Senza titolo 1754


«Con tutti i bisogni che hanno le famiglie, ci stiamo logorando e scannando su una cosa come i Dico? Ma con questi benedetti contratti mica si muore. Invece di fare cortei e fiaccolate, dovremmo pensare alle famiglie che non hanno una casa, che non hanno cultura, educazione, che non hanno soldi per mantenere i figli. Problemi veri, mica noccioline»
Don Gino Rigoldi, Corriere della Sera, 4 aprile

Commenti

FantArt ha detto…
UN caro saluto...
paticos ha detto…
Figuriamoci se mi permetto di contraddire don Rigoldi, un uomo di fede e di provata esperienza che stimo e che ho avuto la fortuna di sentire anche di persona. Non vorrei che, però, le sue parole, estrapolate e decontestualizzate, siano utilizzate a sostegno di una tesi che potrebbe non essere sua, e cioè l'approvazione della equiparazione delle unioni: matrimoni, unioni di fatto, unioni omosessuali.

Credo anch'io che sia più importante che l'attenzione di tutti (cattolici e non) sia rivolta ai problemi della gente, ai reali bisogni più urgenti. Invece pare che la catastrofe più grande sia l'approvazione dei Dico o la loro non approvazione... . Noi cristiani dobbiamo riflettere sulla formazione delle coppie che chiedono il matrimonio cristiano: come curiamo questa formazione? i nostri sposi cristiani sono veramente consapevoli del sacramento che chiedono di celebrare? e quando si formano le nuove famiglie cristiane, come le seguiamo, come le aiutiamo nelle loro difficoltà? Io conosco comunità cristiane che hanno grande cura della famiglia, dalla preparazione al matrimonio in poi, ma sono poche. Vedo molti più matrimoni celebrati in chiesa solo per romanticismo: fiori, violini... e poi gli sposi se la devono cavare da soli.

Lo stato, dal suo canto, fa veramente poco per la famiglia: spesso entrambi i genitori sono costretti a lavorare per molte ore al giorno, le spese per la casa sono enormi, mettere al mondo i figli e mantenerli è diventato un lusso; depressione e violenza dilagano all'interno della famiglia; e se in una famiglia ci si deve occupare di un disabile, i problemi si moltiplicano e la famiglia è sempre più sola.

Per questo credo che i Dico non siano una priorità, ma il fio da pagare ad una parte dell'elettorato dell'attuale governo (che ha usufruito anche del mio consapevole voto). Non penso che la legge minacci la famiglia (del resto, più disastrata di così...), ma mi preoccupa quello che la legge potrà comportare in termini di spesa: se anche coloro che non contraggono matrimonio (parlo del matrimonio civile) potranno avere la reversibilità e altri benefici fiscali, a me che pensione daranno? E quali maggiori risorse potranno essere impiegate a favore delle famiglie 'tradizionali'? Questo è il rischio che mi preoccupa. Se so che il mio budget è limitato, io penso prima a mettere da parte i soldi per le urgenze e non a comprare cose che possono essere utili, ma non strettamente indispensabili.

Avrei altre cose da scrivere in proposito, ma non voglio annoiare; spero che le mie parole non esprimano alcuna forma di negazione dei diritti degli omosessuali, perché non è nelle mie intenzioni: credo che ciascuna persona sia degna di rispetto a prescindere dalle sue inclinazioni sessuali. Il mio è solo un discorso sulle priorità. Patrizia

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