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2.4.22

in attesa che la storia del vino sia materia obbligatoria Tra i banchi di scuola di uno dei 9 istituti enologici storici d'Italia si studia l'arte del bere

 In  attesa  che  la  Storia del vino  diventi  obbligatoria a elementari e medie: in arrivo proposta di legge  il  cui  Primo firmatario della proposta che è appena sbarcata in Senato e ha già cominciato a far discutere è Dario Stefàno, presidente della Giunta per le immunità e le elezioni: "Non vogliamo insegnare a bere ai nostri bambini, solo introdurre un ulteriore elemento di sapere nel bagaglio di formazione della scuola italiana. Perché il vino è uno degli elementi identitari del nostro Paese"     riporto l'esperienza    che  aviene  In una scuola di Locorotondo


 in cui si studia vino, dal campo all'imbottigliamento, passando per le analisi gusto-olfattive, quelle in laboratorio e tanto altro. È uno dei 9 istituti enologici storici d'Italia ed è una cosa seria. 

4.5.20

che ne sarà delle vecchie abitudini fatte di cultura ed identità dopo il covid 19 ?

secondo me  come   sono sopravvissute alle  varie  epidemia  e pandemie  che    la  storia    secolo scorso compreso  , rimarranno    talmente  sono  anche  se  trasformate  dalla modernità   e  dal tempo , tanto sono radicate  da  costituire   un fattore  culturale    \ identitario   come  testimoniano   le  canzoni  (     trovate  sotto    l'elenco  )    che  formano  la  colonna sonora  di questo  post   . Inoltre  il  bar     non è  solo  sinonimo  di vino  e  di alcolici e quindi    alcolismo  e  disagio sociale   ma   è anche   vita  sociale   e  di comunità   come   testimoniano :  il  libro  Bar Sport  il primo libro di Stefano Benni, pubblicato da Arnoldo Mondadori Editore nel 1976  da  cui  è tratto il  film omonimo  ed   il suo  seguito  Bar Sport Duemila  2007   in generale .,  oppure    molta letteratura  italiana  mi  sovvengo   in mente         i  capitoli    de il  giorno del giudizio  di Salvatore  Satta    in cui parla del caffè tettamazzi ( tutt'ora esistente e  attivo    )  di Nuoro  o  il film Radiofreccia 1998 diretto da Luciano Ligabue, all'esordio nella regia, e prodotto da Domenico Procacci.L'opera, ispirata ad alcuni racconti presenti nel primo libro pubblicato da Ligabue, la raccolta Fuori e dentro il borgo, ottiene un successo inaspettato: ben tre David di Donatello, due Nastri d'argento e quattro Ciak d'oro.
Ecco quindi  che  se nel  nord  era (  ed è ) più classista  , il mito dell'aperitivo   e della   Milano da bere  cioè espressione giornalistica, originata dalla  famosa   campagna pubblicitaria
che definisce alcuni ambienti sociali della città italiana di Milano durante gli anni 80 del XX secolo.





Infatti questo periodo, la città era assurta a centro di potere in cui si esercitava l'egemonia di quello che fu Partito Socialista Italiano del periodo craxista,e le origino del Berlusconismo caratterizzato dalla percezione di benessere diffuso, dal rampantismo arrivista e opulento dei ceti sociali emergenti , dei Parvenu , arrampicatori sociali , dall'immagine "alla moda" in particolare  yuppies, dei paninari e del mondo della moda del capoluogo lombardo e  non solo .  questi film ricordiamo:


Proletario o quanto meno misto a partire dall'Emilia e dalla Toscana al sud .   Come dimostra  per  quanto riguarda   la mia sardegna 

  ecco una  storia  presa dall'account  Facebook    Luca  Urgu  di  citato nell'articolo della  nuova  sardegna  del  3\5\2020  


MOSSIDU T’HATA?In paese le donne sono più argute e spesso più coraggiose degli uomini, fanno mestieri persino più pericolosi di quelli maschili, la vita le ha temprate a tutto, perché quando era necessario era proprio la donna a vestire i panni degli uomini. Era così anche Cosomina, una donna bella e con un fisico possente, intelligente e simpatica che per tanti anni ha gestito il bar di famiglia come e meglio di un uomo. A lei non sono mancati anche i disturbatori e gli avvinazzati e più di una volta andava a verificare dentro la vaschetta dello sciacquone per trovarci una o due pistole che giovanotti preoccupati dall’avvicinarsi di carabinieri in servizio depositavano frettolosamente. Per lei si trattava di quotidianità, non le turbavano il sonno. E non mancava neanche chi osava stuzzicare Cosomina per il suo essere donna, ma lei non si scomodava più di tanto, anzi furbescamente stava al gioco, in fondo cosa più del gioco e dell’allegria invita un uomo ad offrire da bere a tutti i presenti?E fu così che un giorno Antoneddu offrì da bere a tutti e chiese a Cosomina quanto doveva pagare. Cosomina gli disse la cifra ma non aveva fretta di riscuotere, ma Antoneddu voleva giocarle il suo tiro: «Mi chi su inare est in busciacca si lu cheres picatilu!!» disse, facendo capire che la tasca era quella del pantalone, luogo pericoloso per le donne.
Cosomina non si si spaventò, il tipo non era certo un adone e lei sapeva che in quella tasca proprio pericolo non ce n’era e decise di stare al gioco. Infilò la mano ma ebbe anche lei il suo colpo di genio… facendo finta di aver toccato chissà cosa tirò indietro la mano e si rivolse ad Antoneddu ma anche a tutta la platea con finto spavento: «Maleittu sias!!!!»
Antoneddu, non da meno: «Mossidu t’hata??»
E ancora Cosomina : «bae innorommala!!!»
Strepitosa risata generale, dove Cosomina e Antoneddu avevano superato se stessi, senza certamente avere un copione scritto.
I nostri BAR sapevano essere luogo di incredibile divertimento.



Colona  sonora
VITA SPERICOLATA- Vasco Rossi

2.9.19

Luogosanto, il dentista che diventò vignaiolo La cantina Piero Mancini celebra i primi trent'anni di vita ricordando il suo fondatore

Le loro  vigne  situate in Gallura, nell’angolo nord orientale della Sardegna. Tra giganti di granito e querce secolari le nostre uve crescono scaldate dal sole d’estate e accarezzate dal vento di maestrale che contribuisce a mantenere un microclima dove i vitigni trovano la loro perfetta ambientazione. Qui
alleviamo le nostre uve: il Vermentino di Gallura, unica DOCG della Sardegna, il Moscato di Gallura DOC, il Cannonau di Sardegna DOC, il Merlot, il Cabernet, il Pinot e lo Chardonnay.
All’interno della Tenuta di  Balajana della Famiglia Mancini, nel comune di Luogosanto, sorgono antichi stazzi galluresi, finemente restaurati, quella che in Gallura viene chiamata cussorgia , nel quale potrete vivere l’atmosfera unica della natura magica e selvaggia e degustare loro vini. Per   Ulteriori   informazioni ed prenotazioni    potete  consultare   il loro sito      
https://www.pieromancini.it/ da cui sono prese le foto delle vigne e la cartina geografica a sinistra oppure    andare in loco oppure   : 1) informazioni e prenotazioni contattare:Laura: +39 346 5939675 info@vignetipieromancini.it 2) andare se venite dalle nostre parti in loco Vigneti Piero Mancini (Tenuta di Balajana) Strada Provinciale N. 14 Km 4 07020 – Luogosanto (OT) – Sardegna – Italia



 
                                La famiglia Mancini (foto Vanna Sanna)

La natura qui sa essere davvero bella. Il verde delle colline e della vigna incornicia antichi stazzi fatti di blocchi di granito. Il resto lo fa la passione per la terra e per il sapore dei suoi frutti. Nelle tenute di Balajana, nel cuore incontaminato della Gallura, a poche curve da Luogosanto, la famiglia Mancini ha voluto celebrare una storia che affascina anche gli astemi. Aperitivo sul prato, cena all’aperto, calici di cristallo e musica di sottofondo. La festa dei trenta anni della cantina Piero Mancini ha radunato amici di una vita, esperti del settore, imprenditori e qualche esponente del mondo politico regionale. Il momento più emozionante è stato sicuramente quello in cui signora Marisa, moglie di Piero Mancini, ha voluto raccontare come tutto era nato.
le  loro  tenute da  https://www.pieromancini.it/gallery/


Festa a Balajana. La cantina delle Vigne di Piero Mancini è una delle più importanti in Sardegna, sia per qualità che per numeri di produzione. A farla da padrone è il vermentino, ma vanno forte anche gli altri tipi di vino. Per questo la famiglia Mancini, a trenta anni esatti dalla fondazione della cantina orgogliosamente gallurese, ha organizzato una festa privata per raccontarsi e ringraziare chi c’è sempre stato. Tutto è cominciato prima del tramonto, per non privare gli ospiti dei colori della natura e della grande vigna. Attorno agli stazzi della tenuta è stato prima servito un gustoso aperitivo, poi l’ottima e raffinata cena a base di pesce. A fare gli onori di casa Marisa Paulis, moglie di Mancini, scomparso nel 2001, e poi i tre figli: Laura, responsabile marketing e comunicazione, Alessandro, responsabile area agronomica e commerciale, e Antonio, responsabile area produzione e amministrativa.
Meglio la vigna. La storia della cantina cominciò molto prima della fondazione dell’azienda. «Io e mio marito ci sposammo nel 1959 e da subito capii quali fossero i suoi obiettivi – racconta Marisa Paulis -. I miei parenti mi regalarono come dono di nozze un assegno, con il quale avrei dovuto comprarmi delle posate d’argento. Ma Piero mi prese l’assegno e mi disse: “Che ce ne facciamo delle posate d’argento? Meglio se ci compriamo un pezzo di terreno per piantarci qualche vite”. E così fu». Piero Mancini, originario di Monti, e stimato dentista a Cagliari, subì continuamente il richiamo della Gallura, della terra e della vite. Pian piano cominciò ad acquistare diversi pezzi di terra da trasformare in vigneto, girando anche il mondo per apprendere tutti i segreti legati alla viticoltura.
Trent'anni fa. Nel 1989 Piero Mancini riuscì a coronare il suo sogno di sempre: aprire una cantina tutta sua, proprio di fronte al golfo di Olbia. «Vendemmo tutto quello che avevamo per costruire la cantina. E a me, che protestavo perché al contrario delle mogli dei suoi colleghi non possedevo una pelliccia, diceva: “Tu di che ha tre trattori!”» ricorda col sorriso la moglie. Alla produzione dell’uva venne così affiancata la
vinificazione e l’imbottigliamento. Nacquero i primi vini con l’etichetta Piero Mancini. Il successo fu pressoché immediato: le produzioni Mancini, tutte di grande qualità, ottennero presto il giusto riconoscimento, con l’esportazione che superò fin da subito i confini regionali e nazionali.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...