dalla nuova sarrdegna di oggi 29\4\2007
La commovente storia di un marocchino arrestato dai carabinieri a Pozzomaggiore «Sfida» la legge per assistere la sorella malata Clandestino per esaudire il desiderio della madre morente: «Occupati di lei» Rischia l’espulsione ma il giudice non ha ancora deciso
SASSARI. Il sogno di raggiungere la famiglia, dopo avere attraversato il mare a bordo di un barcone della speranza, è svanito nello strazio di un addio. A gennaio Mohamed Ibnorida ha accarezzato per l’ultima volta il volto della madre Essalaha, stroncata da una grave cardiopatia a soli 43 anni. Da allora, a 26 anni, il giovane marocchino è l’unico punto di riferimento per la sorella diciottenne, bambina per sempre a causa di una grave patologia, e per il fratellino di cinque anni. Venerdì Mohamed è stato arrestato dai carabinieri di Pozzomaggiore, nella casa dove il giovane viveva nascosto da mesi.
Mimetizzato nell’attesa che il padre ritornasse dal Marocco, dove era andato per riaccompagnare la moglie nell’ultimo viaggio, e dove è rimasto per cercare di ottenere il permesso di espatrio per il figlio maggiore. Perché Mohamed è ormai indispensabile alla famiglia, da quindici anni in Sardegna con tutte le carte in regola. Solo lui, cresciuto dai nonni in un paesino del Maghreb dopo la partenza dei genitori, restava tagliato fuori dal sogno del ricongiungimento familiare.
Ieri mattina la commovente storia di «Mohamed il clandestino» è approdata a palazzo di giustizia dove il giudice Carla Altieri, dopo averla ascoltata, ha convalidato l’arresto riservandosi però di decidere se concedere o meno l’immediata espulsione dell’imputato dal territorio italiano. Il pm Antonio Piras ha chiesto che, come prevede la legge in casi di disobbedienza a un foglio di via, Mohamed Ibnorida venga rimpatriato. E non c’è dubbio che il giovane abbia ignorato il decreto di espulsione, notificatogli a ottobre dopo il suo avventuroso arrivo a Lampedusa a bordo di una bagnarola del mare carica di disperati.
Lui, che non parla l’italiano e che ieri è stato interrogato con l’aiuto di un interprete, anche volendo a quell’ordine non poteva obbedire. Perché, ha spiegato il suo avvocato difensore Giuseppe Onorato, a Pozzomaggiore lo aspettava una famiglia in difficoltà. La madre gravemente malata, il padre narcotizzato dal dolore, la sorella bisognosa di assistenza continua. Perfino più, se possibile, del fratellino. Ieri mattina la vera protagonista di questa storia di integrazione sperata ha atteso, con alcuni membri della comunità marocchina accorsi a palazzo di giustizia, che il fratello maggiore uscisse dall’aula del tribunale. Non appena lo ha visto si è riappropriata di Mohamed con un abbraccio. È lui, adesso, il suo faro. Lei, che in Italia ha maturato tutti i diritti di un cittadino disabile totale, non sa che rischia di perdere l’unica persona al mondo in grado di occuparsi di lei.
Titolare di una carta di soggiorno permanente per stranieri, qualcosa di più di un semplice permesso, la ragazza-bambina ha una pensione di invalidità civile che tiene conto della sua grave minorazione «che ne ha ridotto - si legge nel certificato dell’Asl - l’autonomia personale in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale e in quella di relazione». Ma la sua nuova patria ha fatto di più per la fragile sorella di Mohamed: l’ha integrata in una scuola e le ha assegnato una docente di sostegno. Tre volte la settimana, la ragazza riceve la visita domiciliare di personale specializzato sanitario. Ma è il calore della madre che le manca da quattro mesi. Un amore totale che lei ha riversato sul fratello ritrovato. Da parte sua, Mohamed ricambia curando la sorella e occupandosi a tempo pieno del fratellino. Un’assistenza che il padre, che si guadagna da vivere facendo il venditore ambulante, non è in grado di assicurare con la necessaria costanza.
In attesa che la sorte di Mohamed venga decisa dal giudice, l’avvocato Giuseppe Onorato si sta già muovendo perché al giovane venga concesso il permesso di soggiorno. «Dopo avere valutato la situazione - ha spiegato il legale - il questore potrebbe permettere a Mohamed di restare in Italia per motivi familiari, di salute, oppure umanitari».
E che la storia di Mohamed meriti un’attenzione speciale sono certi i suoi connazionali e parenti, residenti in altri centri del Sassarese. Questo perché il ragazzo possa mantenere la promessa, fatta a gennaio alla madre morente, di non abbandonare i fratelli.
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