Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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10.5.25
il “vino nuragico” fermentato nelle anfore antiche di Sant’Imbenia L’idea è dell’artigiano nuorese Antonio Arcadu: i primi esemplari di “Simbenia” presentati in una conferenza a Lussemburgo
2.4.22
in attesa che la storia del vino sia materia obbligatoria Tra i banchi di scuola di uno dei 9 istituti enologici storici d'Italia si studia l'arte del bere
In attesa che la Storia del vino diventi obbligatoria a elementari e medie: in arrivo proposta di legge il cui Primo firmatario della proposta che è appena sbarcata in Senato e ha già cominciato a far discutere è Dario Stefàno, presidente della Giunta per le immunità e le elezioni: "Non vogliamo insegnare a bere ai nostri bambini, solo introdurre un ulteriore elemento di sapere nel bagaglio di formazione della scuola italiana. Perché il vino è uno degli elementi identitari del nostro Paese" riporto l'esperienza che aviene In una scuola di Locorotondo
in cui si studia vino, dal campo all'imbottigliamento, passando per le analisi gusto-olfattive, quelle in laboratorio e tanto altro. È uno dei 9 istituti enologici storici d'Italia ed è una cosa seria.
4.5.20
che ne sarà delle vecchie abitudini fatte di cultura ed identità dopo il covid 19 ?
Ecco quindi che se nel nord era ( ed è ) più classista , il mito dell'aperitivo e della Milano da bere cioè espressione giornalistica, originata dalla famosa campagna pubblicitaria
che definisce alcuni ambienti sociali della città italiana di Milano durante gli anni 80 del XX secolo.
- Sogni d'oro, regia di Nanni Moretti (1981)
- Mani di fata, regia di Steno (1983)
- Un povero ricco, regia di Pasquale Festa Campanile (1983)
- Il ragazzo di campagna, regia di Castellano e Pipolo (1984)
- Lui è peggio di me, regia di Enrico Oldoini (1984)
- A me mi piace, regia di Enrico Montesano (1985)
- Sotto il vestito niente, regia di Carlo Vanzina (1985)
- Yuppies, i giovani di successo, regia di Carlo Vanzina (1986)
- Yuppies 2, regia di Enrico Oldoini (1986)
- Sposerò Simon Le Bon, regia di Carlo Cotti (1986)
- Italian Fast Food, regia di Lodovico Gasparini (1986)
- Via Montenapoleone, regia di Carlo Vanzina (1987)
- Sotto il vestito niente II, regia di Dario Piana (1988)
- Bye Bye Baby, regia di Enrico Oldoini (1988)
- Miliardi , regia di Carlo Vanzina (1991)
- Ricky & Barabba, regia di Christian De Sica (1992)
- La serie televisiva di Italia 1 del 1989 Valentina, ispirata agli omonimi fumetti di Guido Crepax, interpretata dalla modella statunitense Demetra Hampton[10] e in Colletti bianchi, miniserie andata in onda sulla stessa rete e nella medesima stagione televisiva, con Giorgio Faletti e Franco Oppini.
- Al di fuori del periodo storico di riferimento, la Milano da bere è stata raccontata nel film Lo spietato del 2019, diretto da Renato De Maria e interpretato da Riccardo Scamarcio
Proletario o quanto meno misto a partire dall'Emilia e dalla Toscana al sud . Come dimostra per quanto riguarda la mia sardegna
MOSSIDU T’HATA?In paese le donne sono più argute e spesso più coraggiose degli uomini, fanno mestieri persino più pericolosi di quelli maschili, la vita le ha temprate a tutto, perché quando era necessario era proprio la donna a vestire i panni degli uomini. Era così anche Cosomina, una donna bella e con un fisico possente, intelligente e simpatica che per tanti anni ha gestito il bar di famiglia come e meglio di un uomo. A lei non sono mancati anche i disturbatori e gli avvinazzati e più di una volta andava a verificare dentro la vaschetta dello sciacquone per trovarci una o due pistole che giovanotti preoccupati dall’avvicinarsi di carabinieri in servizio depositavano frettolosamente. Per lei si trattava di quotidianità, non le turbavano il sonno. E non mancava neanche chi osava stuzzicare Cosomina per il suo essere donna, ma lei non si scomodava più di tanto, anzi furbescamente stava al gioco, in fondo cosa più del gioco e dell’allegria invita un uomo ad offrire da bere a tutti i presenti?E fu così che un giorno Antoneddu offrì da bere a tutti e chiese a Cosomina quanto doveva pagare. Cosomina gli disse la cifra ma non aveva fretta di riscuotere, ma Antoneddu voleva giocarle il suo tiro: «Mi chi su inare est in busciacca si lu cheres picatilu!!» disse, facendo capire che la tasca era quella del pantalone, luogo pericoloso per le donne.
Cosomina non si si spaventò, il tipo non era certo un adone e lei sapeva che in quella tasca proprio pericolo non ce n’era e decise di stare al gioco. Infilò la mano ma ebbe anche lei il suo colpo di genio… facendo finta di aver toccato chissà cosa tirò indietro la mano e si rivolse ad Antoneddu ma anche a tutta la platea con finto spavento: «Maleittu sias!!!!»
Antoneddu, non da meno: «Mossidu t’hata??»
E ancora Cosomina : «bae innorommala!!!»
Strepitosa risata generale, dove Cosomina e Antoneddu avevano superato se stessi, senza certamente avere un copione scritto.
I nostri BAR sapevano essere luogo di incredibile divertimento.
Colona sonora
VITA SPERICOLATA- Vasco Rossi
Viva l'Italia - Francesco de Gregori
I funerali di Berlinguer - Modena City Ramblers ( leggere il testo non fatevi ingannare dal titolo ideologico leggete tutto il testo )
2.9.19
Luogosanto, il dentista che diventò vignaiolo La cantina Piero Mancini celebra i primi trent'anni di vita ricordando il suo fondatore
alleviamo le nostre uve: il Vermentino di Gallura, unica DOCG della Sardegna, il Moscato di Gallura DOC, il Cannonau di Sardegna DOC, il Merlot, il Cabernet, il Pinot e lo Chardonnay.

La natura qui sa essere davvero bella. Il verde delle colline e della vigna incornicia antichi stazzi fatti di blocchi di granito. Il resto lo fa la passione per la terra e per il sapore dei suoi frutti. Nelle tenute di Balajana, nel cuore incontaminato della Gallura, a poche curve da Luogosanto, la famiglia Mancini ha voluto celebrare una storia che affascina anche gli astemi. Aperitivo sul prato, cena all’aperto, calici di cristallo e musica di sottofondo. La festa dei trenta anni della cantina Piero Mancini ha radunato amici di una vita, esperti del settore, imprenditori e qualche esponente del mondo politico regionale. Il momento più emozionante è stato sicuramente quello in cui signora Marisa, moglie di Piero Mancini, ha voluto raccontare come tutto era nato.
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| le loro tenute da https://www.pieromancini.it/gallery/ |
Festa a Balajana. La cantina delle Vigne di Piero Mancini è una delle più importanti in Sardegna, sia per qualità che per numeri di produzione. A farla da padrone è il vermentino, ma vanno forte anche gli altri tipi di vino. Per questo la famiglia Mancini, a trenta anni esatti dalla fondazione della cantina orgogliosamente gallurese, ha organizzato una festa privata per raccontarsi e ringraziare chi c’è sempre stato. Tutto è cominciato prima del tramonto, per non privare gli ospiti dei colori della natura e della grande vigna. Attorno agli stazzi della tenuta è stato prima servito un gustoso aperitivo, poi l’ottima e raffinata cena a base di pesce. A fare gli onori di casa Marisa Paulis, moglie di Mancini, scomparso nel 2001, e poi i tre figli: Laura, responsabile marketing e comunicazione, Alessandro, responsabile area agronomica e commerciale, e Antonio, responsabile area produzione e amministrativa.
Meglio la vigna. La storia della cantina cominciò molto prima della fondazione dell’azienda. «Io e mio marito ci sposammo nel 1959 e da subito capii quali fossero i suoi obiettivi – racconta Marisa Paulis -. I miei parenti mi regalarono come dono di nozze un assegno, con il quale avrei dovuto comprarmi delle posate d’argento. Ma Piero mi prese l’assegno e mi disse: “Che ce ne facciamo delle posate d’argento? Meglio se ci compriamo un pezzo di terreno per piantarci qualche vite”. E così fu». Piero Mancini, originario di Monti, e stimato dentista a Cagliari, subì continuamente il richiamo della Gallura, della terra e della vite. Pian piano cominciò ad acquistare diversi pezzi di terra da trasformare in vigneto, girando anche il mondo per apprendere tutti i segreti legati alla viticoltura.
Trent'anni fa. Nel 1989 Piero Mancini riuscì a coronare il suo sogno di sempre: aprire una cantina tutta sua, proprio di fronte al golfo di Olbia. «Vendemmo tutto quello che avevamo per costruire la cantina. E a me, che protestavo perché al contrario delle mogli dei suoi colleghi non possedevo una pelliccia, diceva: “Tu di che ha tre trattori!”» ricorda col sorriso la moglie. Alla produzione dell’uva venne così affiancata la
vinificazione e l’imbottigliamento. Nacquero i primi vini con l’etichetta Piero Mancini. Il successo fu pressoché immediato: le produzioni Mancini, tutte di grande qualità, ottennero presto il giusto riconoscimento, con l’esportazione che superò fin da subito i confini regionali e nazionali.
Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO
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