N.B
solito problema nella lettura dei collegamenti a causa di programmi da me usati e quelli usati dalla piattaforma splinder
Oggi ho trovato numerose email, e non nei commenti come mi sarei aspettato,di critiche superficiali e fatte tanto per fare quanto ho scritto precedentemente sui fatti avvenuti nel liceo di Torino ( lo so che devo cestinarle come ho già detto più volte in questo blog,ma non ci riesco è più forte di me,perchè a mio avviso sono sintomo di quel disagio che porta a giustificare,se non adrittura a commetttere ed ad emulare simili gesti \ eventi come quello di torino ) . In esse sono stato " accusato " di : 1) d'esagerare per un piccolo caso , 2) di fare politica perchè ho citato in opera politica,cioè gli indifferenti di Gramsci 3) non è giusto che debba pagare anche gente che non c'entra niente come il resto della clase e l'insegnante puniti dal preside del liceo di torino ( dov' erano avvenute le violenze verso il disabile ),4) che il bullismo è sempre esistito a scuola e nelle caserme
Rispondo punto per punto alle accuse che mi vengono lanciate
1)
Essa è immotivata e fatta da gente che sottovaluta il problema considerandolo di poco conto,quando invece gravisimo ed è ogni giorno peggio.Infatti come testiimoniano i giornali d'oggi ( 18\11\2006 ) leggerete di torie di ordinaria violenza nella scuola italiana. Non è Bowling for Columbine, ma qualcosa comincia a rompersi, qualche limite, forse, sta pericolosamente crollando. Il caso del ragazzo disabile maltrattato dai compagni nella scuola di Torino e ripreso dal telefonino, è solo uno dei tanti a disposizione della Rete. Dove proliferano - e cronologicamente, da prima - immagini e filmati degli studenti italiani trasformati in una specie di orda barbarica. C'è sempre un sodàle che riprende tutto, divertendosi un mondo: sedie che volano, grida furiose e autoeccitate, droga, calci, pugni, bullismo all'ennesima potenza. Poi ci pensano Google e Youtube a fare il resto. Così, qualcuno potrà dire "io sono su internet", i video circoleranno e i protagonisti penseranno di essere diventati famosi perché quel filmato avrà scalato la classifica di gradimento del sito.
La casistica è disparata e amplissima. Come se ormai fosse una moda, una tendenza. D'altra parte negli Stati Uniti - dai quali importiamo sempre il meglio - da anni in Rete hanno grande successo i video denominati school fighter dove si vedono studenti che fanno a botte fuori dalla scuola. I ragazzi italiani prediligono invece il danno al bene pubblico, la devastazione di tavoli, sedie, lavagne e tutto quanto riescono a trovare nelle aule. Senza dimenticare le persone. Così è normale far esplodere delle micce sotto la cattedra ed è altrettanto normale tirare un banco contro una finestra e farlo a pezzi. O far esplodere un accendino creando un vero e proprio falò. Ancora: prendere il registro di classe e picchiarlo in testa al compagno di scuola che in quel momento sta serenamente conversando con un altro. E si spaventa il poverino, ma tace perchè l'altro è il bullo e si vede. Molestare i più deboli fa parte dei giochi. E i docenti, in questo gioco al massacro, davanti alla tivvù, sembrano proprio i più deboli. Per lo meno impotenti. Il professore redarguisce lo studente. Quello invece di incassare e andare al posto comincia a urlare, a dimenarsi, a inveire. Alla fine parte un vaffa e il prof che fa? Zitto. Commenti dalla Rete: bravi, bene, bis. "I prof sono degli schifosi". E a chi tenta di riportare il tutto in un alveo di decenza la risposta non manca mai: "Taci tu, scemo, ci stiamo solo divertendo un po' ".Infatti sul corriere della sera di oggi afferma e sottolinea Paolo Osiride Ferrero, presidente per la Consulta per le persone in difficoltà << Quello accaduto a Torino non è un caso isolato come a noi piacerebbe pensare >> . Le cause vengono analizzate da Isabella Bossi Fedrigotti sempère sul numero odierno del corriere dela era << I ragazzini di Ancona violentano la tredicenne riprendendo la bella scena e la scaricano in rete dove potranno gustarla, commentarla e, probabilmente, vantarsene con gli amici. E più o meno lo stesso è successo a Napoli, a Ginevra e in innumerevoli altri recenti casi di aggressioni.Quasi tutti avvenuti a scuola, come testimoniano i risultati delle ricerche in rete, che in una catena inattesa e disgustosa di botte e angherie si materializzano sullo schermo, serpente velenoso che si mangia altre illusioni sui nostri figli. Li sapevamo immaturi, indifferenti, privi di iniziativa, forse ignoranti o anche maleducati: non perversi. D’un colpo, tutti questi giovani filmaker dei loro stessi orrori, neppure ancora maggiorenni, spesso soltanto adolescenti, sembrano essersi trasformati in adulti opachi, disfatti dalla noia: vecchi stanchi che, ormai estranei alla vita, si chiudono nelle loro buie stanze per guardare filmini oscenamente violenti o pornografici, unico mezzo per riuscire a strapparsi ancora un guizzo di vitalità.
Evidentemente infettati da una malattia che da tempo si sta allargando nella società, per cui esiste solo quello che si vede in televisione e tutto il resto è ininfluente e senza peso, picchiano, stuprano, umiliano, ma, contemporaneamente immortalano o raccomandano di immortalare, forse perché sentono che, se nessuno li guarda mentre esercitano le loro odiose sopraffazioni, se nessuno dei tanti confratelli di vizio li osserva, li approva, magari, anche, li invidia, rischiano di scoprire il nulla inconsistente di cui sono fatti.
Non potendo andare in televisione, si arrangiano per finire almeno su Internet, dove, c’è da immaginarlo, già sono diventati personaggi, quasi eroi: del male, è vero, ma per loro non si tratta certo di una controindicazione. Né un caso, a questo proposito, che il picchiatore del disabile nella scuola torinese si sia affrettato a dichiarare che non era stato lui a scaricare il filmino in rete e che, anzi, non ne non sapeva nulla: probabilmente ha avuto la percezione che prendere a calci è un conto, ripeterlo decine di migliaia di volte nei fotogrammi della rete, per la sicura proliferazione della violenza contro i deboli e la soddisfazione degli ebeti guardoni, tutt’altro.
Se una consolazione ci può essere, sta soltanto nel fatto che l’ansia di mostrarsi e di riguardarsi di questi sfigatissimi giovani deve essere tale da far perdere loro la misura del rischio che corrono: è, infatti, proprio grazie a Internet, grazie alle tracce dei telefonini che, fino adesso, sono stati quasi sempre smascherati.>> . Tale origine viene anche confermata , sempre sullo stessoi quotidiano daAnna Oliverio Ferraris psicologa dell’età evoluti : << SENTIRSI FORTI Molestare chi è debole fa parte dei giochi. «Mettere in difficoltà le persone indifese dà piacere. E’ un modo semplice e primordiale di sentirsi forti — commenta — e mettere il video in Rete è un modo per amplificare e ottenere apprezzamenti. Dal punto di vista di questi ragazzi è solo un divertimento ». Per tutelare i minori è sceso in campo anche il garante che ha deliberato l’introduzione di un codice di sicurezza sui telefonini che offrono servizi per adulti.
2)
Io non intendevo con quel post fare politica anche se l'indifferenza ha iun significato politico ( altrimenti non si spiegano di come le dittature del ecoo corso abbiano preso e mantenuto il potere o come certi governi che si dicono democratici possano fare oppure permettano\tollerino in mùnome del petrolio e del dejnaro crimini , contro l'umanità ) ma non è questo il nostro caso.Infatti ho citato solo le parti non politiche , perchè trovo le parole di G ed in particolare quelle citate una delle migliori e più comprensibili per descrivere sia l'indifferenza ma soprattutto gli indifferenti . Comunque per chi volesse una definizione " non politica " la trova qui e qui oppure nel significato filosofico dove ne è descritta anche la storia qui in file pdf qui in file html ) oppure usata come crudeltà dall'e-enciclopedia wikipedia : << La crudeltà è indifferenza alla sofferenza e si prova perfino piacere nell'infliggerla.I modi di infliggere sofferenza possono coinvolgere la violenza, ma la violenza non è necessaria per un atto crudele. Per esempio, se un'altra persona sta annegando e vi sta chiedendo aiuto, non aiutarla ma guardarla divertendosi è un'atto di crudeltà, ma non violenza.La persona crudele ha solitamente una supremazia sulla persona più debole.Il termine crudeltà viene usato spesso riguardo al trattamento degli animali, dei bambini , dei malati o di gente che che ha problemi psicofisici e psicologici e dei prigionieri. >>
3)
La quale è collegata alla seconda perchè qual'ora si tratti di un reato lìindifferenza è prevista dala legge infatti : << ( ... ) Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.>> codice penale art 40 cap I titolo III . C'è indifferenza e indifferenza un conto è quella ( a volte praticata anche da me ) usata verso gli stupidi e gli idioti , un altra che questa di cui stiamo parlando adesso più grave che porta conseguenze spaventose . Io considero alla stesa maniera complici coloro che con le loro indifferenza permettono simili cose e sono d'accordo che vadano puniti alla stessa maniera di coloro che commetono un crimine perchè essa sfocia nell'omertà e permette che continuino ad esistere crimini efferati come i sequetri di persona, o reati simili .
4)
Concordo solo in parte . Infatti esso è sempre esistito , ed anch'ioda ragazzo l'ho praticato e magari anche voi .
Ma un conto è sfottere-prendere in giro un\una prof per alcuni suoi modi di comportarsi , come facevo ad esempio prendevo in giro il prof di storia e filosofia perchè per spiegare usava espressioni come: <<con molta frachezza >> seguite a grattate allam testa pelata oppure << ciò che Platone aveva uscire dalla porta di Aristotele lo fà rientrare dala finestra >> o quella d'italiano-latino che usava espressioni italianizzate del nostro dialetto es saltami la porta=per dire vai fuori o vi do delle frasi condite= frasi complicate o difficili oppure ancora a saperlo eravate= ancora non lo sapevate , ecc ; o prendere in giro un altro prof sbadato e dirgli che non è nella tua clase per non fare lezione o farne un ora sola anzi che due . oppure scherzi gollardici ai primi o alle matricole ( i cosidetti niubbi o primi ) o a prof come questi proposti da questo sito qui . Ma ora negli ultimi 10-12 anni si sta esagerando è sempre peggio e si arriva al cinismo oalla violenza . Ad esempio due anni dopo che ho preso la maturità ( nel lojntano anno solastico 1994\5 ) , un prof mi raccontava che avevano dovuto mettere i bagni alla turca perchè i ragazzi non solo disruggevano i bagni , ma smontavano i sanitari e li mettevano sulle cattedre dei prof facendogli trovare all'inizio delle lezioni . In pratica do ragione a Parla Fernanda Tuccillo, dirigente in prima linea di un istituto napoletana e componentedella commissione ministeriale "Scuola e legalità" che al quotidiano la repubblica di oggi dice : " Basta minimizzare: non è bullismo quei ragazzi sono cattivi e violenti " ecco qua l'articolo
<<
NAPOLI - Il video con le violenze al ragazzo disabile, nella scuola di Torino, "è il risultato di quel che stiamo dando come cultura ai nostri figli. Li lasciamo crescere senza regole, piazzati avanti a tv e videogiochi. Così la violenza diventa, per loro, normalità. Fanno a botte anche tra ragazzi che si vogliono bene. Anche tra amici. Solo per gioco. E sono capaci di raccontartelo sorridendo".
Fernanda Tuccillo ( foto in basso a sinistra ) è dirigente di una scuola napoletana. In prima linea da anni, al punto da esser stata chiamata a far parte della Commissione ministeriale voluta da Fioroni su "scuola e legalità". "La violenza è entrata nel quotidiano dei nostri ragazzi - spiega - Ed è colpa soprattutto della tv e dei videogiochi".
Detto così, sembra non esserci scampo, a meno di non voler fantasticare su bambini che smettano di guardare la televisione.
"Ma non è detto - replica la Tuccillo - che non si possa incidere sulla programmazione. Quanto alla scuola, ha le sue responsabilità, ma sulla violenza giovanile bisogna fare i conti con tutti i 'dipartimenti' del Paese. Anche con le famiglie: ci sono mamme 'attente' che preferiscono che il bambino sia immobile a casa davanti alla tv piuttosto che corra nel cortile e sudi e prenda freddo".
Ma alla violenza vista sullo schermo, può, la scuola, opporre qualcosa?
"Può tenere i bambini il più possibile lontano da queste logiche di violenza, anche quando sono familiari. Può creare una coscienza negli insegnanti, innanzitutto, e quindi negli alunni: lo studente che è oggetto di attenzione, il bambino o il ragazzo col quale i prof usano le parole giuste, più difficilmente si lascerà andare alla violenza".
Sembra un invito buonista, ma Fernanda Tuccillo è tutt'altro che incline a questo atteggiamento: "Viviamo in una società troppo permissiva. Noi adulti, noi educatori, noi insegnanti, non possiamo più essere conniventi con l'assenza di regole. Ai piccoli, ai ragazzi, va insegnato il senso del dovere. E invece siamo circondati da bambini cui tutto è consentito. Nel caso della scuola di Torino, il campanello d'allarme non è suonato in tempo: la violenza di quei ragazzi doveva essere precedente all' episodio odioso contro il compagno disabile".
E se il padre della giovane vittima sostiene che "il termine bullismo non rende l' idea della violenza che c'è nelle scuole", Fernanda Tuccillo rincara la dose: "Ma quale bullismo! Quella è vera e propria violenza. Il rischio è che parlando di bullismo si tenda a minimizzare, a limitare queste manifestazioni di prevaricazione ad un periodo circoscritto della crescita dei ragazzi. E invece no. L'episodio di Torino ci racconta di ragazzi non solo violenti, ma cattivi. E lo ripeto, la colpa è anche di una società troppo permissiva, dove nella generale decadenza dei valori è venuto meno anche il concetto di famiglia. I ragazzi hanno altri aggregati sociali, non più la famiglia. Hanno il branco"
"Ma torniamo alla scuola. Da dirigente mi chiedo: l' istituto dove è avvenuto il fatto lavora davvero all' integrazione dei disabili? Ci sono progetti che vedano fianco a fianco alunni 'normodotati' e handicappati? Gli insegnanti di sostegno possono contare su un team di classe con cui condividere le strategie per l' integrazione del disabile, o sono a loro volta emarginati e vissuti come quelli cui scaricare gli studenti più deboli? "
>>
2)
Io non intendevo con quel post fare politica anche se l'indifferenza ha iun significato politico ( altrimenti non si spiegano di come le dittature del ecoo corso abbiano preso e mantenuto il potere o come certi governi che si dicono democratici possano fare oppure permettano\tollerino in mùnome del petrolio e del dejnaro crimini , contro l'umanità ) ma non è questo il nostro caso.Infatti ho citato solo le parti non politiche , perchè trovo le parole di G ed in particolare quelle citate una delle migliori e più comprensibili per descrivere sia l'indifferenza ma soprattutto gli indifferenti . Comunque per chi volesse una definizione " non politica " la trova qui e qui oppure nel significato filosofico dove ne è descritta anche la storia qui in file pdf qui in file html ) oppure usata come crudeltà dall'e-enciclopedia wikipedia : << La crudeltà è indifferenza alla sofferenza e si prova perfino piacere nell'infliggerla.I modi di infliggere sofferenza possono coinvolgere la violenza, ma la violenza non è necessaria per un atto crudele. Per esempio, se un'altra persona sta annegando e vi sta chiedendo aiuto, non aiutarla ma guardarla divertendosi è un'atto di crudeltà, ma non violenza.La persona crudele ha solitamente una supremazia sulla persona più debole.Il termine crudeltà viene usato spesso riguardo al trattamento degli animali, dei bambini , dei malati o di gente che che ha problemi psicofisici e psicologici e dei prigionieri. >>
3)
La quale è collegata alla seconda perchè qual'ora si tratti di un reato lìindifferenza è prevista dala legge infatti : << ( ... ) Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.>> codice penale art 40 cap I titolo III . C'è indifferenza e indifferenza un conto è quella ( a volte praticata anche da me ) usata verso gli stupidi e gli idioti , un altra che questa di cui stiamo parlando adesso più grave che porta conseguenze spaventose . Io considero alla stesa maniera complici coloro che con le loro indifferenza permettono simili cose e sono d'accordo che vadano puniti alla stessa maniera di coloro che commetono un crimine perchè essa sfocia nell'omertà e permette che continuino ad esistere crimini efferati come i sequetri di persona, o reati simili .
4)
Concordo solo in parte . Infatti esso è sempre esistito , ed anch'ioda ragazzo l'ho praticato e magari anche voi .
Ma un conto è sfottere-prendere in giro un\una prof per alcuni suoi modi di comportarsi , come facevo ad esempio prendevo in giro il prof di storia e filosofia perchè per spiegare usava espressioni come: <<con molta frachezza >> seguite a grattate allam testa pelata oppure << ciò che Platone aveva uscire dalla porta di Aristotele lo fà rientrare dala finestra >> o quella d'italiano-latino che usava espressioni italianizzate del nostro dialetto es saltami la porta=per dire vai fuori o vi do delle frasi condite= frasi complicate o difficili oppure ancora a saperlo eravate= ancora non lo sapevate , ecc ; o prendere in giro un altro prof sbadato e dirgli che non è nella tua clase per non fare lezione o farne un ora sola anzi che due . oppure scherzi gollardici ai primi o alle matricole ( i cosidetti niubbi o primi ) o a prof come questi proposti da questo sito qui . Ma ora negli ultimi 10-12 anni si sta esagerando è sempre peggio e si arriva al cinismo oalla violenza . Ad esempio due anni dopo che ho preso la maturità ( nel lojntano anno solastico 1994\5 ) , un prof mi raccontava che avevano dovuto mettere i bagni alla turca perchè i ragazzi non solo disruggevano i bagni , ma smontavano i sanitari e li mettevano sulle cattedre dei prof facendogli trovare all'inizio delle lezioni . In pratica do ragione a Parla Fernanda Tuccillo, dirigente in prima linea di un istituto napoletana e componentedella commissione ministeriale "Scuola e legalità" che al quotidiano la repubblica di oggi dice : " Basta minimizzare: non è bullismo quei ragazzi sono cattivi e violenti " ecco qua l'articolo
<<
NAPOLI - Il video con le violenze al ragazzo disabile, nella scuola di Torino, "è il risultato di quel che stiamo dando come cultura ai nostri figli. Li lasciamo crescere senza regole, piazzati avanti a tv e videogiochi. Così la violenza diventa, per loro, normalità. Fanno a botte anche tra ragazzi che si vogliono bene. Anche tra amici. Solo per gioco. E sono capaci di raccontartelo sorridendo".
Fernanda Tuccillo ( foto in basso a sinistra ) è dirigente di una scuola napoletana. In prima linea da anni, al punto da esser stata chiamata a far parte della Commissione ministeriale voluta da Fioroni su "scuola e legalità". "La violenza è entrata nel quotidiano dei nostri ragazzi - spiega - Ed è colpa soprattutto della tv e dei videogiochi".
Detto così, sembra non esserci scampo, a meno di non voler fantasticare su bambini che smettano di guardare la televisione.
"Ma non è detto - replica la Tuccillo - che non si possa incidere sulla programmazione. Quanto alla scuola, ha le sue responsabilità, ma sulla violenza giovanile bisogna fare i conti con tutti i 'dipartimenti' del Paese. Anche con le famiglie: ci sono mamme 'attente' che preferiscono che il bambino sia immobile a casa davanti alla tv piuttosto che corra nel cortile e sudi e prenda freddo".
Ma alla violenza vista sullo schermo, può, la scuola, opporre qualcosa?
"Può tenere i bambini il più possibile lontano da queste logiche di violenza, anche quando sono familiari. Può creare una coscienza negli insegnanti, innanzitutto, e quindi negli alunni: lo studente che è oggetto di attenzione, il bambino o il ragazzo col quale i prof usano le parole giuste, più difficilmente si lascerà andare alla violenza".
Sembra un invito buonista, ma Fernanda Tuccillo è tutt'altro che incline a questo atteggiamento: "Viviamo in una società troppo permissiva. Noi adulti, noi educatori, noi insegnanti, non possiamo più essere conniventi con l'assenza di regole. Ai piccoli, ai ragazzi, va insegnato il senso del dovere. E invece siamo circondati da bambini cui tutto è consentito. Nel caso della scuola di Torino, il campanello d'allarme non è suonato in tempo: la violenza di quei ragazzi doveva essere precedente all' episodio odioso contro il compagno disabile".
E se il padre della giovane vittima sostiene che "il termine bullismo non rende l' idea della violenza che c'è nelle scuole", Fernanda Tuccillo rincara la dose: "Ma quale bullismo! Quella è vera e propria violenza. Il rischio è che parlando di bullismo si tenda a minimizzare, a limitare queste manifestazioni di prevaricazione ad un periodo circoscritto della crescita dei ragazzi. E invece no. L'episodio di Torino ci racconta di ragazzi non solo violenti, ma cattivi. E lo ripeto, la colpa è anche di una società troppo permissiva, dove nella generale decadenza dei valori è venuto meno anche il concetto di famiglia. I ragazzi hanno altri aggregati sociali, non più la famiglia. Hanno il branco"
"Ma torniamo alla scuola. Da dirigente mi chiedo: l' istituto dove è avvenuto il fatto lavora davvero all' integrazione dei disabili? Ci sono progetti che vedano fianco a fianco alunni 'normodotati' e handicappati? Gli insegnanti di sostegno possono contare su un team di classe con cui condividere le strategie per l' integrazione del disabile, o sono a loro volta emarginati e vissuti come quelli cui scaricare gli studenti più deboli? "
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Infatti alcuni siti come questo www.bullismo.com lo paragonano al mobbing considerandolo mobbing infantile per le sue notevoli conseguenze sociali ( leggete questa storia proposta dal sito citato )
Spero d'esere tato chiaro e d'avere risposto i maniera completa alle osservazioni . Se qualcuno\a avete altre domande da farmi o dei chiarimenti resto a disposizione oviamente nei limite del possibile e non alle critiche idiote e immotivate
Spero d'esere tato chiaro e d'avere risposto i maniera completa alle osservazioni . Se qualcuno\a avete altre domande da farmi o dei chiarimenti resto a disposizione oviamente nei limite del possibile e non alle critiche idiote e immotivate
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