Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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21.10.24
Non mi riconosco in chi dopo la morte di qualcuno, sia pure un delinquente, dice, “non ci mancherà”e dei suoi accoliti che hanno mandato il cervello in cassa integrazione \ all'ammasso
canzome suggerita
Io Non Mi Sento Italiano - Giorgio Gaber
Non mi riconosco in un paese dove ci sono tale persone che hanno mandato il cervllo all'ammasso e si sono fatte abbindolare dalla propaganda . Infatti come ho detto nel titolo No. Io non mi riconosco in una politica che dopo la morte di qualcuno, sia pure un delinquente, dice “non ci mancherà”.
Io non mi riconosco in una politica che invece di proteggermi dai delinquenti e insegnarmi, contemporaneamente, a non odiare, ma solo a pretendere giustizia e sicurezza – e magari eliminare le ingiustizie e le insicurezze che seminano altra violenza e altro odio – , mi spinge ogni giorno a cercare un nemico, e odiarlo.Io non mi riconosco in una politica che cerca tutti i giorni di convincermi che se sono povero, senza prospettive, senza servizi, è colpa degli immigrati.
Io non mi riconosco in una politica che non fa che additarmi chi delinque, chi aggredisce, chi spaccia – ma solo se è di un altro colore, o è nato fuori dall’Italia – per farmi dimenticare chi evade, chi truffa, chi si approfitta di me, chi non vuole pagare le tasse e ci riesce, chi anche grazie al mio lavoro accumula patrimoni su cui non pagherà, in proporzione, quanto io pago per il poco che ho: tutti italianissimi. Per farmi dimenticare le mafie che possiedono e governano territori (contrastate dai magistrati che quella stessa politica tenta di svilire e ridimensionare, contrastate da quelle forze di polizia che non vengono rinforzate e adeguate: anzi, le esportiamo in Albania a guardare il barile).Io non mi riconosco in una politica che sul tema epocale e universale (questo sì) delle migrazioni sa rispondermi solo creando lager: al “modello Albania” io preferisco il “modello Riace”, che pure è scomparso, e non si capisce( almeno che tu guardi avanti cioè : << [...] Il matto parla con lo sguardo perso\Sogna forte \E vede lontano >> * o fai ipotesi che vengono definite complottiste \ seghe mentali dalla stessa classe politica ) perché. Chi quel modello lo ha conosciuto da vicino – nelle strade dove correvano i bambini, tra le botteghe artigiane dove si lavorava, nelle case che riaprivano le finestre – sa come fosse l’unico che produceva comunità, e non esclusione. Che dava senso alle vite, e vita ai luoghi. E no, non parlatemi delle vicende giudiziarie di Mimmo Lucano: se i ministri indagati sono innocenti fino all’ultimo grado di giudizio, anche lui lo è (la sentenza d’appello, vi ricordo, ha fatto cadere tutte le accuse più gravi, ed è stato certificato che lui non ha tratto alcun profitto personale da quello che ha fatto). Ma soprattutto vi do una notizia: il modello Riace può prescindere da Lucano. Basta chiarirci cosa vogliamo, chi vogliamo essere. E no, non mi riconosco in una politica per cui ogni straniero è un nemico, ogni clandestino vuole venire qui a rubarmi la casa e la vita – tranne quelli che teniamo qui, chiudendo un occhio o tutti e due, per raccogliere i nostri pomodori o badare ai nostri anziani – , e il problema si affronta con più muri e più ostacoli: tutti nel fienile col fucile spianato.
No, io non mi riconosco in una politica che da un lato non fa che parlarmi delle mie “radici cristiane” e si fa scudo d’un granitico “Dio, patria e famiglia” – qualcuno invoca anche il Cuore Immacolato di Maria, o bacia i rosari – , ma dall’altro sostituisce “ama il prossimo tuo” (ricordo un cartello con questa scritta, e un ministro che tramite forze dell'ordine lo fece rimuovere) con “odia e non accogliere il prossimo tuo”, e lo giustifica.
Non mi riconosco in una politica che mi segnala solo i Moussa Diarra – il maliano ucciso a Verona da un poliziotto dopo una serie di aggressioni – e mai le Angela Isaac – la nigeriana che a Catania si è lanciata dentro un fiume d’acqua per salvare una persona. Una politica che lavora per enfatizzare la presenza dei Moussa (che va colpita, per carità, ma certo non dicendo che tutti sono Moussa, e certo non creando condizioni disumane che facilitano la nascita dei Moussa ) e non per valorizzare le Angela.No, io non mi riconosco in una politica che di Moussa dice “non ci mancherà”, e non dice di Angela “ci mancano, le persone così”.No, non mi riconosco in una politica che non fa che dirmi che se “lo vuole la maggioranza” – qualunque cosa sia – è legittimo. Non mi riconosco in una politica che irride le minoranze perché ne ignora il ruolo e il posto, e il dovere che verso di esse hanno le maggioranze, in democrazia. No, io no.
21.6.23
storie d'amore e d'amicizia . La sindaca e il suo vice si sposano e lui si dimette ., Furono scambiate in culla: una delle due ragazze mazaresi si sposa, ad accompagnarla all’altare i due papà
da REPUBBLICA del 20\6\2023
La sindaca sposa il suo vice, e lui si dimette. E' un matrimonio benedetto dalla politica quello avvenuto a Pietravairano, piccolo comune dell'Alto-Casertano, tra la prima cittadina Marianna Di Robbio (in carica dal 2019) e il suo vice, nonché assessore della sua giunta Aldo Zarone, celebrato qualche giorno fa, che ha provocato tanto entusiasmo nella comunità, e nessuna polemica. Anche perché Zarone, con un post su facebook, ha subito annunciato la rinuncia "all'incarico di vice sindaco e assessore".
"Tale decisione - ha spiegato - la ritengo non solo doverosa (in ragione delle prescrizioni di legge) ma anche opportuna sotto il profilo politico e personale dopo essere convolato a nozze con Marianna Di Robbio. Nel mio ruolo di consigliere di maggioranza conserverò le deleghe e continuerò a lavorare con impegno e dedizione assieme agli amici amministratori, nell'esclusivo interesse del nostro splendido territorio, del nostro amato paese. Con il cuore ancora colmo di gioia ed emozionato come il primo
giorno, vi ringrazio per avermi voluto in modo forte in Consiglio Comunale e per averlo praticamente dimostrato nel farmi essere il vicesindaco più giovane e votato del nostro paese. Vi saluto con affetto".Una bella storia d'amore, celebrata anche sui social, con la coppia che già nel giugno dello scorso anno fece parlare di sé con l'annuncio della nascita del primo figlio, con tanto di ecografia mostrata in foto e la scritta, dedicata da Zarone alla Di Robbio. "A te, a noi, alla mamma che sarai! Ti sceglierei altre milioni di volte".Una bella storia d'amore, celebrata anche sui social, con la coppia che già nel giugno dello scorso fece parlare di sé con l'annuncio della nascita del primo figlio, con tanto di ecografia mostrata in foto e la scritta, dedicata da Zarone alla Di Robbio. "A te, a noi, alla mamma che sarai! Ti sceglierei altre milioni di volte".
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una delle due ragazze mazaresi si sposa, ad accompagnarla all’altare i due papà
Venticinque anni dopo lo scambio, genitori e figli, rimasti uniti in unica grande famiglia, hanno accompagnato all'altare Caterina Alagna. Presente anche l’altra ragazza, Melissa Foderà
MAZARA DEL VALLO
Due papà, due mamme e quattro sorelle per una sposa all'altare. Si è sposata ieri nella basilica Cattedrale di Mazara del Vallo Caterina Alagna, una delle due bambine mazaresi scambiate in culla la notte tra il 31 dicembre del 1997, quando sono nate a quindici minuti di distanza l'una dall'altra, tra le 23 e le 23,15, all'ospedale cittadino "Abele Ajello".
Due papà, due mamme e quattro sorelle per una sposa all'altare. Si è sposata ieri nella basilica Cattedrale di Mazara del Vallo Caterina Alagna, una delle due bambine mazaresi scambiate in culla la notte tra il 31 dicembre del 1997, quando sono nate a quindici minuti di distanza l'una dall'altra, tra le 23 e le 23,15, all'ospedale cittadino "Abele Ajello".
Venticinque anni dopo lo scambio in culla genitori e figli, rimasti uniti in unica grande famiglia, hanno accompagnato all'altare Caterina. A precedere l'entrata della sposa sono state tutte le sorelle in veste di damigelle: Perla e Lea, le sorelle di sangue della sposa, e Melissa Foderà, l'altra bambina scambiata in culla, insieme alla sorella Sofia. A seguire Caterina, sottobraccio ai due papà, che si chiamano entrambi Francesco, le due mamme Marinella e Gisella.
Quella delle due bambine è una storia delicata che ha reso, dopo tanto dolore, le due bambine inseparabili e le due famiglie in simbiosi. Una storia che ha ispirato anche un film, "Sorelle per sempre". Per tre anni, dopo che le due famiglie tornarono a casa dall'ospedale con una bambina non loro, le piccole sono cresciute con le famiglie invertite. È all'asilo che si manifesta l'impensabile: una delle maestre solleva i sospetti dettati dalle somiglianze.
A una delle mamme venne consegnata una bambina: "Questa non è mia figlia". "Ma le somiglia come una goccia d'acqua", replicò la maestra. La donna guardando la piccola venne assalita dai sospetti. Da qui l'esame del sangue che conferma che la piccola non è sua figlia. Viene, così, informata l'altra famiglia e viene eseguito un secondo esame con il riscontro choc: anche il gruppo sanguigno dell'altra bambina non è compatibile con quello della famiglia con cui sta crescendo.
"Nessun dubbio, c'è stato un errore", disse il primario Antonino Adamo "è stata colpa dell'involontario scambio delle tutine. Il giorno di Capodanno di tre anni fa c'era una certa confusione nel reparto". Complice dell'errore anche l'assenza dei braccialetti per identificare i neonati, sostituiti con un cartoncino appeso alla culla perché terminati. Il primario venne reputato responsabile dello scambio e venne condannato a otto mesi.
Per le due famiglie, che casualmente abitano nello stesso quartiere e da qui la scelta dello stesso asilo, l'incubo si trasforma in "mutuo soccorso". Iniziano a frequentarsi, a familiarizzare a sostenersi nel dolore, in attesa che il Tribunale dei minori si pronunci per accertare la verità, con l'esame del Dna, che poi porterà a stabilire il ritorno delle piccole nelle famiglie naturali.
Le due bambine, ognuna delle due somiglia ai genitori veri, iniziano a legarsi e con loro i quattro genitori. Una sorta di strategia, consigliata dai medici e dagli psicologi, per rendere il meno traumatico possibile il nuovo e definitivo scambio.
18.6.21
stato ateo o stato laico quale soluzione contro i femminicidi etnici ?
di cosa stiamo parlando
Il femminicidio di Saman rende facile scagliarsi contro l’islam da parte delle destre ( e dei loro
simpatizzanti ) xenofobe. Ma fanno finta di dimenticare, oppure peggio ancora non lo sanno che il delitto d’onore nell’Italia cattolica è stato abrogato solamente nel 1981
N.b
DA LAICO CREDENTE NON CONDIVIDO COMPLETAMENTE QUESTO ARTICOLO CHE IVI RIPORTO MA PER LA LIBERTA' D'ESPRESSIONE E COERENZA CON QUANTO SI PREFISSA QUESTO BLOG DI DARE VOCE A TUTTI\E LO RIPORTO .
da https://left.it/2021/06/17/lo-stato-ateo/
Carla Corsetti è segretario nazionale di Democrazia atea
Il femminicidio di Saman è diventato una occasione imperdibile per le destre fasciste, è perfetto per una strumentalizzazione contro gli stranieri, tanto più che sono islamici.
Nessun partito neofascista e di destra ha mai sostenuto sino ad ora, la lotta contro il patriarcato, né ha mai sostenuto la necessità di affermare la separazione delle istituzioni civili dalle religioni monoteiste intese come brodo di cultura delle intromissioni di matrice patriarcale nella negazione dei diritti.
A ben vedere i partiti di destra e neofascisti condividono, anzi, ostentano l’adesione cattolica per avere legittimazione etica agli identici modelli di oppressione (aborto, gpa, matrimoni gay…).
I partiti fascisti di destra, dunque, non hanno mai messo in discussione le strutture simboliche oppressive della religione cattolica, che con l’islam e l’ebraismo attinge alle medesime aberrazioni della Bibbia, e poiché sovente gli estremi si sovrappongono, neanche certi cattocomunisti hanno mai messo seriamente in discussione il patriarcato di matrice cattolica.
L’islam, l’ebraismo e il cattolicesimo sono le tre religioni monoteiste di derivazione abramitica, che richiamano la stessa cultura figlicida e la stessa oppressione del genere femminile.
Le tre religioni abramitiche, e dunque anche il cattolicesimo, non solo l’islam, hanno ossessivamente costruito l’oppressione sul corpo delle donne, dalla testa coperta con il velo, alla sessualità mutilata, all’autodeterminazione negata.
Il femminicidio di Saman rende facile scagliarsi contro l’islam da parte delle destre xenofobe, perché si ottengono due risultati contemporaneamente: accusare una religione di oppressione patriarcale ha l’effetto suggestivo di sottendere che la propria religione sia migliore della loro, ma anche di sottendere che la propria non abbia le stesse devianze criminali, dimenticando, ad esempio, che il delitto d’onore nell’Italia cattolica è stato abrogato solamente nel 1981.
Sicché i cattolici di destra nostrani sono pronti a condannare la madre islamica di Saman ma non vanno nelle arene televisive a scagliarsi contro le madri cattoliche che lasciano i figli nelle grinfie degli orchi clericali durante il catechismo, o contro le madri cattoliche che fanno prostituire le figlie bambine con clienti, cattolici, senza scrupoli, oppure contro le madri cattoliche che tacciono quando le figlie sono stuprate dai padri e dai fratelli.
La destra italiana non si scaglia contro il cattolicesimo, anzi, lo rivendica come cultura identitaria.
E quando la struttura patriarcale della società cattolica esprime violenze figlicide e uxoricide da parte di uomini incapaci di accettare che né le compagne né i figli sono di loro proprietà, la destra fascista e clericale italiana non si scaglia contro il cattolicesimo che quella idea di proprietà l’ha disegnata nelle proprie encicliche.
La destra clericale e fascista non vi si scaglia contro nemmeno quando il cattolicesimo si esprime in applicazione delle direttive del Lexicon, il dizionario vaticano che condanna le identità sessuali non binarie e i diritti sessuali e riproduttivi e che rivendica il diritto di oltraggiare, liberamente, chi non è eterosessuale, opponendosi violentemente ad ogni legge del nostro Stato che si pone in contrasto con quel dizionario, dalla contraccezione alla omofobia.
La destra italiana ha fatto proprie le aberrazioni del Lexicon vaticano e le ha tradotte in identità politica, e ora dal basso di questa deriva teocratica si permette di condannare altre forme di teocrazia.
La destra clericale e fascista, di fronte alle aberrazioni del cattolicesimo, è pronta a dire che “quello non è cattolicesimo perché Gesù non ha mai detto quelle cose”.
Proprio come gli islamici che di fronte alle aberrazioni dell’islam, è pronta a dire che “quello non è islam perché Maometto non ha mai detto quelle cose”.
Fingono di non sapere che le religioni abramitiche hanno una impronta di facciata che però cela un nucleo antiumanitario.
Ogni religione se viene imposta nelle sue regole e nelle sue devianze, è un crimine contro l’umanità.
Anche l’ateismo se è istituzionalmente imposto diventa una religione negativa e come tale è un crimine contro l’umanità.
Lo Stato che impone una religione o che impone l’ateismo, è uno Stato criminale.
Si deve pretendere che la società civile abbia regole condivise senza che nessuna religione (positiva o negativa) possa travalicare gli ambiti privati e inquinare gli spazi pubblici.
L’unica aspirazione democraticamente possibile, resta uno Stato che non imponga nessuna religione, ovvero lo Stato ateo.
4.5.20
che ne sarà delle vecchie abitudini fatte di cultura ed identità dopo il covid 19 ?
secondo me come sono sopravvissute alle varie epidemia e pandemie che la storia secolo scorso compreso , rimarranno talmente sono anche se trasformate dalla modernità e dal tempo , tanto sono radicate da costituire un fattore culturale \ identitario come testimoniano le canzoni ( trovate sotto l'elenco ) che formano la colonna sonora di questo post . Inoltre il bar non è solo sinonimo di vino e di alcolici e quindi alcolismo e disagio sociale ma è anche vita sociale e di comunità come testimoniano : il libro Bar Sport il primo libro di Stefano Benni, pubblicato da Arnoldo Mondadori Editore nel 1976 da cui è tratto il film omonimo ed il suo seguito Bar Sport Duemila 2007 in generale ., oppure molta letteratura italiana mi sovvengo in mente i capitoli de il giorno del giudizio di Salvatore Satta in cui parla del caffè tettamazzi ( tutt'ora esistente e attivo ) di Nuoro o il film Radiofreccia 1998 diretto da Luciano Ligabue, all'esordio nella regia, e prodotto da Domenico Procacci.L'opera, ispirata ad alcuni racconti presenti nel primo libro pubblicato da Ligabue, la raccolta Fuori e dentro il borgo, ottiene un successo inaspettato: ben tre David di Donatello, due Nastri d'argento e quattro Ciak d'oro.
Ecco quindi che se nel nord era ( ed è ) più classista , il mito dell'aperitivo e della Milano da bere cioè espressione giornalistica, originata dalla famosa campagna pubblicitaria
che definisce alcuni ambienti sociali della città italiana di Milano durante gli anni 80 del XX secolo.
Infatti questo periodo, la città era assurta a centro di potere in cui si esercitava l'egemonia di quello che fu Partito Socialista Italiano del periodo craxista,e le origino del Berlusconismo caratterizzato dalla percezione di benessere diffuso, dal rampantismo arrivista e opulento dei ceti sociali emergenti , dei Parvenu , arrampicatori sociali , dall'immagine "alla moda" in particolare yuppies, dei paninari e del mondo della moda del capoluogo lombardo e non solo . questi film ricordiamo:Ecco quindi che se nel nord era ( ed è ) più classista , il mito dell'aperitivo e della Milano da bere cioè espressione giornalistica, originata dalla famosa campagna pubblicitaria
che definisce alcuni ambienti sociali della città italiana di Milano durante gli anni 80 del XX secolo.
- Sogni d'oro, regia di Nanni Moretti (1981)
- Mani di fata, regia di Steno (1983)
- Un povero ricco, regia di Pasquale Festa Campanile (1983)
- Il ragazzo di campagna, regia di Castellano e Pipolo (1984)
- Lui è peggio di me, regia di Enrico Oldoini (1984)
- A me mi piace, regia di Enrico Montesano (1985)
- Sotto il vestito niente, regia di Carlo Vanzina (1985)
- Yuppies, i giovani di successo, regia di Carlo Vanzina (1986)
- Yuppies 2, regia di Enrico Oldoini (1986)
- Sposerò Simon Le Bon, regia di Carlo Cotti (1986)
- Italian Fast Food, regia di Lodovico Gasparini (1986)
- Via Montenapoleone, regia di Carlo Vanzina (1987)
- Sotto il vestito niente II, regia di Dario Piana (1988)
- Bye Bye Baby, regia di Enrico Oldoini (1988)
- Miliardi , regia di Carlo Vanzina (1991)
- Ricky & Barabba, regia di Christian De Sica (1992)
- La serie televisiva di Italia 1 del 1989 Valentina, ispirata agli omonimi fumetti di Guido Crepax, interpretata dalla modella statunitense Demetra Hampton[10] e in Colletti bianchi, miniserie andata in onda sulla stessa rete e nella medesima stagione televisiva, con Giorgio Faletti e Franco Oppini.
- Al di fuori del periodo storico di riferimento, la Milano da bere è stata raccontata nel film Lo spietato del 2019, diretto da Renato De Maria e interpretato da Riccardo Scamarcio
Proletario o quanto meno misto a partire dall'Emilia e dalla Toscana al sud . Come dimostra per quanto riguarda la mia sardegna
ecco una storia presa dall'account Facebook Luca Urgu di citato nell'articolo della nuova sardegna del 3\5\2020
MOSSIDU T’HATA?In paese le donne sono più argute e spesso più coraggiose degli uomini, fanno mestieri persino più pericolosi di quelli maschili, la vita le ha temprate a tutto, perché quando era necessario era proprio la donna a vestire i panni degli uomini. Era così anche Cosomina, una donna bella e con un fisico possente, intelligente e simpatica che per tanti anni ha gestito il bar di famiglia come e meglio di un uomo. A lei non sono mancati anche i disturbatori e gli avvinazzati e più di una volta andava a verificare dentro la vaschetta dello sciacquone per trovarci una o due pistole che giovanotti preoccupati dall’avvicinarsi di carabinieri in servizio depositavano frettolosamente. Per lei si trattava di quotidianità, non le turbavano il sonno. E non mancava neanche chi osava stuzzicare Cosomina per il suo essere donna, ma lei non si scomodava più di tanto, anzi furbescamente stava al gioco, in fondo cosa più del gioco e dell’allegria invita un uomo ad offrire da bere a tutti i presenti?E fu così che un giorno Antoneddu offrì da bere a tutti e chiese a Cosomina quanto doveva pagare. Cosomina gli disse la cifra ma non aveva fretta di riscuotere, ma Antoneddu voleva giocarle il suo tiro: «Mi chi su inare est in busciacca si lu cheres picatilu!!» disse, facendo capire che la tasca era quella del pantalone, luogo pericoloso per le donne.
Cosomina non si si spaventò, il tipo non era certo un adone e lei sapeva che in quella tasca proprio pericolo non ce n’era e decise di stare al gioco. Infilò la mano ma ebbe anche lei il suo colpo di genio… facendo finta di aver toccato chissà cosa tirò indietro la mano e si rivolse ad Antoneddu ma anche a tutta la platea con finto spavento: «Maleittu sias!!!!»
Antoneddu, non da meno: «Mossidu t’hata??»
E ancora Cosomina : «bae innorommala!!!»
Strepitosa risata generale, dove Cosomina e Antoneddu avevano superato se stessi, senza certamente avere un copione scritto.
I nostri BAR sapevano essere luogo di incredibile divertimento.
Colona sonora
VITA SPERICOLATA- Vasco Rossi
Canzone delle osterie di fuori porta - Francesco Guccini
Viva l'Italia - Francesco de Gregori
I funerali di Berlinguer - Modena City Ramblers ( leggere il testo non fatevi ingannare dal titolo ideologico leggete tutto il testo )
Viva l'Italia - Francesco de Gregori
I funerali di Berlinguer - Modena City Ramblers ( leggere il testo non fatevi ingannare dal titolo ideologico leggete tutto il testo )
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7.10.18
cosa c'è dietro QUEL PUGNO ALZATO DEL COMPAGNO LUCANO di Emiliano Morrone
Vi posto una mia riflessione sul CASO LUCANO che va ben oltre il dibattito in corso. In particolare, mi soffermo sulla sovrastruttura che SFRUTTA l'immagine, costruita, del "povero" sindaco di Riace.
"Le armate della propaganda sono già sul campo di guerra, a seminare terrore e disinformazione, a produrre allineamento e restaurazione agitando lo spettro del regime, che in realtà sta nel sistema dell’euro e che, delegata una classe dirigente ben propensa a vendersi, ha contribuito a indebolire il parlamento, agli illeciti arricchimenti delle banche, alla sudditanza dei lavoratori, al suicidio di piccoli imprenditori, all’impennata del lavoro nero, all’aumento dei manovali delle mafie, alla crescita dei disoccupati, ai drammi delle famiglie e al declino degli enti locali, della sanità e della scuola pubblica". [... continua su https://www.emilianomorrone.it/quel-pugno-alzato-del-compagno-lucano/ ]
16.7.18
certe persone non capisco più la differenza tra politika ( quella dei politicanti e dei partiti politici ) e politica ( quella che si fa ogno giono prendendo posizione contro le cose che non ci piacciono ) ed altre riflessioni
A mente fredda , dopo avcer lasciato defluire le polemiche ( lascio a voi scoprire in cosa consistevano 😀😁 ) sulle magliette rosse , mi concentro come potete notare sia dal titolo sia dall'articolo lasciato qui sotto su una delle polemiche meno trattate che hanno a che fare con la libertà individuale e dimostrano l'assurdità di chi si definisce apolitico o vede ovunque propaganda politica e i condizionamenti ideologici .Ma sopratutto la disinformazone perchè l'iniziativa poi sfruttata dai radical chic ( ma questo è un altro discorso ) organizzata da un esponente della società ( o peudo tale ) società civile. Hanno tortrto marcio , perchè capisco se talio magliette un simbolo ideologico ma non avevano nuilla di cio'
globalist 12 luglio 2018
Follia Lega contro gli insegnanti con le magliette rosse: vanno puniti
Prima le minacce ai giornalisti di RaiNews 24, ora l'attacco a un gruppo di docenti che si è presentato alla maturità con le magliette rosse. Addirittura un'interrogazione al ministero
I docenti con magliette rosse denunciati in un articolo de Il Giornale
Prima le minacce ai giornalisti di RaiNews 24, ora l'attacco agli insegnanti. Interrogazione della Lega al ministro dell'Istruzione Marco Bussetti dopo che alcuni docenti si sono presentati agli esami di maturità con indosso magliette rosse, aderendo alla campagna di 'Libera', 'Fermiamo l'emorragia di umanita'", contro la linea della fermezza contro gli arrivi di migranti di Matteo Salvini. L'episodio era stato denunciato con grande enfasi da Il Giornale.
"Un'intera commissione d'esame di maturità che si presenta con la maglietta rossa non fa il proprio mestiere, ma propaganda politica", commentano i deputati della Lega Eugenio Zoffili e Daniele Belotti, capogruppo in Commissione Cultura di Montecitorio, firmatari in proposito dell'interrogazione. "Abbiamo chiesto al ministro dell'Istruzione di fare chiarezza su quanto avvenuto al liceo scientifico 'Santi Savarino' di Partinico in provincia di Palermo, se risultino episodi simili avvenuti in altre scuole del Paese e di assumere tutte le iniziative disciplinari e normative di competenza. La scuola dovrebbe astenersi dal fare politica militante, in quanto luogo istituzionale e quindi doverosamente neutrale".
Ma vergognatevi deputati leghisti Con i problemi che ha questo Paese il vostro unico interesse è tacitare chi non la pensa come voi?
ma cme dimostra questa duscussione , in cui condividevo tale articolo sulla mia bacheca
l'altra riflessione
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