Senza titolo 1508


N.B
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visto il ripetersi  ad ogni manifestazione  pro palestina   di bandiere briuciate  e di slogan vergognosi  ed insultanti  verso i morti  di nassyria  ho deciso   di scrivere una lettera  a  quelli dle movimento 


Cari compagni \e
Capisco il vostro scendere  in piazza  per  contro vostro e din non unirvi  alla sinistra di governo  ( quella che un tempo --- e alcuni sia  a destra sia  [sic ] a sinistra  continuano  ancora oggi --- veniva chiamata sia in senso ironico , sia in quello dispregiativo   sinistra parlamentare  )  per  le  sue ambiguita  sulla questione palestinese vedere in merito  il  precedente post  di  Solaria da parte dei nostri politica  post tangentopoli o manipulite   . Ora Condivido  quelo che dite  sull'occupazione   dell'Iraq  da parte delle truppe Americane e Inglesi ed [SIC ] Italiane, e sulla questione palestinese  perchè è giusto protestare e manifestare  contro m'arroganza  d'israele che non consente al popolo palestinese di  poter raggiungere  l'obbiettivo  di  costruirsi uno stato  automo ed occupa  territori che  in base  alle risoluzioni dell'Onu in merito  non gli appartengono   Infatti non bisogna dimenticare  che  quando dopo la seconda guerra mondiale fu deciso  di dare  ( giustamente  dopo  quella  che avevano passato  in Europa  con pogrom e persecuzioni \ leggi  razziali  sia naziste che fascite )  fu deciso che in quella terra  la palestina  sorgessero due stati  uno ebraico e uno arabo . Lo stato ebraico  è sorto forte  ed ha occupato territori non siuoi  . Quello arabo non è mai  stato costituito un affronto al popolo arabo insomma,dovrebbe è nell'interesse  d'israele e  della sua sicurezza, ma anche e soprattutto  per riportare la pace in una zona martoriata  da 60 anni di guerre e repressioni  legate direttamente o indirettamente al conflitto arabo -israeliano  che si detterini la realizzazione delllo stato palestinese 
Ma quello che non condivido è il metodo  con cui  lo esprimete Infatti  neanche  pensando a questo   ci si comporta in questo modo contro producente  e autolesionista .  Tale  comportamento non è  nè civile netanto meno democratico  ( sia  che per  democrazia  s'intenda democrazia diretta [ popolare  \ ploretaria ] = il potere è amministrato direttamente dal popolo, come avveniva nell'antica Grecia, dove i cittadini si riunivano nell'agorà (piazza) ; sia  democrazia indiretta [Borghese] = il potere è amministrato da rappresentanti del popolo (il parlamento). L'Italia è una repubblica parlamentare ( quindi a democrazia indiretta) che usa come unici strumenti di democrazia diretta il referendum e l'iniziativa popolare )   1)  bruciare la  bandiera di uno stato  anche se  esso una dittatura o  poco democratico   Israele  e Usa. Anche e ciò puo sembrare catarchico : << Se date fuoco  a una cartolina di porecetto  date fuoco ad un pezzo di carta  .Se date  fuoco ad una bandiera , date  fuoco  ad un pezzo di stoffa . >>  come  scrisse   nella sua "lettera  ai soldati americani in vietnam " del 1967 divenuta  poi uno dei punti di rifermento del pacifismo di quel periodo  David McReynolds   << Ma se buttate una bomba al napalm,voi date fuoco ad un esere umano  . Sente  forse male  una cartolina quando la  bruciate  ?  Sete forse male  una bandiera  quando la bruciate  ? Ma un bambino   sente male  quando lo bruciate  . Cosa è peggio   bruciare  una cartolina di precetto o bruciare un bambino  (... ) >> (  tratta da   voci degli Hippies  di J.Hopkins Laterza in C.Salinari, C.Ricci  " storia  della letteratura italiana  Laterza )             Infatti  concordo con quanto dice in una intervista   sul quotidiano l'unita di oggi  20  novembre  2006 Sari Nusseibeh, presidente dell'Università Al Quds di Gerusalemme Est, uno dei più autorevoli intellettuali palestinesi. palestinese che, nella prima Intifada, ha conosciuto per il suo impegno anche le carceri israeliane.
Riporto  qui l'articolo  accesibile online solo agli utenti registrati 
<<
No, di quella "solidarietà" che istiga l'odio ed esalta i kamikaze non abbiamo proprio bisogno. Chi scende in piazza per bruciare le bandiere israeliane, simbolo di un popolo e non di un governo, fa solo del male alla causa palestinese. Non è con la cultura dell'odio che vedremo riconosciuti i nostri sacrosanti diritti. Vorrei invece abbracciare uno per uno i partecipanti alla manifestazione di Milano: lì sì che ho trovato saggezza, solidarietà quella vera, propositiva. Non bisogna mai dimenticarsi che stiamo lottando per uno Stato in più in Medio Oriente e non per la cancellazione di uno già esistente».
Professor Nusseibeh, cosa vuol dire oggi essere solidali con il popolo palestinese?
«Significa battersi per favorire il dialogo dal basso, tra le due società civili, e al tempo stesso premere sulla comunità internazionale perché rimetta in movimento il processo di pace indicandone da subito lo sbocco finale e calendarizzandone l'attuazione. Solidarietà è anche chiedere la fine delle punizioni collettive che Israele sta infliggendo da mesi alla popolazione civile della Striscia di Gaza. Solidarietà è costruire davvero una cultura del rispetto delle ragioni dell'altro».
È quanto espresso dalla manifestazione di sabato a Milano. Ma in Italia la discussione si è polarizzata attorno all'azione di un gruppo di estremisti nel corteo di Roma. Tra gli slogan gridati: «Israele brucerà» e «"La pace in Medio Oriente si fa così, armi, armi ai feddayn»…
«No, la pace non si fa così. Non la si fa esaltando l'uso della forza, terreno su cui saremo sempre e comunque perdenti. Non abbiamo bisogno di armi, ma di sostegno politico. La pace non si costruisce istillando l'odio verso il "Nemico". A Milano so che sono state espresse critiche, che io condivido, sulla politica unilateralista adottata dal governo israeliano e si è denunciata la drammatica situazione in cui sono costretti a vivere 1milione e 400mila palestinesi nella Striscia di Gaza. Ma nessuno si è sognato di bruciare bandiere israeliane perché la bandiera rappresenta un popolo e non una politica, e il popolo palestinese non ha mai dichiarato guerra a quello israeliano. Noi lottiamo per ottenere i nostri diritti e non per cancellarne quelli di altri. E questi diritti possono essere realizzati solo attraverso la politica. Non esistono scorciatoie militariste. E questo vale anche per Israele».
Vorrei tornare agli slogan di Roma. A chi possono giovare nel campo israeliano?
«Certo non a persone che si battono con coraggio per il dialogo, come il mio amico David Grossman. Quei gesti, quelle frasi rafforzano invece quanti in Israele diffidano dell'Europa, considerandola pregiudizialmente ostile alle ragioni di Israele. Gli estremismi si alimentano a vicenda. A chi possono giovare quelle frasi, mi chiede. Beh, la prima persona che mi viene in mente è Avigdor Lieberman (vice premier israeliano e leader del partito di estrema destra Israel Beitenu, ndr.), aperto sostenitore della deportazione in massa dei palestinesi oltre il Giordano. Oggi può usare quelle immagini e dire: vedete questi sono gli amici dei nostri nemici…».
Tra coloro che hanno sfilato a Milano, e non solo tra loro, è ancora impressa nella memoria la strage di Beit Hanun. «Non si è trattato di un errore, ma dello sbocco di una politica che fonda la sicurezza di Israele sull'uso della forza»: è quanto affermato dal ministro degli Esteri italiano Massimo D'Alema in una recente intervista a l'Unità a scatenato polemiche. Qual è in merito la sua opinione?
«Ho incontrato D'Alema e so che è decisamente impegnato nella ricerca di un accordo di pace globale tra Israeliani e Palestinesi. Considerarlo per questo un "antisemita" piu' che ingeneroso mi sembra profondamente stupido. D'altra parte, le sue critiche sono le stesse avanzate dall'Unione Europea. E mi viene difficile pensare al premier britannico Tony Blair come ad un "amico di Hamas"».>>
2) Insultare i morti , perchè per i morti  qwualunque sia la causa \ il motivo  dela loro  morte  anche nell'analizzare  le cause  \ origini dela loro morte  bisogna  averne rispetto  e  voi con il vostro becero slogan non lo avete  avuto . Infatti concordo  per una  volta  tanto   con cossutta che   sempre sull'unità di oggi  dice  : << (  bruciando le  bandiere  e gridando slogan assurdi   hanno creato u grave danno ala causa del popolo palestinese .
 >>
Ecco dunque che   i media  anzichè parlare (   chi in maniera faziosa chi no )  di quello che avviene nei territori occupati parlano dei vostri gesti \ mascalzonate . Mi chiedo ignorate forse che la pace   passa anche per il rispetto  dei caduti  qualunque  sia la  causa perchè i morrti come dice  i nostri anni film sulla resistenza ( qui maggiori dettagli )   i morti sono tutti uguali e come  taloi vanno rispettatati  sono solo le cause   o le scelte   che li diffeenziano   . Inoltre voi sapete  ( o almeno cosi credo  )  che  molto spesso come in questo caso  essi stessi  vengono mandati ( o ci sono anche quelli che lo scelgono per sfuggire , visto  i grandi stipendi che le missioni di " pace " offrono , per sfuggire alla dissocupazione  o per  avere ulteriori soldi per  potersi costruire un futuro )  dai vari governi fra  cui  il nostro [sic]   sapendo  di mentire  allo sbaraglio nascondendone le vere  cause  e  facendogli credere che  è  una  solo una missione di pace  . Quindi concludo che con il vostro   comportamento  verso tali  vittime la vostra << "Pietà l'è morta" proprio coe la  famosa  canzone  della  II  guerra mondiale  qui iltesto e le note storiche  eil file midi  sotto riportato 

Pieta_l_e_morta


Cordialmente un compagno 

  P.s
scometto che  ci saranno email  che mi chiederanno news  sulla questione palestinese  sotto a   fine post  troverete   i link di wikipedia  sulla  questione palestinese . Qualcuno di voi sostiene  che invece le provocazioni   si riesce a parlare  di tale  causa  . Invece   sono proprio queste che   che fanno regredirte  la battaglia per  questa causa  .


 

N.b                                                                                                          Alcuni dei link riportati in lingua inglese riportano punti di vista palestinesi, altri punti di vista israeliani. Poiché l'argomento è uno dei massimi problemi politici mondiali, talvolta le informazioni non sono imparziali e hanno carattere propagandistico.

 La "Questione palestinese"








Collegamenti filo-palestinesi






Collegamenti filo-israeliani






 Collegamenti ONU



                                                       


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