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25.8.08

INSIEME NEL SEGNO DELLA VERITA’

Giacomo Montana



Dopo gli incontri tra personaggi della politica si dice che ci sia un segnale positivo, malgrado il nodo delle riforme che ci sono in programma. Sembra che questo governo abbia allontanato il vizio di fare finta di governare il Paese, sino al punto che Silvio Berlusconi ha avvertito: «L'Italia ha bisogno di un 'drizzone' e in autunno il governo procederà a tre riforme: giustizia, legge elettorale per le europee e federalismo fiscale. Se ci sarà il dialogo saremo felici, ma in caso contrario, gli italiani ci hanno dato un'ampia maggioranza per governare». Il rispetto e la lealtà che questa maggioranza di governo si attende dall’opposizione credo che deluderà parecchio ne più e ne meno di come siamo stati delusi noi elettori durante il governo Prodi. Di gravi problemi insoluti l’Italia ne ha parecchi e la gente continua ad essere sconcertata, preoccupata e in certi casi anche avvilita.



Per combattere e alleviare il dolore della gente che viene vigliaccamente penalizzata e derisa, persino da chi detiene il potere politico, è necessario che venga portata alla luce la verità, solo così si potranno sanare quanto più è possibile le ferite e la morte della civiltà, laddove ciò pacificamente accade. Non poche sono le volte che le persone in vista nel mondo della politica  divengono di colpo dei grandi narcisisti proiettati soltanto su se stessi, degli analfabeti emotivi incapace di comprendere il prossimo e sempre più tendenti a specializzarsi economicamente a far quattrini a palate per sé per le loro famiglie e i loro amici di cordata. Spesso viene puntato il dito su altri, per fingere la parte di chi non si arricchisce alle spalle del popolo.


In certi casi ogni agevolazione economica viene sfruttata per stare bene solo con se stessi, senza avvertire sensi di colpa nell’infierire violenza a cominciare da quella psicologica, senza tenere neppure minimamente conto che sono proprio le ferite dell’anima a fare più male e sono proprio quelle da cui è più difficile guarire. Queste non sono solo quelle che si causano a quella parte di popolo più ingenuo e indifeso, ma sono anche quelle che gli aguzzini procurano col tempo anche alla propria anima, talvolta mettendo sotto pressione persino la propria salute.


Occorrerebbe predisporre subito attenzione e assistenza a quella parte del popolo che viene raggirata, ingannata, danneggiata e al tempo stesso fare recuperare loro i  beni piccoli o grandi che siano stati estorti loro con l’inganno, la frode, eludendo la legge, la loro fiducia, la lealtà, la bontà. Occorrerebbe intervenire, tanto quanto è necessario per realizzare azioni e celebrazioni, anche per non dimenticare i morti sul lavoro, fatti scomparire per la terribile insipienza altrui, per la strafottenza di chi dirige nei vari settori del sociale ed inoltre sfrutta, specula e finge spudoratamente persino di rispettare la legge. In questi casi, impedire alle vittime di parlare attraverso la stampa e la televisione, per non fare rilasciare la loro testimonianza, lo ritengo un atto di ulteriore arroganza e violenza.


In tal modo si induce la gente persino beffata, a non avanzare richieste e valutazioni su cosa diviene indispensabile fare, affinché la distruzione, la sottovalutazione e il disprezzo per la vita e per la salute non si ripetano ogni giorno, ogni istante. Qualsiasi vera ricostruzione politica, economica e sociale in favore dei più attesi cambiamenti sociali, non può fare a meno di portare alla luce il valore della verità, della giustizia, dell’uguaglianza e della lotta contro la più squallida e occultata impunità.


Mi è stato riferito che qualcuno, sapendo della mia temporanea assenza dal web per un periodo di lavoro per la ristrutturazione della mia casa ove non vi era il computer, ha tentato di criticarmi per fare bella figura verso chi delinque in silenzio con l’aiuto dei loro complici. A prescindere, comunque, so che i lettori oggi non sono tanto sprovveduti o ingenui da credere alle panzane improvvisate per un’occasione in cui la persona risulta momentaneamente impossibilitata a leggerle e pertanto anche a rispondere e dove serve anche per le rime.


Non dobbiamo dimenticare che talvolta le conseguenze della divisione, della discriminazione e dell’ipocrisia fanno della conoscenza e rispetto reciproci un interminabile valore da riscattare anche contro quei gruppi dominanti, che fingono di essere delle persone oneste per i propri tornaconto. L’educazione, la corretta informazione, unitamente alle misure basate sul rispetto dei diritti umani, non possono mancare l’obiettivo centrale del superamento dei pregiudizi e quelli della promozione di comportamenti sociali di apertura, di solidarietà e di lealtà.


Caro lettore, se la curiosità ti spinge verso una cronaca veritiera e documentata con atti autentici che recano timbro e firma delle istituzioni. Se ti interessa conoscere il degrado e la vergognosa mala giustizia, pilotata da una degenerata politica, con una pessima amministrazione, anche in ambito del Comparto della Sanità, sino a capire bene da chi siamo realmente da parecchi anni governati e amministrati, basta ascoltare e leggere l’esempio della lenta distruzione sul posto di lavoro di una donna che da circa quindici anni ha subito e subisce gli effetti delle violazioni di legge, sistematicamente impunite, con ogni possibile disumana distruzione (salute, danno biologico, danno morale, esistenziale, patrimoniale e di vita di relazione) con tutte le terribili conseguenze ancora in atto. Per saperne di più quindi, visita pure i sottostanti link:


- 1^ intervista
http://it.youtube.com/watch?v=K0IG4I3YAT0


- 2^ intervista
http://it.youtube.com/watch?v=Wqb-d27vYtU


http://oltreilbuio.blogspot.com/


La vicenda documentata e completa
http://www.mobbing-sisu.com


Giacomo Montana.  


 

30.8.07

IN ITALIA ..........

CASSAZIONE: "MOBBING NON E' REATO"

"Possibile chiedere solo risarcimento"

Il mobbing non è un reato previsto dal codice penale e, dunque, chi incappa in vessazioni sul luogo di lavoro può solo intraprendere una causa civile e chiedere il risarcimento del danno"

La decisione si commenta da sola.

Di mobbing si può anche morire....


8.5.07

Senza titolo 1811

 Nel sito  I - www.mobbing-sisu.com -  della  nostra  utente  Giovanna  Nigris e  in questa intervista   da me rilasciatail 30 maggio 2006  potete leggere tutta la storia e il calvario di Giovanna Nigris,vittima del mobbing,del silenzio, e del menefreghismo delle nostre istituzioni.

Diamo voce a Giovanna Nigris

Cos’è il mobbing? Etimologicamente il termine fu inventato agli inizi degli anni settanta dallo studioso Konrad Lorenz, che analizzava il comportamento degli animali; l’etologo Konrad, coniò questo vocabolo per descrivere una particolare condotta di alcuni tipi animali; nei sui studi notò che alcune specie circondavano un proprio simile assalendolo in gruppo al fine di allontanarlo dal branco. Finché si parla di animali, alcuni comportamenti sono plausibili. La cosa cambia quan-do questo modo di agire bestiale è prerogativa dell’uomo cosiddetto “sapiens” ma che di sapiente a poco e niente. Di casi come quello che analizziamo oggi chissà quan-te decine di migliaia ne esistono in Italia. Cerchiamo di dare voce a chi voce non ha. Il mobbing sa bene cos’è Giovanna Nigris, nata ad Auronzo di Cadore (BL) il 16/07/1950, residente a Milano.
La Nigris quotidianamente combatte con il suo male, esattamente dal lontano 1994. “Tutto è iniziato tantissimi anni fa – racconta Giovanna – e oggi sono ridotta in condizioni gravissime a causa di una malattia che ho contratto in servizio: la tubercolosi. Sono stata vittima di lesioni colpose gravissime, omissione di atti d’ufficio, falso ideologico, violenza privata da mobbing, però non ho mai avuto giustizia in tribunale”. La bestialità dell’uomo si evidenzia già in queste poche parole. La storia della Nigris inizia agli albori di tangentopoli. “Il mio calvario è iniziato con il periodo di Mani Pulite. Lavoravo come assistente amministrativo presso il reparto oftalmico del Fatebenefratelli di Milano; un giorno, il mio capo ufficio, fu arrestato ed io trasferita senza preavviso. Da allora ho lavorato alla accettazione dei referti clinici, a contatto con campioni da analizzare, presso lo stesso ospedale. E’ una mia supposizione, ma credo fortemente che l’azione di mobbing nei miei confronti iniziò proprio con l’arresto del mio capo; pensavano sapessi qualcosa di importante e compromettente o che avessi assistito a dei fatti a cui non avrei dovuto assistere”. Trasferita per punizione in un reparto ad alto rischio, ma soprattutto senza alcun dispositivo di protezione individuale - previsto invece ai sensi del Decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 TITOLO IV - chiesti più volte dalla Nigris, ma mai consegnati; anzi, derisa e insultata perché, a loro dire, polemica e paranoica. Costretta in un ufficio stretto davanti allo sportello per l’accettazione senza alcun vetro di protezione. La discriminazione inizia così: la lenta e inesorabile bestialità umana parte da quell’ospedale, che in quanto tale dovrebbe garantire la salute pubblica e dei propri dipendenti. Ma il calvario della Nigris è soltanto all’inizio: si ammala di tubercolosi, il progredire della malattia complica sempre più la sua condizione fisica: “Le mie difese immunitarie sono scarse a causa del-le cure antitubercolari – dichiara Giovanna - effettuo una ossigenoterapia quotidiana e ho problemi neurologici alle gambe che, unitamente alla frattura dei menischi non operabili a causa della pregressa Tbc, mi hanno creato difficoltà di deambulazione. Spesso mi ritrovo degli stati febbrili che devo curare con antibiotici che debilitano ancora di più il mio già cagionevole stato di salute”. E lo Stato che fa? E’ latitante come sempre in questi casi. Varie denunce alla Magistratura tutte cadute nel vuoto... Ma non fanno certo di meglio i media: Rai e Mediaset, con i loro cavalli di battaglia, “Maurizio Costanzo Show”, “Le Iene”, “[i]Mi manda Rai 3[/]”, quei programmi che si occupano di dare spazio a casi come questo, da costoro, nemmeno una risposta; e non va meglio con la carta stampata.

31.3.07

Senza titolo 1732



da qn.quotidiano.net/

 
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BULLISMO A SCUOLA   Intervista indecente alla prof  Il video finisce su internet

Un filmato di oltre 4 minuti girato in un'istituto per geometri. Gli alunni sottopongono la docente, incapace di reagire, a domante pesanti a sfondo sessualeAosta, 30 marzo 2007 - Un nuovo video su youtube, girato in una classe di un istituto per geometri (molto probabilmente nelle vicinanze di Aosta, come si evince dalle risposte della professoressa coinvolta) e segnalato da un utente all'Associazione Meter onlus di don Fortunato Di Noto, che subito ha inoltrato alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania il links di riferimento.
Il video contiene "domande illecite alla professoressa" e "un'intervista indecente porno e hard" che viene ripresa senza battere ciglio. Il filmato è della durata di 4 minuti e 15 secondi, già visitato da 1.268 utenti e datato il 23 marzo 2007. Anche se non esiste nessun fotogramma porno, le domande dello studente che intervista sono alquanto pesanti.
Don Fortunato Di Noto, presidente dell'Associazione Meter onlus, afferma che avrebbe "reagito con ceffoni e una nota di espulsione dalla scuola. Invece si assiste all'assurdità di una situazione nella quale una professoressa non riesce a reagire a tale scempio della sua stessa dignità di persona e di docente, palesamente violata nella sua privacy da parte di studenti che irridono ripetutamente della sua persona".


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Quando il  " tranquillismo " è  esagerato  . io  come  minimo  gli avrei  denunciati sbito  e  li  avrei  sospesi con obbligo di frequenza  e condfannati come hanno fatto  a prestare servizio alla caritas  nel sociale  come  sono stati condannati  . Non ci si comporta cosi  ne  da parte dela prof  troppa  buona  ne  da parte  degli alunni  . la mia gnerazioni  ,  ne faceva di casino e di scherzi stupidi  , ma non  è mai arrivata   a  una tale mancanza di  rispetto 

18.11.06

Senza titolo 1503




N.B
solito problema  nella lettura  dei collegamenti  a causa  di programmi da me usati e  quelli usati dalla  piattaforma  splinder 


Oggi  ho trovato numerose email, e non nei commenti come mi sarei aspettato,
di critiche superficiali e fatte tanto per fare  quanto ho scritto precedentemente  sui fatti avvenuti nel liceo di Torino ( lo so  che devo cestinarle come ho già detto più volte in questo blog,ma  non ci riesco è più forte di me,perchè a mio avviso sono sintomo  di quel disagio che porta  a giustificare,se non adrittura  a commetttere  ed  ad emulare simili   gesti  \ eventi come quello di torino ) . In esse sono  stato " accusato "  di  : 1) d'esagerare per un piccolo caso , 2)  di fare politica perchè ho citato in opera politica,cioè  gli indifferenti di Gramsci 3) non è  giusto che debba pagare  anche gente che non c'entra  niente  come  il resto  della clase  e l'insegnante  puniti  dal  preside   del liceo di torino (  dov' erano avvenute le  violenze  verso  il disabile ),4) che il bullismo è sempre esistito a scuola  e nelle caserme 
Rispondo punto per punto  alle accuse che mi vengono lanciate 

1) 
Essa è immotivata  e fatta da gente  che  sottovaluta il problema   considerandolo   di poco conto,quando invece  gravisimo ed  è ogni giorno peggio.Infatti come testiimoniano i  giornali d'oggi  ( 18\11\2006 ) leggerete  di  torie di ordinaria violenza nella scuola italiana. Non è Bowling for Columbine, ma qualcosa comincia a rompersi, qualche limite, forse, sta pericolosamente crollando. Il caso del ragazzo disabile maltrattato dai compagni nella scuola di Torino e ripreso dal telefonino, è solo uno dei tanti a disposizione della Rete. Dove proliferano - e cronologicamente, da prima - immagini e filmati degli studenti italiani trasformati in una specie di orda barbarica. C'è sempre un sodàle che riprende tutto, divertendosi un mondo: sedie che volano, grida furiose e autoeccitate, droga, calci, pugni, bullismo all'ennesima potenza. Poi ci pensano Google e Youtube a fare il resto. Così, qualcuno potrà dire "io sono su internet", i video circoleranno e i protagonisti penseranno di essere diventati famosi perché quel filmato avrà scalato la classifica di gradimento del sito.
La casistica è disparata e amplissima. Come se ormai fosse una moda, una tendenza. D'altra parte negli Stati Uniti - dai quali importiamo sempre il meglio - da anni in Rete hanno grande successo i video denominati school fighter dove si vedono studenti che fanno a botte fuori dalla scuola. I ragazzi italiani prediligono invece il danno al bene pubblico, la devastazione di tavoli, sedie, lavagne e tutto quanto riescono a trovare nelle aule. Senza dimenticare le persone. Così è normale far esplodere delle micce sotto la cattedra ed è altrettanto normale tirare un banco contro una finestra e farlo a pezzi. O far esplodere un accendino creando un vero e proprio falò. Ancora: prendere il registro di classe e picchiarlo in testa al compagno di scuola che in quel momento sta serenamente conversando con un altro. E si spaventa il poverino, ma tace perchè l'altro è il bullo e si vede. Molestare i più deboli fa parte dei giochi. E i docenti, in questo gioco al massacro, davanti alla tivvù, sembrano proprio i più deboli. Per lo meno impotenti. Il professore redarguisce lo studente. Quello invece di incassare e andare al posto comincia a urlare, a dimenarsi, a inveire. Alla fine parte un vaffa e il prof che fa? Zitto. Commenti dalla Rete: bravi, bene, bis. "I prof sono degli schifosi". E a chi tenta di riportare il tutto in un alveo di decenza la risposta non manca mai: "Taci tu, scemo, ci stiamo solo divertendo un po' ".
Infatti  sul corriere della sera  di oggi  afferma e  sottolinea Paolo Osiride Ferrero, presidente per la Consulta per le persone in difficoltà << Quello accaduto a Torino non è un caso isolato come a noi piacerebbe pensare >> . Le cause  vengono analizzate  da Isabella Bossi Fedrigotti sempère sul numero  odierno del corriere dela era   <<  I ragazzini di Ancona violentano la tredicenne riprendendo la bella scena e la scaricano in rete dove potranno gustarla, commentarla e, probabilmente, vantarsene con gli amici. E più o meno lo stesso è successo a Napoli, a Ginevra e in innumerevoli altri recenti casi di aggressioni.Quasi tutti avvenuti a scuola, come testimoniano i risultati delle ricerche in rete, che in una catena inattesa e disgustosa di botte e angherie si materializzano sullo schermo, serpente velenoso che si mangia altre illusioni sui nostri figli. Li sapevamo immaturi, indifferenti, privi di iniziativa, forse ignoranti o anche maleducati: non perversi. D’un colpo, tutti questi giovani filmaker dei loro stessi orrori, neppure ancora maggiorenni, spesso soltanto adolescenti, sembrano essersi trasformati in adulti opachi, disfatti dalla noia: vecchi stanchi che, ormai estranei alla vita, si chiudono nelle loro buie stanze per guardare filmini oscenamente violenti o pornografici, unico mezzo per riuscire a strapparsi ancora un guizzo di vitalità.



Evidentemente infettati da una malattia che da tempo si sta allargando nella società, per cui esiste solo quello che si vede in televisione e tutto il resto è ininfluente e senza peso, picchiano, stuprano, umiliano, ma, contemporaneamente immortalano o raccomandano di immortalare, forse perché sentono che, se nessuno li guarda mentre esercitano le loro odiose sopraffazioni, se nessuno dei tanti confratelli di vizio li osserva, li approva, magari, anche, li invidia, rischiano di scoprire il nulla inconsistente di cui sono fatti.

Non potendo andare in televisione, si arrangiano per finire almeno su Internet, dove, c’è da immaginarlo, già sono diventati personaggi, quasi eroi: del male, è vero, ma per loro non si tratta certo di una controindicazione. Né un caso, a questo proposito, che il picchiatore del disabile nella scuola torinese si sia affrettato a dichiarare che non era stato lui a scaricare il filmino in rete e che, anzi, non ne non sapeva nulla: probabilmente ha avuto la percezione che prendere a calci è un conto, ripeterlo decine di migliaia di volte nei fotogrammi della rete, per la sicura proliferazione della violenza contro i deboli e la soddisfazione degli ebeti guardoni, tutt’altro.

Se una consolazione ci può essere, sta soltanto nel fatto che l’ansia di mostrarsi e di riguardarsi di questi sfigatissimi giovani deve essere tale da far perdere loro la misura del rischio che corrono: è, infatti, proprio grazie a Internet, grazie alle tracce dei telefonini che, fino adesso, sono stati quasi sempre smascherati.>> .                                                           Tale  origine viene anche confermata  ,  sempre  sullo stessoi quotidiano daAnna Oliverio Ferraris psicologa dell’età evoluti : << SENTIRSI FORTI Molestare chi è debole fa parte dei giochi. «Mettere in difficoltà le persone indifese dà piacere. E’ un modo semplice e primordiale di sentirsi forti — commenta — e mettere il video in Rete è un modo per amplificare e ottenere apprezzamenti. Dal punto di vista di questi ragazzi è solo un divertimento ». Per tutelare i minori è sceso in campo anche il garante che ha deliberato l’introduzione di un codice di sicurezza sui telefonini che offrono servizi per adulti.
2)  
Io non intendevo  con quel post  fare politica  anche se l'indifferenza  ha  iun significato politico ( altrimenti non si  spiegano  di come  le dittature   del ecoo corso  abbiano preso e mantenuto il potere o come certi governi che si dicono  democratici possano fare oppure permettano\tollerino in mùnome del petrolio e del  dejnaro  crimini  , contro l'umanità )   ma non  è questo il nostro caso.Infatti ho citato  solo le parti non politiche , perchè trovo  le parole  di  G ed in particolare quelle citate  una delle migliori  e più comprensibili per descrivere sia l'indifferenza  ma soprattutto gli indifferenti  . Comunque  per chi volesse  una definizione " non politica  "  la  trova  qui  e qui oppure nel significato filosofico  dove  ne  è descritta  anche la storia qui  in file  pdf  qui  in file html )  oppure usata  come  crudeltà dall'e-enciclopedia  wikipedia  : << La crudeltà è indifferenza alla sofferenza e si prova perfino piacere nell'infliggerla.I modi di infliggere sofferenza possono coinvolgere la violenza, ma la violenza non è necessaria per un atto crudele. Per esempio, se un'altra persona sta annegando e vi sta chiedendo aiuto, non aiutarla ma guardarla divertendosi è un'atto di crudeltà, ma non violenza.La persona crudele ha solitamente una supremazia sulla persona più debole.Il termine crudeltà viene usato spesso riguardo al trattamento degli animali, dei bambini ,  dei malati o di gente  che  che  ha problemi psicofisici e psicologici e dei prigionieri. >>
3)
La quale è  collegata alla  seconda  perchè   qual'ora si tratti di un reato  lìindifferenza  è  prevista  dala legge  infatti : << ( ... ) Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.>> codice  penale  art 40 cap I titolo III . C'è indifferenza  e indifferenza  un  conto è quella ( a volte praticata  anche  da me )  usata  verso  gli stupidi e gli idioti  , un altra  che questa  di cui stiamo parlando  adesso   più grave   che  porta   conseguenze spaventose  . Io considero  alla stesa maniera  complici coloro che con le  loro  indifferenza  permettono simili cose  e  sono d'accordo che vadano puniti alla stessa maniera   di coloro che commetono un crimine  perchè  essa sfocia  nell'omertà  e permette che continuino   ad esistere  crimini efferati  come i sequetri di persona, o reati simili .
4)
Concordo solo in parte . Infatti  esso  è sempre esistito , ed  anch'io
da ragazzo l'ho praticato  e magari  anche  voi .



Ma un conto  è  sfottere-prendere  in giro  un\una  prof  per alcuni suoi modi di comportarsi , come  facevo    ad esempio prendevo in giro il prof di storia e filosofia  perchè  per  spiegare usava  espressioni  come: <<con molta frachezza >> seguite  a  grattate allam testa pelata  oppure <<  ciò  che  Platone  aveva  uscire  dalla porta di Aristotele  lo fà rientrare dala finestra  >>   o quella d'italiano-latino che  usava  espressioni  italianizzate del  nostro  dialetto es  saltami la porta=per dire vai fuori  o  vi do delle frasi condite= frasi complicate  o difficili   oppure  ancora  a saperlo eravate= ancora non lo sapevate  , ecc ; o prendere in giro un altro prof sbadato  e dirgli che non è  nella tua clase per non  fare lezione o  farne un ora sola  anzi che due  . oppure  scherzi gollardici  ai primi o alle matricole  ( i cosidetti niubbi o primi  ) o a prof  come questi proposti  da questo sito qui .  Ma ora negli ultimi 10-12 anni   si sta esagerando è sempre peggio e si arriva  al cinismo  oalla violenza    . Ad esempio  due anni dopo  che  ho preso la  maturità ( nel lojntano anno solastico  1994\5 )  , un prof  mi raccontava  che  avevano dovuto mettere i bagni alla  turca perchè i ragazzi  non solo disruggevano i bagni  , ma  smontavano i sanitari  e li mettevano  sulle cattedre  dei prof   facendogli trovare  all'inizio delle lezioni .  In pratica  do ragione  a
Parla Fernanda Tuccillo, dirigente in prima linea di un istituto napoletana e componentedella commissione ministeriale "Scuola e legalità" che  al quotidiano la  repubblica di oggi  dice  : " Basta minimizzare: non è bullismo quei ragazzi sono cattivi e violenti " ecco qua  l'articolo
<<

NAPOLI -
Il video con le violenze al ragazzo disabile, nella scuola di Torino, "è il risultato di quel che stiamo dando come cultura ai nostri figli. Li lasciamo crescere senza regole, piazzati avanti a tv e videogiochi. Così la violenza diventa, per loro, normalità. Fanno a botte anche tra ragazzi che si vogliono bene. Anche tra amici. Solo per gioco. E sono capaci di raccontartelo sorridendo".
Fernanda Tuccillo ( foto in basso a sinistra  )  è dirigente di una scuola napoletana. In prima linea da anni, al punto da esser stata chiamata a far parte della Commissione ministeriale voluta da Fioroni su "scuola e legalità". "La violenza è entrata nel quotidiano dei nostri ragazzi - spiega - Ed è colpa soprattutto della tv e dei videogiochi".
Detto così, sembra non esserci scampo, a meno di non voler fantasticare su bambini che smettano di guardare la televisione.
"Ma non è detto - replica la Tuccillo - che non si possa incidere sulla programmazione. Quanto alla scuola, ha le sue responsabilità, ma sulla violenza giovanile bisogna fare i conti con tutti i 'dipartimenti' del Paese. Anche con le famiglie: ci sono mamme 'attente' che preferiscono che il bambino sia immobile a casa davanti alla tv piuttosto che corra nel cortile e sudi e prenda freddo".
Ma alla violenza vista sullo schermo, può, la scuola, opporre qualcosa?
"Può tenere i bambini il più possibile lontano da queste logiche di violenza, anche quando sono familiari. Può creare una coscienza negli insegnanti, innanzitutto, e quindi negli alunni: lo studente che è oggetto di attenzione, il bambino o il ragazzo col quale i prof usano le parole giuste, più difficilmente si lascerà andare alla violenza".
Sembra un invito buonista, ma Fernanda Tuccillo è tutt'altro che incline a questo atteggiamento: "Viviamo in una società troppo permissiva. Noi adulti, noi educatori, noi insegnanti, non possiamo più essere conniventi con l'assenza di regole. Ai piccoli, ai ragazzi, va insegnato il senso del dovere. E invece siamo circondati da bambini cui tutto è consentito. Nel caso della scuola di Torino, il campanello d'allarme non è suonato in tempo: la violenza di quei ragazzi doveva essere precedente all' episodio odioso contro il compagno disabile".
E se il padre della giovane vittima sostiene che "il termine bullismo non rende l' idea della violenza che c'è nelle scuole", Fernanda Tuccillo rincara la dose: "Ma quale bullismo! Quella è vera e propria violenza. Il rischio è che parlando di bullismo si tenda a minimizzare, a limitare queste manifestazioni di prevaricazione ad un periodo circoscritto della crescita dei ragazzi. E invece no. L'episodio di Torino ci racconta di ragazzi non solo violenti, ma cattivi. E lo ripeto, la colpa è anche di una società troppo permissiva, dove nella generale decadenza dei valori è venuto meno anche il concetto di famiglia. I ragazzi hanno altri aggregati sociali, non più la famiglia. Hanno il branco"
"Ma torniamo alla scuola. Da dirigente mi chiedo: l' istituto dove è avvenuto il fatto lavora davvero all' integrazione dei disabili? Ci sono progetti che vedano fianco a fianco alunni 'normodotati' e handicappati? Gli insegnanti di sostegno possono contare su un team di classe con cui condividere le strategie per l' integrazione del disabile, o sono a loro volta emarginati e vissuti come quelli cui scaricare gli studenti più deboli? "
>>

Infatti alcuni siti    come questo www.bullismo.com lo paragonano al mobbing  considerandolo mobbing infantile per le sue notevoli  conseguenze  sociali ( leggete questa storia  proposta  dal sito  citato )

Spero d'esere tato chiaro  e d'avere risposto i maniera completa alle osservazioni . Se qualcuno\a   avete altre domande da farmi   o dei chiarimenti    resto a disposizione oviamente  nei limite del possibile  e non alle critiche idiote  e immotivate







30.10.06

VERITA’, GIUSTIZIA E DIRITTI UMANI CALPESTATI

Quando e perché il crimine di Stato viene adombrato
Comunicato di Giovanna Nigris

Mi sembra giusto scrivere per i lettori una breve relazione degli ultimi periodi, dato che a causa delle mie condizioni di salute non ho potuto più scrivere nulla in merito da tempo.
Ultimamente riflettendo bene su tutto quello che mi è accaduto, mi sembra che il termine mobbing sia decisamente un po’ riduttivo ossia, come sminuire di parecchio tutta la mia intera vicenda. Gli avvenimenti che mi sono stati fatti accadere, infatti hanno qualcosa di ben più grave, del vero e proprio "mobbing" e più propriamente giustamente vengono chiamati da molti :"crimini". In effetti quelli che ho subito e sto subendo non possono essere altro che atti criminali di persone criminali, sino a farmi sentire come indotta in schiavitù, senza potere programmare il mio futuro, in quanto sono mantenuta in malattia grave, senza beneficiare dei diritti di legge relativi alla causa di servizio. Di conseguenza vengo obbligata a vivere in una zona fortemente inquinata di Milano con gravi complicazioni di insufficienza cardiaca e respiratoria. Queste per me sono ancora torture interminabili senza fine.
Personalmente non è certo mia intenzione sminuire tutte le altre vicende di mobbing, anzi ho il massimo rispetto per tutte le vicende di mobbing, di persone che soffrono gravemente e cerco nel mio piccolo di combattere anche per i loro diritti legittimi. Nel mio caso però penso si tratti sia di mobbing vero e proprio, che anche di "persecuzione politica criminale", in quanto tutto ha avuto inizio è partito e proseguito con alti personaggi insospettabili della criminalità organizzata .
Nel periodo di "mani pulite" ho già spiegato altre volte che lavoravo presso l’Ufficio Contenzioso Solventi, ove il capo ufficio fu era il secondo arrestato dell’operazione "Mani Pulite". Forse ho avuto la sfortuna, se così si può chiamare, di abitare nello stesso caseggiato (io al secondo e lui al terzo piano) di un noto giudice milanese del Pool di mani Pulite e inoltre di essere amica della moglie dell’Ispettore Capo e poi vice-questore di Milano il quale da tempo è stato trasferito altrove. Le torture a mio carico, con ogni sorta di vessazioni e non escluse le illegalità insabbiate, penso siano inizialmente da collocare come iniziate in quel periodo, in quanto nel posto di lavoro mi è stato fatto intendere in diverse maniere che io, relativamente, sia stata sospettata di avere fatto qualche confidenza su illeciti anche di carattere penale a qualcuno dei predetti coinquilini, mentre invece io svolgevo solo e semplicemente il mio lavoro e relativi compiti d’ufficio riguardanti le pratiche degli stranieri e le responsabilità civili. In quel periodo, oltretutto, mio malgrado mi ero anche dovuta separare da mio marito e dal giudice civile avevo ricevuto in affidamento le mie due figlie.
Poiché subii un grave tamponamento automobilistico all’uscita dal mio ufficio e questo misteriosamente neppure dopo una settimana da un analogo tamponamento, meno grave, delle mie due colleghe di ufficio, stetti parecchio male per tre mesi ed a casa dal lavoro per malattia. Al mio ritorno il mio ex-capo ufficio poco prima del suo arresto mi minacciò, facendomi trovare una pistola posata sulla scrivania, dicendomi: "se parli ti faccio fare un volo giù dalla finestra". Io in realtà avevo saputo dalle due colleghe che il mio capo ufficio aveva dei traffici non puliti, però mi sono sempre fatta i fatti miei e, come detto, giustamente pensavo solo a svolgere il lavoro assegnatomi a cui ero stata assegnata.
In realtà quelle gravi minacce mi hanno molto impaurita, tanto è vero che ne avevo parlato solo con i miei genitori. Ero così terrorizzata che avevo paura che succedesse qualcosa di male alle mie due figlie Eleonora e Valentina, oltre alla mia situazione di salute postuma e relativa al sinistro con conseguente debilitazione. Fu per questo che fui indotta a chiedere il loro affidamento temporaneo al padre. Purtroppo non ho mai informato nessuno della causa di questa mia decisione e per non spaventare affermai a tutti che tale procedura era dovuta soltanto a miei motivi di salute. Probabilmente anche le mie figlie, loro malgrado, in famiglia, risentivano di tutte le tensioni emotive di lavoro che in quel tempo subivo. Detto affidamento fu da me richiesto soprattutto per proteggerle da eventuali e probabili accanimenti su di loro. Ricordo anche purtroppo che in quei lunghi giorni di paura, alla mattina quando uscivo di casa per andare al lavoro, per vario tempo mi dovevo subire il fatto di trovare davanti a casa qualcuno in auto che, quando io partivo se ne andava in contemporanea anche lui dietro di me. Una volta vidi chiaramente anche che a fare l’appostamento fu anche lo stesso capo ufficio che poi venne arrestato.
Riuscire finalmente ora a scrivere tutto ciò è per me veramente liberatorio e lo credo anche giusto persino nei confronti delle mie figlie.
Su tutte le mie paure procurate oggi so molto bene hanno sempre giocato quei "criminali".
La mia vicenda di lavoro iniziò con il distruggere primariamente la mia vita familiare e dal farmi lasciare abbandonata da tutti i miei parenti come persona di poco conto e di poco valore.
Ora sono stata fatta divenire gravemente ammalata, e in quale modo criminale è avvenuto presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, lo potrete conoscere dalla lettura di questo sito, comprese le relative prove documentali in esso inserite soprattutto alla pagina
http://www.mobbing-sisu.com/cronaca_documentata.php e alla pagina  http://www.mobbing-sisu.com/lettera_aperta4.php Se volete potete anche leggere questo articolo pubblicato nella concettuata rivista del Centro di Psicologia Umanistica di Pisa: http://snipurl.com/10uug Da quasi tre anni sono in malattia grave con ossigeno-terapia quotidiana domiciliare riconosciuta dalla Asl di Milano e l’Amministrazione dell’Ospedale Fatebenefratelli non ha mai preso una legittima decisione, abbandonandomi a me stessa e in pieno disastro economico e, come ho detto, lasciandomi vivere con gravi problemi cardiaci e respiratori in una zona di entrata e uscita dalla città e pertanto maggiormente inquinata e deleteria per la mia stessa sopravvivenza.
Sembra davvero una azione criminale ulteriormente calcolata e controllata dallo stesso Ospedale Fatebenefratelli , facendo peggiorare ulteriormente la salute del mio sistema cardio-respiratorio. Infatti i dirigenti amministrativi di tale ospedale rimangono apparentemente con le mani pulite! E’ tutto un obbrobrio il comportamento e il continuo danno prodotto da quei dirigenti alla mia salute e alla mia economia, in quanto per sopravvivere sono costretta persino a sborsare fiumi di danaro per spese per farmaci non dispensati del Servizio Sanitario Nazionale, in aggiunta ad altre spese legate alle mie gravi condizioni fisiche. Ogni volta che penso che la distruzione della mia salute è sempre stata controllata in sordina dai dirigenti dell’ospedale ente datore di lavoro, mi sopraggiunge uno stato di prostrazione ed è rivoltante la realtà che mi viene fatta subire.
Questa estate per potere cambiare aria qualche giorno, a fronte di gravi problemi economici, ho dovuto ricorrere a farmi ospitare in Friuli da amici in montagna. Ero molto felice perché quelle zone sono i luoghi di mia origine. Fatto sta che nel mese di luglio a Milano con quel grande caldo mi sono ammalata di una forte bronchite con l’acuirsi dei sintomi della grave insufficienza respiratoria.
Durante una cura intensa di antibiotici e vari spray sono ugualmente partita nella speranza di un miglioramento. Invece in quel soggiorno mi è tornata per ben tre volte una bronchite acuta e per farla breve, riuscendo a respirare solo un filo di aria a causa della precaria bronco-pneumopatia cronica ostruttiva, della quale sono da tempo affetta, mi sono presentata al Pronto Soccorso e sono subito stata ricoverata. Uscita dal quel ricovero sono tornata a Milano e qui mi sono ancora sentita male e ancora per l’ennesima volta ricoverata in ospedale.
Ora sono stata dimessa, ma la mia salute è ancora messa molto male di conseguenza sono in uno stato di grave prostrazione fisica, senza più le forze neppure di uscire e andare a farmi da sola la spesa. Per fortuna sono aiutata da qualche amico/a quando è loro possibile, ma a causa di quanto detto sopra SONO STATA ABBANDONATA DA TUTTA LA MIA FAMIGLIA, zie e cugini compresi. Paradossalmente c’è anche da dire che una mia cugina insegna educazione all’Università: è davvero rivoltante! Ho cercato in tutti i modi di fare contattare e di contattare le mie figlie e i parenti, viste le mie gravi condizioni di salute, ma inspiegabilmente si nascondono. Per me è sempre stato un dolore indescrivibile.
Oltre a questo poi continuo a subire dal luogo di lavoro quanto anche sopra esposto. Infatti non ho mai conosciuto nessuno che oltre al periodo massimo di assenza dal servizio per malattia regolato dal Contratto di lavoro di categoria, venga tenuto IN MALATTIA GRAVE per ulteriori tre anni. Vi rendete conto? Io invece che avrei solo bisogno di curarmi in piena libertà di spostarmi dove e quando mi pare, debbo rimanere qui a Milano, schiacciata ancora inesorabilmente dalle conseguenze delle illegalità protette dalla politica italiana.
E’ una cosa indecente perpetrata da amici degli stessi "criminali" che mi hanno rovinato completamente la salute e la vita di relazione persino con i miei familiari.
Ecco questo è lo stato in cui ora vivo e chi un tempo scriveva che mi stavano procurando "una lenta morte" aveva ragione, anche se io lo leggevo mal volentieri, ma tuttavia ho anche sempre nutrito speranze a che la mano dei criminali si fermasse in tempo. Io non gliela voglio dare vinta e continuerò a reagire con tutte le mie energie psicologiche e le mie forze residue per continuare a vivere, perché comunque sia anche per me LA VITA E’ BELLA.
Un caro saluto a tutti i miei amici e a chi mi è solidale e mi aiuta durante le torture a cui sono sottoposta anche firm
andomi la petizione che è nel mio sito web ed esprimo loro infinita riconoscenza.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...