti
e scegliersi la parte dietro la Linea Gotica
Comandante Diavolo
[1] Monaco Obbediente [2]
Giovane Staffetta Ribelle Combattente
La mia piccola patria dietro la Linea Gotica
Sa scegliersi la parte...
Mai come ora...





1
Germano nicolini ( Correggio 1919 )

Partigiano Di formazione cattolica,partecipa alla guerra di Liberazione diventando comandante del terzo battaglione  SAP della 77ª brigata Manfredi, con il nome di battaglia "Diavolo".Finita la guerra, giovanissimo divenne sindaco di Correggio, in una zona e in un periodo ancora turbati dalle vendette e dai delitti di stampo politico.Tra questi delitti, fece molto scalpore l'assassinio di Don Umberto Pessina, parroco a Correggio, il 18 giugno 1946. Del delitto vennero accusati Ello Ferretti, Antonio Prodi e lo stesso sindaco comunista di Correggio, Germano Nicolini.
Condannati a 22 anni di carcere, scontarono 10 anni di pena in cella, mentre i veri responsabili rimasero liberi, protetti da un intreccio di paure e omertà che legava gli ambienti cattolici e della Dc ansiosi di trovare dei capri espiatori, e lo stesso
Pci, che preferì proteggere la fuga dei veri responsabili per calmare la situazione e non riaprire un caso che avrebbe potuto far emergereNel 1990 venne riaperto il caso e furono individuati i veri colpevoli: Cesarino Catellani, Ero Righi ( già rei confessi nel 1946, ma condannati per autocalunnia) e William Gaiti ( anch'esso reo confesso). I tre furono assolti nel 1993 in seguito all'amnistia fatta nel  2  dpopoguerra  dallallora  ministro  dela giustizia  Togliatti.
Nel 1994 anche Nicolini, Prodi e Ferretti vennero definitivamente prosciolti, e l'ex "comandante Diavolo" venne inisignito della medaglia d'argento al valor militare. eventuali responsabilità di dirigenti locali (frattanto che William Gaiti, il veroIl comandante Diavolo assassino, abbandonava il suolo italiano).Ancora oggi Germano Nicolini, ultraottantenne, continua a prestare la sua testimonianza degli orrori della guerra.La storia di Germano Nicolini, comandante Diavolo, è stata ripresa da gli ex CSI con Linea gotica, nella quale è presente anche un altro personaggio simbolo della lotta antifascista Giuseppe Dossetti ( il monaco ubbidiente ) e dai Modena City Ramblers, che con la canzone Al Diével  traduzione emiliana di "Diavolo"
( qui potete trovare il testo con la traduzione in italiano  e altri dettagli  sul personaggio in questione ) l'hanno fatta conoscere al grande pubblico


2
Giuseppe Dossetti ( Genova, 1
3 febbraio 1913 - Oliveto di Monteveglio,Bologna, 15 dicembre 1996 )
fu giurista, uomo politico e, dal 1959, sacerdote .
Da giovane si iscrisse all'Azione Cattolica e a soli ventuno anni si laureò in giurisprudenza. Animato da profonde convinzioni politiche e moral ied  antifascista, partecipò alla Resistenza e al CNL ( Comitato di Liberazione Nazionale  ) di Reggio Emilia, anche se rifiutò sempre di usare le armi.
Alla fine del fascismo, divenne professore incaricato di Diritto ecclesiastico
all'Università di Modena .
Divenne vicesegretario della Dc ( La sua carriera politica fu poi rapidissima: nel 1945 ) e il Democrazia Cristiana2 giugno 1946 fu eletto alla Costituente, di cui fu uno dei membri più attivi. Nello specifico fece parte della cosiddetta Commissione dei 75, che elaborò la prima bozza della nostra Costituzione, e della prima Sottocommissione che aveva come compito i "diritti e doveri dei cittadini". Sempre nel 1946, con tre  dei più  importanrti esponenti della Dcfino agli anni 70\80  Amintore Fanfani,Giorgio la Pira e Giuseppe Lazzati (definiti, non senza una punta di disprezzo, i "professorini"), fondò l'associazione Civitas Humana. Decise di non ricandidarsi alle elezioni del 1948 e tornò sulla sua decisione solo per obbedire alla volontà di monsignor Montini (poi Papa Paolo VI). All'interno della D.C. le posizioni di Dossetti, improntate ad un ideale evangelico, si contrapposero quasi inevitabilmente a quelle decisamente pragmatiche di Alcide De Gasperi.
Contrario all'ingresso nella NATO, in cui vedeva la riproposizione di pericolose contrapposizioni internazionali, favorevole a riforme sociali che favorissero gli strati più poveri del paese, Dossetti si presentò al Congresso del partito tenutosi nel luglio 1949 con oltre un terzo dei consensi. La contrapposizione con De Gasperi fu netta; Dossetti accettò la sfida del suo avversario e tornò a coprire la carica di Vicesegretario del partito da cui in precedenza si era dimesso. In questi anni si impegnò a fondo per la realizzazione di grandi riforme che videro luce negli anni successivi: quella agraria, quella tributaria, l'istituzione della Cassa del Mezzogiorno.
Abbandonò la politica attiva nel 1951 per concorrere, senza successo, alla poltrona di e vi fece solo una brevissima riapparizione nel 1956sindaco di Bologna, nel cui consiglio comunale siederà nei due anni successivi.
Nel frattempo, il 6 gennaio 1956, pronunciò dei voti religiosi dopo che, pochi mesi prima, le autorità ecclesiastiche avevano dato la loro approvazione alla regola della comunità monastica della "Piccola Famiglia dell'Annunziata", da lui fondata e basata su "silenzio, preghiera, lavoro e povertà". In seguito Dossetti, già terziario francescano, ricevette, esattamente tre anni dopo i voti, l'ordinazione sacerdotale.
Negli anni '60 partecipò ai lavori del Concilio Vaticano II come collaboratore del cardinale Lercaro ma, anche in questo caso, la sua presenza mal vista da alcuni settori delle gerarchie ecclesiastiche gli fece scegliere il ritiro, senza clamori e polemiche, com'era nel suo stile.
Negli anni la comunità da lui fondata si espanse: dalla prima sede nei pressi di Bologna, alla Terrasanta, dalla Giordania a Casaglia di Monte Sole, frazione di Marzabotto, che negli anni della guerra era stata teatro di un eccidio nazista
(il massacro di Marzabotto).
Tornò sotto i riflettori della stampa nel 1994, quando espresse pubblicamente la sua preoccupazione per i propositi di stravolgimento della Costituzione repubblicana, che da vari ambienti politici venivano espressi con sempre maggiore chiarezza e radicalità. Sorsero in tutta Italia associazioni e circoli in difesa della Costituzione che si rifecero al messaggio lanciato dal vecchio sacerdote. La caduta del primo governo Berlusconi e il fallimento di quel disegno affievolirono l'attenzione intorno al movimento in difesa della Costituzione.
Dossetti morì due anni dopo, il 15 dicembre 1996 e fu sepolto insieme con il nome di "Benigno" e divenne Presidente del ai martiri dell'eccidio nel piccolo cimitero di Casaglia di Monte Sole.


Concludo  una frase  di un'altro  " padre della patria " << Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì O giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione. >> Piero Calamandrei ( Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza. Milano, 26 gennaio 1955 )   che oggi  definscono ( quando in realtà no lo mai stato era  un liberale  \ repubblicano  come potete leggere dala  sua biografia in senso dispreggiativo, comunista


 
P.s


a causa dei soliti problemi  le  frasi  in neretto e sottolineate  sono dei colegamenti ipertestuali 











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