"Avrei preferito inventare qualcosa di più utile per la gente. Una macchina utile per aiutare i contadini… ad esempio una falciatrice". Mikhail Timofeevich Kalashnikov
Il massacro del Virginia Tech porta alla ribalta, negli USA, un problema scottante: quello delle armi facili. Il 56% degli americani, intervistati in proposito, chiedono un inasprimento delle leggi sul porto d’armi. Accanto ad essi si schierano il Washington Post e il New York Times e network come Nbc e Cnn.
A sollevare la richiesta di bandire le armi dai campus, a tutela dei propri connazionali che vi studiano, sono anche Australia, Indonesia, India e SudCorea. Altri nove atenei si attrezzano per iniziative simili. Eccesso di cautela? Beh, se guardiamo le cifre c’è da chiedersi perché non si è intervenuti prima. Dal 2 febbraio 1996, data della sparatoria a Moses Lake (Washington), ci sono state 46 stragi nelle scuole…36 solo negli USA.
Preoccupante silenzio dei candidati presidenziali…sono così presi a pararsi il culo per evitare un boomerang elettorale di ritorno, da volgere lo sguardo altrove…come se questa strategia allontanasse e/o risolvesse il problema. Ah, ma forse la debacle di Al Gore che, dopo la strage di Colombine, perse le elezioni essendosi schierato contro il porto d’armi…insegna! Eh già, chi possiede un’arma, vota…chi mai sarebbe così autolesionista da alienarsi i favori, per esempio, dei 4 milioni di iscritti della Nra (Associazione dei portatori d’armi)?
A scongiurare, comunque, un rigurgito di coraggio da parte di un’anima candida che volesse intraprendere una battaglia simile, ci pensano loro…sì, sì…proprio
Però…però l’America mostra, di fronte al mondo, la sofferenza del Presidente Bush, sconvolto e inorridito che, dopo l’ipocrita minuto di silenzio in onore delle 32 vittime, si affretta a ricordare il secondo emendamento della Costituzione…”i cittadini hanno il diritto di portare le armi”. È il diritto all’autodifesa che in molti reclamano pure in Italia e che si traduce nel rischio di armare la mano di individui incapaci di autocontrollo e raziocinio, come il giovane Cho Seung-Hui
La parola alle cifre. “Secondo una ricerca dello scorso anno elaborata dalla Harvard School of Public Health, una particolare classifica stilata secondo il possesso di fucili e pistole, nei 12 Stati con più armi pro capite, rispetto ai 12 che ne hanno meno, il tasso di omicidi per arma da fuoco è più alto del 114 per cento. Un rapporto del Children Defense Fund ha rivelato nel 2006 negli Stati Uniti sono morti 2.827 minorenni a causa delle armi da fuoco. Quasi quanti i soldati Usa morti nella guerra in Iraq sino ad allora. I morti totali per arma da fuoco sono circa 10 mila all'anno, da dieci anni a questa parte. […]secondo l’Us Preventive Service Task Force le armi da fuoco vengono utilizzate per compiere circa il 60 per cento dei suicidi”. (Peacereporter)
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