che palle adesso la giornata #pulicoscienza del #25novembre contro il #femminicidio e #violenzadigenere è diventa settimana #retorica ed #ipocrita proprio come quelle del #10febbraio #27gennaio. Settimane in cui il bla .... bla ha il sopravvento sui discorsi seri e non di circostanza per poi cadere nel dimenticatoio o nei programmi per " appassionanti" .
è vero a prima vista a chi mi legge soprattutto da poco può sembrare che io sia a favore dei femminicidi ( cosa lontana da me e chi mi legge o segue con assiduità ed spirito critico lo sa che non lo sono ) ed come mi hanno commentato
*****Mi freghi sempre, devo farti i complimenti ancora una volta. Complimenti per cio' che pensi del 27 gennaio e del 10 febbraio. Che delusione e che scarso rispetto per chi ha subito le persecuzioni. Cadere nel dimenticatoio? Ma sei il primo a sbraitare quando vengono ricordati spesso date e fatti. Non mi venire a dire che è una provocazione, non ci casco piu'.
ma in realtà qui protesto ed mi sfogo contro le giornate lava o come preferisco scrivere io pulisci coscienza . Infatti i risposta a **** e altri eventuali commenti non è una provocazione come potrebbe sembrare ma solo uno sfogo contro le giornate puli coscienza spesso fatte di inutili bla ... bla .... ed polemiche per poi nei giorni successivi cadere nel dimenticatoio e tutt rincominciare come prima Inoltre non è questione di scarso rispetto per le giornate del 27 gennaio e del 10 febbraio perchè tali eventi posso anzi devono essere ricordati tuto l'anno e sempre non solo una volta all'anno ed usati specialmente quello del 10 febbraio come arma revisionista e negazionista nellla maggiore parte del casi . Infatti sbraito ed scrivo post su tale date già da una settimana prima ed spesso , come quest'anno ho già pronti e tengo in bozze dei codicilli \ storie che affrontano tali eventi di queste due giornate . Cosa che farò anche con i femminicidi cercando in ogni modo chemi sarà possibile di non cadere nell'ipocrisia e nella retorica soprattutto quella maschilista . perchè il silenzio è uguale a morte cosi come l'autocensura ed l'ipocrisia .Dobbiamo lavorare nelle famiglie, nella scuole e nella comunicazione per cambiare questa mentalità contorta che ci vede coinvolti tutti » in sintesi come la poesia citata , ancora una volta , all'inizio del post
) che un bambino del sud del mondo che muore di stenti . Scusate lo sfogo , contro gli alti numeri di visite al post del mio blog in cui parlo del film di sara tommasi niente d'eccezionale ne ho visto di meglio infatti Valentina Nappi e Rocco Siffredi due autorità del hard , attrice la prima e attore ora regista il secondo , lo hanno criticato e stroncato perchè
giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna” (Mt 5, 20-22). Parole severe quelle di Gesù. Non dissimili da quelle di alcuni maestri del suo tempo, che ricordavano: il comandamento è di non spargere il sangue, ora, chiunque umilia il suo prossimo, chiunque lo fa arrossire di vergogna, è come se ne spargesse il sangue, è perciò lui stesso omicida. La mattina, alla preghiera, noi non siamo molti, sei, sette, otto persone al massimo. Che oggi, quando, in apertura, si è fatta la memoria della vita, erano tutte, tra lo smarrito e l’indignato. Perché noi non siamo abituati a pastori così. Come quello che è entrato, alla stregua di un carro armato, in una storia, già di per sé fin troppo dolorosa, triste e drammatica. La storia parla di una bambina di nove anni che, assieme alla sorella quattordicenne (handicappata psichica), era costretta da tre anni a subire le violenze del giovane patrigno. Tali violenze si sono tradotte negli ultimi tempi in una gravidanza gemellare per la bambina più piccola, un fuscello di trentasettechili di peso. Che sua madre, il giorno in cui questa accusa forti dolori al ventre, porta in ospedale a Recife. E lì viene fuori la verità, amarissima. Con tutto ciò che ne segue. L’arresto del patrigno e la decisione di interrompere la gestazione della bimba. La storia potrebbe anche chiudersi qui, con in più, soltanto, il rispetto, il silenzio, l’abbraccio umano di quanti sono ancora capaci di voler bene. Tra cui, sperabilmente la gente di chiesa. Per alleviare, se mai fosse possibile, l’eccesso del dolore. E invece. Invece arriva fuori lui, il pastore, che da Gesù dovrebbe aver imparato il primato della misericordia, l’invito a non giudicare, la generosità fino al dono della vita. Ma che, sfortunatamente, “mica tutti ne sono capaci”. E così lui sale in cattedra, non sia mai per denunciare i potenti, ma per umiliare e schiacciare i poveri e chi si è fatto toccare dall’enormità della loro sofferenza. E scomunica quanti, per altro, hanno agito nel rispetto della legge: la direzione dell’ospedale dove si è svolto l’intervento, l’équipe medica che lo ha realizzato, la madre che lo ha autorizzato. La bambina non ha invece potuto formalmente scomunicarla, ma solo perché è minorenne. Fosse stato per lui, chissà! Del resto lui è lo stesso “pastore” inviato nel 1985 all’arcidiocesi di Olinda e Recife, per sostituire 
che ci avevano dato. Aprimmo con le chiavi forniteci dall'organizzazione in quanto il padrone di casa non sempre era in grado di alzarsi dal letto.
L’omosessualità non è una malattia". Infatti egli : << (...) . Nella fase dello sviluppo, il bambino affronta problemi e situazioni creando stratagemmi che ricava dalla propria esperienza e dal confronto con quelle degli altri, soluzioni che adotta come schemi del suo comportamento, ai quali si conformeranno da allora le sue risposte. Le ricerche della psicologia individuale hanno inoltre dimostrato che un bambino sarà tanto più perverso quanto più sarà accresciuto in lui il senso di inferiorità. Naturalmente sotto questa chiave anche l'educazione assume un senso di primaria importanza: un padre-tiranno, che offusca la personalità espressiva del figlio, può essere causa dell'insicurezza dello stesso, creando un grave senso di inferiorità, ed egli si oppone all'autorità del padre in modo nascosto, acquisendo le doti tipiche del perverso. Stessa cosa accade se la madre é forte e possessiva: il bambino avrà, un domani, un forte senso di scoraggiamento e quindi di repulsione verso la donna. La fuoriuscita dallo schema tradizionale fa sì che l'omosessuale sia scarsamente adattabile alla vita sociale, dove infatti egli è condannato ad essere considerato immorale. E' molto complicato curare l'individuo omosessuale perché si tratta di una nevrosi individuale costituita in età giovanile: é necessario estirparne l'omosessualità acquisita nell'infanzia, quindi rilevare in modo preciso la distanza dal partner sessuale, evidenziare l'aspetto dell'antisocialità ed infine sciogliere il senso di superiorità adottato per compensazione. L'omosessualità, come si diceva, é un fattore di educazione dell'infanzia. La vasta diffusione di questo fenomeno, normale nei tempi antichi come tutt'oggi in ogni classe sociale, fa ad Adler dedurre che l'omosessualità sia una perversione non curabile.>> ( tratto dalla 
il militare di carriera morto il 27 gennaio in Iraq dopo essere saltato in aria su una mina mentre era in servizio di pattuglia a Baghdad. Per il Pentagono è un eroe, un patriota modello, per gli attivisti omosessuali è invece il primo soldato gay a morire in guerra, un simbolo contro l'omofobia nell'esercito.Del caso in America se ne sono occupati tutte le testate più importanti. Secondo il prestigioso settimanale "New Yorker", la vicenda potrebbe cancellare definitivamente la politica di "non chiedere per non dire" varata dall'amministrazione Clinton negli anni '90 per i militari gay in divisa. Ma non tutti la pensano a questo modo. Sull'apertura ufficiale delle porte dell'esercito ai gay, osteggiata dal Pentagono e da McCain e fortemente voluta da Obama, l'opinione pubblica è divisa e negli Usa la questione tiene banco.Dopo la morte in Iraq, il maggiore Alan Rogers fu sepolto con tutti gli onori del caso e definito come "un ufficiale di grandissimo talento". In quell'occasione nessuno menzionò invece il suo orientamento sessuale, che il soldato, in osservanza delle regole non scritte della caserma, non confidò mai ai suoi commilitoni. Nel dare la notizia della tragica scomparsa in Iraq, anche il Washington Post e la National Public Radio sorvolarono sull'omosessualità del militare, concentrando la loro attenzione sul suo eroismo e sulla sua carriera esemplare. Un silenzio che non è piaciuto agli attivisti gay, che del maggiore hanno fatto subito un'icona della battaglia omosessuale contro la politica del "Don't ask don't tell"."Quando Rogers morì il Pentagono si è accollato l'eredità morale da chi sta cercando di strumentalizzarla politicamente", scrive il settimanale New Yorker. Gli fa eco il colonnello Mike Hardy, l'ufficiale incaricato di seguire il dossier Rogers dopo la morte. "Non aveva preso nessuna iniziativa per essere ricordato come soldato gay", ha spiegato il militare. La realtà invece è assai più complicata e il caso si è trasformato in un tormentone.Poco prima di morire il maggiore aveva deciso di lasciare le forze armate per poter vivere da gay alla luce del sole. "Era un omosessuale che aveva sottoscritto in pieno i valori dell'esercito ma che aveva scoperto che alla resa dei conti questi valori non funzionavano per lui come persona'', ha dichiarato un amico al settimanale, alimentando le polemiche attorno alla vicenda. La rivista The Washington Blade ha accusato il Pentagono di "voler tenere un soldato gay nell'armadio mentre lui voleva che la sua storia fosse raccontata".
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